Capitolo VI
Convocata una nazione affinché ritorni a Geova
1. Da quanto tempo Aggeo aveva profetizzato da solo, e Geova aveva spinto i Giudei a fare che cosa?
ALMENO dieci giorni passarono da che il profeta Aggeo fece la sua seconda profezia in Gerusalemme, il ventunesimo giorno del settimo mese lunare (Tishri), nell’anno 520 a.E.V. Si era ancora nel secondo anno di regno del re Dario I dell’Impero Persiano. Un fedele rimanente degli adoratori di Geova Dio che nel 537 a.E.V. era tornato dall’esilio dei Giudei a Babilonia era in patria da diciassette anni. Un bando che era stato imposto dal precedente re dell’Impero Persiano contro la riedificazione del tempio di Geova in Gerusalemme era ancora in vigore. La riedificazione del tempio non era andata oltre le fondamenta gettate nel 536 a.E.V. Quindi, senza aspettare l’abolizione del bando ufficiale di un semplice uomo contro la riedificazione della sua casa di adorazione, Geova Dio aveva suscitato il suo profeta Aggeo per destare i rimpatriati Giudei a riprendere la loro costruzione del tempio. Questo era accaduto il primo giorno del sesto mese lunare (Elul). Per due mesi lunari Aggeo aveva continuato da solo quale unico profeta a sollecitare il lavoro di riedificazione.
2. Che cosa fornì ora Geova per rafforzare ulteriormente la fede e il coraggio degli edificatori del tempio?
2 Benché l’opera profetica del solo Aggeo fosse dovuta bastare e in effetti spronasse i Giudei a compiere qualche azione, la fede e il coraggio dei Giudei sarebbero stati tuttavia rafforzati se avessero avuto un secondo testimone di Geova che ora, senza dilazione, attestasse che era il tempo stabilito da Geova per riprendere in Gerusalemme la riedificazione del suo tempio. Appropriatamente, Geova suscitò in effetti un secondo profeta nel tempo critico, un uomo chiamato Zaccaria. Circa il bando dell’edificazione del tempio e a come e perché fu a suo tempo sfidato dagli edificatori del tempio, leggiamo questo racconto:
3. Che dice Esdra del modo in cui il bando dell’edificazione entrò in vigore e di come a suo tempo i Giudei lo sfidarono?
3 “Or dopo che la copia del documento ufficiale di Artaserse il re era stata letta dinanzi a Reum e a Simsai lo scriba e ai loro colleghi, andarono in fretta a Gerusalemme dai Giudei e li fermarono con la forza e le armi. Fu allora che il lavoro della casa di Dio, che era a Gerusalemme, cessò; e restò fermo fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia. E Aggeo il profeta e Zaccaria nipote di Iddo, il profeta, profetizzarono ai Giudei che erano in Giuda e in Gerusalemme, nel nome dell’Iddio d’Israele che era su di loro. Fu allora che Zorobabele figlio di Sealtiel e Iesua figlio di Ieozadac si levarono e iniziarono a riedificare la casa di Dio, che era in Gerusalemme; e con loro c’erano i profeti di Dio che davan loro aiuto”. — Esdra da 4:23 a 5:2.
4. Quando Zaccaria cominciò a profetizzare?
4 In quel secondo anno del re Dario I (520 a.E.V.), quando Zaccaria nipote di Iddo cominciò a profetizzare? Lo stesso libro della profezia di Zaccaria ce ne informa nelle sue parole iniziali, dicendo: “Nell’ottavo mese del secondo anno di Dario la parola di Geova fu rivolta a Zaccaria figlio di Berechia figlio di Iddo il profeta”. — Zaccaria 1:1.
5. (a) Che giorno poté essere quando Zaccaria cominciò a profetizzare? (b) Che cosa mostra che è importante che il suo libro sia oggi da noi esaminato?
