Glorifichiamo il ministero
“Io glorifico il mio ministero”. — Rom. 11:13.
1, 2. Secondo Zaccaria 13:4-6, anziché glorificare il loro ministero, cosa cercheranno di fare in futuro i ministri della falsa religione?
SI AVVICINA il tempo in cui i ministri di tutte le false religioni proveranno vergogna. Cercheranno di nascondere la propria identità. Questo è ciò che indica la profezia biblica. Riferendosi ad essi come a “profeti” o veggenti, Zaccaria 13:4-6 dice:
2 “E deve accadere in quel giorno che i profeti proveranno vergogna, ciascuno della sua visione quando egli profetizzerà; e non indosseranno la veste ufficiale di pelo allo scopo di ingannare. Ed egli per certo dirà: ‘Io non sono profeta. Sono un uomo che coltivo il suolo, perché uno stesso uomo terreno mi ha acquistato sin dalla mia giovinezza’. E gli si deve dire: ‘Che sono queste ferite sulla tua persona fra le tue mani?’ E dovrà dire: ‘Quelle con le quali fui colpito nella casa di chi mi amava intensamente’”.
3. Fino a che punto saranno inferte tali ferite al clero della cristianità?
3 Gli ex amanti del clero religioso gli si rivolteranno infine contro, colpendolo e ferendolo anche mortalmente o fino al punto da indurlo a rinunciare alla sua professione religiosa e all’abito caratteristico. Nell’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione, è vividamente descritta la scena degli esponenti mondani che si rivoltano contro quelli della classe religiosa. Il capitolo 17 descrive l’intero impero mondiale della falsa religione, che trae origine dall’antica Babilonia, come una meretrice internazionale chiamata Babilonia la Grande.
4, 5. (a) In Rivelazione capitolo 17, da cosa è simboleggiato l’impero mondiale della falsa religione? (b) Cosa faranno infine, col permesso di Dio, le dieci simboliche corna e la stessa bestia selvaggia di colore regale a colei che la cavalca?
4 Nella descrizione essa siede su una bestia selvaggia di colore scarlatto con sette teste e dieci corna. La bestia scende in un abisso e scompare, per poi ricomparire, proprio come è successo alla Lega delle Nazioni e all’organismo che le è succeduto, le Nazioni Unite. Babilonia la Grande è salita nuovamente in groppa a questa “bestia” politica internazionale riapparsa nel 1945. Da allora Babilonia la Grande ha cavalcato la “bestia” di colore regale per oltre 35 anni. Deve ora essere vicino il tempo in cui, con grande sconcerto dei religionisti, la simbolica bestia si rivolterà contro la “donna” immorale che ha dominato in campo politico per tutta la durata di sette successive potenze mondiali. Cosa seguirà? Rivelazione 17:15-18 ce lo descrive dicendo:
5 “Le acque che hai viste, dove la meretrice siede, significano popoli e folle e nazioni e lingue. E le dieci corna che hai viste, e la bestia selvaggia, queste odieranno la meretrice e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco. Poiché Dio ha messo nei loro cuori d’eseguire il suo pensiero, e d’eseguire il loro comune pensiero di dare il loro regno alla bestia selvaggia [l’ottava potenza mondiale], finché le parole di Dio non siano compiute. E la donna che hai vista significa la gran città [la moderna Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione] che ha il regno sopra i re della terra”. — Vedi Rivelazione 18:21-24.
6. In che misura la distruzione di Babilonia la Grande influirà sulla religione, e quale motivo abbiamo per crederlo?
6 L’imminente distruzione di Babilonia la Grande, inclusa la cristianità, significherà forse la totale eliminazione di tutta la religione? Finché esisterà l’unico vivente e vero Dio, no! I suoi adoratori, che non fanno parte della cristianità né del resto di Babilonia la Grande, sopravvivranno all’assalto mondiale contro tutta la religione. Avranno la protezione dell’Iddio Geova e del suo regnante “Signore dei signori e Re dei re”, Gesù Cristo. Successivamente saranno testimoni della distruzione degli empi e irreligiosi governanti che allora domineranno l’intera terra. La “forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre” non sparirà mai dalla terra, “sgabello” dei piedi di Dio. — Riv. 17:12-14; Giac. 1:27; Isa. 66:1.
