Libro biblico numero 13: 1 Cronache
Scrittore: Esdra
Dove fu scritto: Gerusalemme (?)
Quando fu completato: ca. 460 a.E.V.
Tempo a cui si riferisce: Dopo 1 Cronache 9:44: 1077–1037 a.E.V.
1. Sotto quali aspetti 1 Cronache è una parte essenziale e utile della narrazione divina?
IL LIBRO di 1 Cronache è solo un arido elenco di genealogie? È una semplice ripetizione dei libri di Samuele e dei Re? Niente affatto! È una parte illuminante ed essenziale della narrazione divina: essenziale all’epoca in cui fu scritta per riorganizzare la nazione e l’adorazione, ed essenziale e utile come modello dell’adorazione divina per i giorni futuri, compresi i nostri. In 1 Cronache si trovano alcune delle più belle espressioni di lode a Geova di tutte le Scritture. Il libro dà meravigliose indicazioni anticipate del giusto Regno di Geova e deve essere studiato con profitto da tutti quelli che sperano in questo Regno. Nel corso dei secoli i due libri delle Cronache sono stati considerati preziosi sia dagli ebrei che dai cristiani. Girolamo, che tradusse la Bibbia, aveva un’opinione così alta di 1 e 2 Cronache che li definì un’“epitome del Vecchio Testamento”, e asserì che “sono di tale elevata essenza e importanza, che chi suppone di avere dimestichezza con gli scritti sacri, e non li conosce, inganna se stesso”.a
2. Perché fu scritto Cronache?
2 Sembra che in origine i due libri delle Cronache fossero un solo libro o rotolo, che in seguito fu diviso per comodità. Perché fu scritto Cronache? Considerate le circostanze. L’esilio in Babilonia era terminato circa 77 anni prima. I giudei si erano ristabiliti nel loro paese. Comunque, c’era la pericolosa tendenza ad allontanarsi dall’adorazione di Geova che si svolgeva presso il ricostruito tempio di Gerusalemme. Esdra era stato autorizzato dal re di Persia a nominare giudici e insegnanti della legge di Dio (e di quella del re) e ad abbellire la casa di Geova. Erano necessarie accurate liste genealogiche per garantire che solo persone autorizzate facessero parte del sacerdozio, e anche per confermare le eredità tribali da cui il sacerdozio era sostenuto. In vista delle profezie di Geova riguardo al Regno, era anche importante avere una registrazione chiara e fidata della discendenza di Giuda e di Davide.
3. (a) Cosa desiderava infondere Esdra nei giudei? (b) Perché diede risalto alla storia di Giuda, e come sottolineò l’importanza della pura adorazione?
3 Esdra desiderava vivamente scuotere dall’apatia i giudei ristabiliti e infondere in loro la consapevolezza di essere veramente gli eredi dell’amorevole benignità di Geova espressa mediante il Suo patto. Nei libri delle Cronache perciò egli mise a loro disposizione un resoconto completo della storia della nazione e delle origini del genere umano, risalendo fino al primo uomo Adamo. Poiché il regno di Davide era il punto focale, Esdra diede risalto alla storia di Giuda, omettendo quasi del tutto quella — assolutamente negativa — del regno delle dieci tribù. Descrisse gli sforzi compiuti dai più grandi re di Giuda per edificare o restaurare il tempio e per prendere con zelo la direttiva nell’adorazione di Dio. Fece notare i peccati religiosi che avevano portato al rovesciamento del regno, pur dando risalto anche alle promesse di restaurazione fatte da Dio. Sottolineò l’importanza della pura adorazione richiamando l’attenzione sui numerosi particolari relativi al tempio, ai sacerdoti, ai leviti, ai direttori del canto, ecc. Dev’essere stato molto incoraggiante per gli israeliti avere un resoconto storico che evidenziasse la ragione per cui erano tornati dall’esilio: ripristinare l’adorazione di Geova a Gerusalemme.
