Domande dai lettori
◆ A pagina 79 del libro “Nuovi Cieli e Nuova Terra”, il paragrafo 5 dice perché Geova Dio non abbia distrutto Satana il Diavolo, il grande Serpente, nel giardino d’Eden subito dopo che aveva indotto Eva ed Adamo a peccare. Poi il paragrafo termina dicendo: “Fino a quel tempo [cioè, fino alla ribellione di Satana nel giardino d’Eden] non vi era stata né la morte né l’uccisione di alcun angelo, e la Parola di Dio dice chiaramente che questo non avverrà fino alla ‘guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente’, nel nostro giorno”. Significa questo che ci si può riferire all’inabissamento degli angeli degradati alla futura battaglia di Armaghedon come ad un’uccisione?
Sì, questo è evidentemente ciò che il libro vuol dire con quella dichiarazione. Satana il Diavolo è il principe o governante di tutti gli spiriti demonici. Egli sarà inabissato con loro nel momento culminante della battaglia di Armaghedon in adempimento alla profezia di Apocalisse 20:1-3, in cui si legge: “Vidi un angelo scendere giù dal cielo con la chiave dell’abisso e una gran catena in mano. E prese il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso che chiuse e suggellò su di lui, onde non traviasse più le nazioni finché i mille anni fossero finiti. Dopo queste cose egli deve essere sciolto per un po’ di tempo”.
Questo inabissamento di Satana e delle sue legioni di demoni ad Armaghedon è evidentemente la ferita a cui Geova Dio si riferì nel giardino d’Eden, quando disse al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei. Questa [cioè, la progenie di lei] ti ferirà la testa e tu le ferirai il calcagno”. (Gen. 3:15) Ferire un serpente alla testa significherebbe ucciderlo o metterlo a morte. Che la ferita alla testa dell’“originale Serpente”, Satana il Diavolo, debba aver luogo alla battaglia di Armaghedon, e che significhi la sua morte, si vede chiaramente da ciò che l’apostolo Paolo scrive ai cristiani in Romani 16:20. Pur millenovecento anni fa, l’apostolo Paolo scrisse: “Da parte sua, l’Iddio che dà pace schiaccerà fra breve Satana sotto i vostri piedi”.
Gli unti cristiani, coloro che camminano nelle orme del Signore Gesù Cristo, fanno parte della progenie della donna di Dio sotto i cui piedi la testa dell’“originale Serpente”, Satana, sarà fra breve schiacciata. Oggi sulla terra vi è soltanto un rimanente di alcune migliaia di questi unti cristiani, secondo le disponibili ed autentiche registrazioni. Se Satana deve essere schiacciato fra breve sotto i loro piedi da Geova Dio, mediante il suo Re Gesù Cristo, allora ciò deve avvenire nella prossima battaglia di Armaghedon, nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”. Schiacciare Satana o ferirlo alla testa e l’inabissamento di Satana e dei suoi demoni devono essere la stessa cosa.
A questo inabissamento di Satana il Diavolo, che è il dio e l’invisibile re dell’antitipica Babilonia, fu profeticamente fatto riferimento nel quattordicesimo capitolo d’Isaia. In tale capitolo l’ambizioso re di Babilonia, che aspirava a rendersi simile all’Altissimo Dio, raffigura Satana il Diavolo. A cominciare dal versetto 15, Geova Dio dice riguardo alla rovina del re di Babilonia: “Invece t’han fatto discendere nel soggiorno de’ morti, nelle profondità della fossa! . . . Tutti i re delle nazioni, tutti quanti riposano in gloria ciascuno nella propria dimora; ma tu sei stato gettato lungi dalla tua tomba come un rampollo abominevole coperto di uccisi trafitti colla spada, calati sotto i sassi della fossa, come un cadavere calpestato. Tu non sarai riunito a loro nel sepolcro perché hai distrutto il tuo paese, hai ucciso il tuo popolo; della razza de’ malfattori non si ragionerà mai più”. — Isa. 14:15-20, VR.
Il re dell’antica Babilonia fu effettivamente messo a morte al tempo della distruzione della città nel 539 a.C. L’adempimento letterale di questa profezia sul re dell’antica Babilonia quando fu messo a morte fu perciò una conferma del fatto che questa profezia avrà il suo adempimento in senso completo con l’inabissamento di Satana il Diavolo e di tutti i suoi angeli demonici alla battaglia di Armaghedon. Il fatto che si faccia riferimento al luogo dove il Diavolo è imprigionato per mille anni come all’abisso non dovrebbe impedire di comprendere che è messo a morte. In Romani 10:6, 7 l’“abisso” è usato per indicare il luogo di morte dal quale l’individuo è risuscitato alla vita. In tal caso l’abisso si riferisce alla tomba commemorativa nella quale il Signore Gesù Cristo giacque morto per parte di tre giorni e dalla quale fu risuscitato mediante la potenza di Geova; poiché in Romani 10:6, 7 si legge: “La giustizia che viene dalla fede parla in questo modo: ‘Non dire in cuor tuo: “Chi salirà al cielo?” cioè, per far discendere Cristo; oppure: “Chi scenderà nell’abisso?” cioè, per far risalire Cristo dai morti’”.
Gesù Cristo giacque morto per parte di tre giorni in quell’abisso, perché era stato ferito al calcagno dall’originale Serpente. Se nel suo caso l’abisso significava il luogo di morte dal quale fu riportato in vita, allora l’abisso nel quale getterà Satana il Diavolo e i suoi demoni alla battaglia di Armaghedon e nel quale li imprigionerà per mille anni deve similmente riferirsi a un luogo di morte dal quale Satana il Diavolo e i suoi demoni saranno tratti fuori alla fine dei mille anni del regno di Cristo, per mettere alla prova decisiva l’umanità restaurata ed ubbidiente, per provare la sua incrollabile lealtà ed integrità. L’inabissamento dell’originale Serpente, Satana il Diavolo, nel momento culminante della battaglia di Armaghedon, sarà pertanto l’adempimento della profezia edenica secondo cui egli avrebbe dovuto essere ferito alla testa dalla progenie della donna di Dio. Possiamo riferirci ad esso come ad un’uccisione.