NON MINISTRI DI GOVERNI POLITICI
7. Nella guerra di Har-Maghedon, cosa accadrà ai “ministri” dei governi politici schierati contro Geova?
7 Nella risolutiva “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon, i “ministri” in carica negli stati politici che saranno schierati contro l’Iddio Onnipotente verranno distrutti insieme ai loro governi terreni. (Riv. 16:13-16; 19:11-21) I non politici “ministri” del vittorioso Dio Onnipotente Geova saranno da lui preservati attraverso la più grande guerra di tutti i tempi, guerra che porrà fine all’attuale sistema di governi terreni. Che meravigliosa ricompensa sarà quella per la fedeltà da loro mostrata nel compiere il ministero cristiano alla lode di Dio! In molti paesi, comunisti e non, alcuni obiettano al fatto che essi siano chiamati “ministri”. In tali paesi il termine “ministro” è forse riservato agli alti funzionari dello stato. Negli Stati Uniti d’America, invece, un paese di lingua inglese, i membri del Gabinetto del presidente sono chiamati segretari: segretario di stato, segretario agli interni e così via. Ma non per questo sopravvivranno.
8. Nella Grecia moderna, come sono chiamati i membri del Gabinetto del presidente, e a chi è riservato in quella nazione il termine “diacono”?
8 Nella Sacra Bibbia, nelle Scritture Greche Cristiane, il termine “ministro” traduce la parola greca diàkonos, che si pensa significhi letteralmente “attraverso la polvere”, con riferimento a qualcuno che viene mandato o convocato. Nella Grecia moderna il presidente è chiamato pròedros, che significa “colui che siede davanti o dinanzi”. I membri del suo Gabinetto non sono chiamati col termine greco diàkonos (“ministro”), ma col titolo hypourgòs, che letteralmente significa “lavoratore subalterno”, “aiutante”. Questa parola ricorre nella versione greca dei Settanta delle Scritture Ebraiche, secondo i manoscritti Sinaitico e Vaticano N. 1209, dove in Giosuè 1:1 si legge: “Or avvenne dopo la morte di Mosè, il servo del Signore, che il Signore parlò a Giosuè figlio di Nun, ministro [hypourgòs] di Mosè”. (The Jewish Publication Society of America e Bagster) La traduzione a cura di Charles Thomson chiama Giosuè “il luogotenente di Mosè”. Similmente nella Grecia attuale il presidente (pròedros) ha i suoi luogotenenti, assistenti o aiutanti (hypourgòs), e lascia alle organizzazioni religiose del paese il servizio di diàkonos o “diacono”.
9. Nonostante l’uso del termine in senso politico, ci sono scritturalmente “ministri” di Dio? Cosa disse in merito La Torre di Guardia del 1882?
9 Si riconosce che oggi in alcuni paesi la parola “ministro” viene usata solo in senso politico. Ma questo non significa che, dal punto di vista della Bibbia nelle lingue in cui fu scritta, una persona che si dedica interamente a Geova Dio per fare la sua volontà non debba essere chiamata “ministro” o diàkonos di Geova Dio, a imitazione di Gesù Cristo. Quasi un secolo fa, nel numero mensile del giugno 1882 (pagina 7), la rivista inglese La Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo disse riguardo ai ministri religiosi:
I discepoli furono mandati a predicare, a insegnare e a battezzare. E pur essendo convinti che ogni membro consacrato del corpo di Cristo sia in un certo senso un ministro, e che tutti siano ‘unti per predicare la lieta novella’, ci sono vari membri adatti ai diversi aspetti dell’opera, proprio come ci sono diverse membra e funzioni nel corpo umano, scritturalmente usato per illustrare il corpo di Cristo, la chiesa.
10. Cosa disse la rivista del 1º gennaio 1892 circa i proclamatori a tempo pieno chiamati colportori, in contrasto con le affermazioni delle chiese nominali della cristianità sull’identità dei ministri di Dio?
