La misericordia di Dio copre tutti i vostri peccati?
“Geova, Iddio misericordioso e clemente, . . . [che perdona] l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione”. — Eso. 34:6, 7.
1. Fino a che punto asseriscono alcuni che vada la misericordia di Dio?
LA MISERICORDIA di Dio è illimitata? Tutti quelli che lo considerano un Dio di tale compassione e di tale immenso amore da spalancare le braccia a tutti, qualunque sia il loro modo di vivere, lo hanno forse presentato nella sua vera luce? Per esempio, un professore di religione dichiarò in un periodico pubblicato dalla facoltà di un seminario teologico: “Se la Chiesa è fedele alla sua chiamata deve dichiarare intrepidamente che gli omosessuali sono persone, fatte a immagine di Dio, per cui Cristo morì, e che per grazia di Dio coloro che non erano un popolo sono il popolo di Dio, poiché un tempo non avevano ricevuto misericordia ma ora hanno ricevuto misericordia”. Si estende la misericordia di Dio a chi insiste nella pratica di tali cose? Un altro ecclesiastico pensa di sì, come scrisse sullo stesso soggetto in una rivista della chiesa pubblicata “con approvazione ecclesiastica”: “Se Dio non aborrisce, ma piuttosto ama l’omosessuale con la natura con la quale fu creato noi non possiamo essere da meno. E questo vuol dire che dobbiamo accettare l’omosessuale com’è”. Lo accetta Dio com’è?
2. Quale modo di fare di Gesù potrebbe indurre alcuni a fraintendere l’atteggiamento di Gesù verso i peccatori, tuttavia come rispose Gesù ai suoi critici?
2 Una superficiale lettura della Bibbia potrebbe indurre alcuni a essere d’accordo con la veduta espressa da questi capi religiosi. Forse pensano alle esperienze di Gesù Cristo narrate in Matteo, capitolo nono. “Mentre giaceva a tavola nella casa, ecco che vennero molti esattori di tasse e peccatori e giacevano con Gesù e i suoi discepoli. Ma vedendo questo i Farisei dicevano ai suoi discepoli: ‘Perché il vostro maestro mangia con gli esattori di tasse e coi peccatori? Uditili, egli disse: ‘I sani non hanno bisogno del medico, ma quelli che si sentono male sì. Andate, dunque, e imparate che cosa significa questo: “Voglio misericordia, e non sacrificio”. Poiché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori’”. — Matt. 9:10-13.
LA MISERICORDIA NON È UN CONDONO DEI PECCATI
3. Le parole che Gesù disse rispondendo ai suoi critici che cosa mostrano circa il suo atteggiamento verso i peccatori, e come le sue opere lo dimostrarono ulteriormente?
3 Facendo una lettura casuale, non sembrerebbe questa un’indicazione che Gesù approvò i peccatori in quanto fu disposto ad associarsi con loro, e criticò i Farisei che trovavano da ridire su ciò? Notate, comunque, la dichiarazione introduttiva di Gesù: “I sani non hanno bisogno del medico, ma quelli che si sentono male sì”. Non farebbe questo pensare piuttosto che la ragione per cui Gesù si associava con loro era di guarirli e non solo di accettarli nella condizione di infermità in cui li aveva trovati quali peccatori? Gesù esercitò effettivamente misericordia, come ammonì anche altri nel suo Sermone del Monte, dicendo: “Felici i misericordiosi, poiché sarà loro mostrata misericordia”. (Matt. 5:7) Comunque, esercitando misericordia verso i peccatori Gesù non condonava i loro peccati. Piuttosto, agiva nello stesso modo compassionevole in cui agiva verso quelli che erano fisicamente malati. In un’occasione un lebbroso vide Gesù e cadde sulla sua faccia e lo implorò, dicendo: “Signore, se tu vuoi, mi puoi rendere puro”. E così Gesù stese la mano e lo toccò, dicendo: “Lo voglio. Sii reso puro”. Immediatamente la lebbra svanì dall’uomo. A volte diceva solo a colui che era malato di prendere su il suo letto e camminare. Ma in altri casi invece diceva: “I tuoi peccati ti sono perdonati”. — Luca 5:12, 13, 20.
4. (a) Quale fu uno dei più importanti aspetti del ministero di Gesù? (b) Come mostrò l’apostolo Paolo, nella sua prima lettera ai Corinti, la vera relazione fra i peccatori e la misericordia di Dio?
