Capitolo dieci
Se il Creatore si interessa di noi, perché ci sono tante sofferenze?
OGNI minuto che passa, più di 30 persone muoiono di malattie infettive, 11 perdono la loro battaglia contro il cancro e 9 vengono stroncate da malattie cardiache. E sapete bene che queste sono solo alcune delle malattie che affliggono l’umanità; molti soffrono e muoiono per altre cause.
Nel 1996, un orologio installato nell’atrio del palazzo delle Nazioni Unite a New York scandiva il tempo indicando simbolicamente il numero dei bambini che nascevano in famiglie povere: 47 ogni minuto. Guardando le cose da un’angolazione diversa, ogni volta che la terra compie un giro su se stessa il 20 per cento dei suoi abitanti vanno a letto affamati. E che dire se doveste calcolare quanti reati vengono commessi nella vostra zona?
Dobbiamo ammettere che nel mondo odierno le sofferenze abbondano.
“Eppure”, dice un ex poliziotto, “molti di noi rimangono indifferenti alle ingiustizie che ci circondano”. L’impressione di esserne immuni, tuttavia, può svanire di colpo nel momento in cui le vittime siamo noi o un nostro caro. Ad esempio, mettetevi nei panni di Masako, che ha assistito la madre e il padre, entrambi malati di cancro. Vedendoli deperire e soffrire, Masako si sentiva del tutto impotente. Oppure pensate alla disperazione di Sharada, una ragazzina asiatica che aveva nove anni quando il padre la vendette per 14 dollari. Strappata dal suo villaggio e portata in una città straniera, fu costretta a concedere favori sessuali a sei uomini ogni giorno.
Perché abbondano simili sofferenze? E perché il Creatore non le fa cessare? A motivo d’esse molti respingono Dio. La madre dell’ex poliziotto menzionato sopra fu vittima di uno psicopatico. Che effetto ebbe questo su di lui? “L’idea di un Dio amorevole e sovrano che regge l’universo non era mai stata più lontana dalla mia mente”, dice. Anche voi forse vi chiedete: ‘Perché?’ Sì, perché esistono queste sofferenze? Qual è la causa, e il Creatore se ne preoccupa?
Le sofferenze sono dovute a una vita precedente?
In tutto il mondo milioni di persone credono che la causa delle sofferenze di ogni individuo sia il suo passato; le sofferenze attuali sarebbero la punizione per le azioni compiute in una vita precedente. “Le sofferenze umane sono dovute al fatto che siamo legati al karma, poiché tutti, sin dalla nascita, portiamo il pesante fardello di un karma prodotto precedentemente”.a Così si è espresso Daisetz T. Suzuki, un filosofo che ha divulgato lo zen in Occidente. I saggi indù escogitarono “la legge del karma” nel tentativo di dare una spiegazione delle sofferenze umane. Ma è una spiegazione ragionevole, davvero soddisfacente?
Una donna buddista ha detto: “Pensavo non avesse senso soffrire per qualcosa con cui ero nata ma di cui non sapevo nulla. Dovevo accettarlo come mio destino”. Questa spiegazione del perché si soffre non la convinceva. Forse non convince neanche voi. Può darsi che dalle vostre parti l’idea delle rinascite non sia comune, ma alla base d’essa vi è una dottrina che si riscontra in tutta la cristianità e altrove: la dottrina secondo cui gli esseri umani avrebbero un’anima immortale che sopravvive alla morte del corpo. Sarebbe quest’“anima” a dover soffrire, o nella vita attuale o in un aldilà.
Idee del genere sono molto diffuse, ma che prove ci sono della loro correttezza? In questioni importanti come questa, non è più saggio farsi guidare da ciò che dice il Creatore? Mentre idee umane e forti convinzioni possono essere sbagliate, abbiamo visto che di ciò che Dio dice ci si può fidare.