10 Successivamente, nel numero inglese del 1º giugno 1892 (pagina 9), La Torre di Guardia disse:
Pochi riconoscono che questi colportori sono i veri rappresentanti del Signore, o riconoscono la dignità che il Signore vede nella loro umiltà e abnegazione. Missionari? No, dicono il mondo e la chiesa nominale, i nostri sono i missionari, quelli che vanno in paesi esteri. Sì, dice il Signore, questi sono i miei missionari, ai quali è stata affidata una grande missione . . .
Ministri? No, dicono il mondo e la chiesa nominale, solo i nostri sono ministri di Dio, quelli che portano l’abito talare e predicano dal pulpito. Sì, dice il Signore, sono miei servitori (ministri) perché mi rendono servizio, dispensando la verità presente alla mia famiglia. Io ho pronunciato il messaggio che portano. Chi disprezza loro disprezza me, e chi riceve sulla fronte il suggello che mando mediante loro riconoscerà la dottrina che emana da me. “Le mie pecore conoscono la mia voce”.
(Si veda anche il numero inglese del 1º febbraio 1899, paragrafi 6 e 7, al titolo “Is Present Truth Unreasonable?” [La verità presente è irragionevole?])
11. Da quale lingua derivano le parole “ministro” e “ministero”, e quali definizioni ne sono date?
11 La rivista Torre di Guardia peccava forse di presunzione nel dire che ogni consacrato o dedicato discepolo battezzato di Gesù Cristo è un “ministro”? Niente affatto! Le parole italiane “ministro” e “ministero”, come pure i termini corrispondenti in inglese, spagnolo, portoghese e francese, derivano dalle antiche parole latine minister e ministerium, che si possono trovare nella Vulgata, la versione latina della Bibbia. Minister è così definito: “Servitore, aiutante, ministro . . . ministro di Dio, sacerdote . . . aiuto, fautore, esecutore”. Ministerium è definito “servizio, ufficio, funzione, ministero, impiego”. — Dizionario latino-italiano di F. Calonghi (1965), 3a ediz.
12. Che diffusione ha tuttora la versione inglese della Bibbia citata agli inizi da questa rivista e da altre pubblicazioni della Società? Si sta parlando della parola “ministro” in senso politico?
12 Le parole “ministro” e “ministero” hanno quindi un’ampia gamma di significati. Bisogna ricordare che, dal principio, la rivista Torre di Guardia e le altre pubblicazioni in inglese ad essa collegate hanno usato come fondamentale traduzione della Bibbia la cosiddetta Versione Autorizzata (AV) o del re Giacomo (1611). Ancora oggi questa versione è molto conosciuta e usata in Gran Bretagna, nel Commonwealth britannico e negli Stati Uniti d’America. Quindi nelle citazioni da questa diffusissima traduzione della Bibbia le parole chiave “ministro” e “ministero” vengono usate nel senso attribuito loro nelle Scritture Greche Cristiane (Il Nuovo Testamento), e non col significato politico assunto oggi da tali termini. Non stiamo parlando di politica.
TRADUZIONI PIÙ RECENTI
13. In che modo la maggioranza dei traduttori biblici traduce la parola diakonìa, e cosa faranno i dedicati servitori di Dio circa gli obblighi che questo comporta?
13 Ci sono molte traduzioni moderne delle Scritture Greche Cristiane (Il Nuovo Testamento). In che modo la maggioranza di queste traduzioni rende il termine greco in discussione, diakonìa? Con la parola “ministero”, con tutta la dignità che la Sacra Bibbia gli conferisce. Giustamente i dedicati e battezzati testimoni di Geova possono applicare l’appropriata parola “ministero” all’attività cristiana loro assegnata, sempre nel senso attribuitole dalla Bibbia. Che faranno ora questi “ministri” circa il loro “ministero”? Vivranno all’altezza degli obblighi che esso comporta o vi rinunceranno a causa delle obiezioni o dell’opposizione? La rivelata profezia biblica ci dice ciò che le estraniate autorità politiche faranno ai ministri, ai vescovi, ai diaconi, ai sacerdoti e ai patriarchi di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Non dovremmo chiudere gli occhi davanti alla realtà.
14. Secondo il linguaggio simbolico di Rivelazione capitolo 17, cosa subirà Babilonia la Grande durante la “grande tribolazione”?
