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La regola aurea: che cos’è?La Torre di Guardia 1989 | 1° novembre
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La regola aurea: che cos’è?
“IO NON do fastidio al mio prossimo. Per me gli altri possono fare quello che vogliono. Se però fossero in difficoltà, è ovvio che farei il possibile per aiutarli”. È così che la pensate? Quando accade un disastro, può essere sorprendente osservare come la gente è capace di molti atti di benignità e di altruismo. Ma basta far questo?
Se siete genitori, senza dubbio avrete avvertito i vostri figli di non provocare i compagni di gioco. Molti di noi si portano dietro dalla giovinezza cicatrici che dimostrano che chi non segue questo consiglio deve subire la reazione degli altri. Sì, abbiamo imparato quanto è saggia la massima del filosofo orientale Confucio: “Non fare agli altri quel che non vuoi sia fatto a te stesso”. Vi rendete conto, però, che questa non è che una versione inferiore e in tono negativo della cosiddetta “regola aurea”?
Una regola positiva
Stando al Vocabolario della lingua italiana (Treccani, 1986), la “regola aurea” è “la norma evangelica, fondata sul precetto dell’amore per il prossimo, che prescrive di fare agli altri tutto ciò che si vorrebbe che gli altri facciano a noi (Matteo 7,12; Luca 6,31)”. Date un’occhiata al riquadro in fondo alla pagina e vedete come diverse traduzioni di Matteo, capitolo 7, versetto 12 evidenziano lo splendore di questo principio-guida.
Notate che anche se le parole differiscono da una traduzione all’altra, la regola è positiva. Dopo tutto, in precedenza Gesù aveva detto nel Sermone del Monte: “Continuate a chiedere, e vi sarà dato; continuate a cercare, e troverete; continuate a bussare, e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto”. (Matteo 7:7, 8) Chiedere, cercare e bussare sono tutte azioni positive. Gesù proseguì dicendo: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. — Matteo 7:12.
La Bibbia mostra che anche i discepoli di Gesù incoraggiarono a seguire la stessa regola. (Romani 15:2; 1 Pietro 3:11; 3 Giovanni 11) Triste a dirsi, però, la condizione attuale delle relazioni umane dimostra che in linea di massima la gente, che si dica cristiana o no, non la segue. Significa questo che tale regola etica non sia più valida? È forse sorpassata?
[Riquadro a pagina 3]
“Fate anche agli altri tutto quel che volete che essi facciano a voi”. — Parola del Signore.
“Trattate gli altri esattamente come vi piacerebbe essere trattati da loro”. — The New Testament in Modern English, di J. B. Phillips.
“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”. — Il Nuovo Testamento e i Salmi, a cura della Società Biblica di Ginevra e ABU.
“Fate per gli altri ogni cosa che volete che essi facciano per voi”. — The New Testament in the Language of Today, di W. F. Beck.
“Sotto tutti gli aspetti, dunque, trattate il vostro prossimo come desiderereste essere trattati voi”. — The Four Gospels, di E. V. Rieu.
“Tutto ciò che desiderate che gli altri facciano a voi e per voi, fatelo voi a loro e per loro”. — The Amplified New Testament.
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La regola aurea: perché è ancora valida?La Torre di Guardia 1989 | 1° novembre
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La regola aurea: perché è ancora valida?
L’ORO puro non perde mai la sua lucentezza; per questo i gioielli d’oro hanno valore e sono apprezzati. Se un oggetto d’oro si rovina, l’orafo non lo butta via, ma lavora di nuovo il prezioso metallo per produrre una nuova opera d’arte, poiché l’oro non perde il suo valore.
Analogamente, anche se Gesù pronunciò la regola aurea circa 2.000 anni fa, il suo valore non è diminuito. Se “saggiamo”, ovvero valutiamo, le ragioni della sua validità, potremo capire meglio il valore che essa ha per noi oggi.
Quando Gesù ci diede la regola aurea: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”, aggiunse: “Questo è infatti ciò che significano la Legge e i Profeti”. (Matteo 7:12) Come compresero queste parole i discepoli di Gesù e gli altri suoi ascoltatori?