4. Quali prove abbiamo che lo scrittore di Cronache fu Esdra?
4 Quali prove abbiamo che lo scrittore di Cronache fu Esdra? Gli ultimi due versetti di 2 Cronache sono uguali ai due versetti iniziali di Esdra, e 2 Cronache termina a metà di una frase che è completata in Esdra 1:3. Lo scrittore di Cronache dev’essere stato perciò anche lo scrittore di Esdra. Questo è ulteriormente indicato dal fatto che lo stile, la lingua, il modo di esprimersi e l’ortografia di Cronache e di Esdra sono identici. Alcune espressioni presenti in questi due libri non si trovano in nessun altro libro della Bibbia. Esdra, che scrisse il libro che porta il suo nome, deve avere scritto anche Cronache. La tradizione ebraica sostiene questa conclusione.
5. Che qualifiche spirituali e secolari aveva Esdra?
5 Nessuno era più qualificato di Esdra per compilare questa storia autentica e accurata. Infatti “Esdra stesso aveva preparato il suo cuore per consultare la legge di Geova e per metterla in pratica e per insegnare in Israele regolamento e giustizia”. (Esd. 7:10) Geova l’aiutò con lo spirito santo. Il governante mondiale persiano riconobbe in Esdra la sapienza di Dio e gli affidò ampi poteri civili nel distretto giurisdizionale di Giuda. (Esd. 7:12-26) Così, con l’autorità datagli da Dio e dal re, Esdra poté compilare il suo racconto consultando i migliori documenti disponibili.
6. Perché possiamo avere fiducia nell’accuratezza di Cronache?
6 Esdra fu un ricercatore straordinario. Fece ricerche nelle antiche registrazioni della storia ebraica compilate da fidati profeti contemporanei agli avvenimenti e in quelle compilate da copisti ufficiali e da addetti alle pubbliche registrazioni. Alcuni scritti che consultò potevano essere documenti di stato sia di Israele che di Giuda, registrazioni genealogiche, opere storiche scritte da profeti e documenti in possesso di capi tribali o familiari. Esdra fa riferimento ad almeno 20 di queste fonti di informazioni.b Indicandole in modo esplicito, Esdra dava onestamente ai suoi contemporanei l’opportunità di verificare le sue fonti se lo desideravano, e questo dà maggior peso agli argomenti a favore della credibilità e dell’autenticità delle sue parole. Oggi possiamo avere fiducia nell’accuratezza dei libri delle Cronache per la stessa ragione per cui la ebbero i giudei del tempo di Esdra.
7. Quando fu scritto Cronache, chi lo ha ritenuto autentico, e a quale periodo di tempo si riferisce?
7 Poiché Esdra “salì da Babilonia” nel settimo anno del re persiano Artaserse Longimano, che era il 468 a.E.V., e non menziona l’importante avvenimento dell’arrivo di Neemia nel 455 a.E.V., Cronache dev’essere stato completato fra queste due date, probabilmente verso il 460 a.E.V., a Gerusalemme. (Esd. 7:1-7; Nee. 2:1-18) Gli ebrei dei giorni di Esdra accettarono Cronache come parte autentica di ‘tutta la Scrittura che è ispirata da Dio e utile’. Lo chiamarono Divrèh Haiyamìm, che significa “i fatti dei giorni”, cioè storia dei giorni o dei tempi. Circa 200 anni dopo, anche i traduttori della Settanta greca inclusero Cronache fra i libri canonici. Divisero il libro in due parti e, considerandolo un supplemento di Samuele e Re o dell’intera Bibbia esistente a quel tempo, lo chiamarono Paraleipomènon, che significa “cose tralasciate (non dette; omesse)”. Benché questo nome non sia particolarmente appropriato, ciò che fecero quei traduttori dimostra nondimeno che consideravano Cronache come parte autentica delle Scritture ispirate. Nel preparare la Vulgata latina Girolamo affermò: “Possiamo più significativamente chiamar[li] Chronicon dell’intera storia divina”. Da ciò deriva il nome “Cronache”. Dopo aver elencato le genealogie, 1 Cronache si occupa principalmente dell’epoca del re Davide, dal 1077 a.E.V. fino alla sua morte.
CONTENUTO DI 1 CRONACHE
8. In quali due parti si divide il libro di 1 Cronache?
8 Il libro di 1 Cronache si divide di fatto in due parti: i primi 9 capitoli, che trattano primariamente genealogie, e gli altri 20 capitoli, che narrano avvenimenti verificatisi nei 40 anni trascorsi dalla morte di Saul alla fine del regno di Davide.
