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Allarghiamo il nostro amore per il genere umanoLa Torre di Guardia 1974 | 1° agosto
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generosità e amore verso i loro simili. Oh, possa il giorno della vendetta divina trovarci meritevoli di protezione, perché abbiamo agito in armonia con l’amore che Geova Dio e Gesù Cristo provano per il genere umano!
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1974 | 1° agosto
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Domande dai lettori
● Poiché Romani 11:26 dice che “tutto Israele sarà salvato”, significa questo che si debba attendere una conversione di tutti gli Ebrei? — Inghilterra.
No, poiché la prova della Scrittura indica l’intero numero degli Israeliti spirituali come quello a cui si riferisce l’espressione “tutto Israele”. Che presso Dio non contino più le distinzioni carnali si comprende da Galati 3:28, dove leggiamo: “Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti una persona unitamente a Cristo Gesù”. E in Galati 6:16 questo composito corpo di credenti, sia Ebrei che non Ebrei, è chiamato l’“Israele di Dio”.
Nella sua lettera ai Romani, l’apostolo Paolo disse esplicitamente che i discendenti naturali di Abraamo venuti dal nipote Giacobbe avevano la prospettiva d’essere ‘adottati’ come figli di Dio. Comunque, avendo rigettato Gesù come il Messia, la maggioranza perse questo immeritato favore. Per tale ragione Geova Dio diede ai non Ebrei l’opportunità di far parte del vero Israele. L’apostolo scrisse: “Non tutti quelli che sorgono da Israele sono realmente ‘Israele’. Né perché sono il seme di Abraamo son tutti figli, ma: ‘Ciò che sarà chiamato “il tuo seme” verrà da Isacco’. Cioè i figli nella carne non sono realmente i figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come seme”. (Rom. 9:1-8) “Non è Giudeo colui che lo è di fuori né è circoncisione quella che è di fuori nella carne. Ma è Giudeo colui che lo è di dentro, e la sua circoncisione è quella del cuore mediante lo spirito, e non mediante un codice scritto. La lode di una tale persona viene non dagli uomini, ma da Dio”. — Rom. 2:28, 29.
In modo simile, Gesù Cristo indicò ai capi religiosi del giudaismo che lo avevano rigettato: “Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matt. 21:43) Fu provato che questa nazione era la nazione dell’Israele spirituale, composta sia di Giudei che di non Giudei che accettarono Gesù Cristo come loro Signore. Riguardo a questa nazione, l’apostolo Pietro affermò: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce. Poiché voi una volta non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi eravate coloro ai quali non era stata mostrata misericordia, ma ora siete coloro ai quali è stata mostrata misericordia”. — I Piet. 2:9, 10.
Secondo il libro di Rivelazione, i membri di questa nazione spirituale sono limitati a 144.000. L’apostolo Giovanni scrisse: “Udii il numero di quelli che erano suggellati, centoquarantaquattromila, suggellati da ogni tribù dei figli d’Israele”. (Riv. 7:4) Per parecchie ragioni questo non potrebbe riferirsi all’Israele secondo la carne. Sapendo che la Rivelazione gli fu presentata in “segni” e che Geova Dio trattava con la nuova nazione dell’Israele spirituale, Giovanni avrebbe compreso che il riferimento a ogni “tribù dei figli d’Israele” era simbolico. Il fatto stesso che l’elenco delle tribù non corrispondeva pienamente a quello dell’Israele naturale, come viene riportato in Numeri al capitolo 1, lo conferma. (Riv. 7:5-8) Per giunta, fu rivelato a Giovanni che i 144.000 “furono comprati [non soltanto di fra l’Israele naturale ma] di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. (Riv. 14:1, 4) Rivelazione 5:9, 10 lo rende ancor più chiaro: “Col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”.
Così, quando la maggioranza degli Israeliti naturali non afferrò l’opportunità di divenire membri dell’Israele spirituale nel tempo esclusivamente loro assegnato (in base al patto di Dio con Abraamo), Geova Dio offrì ai non Giudei l’opportunità di essere membri di quella nazione. (Si paragonino Daniele 9:27; Luca 1:68-79; Atti 3:19-26). Quella di introdurre i Gentili nella nazione spirituale fu la maniera in cui Dio si propose di salvare tutto “Israele”
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