PICCIONE
[ebr. yohnàh, gohzàl (giovane piccione; [uccello] piccolo); gr. peristerà].
Il termine ebraico yohnàh può riferirsi sia alla colomba che al piccione. Anche in italiano, nell’uso comune, la distinzione fra i due non è ben definita, ma di solito vengono chiamati piccioni quelli più grossi, specie quelli domestici e quindi non migratori. Come la colomba, il piccione è un uccello dal corpo robusto, zampe corte e piumaggio liscio e compatto. — Vedi COLOMBA.
Di regola le traduzioni della Bibbia rendono l’ebraico yohnàh “piccione” solo nei versetti che riguardano i sacrifici, in cui sono sempre menzionate anche le “tortore” (ebr. torìm). L’espressione “giovani piccioni” in ebraico è letteralmente “figli del piccione”. Allo stesso modo delle tortore, i piccioni potevano essere offerti in olocausto (Le 1:14); chi era troppo povero per permettersi un’agnella o una capretta come offerta per la colpa poteva presentare un paio di piccioni (Le 5:5-7); un piccione (o anche una tortora) come offerta per il peccato doveva accompagnare l’offerta di un giovane montone nei riti di purificazione della donna che aveva partorito un figlio, oppure, se la donna era nell’impossibilità di offrire un montone, poteva offrire “due giovani piccioni” (Le 12:6-8) (come avvenne per la purificazione di Maria dopo la nascita di Gesù; Lu 2:22-24); e l’offerta di un paio di piccioni o di tortore faceva parte delle offerte di purificazione dopo la guarigione da uno scolo seminale (Le 15:13, 14, 28, 29). Potevano essere offerti anche in relazione alla purificazione dei nazirei. — Nu 6:10.
Molte famiglie ebraiche senza dubbio allevavano piccioni, tuttavia l’espressione “se non ha i mezzi per due tortore o due giovani piccioni” indica che quelli per i sacrifici spesso venivano acquistati. — Le 5:11.
Si pensa che il termine ebraico gohzàl, usato nel descrivere l’offerta fatta da Abraamo quando “Geova concluse con Abramo un patto”, indichi “un giovane piccione”. (Ge 15:9, 18) Questo a motivo della costante associazione del piccione con la tortora nei sacrifici prescritti dalla Legge data in seguito a Israele. Lo stesso termine ebraico, al plurale, è tradotto “piccoli” (dell’aquila) in Deuteronomio 32:11. C’era senz’altro anche un piccione nel sacrificio offerto in precedenza da Noè, dato che il sacrificio incluse esemplari “di tutte le creature volatili”. — Ge 8:20.
Permettendo di scegliere fra giovani piccioni e tortore, la Legge veniva incontro agli ebrei, poiché la maggior parte delle tortore migravano lasciando il paese d’Israele durante i mesi invernali, mentre i piccioni stanziali si potevano trovare tutto l’anno.
Il piccione ha notevoli doti di velocità e resistenza nel volo, ed è in grado anche di superare gli 80 km orari. Per la sua istintiva capacità di orientarsi fu impiegato fin dall’antichità per portare messaggi. A differenza dei navigatori umani che dipendono da cronometri e sestanti per determinare la loro posizione, i piccioni viaggiatori sanno quasi istantaneamente — percependo il campo magnetico terrestre e regolandosi con la posizione del sole — in quale direzione volare, anche se liberati in un territorio sconosciuto a centinaia di chilometri da casa. Tengono automaticamente conto del moto apparente del sole così da non sbagliare direzione.
Comuni quanto le galline in molte parti della terra, i piccioni differiscono dagli altri volatili domestici non solo per la loro eccezionale attitudine al volo, ma anche per la loro conformazione e per il fatto che sono monogami. A differenza del gallo, il fedele piccione maschio aiuta la femmina a costruire il nido e a covare le uova. I piccioni differiscono da tutti gli altri uccelli per come nutrono i piccoli col cosiddetto “latte del gozzo”, sostanza giallastra secreta nel gozzo dei piccioni adulti. I piccioni giovani sono un alimento comune in molti paesi.