5 L’ottavo mese lunare, di ventinove giorni, si chiamava Heshvan, ed era un mese autunnale. Il giorno del mese non è indicato nella profezia. Evidentemente era il primo giorno di Heshvan, il giorno della luna nuova, quando molti Giudei celebravano in Gerusalemme. Se è così, questo avvenne esattamente due mesi dopo che Aggeo aveva cominciato a profetizzare. La traduzione di S. Byington qui dice: “Nell’ottava nuova luna dell’anno secondo di Dario, la parola di Geova venne al profeta Zaccaria figlio di Berechia figlio di Iddo”. (Zaccaria 1:1, By) Allora Zaccaria si rendeva poco conto che il suo libro di profezie sarebbe stato tanto importante da esser citato, centinaia d’anni dopo, da ispirati scrittori cristiani per provare che l’atteso Messia, il Cristo o Unto, era venuto e aveva adempiuto la prima parte della sua missione a favore di tutto il genere umano. (Matteo 21:5; 26:15, 28, 31; 27:9; Marco 14:24, 27; Luca 22:20; Giovanni 12:15; 19:37; Rivelazione 11:2, 4) Questo prova non solo che il libro di Zaccaria è un ispirato libro di vera profezia, ma anche che è oggi importante che ne esaminiamo gli adempimenti moderni.
6. Zaccaria ebbe il comando di dichiarare le espressioni di chi, e che cosa mostra che e importante tenere ora presente il libro di Zaccaria mentre ci avviciniamo ad Har-Maghedon?
6 Dall’inizio si dice che le espressioni di Dio che Zaccaria ha il comando di dichiarare sono le espressioni di “Geova degli eserciti”, una frase molto significativa. Essa è anche assai appropriata per il tempo e la situazione. Questa vigorosa espressione è usata cinquantadue (52) volte in tutta la profezia di Zaccaria di quattordici capitoli. Il capitolo finale, al versetto tre, mostra che questa non è un’inutile designazione di Dio, poiché preannuncia questo: “Geova per certo uscirà e farà guerra contro quelle nazioni come nel giorno in cui fece guerra, nel giorno del combattimento”. (Zaccaria 14:3) È molto importante tener presente questa profezia, in questi giorni nei quali l’ultimo libro della Sacra Bibbia si adempie riguardo alla marcia di tutte le nazioni verso Har-Maghedon per la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. (Rivelazione 16:14, 16) Questo è lo stesso Dio che fu adorato come Geova degli eserciti ai giorni del sommo sacerdote Eli e del profeta Samuele e del ragazzo pastore Davide, che nel “nome di Geova degli eserciti” andò a combattere il pesantemente armato gigante filisteo Golia e lo uccise con una pietra perfettamente scagliata con la sua fionda. — 1 Samuele 1:3–4:4; 17:45.
INIZIALE PROFEZIA DI ZACCARIA
7. Secondo Zaccaria 1:2, contro chi Geova si era indignato assai, e perché?
7 L’iniziale messaggio di Geova degli eserciti per mezzo del suo nuovo profeta Zaccaria fu rivolto ai rimpatriati Giudei, dicendo: “Geova s’indignò assai contro i vostri padri”. (Zaccaria 1:1, 2) Tali “padri” furono i loro padri e nonni che erano stati portati in esilio a Babilonia negli anni 617 e 607 a.E.V. Geova degli eserciti si indignò moltissimo contro questi perché avevano profanato e contaminato il suo santo tempio in Gerusalemme e avevano infranto il loro patto nazionale con Lui e avevano fatto alleanze politiche con le mondane nazioni pagane. La sua indignazione si accese in tale grado che infine lasciò distruggere Gerusalemme e il suo tempio e divenir desolato l’intero paese di Giuda senza uomo o animale domestico per settant’anni. Alla radice della difficoltà era l’abbandono da parte dei Giudei della pura, incontaminata adorazione di Geova degli eserciti. Questo grave fatto era qualche cosa da rammentare ai Giudei ch’erano stati liberati dall’esilio di Babilonia onde tornassero in patria per riedificare in Gerusalemme il tempio di Geova.
8. Che cosa fu dunque dichiarato a Zaccaria di dire ai Giudei di fare verso Dio?
8 A questi Giudei, già tornati nella loro patria da diciassette anni, il messaggio di Zaccaria continuò a dire: “E devi dir loro: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “‘Tornate a me’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘e io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”’”. — Zaccaria 1:3.
“TORNATE”, IN CHE SENSO E CON QUALI RISULTATI?
