Uniti proclamatori della “parola della vita”
“[Afferrate] saldamente la parola della vita”. — Filip. 2:16.
1. Perché oggi la “parola della vita” viene proclamata come mai in passato, e perché fu provveduta?
PERCHÉ non si dovrebbe proclamare la “parola della vita” oggi come non è mai avvenuto in passato? La civiltà moderna è minacciata dalla distruzione. Peggio ancora, l’intera famiglia umana è minacciata di morte mediante armi aventi un potere distruttivo sconosciuto prima della nostra generazione. La paura di un’altra guerra mondiale, che significa guerra con bombe nucleari o con gas peggiori delle bombe nucleari, perseguita ogni nazione. Si combatte un’internazionale “guerra fredda” che nei suoi intenti è alla pari dell’effettiva e armata “guerra calda”. La pace è mantenuta solo mediante l’equilibrio del terrore fra le due parti ostili che sono abbondantemente provviste di armi nucleari. Ma merita la famiglia umana la “parola della vita”? Merita la famiglia umana la salvezza? Il Creatore dell’uomo, Geova Dio, pensa di sì. Il diletto Figlio di Dio, Gesù Cristo, pensa di sì. Per questo Geova Dio ha amorevolmente provveduto la “parola della vita”. Merita di essere proclamata. Fu fatta perché fosse proclamata. Essa viene proclamata, come non si è mai fatto in passato.
2. (a) È la nucleare guerra mondiale la peggior cosa a cui va incontro il mondo? (b) Chi scamperà a ciò che sta per avvenire?
2 È forse soltanto perché il mondo va oggi incontro ad un’orribile distruzione come risultato dei suoi errori che la “parola della vita” fu emanata dal cielo? No! Oggi l’umanità pensa che la peggior cosa a cui va incontro sia una mondiale guerra nucleare; ed è incontestabile che il mondo si trova ora dinanzi alla terribile minaccia di questa guerra. Ma in effetti il mondo va incontro a qualche cosa di peggio. Sia che si combatta una terza guerra mondiale o no, il mondo subirà indubbiamente qualcosa di peggio. Si tratta della “battaglia del gran giorno d’Iddio Onnipotente”, dalla quale il mondo non scamperà. (Apoc. 16:14, Na) Ma scamperanno alcuni componenti della famiglia umana, i quali avranno la prospettiva di vedere un giusto nuovo mondo; e saranno quelle creature umane che ora ‘afferrano saldamente la parola della vita’. Ma in principio, la “parola della vita” non fu pronunciata per il fatto che noi andiamo incontro alla guerra dell’Iddio Onnipotente. Perché no?
3. Perché non fu pronunciata la “parola della vita” innanzi tutto solo perché la nostra generazione va incontro a tale orribile distruzione, e quando e da chi fu pronunciata per la prima volta?
3 La nostra generazione non è stata la prima ad andare incontro alla morte, per cui solo la nostra generazione avesse bisogno della “parola della vita”. Da quasi seimila anni, malgrado gli sforzi della scienza medica più progredita, i componenti della famiglia umana muoiono, e innumerevoli miliardi di uomini, donne e bambini giacciono morti e dimenticati nella tomba. Perciò la “parola della vita” fu pronunciata per la prima volta quando ne sorse per prima la necessità. Cominciò ad essere pronunciata poco tempo dopo che la famiglia umana era stata colpita dalla morte. La morte s’introdusse come nemica dell’umanità. Non fu mai amica dell’umanità. Fu provocata da un nemico dell’umanità. La “parola della vita” fu pronunciata da un amico dell’umanità, in effetti dal più grande Amico dell’uomo. Solo il Datore di vita, solo l’originale Fonte di vita, poteva dare questa “parola della vita”, ed egli è l’Iddio Creatore.
4. (a) Come avvenne che il nemico dell’umanità diede ad Eva la parola della morte? (b) Perché oggi sulla terra abbondano i figli disubbidienti?
