Il punto di vista biblico
In che modo i cristiani dovrebbero considerare la messa?
I CATTOLICI devoti sono d’accordo con papa Giovanni Paolo II, il quale di recente ha ribadito che per la Chiesa un cattolico che non va a messa commette peccato. Che cos’è la messa? A questo proposito, il punto di vista della Chiesa e quello della Bibbia coincidono?
In un libro che spiega ciò che pensano i cattolici su vari argomenti, il sacerdote cattolico Martin J. Scott dà la seguente definizione: “La Messa è il sacrificio incruento del Corpo e del Sangue di Cristo. Il Calvario fu il sacrificio cruento di Cristo. La Messa è essenzialmente lo stesso sacrificio di quello della croce. Non è una figura retorica, una metafora o un’esagerazione”. E dice pure: “La Messa afferma di far scendere sui nostri altari il Figlio di Dio, e di offrirlo in sacrificio alla Divinità”. — Things Catholics Are Asked About.
È scritturale?
I cattolici sinceri credono che la messa si basi su quanto insegnano le Scritture. A riprova di ciò indicano le parole che Gesù pronunciò durante quella che viene comunemente chiamata l’Ultima Cena. Nel distribuire il pane e il vino agli apostoli, in riferimento al pane Gesù disse: “Questo è il mio corpo”, mentre a proposito del vino disse: “Questo è il mio sangue”. (Matteo 26:26-28)a I cattolici credono che quando pronunciò queste parole Gesù abbia trasformato letteralmente il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue. La New Catholic Encyclopedia (1967), però, avverte: “Non dovremmo appoggiarci troppo al senso letterale delle parole ‘Questo è il mio corpo’ e ‘Questo è il mio sangue’. . . . Perché in frasi come ‘la mietitura è la fine del mondo’ (Mt 13,39) o ‘io sono la vera vite’ (Gv 15,1) il [verbo “essere”] vuol dire solo significare o rappresentare”. Pertanto, persino questa autorevole enciclopedia ammette che le parole di Matteo 26:26-28 non dimostrano che durante l’Ultima Cena il pane e il vino siano stati mutati nel corpo e nel sangue letterali di Gesù.
Qualcuno potrebbe ricordare che Gesù una volta disse: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. . . . Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. (Giovanni 6:51, 54) Alcuni ascoltatori di Gesù compresero le sue parole in senso letterale e ne furono scandalizzati. (Giovanni 6:60) Tuttavia potremmo chiederci: Gesù trasformò forse la sua carne in pane in quell’occasione? No di certo! Stava parlando in senso simbolico. Si paragonò al pane perché mediante il suo sacrificio avrebbe impartito la vita all’umanità. Giovanni 6:35, 40 indica chiaramente che il mangiare e il bere implicavano l’esercitare fede in Gesù Cristo.
Dal momento che la messa è un rito fondamentale della Chiesa Cattolica, ci si aspetterebbe che trovasse riscontro nelle Scritture. Non è così. La Catholic Encyclopedia (edizione del 1913) ne spiegava la ragione: “La principale fonte della nostra dottrina è comunque la tradizione, che dai primissimi tempi dichiara il valore impetratorio del Sacrificio della Messa”. Sì, la messa cattolica si rifà alla tradizione, non alla Bibbia.
E se una tradizione contraddice la Bibbia, per quanto sinceri siano coloro che la seguono, Dio non la può accettare. Gesù rimproverò i capi religiosi del suo tempo dicendo: “Avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione”. (Matteo 15:6) Dal momento che Gesù stimava la Parola di Dio, esaminiamo gli insegnamenti relativi alla messa alla luce delle Sacre Scritture.
Quante volte viene sacrificato Cristo?
La Chiesa Cattolica insegna che ogni volta che si celebra la messa Gesù viene sacrificato, pur sostenendo che non muore letteralmente e che il sacrificio è incruento. La Bibbia è d’accordo con questo punto di vista? Notate cosa dice Ebrei 10:12, 14: “[Gesù,] avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso alla destra di Dio. Poiché con una unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati”.
Un cattolico sincero, però, potrebbe obiettare: ‘Gesù non dovrebbe offrire se stesso spesso? Tutti pecchiamo molte volte’. La risposta della Bibbia si trova in Ebrei 9:25, 26: Cristo è venuto “non per offrire se stesso più volte . . . E invece una volta sola ora, nella pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso”. Notate bene: Cristo non ha bisogno di “offrire se stesso più volte”. In Romani 5:19 l’apostolo Paolo spiega perché: “Come per la disobbedienza di uno solo [Adamo] tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo [Gesù] tutti saranno costituiti giusti”. Il singolo atto di disubbidienza di Adamo ci ha reso tutti soggetti alla morte; il singolo atto di redenzione di Gesù ha posto le basi perché tutti noi che esercitiamo fede in tale sacrificio potessimo ottenere il perdono dei peccati ora e la vita eterna in futuro.
Che differenza fa che Gesù sia stato sacrificato una volta sola o che venga sacrificato spesso? È questione di apprezzare il valore del suo sacrificio. Si tratta del dono più grande che sia mai stato fatto: un dono talmente prezioso e perfetto che non avrà mai bisogno di essere ripetuto.
Il sacrificio di Gesù merita certo di essere ricordato. Ma c’è differenza tra ricordare un avvenimento e ripeterlo. Ad esempio, una coppia che festeggia l’anniversario del matrimonio ricorda il giorno in cui si è sposata, ma non per questo ripete la cerimonia. Ogni anno i testimoni di Geova osservano l’anniversario della morte di Gesù, e lo fanno nel modo che Gesù comandò: “in memoria”, non in sacrificio, di lui. (Luca 22:19) Oltre a ciò, questi cristiani si sforzano tutto l’anno di coltivare una stretta relazione con Geova Dio mediante Gesù Cristo mettendo la propria vita, la propria condotta e le proprie convinzioni in armonia con le Sacre Scritture.
Spesso questo richiede che si modifichi il proprio modo di pensare. Ma i Testimoni si rallegrano sapendo che se si attengono lealmente alla Parola di Dio anziché alla tradizione umana verranno benedetti. E se esercitano fede nel sangue sacrificale di Gesù, che è stato versato una volta per tutte quasi duemila anni fa, questo li purificherà da ogni peccato. — 1 Giovanni 1:8, 9.
[Nota in calce]
a Tutte le citazioni bibliche all’interno di questo articolo sono tratte dalla traduzione cattolica della CEI.
[Immagine a pagina 26]
La messa di Sant’Egidio (particolare)
[Fonte]
Erich Lessing/Art Resource, NY