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GhiaccioPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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oceani col tempo diventerebbe ghiaccio, rendendo impossibile la vita umana sulla terra.
Il salmista dice che Geova “getta il suo ghiaccio come bocconi”. Questo si riferisce evidentemente a grandine o nevischio. — Sl 147:17; vedi GRANDINE.
Il termine ebraico reso “ghiaccio” (qèrach) è usato anche per indicare una temperatura di zero gradi o sotto zero e anche “gelo”. — Ger 36:30.
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GhiaiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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GHIAIA
Frammenti di roccia o piccoli ciottoli. Nelle Scritture il termine “ghiaia” è usato in senso illustrativo. Le cattive conseguenze del guadagnarsi il pane mediante falsità sono paragonate all’avere la bocca piena di ghiaia. (Pr 20:17) Anche il severo castigo impartito da Geova all’infedele Gerusalemme mediante i babilonesi è paragonato a ‘rompere i denti con la ghiaia’. (La 3:16) Secondo il pensiero tradizionale ebraico ciò accadde realmente agli esiliati in Babilonia. La tradizione vuole che fossero costretti a cuocere il pane in buche scavate nel terreno, per cui il pane conteneva sassolini.
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GhibbarPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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GHIBBAR
(Ghìbbar) [superiore; potente; irresistibile].
Nome forse di un capofamiglia, 95 “figli” (discendenti) del quale nel 537 a.E.V. tornarono dall’esilio in Babilonia con Zorobabele. (Esd 2:1, 2, 20) Tuttavia nel brano parallelo di Neemia 7:25 al posto di Ghibbar è elencato Gabaon. Quindi “i figli di Ghibbar [Gabaon], novantacinque”, potrebbero essere i discendenti degli ex abitanti di Gabaon. Infatti in Esdra 2:21-34 compaiono altri nomi propri di luogo, per esempio, “i figli di Betleem”.
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GhibbetonPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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GHIBBETON
(Ghìbbeton) [dorso; colle].
Città assegnata in origine alla tribù di Dan (Gsè 19:40, 41, 44) ma data poi come città levitica ai cheatiti. (Gsè 21:20, 23) Secoli più tardi Ghibbeton era nelle mani dei filistei e, proprio mentre cercava di strapparla loro, Nadab re d’Israele fu assassinato dal cospiratore Baasa. (1Re 15:27) Circa 24 anni più tardi, quando Omri, comandante dell’esercito di Israele, si accampò contro la città, Ghibbeton era ancora sotto la dominazione filistea. Acclamato re in quell’accampamento israelita, Omri tolse l’assedio a Ghibbeton per attaccare Zimri, il rivale re d’Israele. — 1Re 16:15-18.
Generalmente Ghibbeton viene identificata con Tell el-Melat (Tel Malot), circa 9 km a N dell’ubicazione proposta per la città filistea di Ecron.
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GhibeaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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GHIBEA
(Ghibèa) [colle].
1. Discendente di Caleb della tribù di Giuda (1Cr 2:42, 49); o, forse, la città di Ghibea (Gsè 15:57), di cui fu “padre” o fondatore Seva figlio di Caleb. — Vedi n. 2.
[2, 3: grafia ebraica diversa dal n. 1]
2. Città della regione montagnosa di Giuda. (Gsè 15:1, 48, 57) Alcuni la identificano con l’odierna El Jabʽa, circa 12 km a OSO di Betleem. Altri invece ritengono che l’antica Ghibea si trovasse nella regione a SE di Ebron, dato che viene elencata insieme ad altre città della zona. (Gsè 15:55-57) Di questa città (o di quella al n. 3) poteva essere originaria Maaca (Micaia) madre di Abiam (Abia) re di Giuda. — 2Cr 13:1, 2; 1Re 15:1, 2.
3. Città del territorio di Beniamino (Gsè 18:28), chiamata anche “Ghibea di Beniamino” (1Sa 13:2), “Ghibea dei figli di Beniamino” (2Sa 23:29) e “Ghibea di Saul” (2Sa 21:6). Si trovava, pare, nei pressi della strada principale che da Gebus (Gerusalemme) portava a Rama. (Gdc 19:11-15) Per la sua posizione su una delle alture della catena montuosa centrale della Palestina, Ghibea serviva come posto di osservazione in tempo di guerra. (1Sa 14:16) Gli studiosi in genere la identificano con Tell el-Ful (Givʽat Shaʼul), circa 5 km a N del Monte del Tempio a Gerusalemme.
La grafia ebraica di Gheba (forma maschile del termine che significa “colle”) e quella di Ghibea (forma femminile corrispondente) sono quasi identiche. Molti ritengono che siano dovute a errori di copiatura nel testo masoretico e perciò propongono di modificare alcuni versetti in modo da leggere “Gheba” invece di “Ghibea”, e viceversa. A questo proposito un commentario, riferendosi a 1 Samuele 13 e 14, osserva: “I commentatori sono tuttavia in disaccordo circa le sostituzioni che si dovrebbero fare (p. es. Smith legge sempre Gheba per Ghibea; Kennedy legge Gheba per Ghibea nel [cap. 13] versetto 2, Ghibea per Gheba nel versetto 3 e Gheba per Ghibea in xiv. 2); e non è impossibile capire il progresso della campagna senza queste modifiche”. (Soncino Books of the Bible, a cura di A. Cohen, Londra, 1951, Samuele, p. 69) In Giudici 20:10, 33 il contesto fa pensare che si tratti di “Ghibea”, e perciò molti traduttori si discostano dalla lezione del testo masoretico e usano il termine “Ghibea” anziché “Gheba”.
All’epoca dei Giudici nella città di Ghibea accadde un episodio che quasi provocò lo sterminio dell’intera tribù di Beniamino. Un vecchio invitò un levita di Efraim e la sua concubina a pernottare da lui. Ben presto uomini buoni a nulla di Ghibea circondarono la casa, pretendendo che il levita fosse consegnato loro per avere rapporti con lui. Quando il levita consegnò loro la sua concubina, abusarono a tal punto di lei tutta la notte che la mattina la donna morì. (Può darsi che in Os 9:9 e 10:9 si alluda a questo orribile
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