9. In qual senso quei ristabiliti Giudei dovevano ‘tornare’ a Geova degli eserciti, e perché?
9 In che modo intese Geova che quei ristabiliti Giudei ‘tornassero’ a Lui? Non aveva Aggeo il profeta già parlato loro con qualche conseguente azione? Sì! E il racconto dice, dopo la prima profezia di Aggeo: “E Geova destava lo spirito di Zorobabele figlio di Sealtiel, governatore di Giuda, e io spirito di Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote, e lo spirito di tutti i rimanenti del popolo; ed entravano e facevano il lavoro nella casa di Geova degli eserciti loro Dio. Era il ventiquattresimo giorno del sesto mese del secondo anno di Dario il re”. (Aggeo 1:14, 15) Ma più di un mese dopo poté esserci ritardo nei loro sforzi e forse indifferenza da parte di parecchie persone. Questo avrebbe reso assai appropriato rivolgere mediante un altro profeta la conferma di un’altra stimolante esortazione.
10. Come quei Giudei dovevano ‘tornare’ al loro Dio, e quale sarebbe stata l’evidenza del loro completo ritorno?
10 L’intera nazione aveva bisogno di tornare a Geova degli eserciti con un solo cuore e con una sola anima, e aveva bisogno di far ciò senza timore del nemico. Il ritorno doveva consistere nella ripresa con tutto il cuore dell’intrepida adorazione del solo vivente e vero Dio. Nel loro caso in quel tempo questo significava esprimere in modo visibile il loro ritorno al loro Dio con la riedificazione del suo tempio fino a completarlo. Questo era stato il principale obiettivo per cui eran tornati in patria. (Esdra da 1:1 a 4:3) L’edificazione delle loro proprie case private e la coltivazione dei loro poderi e altri interessi materiali erano di secondaria importanza. Solo avendo il loro completato tempio nella città dove Dio aveva posto il suo nome quei ristabiliti Giudei avrebbero potuto rendergli piena adorazione secondo la legge che egli aveva data loro per mezzo del profeta Mosè. (Aggeo 1:3-9) C’era dunque molto a cui tornare affinché quei Giudei adorassero il loro Dio con completa ubbidienza alla sua legge e alle sue disposizioni.
11. Se essi fossero tornati a lui, come Geova sarebbe ‘tornato’ a loro?
11 E se fossero così ‘tornati’ ad adorare con tutta l’anima, che sarebbe accaduto? “‘Io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”. Il suo ritorno a loro avrebbe significato la loro piena restaurazione nel suo favore. Egli avrebbe ridotto a nulla l’opposizione del nemico contro la loro riedificazione della propria casa centrale di adorazione divina. Avrebbe eliminato i regressi che avevano subìto nella loro prosperità materiale da che avevano smesso di lavorare alla ricostruzione del tempio. Li avrebbe benedetti sia con buone cose materiali che con indicibili benedizioni spirituali. — Zaccaria 8:9-15.
12. Qual era dunque l’opera per cui si sarebbe dovuta unire l’intera nazione, per ottenere il favore divino?
12 La mobilitazione totale della nazione! Era venuto il tempo di fare proprio una tal cosa, sotto la direttiva di Geova, e con l’incoraggiamento dei suoi profeti. Tutti i ristabiliti Giudei si sarebbero dovuti impegnare nella più importante opera e portare a compimento la casa di adorazione di Geova in tutte le sue parti. Questo avrebbe fatto un nome per Geova, e solo allora il sommo sacerdote, i sottosacerdoti e tutti i Leviti della nazione avrebbero potuto adempiere i loro prescritti doveri e servizi per il beneficio spirituale di tutta la nazione e di tutti i fedeli proseliti d’ogni nazione. Ma se il tempio non fosse stato completato, i Giudei provenienti da luoghi vicini e lontani non avrebbero potuto celebrare dovutamente le loro tre feste annuali, né il loro annuale Giorno di Espiazione. E, inoltre, i Netinei, “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua”, non avrebbero potuto pienamente contribuire ai servizi del tempio. (Giosuè 9:23; Esdra 2:43-58) Qui ora era dunque un’opera per cui l’intera nazione si sarebbe dovuta unire per ottenere la benedizione divina.