9. Perché non c’è ragione di ipotizzare che Cronache sia stato scritto in un’epoca successiva?
9 Le genealogie (1:1–9:44). Questi capitoli contengono la genealogia da Adamo fino alla discendenza di Zorobabele. (1:1; 3:19-24) In molte traduzioni la discendenza di Zorobabele arriva fino alla decima generazione. Dato che egli tornò a Gerusalemme nel 537 a.E.V., non ci sarebbe stato tempo sufficiente perché potessero nascere tante generazioni prima del 460 a.E.V., anno in cui Esdra evidentemente terminò di scrivere Cronache. Comunque, in questa parte il testo ebraico è incompleto, e non è possibile determinare che rapporto esistesse fra la maggioranza dei personaggi elencati e Zorobabele. Non c’è quindi ragione per ipotizzare, come fanno alcuni, che Cronache sia stato scritto in epoca successiva.
10. (a) Quali generazioni sono indicate per prime? (b) Quale genealogia è logicamente tracciata all’inizio del secondo capitolo? (c) Quali altri elenchi vengono riportati, per finire poi con che cosa?
10 Prima vengono elencate le dieci generazioni da Adamo a Noè, poi le dieci generazioni fino ad Abraamo. Sono elencati i figli di Abraamo e la loro progenie; i discendenti di Esaù e di Seir, che vivevano nella regione montagnosa di Seir; e i primi re di Edom. Dal secondo capitolo in avanti, però, il racconto si concentra sui discendenti di Israele, o Giacobbe, partendo dal quale viene prima tracciata la genealogia attraverso Giuda e poi sono elencate dieci generazioni che conducono a Davide. (2:1-14) Vengono pure riportati gli elenchi relativi alle altre tribù, con particolare riferimento alla tribù di Levi e ai sommi sacerdoti, per finire con la genealogia della tribù di Beniamino e arrivare così al re beniaminita Saul, con cui ha inizio la narrazione storica vera e propria. A volte può sembrare che ci siano contraddizioni fra le genealogie di Esdra e altri passi della Bibbia. Comunque, bisogna tener presente che certi personaggi avevano più nomi, e che con i cambiamenti nella lingua e il passar del tempo la grafia di alcuni nomi può essere cambiata. Un attento studio elimina la maggior parte delle difficoltà.
11. Fate esempi di altre utili informazioni che arricchiscono l’esposizione delle genealogie.
11 Esdra arricchisce l’esposizione delle genealogie con brevi cenni storici e geografici, che servono per chiarire e per far ricordare cose importanti. Per esempio, elencando i discendenti di Ruben, Esdra aggiunge un’informazione importante: “E i figli di Ruben primogenito d’Israele — poiché era il primogenito; ma per aver profanato il giaciglio di suo padre il suo diritto di primogenito fu dato ai figli di Giuseppe figlio d’Israele, così che non si dovette registrare secondo la genealogia per il diritto del primogenito. Poiché Giuda stesso mostrò d’essere superiore tra i suoi fratelli, e il condottiero era da lui; ma il diritto di primogenito era di Giuseppe”. (5:1, 2) Queste poche parole spiegano molte cose. Inoltre, solo da Cronache apprendiamo che Gioab, Amasa e Abisai erano tutti nipoti di Davide, e questo ci aiuta a capire i vari avvenimenti che li riguardano. — 2:16, 17.
12. In quali circostanze ha luogo la morte di Saul?
12 L’infedeltà porta Saul alla morte (10:1-14). Il racconto comincia con i filistei che spingono a fondo l’attacco nella battaglia sul monte Ghilboa. Tre figli di Saul, fra cui Gionatan, vengono abbattuti. Saul è ferito, e non volendo cadere nelle mani del nemico, chiede al suo scudiero: “Trai la tua spada e trafiggimi con essa, affinché questi incirconcisi non vengano e certamente mi trattino in maniera ingiuriosa”. Poiché lo scudiero si rifiuta di farlo, Saul lo fa da sé. Così Saul muore per aver agito “infedelmente contro Geova circa la parola di Geova che non aveva osservato e anche per aver chiesto di una medium spiritica per consultarla. E non consultò Geova”. (10:4, 13, 14) Geova dà il regno a Davide.
