CAPITOLO QUATTORDICI
Possiamo trarre beneficio dal nuovo patto
1. Quale duplice incarico assolse Geremia?
GEOVA diede a Geremia un duplice incarico. Da un lato doveva ‘sradicare, abbattere, distruggere e demolire’; dall’altro doveva ‘edificare e piantare’. Il profeta assolse la prima parte dell’incarico smascherando la malvagità degli orgogliosi ebrei e pronunciando i giudizi divini contro di loro e contro i babilonesi. Le profezie di Geremia, però, offrivano anche una speranza per il futuro. Egli predisse che ciò che Dio si era proposto fosse edificato e piantato sarebbe stato effettivamente edificato e piantato. Per esempio, fu assolvendo la seconda parte dell’incarico che Geremia richiamò l’attenzione sul ritorno in patria degli ebrei. — Ger. 1:10; 30:17, 18.
2. Perché Geova eseguì il giudizio sul suo popolo, e in che misura lo fece?
2 Il fatto che Geremia proclamasse la restaurazione non significa che alla fine Dio sarebbe stato troppo indulgente con il suo popolo o che sarebbe venuto meno alle sue norme di giustizia. Tutt’altro, avrebbe eseguito il giudizio sugli ebrei ribelli. (Leggi Geremia 16:17, 18). Ai giorni di Geremia pochi a Gerusalemme ‘facevano giustizia’ o ‘cercavano la fedeltà’, quindi la pazienza di Geova aveva raggiunto il limite. Infatti disse: “Mi sono stancato di provare rammarico”. (Ger. 5:1; 15:6, 7) Quegli ebrei erano “tornati agli errori dei loro antenati, i primi, che rifiutarono di ubbidire” alle parole di Geova. Inoltre provocavano la sua ira commettendo adulterio spirituale con i falsi dèi. (Ger. 11:10; 34:18) Geova avrebbe corretto il suo popolo, arrivando a disciplinarlo, “in debita misura”. Di conseguenza alcuni si sarebbero resi conto della propria stoltezza e sarebbero tornati a lui. — Ger. 30:11; 46:28.
3. Perché dovremmo esaminare la profezia relativa al nuovo patto?
3 Dio usò Geremia per predire qualcosa che avrebbe avuto effetti più ampi e a lungo termine: un nuovo patto. Nella nostra trattazione degli scritti profetici di Geremia abbiamo buone ragioni per concentrarci su questo importantissimo aspetto, il nuovo patto, che doveva sostituire il patto che era stato stipulato con Israele dopo l’Esodo, il cui mediatore era Mosè. (Leggi Geremia 31:31, 32). Nell’istituire il Pasto Serale del Signore, Gesù Cristo parlò di questo nuovo patto, che ha quindi molta rilevanza per noi. (Luca 22:20) L’apostolo Paolo vi fece riferimento quando scrisse agli Ebrei. Citò la profezia di Geremia e mise in risalto l’importanza del nuovo patto. (Ebr. 8:7-9) Ma che cos’è esattamente il nuovo patto? Perché divenne necessario? Chi vi è coinvolto, e come possiamo trarne beneficio a livello individuale? Vediamo.
PERCHÉ UN NUOVO PATTO?
4. Quali risultati furono conseguiti con il patto della Legge?
4 Per comprendere il nuovo patto abbiamo bisogno di afferrare lo scopo del precedente, il patto della Legge. Per mezzo d’esso si sarebbero conseguiti diversi risultati eccellenti in favore della nazione che aspettava il Seme promesso, grazie al quale molti sarebbero stati benedetti. (Gen. 22:17, 18) Quando accettarono il patto della Legge, gli israeliti divennero la “speciale proprietà” di Dio. Sotto quel patto, la tribù di Levi avrebbe provveduto alla nazione dei sacerdoti. Concludendo al monte Sinai il patto nazionale con Israele, Geova menzionò “un regno di sacerdoti e una nazione santa” senza indicare quando e in che modo queste parole si sarebbero adempiute. (Eso. 19:5-8) Fino ad allora, il patto avrebbe indicato chiaramente che gli israeliti non potevano osservare la Legge sotto ogni aspetto e quindi esso rese manifesti i loro peccati. Ecco perché sotto la Legge gli israeliti dovevano offrire regolarmente sacrifici per coprire i propri peccati. Ma ovviamente era necessario qualcosa di più, un sacrificio perfetto che non dovesse essere ripetuto. C’era disperato bisogno di ottenere in modo duraturo il perdono dei peccati. — Gal. 3:19-22.