13. Il risultato del corso seguito dai loro padri sarebbe dovuto servire come che cosa per quei ristabiliti Giudei, e che cosa si richiamava dunque alla loro attenzione?
13 Il corso seguito dai loro padri e il relativo risultato sarebbero dovuti servire come esempi ammonitori per i ristabiliti Giudei in questo tempo critico. Per questo Geova, parlando per mezzo del profeta Zaccaria, continuò a dir loro: “‘Non divenite come i vostri padri che i precedenti profeti chiamarono, dicendo: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Tornate, suvvia, dalle vostre cattive vie e dalle vostre cattive azioni’”’. ‘Ma non ascoltarono, e non mi prestarono attenzione’, è l’espressione di Geova. ‘In quanto ai vostri padri, dove sono? E in quanto ai profeti, continuarono forse a vivere a tempo indefinito? Comunque, riguardo alle mie parole e ai miei regolamenti che comandai ai miei servitori, i profeti, non raggiunsero essi i vostri padri? Tornarono dunque e dissero: “Secondo ciò che Geova degli eserciti aveva intenzione di farci, secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, così ci ha fatto”’”. — Zaccaria 1:4-6, NW.
14. (a) Se i ristabiliti Giudei avessero seguito la condotta dei loro padri, che cosa avrebbero potuto attendersi? (b) Perché Geova chiese loro quale fosse la condizione dei loro padri, ed era la simile condizione dei profeti precedenti una ragione per non prestare ascolto ad Aggeo e Zaccaria?
14 Conforme a questo avvertimento, se i ristabiliti Giudei fossero divenuti come i loro padri che erano stati portati in esilio a Babilonia, potevano esser certi che avrebbero subìto il dispiacere di Geova. La ragione per cui chiese loro dove fossero i loro padri fu che i loro padri non erano più in vita, a causa del dispiacere divino. Essi s’eran rifiutati di abbandonare le loro cattive vie e azioni e di tornare pentiti al loro Dio. Comunque, i ristabiliti Giudei potevano fare la domanda: ‘Che ne è dei profeti come Geremia che specificamente profetizzarono della distruzione di Gerusalemme e della desolazione del paese di Giuda? “Continuarono forse a vivere?” Non sono morti come i nostri padri disubbidienti?’ Nonostante che la risposta a ciò dovesse essere Sì, tuttavia tale fatto non era una buona ragione perché i ristabiliti Giudei non prestassero attenzione ai profeti Aggeo e Zaccaria che Geova ora suscitava in quell’anno 520 a.E.V.
15. (a) Invece della mortalità di quei profeti precedenti, qual era la cosa importante, la cosa determinante in relazione con loro? (b) Quindi, imitando il corso dei loro padri quali sarebbero stati di sicuro i risultati?
15 I mortali profeti, che Geova impiegava come suoi ispirati portavoce per dichiarare le sue parole e le sue regole, non erano le cose su cui basare un sano argomento. Ciò che Geova aveva ispirato quei profeti a dire era la cosa importante, la cosa determinante. S’erano avverate le parole che Geova aveva fatte dire da loro, e si erano adempiuti i suoi regolamenti o decreti in base ai quali egli aveva agito? I padri dei ristabiliti Giudei furon costretti a rispondere Sì! I padri furono costretti a tornare o a volgersi dal loro modo di pensare per ammettere: “Secondo ciò che Geova degli eserciti aveva intenzione di farci, secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, così ci ha fatto”. Perché, dunque, i ristabiliti Giudei avrebbero dovuto mettere alla prova Geova se egli intendeva con esattezza ciò che diceva, come avevano fatto i loro padri? Il risultato sarebbe stato di sicuro come per i loro padri, le infallibili parole e regole o decreti di Geova li avrebbero raggiunti; l’adempimento di tali dichiarazioni di Geova li avrebbe a suo tempo sovrastati. Ne sarebbe risultato il disastro. Quindi, perché non tornare piuttosto a Geova ora, affinché egli tornasse a loro, come aveva promesso?
