Capitolo diciannove
L’ipocrisia è smascherata!
1. Come considerano l’ipocrisia Gesù e Geova, e che forma assume ai giorni di Isaia?
“DI FUORI in realtà apparite giusti agli uomini”, disse Gesù ai capi religiosi dei suoi giorni, “ma dentro siete pieni d’ipocrisia e illegalità”. (Matteo 23:28) Condannando l’ipocrisia Gesù rispecchia il punto di vista del suo Padre celeste. Il capitolo 58 delle profezie di Isaia concentra l’attenzione in particolare sull’ipocrisia che dilaga in Giuda. Contese, oppressione e violenza sono all’ordine del giorno e l’osservanza del sabato è degenerata in un rituale privo di significato. Gli ebrei rendono a Geova un servizio simbolico e ostentano devozione con digiuni poco sinceri. Non meraviglia che Geova li smascheri per quello che sono!
‘Dichiara al popolo i suoi peccati’
2. Che spirito manifesta Isaia nel dichiarare il messaggio di Geova, e chi è come lui oggi?
2 Benché sia disgustato del comportamento della nazione di Giuda, Geova include nelle sue parole un sentito invito perché si penta. Ma non vuole che la sua riprensione sia poco chiara. Perciò comanda a Isaia: “Chiama a piena gola; non ti trattenere. Alza la tua voce proprio come un corno, e dichiara al mio popolo la loro rivolta, e alla casa di Giacobbe i loro peccati”. (Isaia 58:1) Annunciando intrepidamente le parole di Geova, Isaia potrebbe attirarsi l’ostilità della gente, ma non si tira indietro. Ha ancora lo stesso spirito di dedizione che manifestò quando disse: “Eccomi! Manda me”. (Isaia 6:8) Che ottimo esempio di perseveranza è Isaia per i testimoni di Geova odierni, che sono pure tenuti a predicare la Parola di Dio e a smascherare l’ipocrisia religiosa! — Salmo 118:6; 2 Timoteo 4:1-5.
3, 4. (a) Che impressione dà la gente ai giorni di Isaia? (b) Qual è la situazione reale in Giuda?
3 Apparentemente ai giorni di Isaia la gente ricerca Geova e prova diletto nei suoi giusti giudizi. Leggiamo le parole di Geova: “Di giorno in giorno continuavano a cercarmi, e nella conoscenza delle mie vie esprimevano diletto, come una nazione che praticasse la stessa giustizia e che non avesse lasciato il medesimo diritto del proprio Dio, in quanto continuavano a chiedermi giusti giudizi, avvicinandosi a Dio in cui provavano diletto”. (Isaia 58:2) Questo presunto diletto nelle vie di Geova è forse sincero? No. Gli ebrei sono ‘come una nazione che pratica la stessa giustizia’, ma la somiglianza è puramente superficiale. In verità questa nazione ha “lasciato il medesimo diritto del proprio Dio”.
4 La situazione è molto simile a quella rivelata in seguito al profeta Ezechiele. Geova dice a Ezechiele che gli ebrei si dicono l’un l’altro: “Venite, vi prego, e udite qual è la parola che esce da Geova”. Ma lo avverte che non sono sinceri: “Verranno da te, . . . e certamente udranno le tue parole ma non le metteranno in pratica, poiché esprimono con la loro bocca desideri bramosi e il loro cuore va dietro al loro guadagno ingiusto. Ed ecco, tu sei per loro come un canto di amori sensuali, come uno con una bella voce e che suona bene uno strumento a corda. E certamente udranno le tue parole, ma non c’è nessuno che le metta in pratica”. (Ezechiele 33:30-32) Anche i contemporanei di Isaia sostengono di cercare costantemente Geova, ma non ubbidiscono alle sue parole.
Digiuno ipocrita
5. In che modo gli ebrei cercano di ottenere il favore divino, e qual è la reazione di Geova?
5 Nel tentativo di ottenere il favore divino gli ebrei osservano il digiuno per pura formalità, ma la loro presunta devozione non fa che allontanarli da Geova. Con apparente smarrimento chiedono: “Per quale ragione digiunammo e tu non vedesti, e affliggemmo la nostra anima e tu non prestavi attenzione?” Geova risponde francamente: “In realtà voi provavate diletto nel medesimo giorno del vostro digiuno, quando c’erano tutti i vostri lavoratori che obbligavate al lavoro. In realtà digiunavate per la lite e la zuffa, e per colpire col pugno della malvagità. Non digiunavate come nel giorno per far udire in alto la vostra voce? Deve il digiuno che io scelgo essere come questo, come un giorno in cui l’uomo terreno affligge la sua anima? Per chinare la testa proprio come un giunco, e per stendere semplice sacco e cenere come suo giaciglio? È questo che chiamate digiuno e giorno accettevole a Geova?” — Isaia 58:3-5.