4 Il nemico dell’umanità divenne un vile mentitore quando disse alla madre della razza umana: “Voi non morrete certamente”. (Gen. 3:4) Non le offriva la “parola della vita” per il nostro bene. Le offriva la parola della morte, perché cercava di sviarla, di ingannarla, facendola disubbidire al grande Datore di vita, Geova Dio. Suo marito, Adamo, le aveva detto come evitare la morte, cioè ubbidendo al comando di Dio di non mangiare del frutto proibito, poiché Dio aveva detto ad Adamo: “Nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai”. (Gen. 2:17) Dio voleva che il suo figlio e la sua figlia terrestri continuassero a vivere nel giardino d’Eden, e riempissero tutta la terra con la loro famiglia di creature umane perfette e innocenti come loro. Dio non desiderava che la terra fosse piena, com’è oggi, di figli “ribelli ai genitori, ingrati, empi”, come prediceva la profezia per questi “ultimi giorni”. (2 Tim. 3:1, 2, Na) Poiché Adamo e sua moglie Eva disubbidirono al loro Padre e Creatore celeste, sulla terra oggi abbondano i figli disubbidienti.
5. Come eseguì Dio la sentenza contro i disubbidienti Adamo ed Eva, e che cosa trasmise Adamo ai suoi discendenti?
5 Da genitori che disubbidirono al loro celeste Padre e Datore di vita, difficilmente potevamo aspettarci che nascessero figli non disubbidienti ai loro genitori terreni, per non parlare di essere disubbidienti a Dio come avevano fatto Adamo ed Eva. Poiché Adamo si unì alla moglie in una condotta meritevole di morte, Dio lo condannò a ritornare alla terra da cui era stato tratto e ad essere nuovamente polvere senza forma e senza vita. A questo scopo Dio, Creatore e Proprietario del giardino d’Eden, ne cacciò fuori Adamo ed Eva. Egli impedì che vi si introducessero di nuovo slealmente per andare in cerca dell’“albero della vita” che era in mezzo al grande giardino e ne mangiassero onde vivere fino ad ora e per tempo indefinito. (Gen. 3:17-24; 2:9) Così Adamo trasmise a noi, suoi figli, non la vita perfetta, ma l’imperfezione umana, la peccaminosità e la condanna alla morte. (Rom. 5:12) In seguito nel paese d’Israele fu composto un proverbio che diceva: “I padri mangiarono l’uva acerba e i denti dei figli si sono allegati”. — Ezech. 18:2, Na.
6. (a) Che cosa ne è stato del serpente usato per sedurre Eva, ma a che cosa è stato condannato colui che si celò dietro il serpente? (b) Che cosa significa questo per lui?
6 Ma che accadde al nemico dell’umanità che aveva causato tutto questo? È morto egli come Adamo ed Eva? Non ancora; ma morirà nel tempo fissato da Dio e in modo violento. Naturalmente, il serpente parlante che fu usato per sedurre Eva onde mangiasse il frutto proibito morì prima di Adamo ed Eva. Lo spirito invisibile che si celò dietro il serpente per fargli dire delle menzogne contro Dio non è ancora morto, ma morirà. Come lo sappiamo? Perché egli è Satana il Diavolo, soprannominato anche “l’originale serpente”, e nel giardino d’Eden Dio pronunciò la condanna pure su di lui, dicendo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei. Egli [la progenie di lei] ti schiaccerà la testa”. (Gen. 3:15) Per un serpente, questo avrebbe significato una morte violenta. Per l’“originale serpente”, Satana il Diavolo, ciò rappresenta la morte violenta che subirà quando la Progenie della “donna” di Dio agirà da giustiziere per conto del suo Dio e Padre.
7. Quali domande sorgono circa i benefici che deriveranno dalla futura uccisione del grande Serpente Satana, e chi dà la risposta?
7 L’uccisione del nemico dell’umanità in un tempo futuro potrà far del bene alle persone che vivranno sulla terra dopo la sua morte violenta; ma che beneficio recherà ai miliardi di persone che sono morte nei passati seimila anni e che potrebbero ancora morire prima che Satana il Diavolo sia schiacciato nella morte? La sua futura distruzione impedirà che faccia altro danno; ma come annullerà la sua futura distruzione tutto il danno che ha recato alle morte generazioni che giacciono nella tomba? Geova Dio pensò anche a questa domanda, e provvide a dare una risposta per il nostro bene.
CHI È FERITO PRIMA?