4 Pertanto è evidente che Gesù non accettava le persone nei loro peccati com’erano. Piuttosto, uno dei più importanti aspetti del suo ministero fu di guarire gli uomini dalle loro infermità spirituali, permettendo loro d’essere accettati da Dio a motivo del loro mutato modo di vivere. (1 Piet. 3:12; Mal. 3:18; Atti 10:34, 35) I discepoli di Gesù non avevano una veduta alterata della misericordia di Dio. Per esempio, l’apostolo Paolo scrisse ai cristiani approvati di Corinto circa ventidue anni dopo che Gesù aveva con successo terminato il suo ministero terreno: “Che cosa! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci, erediteranno il regno di Dio. E questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. — 1 Cor. 6:9-11.
5. Con quali parole Giovanni definì il peccato e quelli che lo praticano, e quale disse che sarebbe stata la loro fine?
5 Giovanni, un apostolo di Gesù, che Gesù amò in modo speciale, definì il peccato e chi lo pratica con queste parole e mostrò quale sarebbe stata la fine di costoro: “Chiunque pratica il peccato, pratica anche l’illegalità, e il peccato è illegalità. E sapete anche che egli [Gesù] fu reso manifesto per togliere i nostri peccati, e in lui non vi è peccato. Chiunque rimane unito a lui non pratica il peccato; chiunque pratica il peccato non lo ha visto né l’ha conosciuto. Figliuoletti, nessuno vi svii; chi pratica la giustizia è giusto, come egli è giusto. Chi pratica il peccato ha origine dal Diavolo, perché il Diavolo ha peccato dal principio. Per questo scopo il Figlio di Dio fu reso manifesto, cioè per distruggere le opere del Diavolo”. — 1 Giov. 3:4-8.
QUELLI CHE PRATICANO IL PECCATO NON SONO ESENTATI
6. Qual è l’esplicito atteggiamento di Geova verso chi commette peccato?
6 Quelli che vogliono ottenere o che vogliono continuare ad avere l’approvazione di Dio devono fare bene attenzione alle parole che Paolo disse alle congregazioni della Galazia: “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà; perché chi semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito”. (Gal. 6:7, 8) Dio perdona effettivamente i peccati e guarda con misericordia e compassione i figli di Adamo che nacquero nel peccato. (Sal. 51:5) Comunque, il vero Dio si rivelò a Mosè come “Geova, Iddio misericordioso e clemente, . . . [che perdona] l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione”. (Eso. 34:6, 7) Anche nel caso del re Davide, con cui Geova aveva fatto un patto per il regno, Dio non fece nessuna eccezione. Davide fu punito per i suoi peccati, ma essendosi pentito fu anche misericordiosamente perdonato. Comunque, il perdono di Geova non si estende a quelli che violano deliberatamente i giusti princìpi su cui è stabilito il suo proprio trono, né a quelli che fanno del peccato un modo di vivere. (Si paragoni Ebrei 1:8, 9). Al contrario. Egli assume un atteggiamento di intensa ostilità verso costoro ed essi non possono assolutamente sfuggire al giudizio che ha riservato loro.
7. Quale giusta veduta si dovrebbe assumere della misericordia di Geova, tuttavia come la considerano alcuni?
7 Non dovremmo per questo essere indotti a pensare che Geova non sia un Dio di pazienza e longanimità. Secondo la sua propria testimonianza, egli dice dei suoi rapporti con la nazione d’Israele in passato: “Io prendo diletto non nella morte del malvagio, ma in quanto qualcuno malvagio si volge dalla sua via ed effettivamente continua a vivere”. (Ezec. 33:11) E, anche se alcuni malvagi approfittano insensatamente della sua pazienza, perfino ridendo dell’avvertimento che un giorno la sua longanimità avrà fine, egli continua a sopportarlo affinché quelli che sono di cuore onesto si volgano a lui e si salvino. — 2 Piet. 3:3, 4, 9, 15; Rom. 2:4.
8. In che modo la longanimità di Geova giova a tutto il genere umano?
8 Tutto il genere umano, perfino i malvagi, trae beneficio dalla misericordia di Dio. Egli non nega loro le cose necessarie della vita. Gesù citò questa qualità dell’immeritata benignità di Geova per darci un esempio, rammentandoci che il nostro Padre celeste “fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. (Matt. 5:45) E quando Adamo ed Eva nel giardino d’Eden disubbidirono alla legge di Dio mangiando dell’albero proibito della conoscenza del bene e del male, spinto dalla misericordia verso la loro futura progenie, Geova permise loro di vivere finché fossero nati figli.