6. Con quali azioni gli ebrei tradiscono l’ipocrisia dei loro digiuni?
6 Pur digiunando, ostentando giustizia e persino chiedendo a Geova giudizi giusti, gli ebrei ricercano piaceri egoistici e interessi economici. Si abbandonano a contese, oppressione e violenza. Nel tentativo di coprire il proprio comportamento, si danno a vistose manifestazioni di cordoglio — chinano la testa come un giunco e siedono su sacco e cenere — in un apparente pentimento per i propri peccati. Che valore ha tutto questo se continuano a ribellarsi? Non manifestano affatto il devoto rammarico e il pentimento che dovrebbero accompagnare i digiuni sinceri. I loro lamenti, per quanto rumorosi, non sono uditi in cielo.
7. In quali modi gli ebrei del tempo di Gesù si comportavano ipocritamente, e come oggi molti fanno lo stesso?
7 Gli ebrei dei giorni di Gesù facevano una simile ostentazione di digiuni cerimoniali e alcuni digiunavano addirittura due volte la settimana! (Matteo 6:16-18; Luca 18:11, 12) Molti capi religiosi pure imitavano la generazione di Isaia essendo insensibili e autoritari. Perciò Gesù smascherò con coraggio quegli ipocriti religiosi, dicendo che la loro forma di adorazione era vana. (Matteo 15:7-9) Anche oggi milioni di persone “dichiarano pubblicamente di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le loro opere, perché sono detestabili e disubbidienti e non approvati per ogni sorta di opera buona”. (Tito 1:16) Costoro forse sperano nella misericordia di Dio, ma il loro comportamento rivela che non sono sinceri. I testimoni di Geova invece manifestano vera santa devozione e sincero amore fraterno. — Giovanni 13:35.
Cosa comporta il vero pentimento
8, 9. Quali azioni positive devono accompagnare il pentimento sincero?
8 Geova vuole che i suoi servitori non si limitino a digiunare per i propri peccati; vuole che si pentano. Così otterranno il suo favore. (Ezechiele 18:23, 32) Spiega che per avere valore il digiuno deve essere accompagnato dalla correzione dei peccati commessi. Considerate le domande scrutatrici che fa Geova: “Non è questo il digiuno che io scelgo? Sciogliere i ceppi di malvagità, slacciare i legami della sbarra del giogo, e mandare liberi gli oppressi, e che voi rompiate ogni sbarra di giogo?” — Isaia 58:6.
9 Ceppi e gioghi sono appropriati simboli di dura schiavitù. Quindi anziché digiunare e al tempo stesso opprimere i compagni di fede, gli ebrei dovrebbero ubbidire al comando: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Levitico 19:18) Dovrebbero rimettere in libertà tutti coloro che hanno oppresso e reso ingiustamente schiavi.a Vistosi atti di devozione, come quello di digiunare, non possono sostituire la santa devozione sincera e le azioni che dimostrano amore fraterno. Un contemporaneo di Isaia, il profeta Michea, scrive: “Cosa richiede da te Geova, se non di esercitare la giustizia e di amare la benignità e di essere modesto nel camminare col tuo Dio?” — Michea 6:8.
10, 11. (a) Anziché digiunare, cosa dovrebbero fare gli ebrei? (b) In che modo oggi i cristiani possono mettere in pratica il consiglio dato da Geova agli ebrei?
10 Giustizia, benignità e modestia richiedono che si faccia del bene ad altri, che è l’essenza della Legge di Geova. (Matteo 7:12) Essere generosi con i bisognosi è molto meglio che digiunare. Geova chiede: “[Il digiuno che io scelgo] non è lo spezzare il tuo pane all’affamato, e l’introdurre nella tua casa gli afflitti senza tetto? Che, nel caso in cui tu veda qualcuno nudo, in effetti lo copra e che non ti nasconda dalla tua propria carne?” (Isaia 58:7) Sì, anziché digiunare solo per farsi vedere, chi ne ha i mezzi dovrebbe dare cibo, vestiario e alloggio ad altri abitanti di Giuda nel bisogno, la propria carne.
11 Questi bei princìpi di amore fraterno e compassione espressi da Geova non riguardano solo gli ebrei del tempo di Isaia. Guidano anche i cristiani. Perciò l’apostolo Paolo scrisse: “Realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede”. (Galati 6:10) La congregazione cristiana deve essere un rifugio in cui trovare amore e affetto fraterno, specie dati i tempi sempre più difficili in cui viviamo. — 2 Timoteo 3:1; Giacomo 1:27.
