CAPITOLO 13
Gli evangelizzatori del Regno nelle aule di tribunale
1, 2. (a) Che colpo riescono a infliggere i capi religiosi all’opera di predicazione, ma come reagiscono gli apostoli? (b) Perché gli apostoli rifiutano di sottostare al divieto di predicare?
SIAMO nel 33 ed è da poco passata la Pentecoste. La congregazione cristiana a Gerusalemme è nata da poche settimane. A Satana sembra il momento giusto per sferrare l’attacco: vuole spazzare via la congregazione prima che si rafforzi. Senza perdere tempo, manovra gli eventi perché i capi religiosi vietino l’opera di predicazione del Regno. Gli apostoli, però, continuano coraggiosamente a predicare, e moltitudini di uomini e donne divengono “credenti nel Signore” (Atti 4:18, 33; 5:14).
2 Infuriati, gli oppositori tornano all’attacco, questa volta imprigionando tutti gli apostoli. Ma di notte l’angelo di Geova apre le porte della prigione e all’alba gli apostoli sono di nuovo intenti a predicare. Arrestati una seconda volta, vengono condotti di fronte alle autorità, che li accusano di non aver rispettato il divieto di predicare. Gli apostoli rispondono intrepidi: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”. I membri del Sinedrio vanno su tutte le furie e vogliono “sopprimerli”. Ma in quel momento critico Gamaliele, stimato maestro della Legge, prende la parola e avverte: “Prestate attenzione a voi stessi [...] Non vi immischiate con questi uomini, ma lasciateli stare”. Sorprendentemente, il suo consiglio viene ascoltato e gli apostoli tornano in libertà. Cosa fanno questi uomini devoti? Imperterriti, continuano “senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù” (Atti 5:17-21, 27-42; Prov. 21:1, 30).
3, 4. (a) Quale metodo collaudato impiega Satana per attaccare il popolo di Dio? (b) Cosa esamineremo in questo capitolo e nei due che seguono?
3 Quel processo tenuto nel 33 rappresentò per la congregazione cristiana il primo caso di persecuzione ufficiale, ma non certo l’ultimo (Atti 4:5-8; 16:20; 17:6, 7). Anche oggi Satana sobilla gli oppositori della vera adorazione perché a loro volta incitino le autorità a vietare la nostra opera di predicazione. Gli oppositori hanno lanciato accuse di vario genere contro il popolo di Dio. Una di queste è che siamo perturbatori dell’ordine pubblico; un’altra è che siamo sediziosi; una terza è che siamo venditori ambulanti. Al momento opportuno i fratelli si sono rivolti ai tribunali per dimostrare l’infondatezza di tali accuse. A quali risultati hanno portato queste azioni legali? Perché sentenze emesse decenni fa ci riguardano da vicino? Esaminiamo alcuni di questi processi per capire come ci hanno aiutato a “difendere e stabilire legalmente la buona notizia” (Filip. 1:7).
4 In questo capitolo ci concentreremo su come abbiamo difeso il nostro diritto di predicare liberamente. Nei prossimi due vedremo alcune battaglie legali che abbiamo combattuto per non far parte del mondo e per seguire le norme del Regno.
Perturbatori dell’ordine pubblico o leali sostenitori del Regno di Dio?
5. Verso la fine degli anni ’30 perché gli evangelizzatori del Regno venivano arrestati, e cosa decisero di fare coloro che guidavano l’organizzazione?
5 Verso la fine degli anni ’30, negli Stati Uniti diverse città e stati cercarono di costringere i Testimoni di Geova a fare richiesta di una qualche forma di autorizzazione o licenza per predicare. Ma i fratelli non lo fecero. Un’autorizzazione può essere revocata, mentre i Testimoni erano convinti che nessun governo avesse l’autorità di interferire con il comando che Gesù diede ai cristiani di predicare il messaggio del Regno (Mar. 13:10). Di conseguenza centinaia di evangelizzatori vennero arrestati. Coloro che guidavano l’organizzazione decisero di adire le vie legali, nell’intento di dimostrare che lo Stato aveva limitato in modo illegittimo il diritto dei Testimoni di professare liberamente la loro religione. Nel 1938 accadde qualcosa che portò a un processo storico.