8. (a) Chi è ferito prima, e che cosa significa la ferita del calcagno per la Progenie? (b) Solo in che modo avrebbe potuto la Progenie ferita schiacciare poi la testa del Serpente?
8 Non solo egli disse all’“originale serpente”, Satana il Diavolo, che la Progenie della “donna” di Dio gli avrebbe schiacciato la testa, ma aggiunse: “E tu le ferirai il calcagno”. Se la Progenie della “donna” di Dio avesse schiacciato la testa del serpente prima, naturalmente, il serpente non sarebbe stato in vita per ferire la Progenie al calcagno. Ma in effetti il primo è il serpente a ferire la Progenie della “donna” di Dio al calcagno. Che cosa significa questa ferita al calcagno per la Progenie o Figlio di Dio? Significa morte. Morte? Sì! Ma se la Progenie muore prima per il morso del serpente, come può la Progenie schiacciare poi la testa del serpente? Solo essendo richiamata in vita mediante il divino potere di ricreare. Ciò significa mediante la risurrezione dai morti compiuta dal potere di Dio. Questa non è la nostra interpretazione della misteriosa frase pronunciata da Dio nel giardino d’Eden. È l’interpretazione di Dio stesso, data dal modo in cui egli ha agito per adempiere tale frase.
9, 10. (a) Nel suo maggior significato, a chi doveva esser ferito il calcagno? (b) Com’era egli la Progenie della “donna” di Dio, e come nacque per essere pari al perfetto Adamo?
9 Nel suo maggior significato, la ferita al calcagno della Progenie della donna di Dio ebbe luogo millenovecento anni fa. La Progenie promessa era il Figlio di Dio. A quel tempo non v’era alcun figlio umano di Dio sulla terra, poiché Adamo aveva perduto la parentela di figlio per la famiglia umana. Quindi questa Progenie era il Figlio di Dio venuto dal cielo. Poiché venne dal cielo, la madre che lo diede alla luce e da cui venne era pure celeste. Era la simbolica moglie di Dio, cioè la sua organizzazione universale di invisibili, celesti, sante creature spirituali o angeli.
10 Questa celeste organizzazione è sposata o ufficialmente unita a Dio in un’inviolabile relazione e sottomissione, come una moglie terrena è unita a suo marito ed è soggetta alla legge del marito. La promessa Progenie era il principale Figlio di questa organizzazione celeste, l’unigenito Figlio di Dio, “il primogenito di tutta la creazione”; e uscì dalla celeste organizzazione quando fu mandato sulla terra per nascere come creatura umana. (Giov. 3:16; Col. 1:15, Na) In osservanza al comandamento dell’Iddio e Padre suo, egli fu chiamato Gesù, nome che significa “Geova è salvezza”. Poiché nessun uomo terreno poteva essere suo padre, la nascita di Gesù avvenne dal seno di una vergine in modo miracoloso. In tal modo divenne carne e sangue, ma nacque perfetto perché il suo Padre celeste era perfetto. (Giov. 1:14) Facendosi uomo, Gesù divenne come il perfetto Adamo, un po’ inferiore agli angeli di cui era stato precedentemente il capo.
11. Agendo in qualità di Progenie promessa, perché era necessario che il Figlio di Dio divenisse un uomo perfetto?
11 Ma ora sorge una domanda. Onde l’unigenito Figlio di Dio agisse in qualità di Progenie della donna di Dio per schiacciare la testa del Serpente, perché era necessario che divenisse un uomo perfetto, inferiore agli angeli? Era necessario onde adempisse la promessa fatta da Dio nel giardino d’Eden, essendo ferito al calcagno, cioè morendo come uomo perfetto. In accordo con ciò è scritto: “Quel Gesù, che è stato per breve tempo inferiore agli Angeli, noi lo vediamo ora coronato di gloria e di onore, a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per grazia di Dio, la morte, da lui sopportata, fosse di vantaggio per tutti. Ma poiché i figli avevano in comune sangue e carne, egli pure ne partecipò, affinché, per mezzo della morte, riducesse all’impotenza colui che ha la forza della morte, cioè il diavolo”. (Ebr. 2:9, 14, Na) Inoltre leggiamo: “Colui che commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo fin da principio pecca. Per questo il Figlio d’Iddio si è manifestato, per sciogliere le opere del diavolo”. — 1 Giov. 3:8, Na.