L’ubbidienza reca ricche benedizioni
12. Cosa farà Geova se il suo popolo gli ubbidirà?
12 Se il suo popolo avesse la perspicacia di prestare ascolto alla sua amorevole riprensione! Geova dice: “In tal caso la tua luce irromperebbe proprio come l’aurora; e la guarigione germoglierebbe rapidamente per te. E la tua giustizia certamente camminerebbe davanti a te; la medesima gloria di Geova sarebbe la tua retroguardia. In tal caso chiameresti e Geova stesso risponderebbe; invocheresti soccorso, ed egli direbbe: ‘Eccomi!’” (Isaia 58:8, 9a) Che parole calorose, commoventi! Geova benedice e protegge chi prova diletto nell’amorevole benignità e nella giustizia. Se il suo popolo si pentirà della propria insensibilità e ipocrisia e gli ubbidirà, avrà un futuro molto più luminoso. Geova gli concederà la “guarigione”, il ristabilimento fisico e spirituale. Inoltre lo proteggerà, come aveva fatto con i suoi antenati quando lasciavano l’Egitto. E risponderà immediatamente alle sue grida di aiuto. — Esodo 14:19, 20, 31.
13. Quali benedizioni sono in serbo per gli ebrei se seguono l’esortazione di Geova?
13 Geova ora amplia l’esortazione precedente: “Se toglierai di mezzo a te la sbarra del giogo [della dura, ingiusta schiavitù], lo stendere il dito [forse in segno di disprezzo o di falsa accusa] e il parlare di ciò che è nocivo; e concederai all’affamato il desiderio della tua propria anima, e sazierai l’anima che è afflitta, anche la tua luce certamente rifulgerà pure nelle tenebre, e la tua caligine sarà come il mezzogiorno”. (Isaia 58:9b, 10) Egoismo e crudeltà sono controproducenti e provocano l’ira di Geova. Benignità e generosità, specie verso gli affamati e gli afflitti, recano invece la sua ricca benedizione. Se gli ebrei prendessero a cuore queste verità! In tal caso, grazie alla loro luce e alla loro prosperità spirituale, risplenderebbero come il sole a mezzogiorno, dissipando la caligine. Soprattutto recherebbero onore e lode a Geova, la Fonte della loro gloria e delle loro benedizioni. — 1 Re 8:41-43.
Una nazione ristabilita
14. (a) Come reagiscono i contemporanei di Isaia alle sue parole? (b) Cosa continua a dare Geova?
14 Purtroppo la nazione ignora l’invito di Geova e sprofonda ancor di più nella malvagità. Alla fine Geova non ha altra scelta che mandarla in esilio, come aveva avvertito. (Deuteronomio 28:15, 36, 37, 64, 65) Tuttavia le sue successive parole riportate da Isaia continuano a dare speranza. Dio predice che un rimanente contrito accetterà la disciplina e tornerà gioiosamente nel paese di Giuda, anche se giace desolato.
15. Quale gioiosa restaurazione predice Geova?
15 Preannunciando la restaurazione del suo popolo nel 537 a.E.V., Geova dice tramite Isaia: “Geova ti dovrà guidare di continuo e sazierà la tua anima anche in una terra arida, e darà vigore alle tue medesime ossa; e devi divenire come un giardino irriguo, e come la sorgente d’acqua, le cui acque non mentono [‘non mancano mai’, Nuova Riveduta]”. (Isaia 58:11) Geova renderà di nuovo molto produttivo l’inaridito paese di Israele. Cosa che meraviglia ancor di più, benedirà il suo popolo pentito, rinvigorendo le sue “medesime ossa”, che da uno stato spiritualmente privo di vita sarebbero passate a uno di piena vitalità. (Ezechiele 37:1-14) Le persone stesse diventeranno come un “giardino irriguo” pieno di frutti spirituali.
16. In che modo il paese sarà restaurato?
16 La restaurazione includerà la ricostruzione delle città distrutte dagli invasori babilonesi nel 607 a.E.V. “Alla tua richiesta gli uomini certamente edificheranno i luoghi da lungo tempo devastati; tu erigerai anche le fondamenta di ininterrotte generazioni. E sarai realmente chiamato il riparatore della breccia, il restauratore di strade presso cui dimorare”. (Isaia 58:12) Le espressioni parallele “i luoghi da lungo tempo devastati” e “le fondamenta di ininterrotte generazioni” (cioè le fondamenta rimaste in rovina per generazioni) indicano che il rimanente rimpatriato ricostruirà le città diroccate di Giuda, specie Gerusalemme. (Neemia 2:5; 12:27; Isaia 44:28) Riparerà la “breccia”, termine usato in senso collettivo per indicare le brecce nelle mura di Gerusalemme e senza dubbio anche di altre città. — Geremia 31:38-40; Amos 9:14.