13. Come si afferma Davide nel regno?
13 Davide confermato nel regno (11:1–12:40). A suo tempo le 12 tribù si radunano presso Davide a Ebron e lo ungono re su tutto Israele. Egli cattura Sion e continua ‘a divenire sempre più grande, poiché Geova degli eserciti è con lui’. (11:9) Il comando dell’esercito viene affidato a uomini potenti, e mediante loro Geova salva “con una grande salvezza”. (11:14) Davide riceve il sostegno unanime allorché gli uomini di guerra accorrono con cuore completo per farlo re. In Israele c’è festa e allegrezza.
14. Che esito hanno le battaglie di Davide contro i filistei, e quale avvenimento che infonde fede dà luogo a un gioioso cantico?
14 Davide e l’arca di Geova (13:1–16:36). Davide consulta i capi della nazione, ed essi acconsentono a trasferire l’Arca a Gerusalemme da Chiriat-Iearim, dov’è rimasta per circa 70 anni. Durante il tragitto Uzza muore perché irriverentemente non ha tenuto conto delle istruzioni di Dio, e l’Arca viene lasciata per qualche tempo nella casa di Obed-Edom. (Num. 4:15) I filistei riprendono le loro incursioni, ma Davide infligge loro due schiaccianti sconfitte, a Baal-Perazim e a Gabaon. Per ordine di Davide, i leviti, seguendo questa volta la procedura teocratica per il trasporto, trasferiscono senza problemi l’Arca a Gerusalemme, dove, fra danze e allegrezza, viene collocata in una tenda che Davide ha piantato per essa. Si offrono sacrifici e canti, e Davide stesso per l’occasione compone un cantico di ringraziamento a Geova. Esso raggiunge il suo grandioso culmine con le parole del tema: “Si rallegrino i cieli, e gioisca la terra, e dicano fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re!’” (1 Cron. 16:31) Un’occasione davvero stimolante e che infonde fede! In seguito questo canto di Davide viene rielaborato per comporre nuovi cantici, uno dei quali è il Salmo 96. Un altro è costituito dai primi 15 versetti del Salmo 105.
15. Con quale meravigliosa promessa Geova risponde al desiderio di Davide di costruire una casa perché l’adorazione sia unificata?
15 Davide e la casa di Geova (16:37–17:27). In Israele si è ora creata una strana situazione. L’arca del patto risiede in una tenda a Gerusalemme, dove prestano servizio Asaf e i suoi fratelli, mentre il sommo sacerdote Zadoc e i suoi fratelli compiono i sacrifici prescritti presso il tabernacolo situato a Gabaon, alcuni chilometri a nord-ovest di Gerusalemme. Sempre pensando ad esaltare e unificare l’adorazione di Geova, Davide esprime il desiderio di costruire una casa per l’arca del patto di Geova. Ma Geova dichiara che non sarà Davide a costruirla, bensì suo figlio, e che Egli ‘in realtà stabilirà fermamente il suo trono a tempo indefinito’, mostrando amorevole benignità come un padre verso il figlio. (17:11-13) Questa meravigliosa promessa di Geova — questo patto per un regno eterno — commuove profondamente Davide. Col cuore traboccante di gratitudine egli chiede che il nome di Geova “sia fedele e divenga grande a tempo indefinito” e che la benedizione di Geova sia sulla sua casa. — 17:24.
16. Quale promessa adempie Geova per mezzo di Davide, ma quale peccato commette Davide?
16 Conquiste di Davide (18:1–21:17). Per mezzo di Davide, Geova adempie ora la Sua promessa di dare al seme di Abraamo l’intera Terra Promessa. (18:3) In una rapida serie di campagne militari, Geova dà “salvezza a Davide” dovunque vada. (18:6) Con schiaccianti vittorie Davide soggioga i filistei, abbatte i moabiti, sconfigge gli zobaiti, costringe i siri a pagare un tributo e conquista Edom e Ammon, nonché Amalec. Comunque, Satana incita Davide a peccare contando Israele. Geova manda per punizione una pestilenza, ma misericordiosamente pone fine alla calamità nell’aia di Ornan dopo che sono stati uccisi 70.000 israeliti.