14 Come indicato in simboli nel libro di Rivelazione (Apocalisse), le potenze politiche mondane infrangeranno qualsiasi legame esistente fra chiesa e stato. Interromperanno gli intimi rapporti con l’internazionale prostituta religiosa. La disarcioneranno, spogliandola delle sue pretese di regalità indicate dalle sue vesti di porpora e scarlatto, la deruberanno del suo oro, delle perle e delle pietre preziose con le quali si è sfarzosamente adornata. Le strapperanno di mano la “coppa d’oro” piena di tutte le cose impure e disgustanti, il calice dal quale ha fatto bere a tutti i popoli intontendoli come ubriachi. Trasformeranno i suoi decorati edifici religiosi in luoghi d’uso comune e profano, quando non giungeranno al punto di bruciarli dopo averli saccheggiati delle ingiuste ricchezze che contengono. Guai a Babilonia la Grande nel suo giorno della resa dei conti durante la “grande tribolazione”! — Riv. 17:1-18; 7:14.
15. Cosa dovranno fare allora i cristiani testimoni di Geova?
15 Questo futuro comportamento delle potenze politiche del mondo cosa significherà per i cristiani testimoni di Geova? Questo: il ministero che essi compiono a beneficio degli interessi del regno di Dio verrà respinto. Essi non predicheranno più “l’anno di buona volontà da parte di Geova”. Anche dopo il saccheggio di Babilonia la Grande essi dovranno continuare a proclamare intrepidamente il “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. — Isa. 61:1, 2; 59:17, 18.
16. In che modo i testimoni di Geova imiteranno l’apostolo Paolo in base a ciò che molte traduzioni riportano in Romani 11:13?
16 Fino ad allora, che faranno i testimoni di Geova circa il loro “ministero”? Tenendo bene in mente ciò che sta per succedere secondo la profezia biblica, essi determineranno saggiamente di fare ciò che fece l’apostolo Paolo, che fu per noi un ottimo esempio. In Romani 11:13, parlando in qualità di legato di Geova Dio alle nazioni, così descrisse la sua attività, come varie traduzioni moderne rendono le sue parole: “Ora parlo a voi che siete persone delle nazioni. Dal momento che sono, in realtà, apostolo delle nazioni, io glorifico il mio ministero”. (Traduzione del Nuovo Mondo) “Io faccio onore al mio ministero”. (CEI; Pontificio Istituto Biblico) “Onoro il mio ministero”. (Na) “Glorifico il mio ministerio”. (VR; Con) E alcune versioni più antiche: “Onoro il mio ministerio”. (Di) “Magnifico il mio ufficio”. (AV) La traduzione tedesca della Bibbia a cura di Martin Lutero traduce: “Stimerò il mio ufficio [Amt, in tedesco]”. William Tyndale tradusse: “Magnificherò il mio ufficio”.
17. Pur trattandosi di un’opera in favore dei pagani gentili, l’ebreo Paolo la equiparò forse a un qualsiasi comune servizio?
17 Dalle suddette traduzioni si nota che la diakonìa di Paolo non è equiparata a un “servizio” qualsiasi. In relazione al suo “ministero” Paolo usa la parola greca doxàzo, la cui radice è il termine greco dòxa, che significa “gloria”. Certo Paolo non aveva nulla di cui vergognarsi per quanto riguardava la sua diakonìa. Una moderna versione inglese traduce così Romani 11:13: “Parlo ora a voi gentili: Finché sarò apostolo dei gentili, sarò orgoglioso della mia opera”. (Today’s English Version) L’edizione inglese della Bibbia di Gerusalemme traduce: “Lasciate che vi dica questo, pagani: Sono stato mandato ai pagani come loro apostolo e sono orgoglioso d’essere stato mandato”.a
18. Alla luce di ciò che erano i dodici apostoli di Gesù Cristo da un punto di vista umano, perché gli ecclesiastici dai titoli altisonanti non dovrebbero disprezzare i testimoni di Geova?