12. Divenendo un uomo perfetto quale sacrificio fu in grado di offrire il Figlio di Dio, e per il bene di chi?
12 Divenendo un uomo perfetto con il medesimo valore della vita perfetta che ebbe Adamo quando fu creato nel giardino d’Eden, il Figlio o Progenie della donna di Dio fu in grado di ‘sopportare la morte a vantaggio di tutti’. In che modo? Perché poté offrire la sua perfetta vita umana in sacrificio a Geova Dio per togliere i peccati ereditati dell’umanità. Col peccato, Adamo ed Eva avevano perduto la perfetta vita umana per noi tutti, loro discendenti. Mediante il sacrificio della sua perfetta vita umana, Gesù prese il posto dell’umanità nella morte, affinché tutti gli uomini che accettano il suo sacrificio a Dio ottenessero di nuovo la vita perfetta.
13. Alla sua nascita umana come fu annunciato il Figlio di Dio, e che cosa fu impedito all’“originale serpente” di fare poco tempo dopo?
13 Quando nacque Gesù, un angelo del cielo annunciò la sua nascita ai devoti pastori nelle vicinanze di Betleem di Giuda, dicendo: “Vi porto una lieta novella, che sarà di grande gioia per tutto il popolo; oggi vi è nato nella città di David il Salvatore, che è Cristo Signore”. (Luca 2:10, 11, Na) La parola “Cristo” è un titolo che significa “Unto”. La venuta del Cristo o Unto mandato da Dio era stata predetta molto tempo prima di ciò. I Giudei lo chiamarono Messia, parola ebraica che ha lo stesso significato della parola greca Cristo. Satana il Diavolo riconobbe in Gesù il promesso Cristo o Messia, la promessa Progenie della donna di Dio. Perciò Satana, l’“originale serpente”, cercò di far distruggere il “fanciullo” Gesù che non aveva ancora due anni. Ma Dio protesse il fanciullo Gesù, e il malvagio Serpente non poté ferirlo allora al calcagno. — Matt. 2:1-23, Na.
14. (a) Come divenne Gesù il Cristo? (b) Quali passi fece Satana il Diavolo perché non fosse necessario ferire la Progenie al calcagno?
14 Quando Gesù fu un uomo perfetto di trent’anni lasciò la sua bottega di falegname a Nazaret e fu battezzato nel fiume Giordano da Giovanni Battista. Subito dopo il suo battesimo in acqua Dio unse Gesù con lo spirito santo dal cielo, facendo di lui l’Unto. Da quel tempo in poi il Figlio di Dio, la Progenie della donna di Dio, fu giustamente chiamato Gesù Cristo. (Matt. 3:13-17) Quaranta giorni dopo Satana il Diavolo cercò di provocare la morte della Progenie della donna di Dio tentando di farle compiere egoistici e ambiziosi miracoli e tentandola con l’offerta del dominio del mondo, che avrebbe ottenuto se avesse riconosciuto Satana il Diavolo quale dio e lo avesse adorato come tale. Ma Satana non riuscì a indurre questo uomo perfetto a peccare come era riuscito a indurre il perfetto Adamo a peccare contro Dio, perché Gesù Cristo resistette fedelmente a queste tre tentazioni e disse a Satana il Diavolo di andarsene. (Matt. 4:1-11) Poiché Gesù Cristo fu perfettamente ubbidiente e non incorse nella condanna a morte di Dio, fu necessario che l’“originale serpente” lo ferisse al calcagno in un’occasione successiva.
15. (a) Che cosa fece quindi Gesù in armonia con la sua unzione, e dove? (b) Quale progenie si formò l’“originale serpente” per il suo servizio, e dietro quale falsa accusa fecero essi mettere a morte Gesù?