17. Quali preparativi fa Davide per la costruzione della casa di Geova, e come incoraggia Salomone?
17 Preparativi di Davide per il tempio (21:18–22:19). Davide riceve tramite Gad il comando angelico di “erigere un altare a Geova nell’aia di Ornan il gebuseo”. (21:18) Dopo aver acquistato il sito da Ornan, ubbidientemente Davide vi offre sacrifici e invoca Geova, che gli risponde “con fuoco dai cieli sull’altare dell’olocausto”. (21:26) Davide conclude che Geova vuole che la sua casa sia costruita là, e si mette all’opera per preparare i materiali e radunarli, dicendo: “Salomone mio figlio è giovane e delicato, e la casa da edificare a Geova dev’essere per bellezza e distinzione di una magnificenza straordinaria agli occhi di tutti i paesi. Lascia che io gli faccia quindi i preparativi”. (22:5) Davide spiega a Salomone che Geova non gli ha permesso di edificare la casa, poiché è stato un uomo di guerra e di sangue. Egli esorta suo figlio a essere coraggioso e forte in questa impresa, dicendo: “Levati e agisci, e Geova mostri d’essere con te”. — 22:16.
18. Per quale scopo viene fatto un censimento?
18 Davide organizza l’adorazione di Geova (23:1–29:30). Viene fatto un censimento, questa volta secondo la volontà di Dio, per riorganizzare i servizi sacerdotali e levitici. Qui i servizi dei leviti sono descritti con maggiori particolari rispetto ad altri passi delle Scritture. Vengono poi indicate le divisioni di coloro che sono al servizio del re.
19. Con quali parole Davide affida l’incarico a Salomone, quali piani provvede, e quale splendido esempio dà?
19 Verso la fine del suo regno denso di avvenimenti, Davide congrega i rappresentanti dell’intera nazione, “la congregazione di Geova”. (28:8) Si alza in piedi e dice: “Uditemi, fratelli miei e popolo mio”. Parla quindi loro di ciò che gli sta a cuore, la “casa del vero Dio”. Davanti a loro affida l’incarico a Salomone: “E tu, Salomone figlio mio, conosci l’Iddio di tuo padre e servilo con cuore completo e con anima dilettevole; poiché Geova scruta tutti i cuori, e discerne ogni inclinazione dei pensieri. Se lo cerchi, egli si lascerà trovare da te; ma se lo abbandoni, egli ti respingerà per sempre. Vedi, ora, poiché Geova stesso ti ha scelto per edificare una casa come santuario. Sii coraggioso e agisci”. (28:2, 9, 10, 12) Egli dà al giovane Salomone i particolareggiati piani architettonici ricevuti mediante ispirazione da Geova e offre per la costruzione un’ingente somma dal suo patrimonio personale: 3.000 talenti d’oro e 7.000 talenti d’argento, messi da parte per questo scopo. Il suo splendido esempio spinge i principi e il popolo a offrire oro del valore di 5.000 talenti e 10.000 darici e argento del valore di 10.000 talenti, come pure una gran quantità di ferro e di rame.c (29:3-7) Il popolo si dà all’allegrezza per questo privilegio.
20. Quali sublimi altezze raggiunge la preghiera finale di Davide?
20 Davide loda quindi Geova in preghiera, riconoscendo che tutte queste abbondanti offerte vengono in effetti dalla Sua mano e gli chiede di continuare a benedire il popolo e Salomone. Questa preghiera finale di Davide raggiunge altezze sublimi, esaltando il regno di Geova e il Suo glorioso nome: “Sii benedetto, o Geova, Dio d’Israele nostro padre, da tempo indefinito fino a tempo indefinito. Tue, o Geova, sono la grandezza e la potenza e la bellezza e l’eccellenza e la dignità; poiché ogni cosa nei cieli e sulla terra è tua. Tuo è il regno, o Geova, che pure ti innalzi come capo sopra tutto. Le ricchezze e la gloria sono a motivo tuo, e tu domini su ogni cosa; e nella tua mano sono potere e potenza; e nella tua mano è la capacità di far grande e di dar forza a tutti. E ora, o nostro Dio, ti ringraziamo e lodiamo il tuo bel nome”. — 29:10-13.