Come abbiamo notato nel capitolo precedente, il peccato dei nostri primogenitori umani causò all’uomo la tragedia più grande: la morte. Il Creatore aveva avvertito Adamo dicendogli: “Nel giorno in cui [disubbidirai, ovvero peccherai,] positivamente morirai”. (Genesi 2:17; 3:19) Dio non disse mai che Adamo avesse un’anima immortale; Adamo era un essere umano. Secondo la terminologia biblica questo significa che era un’anima. Perciò, alla sua morte, l’anima chiamata Adamo morì. Non continuò ad essere cosciente o a soffrire.
Il Creatore non promuove né condivide le dottrine del karma, dei cicli di rinascite o dell’immortalità di un’anima in grado di soffrire in un’altra vita. Tuttavia, se comprendiamo quali sono gli effetti del peccato di Adamo potremo capire meglio perché esistono le sofferenze.
Qual è l’origine delle sofferenze?
Anche se avere un quadro completo delle sofferenze umane non è facile, usare lo strumento giusto può essere d’aiuto. Proprio come un binocolo permette di vedere meglio oggetti distanti, la Bibbia permette di discernere la causa delle sofferenze.
Innanzi tutto, la Bibbia avverte che tutti gli esseri umani sono soggetti ‘al tempo e all’avvenimento imprevisto’. (Ecclesiaste 9:11) Ad esempio, Gesù citò un fatto di cronaca del suo tempo: diciotto persone erano morte nel crollo di una torre. Disse chiaramente che quelle vittime non erano peccatori peggiori degli altri. (Luca 13:1-5) Si erano semplicemente trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma la Bibbia va oltre, e provvede informazioni soddisfacenti circa le cause prime delle sofferenze. Cosa dice?
Dopo che i primi esseri umani ebbero peccato il Giudice divino, Geova, decretò che non avevano più diritto di continuare a vivere. Negli anni che passarono prima della loro morte effettiva, Adamo ed Eva soffrirono molto. Erano sofferenze che essi stessi si erano procurati: gli effetti della vecchiaia e delle malattie, la lotta per avere di che vivere e il dolore di vedere la propria famiglia devastata da gelosia e violenza. (Genesi 3:16-19; 4:1-12) È importante ricordare bene di chi era in primo luogo la colpa di tutte quelle sofferenze. Erano stati loro stessi a procurarsele. Comunque sia, per quale motivo le sofferenze continuano fino ad oggi?
Anche se molti non accetterebbero di essere considerati peccatori, la Bibbia dice francamente: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. (Romani 5:12) La prima coppia umana subì le conseguenze della propria condotta, ma ci andarono di mezzo anche i loro discendenti. (Galati 6:7) Questi ereditarono l’imperfezione, che conduce alla morte. Alcuni trovano questo più comprensibile quando riflettono sul fatto scientifico che tuttora i figli possono ereditare dai genitori malattie o difetti. Può succedere con l’emofilia, la talassemia (anemia mediterranea), le malattie delle coronarie, un tipo di diabete e persino il cancro della mammella. I figli non ne hanno nessuna colpa, ma possono soffrire a motivo di ciò che hanno ereditato.
I nostri antenati, Adamo ed Eva, scelsero di respingere il modo in cui Geova governava l’umanità.b La storia ci dice che l’uomo ha sperimentato ogni forma di governo nel tentativo di amministrare la terra. Alcuni uomini e donne impegnati in questi tentativi erano mossi dalle migliori intenzioni. Eppure, come giudicate i risultati dell’autogoverno dell’uomo? La maggior parte delle sofferenze umane sono state alleviate? Niente affatto. Anzi, molto spesso scelte politiche e guerre tra nazioni hanno accresciuto le sofferenze. Circa 3.000 anni fa un saggio governante osservò: “L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno”. — Ecclesiaste 8:9.
Vi sembra che la situazione attuale sia molto diversa, forse migliore? La maggioranza risponderebbe di no. Molti uomini, donne e bambini soffrono non solo a causa del peccato e dell’imperfezione ereditati, ma a causa di ciò che loro stessi o altri hanno fatto. Pensate a come l’uomo amministra male la terra, spesso per avidità. L’uomo è anche colpevole di provocare inquinamento, creare povertà e contribuire alla fame nel mondo o alle epidemie. Persino alcuni disastri naturali, che molti chiamano “castighi di Dio”, sono il risultato dell’attività umana. Ma esiste un’altra importante causa di sofferenze che di solito non viene presa in considerazione.
