Evitate le trappole
1. Quale domanda sorge in base alle parole di Gesù riportate in Luca 21:34-36?
CONSIDERANDO con maggior attenzione le parole di avvertimento riportate in Luca 21:34-36, sorgono alcune domande alle quali desidereremmo avere risposta. Si applicano le parole di Gesù a tutti, nello stesso modo, o ad alcuni più che ad altri? Che cosa s’intende con l’espressione “aggravati da ingordigia, ubriachezza e ansietà della vita”? In che modo possiamo riuscire “a scampare da tutte queste cose che devono accadere”? Che cosa ci aiuterà a ‘prestare attenzione’ e ad ‘essere desti’, e che importanza ha il ‘supplicare’ a questo riguardo?
2. (a) A chi fu primariamente dato questo avvertimento? (b) Significa questo che solo gli appartenenti alla classe celeste si salveranno?
2 Nel primo caso Gesù dichiarò la profezia a un limitato uditorio di quattro suoi discepoli, ma logicamente fu dichiarata per il bene dei discepoli dello stesso gruppo o classe di “eletti” che sarebbero stati sulla terra al tempo della sua seconda presenza. (Mar. 13:3, 4; Matt. 24:22, Na) Ma questo vuol forse dire che solo i membri della vera chiesa che hanno speranze celesti sarebbero stati in grado di mantenere la loro posizione dinanzi al Figlio dell’uomo? Per avere la risposta rivolgiamoci nuovamente all’Apocalisse, questa volta al settimo capitolo. Nei primi otto versetti di questo capitolo è chiaramente raffigurata la classe della chiesa o congregazione, “l’Israele di Dio”, cioè gli eletti che compongono l’Israele spirituale e che ottengono l’eredità che l’Israele carnale non riuscì ad ottenere. Questi Israeliti spirituali sono tutti ‘segnati nella loro fronte’, e corrispondono allo stesso gruppo descritto in Apocalisse 14:1. Ma questi sono forse gli unici a salvarsi? La cristianità potrebbe dire di sì, ma che cosa risponde la Bibbia? — Gal. 6:16; Rom. 11:7; Apoc. 7:3, Ti.
3. A chi altri è offerta la salvezza, e che cosa dichiarano?
3 Immediatamente “dopo queste cose”, Giovanni vede una “gran folla che nessun uomo poteva noverare, di tutte le nazioni”, e queste persone mantengono sicuramente la loro posizione, poiché “stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello”. Chi sono esse? Non fanno parte del “piccol gregge” dell’Israele spirituale e non hanno bisogno di essere in cielo per godere di una posizione di favore e stare davanti al trono. Sono riconosciute quali “altre pecore” del Signore, ed è offerta loro la speranza della vita sulla terra, ma prima, insieme al rimanente del “piccol gregge” che è ancora sulla terra, devono mantenere la loro posizione dinanzi al Figlio dell’uomo. E come sono ritenute degne di fare ciò? Ascoltate ciò che “gridavano con gran voce dicendo: La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello!” Non v’è dubbio riguardo a chi attribuiscano pubblicamente la salvezza e da quale parte della contesa del dominio e dell’adorazione si trovino. — Apoc. 7:9, 10; Luca 12:32; Giov. 10:16, VR.
NAZIONI UNITE
4. (a) In quale maggiore trappola è caduta la cristianità? (b) Confrontate l’Assemblea Generale dell’O.N.U. con quella dell’organizzazione di Dio.
4 Schierandosi da questa parte i veri adoratori evitano la terribile trappola, il pericolo nascosto in cui è caduta la maggioranza dei membri della cristianità. Che cos’è? La trappola di considerare quel finale espediente umano, le Nazioni Unite, quale strumento di Dio per adempiere il suo proposito e la profezia di Isaia 2:4, scritta in un punto visibile sulla parete della loro sede centrale nella città di New York. Coloro che appartengono a questa “gran folla” riconoscono che lo strumento di Dio per la salvezza non è uno strumento umano, ma è il regno di Dio retto da Cristo. È vero che l’organo maggiore delle Nazioni Unite è l’Assemblea Generale. È anche vero che associati con il Re, Cristo Gesù, nella “città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste”, vi sono “miriadi di angeli, in assemblea generale, e la congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli”. Ma il paragone finisce qui, poiché nell’“assemblea generale” menzionata per ultima non si può trovare un solo uomo politico, e certamente non v’è nessuno che abbia la facoltà di mettere il veto, usato così spesso e così spietatamente in un altro importante organo delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza. Come potrebbe essere, quando nella sua preghiera Gesù mise in risalto che i suoi veri seguaci, come egli stesso, si sarebbero santificati e non sarebbero “stati del mondo”, e quando anche Giacomo, allorché scrisse, mise in risalto che “l’amicizia di questo mondo è inimicizia con Dio”, che è adulterio spirituale agli occhi di Dio? Questo non vuol dire ritirarsi letteralmente dal mondo, ma notiamo come Gesù supplicò il Padre suo dicendo: “Non domando che tu li tolga dal mondo, ma che li preservi dal male”. Anche noi oggi, “supplicando in ogni tempo”, dovremmo fare una richiesta simile per noi stessi e per tutte le pecore di Geova. — Ebr. 12:22, 23; Giov. 17:15-17; Giac. 4:4, Ri.
