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Liberto, uomo liberoAusiliario per capire la Bibbia
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armena sarebbero “Libi”, cioè persone provenienti dalla Libia. — Atti 6:9.
Come indicano le Scritture, anche se un cristiano è schiavo di un padrone terreno, in realtà è un liberto di Cristo, liberato dalla schiavitù al peccato e alla morte. Ma essendo stato acquistato al prezzo del prezioso sangue di Gesù, il cristiano che è libero in senso fisico è schiavo di Dio e di Gesù Cristo, ha l’obbligo di ubbidire ai loro comandi. Questo indica che la libertà degli esseri umani è sempre relativa, mai assoluta. Perciò dal punto di vista di Dio nella congregazione cristiana non c’è differenza fra schiavo e libero. Inoltre la libertà che il cristiano possiede non gli permette di usarla come scusa per tenere una condotta moralmente sbagliata. — I Cor. 7:22, 23; Gal. 3:28; Ebr. 2:14, 15; I Piet. 1:18, 19; 2:16.
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LibiaAusiliario per capire la Bibbia
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Libia
(Lìbia), LIBI.
L’antica Libia occupava parte dell’Africa settentrionale a O dell’Egitto. Si ritiene generalmente che il termine ebraico Luvìm designasse i suoi abitanti. (II Cron. 12:3; “Libi”, LXX, CEI, NM, VR, ecc.) Se Luvìm è una variante di Lehavìm (Leabim), questo potrebbe indicare che almeno alcuni abitanti della Libia erano discendenti di Cam per mezzo di Mizraim. (Gen. 10:13) L’idea tradizionale ebraica espressa negli scritti di Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, Libro I, cap. VI, 2) era che i libi fossero discendenti di Cam per mezzo di Put. (Gen. 10:6) Inoltre la Settanta greca e la Vulgata latina hanno “Libia” e “Libi” in quattro casi dove il testo ebraico ha “Put”. (Ger. 46:9; Ezec. 27:10; 30:5; 38:5) È possibile che i discendenti sia di Put che di Mizraim si fossero stabiliti nella regione geografica dell’Africa settentrionale che fu poi chiamata Libia. Questo indicherebbe che il significato del termine “Libi” è più ampio di quello del termine ebraico Luvìm.
Un antico dipinto murario egiziano raffigura diversi uomini di pelle chiara, forse libi. I berberi, ritenuti discendenti dei libi, sono fondamentalmente “bianchi” e di solito hanno occhi e capelli scuri. Attualmente non si può determinare con sicurezza se i libi fossero in origine di pelle scura. Matrimoni misti con popoli di pelle chiara potrebbero naturalmente aver modificato il loro aspetto.
Sisac re d’Egitto, forse Sheshonk il fondatore della cosiddetta “dinastia libica”, invase il paese di Giuda nel quinto anno del regno di Roboamo (993-992 a.E.V.) e conquistò numerose città. Il suo potente esercito di carri e cavalieri includeva dei libi. Anche se Gerusalemme fu risparmiata, Sisac s’impadronì dei suoi tesori. (I Re 14:25, 26; II Cron. 12:2-9) Circa ventisei anni più tardi (967-966 a.E.V.) c’erano rappresentanti della Libia anche fra le truppe dell’etiope Zera, che avanzarono in Giuda ma subirono un’umiliante sconfitta. (II Cron. 14:9-13; 16:8) Nel VII secolo a.E.V. l’intervento di libi e di altri non poté evidentemente salvare la città egiziana di No-Amon dalle mani degli assiri. (Naum 3:7-10) Fu predetto che libi ed etiopi avrebbero seguito i “passi” del “re del nord”, indicando che quegli ex alleati dell’Egitto sarebbero caduti in suo potere. — Dan. 11:43.
Nel 33 E.V. fra gli ebrei e i proseliti presenti a Gerusalemme per la festa di Pentecoste c’erano alcuni provenienti dalle “parti della Libia, che è verso Cirene”, cioè la parte occidentale dell’antica Libia. Probabilmente alcuni di loro furono battezzati in seguito al discorso di Pietro e portarono poi il messaggio cristiano nel loro paese d’origine. — Atti 2:10.