9. In che modo innumerevoli milioni di persone si sono valsi del periodo di longanimità di Geova, e come andrà a finire per loro?
9 Molti hanno accettato l’ininterrotta immeritata benignità e longanimità di Geova senza venire meno al suo scopo, ma, d’altra parte, dal giorno di Adamo innumerevoli milioni di persone si sono servite di questo periodo di tempo intercorso, il periodo della sopportazione da parte di Geova, come di un’opportunità di vivere in opposizione a Dio e praticare ogni sorta di atti ingiusti contrari alla volontà dichiarata da Dio per le sue creature. (2 Cor. 6:1; Rom. 1:28-32) Ma Dio non è obbligato a sopportarli indefinitamente più di quanto non fosse obbligato verso Adamo ed Eva, che a tempo debito scesero nella morte eterna, proprio come Geova aveva decretato per loro. (Gen. 3:19; 5:5) Il periodo di tempo della sopportazione di Geova si avvicina alla fine. Quando terminerà, le schiere angeliche di Geova intraprenderanno l’opera loro assegnata dell’esecuzione, e la misericordia di Geova non coprirà quelli che saranno trovati ancora a compiere i loro atti illegali, che non si saranno convertiti e non avranno ricevuto il segno di veri discepoli di Gesù Cristo. (Ezec. 9:5, 6) Quando arriverà quel tempo, la misericordia di Dio coprirà tutti i vostri peccati?
CI VUOLE CONTINUA VIGILANZA
10. (a) Quelli che sono dedicati e battezzati come dovrebbero considerare la continua misericordia di Dio a loro favore? (b) Quale conforto possono trarre dalle parole di Giovanni in I Giovanni 2:1-6?
10 Se non avete ancora conosciuto e accettato come modo di vivere i giusti decreti di Geova, non c’è tempo da perdere. Dovete agire in fretta se volete stare dinanzi alle forze di esecuzione di Geova con il segno della vera identificazione cristiana. Molti, però, che leggono queste pagine hanno già riconosciuto la loro condizione peccaminosa dinanzi a Dio e si sono pentiti di questa cattiva via, convertendosi, accettando il provvedimento divino per la riconciliazione, l’indescrivibile dono di Dio al genere umano, il sacrificio del suo caro Figlio. Questo, dunque, garantisce loro il continuo favore di Dio, che la sua misericordia sia invariabilmente esercitata a loro favore? Quelli che si sono dedicati a Dio e che hanno simboleggiato questo atto con il battesimo in acqua sanno che ci vuole continua vigilanza. (1 Cor. 10:12) Sapendo d’essere imperfetti, sono consapevoli del conflitto che avviene in loro, così che con la carne sono schiavi della legge del peccato benché con la mente siano schiavi della legge di Dio. (Rom. 7:25) Sanno che ci sono trasgressioni comparativamente gravi e che i peccati possono assumere varie forme, peccati contro il genere umano, peccati contro Dio e Cristo, peccati contro il proprio corpo, peccati nel partecipare ai peccati altrui, e molte altre simili infrazioni. Comunque, traggono conforto da queste parole di Giovanni: “Se qualcuno commette peccato, abbiamo un soccorritore presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto. Ed egli è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo. E da questo abbiamo la conoscenza che lo abbiamo conosciuto, cioè se continuiamo a osservare i suoi comandamenti. Colui che dice: ‘Io l’ho conosciuto’, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in tale persona. Ma chi osserva la sua parola, in tale persona l’amore di Dio è stato veracemente reso perfetto. Da questo abbiamo conoscenza che siamo uniti a lui. Chi dice di rimanere unito a lui ha egli pure l’obbligo di continuare a camminare come egli camminò”. — 1 Giov. 2:1-6.
11. Come possiamo mostrare dalle parole di Gesù che anche abusando delle quotidiane attività possiamo venir meno sulla via della vita?
11 Quelli che sono sulla via della vita hanno fiducia nella misericordia di Dio espressa per mezzo di Gesù Cristo e si sforzeranno di camminare nella Sua via. Ma anche se evitano i gravi peccati che li priverebbero ovviamente della misericordia di Dio, sanno che vi sono molte cose, facendo o non facendo le quali possono seriamente mettere in pericolo la loro reputazione presso Dio. Sanno, ad esempio, che Gesù non attribuì cose cattive ai suoi discepoli, tuttavia li mise in guardia contro l’abuso di certe attività quotidiane che potevano farli venir meno nella via della vita. Gesù disse: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno [dell’esecuzione del giudizio di Dio] non venga all’improvviso su di voi come un laccio”. (Luca 21:34, 35) Coloro che vogliono seguire strettamente le orme di Gesù si rendono conto perciò che non è prudente trascurare o considerare alcuna cosa come se fosse troppo poco importante per dedicarvi la loro viva e diligente attenzione.