15 Nel frattempo Gesù Cristo cominciò a servire Dio in armonia con la sua unzione e intraprese la predicazione del regno di Dio quale solo governo che recherà la salvezza all’umanità. Radunò inoltre intorno a sé dei discepoli che ammaestrò ed addestrò a predicare il regno di Dio. Questo ebbe luogo nel mondo del Diavolo, dove a quel tempo dominava quale potenza mondiale l’Impero Romano. (Matt. 4:17; 10:1-7; Luca 10:1-9) Dio aveva predetto che l’“originale serpente” si sarebbe fatto una progenie. Il grande Serpente si formò questa diabolica progenie di mezzo ai capi religiosi del popolo di Gesù sulla terra. Dinanzi al governatore romano della provincia della Giudea essi accusarono Gesù Cristo di cercar di soppiantare l’impero dei Cesari di Roma con il suo stesso regno. Dietro questa falsa accusa Gesù fu messo al palo fuori di Gerusalemme, onde vi facesse una vergognosa morte pubblica, come uno schiavo traditore e sedizioso.
16. Quando avvenne ciò, e che cosa lasciò accadere Dio quel giorno?
16 Questo accadde il venerdì 1º aprile del 33 d.C. Benché Gesù fosse innocente, Dio non intervenne per salvare la Progenie della sua donna da questa morte crudele. In armonia con il suo proposito annunciato molto tempo prima, egli lasciò che l’“originale serpente” ferisse al calcagno la Progenie promessa. (Giov. 18:12 fino a 19:37) La speranza della vita eterna per l’umanità devota morì apparentemente con Gesù Cristo.
17. Quale altra parte dell’edenica promessa di Dio doveva ancora adempiersi, e come provvide Dio onde ciò avvenisse?
17 Dio aveva lasciato che l’“originale serpente” ferisse la Progenie della donna, com’era stato predetto. Ora spettava a Dio provvedere ad adempiere l’altra parte della sua profezia edenica, disponendo che al tempo fissato la Progenie della sua donna schiacciasse la testa del grande Serpente. Perciò la morte di Gesù doveva ridursi a una ferita al calcagno. Agli occhi di Dio fu una morte di sacrificio, la morte di un innocente, e non era giusto né appropriato che l’innocente Gesù rimanesse in tale morte. Non era un peccatore volontario come Adamo perché Dio lo facesse rimanere in eterno nella morte. Conformemente, al tempo predetto, il terzo giorno della sua morte, l’Onnipotente Dio risuscitò dai morti la sua Progenie, suo Figlio.
18. (a) Che cosa disse Pietro riguardo all’impossibilità di fare rimanere Gesù per sempre nella morte e anche riguardo a come fu risuscitato Gesù? (b) Come tale risurrezione rese possibile la redenzione dell’umanità?
18 Di questo meraviglioso miracolo un discepolo di Gesù chiamato Simon Pietro disse: “Gesù il Nazareno, uomo cui Dio ha reso testimonianza di fronte a voi, con miracoli, e segni operati da Dio per mezzo di lui fra di voi, come ben sapete voi stessi; quest’uomo, dopo essere stato tradito, secondo l’immutabile disegno e prescienza di Dio, voi lo avete crocifisso e lo avete messo a morte; quest’uomo, Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai lacci della morte, perché non era possibile che fosse dominato da lei. . . . Costui è quel Gesù che Iddio ha risuscitato: noi tutti ne siamo testimoni”. (Atti 2:22-32, Na) Gesù fu risuscitato, non come uomo “di poco inferiore agli Angeli”, ma come Figlio spirituale più potente del grande Serpente Satana, perché lo stesso Simon Pietro ci dice: “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il Giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio, messo a morte quanto alla carne, ma reso alla vita quanto allo spirito”. (1 Pietro 3:18, Na) In tal modo la sua perfetta vita umana rimase come sacrificio e il suo merito poté essere presentato a Dio per la redenzione dell’umanità quando Gesù ascese al cielo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione.
19. (a) Quale ferita ha continuato a produrre Satana da allora, ma che cosa attende ora egli stesso? (b) Con quali simboli fu mostrata al discepolo Giovanni quest’azione verso Satana?