6, 7. Cosa successe alla famiglia Cantwell?
6 La mattina di martedì 26 aprile 1938, il sessantenne Newton Cantwell, la moglie Esther e i figli Henry, Russell e Jesse (tutti e cinque pionieri speciali) andarono a New Haven, nel Connecticut, per trascorrervi un’intera giornata a predicare. A dire il vero erano pronti a stare fuori anche più di un giorno. Come mai? Erano già stati arrestati varie volte, quindi sapevano che sarebbe potuto accadere di nuovo. Eppure questo non smorzò il loro desiderio di predicare il messaggio del Regno. Arrivarono a New Haven con due macchine: Newton guidava l’auto di famiglia carica di pubblicazioni bibliche e fonografi portatili, mentre il ventiduenne Henry era alla guida di un’auto munita di altoparlanti. Come c’era da aspettarsi, nel giro di poche ore la polizia li fermò.
7 Prima fu arrestato il diciottenne Russell, poi fu la volta di Newton ed Esther. Da lontano Jesse, che aveva 16 anni, vide i suoi genitori e suo fratello che venivano portati via. Dato che Henry stava predicando in un’altra zona della città, il giovane Jesse rimase da solo. Nonostante ciò, prese il fonografo e continuò a predicare. Quando propose a due uomini cattolici di ascoltare un discorso registrato del fratello Rutherford intitolato “Nemici”, questi accettarono. Mentre ascoltavano, però, i due si infuriarono così tanto da volerlo picchiare. Con calma Jesse si allontanò, ma non passò molto che fu fermato da un poliziotto. Così fu arrestato anche lui. Il fratello Cantwell e i suoi figli vennero incriminati, ma non la moglie. Quello stesso giorno, comunque, furono rilasciati dietro cauzione.
8. Come mai Jesse Cantwell fu dichiarato colpevole di aver turbato l’ordine pubblico?
8 Pochi mesi dopo, nel settembre del 1938, i Cantwell comparvero davanti al tribunale di New Haven. Newton, Russell e Jesse furono condannati per aver sollecitato offerte senza autorizzazione. Nonostante gli appelli alla Corte Suprema del Connecticut, Jesse fu dichiarato colpevole di aver turbato l’ordine pubblico. Perché? I due uomini che avevano sentito la registrazione dichiararono che il discorso costituiva un insulto alla religione cattolica e una provocazione. I fratelli che guidavano l’organizzazione impugnarono le sentenze appellandosi alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il più alto grado di giudizio del paese.
9, 10. (a) Quale sentenza emise la Corte Suprema degli Stati Uniti nel processo riguardante i Cantwell? (b) Come i servitori di Dio beneficiano tuttora di quella sentenza?
9 A partire dal 29 marzo 1940 il presidente della Corte Charles E. Hughes e gli altri otto giudici ascoltarono le argomentazioni presentate dal fratello Hayden Covington, legale difensore dei Testimoni di Geova.a Quando il procuratore dello stato del Connecticut tentò di dimostrare che i Testimoni avevano turbato l’ordine pubblico, un giudice chiese: “Non è forse vero che il messaggio che Cristo Gesù proclamò era impopolare ai suoi giorni?” Il procuratore rispose: “Sì. E, se ricordo bene, la Bibbia dice anche cosa accadde a Gesù per averlo proclamato”. E con questa frase disse tutto! Inconsapevolmente, il procuratore accomunò i Testimoni a Gesù e lo Stato a coloro che lo avevano condannato. Il 20 maggio 1940 la Corte si espresse unanimemente a favore dei Testimoni.
10 Quali effetti ebbe quella sentenza? Garantì in modo più ampio il diritto al libero esercizio del culto in modo che nessun ente locale, statale o federale fosse legittimato a limitare la libertà religiosa. Inoltre la Corte non riscontrò nel comportamento di Jesse “alcuna [...] minaccia alla quiete e all’ordine pubblico”. La sentenza stabiliva quindi chiaramente che i Testimoni di Geova non sono perturbatori dell’ordine pubblico. Che grande vittoria per i servitori di Dio! Come ne beneficiano tuttora? Un avvocato Testimone osserva: “Il diritto di esercitare liberamente il culto senza il timore di ingiuste limitazioni permette a noi Testimoni oggi di portare un messaggio di speranza alla comunità in cui viviamo”.