Il vero responsabile delle sofferenze
Un libro biblico è particolarmente illuminante per capire qual è la causa prima delle sofferenze e perché l’amorevole Creatore le ha permesse. Questo libro, Giobbe, può aiutare chiunque abbia le idee confuse sul tema delle sofferenze, in quanto rivela alcuni avvenimenti fondamentali che ebbero luogo nel reame invisibile.
Circa 3.500 anni fa, qualche tempo prima che Mosè scrivesse i primi libri della Bibbia, Giobbe viveva in quella che oggi è l’Arabia. Ci vien detto che era un uomo giusto, benevolo e rispettato. Aveva grandi ricchezze sotto forma di bestiame, al punto di essere chiamato “il più grande di tutti gli orientali”. Giobbe aveva inoltre una bella famiglia: era sposato e aveva sette figli maschi e tre femmine. (Giobbe 1:1-3; 29:7-9, 12-16) Un giorno arrivò di corsa un messaggero a riferirgli che parte del suo prezioso bestiame era stata rubata da una banda di predoni. Poco dopo, un altro riferì la perdita di greggi di pecore di sua proprietà. Non solo: i caldei gli avevano portato via i suoi 3.000 cammelli, uccidendo tutti i suoi servitori eccetto uno. Infine arrivò la notizia peggiore. Uno strano vento aveva abbattuto la casa del suo primogenito causando la morte di tutti i figli di Giobbe, che erano riuniti lì. Di fronte a queste sofferenze, Giobbe se la sarebbe presa con Dio? Come vi sareste sentiti se foste stati al suo posto? — Giobbe 1:13-19.
Ma le disgrazie non erano finite. Giobbe fu colpito da un’orribile malattia che lo coprì di foruncoli maligni.c Era una malattia così grave e ripugnante che sua moglie se la prese con Dio. “Maledici Dio e muori!”, esclamò. Giobbe non sapeva per quale motivo stava soffrendo, ma non diede la colpa a Dio. Leggiamo: “In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra”. — Giobbe 2:6-10.
Quando seppero dei guai di Giobbe, tre suoi conoscenti andarono a trovarlo. “Dove furono mai spazzati via i retti?”, chiese Elifaz, partendo dal presupposto che Giobbe doveva essersi comportato malvagiamente. (Giobbe, capitoli 4, 5) Accusò Giobbe di aver commesso peccati segreti, addirittura di avere negato il pane ai bisognosi e oppresso vedove e orfani. (Giobbe, capitoli 15, 22) Anche gli altri due falsi confortatori condannarono Giobbe come se la colpa delle sue sofferenze fosse sua. Avevano ragione? Niente affatto.
Il libro di Giobbe ci aiuta a identificare la causa prima delle sofferenze di quest’uomo e a capire perché Dio permise che soffrisse. I capitoli 1 e 2 rivelano cosa era successo poco prima nei cieli invisibili, nel reame spirituale. La creatura spirituale ribelle chiamata Satanad era comparsa assieme ad altre creature spirituali alla presenza di Dio. Quando era stata menzionata la condotta irriprovevole di Giobbe, Satana aveva lanciato questa sfida: “È per nulla che Giobbe ha temuto Dio? . . . Per cambiare, stendi la tua mano, ti prego, e tocca tutto ciò che ha e vedi se non ti maledirà nella tua medesima faccia”. — Giobbe 1:9-12.
In altre parole, Satana accusò Dio di comprare la lealtà di Giobbe. Questa insolente creatura spirituale affermò che se Giobbe fosse stato privato della ricchezza e della salute avrebbe maledetto Geova. Per estensione, Satana stava dicendo che nessun essere umano avrebbe dimostrato amore e lealtà a Dio se avesse dovuto soffrire. Questa era una sfida di portata universale e durevole. Le questioni sollevate da Satana esigevano una risposta. Dio permise quindi a Satana di colpire Giobbe, e Satana gli procurò tutte quelle sofferenze.