5. Perché Geova predisse il nuovo patto?
5 Cominciamo a capire perché, quando il patto della Legge era ancora in vigore, Dio fece predire da Geremia un altro patto, il nuovo patto. Mosso dall’amore e dalla benignità, Geova voleva offrire aiuto in modo permanente, e questo non a beneficio di una sola nazione. Per mezzo di Geremia Dio disse a proposito di coloro che sarebbero stati in questo patto futuro: “Perdonerò il loro errore, e non ricorderò più il loro peccato”. (Ger. 31:34) Anche se fu fatta ai giorni di Geremia, questa promessa offre una meravigliosa prospettiva a tutta l’umanità. In che senso?
6, 7. (a) Cosa provano alcuni in relazione alla propria condizione peccaminosa? (b) Perché riflettere sul nuovo patto può incoraggiarci?
6 Siamo ancora imperfetti e spesso ci scontriamo con questa realtà. Il punto è ben illustrato dalle parole di un fratello che stava combattendo con un rilevante problema di natura personale. Egli dice: “Dopo ogni ricaduta mi sentivo malissimo. Pensavo che non sarei mai riuscito a farmi perdonare per quello che avevo fatto. Era difficile pregare. Iniziavo dicendo: ‘Geova, non so se ascolterai questa preghiera, ma... ’”. Alcuni, a causa di simili ricadute o di un peccato, hanno la sensazione che “una massa di nuvole” impedisca alle loro preghiere di raggiungere Dio. (Lam. 3:44) Altri sono tormentati dal ricordo di passate trasgressioni, anche a distanza di anni. Perfino i cristiani esemplari a volte dicono delle cose di cui poi si pentono. — Giac. 3:5-10.
7 Non dovremmo mai pensare che a noi non possa capitare di scivolare in una condotta inappropriata. (1 Cor. 10:12) Anche l’apostolo Paolo era consapevole di sbagliare. (Leggi Romani 7:21-25). Questo chiama in causa il nuovo patto. Dio promise che un elemento fondamentale del nuovo patto sarebbe stato che egli non avrebbe ricordato più i peccati. Che dono straordinario! Predire questo sarà stato davvero toccante per Geremia, e può essere altrettanto toccante per noi imparare di più in relazione al nuovo patto e capire come possiamo trarne beneficio.
Perché Dio concluse un nuovo patto?
CHE COS’È IL NUOVO PATTO?
8, 9. Quale prezzo pagò Geova per rendere possibile il perdono dei peccati?
8 Man mano che conosciamo meglio Geova, capiamo sempre più quanto sia benigno e misericordioso con gli esseri umani imperfetti. (Sal. 103:13, 14) Predicendo il nuovo patto, Geremia mise in risalto che Geova avrebbe ‘perdonato l’errore’ e non avrebbe ricordato più il peccato. (Ger. 31:34) Comprensibilmente Geremia si sarà chiesto come avrebbe fatto Dio a perdonare in quel modo. Avrà però capito che, parlando di un nuovo patto, Dio si riferiva a un accordo, o contratto, che avrebbe concluso con gli esseri umani. In qualche modo, per mezzo di quel patto, Geova avrebbe realizzato ciò che aveva fatto profetizzare da Geremia sotto ispirazione, anche in relazione al perdono. Per avere altri dettagli si sarebbe dovuto attendere il momento in cui Dio avrebbe rivelato ulteriormente il suo proposito, ad esempio riguardo a ciò che avrebbe fatto il Messia.