19 Il grande Serpente Satana non può più ferire il calcagno del Figlio della donna di Dio. È scritto: “[Sappiamo] che Cristo resuscitato dai morti non muore più, che la morte non ha più alcun dominio su di lui”. (Rom. 6:9, Na) Benché fin d’allora sia stato permesso al grande Serpente di ferire il calcagno dei fedeli discepoli di Cristo, Satana attende ora che gli venga a sua volta schiacciata la testa dal risuscitato e immortale Figlio della donna di Dio. In una visione profetica data al discepolo Giovanni molti anni dopo la risurrezione e il ritorno al cielo di Gesù, si vide l’“originale serpente” Satana che veniva scacciato dal cielo dopo la nascita del regno di Dio nei cieli. Poi si vide che Satana veniva legato e reso impotente essendo gettato nell’abisso dove rimase durante i mille anni del regno di Cristo, dopo di che fu gettato nella Geenna dell’eterna distruzione.
20. (a) Dopo che sarà stato completamente schiacciato, chi non intralcerà più Satana? (b) Che cosa possiamo ora comprendere circa il tempo in cui la “parola della vita” fu pronunciata per la prima volta?
20 In tal modo doveva essere completamente schiacciata la testa del grande Serpente, Satana il Diavolo; e mai più doveva impedire all’umanità redenta di vivere nella riacquistata perfezione umana in un Paradiso esteso a tutta la terra. (Apoc. 12:7-17; 20:1-10) In base a ciò possiamo comprendere perché al principio di tale considerazione è stato detto che la “parola della vita” fu pronunciata dal grande Amico dell’umanità, Geova Dio, poco tempo dopo che la morte aveva colpito la famiglia umana. Ciò avvenne nel giardino d’Eden.
COME USARE LA “PAROLA DELLA VITA”
21. (a) Da dove ci pervengono queste informazioni che infondono speranza? (b) Nei sessantasei libri della Bibbia quale meravigliosa storia è narrata, da Genesi ad Apocalisse?
21 Ma da dove ci pervengono queste informazioni che infondono speranza? Dal Libro ispirato del grande Datore di vita, Geova Dio. Dalla sua Sacra Bibbia, l’unico Libro esistente sulla terra che offra questa gloriosa “parola della vita”. Nel libro iniziale chiamato Genesi, che fu scritto prima in ebraico, la Bibbia presenta l’edenica promessa di Dio che la testa del Serpente sarebbe stata schiacciata dalla Progenie della donna di Dio. Nell’ultimo libro di questa Bibbia chiamato Apocalisse, scritto prima nel greco comune di diciannove secoli fa, è scritta la visione che mostra come all’“originale serpente” Satana con tutti i suoi angeli demonici sarà infine schiacciata la testa, essendo così ridotto al nulla. Nei sessantasei libri ispirati della Sacra Bibbia è narrata la stupenda storia di come Dio provvede mediante la sua Progenie Gesù Cristo all’eterna salvezza dell’umanità dalla morte e alla liberazione dalla schiavitù all’“originale serpente” Satana il Diavolo, e affinché ottenga la vita eterna nella pace e nella felicità sulla terra sotto il celeste regno di Dio.
22. Quale Parola può esser chiamata la Bibbia, e perché questo è giusto?
22 Nel suo insieme la Bibbia ispirata può dunque esser chiamata la “parola della vita”. Questo è giusto, poiché essa è il dono fattoci dall’immeritata benignità di Dio, di cui leggiamo: “Ci è stata data in Cristo Gesù prima dei tempi secolari; però manifestata ora coll’apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, che ha distrutto la morte ed ha fatto risplendere la vita e l’incorruzione per mezzo del Vangelo”. (2 Tim. 1:9, 10, Na) All’infuori della Bibbia, oggi non v’è alcuna “parola della vita”.
23, 24. (a) Se vogliamo trarre beneficio dalla “parola della vita” come dobbiamo usarla? (b) Con quale arma dobbiamo combattere per la vita che tale parola ci fa conoscere?