Benedizioni derivanti dalla fedele osservanza del sabato
17. In che modo Geova invita il suo popolo a ubbidire alle leggi relative al sabato?
17 Il sabato era un’espressione del profondo interesse di Dio per il benessere fisico e spirituale del suo popolo. Gesù disse: “Il sabato venne all’esistenza a causa dell’uomo”. (Marco 2:27) Quel giorno santificato da Geova Dio offriva agli israeliti la speciale opportunità di dimostrargli il loro amore. Purtroppo all’epoca di Isaia è diventato un giorno per celebrare riti vuoti e soddisfare desideri egoistici. Perciò ancora una volta Geova ha motivo di rimproverare il suo popolo. E di nuovo cerca di toccargli il cuore: “Se in vista del sabato ritirerai il tuo piede in quanto a fare i tuoi propri diletti nel mio santo giorno, e realmente chiamerai il sabato uno squisito diletto, un giorno santo di Geova, un giorno che è glorificato, e realmente lo glorificherai anziché fare secondo le tue proprie vie, anziché trovare ciò che ti diletta e pronunciare una parola; in tal caso proverai in Geova il tuo squisito diletto, e certamente ti farò cavalcare sugli alti luoghi della terra; e certamente ti farò mangiare del possedimento ereditario di Giacobbe tuo antenato, poiché la bocca di Geova stesso ha parlato”. — Isaia 58:13, 14.
18. Cosa accadrà a Giuda dato che non rispetta il sabato?
18 Il sabato è un giorno dedicato alla meditazione su cose spirituali, alla preghiera e all’adorazione familiare. Dovrebbe aiutare gli ebrei a riflettere sulle meravigliose imprese compiute da Geova Dio a loro favore e sull’amore e sulla giustizia manifesti nella sua Legge. Quindi la fedele osservanza di questo giorno santo dovrebbe aiutarli ad avvicinarsi maggiormente al loro Dio. Invece snaturano il sabato e perciò rischiano di essere esclusi dalla benedizione di Geova. — Levitico 26:34; 2 Cronache 36:21.
19. Quali ricche benedizioni sono in serbo per il popolo di Dio se ricomincerà a osservare il sabato?
19 Eppure se gli ebrei faranno tesoro della disciplina e rispetteranno le disposizioni sabatiche, riceveranno ricche benedizioni. I buoni effetti della vera adorazione e del rispetto per il sabato saranno evidenti in tutti gli aspetti della loro vita. (Deuteronomio 28:1-13; Salmo 19:7-11) Per esempio, Geova li farà “cavalcare sugli alti luoghi della terra”. Questa espressione significa sicurezza e trionfo sui nemici. Chi ha il controllo degli alti luoghi, i colli e i monti, ha il controllo del paese. (Deuteronomio 32:13; 33:29) Un tempo la nazione di Israele ubbidiva a Geova e aveva la sua protezione ed era rispettata, persino temuta, dalle altre nazioni. (Giosuè 2:9-11; 1 Re 4:20, 21) Se gli ubbidirà di nuovo, riavrà in parte la gloria di un tempo. Geova le assicurerà la sua porzione del “possedimento ereditario di Giacobbe”: le benedizioni promesse nel patto stipulato con i suoi antenati, specie la benedizione del sicuro possesso della Terra Promessa. — Salmo 105:8-11.
20. Quale “riposo di sabato” c’è per i cristiani?
20 Cosa possono imparare da questo i cristiani? Alla morte di Gesù Cristo la Legge mosaica fu abolita, incluse le norme sabatiche. (Colossesi 2:16, 17) Ma lo spirito che l’osservanza del sabato avrebbe dovuto incoraggiare in Giuda — mettere al primo posto gli interessi spirituali e accostarsi a Geova — è ancora indispensabile per i suoi adoratori. (Matteo 6:33; Giacomo 4:8) Inoltre Paolo, nella lettera agli Ebrei, dice: “Rimane . . . un riposo di sabato per il popolo di Dio”. I cristiani entrano in questo “riposo di sabato” ubbidendo a Geova e perseguendo la giustizia basata sulla fede nel sangue versato da Gesù Cristo. (Ebrei 3:12, 18, 19; 4:6, 9-11, 14-16) In questo senso i cristiani osservano il sabato non solo una volta alla settimana, ma ogni giorno. — Colossesi 3:23, 24.
