-
Respingete l’apostasia, attenetevi alla verità!La Torre di Guardia 1983 | 15 settembre
-
-
Respingete l’apostasia, attenetevi alla verità!
“Chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha Dio. Chi rimane in questo insegnamento è quello che ha il Padre e il Figlio”. — II GIOVANNI 9.
1, 2. (a) Cosa ha fatto a volte Satana nel tentativo di soffocare la luce della verità fra il popolo di Geova? (b) Perché è indispensabile che i testimoni di Geova respingano l’apostasia?
GEOVA DIO è la Fonte della verità spirituale. A lui, quindi, il salmista rivolse appropriatamente questa preghiera: “Manda la tua luce e la tua verità”. (Salmo 43:3) Di conseguenza la verità è un segno caratteristico degli adoratori di Geova. — Giovanni 8:31, 32; 17:17.
2 Nel tentativo di soffocare la luce della verità fra il popolo di Geova, Satana il Diavolo ha cercato a volte di corrompere la congregazione cristiana mediante insegnamenti apostati. (II Corinti 4:1-6; Giuda 3, 4) Ma questi tentativi sono falliti perché i fedeli testimoni di Geova respingono l’apostasia e si attengono alla verità spirituale. È indispensabile far questo se si vuole mantenere un’intima relazione con Geova Dio e con Gesù Cristo, perché l’apostolo cristiano Giovanni fu ispirato da Dio a scrivere: “Chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha Dio. Chi rimane in questo insegnamento è quello che ha il Padre e il Figlio”. — II Giovanni 9.
3. A quali domande sarà data risposta dalla considerazione di II e III Giovanni?
3 Ma cosa dovrebbero fare i testimoni di Geova per opporsi all’apostasia? E come possono promuovere gli interessi cristiani come “compagni d’opera nella verità”? (III Giovanni 8) Per avere risposta a queste domande prenderemo in esame la seconda e la terza lettera ispirata dell’apostolo Giovanni, scritte a Efeso, in Asia Minore, o nelle vicinanze verso il 98 E.V.
Verità e amore sono essenziali
4, 5. (a) Perché l’apostolo Giovanni poteva giustamente definirsi “l’anziano”? (b) Chi erano la “signora eletta” e i suoi “figli”?
4 Giovanni inizia la sua seconda lettera con queste parole:
“L’anziano alla signora eletta e ai suoi figli, che io veramente amo, e non io solo, ma anche tutti quelli che hanno conosciuto la verità, a causa della verità che rimane in noi e che sarà con noi per sempre”. — II Giovanni 1, 2.
5 Verso la fine del primo secolo E.V. l’apostolo Giovanni poteva veramente definirsi “l’anziano”, avendo quasi cento anni ed essendo anziano anche in quanto a crescita o età spirituale, notevole nel suo caso. (Confronta Galati 2:9). Rivolgendosi alla “signora eletta”, egli si riferiva forse a una particolare congregazione in qualche località non rivelata, e questo modo d’esprimersi aveva forse lo scopo di confondere i persecutori. In tal caso i suoi “figli” erano figli spirituali, componenti di quella congregazione e cristiani generati dallo spirito, ‘eletti’ da Dio per la chiamata celeste. (Romani 8:16, 17; Filippesi 3:12-14) Può anche darsi, però, che Kyrìa (“Signora”, in greco) fosse il nome di una particolare donna cristiana.
6. (a) Cos’è “la verità” di cui parla Giovanni? (b) In che modo “la verità” rimane nei veri cristiani e sta con loro “per sempre”?
6 Ad ogni modo, questa ‘signora eletta e i suoi figli’ erano molto amati da Giovanni e da tutti gli altri testimoni di Geova che avevano conosciuto “la verità”. Quella “verità” era tutto l’insieme degli insegnamenti imperniati su Gesù Cristo. Era indispensabile attenersi fermamente ad essa per essere salvati. (Giovanni 4:24; Efesini 1:13, 14; I Giovanni 3:23) Una ragione fondamentale per cui i testimoni di Geova, antichi e moderni, hanno amore fra loro è il loro comune amore per “la verità”. Essa “rimane in” loro nel senso che continua a risiedere nel loro cuore. Questa verità sarà con questi veri cristiani “per sempre”, come loro assidua compagna. È davvero un prezioso possedimento degli odierni testimoni di Geova, per il quale ringraziano il loro Padre celeste.