23 Ora che per immeritata benignità di Dio abbiamo questa “parola della vita”, come dobbiamo usarla? Viviamo in mezzo all’umanità del mondo morente. Assistiamo agli ultimi giorni di questo vecchio sistema di cose condannato alla distruzione nell’imminente “battaglia del gran giorno d’Iddio Onnipotente”. Se vogliamo trarre beneficio dalla “parola della vita” e ottenere la vita eterna nel nuovo sistema di cose di Dio che essa ci fa conoscere, dobbiamo senz’altro attenerci alla “parola della vita”. Dobbiamo vivere in armonia con essa per dimostrarci degni di tale vita eterna, e non essere distrutti con questo empio sistema di cose. A coloro che sono divenuti figli spirituali di Dio, l’ispirato apostolo Paolo scrive: “Fate tutto senza mormorare e senza discussioni, affinché siate irreprensibili e puri, figli di Dio immacolati, in mezzo ad una generazione ribelle e perversa, fra cui voi risplendete come fari di luce nel mondo, mantenendo salda la parola di vita”. (Filip. 2:14-16, Na) Se faremo questo, la “parola della vita” non ci sarà stata fatta conoscere invano. In fondo, dobbiamo combattere per ottenere la vita, ed abbiamo a disposizione il mezzo per riuscire nel combattimento. Che cosa?
24 L’apostolo Paolo paragona la “parola della vita”, che è la Parola di Dio, alla spada che accompagna l’“armatura di Dio”. Paolo dice: “Prendete l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio”. (Efes. 6:11-17, Na) Per continuare a combattere per ottenere la vita e impedire che la simbolica “spada” ci venga strappata dalle mani, dobbiamo ‘afferrare saldamente la parola della vita’.
25. (a) Quale esperienza personale mostra se dobbiamo tenere la “parola della vita” solo per noi stessi? (b) Chi ci disse personalmente come usare la “parola della vita”?
25 Ma significa questo che dobbiamo tenere la “parola della vita” per noi e interessarci solo della nostra salvezza, di ottenere solo noi la vita eterna? È questo il modo in cui noi abbiamo conosciuto la “parola della vita”, tanto che, poiché gli altri che la conoscevano l’avevan tenuta solo per loro stessi, Geova Dio fu costretto a venire personalmente e direttamente a comunicarci la “parola della vita”? In tutta onestà siamo obbligati a rispondere No! Gesù Cristo, che è il mezzo di Dio tramite cui possiamo ottenere la vita eterna, ci disse come usare la “parola della vita”.
26. (a) In quale espressione che si applica a Gesù è mostrato che egli ha relazione con l’ottenere la vita? (b) Tenne Gesù la vita solo per sé, e come descrisse se stesso quale mezzo di vita per noi?
26 Gesù Cristo stesso fu chiamato la “parola della vita”. Quale portavoce di Geova Dio egli è chiamato la “Parola d’Iddio”. Il suo titolo ufficiale in cielo era “la Parola”. (Apoc. 19:11-13; Giov. 1:1, Na) In una lettera indirizzata agli eredi della vita eterna nel nuovo sistema di cose, l’apostolo Giovanni scrive queste parole riguardo alla presenza di Gesù Cristo sulla terra diciannove secoli fa: “Quel che era fin da principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo veduto coi nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e le nostre mani hanno toccato a riguardo della Parola della vita — e la Vita si è manifestata, e noi abbiamo veduto e rendiamo testimonianza e vi annunziamo la Vita eterna che era presso il Padre e che si è a noi manifestata”. (1 Giov. 1:1, 2, Na) Sulla terra Gesù disse: “‘Sono io il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’. . . . così chi mangia me, vivrà anch’egli per me”. (Giov. 6:51, 57, Na) Il Figlio di Dio non tenne egoisticamente la vita solo per sé. Fu mandato e venne a portarci la vita.
27. (a) Quali ultime istruzioni diede Gesù riguardo a come usare la “parola della vita”? (b) Perché tale proclamazione mondiale è più che giusta?
27 Come egli fu mandato dal cielo a portarci la vita che era realmente personificata in lui, così egli manda coloro che hanno la “parola della vita” a portarla ad altri. Dando ai suoi discepoli le ultime istruzioni tratte dalla scritta Parola di Dio, Gesù Cristo disse loro: “Così sta scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risuscitato dai morti il terzo giorno, e che in suo Nome sarebbe predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme. Voi siete i testimoni di queste cose”. (Luca 24:46-48, Na) “Con la venuta dello Spirito Santo riceverete dentro di voi una potenza tale da essermi testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, nella Samaria e fino all’estremità della terra”. (Atti 1:8, Na) La “parola della vita” doveva essere proclamata unitamente dai seguaci di Gesù fino alle estremità della terra. Tale proclamazione era più che giusta, perché questa parola è una parola di vita per tutta l’umanità.