Sediziosi o proclamatori della verità?
11. Quale campagna organizzarono i fratelli del Canada, e perché?
11 Negli anni ’40 i Testimoni di Geova incontrarono un’aspra opposizione in Canada. Pertanto, nel 1946, per palesare il mancato rispetto da parte dello Stato del diritto alla libertà di culto, i nostri fratelli organizzarono una campagna di 16 giorni in cui distribuirono un volantino intitolato L’ardente odio del Quebec per Dio e per Cristo e per la libertà è la vergogna di tutto il Canada. Questo volantino di quattro pagine denunciava con dovizia di particolari i disordini istigati dal clero, gli atti di brutalità della polizia e le violenze della folla ai danni dei nostri fratelli della provincia del Québec. “Gli arresti illegali dei testimoni di Geova continuano”, affermava il volantino. “Nell’agglomerato urbano di Montréal ci sono 800 accuse pendenti su testimoni di Geova”.
12. (a) Quale fu la reazione degli oppositori alla distribuzione del volantino? (b) Di quale reato furono accusati i nostri fratelli? (Vedi anche la nota in calce.)
12 Il primo ministro del Québec Maurice Duplessis, molto vicino al cardinale cattolico Villeneuve, reagì alla distribuzione del volantino dichiarando “guerra spietata” ai Testimoni. Il numero dei processi penali raddoppiò, passando da 800 a 1.600. “La polizia ci arrestò così tante volte che perdemmo il conto”, disse una pioniera. I Testimoni trovati a distribuire il volantino venivano accusati di pubblicazione di “libello sedizioso”.b
13. Chi furono i primi a essere processati con l’accusa di sedizione, e quale fu la sentenza?
13 Nel 1947 il fratello Aimé Boucher e le sue figlie Gisèle, di 18 anni, e Lucille, di 11, furono i primi a essere processati con l’accusa di sedizione. È vero che avevano distribuito il volantino L’ardente odio del Quebec vicino alla loro fattoria sulle colline a sud della città di Québec, ma era difficile pensare a loro come a dei sediziosi. Il fratello Boucher era un uomo umile e mite che mandava avanti la sua piccola fattoria e di tanto in tanto andava in città con il calesse. Eppure la sua famiglia aveva subìto alcuni dei maltrattamenti menzionati nel volantino. Il giudice del tribunale di primo grado, che odiava i Testimoni, rifiutò di ammettere le prove che dimostravano l’innocenza dei Boucher. Accolse invece la tesi del pubblico ministero secondo cui il volantino fomentava l’odio e i Boucher erano colpevoli. La posizione del giudice si riassunse quindi in questo: dire la verità è reato! Aimé e Gisèle furono condannati per sedizione e anche la piccola Lucille passò due giorni in carcere. I fratelli si appellarono alla Corte Suprema del Canada, il più alto grado di giudizio del paese, che accettò di prendere in esame il caso.
14. Come reagirono alla persecuzione i fratelli del Québec?
14 Nonostante i violenti e continui attacchi, i nostri coraggiosi fratelli del Québec continuarono a predicare il messaggio del Regno, spesso con risultati sorprendenti. Nei quattro anni che seguirono la campagna col volantino del 1946, il numero di Testimoni nel Québec passò da 300 a 1.000!c
15, 16. (a) Come si espresse la Corte Suprema del Canada nel caso dei Boucher? (b) Quali effetti ebbe tale vittoria sui nostri fratelli e su altri?