“Ciò che significano la Legge e i Profeti”
L’espressione “la Legge” si riferiva agli antichi scritti che componevano i primi cinque libri della Bibbia, da Genesi a Deuteronomio. Questi rivelano il proposito di Geova di produrre un seme che avrebbe eliminato il male. (Genesi 3:15) In quei primi libri della Bibbia era inclusa la Legge, o raccolta di comandi, che Geova diede alla nazione d’Israele nel 1513 a.E.V. attraverso la mediazione di Mosè sul monte Sinai.
La legge divina separava Israele dalle vicine nazioni pagane, e gli israeliti non dovevano far nulla che avrebbe compromesso la loro condizione privilegiata presso Geova. Essi erano la sua proprietà esclusiva e per ricevere le sue benedizioni dovevano rimanere tali. (Esodo 19:5; Deuteronomio 10:12, 13) Ma oltre a spiegare i loro obblighi verso Dio, la Legge mosaica specificava bene che gli israeliti avevano la responsabilità di fare del bene ai residenti forestieri in Israele. Ad esempio, affermava: “Il residente forestiero che risiede come forestiero con voi deve divenirvi come uno dei vostri nativi; e lo devi amare come te stesso, poiché diveniste residenti forestieri nel paese d’Egitto. Io sono Geova vostro Dio”. (Levitico 19:34) Al tempo dei re d’Israele, i residenti forestieri godevano di molti privilegi, come quello di partecipare alla costruzione del tempio di Dio a Gerusalemme. — 1 Cronache 22:2.
La Legge data a Israele proibiva adulterio, assassinio, furto e concupiscenza. Questi comandi, nonché “qualsiasi altro comandamento”, si potevano riassumere nel precetto: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. L’apostolo Paolo aggiunse: “L’amore non fa male al prossimo; perciò l’amore è l’adempimento della legge”. — Romani 13:9, 10.
Se la Legge anticipava il fondamento stesso della regola aurea, che dire dei “Profeti”?
Anche i libri profetici delle Scritture Ebraiche confermano la validità della regola aurea. Essi descrivono Geova come un Dio che adempie fedelmente il suo proposito. Egli benedice i suoi servitori fedeli che, nonostante la propria imperfezione, cercano di fare la sua volontà e si dimostrano veramente pentiti della loro disubbidienza. “Lavatevi; purificatevi; togliete la malizia delle vostre azioni d’innanzi ai miei occhi; cessate di fare il male. Imparate a fare il bene; ricercate la giustizia; raddrizzate l’oppressore; rendete giudizio all’orfano di padre; perorate la causa della vedova”. — Isaia 1:16, 17.
Quando il popolo di Geova faceva ciò che era giusto verso gli altri e verso Dio, poteva contare sul Suo sostegno. “Geova ha detto questo: ‘Osservate il diritto, e fate ciò che è giusto. . . . Felice è l’uomo mortale che fa questo, e il figlio del genere umano che vi si attiene’”. — Isaia 56:1, 2.
Cristo dirige la sua congregazione
Cristo venne per adempiere la Legge e i Profeti, e da allora l’eterno proposito di Geova ha continuato a procedere. (Matteo 5:17; Efesini 3:10, 11, 17-19) La vecchia Legge di Mosè è stata sostituita dal nuovo patto, che comprende i cristiani unti sia ebrei che gentili. (Geremia 31:31-34) Ciò nonostante, l’odierna congregazione cristiana segue ancora la regola aurea. Ed ecco un altro motivo per riconoscere la validità della regola: Cristo è il Capo attivo della moderna congregazione cristiana. Egli non ha cambiato le sue norme. Il suo consiglio ispirato è ancora valido.
Prima di lasciare questa terra Gesù comandò ai suoi seguaci di fare discepoli di persone di tutte le nazioni e di insegnare loro ad ‘osservare tutte le cose che egli aveva comandato’. Questo includeva la regola aurea. Gesù assicurò ai suoi discepoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:19, 20.
In Luca 6:31 leggiamo che Gesù comandò: “Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro”. Che ottimo esempio ci lasciò Gesù in quanto al prendere l’iniziativa nel fare del bene agli altri!