L’Israele spirituale ‘cavalca sugli alti luoghi della terra’
21, 22. In quali modi Geova ha fatto “cavalcare sugli alti luoghi della terra” l’Israele di Dio?
21 Dal 1919 quando furono liberati dalla cattività babilonica i cristiani unti hanno osservato fedelmente ciò che era prefigurato dal sabato. Perciò Geova li ha fatti “cavalcare sugli alti luoghi della terra”. In che senso? Nel 1513 a.E.V. Geova fece il patto con i discendenti di Abraamo che se avessero ubbidito sarebbero diventati un regno di sacerdoti e una nazione santa. (Esodo 19:5, 6) Per tutti i 40 anni nel deserto Geova li portò al sicuro, come un’aquila porta i suoi piccoli, e li benedisse provvedendo per loro in abbondanza. (Deuteronomio 32:10-12) La nazione, però, mancò di fede e alla fine perse tutti i privilegi che avrebbe potuto avere. Nonostante ciò oggi Geova ha un regno di sacerdoti: lo spirituale Israele di Dio. — Galati 6:16; 1 Pietro 2:9.
22 Durante “il tempo della fine” questa nazione spirituale ha fatto quello che l’antico Israele non fece. È stata fedele a Geova. (Daniele 8:17) Poiché coloro che ne fanno parte seguono rigorosamente le alte norme e le elevate vie di Geova, egli li esalta in senso spirituale. (Proverbi 4:4, 5, 8; Rivelazione 11:12) Protetti dall’impurità che li circonda, hanno uno stile di vita elevato e, anziché insistere nel seguire le proprie vie, provano “squisito diletto in Geova” e nella sua Parola. (Salmo 37:4) Geova li ha tenuti spiritualmente al sicuro nonostante siano stati oggetto di forte opposizione in tutto il mondo. Dal 1919 il loro “paese” spirituale non è stato invaso. (Isaia 66:8) Continuano a essere un popolo per il suo eccelso nome, che proclamano con gioia in tutto il mondo. (Deuteronomio 32:3; Atti 15:14) Inoltre adesso un crescente numero di mansueti di tutte le nazioni ha insieme a loro il grande privilegio di imparare le vie di Geova e camminare nei suoi sentieri.
23. In quali modi Geova ha fatto “mangiare del possedimento ereditario di Giacobbe” ai suoi servitori unti?
23 Geova ha fatto “mangiare del possedimento ereditario di Giacobbe” ai suoi servitori unti. Quando benedisse Giacobbe invece di Esaù, il patriarca Isacco predisse benedizioni per tutti coloro che avrebbero esercitato fede nel promesso Seme di Abraamo. (Genesi 27:27-29; Galati 3:16, 17) Come Giacobbe, e a differenza di Esaù, i cristiani unti e i loro compagni ‘apprezzano le cose sacre’, specie il cibo spirituale che Dio fornisce in abbondanza. (Ebrei 12:16, 17; Matteo 4:4) Questo cibo spirituale — che include la conoscenza di ciò che Geova sta facendo tramite il Seme promesso e i suoi coeredi — fortifica, infonde energia ed è indispensabile per la loro vita spirituale. Quindi è molto importante che si nutrano regolarmente di cibo spirituale leggendo la Parola di Dio e meditando su di essa. (Salmo 1:1-3) È fondamentale che si trovino insieme ai compagni di fede alle adunanze cristiane. Ed è essenziale che sostengano le alte norme della pura adorazione mentre portano gioiosamente ad altri questo nutrimento spirituale.
24. Come si comportano oggi i veri cristiani?
24 Mentre attendono ansiosamente l’adempimento delle promesse di Geova, i veri cristiani ripudiano ogni sorta di ipocrisia. Nutriti “del possedimento ereditario di Giacobbe”, continuano a godere sicurezza spirituale sugli “alti luoghi della terra”.
[Nota in calce]
a Geova aveva disposto per il suo popolo che chi si era indebitato si vendesse schiavo, divenendo in pratica un lavoratore salariato, per estinguere il debito. (Levitico 25:39-43) Tuttavia la Legge esigeva che gli schiavi fossero trattati bene. Chi era stato trattato in modo brutale doveva essere rimesso in libertà. — Esodo 21:2, 3, 26, 27; Deuteronomio 15:12-15.
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Gli ebrei digiunano e chinano la testa fingendo di pentirsi, eppure non cambiano le loro vie
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Chi ha i mezzi dà alloggio, vestiario e cibo a chi è nel bisogno
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Se si pentirà, Giuda ricostruirà le sue città devastate