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TempioAusiliario per capire la Bibbia
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doveva misurare 500 cubiti per lato). (Ezec. 40:19, 23, 27) Nel cortile interno spiccava l’altare. — 43:13-17; vedi ALTARE (Altare del tempio di Ezechiele).
L’edificio del santuario
Nel primo locale del santuario, lungo quaranta cubiti (20,8 m) e largo venti cubiti (10,4 m), si entrava attraverso una porta a due battenti. (Ezec. 41:23, 24) All’interno c’era “la tavola che è dinanzi a Geova”, un altare di legno. — 41:21, 22.
Incorporate nelle pareti esterne del santuario e appoggiate a queste c’erano camere laterali larghe quattro cubiti (2 m). Disposte su tre piani, trenta camere per piano coprivano le pareti O, N e S. (Ezec. 41:5, 6) Per salire i tre piani, a N e a S c’erano delle scale a chiocciola. (41:7) Sul retro o a O del tempio, pare in direzione N-S, c’era un ‘edificio a ovest’ detto binyàn. (41:12) Benché alcuni studiosi abbiano tentato di identificarlo col tempio o santuario stesso, un’identificazione del genere non trova alcuna conferma nel libro di Ezechiele; per cominciare l’‘edificio a ovest’ aveva forma e dimensioni diverse da quelle del santuario. Questa costruzione senza dubbio aveva qualche funzione in relazione ai servizi svolti nel santuario. Potevano esserci uno o più edifici simili a O del tempio di Salomone. — Confronta II Re 23:11 e I Cronache 26:18.
Il Santissimo aveva la stessa forma di quello del tempio di Salomone, essendo un cubo di venti cubiti per lato. Nella visione Ezechiele vide la gloria di Geova venire da E e riempire il tempio. Geova definì questo tempio “il luogo del mio trono”. — Ezec. 43:1-7.
Mura esterne
Tutto attorno al tempio Ezechiele descrive un muro che misurava 500 canne (ca. 1.550 m) per lato. Secondo alcuni studiosi si doveva trattare di un muro distante circa 600 metri dal cortile, spazio circondato dal muro “per fare una divisione fra ciò che è santo e ciò che è profano”. — Ezec. 42:16-20.
TEMPLI SPIRITUALI
Dio non permetterà che il tempio spirituale composto di “pietre viventi” sia contaminato e quindi disapprovato e abbandonato, come accadde ai templi terreni. (I Piet. 2:5) Paolo sottolinea la santità di questo tempio spirituale, e il pericolo che corre chiunque cerchi di contaminarlo, scrivendo: “Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo spirito di Dio dimora in voi? Se alcuno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui; poiché il tempio di Dio è santo, il quale tempio siete voi”. (I Cor. 3:16, 17) Dice per esempio che se uno facente parte del corpo del Cristo commettesse fornicazione sottrarrebbe un membro a Cristo e diverrebbe membro di (una sola carne con) una meretrice. Quindi fa notare che, come corpo, questi cristiani costituiscono un tempio dello spirito santo che appartiene a Dio, e non appartengono a se stessi, essendo stati comprati a prezzo per glorificare Dio, come i templi letterali. (I Cor. 6:15-20) Così Geova assicura che il tempio spirituale sarà sempre santo, escludendo eventuali contaminatori e permettendo che ne facciano parte solo coloro che rimangono retti.
Gesù Cristo promette ai cristiani generati dallo spirito che il vincitore, il quale rimane fedele sino alla fine, diventerà ‘colonna nel tempio del suo Dio, e non ne uscirà più’. Questo significava un posto permanente in quell’edificio spirituale nei cieli, poiché la principale Pietra angolare è in cielo, e aggiunge: “Scriverò su di lui il nome . . . della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio”. — Riv. 3:12.