Com’è comprensibile, Giobbe non conosceva né poteva conoscere la questione di portata universale che era stata sollevata nei cieli. E Satana fece in modo che sembrasse che era Dio a causare a Giobbe tutte quelle disgrazie. Ad esempio, quando un fulmine colpì i greggi di Giobbe, il servitore sopravvissuto pensò che era stato “il medesimo fuoco di Dio”. Pur non sapendo perché gli capitavano quelle cose, Giobbe non maledisse né rinnegò Geova Dio. — Giobbe 1:16, 19, 21.
Se riflettete sui retroscena della prova di Giobbe, vedrete che la questione di fondo è: Gli esseri umani sono disposti a servire Geova per amore nonostante i problemi? Giobbe contribuì a dare una risposta a questa domanda. Solo il sincero amore per Geova Dio avrebbe potuto spingere una persona a rimanergli fedele, come fece Giobbe. Che smentita delle false accuse di Satana! Ma la questione non si concluse con l’episodio di Giobbe; è proseguita per secoli. E coinvolge anche noi.
Come reagiscono molti quando vedono o subiscono sofferenze, qualunque ne sia la causa? Probabilmente non si rendono conto delle questioni sollevate al tempo di Giobbe, o magari non credono nemmeno che Satana esista. Di conseguenza, spesso dubitano che esista un Creatore, oppure incolpano lui delle sofferenze. Cosa ne pensate? In base a quello che sapete del Creatore, non siete anche voi d’accordo con lo scrittore biblico Giacomo? Nonostante le sofferenze, Giacomo aveva questa convinzione: “Quando è nella prova, nessuno dica: ‘Sono provato da Dio’. Poiché con i mali Dio non può essere provato né egli stesso prova alcuno”. — Giacomo 1:13.
Abbiamo un valido aiuto per vedere le cose nella giusta luce: possiamo riflettere su ciò che accadde a Gesù. Sappiamo che Gesù è rispettato per la perspicacia, la conoscenza e la capacità di insegnare. Ebbene, che posizione assunse Gesù riguardo a Satana e alle sofferenze? Era certo che Satana il Diavolo esiste e che è capace di causare sofferenze. Come aveva tentato di infrangere l’integrità di Giobbe, Satana tentò apertamente di fare la stessa cosa con Gesù. Questo non solo dimostra che Satana esiste davvero, ma indica anche che la sfida sollevata al tempo di Giobbe era ancora aperta. Come Giobbe prima di lui, Gesù rimase fedele al Creatore anche se questo significò rinunciare a ricchezze e potere e subire sofferenze fisiche fino a morire su un palo di tortura. L’esperienza di Gesù indica che Dio permetteva ancora che gli esseri umani dimostrassero di voler essere leali a lui nonostante i problemi. — Luca 4:1-13; 8:27-34; 11:14-22; Giovanni 19:1-30.
È stato concesso del tempo, per un buon motivo
Per spiegarci le sofferenze dobbiamo riconoscere che a provocarle sono gli incidenti, le tendenze peccaminose dell’uomo, il modo sbagliato in cui l’uomo amministra la terra e Satana il Diavolo. Ma conoscere le cause delle sofferenze non basta. Quando si soffre, è facile sentirsi come l’antico profeta Abacuc che esclamò: “Fino a quando, o Geova, devo invocare soccorso, e tu non odi? Fino a quando invocherò il tuo aiuto contro la violenza, e tu non salvi? Perché mi fai vedere ciò che è nocivo, e continui a guardare il semplice affanno? E perché la spoliazione e la violenza sono di fronte a me, e perché c’è lite, e perché si contende?” (Abacuc 1:2, 3) Sì, perché Geova ‘continua a guardare’ i problemi della gente, in apparenza senza far nulla? Essendo l’Onnipotente, ha sia il potere che l’amore per la giustizia necessari per far cessare le sofferenze. E allora, quando lo farà?