21. Con quale nota elevata finisce 1 Cronache?
21 Salomone viene unto una seconda volta, e comincia a sedere “sul trono di Geova” in luogo dell’anziano Davide. Dopo un regno di 40 anni, Davide muore “in buona vecchiaia, sazio di giorni, ricchezze e gloria”. (29:23, 28) Esdra conclude quindi 1 Cronache con una nota elevata, dando risalto alla superiorità del regno di Davide su tutti i regni delle nazioni.
PERCHÉ È UTILE
22. Perché 1 Cronache fu incoraggiante per i connazionali di Esdra?
22 I connazionali di Esdra trovarono molto utile il suo libro. Avendo questa storia condensata, presentata da un punto di vista nuovo e ottimistico, gli israeliti apprezzarono le amorevoli misericordie che Geova mostrava loro per lealtà al patto del Regno stipulato con Davide e per amore del suo proprio nome. Incoraggiati, poterono intraprendere la pura adorazione di Geova con rinnovato zelo. Le genealogie rafforzarono la loro fiducia nel sacerdozio che officiava nel tempio ricostruito.
23. In che modo Matteo, Luca e Stefano fecero buon uso di 1 Cronache?
23 Il libro di 1 Cronache fu anche di grande utilità alla primitiva congregazione cristiana. Matteo e Luca poterono attingere alle sue genealogie per stabilire chiaramente che Gesù Cristo era il “figlio di Davide” e il Messia per diritto legale. (Matt. 1:1-16; Luca 3:23-38) Stefano, concludendo la sua ultima testimonianza, parlò della richiesta fatta da Davide di edificare una casa a Geova e della costruzione eseguita da Salomone. Mostrò quindi che “l’Altissimo non dimora in case fatte con mani”, indicando che il tempio dei giorni di Salomone raffigurava cose celesti assai più gloriose. — Atti 7:45-50.
24. Quali aspetti dello splendido esempio di Davide possiamo imitare?
24 Che dire dei veri cristiani odierni? Il libro di 1 Cronache dovrebbe rafforzare e stimolare la nostra fede. Possiamo imitare sotto molti aspetti lo splendido esempio di Davide. Che differenza tra l’infedele Saul e Davide, che consultava sempre Geova! (1 Cron. 10:13, 14; 14:13, 14; 17:16; 22:17-19) Portando l’arca di Geova a Gerusalemme, organizzando i leviti per il servizio, con i suoi salmi di lode e con la sua richiesta di edificare una splendida casa a Geova, Davide mostrò che Geova e la Sua adorazione erano al primo posto nella sua mente. (16:23-29) Non fu un lamentatore. Non cercò di ottenere privilegi speciali, ma solo di fare la volontà di Geova. Pertanto quando Geova affidò la costruzione della casa a suo figlio, Davide gli diede istruzioni con tutto il cuore e dedicò tempo, energie e ricchezze per predisporre il lavoro che avrebbe avuto inizio dopo la sua morte. (29:3, 9) Davvero un magnifico esempio di devozione! — Ebr. 11:32.
25. Quale apprezzamento per il nome e il Regno di Geova dovrebbe suscitare in noi 1 Cronache?
25 Ci sono poi gli avvincenti capitoli conclusivi. Il magnifico linguaggio col quale Davide lodò Geova e glorificò il suo “bel nome” dovrebbe suscitare in noi gioioso apprezzamento per il privilegio che abbiamo di far conoscere le glorie di Geova e del suo Regno retto da Cristo. (1 Cron. 29:10-13) La nostra fede e la nostra gioia siano sempre simili a quelle di Davide, mentre esprimiamo gratitudine per il Regno eterno di Geova impegnandoci nel Suo servizio. (17:16-27) Veramente, 1 Cronache fa brillare più luminosamente che mai il tema biblico del Regno di Geova retto dal suo Seme, lasciandoci nell’attesa di ulteriori entusiasmanti rivelazioni dei propositi di Geova.
[Note in calce]
a Clarke, Commentary, vol. II, p. 574.