12. Quanto dovremmo preoccuparci seriamente di come perdoniamo gli altri? Date consigli scritturali.
12 Avendo dinanzi questa stimolante esortazione di Gesù, possiamo dunque permetterci di trascurare o minimizzare le parole che Gesù ci insegnò a pregare: “Perdonaci i nostri debiti, come anche noi li abbiamo perdonati ai nostri debitori”? Rivolgete sinceramente e con discernimento questa richiesta a Dio? Non sono parole da prendere alla leggera. Gesù aggiunse: “Poiché se voi perdonate agli uomini i loro falli, il vostro Padre celeste perdonerà pure a voi; mentre se voi non perdonate agli uomini i loro falli, il Padre vostro non perdonerà neanche i vostri falli”. (Matt. 6:12, 14, 15) Gesù proseguì esortando: “Smettete di giudicare affinché non siate giudicati; poiché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché, dunque, guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello ma non consideri la trave che è nell’occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: ‘Permettimi di estrarre dal tuo occhio la pagliuzza’; quando, ecco, nell’occhio tuo è una trave? Ipocrita! Prima estrai la trave dal tuo occhio, e poi ci vedrai chiaramente per estrarre la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. — Matt. 7:1-5.
LA POSITIVA QUALITÀ DELLA MISERICORDIA
13. Quali diversi significati ha la parola “misericordia” usata nelle Scritture?
13 L’esercizio della misericordia, secondo come si usa in italiano questa parola, contiene spesso l’idea di trattenersi, di esercitare un freno, come nell’infliggere la punizione, essendo questo freno motivato dalla compassione o dalla comprensione. E nella Bibbia si usa in questo modo. L’esercizio della misericordia da parte di Dio è sempre in armonia con le altre sue qualità e giuste norme, inclusa la sua giustizia e veracità. (Sal. 40:11; Osea 2:19) E giacché tutti gli uomini sono per ereditarietà peccatori e ricevono il salario per il peccato, cioè la morte, è chiaro che l’esercizio della misericordia da parte di Dio include di frequente il perdono dell’errore, o l’alleggerimento del giudizio o della punizione. Comunque, le parole ebraica e greca non si limitano al perdono o al trattenersi dall’infliggere una pena giudiziaria. Più frequentemente, la misericordia si riferisce non a un’azione negativa, a un trattenere (come ad esempio la punizione), ma a un’azione positiva, a un’espressione di benigna considerazione o pietà che reca sollievo a chi si trova in condizioni sfavorevoli e ha bisogno di misericordia. Com’era da attendersi, perciò, le Scritture mostrano che la misericordia di Geova Dio non è una qualità che entra in gioco solo quando si è effettivamente “sotto processo” dinanzi a lui per avere commesso qualche particolare trasgressione. Piuttosto, è una caratteristica qualità della personalità di Dio, il suo normale modo di agire verso chi è nel bisogno, un aspetto del suo amore. — 2 Cor. 1:3; 1 Giov. 4:8.
14. Come gli atti di misericordia di Gesù danno risalto al significato del termine?
14 È la stessa cosa per Gesù. Egli non limitò i suoi atti di misericordia a chi lo contrastava o lo offendeva. I ciechi, gli indemoniati, i lebbrosi e coloro i cui figli erano afflitti furono tra quelli che lo spinsero a mostrare misericordia e pietà. (Matt. 9:27; 15:22; 17:15; Mar. 5:18, 19; Luca 17:12, 13) In risposta alla supplica: “Abbi misericordia di noi”, Gesù compì miracoli e li liberò. Egli fece questo non in modo meccanico e indifferente, ma perché era “mosso a pietà”. — Matt. 20:33, 34.