7. In che modo immeritata benignità, misericordia e pace vengono tutte sia da Dio che da Cristo?
7 A quelli che aderiscono fedelmente alla “verità” sono assicurate le benedizioni di Dio. Indicando questo, l’apostolo aggiunge:
“Con noi saranno immeritata benignità, misericordia e pace da Dio Padre e da Gesù Cristo, il Figlio del Padre, con verità e amore”. (II Giovanni 3)
Sia Geova che Gesù mostrano immeritata benignità, in quanto uomini peccatori “son dichiarati giusti per . . . immeritata benignità [di Dio] con la liberazione mediante il riscatto pagato da Cristo Gesù”. (Romani 3:23, 24) In modo simile il Padre celeste è la Fonte della misericordia, che però è mostrata agli uomini imperfetti tramite Gesù Cristo. (Ebrei 4:14-16; Giuda 20, 21) Inoltre, perché i peccatori possano essere in pace con Geova, le loro trasgressioni devono essere espiate, e questo è stato reso possibile dalla morte di Gesù come sacrificio di riscatto. — Colossesi 1:18-20.
8. Quale può essere il senso delle parole “con verità e amore” in II Giovanni 3?
8 Giovanni aggiunge le parole “con [o “in”] verità e amore”. (Traduzione Interlineare del Regno [inglese], Int) Forse voleva dire che ‘insieme a verità e amore’ i veri cristiani godono di immeritata benignità, misericordia e pace. Oppure Giovanni può aver voluto dire che i servitori di Geova avrebbero ricevuto queste benedizioni se fossero rimasti nella verità e avessero continuato a mostrare amore.
‘Camminiamo nella verità e nell’amore’
9, 10. (a) Perché Giovanni aveva motivo di ‘rallegrarsi moltissimo’? (b) Per quanto riguarda la verità, cosa facevano ‘certuni’?
9 L’apostolo menziona qualcosa che gli recava personalmente gioia e dà anche una valida esortazione, allorché aggiunge:
“Mi rallegro moltissimo perché ho trovato certi tuoi figli che camminano nella verità, come abbiamo ricevuto comandamento dal Padre. E ora ti prego, signora, come una persona che ti scrive non un comandamento nuovo, ma uno che avemmo dal principio, che ci amiamo gli uni gli altri”. — II Giovanni 4, 5.
10 Giovanni provava grande gioia perché ‘certuni camminavano nella verità’. Avevano fede nel nome di Gesù Cristo, amore gli uni per gli altri e si sforzavano di conformarsi al modello stabilito dal Figlio di Dio. (Ebrei 12:1-3; I Giovanni 3:23) Se Giovanni scriveva a una donna di nome Kyria, ciò vuol dire che alcuni dei suoi figli naturali erano nella verità. Se invece i termini “figli” e “signora eletta” sono usati in senso figurato, egli poteva rallegrarsi del fatto che alcuni componenti della congregazione in quella località non meglio precisata si erano opposti all’apostasia e si attenevano alla verità, conducendo una vita di fedeltà a Geova. In realtà i leali cristiani testimoni di Geova hanno sempre considerato un dovere aderire alla verità, o ‘camminare in essa’. Per loro, questo è il comandamento del loro Padre celeste, comandamento che non ritengono gravoso osservare. — Confronta I Giovanni 5:3.
11. (a) Cosa ci voleva per osservare il comandamento di ‘amarsi gli uni gli altri’? (b) Perché Giovanni poteva dire che questo ‘non era un comandamento nuovo’?
11 L’apostolo chiede alla “signora” di osservare il comandamento ‘di amarci gli uni gli altri’. (Confronta I Giovanni 3:11). Esprimendo la volontà di Geova per le persone devote, Gesù aveva comandato ai suoi discepoli di ‘amarsi gli uni gli altri, come li aveva amati lui’. Quel comandamento non richiedeva di mostrare semplice amore per il prossimo, ma di manifestare un amore disposto a sacrificarsi, fino al punto di dare la propria vita per qualcun altro. (Levitico 19:18; Matteo 22:39; Giovanni 10:14, 15; 13:34; 15:13) Questo comandamento era stato vincolante per i seguaci di Cristo “dal principio” della loro dedicata relazione con Dio, in effetti da quando Gesù lo aveva dato e senza meno dall’inizio della congregazione cristiana alla Pentecoste del 33 E.V. In questo senso, quindi, non era “un comandamento nuovo”, come precisa Giovanni.