9 Forse anche voi avete visto dei genitori che, invece di disciplinare i figli, li viziano. Pensate che Geova agisca in modo simile? Assolutamente no! Lo si capisce dal modo in cui il nuovo patto entrò in vigore. Invece di limitarsi a cancellare i peccati, Dio osservò scrupolosamente le sue norme di giustizia provvedendo una base legale per il perdono dei peccati, anche a costo di pagare lui stesso un alto prezzo. Possiamo capire questo punto soffermandoci su quello che scrisse Paolo in relazione al nuovo patto. (Leggi Ebrei 9:15, 22, 28). Paolo menzionò la “liberazione mediante riscatto” e disse che “se il sangue non è versato non ha luogo nessun perdono”. Nel caso del nuovo patto, non ci si riferiva al sangue di tori o capri offerti in sacrificio sotto la Legge. Il nuovo patto fu reso operativo dal sangue di Gesù. Sulla base di quel sacrificio perfetto, Geova poté ‘perdonare l’errore e il peccato’ in maniera duratura. (Atti 2:38; 3:19) Ma chi sarebbe stato introdotto nel nuovo patto ottenendo il perdono? Non la nazione ebraica. Gesù disse che Dio avrebbe rigettato gli ebrei, che offrivano sacrifici animali sotto la Legge, e si sarebbe rivolto a un’altra nazione. (Matt. 21:43; Atti 3:13-15) Quella nazione risultò essere l’“Israele di Dio”, composto di cristiani unti con lo spirito santo. In poche parole, Geova Dio concluse il patto della Legge con l’Israele naturale e il nuovo patto, il cui Mediatore è Gesù, con l’Israele spirituale. — Gal. 6:16; Rom. 9:6.
10. (a) Chi è il “germoglio” di Davide? (b) In che modo gli esseri umani possono trarre beneficio dal “germoglio”?
10 Geremia rappresentò il Messia che doveva venire come il “germoglio” di Davide. Era un paragone azzeccato. Proprio mentre Geremia prestava servizio come profeta, l’‘albero’ della famiglia reale di Davide fu tagliato. Il ceppo però non era morto. A suo tempo dalla linea di discendenza del re Davide nacque Gesù, che poté essere chiamato “Geova è la nostra giustizia”, a sottolineare il profondo interesse di Dio per questa qualità. (Leggi Geremia 23:5, 6). Geova permise che il suo Figlio unigenito soffrisse e morisse sulla terra. Poi, in armonia con la giustizia, poté applicare il valore del sacrificio di riscatto del “germoglio” di Davide come base per il perdono. (Ger. 33:15) Questo diede la possibilità a esseri umani imperfetti di essere “dichiarati giusti per la vita” e unti con lo spirito santo, diventando così contraenti del nuovo patto. Come vedremo, il profondo interesse che Dio prova per la giustizia è ulteriormente dimostrato dal fatto che altri, pur non essendo direttamente nel nuovo patto, hanno la possibilità di trarne beneficio, e si avvalgono di questa possibilità. — Rom. 5:18.
11. (a) Dove è scritta la legge del nuovo patto? (b) Perché alle “altre pecore” sta a cuore la legge del nuovo patto?
11 Vorreste conoscere altri aspetti caratteristici del nuovo patto? Una differenza basilare tra il nuovo patto e il patto della Legge mosaica riguarda ciò su cui furono scritti. (Leggi Geremia 31:33). I Dieci Comandamenti del patto della Legge furono scritti su tavolette di pietra, che col tempo scomparvero. Geremia profetizzò invece che la legge del nuovo patto sarebbe stata scritta nel cuore degli uomini, e in modo permanente. I contraenti del nuovo patto, i cristiani unti, apprezzano davvero questa legge. Che dire di quelli che non sono direttamente nel nuovo patto, le “altre pecore”, che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra? (Giov. 10:16) Anche loro amano la legge di Dio. In un certo senso sono come i residenti forestieri che vivevano in Israele, i quali accettavano la Legge mosaica e ne traevano beneficio. — Lev. 24:22; Num. 15:15.
12, 13. (a) Cos’è la legge del nuovo patto? (b) Perché sotto “la legge del Cristo” nessuno si sente costretto a servire Dio?
12 Come rispondereste se vi fosse chiesto: ‘Cos’è questa legge che è scritta nel cuore dei cristiani unti?’ Ebbene, essa viene anche chiamata “la legge del Cristo”, e fu data prima di tutto agli israeliti spirituali, coloro che sono nel nuovo patto. (Gal. 6:2; Rom. 2:28, 29) Possiamo riassumere “la legge del Cristo” in una parola: amore. (Matt. 22:36-39) Come fanno gli unti ad avere questa legge scritta nel cuore? Ecco due modi importanti: studiando la Parola di Dio e accostandosi a Geova in preghiera. Di conseguenza questi aspetti della pura adorazione dovrebbero essere una costante nella vita di tutti i veri cristiani, anche di quelli che non sono nel nuovo patto ma che vogliono trarne beneficio.