CONTESE SIMILE NEI TEMPI MODERNI
16. (a) Qual è l’essenziale domanda su cui dobbiamo ora prendere la nostra decisione? (b) Quindi la domanda che si presentò in principio nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V. al sopravvissuto rimanente fu in relazione con che cosa?
16 Sorge l’essenziale domanda su cui dobbiamo prendere la nostra decisione: Da che parte ci troviamo riguardo alla casa di adorazione del solo vivente e vero Dio, Geova? Questa è la domanda che si presentò in principio alla generazione degli uomini sopravvissuta finora all’anno 1914 E.V. La prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V. vide danneggiare o distruggere nella zona del conflitto internazionale molti edifici religiosi. Parecchie di quelle chiese furono riparate o riedificate nel periodo del dopoguerra. Comunque, dopo quel conflitto mondiale ciò che principalmente concerneva il vero popolo dedicato di Geova Dio non era la costruzione di qualche casa o chiesa religiosa, come nel caso dei Giudei che furono ristabiliti nel remoto 537-520 a.E.V. Il vero tempio spirituale di Geova non era stato danneggiato o distrutto da nessuna bomba lanciata dall’aria o da altri esplosivi usati durante la prima guerra mondiale. Non era stato toccato. Pertanto nel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V. si pose la domanda: Da quale parte si trovava il rimanente del dedicato popolo di Geova riguardo al suo vero tempio spirituale e alla pura, incontaminata adorazione che in esso doveva rendersi?
17. Dovevano i dedicati, battezzati Studenti Biblici Internazionali sopravvissuti alla prima guerra mondiale pentirsi e tornare a Geova, e perché?
17 Durante la prima guerra mondiale i dedicati, battezzati Studenti Biblici Internazionali avevano avuto nella loro opera di testimonianza al regno di Dio la seria interferenza di operazioni belliche, bandi governativi e violente persecuzioni. Essi avevano ceduto in un certo grado al timore degli uomini, il che pone al timoroso un laccio. (Proverbi 29:25) Avevan cercato di mantenersi liberi dalla colpa del sangue compiendo, per lo più, servizio da non combattenti, ma non avevano mantenuto verso i conflitti di questo mondo una neutralità totale. Sotto certi seri aspetti dovevano pentirsi e tornare a Geova, affinché egli tornasse a loro con favore. — Zaccaria 1:3.
18, 19. Era il tempo stabilito per riprendere quale opera, e perché?
18 Le nazioni di questo mondo erano definitamente entrate nel loro “tempo della fine”, essendo terminati i Tempi dei Gentili nel 1914. (Daniele 12:4) La scena degli avvenimenti del mondo ora richiedeva per certo di riprendere l’assegnata opera di Geova, e questo era quanto il suo Figlio Gesù Cristo aveva preannunciato:
19 “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matteo 24:14; Marco 13:10.
20. (a) In che modo si doveva compiere quell’enorme opera mondiale? (b) Quali due organizzazioni sono da prendere in considerazione?
20 Tale enorme opera di portata mondiale doveva farsi in maniera molto organizzata, con un’organizzazione pienamente unita, sotto la suprema direttiva del teocratico Governante, Geova Dio, che era nel suo vero tempio spirituale. Geova avrebbe dovuto compiere un’opera organizzativa. Ci sono solo due organizzazioni che operano universalmente, e la Sua organizzazione avrebbe dovuto essere ben nota a tutte le creature intelligenti. Questa è l’organizzazione del Creatore, l’organizzazione di Geova. L’altra è quella del suo principale avversario, quella a cui il profeta Zaccaria stesso si riferisce, cioè l’organizzazione di Satana il Diavolo. — Zaccaria 3:1, 2.
21. Quali sono le parti principali dell’organizzazione del Diavolo, e che cosa rende imperativo che la predicazione del Regno si faccia in modo organizzato?
21 L’attuale sistema di cose fra gli uomini per certo rappresenta un’organizzazione, e il cristiano apostolo Paolo parla di Satana il Diavolo come dell’“iddio di questo sistema di cose”. (2 Corinti 4:4) In una lettera agli Efesini (2:2; 6:11, 12) egli descrive quanto sia altamente organizzata l’invisibile parte spirituale dell’organizzazione di Satana il Diavolo. Sia la parte invisibile che la visibile parte terrestre dell’organizzazione di Satana sono contrarie alla predicazione della buona notizia del messianico regno di Dio. Ciò rende ancor più imperativo che i predicatori del Regno lavorino in modo organizzato.