5. Come mettono in contrasto le Scritture lo strumento di Dio con quello dell’uomo?
5 Lo scopo dello strumento edificato dall’uomo mediante i suoi governi e i suoi regni è di preservare il presente ordinamento in condizioni migliori. Decisamente contrario a ciò, lo scopo dello strumento di Dio, il regno edificato dall’“Iddio del cielo”, è quello di ‘spezzare e annientare tutti quei regni [umani]; ma [poi] esso sussisterà in perpetuo’ e recherà le promesse benedizioni della vita eterna e della salvezza in un paradiso restaurato. Il clero della cristianità è responsabile di aver fatto considerare le Nazioni Unite e la precedente Lega delle Nazioni quale strumento di Dio, definendola “l’espressione politica del Regno di Dio in terra”. Devono aver trascurato ciò che il salmista scrisse sotto ispirazione in Salmo 127:1 (VR): “Se l’Eterno [Geova] non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori”. Devono anche aver trascurato la vigorosa illustrazione fatta da Gesù circa l’“uomo avveduto che ha edificata la sua casa sopra la roccia”, e mantiene la sua posizione nel giorno della tempesta e dell’afflizione, e, in contrasto, circa l’“uomo stolto che ha edificata la sua casa sulla rena”, che è stata una vera trappola quando son venuti i torrenti, la pioggia e i venti. — Dan. 2:44; Matt. 7:24-27, VR.
RELIGIONI DELLA CRISTIANITÀ
6. Com’è la cristianità la più grande trappola?
6 In effetti, la religione organizzata, come si nota nella cristianità, è la più grande e la più subdola trappola. Leggete ciò che Gesù disse per introdurre l’illustrazione appena menzionata. Egli parlò di coloro che si sarebbero mostrati grandemente professanti, dicendo: “Signore, Signore! non abbiamo noi . . . nel Tuo nome fatto molti prodigi?” Questo darà forse loro il diritto di mantenere la loro posizione nel giorno del giudizio finale? Che sorpresa e che vergogna quando saranno costretti a udire e a subire il giudizio pronunciato contro di loro: “Allontanatevi da me, voi che avete commesso l’iniquità”! Questa è la chiave della situazione! La cristianità può esser molto religiosa, ma è iniqua. Pretende di esser cristiana, ma i suoi capi e i suoi popoli preferiscono scegliere e praticare la religione a modo loro; per questo essa ha molte credenze e molte chiese. I suoi ecclesiastici sono sorti in seguito all’allontanamento predetto da Gesù e dagli apostoli e sono “l’uomo del peccato” descritto dall’apostolo Paolo in Secondo Tessalonicesi, nel secondo capitolo. Notate che l’aspirazione di questo ‘uomo del peccato’ è del tutto parallela a quella del “dio di questo secolo”. Paolo scrisse: “L’avversario, colui che s’innalza al di sopra di ogni essere chiamato dio, o è oggetto di culto, fino ad assidersi nel tempio di Dio, proclamandosi Dio lui stesso”. — Matt. 7:22, 23; 2 Tess. 2:4, Na; Isa. 14:13, 14.
7. Qual è la causa fondamentale della confusione nella mente delle persone, e quale dovrebbe dunque essere la nostra preghiera?