13 “La legge del Cristo” viene chiamata la “legge perfetta che appartiene alla libertà” e la “legge di un popolo libero”. (Giac. 1:25; 2:12) Molti nacquero sotto la Legge mosaica, mentre nessuno è nato nel nuovo patto o sotto la legge del Cristo. Quelli che divengono ubbidienti alla legge del Cristo non vengono mai costretti a servire Dio. Piuttosto, sono felici di sapere che la legge di Dio può essere scritta nel cuore e che oggi gli esseri umani possono godere dei benefìci eterni del patto predetto da Geremia.
In che modo, per mezzo del nuovo patto, Dio ha reso possibile il perdono? Come possiamo conoscere la legge che è scritta nel cuore?
CHI TRAE BENEFICIO DAL NUOVO PATTO
14. Chi trae chiaramente beneficio dal nuovo patto?
14 Partendo dal presupposto che i 144.000 sono nel nuovo patto, alcuni potrebbero supporre che solo loro ne traggano beneficio. Forse la pensano così perché solo gli unti prendono gli emblemi all’annuale Commemorazione della morte di Cristo, in occasione della quale il vino rappresenta il “sangue del patto”. (Mar. 14:24) Ricordiamo, però, che coloro che sono nel nuovo patto formano insieme a Gesù il “seme” di Abraamo, tramite il quale tutte le nazioni saranno benedette. (Gal. 3:8, 9, 29; Gen. 12:3) In qualche modo, grazie al nuovo patto, Geova adempirà la promessa di benedire tutta l’umanità per mezzo del “seme” di Abraamo.
15. Secondo la profezia, che ruolo hanno gli unti?
15 Gesù Cristo, la parte principale del seme di Abraamo, serve quale Sommo Sacerdote. Ha provveduto il sacrificio perfetto che rende possibile il perdono dell’errore e del peccato. (Leggi Ebrei 2:17, 18). Tuttavia molto tempo fa Dio predisse “un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Eso. 19:6) Nell’Israele naturale i sacerdoti provenivano da una tribù e i re da un’altra. Come si sarebbe dunque formata la promessa nazione di re-sacerdoti? L’apostolo Pietro indirizzò la sua prima lettera a coloro che erano stati santificati mediante lo spirito. (1 Piet. 1:1, 2) Si rivolse loro come a “un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso”. (1 Piet. 2:9) I cristiani unti che sono nel nuovo patto servono quindi come sottosacerdoti. Pensate a cosa significa questo. Ogni giorno combattiamo contro l’influenza del peccato, che ‘regna’ su di noi. Coloro che serviranno come sottosacerdoti avranno avuto esperienze simili. (Rom. 5:21) Saranno consapevoli di cosa si prova a commettere degli errori e a lottare con il senso di colpa. Quindi saranno in grado, insieme a Cristo, di comprendere i nostri sforzi per vincere le tendenze peccaminose.
16. Che incoraggiamento può ricevere la “grande folla” da Rivelazione 7:9, 14?
16 In Rivelazione 7:9, 14 la “grande folla” è vista mentre indossa “lunghe vesti bianche”, il che rappresenta la sua condizione pura agli occhi di Dio. Questa grande folla che ha la prospettiva di sopravvivere alla “grande tribolazione” viene formata proprio ora. Quindi coloro che ne fanno parte possono già avere in una certa misura una condizione giusta dinanzi a Dio. Sono dichiarati giusti quali amici di Geova. (Rom. 4:2, 3; Giac. 2:23) Che dono straordinario! Se fate parte della grande folla potete essere certi che Dio vuole stare al vostro fianco mentre vi sforzate di rimanere puri ai suoi occhi.
