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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
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Domande dai lettori
◆ Nel determinare la durata dei sette tempi dei Gentili, si usa un tempo o anno di 360 giorni, che dà 2.520 giorni, i quali divengono 2.520 anni quando è applicato Ezechiele 4:6. Tuttavia quando calcoliamo dal 607 a.C. fino al 1914 d.C., i 2.520 anni sono anni solari di giorni 3651/4 ciascuno, e non anni lunari di 360 giorni ciascuno. È questo corretto? — N. N., Nuova Zelanda.
Le testimonianze bibliche ignorano l’anno solare di giorni 3651/4 in quanto alla misura del tempo naturale e del tempo profetico. La luna era usata per fissare i mesi, e quindi la stagione primaverile per determinare il principio dell’anno in rapporto alla luna, rendendo necessaria per 7 volte ogni 19 anni l’aggiunta d’un mese intercalare o mese di Ve-Adar, un tredicesimo mese. Perciò dato che la lunghezza dell’anno giudaico non era stabilita di 365 giorni più un anno bisestile di 366 giorni, la profezia fissò un metodo di misura dei suoi periodi di tempo in 360 giorni per un anno o tempo, calcolando 30 giorni interi al mese invece degli effettivi giorni 291/2 di una lunazione. Genesi 7:11, 24; 8:3, 4 indica che Noè calcolò approssimativamente 30 giorni al mese. Ulteriore conferma di questa unità di tempo come norma profetica ci è data in Apocalisse 11:2, 3, dove 42 mesi son fatti trascorrere parallelamente a 1.260 giorni, facendo un anno di 12 mesi uguale a 360 giorni. Nota pure che quando Apocalisse 12:6, 14 fa il parallelo dei 3 anni o tempi e mezzo con i 1.260 giorni esso calcola ciascun tempo o anno simbolico come uguale a 360 giorni, e non a giorni 3651/4 dicendo che i 3 tempi e mezzo siano uguali a 1.278 e una frazione di giorno. In 3 anni o tempi e mezzo ci sarebbe stato almeno uno e possibilmente due mesi intercalari, come fu spiegato da La Torre di Guardia del 1º febbraio 1949, pagina 44; tuttavia l’Apocalisse non tenne conto di tali mesi intercalari indicando i giorni dei 3 tempi e mezzo. Pertanto noi calcoliamo secondo la maniera biblica di Dio e stiamo su una solida base affermando che i simbolici sette tempi corrispondono a 2.520 anni. E questi 2.520 anni dovrebbero essere calcolati come anni solari, perché gli anni lunari giudaici di 360 giorni, in lunghi periodi di tempo si tenevano al corrente cogli anni solari mediante i mesi intercalari aggiunti a dati intervalli, sempre mantenendo così la necessaria armonia tra il principio dell’anno e le stagioni.
Che questo metodo di calcolare sia giustamente usato per portarci dal 607 a.C. al 1914 d.C. ci viene confermato dai fatti fisici che si sono verificati dall’anno 1914 in poi, in adempimento di Matteo 24 e 25, Marco 13, Luca 21, e altre profezie relative alla seconda presenza di Cristo, nel tempo della fine.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
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Domande dai lettori
◆ Quando Deuteronomio 22:5 dice che la donna non dovrebbe portare abiti maschili, significa forse che le donne non dovrebbero indossare i pantaloni? — J. P., Pennsylvania.
Deuteronomio 22:5 dice: “La donna non si vestirà da uomo, né l’uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio”. Questo testo non fu certo scritto con l’intenzione di impedire alle donne moderne di portare i pantaloni. Gli uomini non portavano pantaloni o calzoni quando questo fu scritto, ma ciò che noi consideriamo attualmente come vestaglie. In certe parti dell’oriente, infatti, gli uomini indossavano degli abiti come vestaglie e le donne portavano calzoni simili a pigiami di varie fogge. Quindi l’indossar pantaloni o tute da lavoro, come quelle che si mettono in un podere, per esempio, non è proibito da questo testo ed è una questione personale. Le donne possono usare buon giudizio in quanto al tempo e al luogo e a ciò che è decorso nella zona dove risiedono. In certe zone dove gli inverni sono rigidi molte donne portano i calzoni o abiti da sciatrici o indumenti simili che coprono e proteggono le loro gambe. Questo non è scritturalmente errato.
In Deuteronomio 22:5 la Bibbia non parla dei costumi né si preoccupa della moda, ma evidentemente vieta alle persone di un sesso d’indossare abiti del sesso opposto a scopo d’inganno, per sembrare persone del sesso opposto, per celare i veri fatti. Gli uomini non dovrebbero cercare con inganno di vestirsi da donna per nascondere il fatto che sono uomini, né dovrebbero le donne vestire abiti maschili per nascondere il fatto che son donne. Per essere più espliciti, la Bibbia sembra che dia un colpo al peccato di sodomia. Era una vergogna che i capelli di una donna fossero accorciati come quelli di un uomo, ed era un disonore per un uomo lasciar crescere i capelli lunghi come quelli di una donna. (1 Cor. 11:6, 14) La donna non doveva avere aspetto maschile tenendo i capelli corti come quelli di un uomo o indossando abiti simili a quelli dell’uomo. Avrebbe potuto far pensare ad altri ch’ella era disponibile per rapporti sessuali contro natura. Parimenti l’uomo. Se portava i capelli lunghi come una donna o si abbigliava in vesti femminili sarebbe parso effeminato e si sarebbe esposto a proposte di rapporti sessuali contro natura con altri uomini. È dunque questo più profondo significato connesso con la sodomia, e non un semplice travestimento d’abiti in se stesso, che porta il divieto di questa pratica e la rende meritevole del severo giudizio: “Chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo Dio”.
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Testi per aprileLa Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
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Testi per aprile
16 Esaminami, o Geova, e provami. — Sal. 26:2, AS. TG 15/2/52 2a
17 Predicare liberazione al prigionieri e . . . mandare via gli oppressi con una liberazione. — Luca 4:18, NW. TG 1/1/52 45
18 Se soffre come Cristiano, non ne abbia vergogna, ma continui a glorificare Iddio in questo nome.— 1 Piet. 4:16, NW TG 1/6/52 10
19 Padre, il tuo nome sia santificato. — Luca 11:2, NW. TG 15/1/52 6, 12-14
20 Così dice Geova degli eserciti: In quei giorni . . . dieci uomini afferreranno, di tutte le lingue delle nazioni, . . . il vestito di colui che è un Giudeo, dicendo: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi. — Zacc. 8:23, AS. TG 15/2/51 9, 16b
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