Nel corso del suo ministero terreno Gesù osservò attentamente i problemi delle persone, ed ebbe compassione per loro. Durante uno dei suoi giri di predicazione, vedendo le folle provò pietà per esse. Ma non si limitò a questo: fece qualcosa per aiutarle. Cosa? Organizzò una campagna di predicazione capillare che portò i suoi discepoli alle case della gente. Le sue istruzioni erano: “In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate”. Che quest’opera avesse il suo sostegno e la benedizione del Padre suo si capisce chiaramente dalle ulteriori parole di Gesù: “Chi riceve voi riceve anche me, e chi riceve me riceve anche colui che mi ha mandato. . . . E chiunque avrà dato da bere anche solo un calice d’acqua fredda a uno di questi piccoli perché è un discepolo, veramente vi dico, non perderà affatto la sua ricompensa”. — Matteo 9:36–10:42.
Che la regola aurea implichi un’azione positiva a favore degli altri si vede dal ragionamento che Gesù fece in un’altra occasione: “Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Poiché anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a quelli che vi fanno del bene, realmente quale merito ne avete? Anche i peccatori fanno lo stesso. Al contrario, continuate ad amare i vostri nemici e a fare il bene . . . e la vostra ricompensa sarà grande”. (Luca 6:32, 33, 35) Di conseguenza, se applicheremo la regola aurea, tuttora valida, saremo spinti a prendere l’iniziativa nel fare il bene anche a persone che non conosciamo personalmente.
Ancora valida, ancora efficace
Forse la prova più decisiva che la regola aurea è ancora valida deriva dall’esperienza pratica di coloro che la applicano nella loro vita. I cristiani che si comportano quotidianamente in armonia con le leggi di Dio provano grande gioia e, spesso, benedizioni inaspettate. Essendo cortese e gentile con il personale della clinica in cui era ricoverata, una cristiana riscontrò di trarre beneficio per il modo in cui le infermiere e i medici si prodigavano per assisterla.
Anche i testimoni di Geova impegnati in progetti per costruire Sale del Regno in tempi brevissimi possono attestare la validità della regola aurea. Spesso una visita gentile a chi abita vicino al luogo della costruzione per informarli di ciò che è in progetto produce risultati positivi. Persone che in precedenza erano contrarie ai Testimoni osservano in questo modo che essi fanno del bene ai loro vicini, e vedono con i propri occhi la cooperazione che c’è fra il popolo di Dio. Come risultato alcuni si sono offerti di aiutare nella costruzione, direttamente oppure mettendo a disposizione dei materiali. — Confronta Zaccaria 8:23.
Quando un Testimone iraniano che abita a Londra acquistò del cibo in un negozio, il negoziante lo insultò perché era straniero. Senza scomporsi, il Testimone spiegò con gentilezza e tatto che egli, in quanto testimone di Geova, non nutriva animosità verso persone di altre nazionalità. Al contrario, faceva visita a tutti nel vicinato portando loro il messaggio della Bibbia. Il risultato? Il negoziante aggiunse al cibo che il Testimone aveva chiesto delle specialità senza fargliele pagare.
Naturalmente, la regola aurea non si limita a tali piccoli atti di benignità. Senza dubbio, la sua massima espressione è il bene che i testimoni di Geova compiono a livello mondiale facendo regolarmente visita ai propri vicini nelle loro case per portare il messaggio della buona notizia del Regno di Dio.
Vivete secondo la regola aurea
Applicare la regola aurea significa pensare agli altri. È una norma positiva. Dovrete cercare le occasioni per fare del bene a chi vi sta attorno. Prendete l’iniziativa e preoccupatevi degli altri, interessandovi di loro a livello personale! (Filippesi 2:4) Così facendo riceverete ricche benedizioni. Seguirete il consiglio di Gesù: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre eccellenti opere e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. (Matteo 5:16) A sua volta, Geova sarà il vostro Rimuneratore se vi premurate di cercarlo e vivete ogni giorno secondo la regola aurea. — Ebrei 11:6.
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