17. In che senso Geova non ‘ricorda più’ i peccati?
17 Che ne è dei peccati di coloro che hanno il favore di Dio? Come abbiamo già visto, Geova disse per mezzo di Geremia: “Perdonerò il loro errore, e non ricorderò più il loro peccato”. (Ger. 31:34) Dio agisce in questo modo in favore degli unti sulla base del sacrificio di Gesù. Analogamente può perdonare i peccati della grande folla sulla base dello stesso “sangue del patto”. Il fatto che Geremia dica che Dio non avrebbe ‘ricordato più’ i peccati non vuol dire che Egli abbia un vuoto di memoria o che non sia in grado di ricordarli. Piuttosto indica che una volta che ha impartito la necessaria disciplina e perdonato il peccatore pentito, Geova Dio ‘si getta dietro le spalle’ il peccato commesso. Pensate ai peccati che il re Davide commise in relazione a Betsabea e Uria. Davide fu disciplinato e pagò le conseguenze dei suoi peccati. (2 Sam. 11:4, 15, 27; 12:9-14; Isa. 38:17) Dio però non continuò a chiedere conto a Davide per quei peccati. (Leggi 2 Cronache 7:17, 18). Come indicato nel nuovo patto, Geova non ricorda più i peccati che ha perdonato sulla base del sacrificio di Gesù. — Ezec. 18:21, 22.
18, 19. Cosa impariamo dal nuovo patto in relazione al perdono?
18 Di conseguenza il nuovo patto mette in risalto un aspetto meraviglioso del modo in cui Geova agisce con gli esseri umani peccatori, che siano unti, e quindi nel patto, o che abbiano la speranza terrena. Possiamo confidare che, una volta che ha perdonato i nostri peccati, Geova non li tirerà più fuori. Ciascuno di noi può imparare qualcosa dalla promessa divina relativa al nuovo patto. Chiediamoci: ‘Mi sforzo di imitare Geova evitando di rivangare le offese e gli errori di altri, quando ho già detto di averli perdonati?’ (Matt. 6:14, 15) Questo si applica sia alle piccole offese che a quelle molto più gravi, come il peccato compiuto da un coniuge cristiano che commette adulterio. Se l’innocente acconsente a perdonare l’adultero pentito, la cosa giusta da fare sarebbe non ‘ricordare più’ il peccato. Certo, ‘gettarsi dietro le spalle’ un errore può non essere facile, ma è un modo in cui possiamo imitare Geova.a
19 Possiamo applicare questo insegnamento connesso al nuovo patto anche nei nostri rapporti con chi era stato disassociato ma, essendosi pentito, è stato riassociato. Che dire se la persona ci aveva causato un grosso danno o ci aveva in qualche maniera diffamato? Ora è stata riaccolta nella congregazione. Come influiranno le parole di Geremia 31:34 sul nostro modo di pensare e sulla nostra reazione? Perdoneremo il trasgressore evitando di tirare fuori di nuovo il problema o di ritornare sul male subìto? (2 Cor. 2:6-8) Tutti quelli che sono grati per il nuovo patto dovrebbero senz’altro cercare di applicare questo concetto nella vita reale.
Come possiamo applicare quello che il nuovo patto ci insegna in relazione al perdono?
BENEDIZIONI PRESENTI E FUTURE DEL NUOVO PATTO
20. Perché il nostro atteggiamento è diverso da quello di molti contemporanei di Geremia?
20 Ai giorni di Geremia molti ebrei in effetti dicevano: “Geova non farà bene, e non farà male”. (Sof. 1:12) Anche se in qualche misura conoscevano Geova e le sue qualità, pensavano che non avrebbe mai agito; inoltre secondo loro egli non si aspettava che seguissero delle norme. Noi però sappiamo che nulla sfugge alla sua attenzione. Abbiamo rispettoso timore di Dio e vogliamo assolutamente astenerci dal fare il male. (Ger. 16:17) Allo stesso tempo sappiamo che Geova è un Padre benevolo. Si accorge delle nostre buone azioni, anche quando passano inosservate agli altri. — 2 Cron. 16:9.
21, 22. Perché non abbiamo più bisogno che qualcuno ci dica “conoscete Geova”?