7 Non c’è da meravigliarsi se la contesa del dominio e dell’adorazione è così confusa e oscurata nella mente delle persone, che subiscono “ogni seduzione d’ingiustizia”. Paolo si espresse molto opportunamente quando scrisse: “E non c’è da meravigliarsene; il Satana stesso infatti si camuffa da angelo di luce. Dunque non sembri strano se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia”. Perciò, continuiamo a supplicare che ciascuno di noi sia preservato da queste trappole, cercando sinceramente in ogni momento di esser trovato a ‘fare la volontà del Padre nostro, che è nei cieli’, e comprendendo chiaramente quale sia lo strumento di Dio. Mantenete la vostra posizione scegliendo il regno di Dio retto da Cristo e servendo i suoi interessi. — 2 Tess. 2:10; 2 Cor. 11:14, 15; Matt. 7:21, Na.
TRAPPOLE PERSONALI
8. Di quali trappole ci avverte Luca 21:34, e qual è il rimedio?
8 Considerando con maggiore attenzione le trappole individuali menzionate da Gesù, come “ingordigia, ubriachezza e ansietà della vita”, esaminiamo che cosa significano queste cose e in che consiste il pericolo. Gesù mise in risalto le stesse cose nel suo sermone del monte quando indicò che chi si immedesima in queste cose, sia andando all’estremo di compiacersi o all’altro estremo di preoccuparsi per le cose materiali necessarie al domani, in effetti non si rende schiavo di Dio, ma delle Ricchezze. Qui sta il pericolo. Dopo tutto, egli non è diverso da tutte le altre persone, poiché “di tutte queste cose, infatti, si danno premura i pagani”. Ma Gesù indicò anche benignamente la soluzione di questo problema quando disse: “Cercate prima di tutto il regno d’Iddio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date per giunta”. Seguendo fedelmente tale condotta saremo in effetti aiutati a ‘prestare attenzione’ e ad ‘essere desti’ e i nostri ‘cuori non saranno mai aggravati’. — Matt. 6:24-33, Na; Luca 21:34.
9. Come ci ammoniscono e consigliano le Scritture circa l’essere troppo sicuri di se stessi?
9 Per seguire attentamente questo giusto atteggiamento e questa giusta norma d’azione abbiamo bisogno di supplicare costantemente. Non dobbiamo mai divenire troppo sicuri di noi stessi, indipendentemente dal numero di anni che siamo dedicati figli di Dio, rallegrandoci per una buona conoscenza della verità ed i molti privilegi di servizio. La lotta non è ancora terminata e, come dice Paolo: “Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa”. Tale uomo deve ‘trattare duramente il suo corpo e ridurlo in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, egli stesso non sia riprovato’. Paolo cita il caso d’Israele e mostra che la generazione che uscì dall’Egitto non mantenne la sua posizione dinanzi a Dio, nemmeno dopo esser stata liberata in modo potente dalle mani di Faraone. “Della maggior parte di loro Iddio non si compiacque, poiché furono atterrati nel deserto”. Dopo aver dato altre prove, Paolo conclude: “Chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere. . . . [Dio] non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, onde la possiate sopportare”. — Luca 21:36; 1 Cor. 9:25-27; 10:5, 12, 13, VR.
10. (a) Scamperemo forse essendo allontanati dal luogo degli avvenimenti? (b) Quali sono le cose “che devono accadere”?
10 Notate quest’ultima espressione. Dio non sempre ci ‘dà la via d’uscirne’ allontanandoci dalla tentazione; ma mediante l’aiuto che ci provvede per mezzo della sua Parola e della sua organizzazione, e per mezzo del suo spirito, noi ‘la possiamo sopportare’ ed evitare d’esserne sopraffatti. Sembra abbiano lo stesso significato le parole di Gesù che disse: “Affinché riusciate a scampare da tutte queste cose che devono accadere”. Certamente egli non volle dire che dovremmo chiedere di essere letteralmente allontanati dal luogo degli avvenimenti, più di quanto non ne fossero allontanati Noè e la sua famiglia, ma furono preservati durante il Diluvio, galleggiando al sicuro sulle acque. Che esperienza! Le cose “che devono accadere” sono quelle predette nelle Scritture e che abbiamo considerato, cioè che improvvisamente e in modo sbalorditivo la cristianità sarà smascherata e svergognata e cadrà fragorosamente, e le Nazioni Unite, la “bestia” che ‘va in perdizione’, saranno smascherate e falliranno. Oltre a ciò sarà smascherata e fallirà ogni parte del mondo di Satana, come disse Gesù: “Il cielo e la terra passeranno”. Infine Satana stesso sarà afferrato, legato e gettato nell’abisso. — Luca 21:36, 33; Apoc. 17:3, 8, 11; 20:2, 3, VR.
MANTENETE LA VOSTRA POSIZIONE
11. (a) Quale provvedimento già preso ci aiuterà a mantenere la nostra posizione? (b) Come mantengono la loro posizione quelli della “gran folla”?
