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‘Conosceranno che un profeta è stato in mezzo a loro’La Torre di Guardia 1972 | 15 settembre
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interessa non solo di rivendicare il suo proprio nome ma anche di rivendicare il suo “profeta”. Per mezzo di un altro suo antico profeta, Isaia, disse ai Giudei come dice oggi alla cristianità: “Ecco, i miei propri servitori grideranno di gioia a causa della buona condizione del cuore, ma voi stessi emetterete grida a causa del travaglio del cuore e urlerete a causa dell’assoluto abbattimento di spirito”. — Isa. 65:14.
Anche oggi udiamo lamentele dalle chiese della cristianità circa il ridotto numero di persone che vanno in chiesa e vediamo molti giovani che abbandonano il sacerdozio e la professione di ministri. Tuttavia nello stesso tempo vediamo prosperità spirituale e contentezza fra quelli che proclamano il messianico regno di Geova. Possiamo attendere un adempimento anche più notevole delle parole d’Isaia nel prossimo futuro.
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Prova di umiltàLa Torre di Guardia 1972 | 15 settembre
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Prova di umiltà
L’UMILTÀ è una qualità che il Sovrano dell’universo, Geova Dio, cerca in quelli che onora impiegandoli nel suo servizio. La Bibbia ci dice: “Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. — Giac. 4:6.
Benché supremo, Geova Dio è umile. Com’è possibile? Che Dio sia umile, naturalmente, non significa che si sottometta ad altri. Piuttosto significa che è sempre pronto e disposto a esercitare misericordia verso gli umili peccatori che sinceramente desiderano la sua approvazione. Uno che lo capì fu il re Davide. Dopo che Geova l’ebbe liberato dai suoi nemici, Davide cantò: “Tu mi darai il tuo scudo di salvezza, ed è la tua umiltà che mi fa grande”. (2 Sam. 22:36) Sì, Geova si degnò umilmente di venire in aiuto di un uomo imperfetto (benché giusto di cuore), Davide, e così lo fece grande.
Il primogenito Figlio di Dio, Gesù Cristo, pure rispecchiò l’umiltà. (Filip. 2:5-8) Come uomo perfetto, non fu mai ipercritico o arrogante verso le persone peccatrici fra cui visse e lavorò. La pietà e la compassione lo spinsero ad aiutare altri spiritualmente e fisicamente. — Matt. 9:36.
Come Gesù Cristo, milioni di fedeli angeli hanno mostrato umiltà sia nell’atteggiamento che nelle azioni. L’angelo impiegato per trasmettere una rivelazione profetica all’apostolo Giovanni riconobbe umilmente: “Io sono compagno di schiavitù tuo e dei tuoi fratelli”. (Riv. 22:9) E degli angeli nell’insieme Gesù disse: “C’è gioia fra gli angeli di Dio per un peccatore che si pente”. (Luca 15:10) Questa gioia è davvero un’indicazione di grande umiltà. In che senso?
Ebbene, nel primo secolo E.V. i peccatori pentiti avevano la prospettiva di divenire membri del regno celeste. Tutti quelli che in seguito furono fedeli sino alla morte dovevano divenire re-sacerdoti associati al Signore Gesù Cristo, conseguendo una posizione più alta di quella degli angeli. (1 Cor. 6:2, 3; 2 Tim. 2:11, 12; Riv. 20:6) Tuttavia gli angeli non si sentirono trascurati perché Geova Dio non li aveva scelti nonostante il loro passato di leale servizio che risaliva a molto tempo prima che fosse creato l’uomo. No, si rallegrarono, comprendendo che ciò che questi uomini avevano affrontato e superato li preparava per servire come comprensivi e misericordiosi re e sacerdoti. — Si paragoni Ebrei 4:14-16.
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