22. (a) Sono organizzati gli “eserciti” di Geova? (b) Fino alla morte di Gesù, quale fu la visibile organizzazione terrestre di Geova, e dalla Pentecoste del 33 E.V., qual è stata la sua visibile organizzazione terrestre, con quali aspetti?
22 Geova degli eserciti per certo ha tutti questi eserciti organizzati. (Luca 2:13-15; Rivelazione 14:6, 7) L’assegnazione di predicare la notizia del Regno sulla terra Geova degli eserciti l’avrebbe data solo alla sua visibile organizzazione terrestre. Dai giorni del profeta Mosè alla morte del Signore Gesù Cristo, la terrestre nazione del circonciso Israele naturale fu l’organizzazione visibile di Geova Dio. (Salmo 147:19, 20) Ma da che lo spirito di Dio fu versato sui fedeli discepoli di Gesù Cristo il giorno della festa di Pentecoste nel 33 E.V., l’Israele spirituale dal cuore circonciso è stato la “nazione santa” e la visibile organizzazione terrestre di Dio. (Atti 2:1-40; Galati 6:16; Romani 2:28, 29; 1 Pietro 2:9) L’Israele spirituale è così la vera congregazione cristiana formata dai dedicati, battezzati discepoli del Messia Gesù generati dallo spirito. Come il corpo umano, essa è altamente organizzata, avendo i suoi molti membri ciascuno la propria parte individuale da compiere. (Romani 12:4-8; 1 Corinti 12:12-28; Efesini 4:15, 16; Colossesi 2:19) Per i servizi speciali la congregazione ha i suoi nominati anziani e servitori di ministero. — Filippesi 1:1.
23. Oltre alla predicazione del Regno, quale altra opera la visibile organizzazione di Geova ha avuto da compiere?
23 In questo “tempo della fine” per questo attuale sistema di cose la predicazione di “questa buona notizia del regno” in testimonianza a tutte le nazioni non è la sola opera della visibile organizzazione terrestre di Dio dopo la fine della prima guerra mondiale. È in corso un’opera di raccolta, che si è compiuta in senso spirituale. Gesù Cristo predisse questo. Quando spiegava la sua parabola del campo di grano in cui un nemico aveva poi seminato zizzanie, Gesù disse:
24. Che cosa disse Gesù della mietitura e dei mietitori?
24 “Il seminatore del seme eccellente è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; in quanto al seme eccellente, questi sono i figli del regno; ma le zizzanie sono i figli del malvagio, e il nemico che le seminò è il Diavolo. La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli”. — Matteo 13:37-39.
25. Nel 1919, in che cosa fu radunato il sopravvissuto rimanente dei servitori di Geova unti dallo spirito, ma perché doveva ancora essere compiuta una mietitura dai Suoi angeli, e per mezzo di chi?
25 Nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V. e sotto la guida angelica il fedele rimanente del popolo di Geova unto dallo spirito fu radunato nella sua visibile organizzazione terrestre, per la preannunciata opera di predicazione del Regno. Questo fatto fu reso molto manifesto dall’assemblea generale di otto giorni che l’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali tenne a Cedar Point, nell’Ohio, nel settembre del 1919. Ma i membri di questo fedele unto rimanente, sopravvissuti a severe prove e persecuzioni durante la prima guerra mondiale, non erano sufficienti per completare il preordinato numero di quelli che sono unti per regnare con Gesù Cristo nel suo regno celeste. Il pieno numero dei coeredi di Cristo nel suo regno fu preordinato che sarebbe stato di 144.000. (Rivelazione 7:4-8; 14:1, 3; 20:4, 6) Di conseguenza altri della classe del “grano” dovettero esser trovati e mietuti dagli angeli e dovettero essere radunati nella visibile organizzazione terrestre di Geova. Mentre gli invisibili angeli celesti operavano per mezzo dell’unto rimanente sulla terra, che cosa richiese ora l’opera di mietitura?