Come abbiamo già accennato, quando la prima coppia umana scelse l’indipendenza totale il Creatore era certo che alcuni loro discendenti si sarebbero comportati in maniera diversa. Saggiamente, Geova lasciò che passasse del tempo. Perché? Per dimostrare che qualsiasi dominio che non tiene conto del Creatore porta solo infelicità e che, viceversa, vivere in armonia con il Creatore è giusto e reca felicità.
Nel frattempo, Dio ha fatto in modo che la terra continuasse ad essere un ambiente ragionevolmente piacevole in cui vivere. L’apostolo Paolo disse: “Nelle generazioni passate egli ha permesso a tutte le nazioni di seguire le loro vie, benché, in realtà, non si sia lasciato senza testimonianza in quanto ha fatto del bene, dandovi piogge dal cielo e stagioni fruttifere, riempiendo i vostri cuori di cibo e allegrezza”. (Atti 14:16, 17) È chiaro che il Creatore non causa le sofferenze, ma le ha permesse per risolvere questioni della massima importanza.
Quando si finirà di soffrire?
In realtà, il fatto che le sofferenze umane siano in aumento indica che è prossima la loro fine. Perché possiamo dirlo? La Bibbia rivela ciò che accadde nel reame invisibile al tempo di Giobbe e rivela anche cosa è accaduto nei nostri giorni. Rivelazione, l’ultimo libro della Bibbia, descrive un conflitto che ebbe luogo nei cieli. Il risultato? Satana “fu scagliato sulla terra” insieme alle sue orde demoniche. “Per questo motivo”, si legge poi in questo libro biblico, “rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. — Rivelazione (Apocalisse) 12:7-12.
Un’analisi accurata delle profezie bibliche indica che questo avvenimento si è verificato nel nostro secolo. Come forse sapete, storici rispettati riconoscono che l’anno 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, segnò un’importante svolta nella storia.e Da allora guai e sofferenze sono aumentati. Gesù indicò questo stesso periodo di tempo quando i suoi intimi discepoli gli chiesero quale sarebbe stato “il segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”. Disse: “Sorgerà nazione contro nazione, e regno contro regno; e ci saranno grandi terremoti, e in un luogo dopo l’altro pestilenze e penuria di viveri; e ci saranno paurose visioni e dal cielo grandi segni”. (Matteo 24:3-14; Luca 21:5-19) Oggi quelle parole, che preannunciavano grandi sofferenze, stanno avendo per la prima volta nella storia il loro pieno adempimento.
La Bibbia dice che questi avvenimenti preludono a una “grande tribolazione come non è accaduta dal principio del mondo fino ad ora, no, né accadrà più”. (Matteo 24:21) Si tratterà dell’intervento decisivo di Dio negli affari umani. Dio porrà fine al sistema di cose malvagio che ha causato sofferenze per tanto tempo. Ma non si tratterà della ‘fine del mondo’ mediante un olocausto nucleare che distruggerà l’umanità. La Parola di Dio ci assicura che ci saranno superstiti. “Una grande folla . . . di ogni nazione e tribù e popolo e lingua” uscirà viva da quella tribolazione. — Rivelazione 7:9-15.
Per avere un quadro completo, notate cosa dice la Bibbia circa le condizioni che seguiranno. La terra diventerà finalmente quel meraviglioso giardino in cui Dio in origine si era proposto di far vivere il genere umano. (Luca 23:43) Non si vedranno più senzatetto. Isaia scrisse: “‘Certamente edificheranno case e le occuperanno; e certamente pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. . . . Poiché come i giorni dell’albero saranno i giorni del mio popolo; e i miei eletti useranno appieno l’opera delle loro proprie mani. Non faticheranno per nulla, né genereranno per il turbamento; perché sono la progenie composta dei benedetti di Geova, e con essi i loro discendenti. . . . Il lupo e l’agnello stessi pasceranno insieme, e il leone mangerà la paglia proprio come il toro . . . Non faranno danno né causeranno rovina in tutto il mio monte santo’, ha detto Geova”. — Isaia 65:21-25.