Nella visione di Rivelazione, Giovanni vide anche Geova Dio intronizzato in un ambiente simile all’interno del tempio di Salomone. Geova non era intronizzato nel tempio di Salomone, ma una luce miracolosa era sospesa sopra l’arca del patto. In quel tempio c’erano dieci candelabri. Nella visione Giovanni ne vide sette. E come nel cortile del tempio di Salomone c’era il grande “mare fuso” di rame, così Giovanni vide davanti al trono, per così dire, “un mare di vetro simile a cristallo”. — Riv. 4:2-6; II Cron. 4:2, 7.
Il santuario del tempio in cielo è menzionato diverse volte in Rivelazione. Dio vi appare presente per il giudizio insieme ai santi angeli. (Riv. 14:17; 15:5-8; 16:1, 17) In un caso si vede l’arca del patto, a indicare che Geova Dio aveva a che fare col tempio celeste, e non l’aveva abbandonato, come aveva abbandonato il tempio di Erode. Dio aveva dato prova di ciò quando la cortina del Santissimo si squarciò in due al momento della morte di Gesù, rivelando l’assenza dell’Arca nel tempio terreno. — Riv. 11:19; Matt. 27:51.
Quando vede la Nuova Gerusalemme scendere dal cielo, Giovanni osserva: “E non vidi in essa alcun tempio, poiché Geova Dio, l’Onnipotente, è il suo tempio, e lo è l’Agnello”. (Riv. 21:2, 22) Dal momento che la Nuova Gerusalemme stessa è un tempio, costruito su Cristo e sulle fondamenta secondarie dei dodici apostoli dell’Agnello (Efes. 2:20; Riv. 3:12; 21:14), quelli che ne fanno parte non devono recarsi in qualche edificio per adorare Geova Dio, ma lo adorano direttamente; Gesù Cristo, il Sommo Sacerdote di Geova, pure dimora proprio lì quale simbolico marito della città. Perciò viene detto che Geova Dio e l’Agnello, Gesù Cristo, sono il tempio di questa città celeste.
UN IMPOSTORE
L’apostolo Paolo, nell’avvertire dell’apostasia avvenire, parlò di un “uomo dell’illegalità” che si sarebbe innalzato “così che si mette a sedere nel tempio del Dio, mostrando pubblicamente d’essere un dio”. (II Tess. 2:3, 4) Poiché questo “uomo dell’illegalità” è un apostata, un falso insegnante, egli fa solo apparire di far parte del tempio spirituale. (Vedi UOMO DELL’ILLEGALITÀ). In questo modo “si mette a sedere nel tempio del Dio”. Ciò mostra che, per quanto ‘illegale’, pretende di essere cristiano.
UN’ILLUSTRAZIONE
Una volta gli ebrei chiesero un segno a Gesù, ed egli rispose: “Abbattete questo tempio, e in tre giorni lo rialzerò”. Gli ebrei pensavano che parlasse dell’edificio del tempio, ma l’apostolo Giovanni spiega che “egli parlava del tempio del suo corpo”. Quando Gesù fu risuscitato dal Padre suo Geova il terzo giorno dalla morte, i discepoli ricordarono e compresero quelle parole e vi credettero. (Giov. 2:18-22; Matt. 27:40) Fu risuscitato, ma non con il suo corpo carnale, che era stato offerto come sacrificio di riscatto; eppure quel corpo carnale non si decompose, ma fu eliminato da Dio, come un sacrificio consumato sull’altare. Gesù, una volta risuscitato, era la stessa persona, aveva la stessa personalità, in un nuovo corpo fatto per la sua nuova dimora, i cieli spirituali. — Luca 24:1-7; I Piet. 3:18; Matt. 20:28; Atti 2:31; Ebr. 13:8.
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Tempo della fineAusiliario per capire la Bibbia
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Tempo della fine
Geova Dio, per mezzo dei suoi profeti, a volte ha rivelato ciò che sarebbe accaduto al termine di certi periodi di tempo. Per esempio, Gerusalemme doveva essere ripopolata e il suo tempio ricostruito alla fine di settant’anni di desolazione. (II Cron. 36:20-23;
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