11 Per immeritata benignità di Geova e mediante il Figlio dell’uomo possiamo scampare da tutte queste cose e mantenere la nostra posizione dinanzi a lui. In contrasto con il cielo e la terra che passeranno, Gesù disse: “Ma le mie parole in alcun modo non passeranno”. Anche noi, se ci atterremo sempre strettamente alle sue parole ubbidendo fedelmente, non passeremo in alcun modo. Il fatto che il cielo e la terra di Satana si dissolveranno non ci creerà difficoltà. Il ‘nuovo cielo e la nuova terra’ di Geova sono già stabiliti, e quest’ultima parte è rappresentata dalla società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. Oltre ai rimanenti dell’Israele spirituale, grandi moltitudini di persone appartenenti a quella “gran folla” hanno ubbidito all’urgente comando: “Uscite, popol mio, da essa [Babilonia]”, e sono fuggite alla città di Dio, Sion. Non confidano nei progetti umani o nelle loro stesse opere per ottenere l’approvazione di Dio. La ragione per cui “son davanti al trono di Dio” è che dichiarano pubblicamente e mostrano di confidare nel provvedimento che è stato benignamente preso da Dio per loro. “Han lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’agnello”. E continuano a mantenere la loro posizione dinanzi al trono di Dio ‘servendolo giorno e notte nel suo tempio’, cioè in stretta unione con il rimanente dell’Israele spirituale, rassomigliato da Pietro a “pietre vive . . . [per essere] una casa spirituale”, o tempio. — Luca 21:33; Apoc. 21:1; 18:4; 7:14, 15; 1 Piet. 2:5, Ri.
12. Quale obbligo abbiamo verso tutte le persone, e che cosa ne deriva?
12 Ritornando alla domanda se le parole di Gesù in Luca 21:34-36 si applichino a tutti nello stesso modo, o ad alcuni più che ad altri, è chiaro da ciò che egli disse che si riferiscono a tutte le persone di ogni parte del mondo, “tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra”. Ne segue logicamente che, innanzi tutto, coloro che si rendono conto che ci avviciniamo rapidamente a “quel giorno” della finale resa dei conti hanno l’obbligo di fare risuonare l’avvertimento in lungo e in largo. Come disse Gesù, questo si deve fare perché sia data “testimonianza a tutte le genti”, sia che accettino il messaggio oppure no. Le Scritture indicano che le nazioni, come tali, accecate dal “dio di questo secolo”, rifiuteranno di dare ascolto. Il loro sangue ricadrà sul loro capo. Ma, come fu anche predetto e come è stato largamente provato dai fatti, vi sono molte persone mansuete che riconoscono la voce del “giusto pastore” nel messaggio del Regno predicato in tutto il mondo e vanno a unirsi a migliaia alle file della società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. — Matt. 24:14; 2 Cor. 4:4, Na; Giov. 10:14-16.
13. Perché quelli che si uniscono alle nostre file hanno bisogno di molto aiuto, e come si soddisfa questa necessità?
13 Mentre si deve continuare a proclamare il messaggio del Regno a tutte le persone, abbiamo lo speciale obbligo di aiutare questi molti nuovi che vengono alla conoscenza della verità. Pochi di essi avevano prima una buona conoscenza della Bibbia, se non proprio niente del tutto. Quando sorge l’opposizione si trovano a dover risolvere vari problemi, non hanno alcun fondamento di conoscenza né esperienza per farsi guidare e considerare le cose in modo equilibrato. Hanno bisogno di molto aiuto in ogni campo per mantenere la loro posizione. I membri dell’organizzazione di Geova che hanno già un compito di responsabilità, la classe dello “schiavo fedele e discreto” menzionata in Matteo 24:45-47, naturalmente se ne rendono conto, e sarebbe corretto dire che tutta l’organizzazione è fatta in modo da aiutare questi “agnelli”, queste “pecore”. Ma sono questi gli unici ad avere particolarmente bisogno di aiuto? — Giov. 21:15-17, VR.