Che dire delle sofferenze a livello individuale? Non ci saranno guerre, violenze o criminalità. (Salmo 46:8, 9; Proverbi 2:22; Isaia 2:4) Il Fattore dell’uomo e Datore di vita aiuterà gli esseri umani ubbidienti a diventare e rimanere perfettamente sani. (Isaia 25:8; 33:24) Nessuno soffrirà più la fame, perché l’equilibrio ecologico sarà ripristinato e la terra produrrà in abbondanza. (Salmo 72:16) Sì, i problemi che oggi sono fonte di sofferenze saranno cose del passato. — Isaia 14:7.
Questa è senza dubbio la migliore notizia che si possa immaginare. Alcuni, però, potrebbero pensare che rimarrebbero ancora due grossi problemi. Una persona non gusterebbe appieno queste benedizioni se sapesse di dover morire dopo soli 70 o 80 anni. E non potrebbe forse sentirsi triste pensando ai suoi cari che sono morti prima che il Creatore ponesse fine alle sofferenze umane? Cosa si può dire?
Eliminata la massima fonte di sofferenza
Il Creatore ha la soluzione. È il Fattore dell’universo e della vita umana sulla terra. Può fare cose che per l’uomo sono impossibili, o di cui solo ora cominciamo a intuire la fattibilità. Facciamo solo due esempi.
Possediamo il potenziale per vivere per sempre.
La Bibbia offre chiaramente la prospettiva di ricevere da Dio la vita eterna. (Giovanni 3:16; 17:3) Dopo aver studiato i geni nelle cellule umane, il dott. Michael Fossel ha riferito che la qualità delle cellule riproduttive maschili non si deteriora con l’età. “I geni che già possediamo, se espressi dovutamente, possono proteggere le nostre cellule dall’invecchiamento”. Questo è in armonia con quanto abbiamo visto al capitolo 4, ovvero che il cervello umano ha una capacità enorme che viene sfruttata solo in minima parte nell’arco di una vita attuale; sembra progettato per funzionare all’infinito. Queste, naturalmente, sono solo osservazioni secondarie rispetto a ciò che la Bibbia dice in modo esplicito, e cioè che Geova ci darà la possibilità di vivere per sempre senza sofferenze. Notate cosa promette Dio nell’ultimo libro della Bibbia: “[Dio] asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore”. — Rivelazione 21:4.
Il Creatore è in grado di aiutare chi ha sofferto ed è morto, riportandolo in vita con la risurrezione.
Lazzaro fu uno che venne risuscitato. (Giovanni 11:17-45; vedi le pagine 158-60). Il prof. Donald MacKay ha fatto l’esempio di un documento elettronico. Ha scritto che la distruzione di un computer non significa necessariamente la scomparsa definitiva dell’equazione o del programma che quello stava eseguendo. La stessa equazione o lo stesso programma si possono inserire ed eseguire in un nuovo computer, “se il matematico lo desidera”. MacKay proseguiva dicendo: “A quanto pare le neuroscienze meccanicistiche non sollevano maggiori obiezioni alla speranza della vita eterna espressa [nella Bibbia], con l’enfasi caratteristica che dà alla ‘risurrezione’”. Nel caso che un essere umano muoia, il Creatore potrebbe riportarlo in vita in un secondo tempo, come fece con Gesù e come Gesù fece con Lazzaro. MacKay concludeva dicendo che la morte non impedirebbe a una persona di essere riportata in vita in un nuovo corpo, “se il Creatore lo desidera”.
Sì, la soluzione definitiva dei problemi ce l’ha il nostro Creatore. Solo lui può eliminare del tutto le sofferenze, annullare gli effetti del peccato e sconfiggere la morte. Gesù Cristo parlò ai suoi discepoli di un avvenimento straordinario ancora futuro. Disse: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori”. — Giovanni 5:28, 29.