15 Nel giugno del 1950 il caso di Aimé Boucher fu dibattuto davanti ai nove giudici della Corte Suprema del Canada in seduta plenaria. Sei mesi dopo, il 18 dicembre 1950, la Corte si espresse a nostro favore. Come mai? Il fratello Glen How, legale difensore dei Testimoni, spiegò che la Corte aveva accolto la tesi presentata dalla difesa: la “sedizione” presuppone l’incitamento ad atti violenti o sovversivi contro il governo, mentre il volantino “non conteneva nessun incitamento del genere ed era perciò una forma legittima di libertà di parola”. Il fratello How aggiunse: “Vidi di persona come Geova aveva concesso la vittoria”.d
16 La decisione della Corte Suprema fu davvero una vittoria schiacciante per il Regno di Dio. Pose le basi per l’archiviazione di tutte le altre 122 cause pendenti che vedevano Testimoni del Québec accusati di sedizione. Inoltre garantì ai cittadini del Canada e del Commonwealth la libertà di esprimere le loro riserve sul modo di operare del governo. Quella vittoria neutralizzò l’attacco congiunto di Chiesa e Stato contro i Testimoni di Geova nel Québec.e
Venditori ambulanti o zelanti messaggeri del Regno di Dio?
17. In che modo alcuni governi cercano di controllare la nostra opera di predicazione?
17 Oggi i servitori di Geova non sono “venditori ambulanti della parola di Dio”, come non lo erano i primi cristiani. (Leggi 2 Corinti 2:17.) Tuttavia alcuni governi cercano di controllare la nostra opera di predicazione applicando leggi che regolamentano il commercio. Vediamo ora due casi in cui i tribunali hanno giudicato se i Testimoni di Geova sono venditori ambulanti o ministri.
18, 19. In che modo le autorità danesi cercarono di limitare l’opera di predicazione?
18 Danimarca. Il 1º ottobre 1932 entrò in vigore una legge che rendeva illegale la vendita senza licenza di materiale stampato. I nostri fratelli, però, non richiesero alcuna licenza. Il giorno seguente cinque proclamatori predicarono per tutta la giornata a Roskilde, città a una trentina di chilometri da Copenaghen. A fine giornata mancava uno dei proclamatori, August Lehmann: era stato arrestato per aver venduto merce senza licenza.
19 Il 19 dicembre 1932 August Lehmann comparve in tribunale. Dichiarò di aver offerto pubblicazioni bibliche di porta in porta, ma negò di essere un venditore ambulante. La corte gli diede ragione e affermò: “L’imputato [...] è in grado di sostenersi economicamente e non ha ricavato alcun profitto né intendeva ricavarne; le sue attività gli hanno piuttosto arrecato una perdita economica”. Avallando la posizione dei Testimoni, la corte deliberò che l’attività di Lehmann non poteva “essere classificata fra quelle commerciali”. Gli avversari del popolo di Dio, però, erano decisi a limitare l’opera di predicazione in tutto il paese (Sal. 94:20). Il pubblico ministero presentò ricorso fino ad arrivare alla Corte Suprema. Come reagirono i fratelli?
20. Quale sentenza emise la Corte Suprema della Danimarca, e come reagirono i nostri fratelli?
20 Nella settimana precedente l’udienza alla Corte Suprema, i Testimoni di tutta la Danimarca intensificarono l’attività di predicazione. Martedì 3 ottobre 1933 la Corte Suprema emanò la sentenza: confermò la decisione del tribunale di grado inferiore secondo cui August Lehmann non aveva infranto la legge. Sulla base di questa sentenza, i Testimoni potevano continuare a predicare liberamente. Per ringraziare Geova di quella vittoria legale, i fratelli e le sorelle si impegnarono ancora di più nella predicazione. Da quando fu emessa quella sentenza, il governo danese non ha più interferito con l’opera dei nostri fratelli.
21, 22. Come si espresse la Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Murdock?
21 Stati Uniti. Domenica 25 febbraio 1940 il pioniere Robert Murdock jr. e altri sette Testimoni furono arrestati mentre predicavano a Jeannette, cittadina vicino a Pittsburgh, nello stato della Pennsylvania. Vennero condannati per non aver acquistato la licenza per distribuire pubblicazioni. Presentarono appello presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, che accettò di esaminare il caso.