12. Cosa intendeva dire Giovanni con le Parole “Questo è il comandamento . . . che continuiate a camminare in esso”?
12 Riferendosi all’amore, Giovanni aggiunge:
“E questo è ciò che l’amore significa, che continuiamo a camminare secondo i suoi comandamenti. Questo è il comandamento, come avete udito dal principio, che continuiate a camminare in esso”. (II Giovanni 6)
I veri adoratori ubbidiscono lietamente a Geova perché lo amano con tutto il cuore, l’anima, la forza e la mente. (Luca 10:27) “Dal principio”, cioè dal tempo del ministero di Gesù o della loro dedicazione a Dio, coloro ai quali Giovanni scriveva avevano avuto il comandamento di amarsi. Ma cosa intendeva dire l’apostolo con le parole “questo è il comandamento . . . che continuiate a camminare in esso”? Anche se “esso” potrebbe riferirsi al “comandamento” relativo all’amore (Garofalo) è probabile che si riferisca all’“amore” stesso. Comunque lo si intenda, ‘continuare a camminare in esso’ significava continuare a manifestare amore gli uni agli altri. — I Giovanni 3:18; confronta Romani 13:8-10.
Guardatevi dagli apostati
13. (a) Fra chi gli “ingannatori” cercavano di fare convertiti? (b) Quale falso insegnamento diffondevano gli “ingannatori”?
13 Per continuare a camminare nell’amore e nella verità sarebbe stato necessario compiere degli sforzi. Spiegandone la ragione, Giovanni scrive:
“Poiché sono usciti molti ingannatori nel mondo, persone che non confessano Gesù Cristo venuto nella carne. Questo è l’ingannatore e l’anticristo”. (II Giovanni 7)
Evidentemente alcuni falsi maestri andavano in giro cercando di fare convertiti fra i veri cristiani. (Confronta Atti 20:30). Pur dicendosi cristiani, quegli “ingannatori” non intendevano riconoscere che Gesù Cristo era venuto nella carne come uomo. Quei falsi insegnamenti toglievano valore al ruolo di Gesù come Messia e riscattatore, inclusa la sua elevata posizione celeste. — Marco 1:9-11; Giovanni 1:1, 14; Filippesi 2:5-11.
14. Perché Giovanni chiama gli apostati “l’ingannatore e l’anticristo”?
14 Giovanni chiamò quegli apostati “l’ingannatore e l’anticristo”, perché i loro insegnamenti erano ingannevoli ed essi stessi si opponevano a Cristo. Il riferimento dell’apostolo a “molti anticristi” indica che c’erano molti singoli nemici di Cristo, anche se collettivamente formano una persona composita chiamata “anticristo”. (I Giovanni 2:18) Si rinnega Gesù come Cristo e Figlio di Dio negando uno o tutti gli insegnamenti scritturali che lo riguardano. I fedeli testimoni di Geova respingono totalmente le idee di tali falsi insegnanti.
15. (a) ‘Badando’ a se stessi, quale “piena ricompensa” avrebbero ricevuto i cristiani unti dallo spirito? (b) Perché ogni testimone di Geova dovrebbe guardarsi dalle dottrine apostate?
15 Poiché c’era il pericolo di essere distolti dalla verità e di cadere nell’apostasia, Giovanni avvertì:
“Badate a voi stessi, affinché non perdiate le cose che abbiamo operato per produrre, ma affinché otteniate una piena ricompensa. Chiunque va avanti e non rimane nell’insegnamento del Cristo non ha Dio. Chi rimane in questo insegnamento è quello che ha il Padre e il Figlio”. (II Giovanni 8, 9)
Operando strenuamente, ad esempio per predicare la “buona notizia”, Giovanni e altri ‘avevano prodotto’ frutti che avevano portato alla conversione dei destinatari originali di questa lettera. Ma solo ‘badando’ spiritualmente a se stessi potevano evitare di ‘perdere’ sia l’immeritata benignità, la misericordia e la pace provenienti da Geova e da suo Figlio, sia la durevole compagnia di tutti quelli che erano uniti nella verità e nell’amore. Se fossero rimasti fedeli, i conservi di Giovanni unti dallo spirito avrebbero continuato a rendere a Geova un servizio rimuneratore. Parlando di “piena ricompensa”, Giovanni intendeva evidentemente includere la “corona” celeste che gli unti cristiani leali avrebbero ricevuto. (Rivelazione 2:10; I Corinti 9:24-27; II Timoteo 4:7, 8; Giacomo 1:12) Naturalmente ogni testimone di Geova deve respingere le dottrine apostate, perché possono privarlo della vita eterna sia in cielo che sulla terra.