Pensate! Il Sovrano Signore dell’universo può e vuole riportare in vita quelli che sono nella sua memoria. A questi sarà data l’opportunità di mostrarsi degni di ricevere “la vera vita”. — 1 Timoteo 6:19; Atti 24:15.
Ma dobbiamo fare qualcosa ora, mentre attendiamo la completa liberazione dalle sofferenze umane? Se sì, è possibile che questo renda la nostra vita attuale ancor più significativa? Vediamo.
[Note in calce]
a Il karma sarebbe “il frutto delle azioni passate di una persona che influisce sulle sue vite, o reincarnazioni, future”.
b Genesi 2:17 riporta il divieto che Dio diede ad Adamo di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. In una nota in calce a questo versetto, La Bibbia di Gerusalemme fa questo commento su ciò che tale conoscenza rappresentava: “[È] la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura (cf. Is[aia] 5,20). Il primo peccato è stato un attentato alla sovranità di Dio”.
c Altri brani completano il quadro delle sofferenze di Giobbe. La sua carne era coperta di bachi, la sua pelle di croste e il suo alito era nauseabondo. Giobbe soffriva terribilmente e la pelle, annerita, gli cadeva di dosso. — Giobbe 7:5; 19:17; 30:17, 30.
d Nel capitolo “Cosa si può imparare sul Creatore da un libro?” abbiamo già visto la parte avuta da Satana il Diavolo nel peccato di Adamo ed Eva.
e Per una trattazione di questa profezia, vedi il capitolo 9 del libro Cosa insegna realmente la Bibbia?, edito dai testimoni di Geova.
[Riquadro a pagina 168]
L’anima non è immortale
La Bibbia insegna che ogni persona è un’anima umana; quando la persona muore, muore l’anima. Ezechiele 18:4 dice: “L’anima che pecca, essa stessa morirà”. I morti sono inconsci e non vivono da nessuna parte. Salomone scrisse: “In quanto ai morti, non sono consci di nulla”. (Ecclesiaste 9:5, 10) Né gli ebrei né i primi cristiani insegnavano in origine che l’anima fosse immortale.
“Nel V[ecchio] T[estamento] l’anima significa non una parte dell’uomo, ma l’uomo intero, l’uomo come essere vivente. In modo simile, nel N[uovo] T[estamento] significa vita umana . . . La Bibbia non parla della sopravvivenza di un’anima immateriale”. — New Catholic Encyclopedia.
“L’idea dell’immortalità dell’anima e la fede nella resurrezione dei morti . . . sono . . . due concezioni poste su piani assolutamente diversi”. — Philippe H. Menoud, Dopo la morte: immortalità o resurrezione?, Claudiana, Torino, 1970, pp. 7-8.
“Giacché è l’uomo nell’insieme ad esser peccatore, alla morte egli muore perciò completamente, anima e corpo (morte completa) . . . Tra la morte e la risurrezione c’è un vuoto”. — Evangelischer Erwachsenenkatechismus, catechismo luterano.
[Riquadro a pagina 175]
È passato molto tempo?
Potrebbe sembrare che il tempo trascorso dall’epoca di Giobbe a quella di Gesù — circa 1.600 anni, durante i quali le sofferenze sono continuate — sia un periodo molto lungo. A un essere umano, un’attesa di 100 anni prima di veder finire le sofferenze sembra lunghissima. Dobbiamo capire, però, che le questioni fondamentali sollevate da Satana si riflettevano negativamente sul Creatore. Dal punto di vista di Dio, il periodo di tempo in cui sono state permesse sofferenze e malvagità è stato breve. Egli è il “Re d’eternità” ai cui occhi ‘mille anni sono come ieri quando è passato’. (1 Timoteo 1:17; Salmo 90:4) E anche agli uomini a cui sarà concessa la vita eterna questo periodo della storia in cui sono esistite le sofferenze sembrerà molto breve.
