-
Perché confidare in Dio?La Torre di Guardia 1973 | 15 luglio
-
-
Come una meretrice di professione, la cristianità ha cercato di rendersi il più attraente possibile al mondo, infatti, anche alle persone più ignobili, come “ubriaconi dal deserto”. Le sue sette hanno reso la religione facile a tali mondani. Possono unirsi a lei come membri delle chiese e nello stesso tempo continuare a far parte di questo mondo egoistico, idolatrico, macchiato di sangue. Come pagamento per qualsiasi favore religioso che rechi loro piacere sensuale, essi glorificano la cristianità. Allo scopo di abbellire, per così dire, le sue mani arrossate di sangue, mettono braccialetti ai suoi polsi e pongono corone sui capi delle sue sette, dando al clero direttiva religiosa su di loro.
Poiché la condotta della cristianità è come quella delle antiche Oola e Ooliba, essa non può sfuggire alla calamità. Come gli ex amanti di Oola e Ooliba le ridussero in rovina, la cristianità subirà similmente la distruzione per mano dei suoi ex amanti. Geova Dio farà in modo che questo avvenga. Ce n’è la conferma nell’ultimo libro della Bibbia, dove l’impero mondiale della falsa religione, “Babilonia la Grande”, è raffigurato come una prostituta. (Riv. 17:3-6) Riguardo a ciò che gli ex amanti politici faranno a “Babilonia la Grande”, Rivelazione 17:16 afferma: “Odieranno la meretrice e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco”.
Se desiderate evitar di soffrire con “Babilonia la Grande”, confidate in Geova Dio e rendetegli esclusiva devozione. Non potete farlo rimanendo in una qualsiasi denominazione religiosa della cristianità, che costituisce la parte predominante di “Babilonia la Grande”. La Parola di Dio comanda: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricevere parte delle sue piaghe”. (Riv. 18:4) Dopo esservi separato da lei, associatevi a coloro che veramente confidano in Dio e gli rimangono fedeli.
-
-
Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1973 | 15 luglio
-
-
Domande dai lettori
● Che cos’è il “bagno che ci portò alla vita’’ di cui parla Tito 3:5? — U.S.A.
L’apostolo Paolo si riferiva a quelli che divennero cristiani unti dallo spirito, quando scrisse: “Fu manifestata la benignità e l’amore del nostro Salvatore, Dio, verso gli uomini, non per alcuna opera di giustizia che noi avessimo compiuta, ma secondo la sua misericordia egli ci salvò per mezzo del bagno che ci portò alla vita e per mezzo del nostro rinnovamento mediante lo spirito santo”. — Tito 3:4, 5.
L’espressione “bagno che ci portò alla vita” può anche essere resa “bagno di rinascita” o “bagno di rigenerazione”. Perciò, questo bagno dev’essere una purificazione che porta alla rinascita o alla rigenerazione. Il mezzo mediante cui avviene questa purificazione è identificato in I Giovanni 1:7: “Il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”. E, in riferimento a Gesù Cristo, Rivelazione 1:5 dichiara: “A colui che ci ama e che ci ha sciolti dai nostri peccati mediante il proprio sangue”. Che questa purificazione dal peccato rechi una nuova vita è confermato dalle parole di Efesini 2:1: “Dio vi rese viventi benché foste morti nei vostri falli e peccati”. — Vedere anche Efesini 2:4, 5 e Colossesi 2:13, 14.
Naturalmente, la purificazione recata dal sangue di Gesù non si limita ai cristiani unti dallo spirito. Essi non sono gli unici a trarre profitto dalla benignità e dall’amore che Dio mostrò all’uomo dando suo Figlio. L’unto apostolo Giovanni scrisse riguardo a Gesù Cristo: “Egli è un sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non solo per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo”. (1 Giov. 2:1, 2) In armonia con ciò Rivelazione 7:9, 14 descrive una “grande folla” che “hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue
-