21 Un aspetto significativo del nuovo patto è racchiuso in queste parole: “Certamente metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E di sicuro diverrò il loro Dio . . . E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: ‘Conoscete Geova!’ Poiché mi conosceranno tutti”. (Ger. 31:33, 34) Gli unti che sono oggi sulla terra hanno dimostrato di avere dentro di sé la legge di Dio. Amano le verità che trovano in essa e non confidano negli insegnamenti umani. Sono anche felici di trasmettere la conoscenza biblica a coloro che formano la grande folla. Così anche quelli che hanno la speranza terrena possono conoscere e amare Geova. Si sottomettono volontariamente alla sua guida e confidano nelle sue promesse. Forse anche voi corrispondete a questa descrizione. Conoscete la Persona di Dio e avete una relazione con lui a livello personale. Che condizione privilegiata!
22 Come siete riusciti a rafforzare la vostra relazione con Geova? Senza dubbio ricordate occasioni in cui avete sentito che stava rispondendo alle vostre preghiere. Esperienze simili hanno reso più profonda la vostra gratitudine per il tipo di Dio che egli è. Forse avete percepito il suo sostegno quando avete ricordato una scrittura che vi ha aiutato a superare un’avversità. Fate tesoro di queste esperienze. Se continuate a studiare la sua Parola, lo conoscerete sempre meglio, e questo vi recherà ulteriori benefìci.
23. In che modo conoscere Geova ci è di aiuto se siamo indebitamente turbati dai nostri sentimenti?
23 In relazione al nuovo patto c’è un’altra benedizione che possiamo ricevere fin d’ora. Sapere che, in armonia con il nuovo patto, Geova è Colui che concede il perdono, ci libera da persistenti sensi di colpa. Ad esempio, alcune donne che prima di conoscere le norme di Dio hanno abortito potrebbero provare rimorso e tristezza avendo deliberatamente posto fine alla vita che stava crescendo dentro di loro. Altri provano sentimenti simili a causa delle vite che hanno stroncato quando erano in guerra. Grazie al sacrificio di riscatto di Gesù, un elemento chiave del nuovo patto, chi è davvero pentito può essere perdonato. Stando così le cose, non dovremmo essere convinti che se Geova ha perdonato i nostri peccati per lui la faccenda è chiusa? Non c’è bisogno che continuiamo a tormentarci per dei peccati che Geova ha pienamente perdonato.
24. Che incoraggiamento traiamo dalle parole di Geremia 31:20?
24 In Geremia 31:20 è vividamente presentata una prova del perdono di Dio. (Leggi). Decenni prima di Geremia, Geova aveva punito il regno settentrionale delle dieci tribù di Israele (rappresentato da Efraim, la tribù principale) a causa della sua idolatria. I suoi abitanti erano stati portati in esilio. Eppure Dio era profondamente legato a quel popolo e gli mostrò tenero affetto. Continuava ad amarlo come “un fanciullo diletto”. Quando pensava a loro ‘i suoi intestini divenivano tumultuosi’, a indicare che era toccato nei sentimenti. Queste parole, considerate nel contesto del nuovo patto, mostrano quanto sia magnanimo Geova nei confronti di chi si pente della condotta errata tenuta nel passato.
25. Perché possiamo essere grati a Geova per il nuovo patto?
25 La promessa di Geova di perdonare i peccati per mezzo del nuovo patto si adempirà nella misura più piena al termine del Regno millenario di Cristo. Gesù Cristo, insieme ai 144.000 sottosacerdoti, avrà riportato alla perfezione gli esseri umani fedeli. Dopo la prova finale l’umanità farà parte a pieno titolo della famiglia universale di Geova. (Leggi Romani 8:19-22). Dopo secoli di sofferenza sotto il peso del peccato, tutta la creazione umana avrà la “gloriosa libertà dei figli di Dio”, la libertà dal peccato e dalla morte. Abbiamo quindi piena fiducia nell’amorevole disposizione del nuovo patto, che può recarci abbondanti benedizioni. Possiamo trarre beneficio, ora e nel futuro, dal “germoglio” di Davide e godere appieno la “giustizia nel paese”. — Ger. 33:15.
Come possiamo trarre beneficio, ora e nel futuro, dal nuovo patto?
a La prontezza di Dio a perdonare fu illustrata da come Osea agì nei confronti di Gomer. Vedi la trattazione di Osea 2:14-16 nel libro Viviamo avendo in mente il giorno di Geova, alle pagine 128-130.