16. (a) In che modo gli apostati ‘andavano avanti’? (b) In che modo i testimoni di Geova fedeli hanno ‘sia il Padre che il Figlio’?
16 Gli apostati “ingannatori” ‘andavano avanti e non rimanevano nell’insegnamento del Cristo’ in quanto non si attenevano alla verità insegnata da Gesù e dai suoi apostoli fedeli. Perciò gli eretici ‘non avevano Dio’, perché non erano uniti a Geova e non avevano alcuna relazione con lui. (I Giovanni 1:5, 6; 2:22-25) Invece i fedeli testimoni di Geova ‘confessano che Cristo è venuto nella carne’, perché esercitano fede nel suo sacrificio di riscatto e si attengono al suo insegnamento e a quello dei suoi apostoli leali. (Matteo 20:28; I Timoteo 2:5, 6; II Giovanni 7) Questi veri cristiani aderiscono alla verità e quindi hanno ‘sia il Padre che il Figlio’, in quanto li conoscono, ne comprendono le qualità e continuano ad avere un’intima relazione con loro.
Come trattare gli apostati
17. In base a II Giovanni 10, 11, in che modo i cristiani leali dovevano trattare gli “ingannatori”?
17 I cristiani devono essere ospitali, ma non verso coloro che apostatano dalla vera fede. (I Pietro 4:9) Giovanni lo rende chiaro dicendo:
“Se alcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non lo ricevete nella vostra casa e non gli rivolgete un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage”. (II Giovanni 10, 11)
Gli “ingannatori” andavano in giro diffondendo attivamente falsi insegnamenti. Sarebbe quindi stato errato che un cristiano dedicato si mostrasse amico di questi falsi insegnanti permettendo loro di entrare in casa sua. Sarebbe anche stato sbagliato rivolgere agli apostati un qualsiasi saluto, sia di benvenuto che di arrivederci. Nessun cristiano leale augurerebbe a un deliberato promotore di false dottrine di avere successo nella sua opera. Nessun fedele testimone di Geova, quindi, vorrebbe stare in amichevole compagnia con un individuo del genere. — I Corinti 5:11-13.
18. Perché nessun testimone di Geova leale rivolgerebbe anche solo un saluto a un apostata?
18 Inoltre, se un dedicato servitore di Geova ospitasse in casa propria un simile insegnante ingannevole, diverrebbe “complice” delle “azioni malvage” di quella persona. (Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Perciò oggi nessun leale testimone di Geova saluterebbe un apostata disassociato o dissociatosi, né gli permetterebbe di usare la sua casa cristiana come luogo da cui diffondere l’errore dottrinale. Un credente avrebbe una grave responsabilità dinanzi a Dio se, avendo dato ospitalità a un apostata, ne derivasse la morte spirituale di un conservo adoratore di Geova. — Confronta Romani 16:17, 18; II Timoteo 3:6, 7.
