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MondoAusiliario per capire la Bibbia
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rimanere puri e senza macchia da tale corruzione e contaminazione del mondo, non avendo rapporti amichevoli col mondo, per non essere condannati anche loro. (I Cor. 11:32; Giac. 1:27; 4:4; II Piet. 1:4; 2:20; confronta I Pietro 4:3-6). Non possono lasciarsi guidare dalla sapienza del mondo, che è stoltezza agli occhi di Dio, e neanche ‘respirare’ lo “spirito del mondo”, cioè la sua forza operante egoista e peccaminosa. (I Cor. 1:21; 2:12; 3:19; II Cor. 1:12; Tito 2:12; confronta Giovanni 14:16, 17; Efesini 2:1, 2; I Giovanni 2:15-17). Così per mezzo della fede ‘vincono il mondo’ dell’ingiusta società umana, come l’ha vinto il Figlio di Dio. (Giov. 16:33; I Giov. 2:17; 4:4; 5:4, 5) Tale ingiusta società umana è destinata a scomparire distrutta da Dio (I Giov. 2:17), come perì l’empio mondo antidiluviano. — II Piet. 3:6.
Fine di un mondo empio; preservato il mondo dell’umanità
Quindi il kòsmos per cui Gesù è morto dev’essere il mondo del genere umano visto semplicemente come famiglia umana, come ogni carne o essere umano di carne. (Giov. 3:16, 17) In quanto al mondo nel senso di società umana ostile a Dio, Gesù non pregò per tale mondo, ma solo per quelli che ne erano usciti e avevano riposto fede in lui. (Giov. 17:8, 9) E come della carne umana sopravvisse alla distruzione del mondo o empia società umana nel Diluvio, così Gesù spiegò che carne umana sopravvivrà alla grande tribolazione che paragonò al Diluvio. (Matt. 24:21, 22, 36-39; confronta Rivelazione 7:9-17). Il “regno del mondo” (volendo evidentemente dire del genere umano) deve, come è stato promesso, diventare “il regno del nostro Signore e del suo Cristo”, e coloro che regneranno con Cristo nel regno celeste “regneranno sulla terra”, quindi sull’umanità al di fuori dell’empia società umana deceduta, dominata da Satana. — Riv. 11:15; 5:9, 10.
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MonetaAusiliario per capire la Bibbia
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Moneta
Mezzo di scambio. Nell’antichità spesso si barattavano capi di bestiame, vale a dire una cosa veniva data in cambio di un’altra, e questo evidentemente è il più antico metodo di transazione commerciale. Indicativo è il fatto che il termine latino pecunia (da cui il nostro aggettivo “pecuniario”) deriva da pecus, che significa “bestiame”. Tuttavia bestiame (Gen. 47:17) e viveri (I Re 5:10, 11) non erano sempre un comodo mezzo di scambio, perciò si cominciarono a usare metalli come oro e argento. Già all’epoca di Abraamo metalli preziosi servivano come mezzo di scambio. Ma non si trattava di moneta coniata in modo convenzionale. Si trattava di argento e oro, senza dubbio per comodità sotto forma di lingotti, anelli, braccialetti o altri oggetti aventi un determinato peso. (Confronta Genesi 24:22; Giosuè 7:21). Spesso gli oggetti di metallo venivano pesati dagli interessati quando avveniva il pagamento. — Gen. 23:15, 16; Ger. 32:10.
Dato che nelle transazioni commerciali si usavano pesi, è comprensibile che questi avessero anche valore monetario. (Vedi PESI E MISURE). Presso gli israeliti esistevano cinque unità principali: ghera, mezzo siclo (bèga‘), siclo, mina (manèh) e talento. (Eso. 25:39; 30:13; 38:25, 26; I Re 10:17; Ezec. 45:12; vedi GHERA; MINA; SICLO; TALENTO). Il loro valore equiparato è indicato sotto:
1 ghera = 1/20 di siclo
1 bèga’ = 10 ghera
1 siclo = 2 bèga’
1 mina = 50 sicli
1 talento = 60 mine
Il valore del “pezzo di denaro” (ebr. gesitàh) menzionato in Genesi 33:19, Giosuè 24:32 e Giobbe 42:11 non può essere stabilito con precisione. Pure incerto è il valore del “pim”, che forse equivaleva a circa due terzi del siclo. — I Sam. 13:21.
MONETE NELLE SCRITTURE EBRAICHE
Si ritiene che le prime monete siano state coniate verso il 700 a.E.V. Perciò gli israeliti probabilmente usarono le prime monete coniate nel loro paese dopo il ritorno dall’esilio in Babilonia. I libri della Bibbia posteriori all’esilio menzionano il darico persiano (I Cron. 29:7; Esd. 8:27) e la dracma (darkemòhn), pari generalmente al darico. (Esd. 2:69; Nee. 7:70-72) Il darico d’oro persiano pesava gr 8,4 circa. — Vedi DARICO: DRAMMA o DRACMA.
MONETE DELL’EPOCA DELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE
Nelle Scritture Greche Cristiane sono menzionate le seguenti monete: leptòn (Giudea, rame o bronzo), quadrans (Roma, rame o bronzo), as o assàrion (Roma e province, rame o bronzo), denarius (Roma, argento), drakhmè (Grecia, argento), dìdrakhmon (Grecia, argento) e statèr (Grecia, argento; ritenuto da alcuni il tetràkhmon di Antiochia o di Tiro). (Matt. 5:26; 10:29; 17:24, 27; 20:10; Mar. 12:42; Luca 12:6, 59; 15:8; 21:2, Int; vedi DENARO; STATERE). Le unità monetarie di valore molto maggiore, quali la mina e il talento, erano pesi non monete. (Matt. 18:24; Luca 19:13-25) La tabella che segue indica l’equivalenza fra le varie unità monetarie.
1 leptòn = 1/, quadrans
1 quadrans= 2 leptà
1 as (assàrion) = 4 quadrantes
1 denaro = 16 asses
1 dramma = 1 denaro ca.
1 didramma= 2 dramme
1 tetradramma = 4 dramme (statere, ritenuto uguale al tetradramma)
1 mina (argento) = 100 dramme
1 talento (argento) = 60 mine
POTERE D’ACQUISTO
L’equivalente moderno delle monete antiche non dà un’idea precisa del loro valore. La Bibbia invece fornisce informazioni circa il loro potere d’acquisto e questo aiuta a capire che valore avevano un tempo. All’epoca del ministero terreno di Gesù i braccianti agricoli ricevevano di solito un denaro per una giornata lavorativa di dodici ore. (Matt. 20:2) Si presume che all’epoca delle Scritture Ebraiche la paga fosse più o meno uguale. In tal caso un siclo d’argento equivarrebbe al salario di tre giorni.
Il prezzo di uno schiavo era trenta sicli d’argento (salario di novanta giorni?). (Eso. 21:32; confronta Levitico 27:2-7). Il profeta Osea acquistò una donna per quindici pezzi d’argento e un homer e mezzo (15 efa) di orzo. Probabilmente tale pagamento equivaleva all’intero prezzo di uno schiavo. In tal caso un’efa (22 litri) di orzo allora valeva un siclo. — Osea 3:2.
In tempi di scarsità i prezzi salivano bruscamente. Gli ottanta pezzi d’argento (salario di 240 giorni) con cui un tempo si potevano acquistare otto homer (1.760 litri) di orzo, durante un assedio potevano pagare solo l’ossuta testa di un asino, animale che secondo la legge mosaica non era neanche commestibile. — II Re 6:25; confronta Osea 3:2.
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