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ma il “re del nord” non li tiene in nessun conto e rende omaggio al dio del militarismo.
Le simboliche “locuste”
Nella visione delle “locuste” simboliche di Rivelazione 9:1-11, tali locuste sono descritte con “capelli come i capelli delle donne”. In armonia con il principio scritturale che i capelli lunghi della donna sono un segno della sua sottomissione al marito e capo, i capelli di queste locuste simboliche devono rappresentare la sottomissione di ciò che simboleggiano a colui che la profezia rivela essere il capo e re su di loro. — Vedi ABADDON.
I 144.000 “che non si contaminarono con donne”
I 144.000 descritti in Rivelazione in piedi insieme all’Agnello sul monte Sion viene detto che sono stati “comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini”. È spiegato che questi hanno con l’Agnello una relazione più intima di chiunque altro, essendo gli unici che conoscono il “nuovo cantico”. (Riv. 14:1-4) Questo indicherebbe che costituiscono la “sposa” dell’Agnello. (Riv. 21:9) Sono persone spirituali, com’è rivelato dal fatto che sono in piedi sul celeste monte Sion insieme all’Agnello. Perciò il fatto che “non si contaminarono con donne” e sono “vergini” non significa che nessuno dei 144.000 è mai stato sposato, perché le Scritture non proibiscono il matrimonio ai coeredi di Cristo sulla terra. (I Tim. 3:2; 4:1, 3) E neanche che i 144.000 erano tutti uomini, poiché “non c’è né maschio né femmina” per ciò che riguarda la relazione spirituale dei coeredi di Cristo. (Gal. 3:28) Le “donne” devono quindi essere donne simboliche, senza dubbio organizzazioni religiose come Babilonia la Grande e le sue ‘figlie’, organizzazioni della falsa religione, unendosi alle quali non si potrebbe essere immacolati. (Riv. 17:5) Questa descrizione simbolica concorda coi requisiti della Legge secondo cui il sommo sacerdote d’Israele poteva prendere in moglie solo una vergine, infatti Gesù Cristo è il grande Sommo Sacerdote di Geova. — Lev. 21:10, 14; II Cor. 11:2; Ebr. 7:26.
A proposito del fatto che Gesù chiamò Maria “donna”, vedi MARIA N. 1 (Rispettata, amata da Gesù).
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Donna libera
Vedi LIBERTÀ.
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Dotan
Città che compare in due episodi narrati nella Bibbia. Dotan è identificata con l’attuale Tell Dotha, su una collina nella piccola depressione fra i colli della Samaria e la catena del Carmelo, 16 km a NE di Samaria.
Il giovane Giuseppe trovò i suoi fratelli e le loro greggi “a Dotan”. Probabilmente erano a N della città, nei pascoli attraversati dalla strada che da Galaad (a E del Giordano) portava alla costa del Mediterraneo e in Egitto. Poteva essere la via carovaniera percorsa dalla “carovana di Ismaeliti” a cui fu venduto Giuseppe. — Gen. 37:17-36.
Secoli dopo il re di Siria mandò un grosso contingente militare a Dotan per catturare Eliseo. Lì gli occhi del timoroso servitore del profeta furono miracolosamente aperti affinché vedesse il fiammeggiante equipaggiamento bellico di Dio nella “regione montagnosa ... tutto intorno a Eliseo”, forse sulla stessa collina dove sorgeva Dotan oppure sulle colline vicine a E, S e O di Dotan. (II Re 6:11-17) I siri, per accerchiare la città, potevano essersi appostati sulle colline circostanti, da cui poi ‘scesero’ quando Eliseo uscì dalla città incontro a loro. Le forze nemiche furono però rese inoffensive essendo miracolosamente colpite da un tipo di cecità; forse per far questo Geova si servì di forze angeliche. — Vv. II Re 6:18, 19; confronta Genesi 19:1, 10, 11.
Secondo alcuni le rovine di Tell Dotha danno un’idea abbastanza completa della cultura palestinese fino al III o IV secolo E.V. All’epoca dei summenzionati episodi biblici doveva essere un centro molto fiorente. Secondo alcuni la “cisterna” in cui fu gettato Giuseppe poteva essere simile a certe cisterne rettangolari, profonde oltre 3 m, scoperte nella regione.
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Dragone
Dal greco dràkon, termine che descrive un mostro terrificante, simile a un vorace serpente. Ricorre tredici volte nella Bibbia ma solo nell’altamente simbolico libro di Rivelazione, e rappresenta Satana il Diavolo. Egli è il “gran dragone color fuoco, con sette teste e dieci corna”, che con la coda si trascina dietro “un terzo delle stelle del cielo”. (Riv. 12:3, 4) Insieme a questi demoni, il dragone Satana è scacciato dal cielo giù sulla terra. “Il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”. (Riv. 12:7-9) In tale stato degradato egli perseguita il rimanente della “donna” di Dio, quelli che svolgono “l’opera di rendere testimonianza”. — Riv. 12:13-17.
Satana, simile a un dragone, è pure colui che dà potenza e grande autorità alla simbolica bestia selvaggia che ha sette teste e dieci corna, e, a sua volta, è adorato dai popoli di “tutta la terra”. (Riv. 13:2-4) Giovanni vede inoltre in visione che le gracidanti “espressioni ispirate da demoni” simili a rane, le quali vanno dai “re dell’intera terra abitata”, escono dalla bocca del Dragone o Satana e anche dalla bocca della “bestia selvaggia” e del “falso profeta”. Tutto ciò ha l’effetto di radunare quei sovrani e i loro sostenitori “alla guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente ... nel luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon [Armaghedon]”. (Riv. 16:13-16) Dopo tale guerra, la più grande di tutte le guerre, l’“angelo” che scende dal cielo afferrerà il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana”, e lo legherà e inabisserà per mille anni. — Riv. 20:1-3; vedi SATANA.
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Dramma o Dracma
Moneta greca d’argento quasi dello stesso valore del denaro romano. (Luca 15:8, 9) Sulla dramma attica c’era da una parte la testa della dea Atena e dall’altra una civetta. All’epoca del ministero terreno di Gesù la dramma probabilmente svalutata pesava circa gr 3,4. Nel I secolo la dramma equivaleva al denarius, che infatti i greci chiamavano drakhmè. Il governo romano però attribuiva alla dramma solo tre quarti del valore di un denaro. Gli ebrei versavano al tempio una tassa annua di due dramme (o un didramma). — Matt. 17:24.
La dramma d’argento greca non si deve confondere con la “dracma” d’oro (darkemòhn) delle Scritture Ebraiche, moneta che aveva generalmente valore pari al darico persiano (gr 8,4 ca.). — Esd. 2:69; Nee. 7:70-72.
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Drusilla
Terza figlia di Erode Agrippa I, la minore, nata verso il 38 E.V., sorella di Agrippa II e di Berenice. Sua madre si chiamava Cipro. (Vedi ERODE N. 4) Prima che compisse sei anni fu combinato il suo matrimonio con Epifane principe di Commagene, che però non fu mai celebrato per il rifiuto del futuro sposo di abbracciare il giudaismo. Un siro, Aziz re di Emesa, accettò di essere circonciso e Drusilla divenne sua moglie all’età di
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