19. Che atteggiamento assumono i testimoni di Geova leali nei confronti degli apostati odierni?
19 Alcuni che un tempo prestavano servizio come testimoni di Geova hanno rigettato vari concetti scritturali basati sugli insegnamenti di Gesù Cristo e dei suoi apostoli. Per esempio, asseriscono che non viviamo negli “ultimi giorni”, nonostante vi siano prove schiaccianti del contrario. (II Timoteo 3:1-5) Questi apostati ‘sono usciti da noi perché non erano della nostra sorta’. (I Giovanni 2:18, 19) Quindi non godono più della compagnia dei leali testimoni di Geova unti e dei loro compagni, per cui questi eretici egoisti non hanno alcuna “parte” col Padre e col Figlio, quantunque si vantino di avere un’intima relazione con Dio e con Cristo. Invece sono nelle tenebre spirituali. (I Giovanni 1:3, 6) Coloro che amano la luce e la verità devono prendere saldamente posizione contro questi promotori di falsi insegnamenti. I testimoni di Geova leali non vogliono in alcun modo rendersi complici delle “opere malvage” di questi infedeli sostenendone le parole e le attività empie. Piuttosto, ‘combattiamo strenuamente per la fede che fu una volta per sempre trasmessa ai santi’. — Giuda 3, 4, 19.
Attenetevi alla verità
20. Anziché continuare a scrivere, cosa sperava di fare Giovanni?
20 Avendo esortato i suoi conservi a respingere l’apostasia e ad attenersi alla verità, Giovanni conclude la sua seconda lettera ispirata dicendo:
“Benché abbia molte cose da scrivervi, non desidero farlo con carta e inchiostro, ma spero di venire da voi e di parlarvi a faccia a faccia, affinché la vostra gioia sia in piena misura. I figli della tua sorella, la eletta, ti mandano i loro saluti”. (II Giovanni 12, 13)
L’apostolo preferì non affidare a uno scritto ciò che aveva ancora da dire. Perciò mise da parte il papiro, lo stilo fatto di canna e l’inchiostro (probabilmente un miscuglio di resina, nerofumo e acqua). Nonostante l’età avanzata, sperava di andare di persona per parlare “a faccia a faccia”, o, letteralmente, “a bocca a bocca”, in un’intima conversazione. (Int; confronta Numeri 12:6-8). La visita dell’anziano apostolo avrebbe senz’altro dato luogo a uno scambio di incoraggiamento spirituale e a una grande gioia. — Confronta Romani 1:11, 12.
21. Cosa è evidente dalle parole conclusive di II Giovanni?
21 L’amore cristiano che unisce gli adoratori di Geova è evidente dai saluti trasmessi da Giovanni. Se stava scrivendo a una persona di nome Kyria, questa a quanto pare aveva una sorella carnale i cui figli naturali inviavano i loro saluti. Se invece l’apostolo alludeva a un’altra congregazione, (forse quella di Efeso), la “sorella” di cui parla era quella congregazione collettivamente, e i “figli” ne erano i singoli componenti.
22. (a) La seconda lettera ispirata di Giovanni aiuta i testimoni di Geova a fare che cosa? (b) Cos’altro dev’essere ancora considerato?
22 Nella sua seconda lettera ispirata, Giovanni diede espliciti e amorevoli consigli che avrebbero aiutato i conservi credenti a respingere l’apostasia e ad attenersi alla verità. Con l’aiuto di Dio, questo è ciò che gli odierni testimoni di Geova sono decisi a fare. Ma dobbiamo anche promuovere gli interessi cristiani cooperando come “compagni d’opera nella verità”. (III Giovanni 8) Come si può fare questo?
Sapreste rispondere?
△ Cosa significa ‘camminare’ nella verità?
△ Quale falso insegnamento diffondevano gli “ingannatori”?
△ In base a II Giovanni 10, 11, in che modo i testimoni di Geova dovrebbero trattare gli apostati?
[Immagine a pagina 23]
I testimoni di Geova leali hanno sempre respinto l’apostasia
-
-
Siate leali “compagni d’opera nella verità”La Torre di Guardia 1983 | 15 settembre
-
-
Siate leali “compagni d’opera nella verità”
“Tu fai un’opera fedele in ciò che fai per i fratelli . . . Noi . . . abbiamo l’obbligo di ricevere tali persone in modo ospitale, affinché diveniamo compagni d’opera nella verità”. — III GIOVANNI 5-8.
1. Per piacere a Geova, che specie di adorazione dobbiamo rendergli?
GEOVA cerca quelli che vogliono adorarlo “con spirito e verità”. (Giovanni 4:23, 24) Per avere la sua approvazione, la loro adorazione deve essere coerente con ciò che Geova ha rivelato riguardo a sé e ai suoi propositi. Essi devono anche attenersi a tutto l’insieme degli insegnamenti cristiani che danno risalto a Gesù Cristo. Per essere salvati
-