[Riquadro a pagina 178]
Una svolta nella storia
“Oggi, in debita prospettiva di tempo, vediamo chiaramente che lo scoppio della prima guerra mondiale segnò nel nostro secolo l’apertura di un’‘epoca di torbidi’ — per usare la calzante espressione dello storico inglese Arnold Toynbee — dalla quale la nostra civiltà non è ancora affatto emersa”. — Edmond Taylor, La caduta delle dinastie, trad. di S. Varini, Dall’Oglio Editore, Milano, 1968, p. 30.
“È veramente l’anno 1914 anziché quello di Hiroshima a segnare la svolta nel nostro tempo, poiché ormai capiamo che . . . fu con la prima guerra mondiale che ebbe inizio il confuso periodo di transizione nel quale ci stiamo dibattendo”. — René Albrecht-Carrié, del Barnard College.
“Nel 1914 il mondo perse una coerenza che da allora non è riuscito a riacquistare. . . . Questo è stato un tempo di straordinario disordine e violenza, sia fuori che dentro le frontiere nazionali”. — The Economist.
[Riquadro a pagina 181]
È possibile risuscitare una persona?
Il neurologo Richard M. Restak, parlando del cervello umano e dei suoi neuroni, ha detto: “Un osservatore capace di decodificare le connessioni e i circuiti che si sono creati tra i nostri 50 miliardi di cellule nervose potrebbe leggere tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo fatto”. Se le cose stanno così, il nostro amorevole Creatore, con le informazioni di cui dispone, non sarebbe forse in grado di ricostruire una persona?
[Riquadro a pagina 182]
Le vostre sinapsi sono contate
Gesù disse: “Gli stessi capelli della vostra testa sono tutti contati”. (Matteo 10:29-31) Che dire della materia grigia che avete dentro la testa? Le cellule cerebrali (dette neuroni) sono così piccole che per osservarle ci vuole un potente microscopio. Immaginate di tentare di contare non solo i neuroni, ma le ancor più minuscole connessioni tra neuroni (sinapsi), che nel caso di certi neuroni possono essere ben 250.000.
Il dott. Peter Huttenlocher, usando un potente microscopio elettronico, ha fatto un lavoro pionieristico contando le connessioni sinaptiche in campioni di tessuto cerebrale provenienti da autopsie di feti, bambini e persone anziane. Fatto sorprendente, tutti i campioni, grandi all’incirca quanto la capocchia di uno spillo, contenevano più o meno lo stesso numero di neuroni: circa 70.000.
Dopo ciò Huttenlocher si è messo a contare le connessioni sinaptiche in quei minuscoli campioni. I neuroni fetali avevano 124 milioni di connessioni; quelli di un neonato ne avevano 253 milioni; un bambino di otto mesi ne aveva 572 milioni. Huttenlocher ha scoperto che in seguito, con la crescita, nei bambini il numero gradualmente diminuiva.
Queste scoperte rivestono un certo interesse alla luce di quanto la Bibbia dice della risurrezione. (Giovanni 5:28, 29) Un adulto ha, in tutto il cervello, circa un milione di miliardi di sinapsi: un numero che si scrive con 1 seguito da 15 zeri. Che dire del Creatore: è capace non solo di contare queste sinapsi, ma anche di ricostruirle?
Secondo un’enciclopedia, il numero totale delle stelle nell’universo sarebbe di 200 miliardi di miliardi, ovvero 2 seguito da 20 zeri. (The World Book Encyclopedia) Il Creatore conosce ciascuna di queste stelle per nome. (Isaia 40:26) Pertanto, è senz’altro in grado di ricordare e ricostruire le connessioni sinaptiche che costituiscono i ricordi e i sentimenti degli esseri umani che decide di risuscitare.
[Immagine a pagina 166]
Molti credono nel ciclo del karma, fatto di nascite e morti successive
[Immagine a pagina 171]
Alessio, figlio dello zar Nicola II e di Alessandra, ereditò l’emofilia. Noi abbiamo ereditato l’imperfezione dal nostro progenitore Adamo
[Immagini a pagina 179]
Anche nel periodo in cui ha permesso le sofferenze, il Creatore ha provveduto agli uomini molte cose piacevoli