18 Ovviamente il proprio “ministero” cristiano non deve essere un motivo per insuperbirsi. Al contrario, dovremmo mostrare profonda umiltà, perché Dio ha concesso questo privilegio ai suoi dedicati e battezzati adoratori affidando loro questo ministero sotto il regnante Gesù Cristo. Gli ecclesiastici della cristianità, formatisi nei suoi seminari teologici, sono chiamati con titoli come reverendo, reverendissimo, eminenza e altri titoli altisonanti, e possono quindi essere portati a disprezzare i dedicati e battezzati testimoni di Geova. Va ricordato però che quattro degli apostoli di Gesù erano pescatori, uno era esattore di tasse e degli altri sette non è detto che avessero frequentato alcuna delle scuole rabbiniche del primo secolo. Eppure nell’ultimo libro della Bibbia troviamo uno splendido riferimento a loro, quando vien detto che i loro nomi sono scritti sulle dodici pietre di fondamento della Nuova Gerusalemme. — Riv. 21:14.
19. I dedicati e battezzati testimoni di Geova sono ministri di qualche governo? Quanto durerà il loro ministero?
19 In quanto all’essere ministri di un governo, si può dire che i dedicati e battezzati testimoni di Geova sono ministri del più grande governo che esista. Nulla a che vedere con i funzionari dei governi umani, siano questi imperi, regni o democrazie. Sono ministri del Sovrano dell’universo, il Creatore del cielo e della terra. In adempimento di Matteo 24:14 sono gli araldi ufficiali del messianico regno del Re già in carica, Gesù Cristo. Il loro ministero non terminerà con la catastrofica fine del vecchio sistema di cose nell’imminente “grande tribolazione”.
20. Le esortazioni di Paolo riportate in Colossesi 4:17 e in II Timoteo 4:5 si riferivano al comune e ordinario servizio svolto dagli uomini in generale?
20 Difficilmente l’apostolo Paolo poteva riferirsi ai comuni e ordinari servizi svolti dagli uomini del mondo in generale quando scrisse al suo conservo cristiano Archippo: “Continua a vigilare sul ministero che hai accettato dal Signore, affinché tu l’adempia”. (Col. 4:17) Durante la sua ultima prigionia Paolo scrisse a Timoteo, suo compagno nell’opera missionaria: “Fa l’opera [èrgon, in greco] di evangelizzatore, compi pienamente il tuo ministero”. (II Tim. 4:5) Queste istruzioni ispirate date a fedeli ministri della primitiva congregazione cristiana sono ottime esortazioni per tutti i dedicati e battezzati testimoni di Geova che vivono in questo “tempo della fine” del vecchio sistema di cose condannato, a eterna gloria di Dio. — Dan. 12:4.
[Nota in calce]
a Nel lontano 383 E.V., anno in cui cominciò a tradurre la Vulgata latina dalle lingue originali, Girolamo rese popolari alcuni termini religiosi fra i cristiani di lingua latina, usando la parola latina minister da Matteo 20:26 in poi; il termine latino ministerium (“ministero”) da Luca 10:40 in poi; e il verbo ministrare (“servire”) da Matteo 4:11 in poi.
Il latino era la lingua diplomatica internazionale del mondo occidentale. Nel 1378, l’anno del “Grande scisma d’Occidente”, che coinvolse il papato, John Wycliffe pubblicò la sua traduzione del Nuovo Testamento (le Scritture Greche Cristiane) “Wycliffe tradusse direttamente dalla Vulgata latina, non ritenendosi competente per tradurre dalle lingue originali, l’ebraico e il greco. La sua versione è piuttosto letterale e piana, ma rigida e latineggiante; molto meno però di molti altri scritti di Wycliffe”. (Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Vol. X, pagina 1043, colonna 1, alla voce “Wycliffe”) Quindi nel XIV secolo Wycliffe usò il termine “ministro”. Non c’è dubbio che William Tyndale “ne fece largo uso nella sua traduzione dalle lingue originali”. In Romani 13:4 la traduzione di Wycliffe dice: “Egli è il ministro di Dio”. In Romani 11:13: “Onorerò il mio ministerio”. — Oxford, Clarendon Press.
[Riquadro a pagina 22]
“Lo spirito del Signore Geova è su di me, per . . . proclamare l’anno di buona volontà da parte di Geova e il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. — Isa. 61:1, 2.
[Riquadro a pagina 23]
“Estranei effettivamente staranno in piedi e pascoleranno i greggi, . . . e in quanto a voi, sarete chiamati sacerdoti di Geova; si dirà che siete ministri del nostro Dio”. — Isa. 61:5, 6.