EBAL
(Èbal).
1. Terzo figlio in ordine di menzione dello sceicco oreo Sobal, discendente di Seir. (Ge 36:20, 23; 1Cr 1:40) Gli orei dimoravano in Seir prima di essere spodestati e annientati dai figli di Esaù. — De 2:12.
2. Monte della Samaria, ora chiamato Gebel Eslamiyeh (Har ʽEval). Il monte Ebal si trova di fronte al monte Gherizim, da cui è separato dalla valle di Sichem (valle di Nablus), una valle bella e stretta in cui si trova la città di Nablus, non lontano dall’antica Sichem. Solo sulle pendici più basse il monte è coperto di vegetazione, come viti e olivi, mentre i pendii più alti sono spogli e sassosi. Come altri monti della Samaria, l’Ebal è formato internamente di calcare compatto che in superficie diventa friabile. Si trova a NE del monte Gherizim e raggiunge un’altitudine di oltre 900 m sul livello del Mediterraneo. L’Ebal e il Gherizim si trovano entrambi a O del Giordano. — De 11:29, 30.
Guardando verso N dalla cima dell’Ebal si può vedere gran parte della Galilea e anche il monte Ermon. Al S si vedono le alture nei pressi di Gerusalemme e ad O la pianura di Saron e il Mediterraneo. Ad E lo sguardo può arrivare fino alla regione dell’Auran oltre il Giordano. Una volta Abramo (Abraamo) si accampò nella valle fra questi due monti, vicino ai grossi alberi di More. — Ge 12:6.
Mosè disse agli israeliti che quando Geova li avrebbe introdotti nel paese del quale dovevano prendere possesso, essi avrebbero dovuto “pronunciare la benedizione sul monte Gherizim e la maledizione sul monte Ebal”. (De 11:29, 30) Diede anche disposizioni affinché venissero scelte grosse pietre non tagliate, da imbiancare con la calce, per poi sistemarle sul monte Ebal. Lì si doveva erigere un altare sul quale offrire sacrifici a Geova. Mosè aggiunse: “Devi scrivere sulle pietre tutte le parole di questa legge, rendendole ben chiare”. — De 27:1-8.
Dopo aver attraversato il Giordano, le tribù di Ruben, Gad, Aser, Zabulon, Dan e Neftali dovevano stare “sul monte Ebal per la maledizione”, mentre le altre tribù dovevano andare “sul monte Gherizim per benedire il popolo”. Avrebbero allora recitato le benedizioni in serbo per quelli che avrebbero ubbidito alla legge di Dio e le maledizioni riservate ai violatori della sua legge. (De 27:12-14) Una volta pronunciate le maledizioni per la disubbidienza, tutto il popolo avrebbe dovuto dire “Amen!”, cioè “Così sia!”, a indicare che era d’accordo sul fatto che i malvagi meritavano la condanna. — De 27:15-26.
Dopo la vittoria riportata da Israele presso Ai, Giosuè, in ottemperanza alle istruzioni di Mosè, costruì un altare a Geova sul monte Ebal. Su pietre (forse, ma non necessariamente, quelle dell’altare stesso) scrisse “una copia della legge di Mosè che egli aveva scritto davanti ai figli d’Israele”. Poi, di fronte alla congregazione d’Israele (inclusi i residenti forestieri) radunata come aveva ordinato Mosè, Giosuè “lesse ad alta voce tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione, conforme a tutto ciò che è scritto nel libro della legge”. Metà della congregazione stava in piedi davanti al monte Ebal e l’altra metà davanti al monte Gherizim, mentre i leviti con l’arca del patto stavano in mezzo. (Gsè 8:30-35) Le pendici dell’Ebal e quelle del Gherizim fornirono un’ottima acustica per l’occasione. Si noti inoltre che queste cose avvennero quasi al centro del paese della promessa e nei pressi del luogo in cui Geova aveva promesso il paese ad Abramo (Abraamo), antenato di Israele. — Ge 12:6, 7.
Secondo la tradizione ebraica, i leviti, in piedi fra l’Ebal e il Gherizim, si rivolgevano verso il monte Gherizim quando pronunciavano una benedizione, alla quale il popolo ivi radunato rispondeva “Amen!” Poi, a quanto si dice, si voltavano verso l’Ebal e pronunciavano una delle maledizioni, alla quale il popolo radunato da quella parte rispondeva “Amen!” Le Scritture, però, non descrivono l’esatta procedura seguita in quella importante occasione.
In Deuteronomio 27:4, nel Pentateuco samaritano, è detto che le pietre dovevano essere erette sul monte “Gherizim”. Tuttavia il testo masoretico, la Vulgata latina, la Pescitta siriaca e la Settanta greca hanno tutti “Ebal”. Giosuè 8:30-32 mostra che le pietre su cui fu scritta “una copia della legge di Mosè” vennero erette da Giosuè sul monte Ebal. — Vedi GHERIZIM.