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LibnaAusiliario per capire la Bibbia
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Libna
(Lìbna) [testimone].
Città e residenza reale cananea di cui Giosuè si era impadronito prima della conquista di Lachis. (Gios. 10:29-32, 39; 12:15) Libna era una delle città del territorio di Giuda attribuite ai “figli di Aaronne”. (Gios. 15:21, 42; 21:13; I Cron. 6:57) Secoli più tardi vi abitava il suocero del re Giosia. — II Re 23:31; 24:18; Ger. 52:1.
Nel X secolo a.E.V., durante la rivolta degli edomiti, anche Libna si ribellò contro Ieoram re di Giuda. (II Re 8:22; II Cron. 21:10) Nel 732 a.E.V. l’esercito di Sennacherib re d’Assiria da Lachis mosse contro Libna. Da Lachis questi aveva mandato un distaccamento militare a minacciare Gerusalemme. Mentre erano a Libna gli assiri ricevettero notizia che Tiraca re d’Etiopia intendeva muovere loro guerra. Perciò Sennacherib, per affrettare la resa di Gerusalemme, mandò una seconda volta messaggeri a Ezechia re di Giuda con lettere intimidatorie. Successivamente un angelo di Geova uccise 185.000 uomini dell’esercito assiro, evidentemente ancora accampato nei pressi di Libna. — II Re 19:8-35; Isa. 37:8-36.
In genere si è favorevoli a identificare l’antica Libna con Tell es-Safi, località che si trova meno di 10 km a O del luogo dove si presume sorgesse Azeca. Questo tell semicircolare, coi suoi dirupi di calcare bianco, costituisce una fortezza natura.
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LibroAusiliario per capire la Bibbia
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Libro
[ebr. sèpher, libro, rotolo, lettera, scritto, documento, registro; gr. bìblos (centro o corteccia interna della pianta di papiro), biblìon, libro, rotolo].
Un antico “libro” poteva essere una tavoletta o una collezione di tavolette di argilla, pietra, cera, legno coperto di cera, metallo, avorio, o anche un gruppo di cocci (gr. òstraka), ecc. I rotoli dei manoscritti erano formati unendo insieme fogli di papiro, pergamena (pelli di animali, come pecore e capre) o del più fine velino, fatto con la pelle di vitellini, e, in seguito, fogli di tela, carta telata, ecc. Successivamente il libro era costituito da una serie di fogli piegati, scritti a mano o stampati, legati, cuciti, incollati o comunque uniti insieme in modo da formare un volume rilegato.
I rotoli di solito erano scritti solo da una parte (se erano di pelle, dalla parte del pelo), e a volte erano arrotolati intorno a un bastone. Il lettore cominciava a leggere a un’estremità, tenendo il rotolo con la sinistra e arrotolandolo intorno al bastone con la destra (se leggeva ebraico; al contrario se leggeva greco). Se il documento era lungo, il rotolo poteva essere arrotolato su due bastoni, con la parte centrale del testo visibile quando lo si prendeva per leggere. Infatti la parola “volume” deriva dal verbo latino volvere, che significa “arrotolare”, e da volumen, che significa “rotolo”.
Normalmente i fogli che servivano per fare i rotoli erano lunghi 23-28 cm e larghi 15-23 cm. Diversi di questi fogli venivano incollati uno accanto all’altro.
Il margine del rotolo veniva rifilato, lisciato con pietra pomice e colorato, in genere di nero. Immergendolo in olio di cedro il rotolo era protetto dagli insetti. Di solito si scriveva da una sola parte del rotolo a meno che non ci fossero più informazioni di quante ce ne stessero all’interno. Perciò a volte si scriveva anche all’esterno, cioè sul retro. I rotoli contenenti i giudizi visti in visione dai profeti Ezechiele e Zaccaria e dall’apostolo Giovanni erano scritti da entrambe le parti. Questo sembra indicare che i giudizi erano importanti, estesi e ponderosi. — Ezec. 2:10; Zacc. 5:1-3; Riv. 5:1.
I documenti importanti venivano sigillati con un po’ di argilla o cera, unita al documento da legacci,
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