26. Quest’opera di mietitura che cosa richiese che compissero i sopravvissuti membri dell’unto rimanente, e che cosa deve accadere a quelli che han battezzati perché divengano coeredi di Cristo?
26 Essa richiese, dal 1919 in poi, che i membri sopravvissuti dei coeredi del regno di Cristo compissero ulteriore lavoro di far discepoli, battezzarli e insegnar loro. Dopo il loro battesimo come dedicati discepoli di Gesù Cristo, questi nuovi discepoli devono essere unti con lo spirito di Dio per divenire “figli del regno”, coeredi di Gesù Cristo. (Romani 8:15-17) Quelli così radunati in questo “termine del sistema di cose”, insieme a tutti gli altri cristiani simili al grano che avevano già dato prova d’esser fedeli fino alla morte, completeranno il preordinato numero dei 144.000 “figli del regno”. Riguardo a tutti tali fedeli mietuti, è scritto: “Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. — Rivelazione 20:4, 6.
SOTTOSACERDOTI SPIRITUALI NEL “SANTO” DEL TEMPIO
27, 28. (a) Quale relazione hanno questi unti con il sommo sacerdote Gesù Cristo, e quale posto occupano dunque riguardo al tempio spirituale di Geova? (b) Quali speciali privilegi hanno in tale speciale luogo?
27 Notate che questi fedeli unti discepoli non dovranno semplicemente regnare con Gesù Cristo nel regno celeste. Essi saranno anche “sacerdoti di Dio e del Cristo”. I 144.000 unti sono perciò sottosacerdoti del sommo sacerdote Gesù Cristo. Mentre sono ancora in vita sulla terra, mantengono questa relazione con Gesù Cristo loro Capo. Per questo, millenovecento anni fa, l’apostolo Pietro scrisse ai suoi unti conservi cristiani, dicendo: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. In qualità di sottosacerdoti hanno il privilegio di “offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo”. (1 Piet. 2:9, 5) Conformemente, mentre sono ancora sulla terra sono in una speciale relazione col tempio spirituale di Geova, il cui Santo dei Santi è la Sua esclusiva residenza nei santi cieli dove il risuscitato Gesù Cristo presentò il valore del suo perfetto sacrificio umano.
28 Questi sottosacerdoti, anche mentre sono ancora sulla terra nella carne, sono nella condizione spirituale raffigurata dal primo compartimento interno o “Santo” del tempio in Gerusalemme. E proprio come il Santo del tempio di Gerusalemme conteneva le auree tavole dei pani di presentazione, e i candelabri d’oro e l’altare d’oro dell’incenso, così i cristiani sottosacerdoti nel Santo spirituale mangiano cibo spirituale, godono di luce spirituale e offrono il profumo di fedeli preghiere e zelante servizio a Geova mentre sono ancora sulla terra. (Esodo 40:4, 5, 22-28; 1 Re 7:48-50; 2 Cronache 4:19-22) Benché questo possa non essere apprezzato da chi non ha discernimento e apprezzamento spirituale, questi sottosacerdoti unti dallo spirito rendono un vero sacro servizio in questo luogo santo del grande tempio spirituale di Geova. Dalla sua esaltata posizione nel Santissimo di questo tempio spirituale Egli può scrutare le attività di questi sottosacerdoti e può giudicarli circa il servizio che rendono sotto il Suo sommo sacerdote, Gesù Cristo. — Malachia 3:1-5.
29. (a) Quindi, dal 1919, che specie di opera compì il superstite unto rimanente? (b) Come questo influì sul tempio spirituale di Geova?
29 Quando prendiamo in considerazione queste cose, possiamo vedere questo fatto: Nell’anno 1919 E.V., il superstite unto rimanente dei discepoli di Cristo si presentò per compiere la propria parte sulla terra nell’opera di mietitura sotto la superiore direttiva dei “mietitori”, gli angeli celesti. In questo modo intraprendevano un’opera che influiva sul vero tempio spirituale di Geova. In che modo? Ebbene, compiendo la loro opera di far discepoli e raccogliendo così la classe del “grano” sotto i mietitori angelici, operavano per produrre altri sottosacerdoti spirituali. Collaboravano con Geova Dio affinché ponesse altri sottosacerdoti, sì, il pieno complemento dei sottosacerdoti spirituali, nel Santo del Suo grande tempio spirituale. Operavano così per un più ampio sacro servizio mediante altri sottosacerdoti nel tempio di Geova.