15. In che modo Giovanni paragona l’amore di Dio con il nostro?
15 Non rende questo più significative le parole del fratellastro di Gesù, Giacomo, che avvertì: “Poiché chi non pratica la misericordia avrà il suo giudizio senza misericordia”? (Giac. 2:13) La misericordia che Dio ci mostra è di così vasta portata che siamo spinti a esercitare misericordia verso i nostri simili, per quanto le nostre manifestazioni d’essa siano comparativamente piccole. Giovanni disse: “Diletti, continuiamo ad amarci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è stato generato da Dio e acquista la conoscenza di Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Da questo l’amore di Dio fu reso manifesto nel nostro caso, perché Dio mandò il suo unigenito Figlio nel mondo affinché ottenessimo la vita per mezzo di lui. L’amore è in questo, non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli amò noi e mandò il suo Figlio come sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Diletti, se Dio ci amò così, noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri”. — 1 Giov. 4:7-11.
FIN DOVE ARRIVA LA MISERICORDIA DI DIO
16. Com’è la misericordia che Dio ci mostra paragonata alla misericordia che noi potremmo esercitare, e come lo illustrò Gesù in Matteo 18:23-35?
16 A volte può sembrare difficile e le offese o le apparenti manchevolezze dei nostri fratelli cristiani possono essere tali che siamo inclini a trascurare questa esigenza di mostrare amore e di estendere misericordia, ragionando fra noi che certo Gesù non intese dire che dovessimo passar sopra a tali “estremi” difetti altrui. Ma Paolo esalta l’amore di Dio al di sopra di quello che noi potremmo mostrare dicendo: “Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. (Rom. 5:8) Quanto sono più grandi i peccati che Dio ci ha perdonati di quelli che potremmo dover perdonare ai nostri fratelli cristiani! E il nostro bisogno che Dio mostri misericordia provvedendo una via di redenzione non si può valutare in base ai bisogni dei nostri fratelli che siamo in grado di soddisfare. C’è da meravigliarsi che la misericordia di Dio non sia estesa a quelli che sono privi di misericordia? — Col. 3:13; si paragoni Matteo 18:23-35.
17. Benché dedicati, come potremmo ancora incorrere nel giudizio, tuttavia quale rassicurazione dà Giacomo?
17 Pertanto, la domanda: La misericordia di Dio copre tutti i miei peccati? dovrebbe interessarci seriamente. Se mi sono dedicato a Geova Dio e l’ho simboleggiato con il battesimo in acqua, facendo richiesta a Dio di una buona coscienza, posso ancora incorrere nel giudizio di Dio se non esercito misericordia e amore verso gli altri? (1 Cor. 13:1-3) Giacomo avvertì, com’è già stato citato: “Poiché chi non pratica la misericordia avrà il suo giudizio senza misericordia”. Comunque, dopo questa esortazione, Giacomo pronunciò la confortante rassicurazione: “La misericordia esulta trionfalmente sul giudizio”. (Giac. 2:13) Come? E in che modo potremmo non esercitare misericordia anche ora, prima del Giorno del Giudizio, così da incorrere nel giudizio?
18. Quale esempio di misericordia si potrebbe considerare, quale modello di misericordia segue e sotto quali aspetti?
18 Un rimarchevole esempio di misericordia, esercitata in tutto il pieno significato del termine, è quello dato da Giuseppe, il figlio preferito di Giacobbe. Ma Giuseppe, con la misericordia che mostrò, seguiva il modello dato da Geova Dio stesso in quel tempo. Che Giuseppe comprendesse al principio la piena portata della misericordia di Dio esercitata verso di lui e verso la casa di suo padre, il racconto biblico non lo dice. Ma Giuseppe confidava interamente nella liberazione di Geova e non vacillò mai nella sua determinazione di seguire la guida di Geova e di attenersi strettamente alle giuste esigenze di Geova che aveva apprese dal padre, Giacobbe. E quando Giuseppe fu nel più grande bisogno, la misericordia di Geova espressa a suo favore gli venne sempre in aiuto e, a tempo debito, lo portò al secondo posto per importanza nel mondo del suo giorno, una posizione così potente che avrebbe potuto, se lo desiderava, vendicarsi impunemente di tutti quelli che lo avevano maltrattato. O si sarebbe potuto servire della sua posizione per divenire una grande benedizione per loro. Il modo in cui Giuseppe esercitò misericordia non solo verso i colpevoli di trasgressione, ma anche con tenera compassione e empatia verso chi era nel bisogno, e il modo in cui questo racconto di vita vissuta può mostrarci come “la misericordia esulta trionfalmente sul giudizio”, saranno indicati nel seguente articolo. Prima di considerare queste pagine, sarà molto interessante e istruttivo fare un’attenta lettura di Genesi, capitoli da 37 a 47.
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Gesù sanò misericordiosamente i malati nel fisico e i malati nello spirito, benché non condonasse il peccato