14. Perché non si dovrebbe pensare che alcun membro della congregazione non abbia bisogno d’aiuto?
14 Si deve ammettere che quando Gesù disse: “Prestate attenzione a voi stessi”, aveva in mente tutti i suoi discepoli viventi sulla terra al tempo dell’adempimento delle sue parole. Da questo punto di vista le sue parole si applicano a tutti allo stesso modo. I servitori di una congregazione dei testimoni di Geova potrebbero avere la tendenza a pensare che coloro che sono nella verità da alcuni anni, che sono attivi nell’opera di testimonianza e sono considerati maturi non abbiano bisogno d’aiuto. Può darsi che lo siano ma, come mostra l’esperienza, talvolta in modo sorprendente, è un triste errore pensare che questi nostri diletti fratelli e sorelle trovino comparativamente facile mantenere la loro posizione. Dato che sono da molto tempo nella verità, può darsi che non siano tanto pronti a parlare delle loro difficoltà, anche per non scoraggiare i più giovani nella verità. Ma essi sono ancora nella carne, ancora circondati da limitazioni e da certe tendenze che devono essere represse e che causano in alcuni una lotta mentale, benché forse solo essi ne siano consapevoli e gli altri non sospettino nulla. Si dovrebbe quindi mostrare sincero interesse e riguardo per ciascuno nella congregazione. Dovrebbero essere visitati, specialmente se per qualche ragione non partecipano più alle adunanze e alle attività della congregazione come facevano un tempo. Ricordate che Satana è particolarmente adirato “col rimanente della progenie d’essa [della donna], che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù”. — Apoc. 12:17, VR.
15. Come avverte Paolo delle trappole da cui ci si deve guardare?
15 Per il bene e la guida di tutti coloro che cercano di mantenere la loro posizione ricordiamo le buone esortazioni di Paolo nella sua lettera agli Ebrei, dove pare che avesse bene in mente questo soggetto. Dopo aver descritto la posizione superiore data da Geova a Cristo Gesù, egli ci avverte della necessità di “attendere col massimo impegno alle cose udite, per non venir trascinati fuori di strada”. E, dopo aver mostrato come nel deserto un’intera generazione d’Israeliti perdettero la loro posizione dinanzi a Dio e coi quali egli ‘s’irritò’, ci avverte nuovamente di stare attenti affinché non mostriamo ‘un cuore malvagio e incredulo, al punto da allontanarci dal Dio vivente’. Poi, rivolgendosi a coloro che avevano già ‘sostenuto una lotta lunga e dolorosa’, egli esorta: “Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa”. Quindi, prendendo nuovamente come esempio l’esperienza degli Israeliti, egli informa delle tristi conseguenze derivanti dal ‘voltare le spalle a Colui, che ci parla dai cieli’. Infine, dopo aver meravigliosamente spiegato la ragione per cui Gesù Cristo mantiene la sua posizione, poiché egli “è il medesimo, ieri, oggi e per secoli”, avverte: “Non vi lasciate trascinare da dottrine diverse e straniere, perché è meglio che il cuore sia confortato dalla grazia”. Vale la pena di tenere a mente queste esortazioni circa le cose contro le quali dovremmo mortificarci. Non facciamoci trascinare a poco a poco fuori strada, non ci allontaniamo per incredulità dal Dio vivente e non gli volgiamo le spalle invece di ascoltarlo. Non abbandonate la vostra franchezza nel parlare a favore della verità e non vi lasciate trascinare da dottrine straniere contrarie alla verità. — Ebr. 2:1; 3:10-12; 10:32, 35; 12:25; 13:8, 9, Na.
16. Quale positiva esortazione viene fatta per aiutarci a mantenere la nostra posizione?
16 In modo positivo ed edificante Paolo ci esorta, poiché apparteniamo alla casa di cui il Figlio, Cristo Gesù, è il capo, a ‘mantenere incrollabile fino alla fine la fiducia e la speranza di cui ci gloriamo’, e a ‘mantenere salda sino alla fine quella fiducia che avemmo fin dai primi giorni’. Dopo aver parlato dei misericordiosi provvedimenti presi mediante Gesù, il “sommo Sacerdote a capo della casa di Dio”, egli dice: “Manteniamo salda e inflessibile la professione della (nostra) speranza — perché fedele è Colui che ha promesso”. Egli confida che noi “non siamo dei disertori per la perdizione, ma uomini di fede per la salvezza dell’anima”. Infine, dopo aver appropriatamente rammentato che il regno che serviamo è “incrollabile”, riassume in modo meraviglioso l’atteggiamento e la norma d’azione che è essenziale seguire per mantenere la nostra posizione dinanzi al Figlio dell’uomo, quando dice: “Siamone riconoscenti, e rendiamo a Dio un culto che gli sia gradito; con riverenza e timore”. — Ebr. 3:6, 14; 10:21, 23, 39; 12:28, Na.