30. Era questo il tempo giusto per raccogliere i cristiani assomigliati al grano, e in che modo si edificava così il personale operante nel “Santo” del tempio?
30 Invece d’essere un’opera di ‘spigolatura’ come quella che seguiva la regolare mietitura nell’antico paese d’Israele,a quest’opera di raccolta del superstite unto rimanente era la vera mietitura sotto “mietitori” angelici. Il tempo di questa loro opera era il “termine del sistema di cose”, dall’anno 1914 E.V., e Gesù disse che “la mietitura è il termine di un sistema di cose”. (Matteo 13:39; 24:3, 31) Come risultato della spirituale opera di mietitura negli anni seguenti, l’unto rimanente dei discepoli di Cristo simili al grano crebbe di numero, notevolmente fino all’anno 1931 in cui l’unto rimanente abbracciò il nome “testimoni di Geova” sostenuto dalle Scritture. In modo manifesto il numero degli spirituali sottosacerdoti nel Santo del tempio spirituale di Geova era cresciuto, fino a includere probabilmente l’intero complemento necessario per completare la preordinata quota di 144.000 sottosacerdoti spirituali al comando del sommo sacerdote Gesù Cristo. Era in realtà la costituzione del personale operante nel Santo del vero tempio di Geova.
31. A favore dell’opera del tempio, com’erano stati liberati e ristabiliti nel 1919 E.V.?
31 Qui era dunque un’opera del tempio spirituale che si era cominciata a intraprendere nell’anno 1919 E.V. da parte del superstite unto rimanente. Per amorevole benignità di Geova tramite il suo più grande Ciro, Gesù Cristo, erano stati liberati dalla schiavitù a Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e ai suoi amanti politici. Erano stati liberati e ristabiliti nel loro giusto paese sulla terra affinché si applicassero proprio a quest’opera del tempio.
32. Come ciò che accadde nel 1919 E.V. corrispose a ciò che era accaduto nel 520 a.E.V.?
32 Era esattamente come nel lontano anno 520 a.E.V., quando i profeti Aggeo e Zaccaria furono suscitati per incoraggiare il ristabilito rimanente giudeo a riprendere il loro lavoro del tempio di Gerusalemme per lungo tempo trascurato. Nell’anno 1919 E.V. le colonne della rivista Torre di Guardia furono usate per stimolare e incoraggiare il superstite unto rimanente a riprendere il proprio aperto, pubblico servizio dell’Iddio Altissimo in maniera intrepida. Il suo regno messianico era stato stabilito nei cieli al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 e doveva ora annunciarsi al mondo intero. Questo sacrificio di lode a Dio doveva ora offrirglisi pure in presenza di tutti i Suoi nemici. — Ebrei 13:15; Salmo 138:1-3.
33. Se l’unto rimanente avesse imitato la condotta dei padri dell’antico rimanente giudeo, che cosa sarebbe accaduto, e che cosa fece dunque l’unto rimanente?
33 In questo modo essi potevano “tornare” a Geova, in vista di cui egli sarebbe ‘tornato’ a loro col favore divino. Se fossero divenuti come i padri dell’antico rimanente giudeo contro cui egli aveva provato molta indignazione, avrebbero subìto la calamità come la subirono quei padri per non aver ascoltato o per non aver prestato attenzione agli avvertimenti e ai consigli dei profeti di Geova. In questo “tempo della fine” si sarebbero inoltre adempiuti su di loro le parole profetiche e i decreti di Geova contro i disubbidienti. Con saggezza, perciò, l’unto rimanente cominciò a “tornare” a Geova nel 1919 E.V.
[Nota in calce]
a Si veda La Torre di Guardia (Inglese), del 1º maggio 1919, sotto il titolo “Finita la mietitura, che cosa seguirà?”; e, del 15 agosto 1919, a pagina 249, sotto i titoli “Vengono tempi pericolosi” e “L’opera della spigolatura”.