22 Il 3 maggio 1943 la Corte Suprema si pronunciò in favore dei Testimoni. La Corte obiettò all’obbligo di licenza perché imponeva “un onere al godimento di un diritto garantito dalla Costituzione federale”. Invalidò l’ordinanza comunale in quanto costituiva una “limitazione della libertà di stampa e del libero esercizio del culto”. Nell’esprimere il parere della maggioranza della Corte, il giudice William O. Douglas dichiarò che l’attività dei Testimoni di Geova “è più che una predicazione; è più che una distribuzione di letteratura religiosa. È un insieme delle due”. E aggiunse: “Questa forma di attività religiosa occupa [...] la stessa posizione elevata dell’adorazione in chiesa e della predicazione dal pulpito”.
23. Perché le vittorie legali del 1943 costituiscono un importante precedente?
23 Quella sentenza della Corte Suprema costituì una grande vittoria legale per i servitori di Dio. Stabilì quello che siamo veramente: ministri cristiani, non venditori. In quel memorabile giorno del 1943 i Testimoni di Geova vinsero 12 delle 13 cause che avevano portato davanti alla Corte Suprema, tra cui il caso Murdock. Quelle sentenze costituirono un importante precedente per casi giudiziari più recenti in cui i nostri avversari hanno di nuovo messo in discussione il nostro diritto di predicare il messaggio del Regno pubblicamente e di casa in casa.
“Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”
24. Cosa facciamo quando un governo vieta la nostra opera di predicazione?
24 Noi servitori di Geova siamo molto grati quando i governi ci garantiscono il diritto di predicare liberamente il messaggio del Regno. Quando però un governo vieta la nostra opera, semplicemente adattiamo i nostri metodi, continuando a predicare in ogni modo possibile. Come gli apostoli, “dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini” (Atti 5:29; Matt. 28:19, 20). Allo stesso tempo, ricorriamo ai tribunali per far revocare le limitazioni imposte alle nostre attività. Facciamo due esempi.
25, 26. Perché i fratelli del Nicaragua presentarono un’istanza alla Corte Suprema, e con quale esito?
25 Nicaragua. Il 19 novembre 1952 il missionario e servitore di filiale Donovan Munsterman si recò all’ufficio immigrazione di Managua, la capitale. Gli era stato intimato di comparire davanti al capitano Arnoldo García, direttore dell’ufficio. Il capitano gli disse che a tutti i Testimoni di Geova del Nicaragua era “proibito continuare a predicare le loro dottrine e promuovere le loro attività religiose”. Quando gliene fu chiesta la ragione, il capitano García spiegò che i Testimoni non avevano il permesso ministeriale di svolgere la loro opera e che erano accusati di essere comunisti. Chi ci accusava? Il clero della Chiesa Cattolica.
26 Il fratello Munsterman si appellò immediatamente al Ministero del Governo e delle Religioni e al presidente Anastasio Somoza García, ma invano. Allora i fratelli si adattarono alla nuova situazione. Chiusero la Sala del Regno, iniziarono a riunirsi in gruppi più piccoli e smisero di dare testimonianza per le strade. Non cessarono però di predicare il messaggio del Regno. Allo stesso tempo, presentarono un’istanza alla Corte Suprema del Nicaragua, chiedendo che venisse revocata la proscrizione. I giornali parlarono ampiamente delle restrizioni imposte e del contenuto dell’istanza, e la Corte Suprema accettò di esaminare il caso. Quale fu l’esito? Il 19 giugno 1953 la Corte Suprema rese nota la propria decisione unanime a favore dei Testimoni. Stabilì che la proscrizione violava la libertà, garantita dalla costituzione, di espressione, di coscienza e di manifestazione del proprio credo. Dispose inoltre che venissero ripristinati i precedenti rapporti tra il governo del Nicaragua e i Testimoni.
27. Perché i nicaraguensi rimasero stupiti della sentenza della Corte, e a cosa i fratelli attribuirono quella vittoria?
27 I nicaraguensi rimasero stupiti che la Corte Suprema avesse accolto l’istanza dei Testimoni. Fino ad allora l’influenza del clero era stata così forte che la Corte aveva evitato di contrariarlo. Inoltre le autorità governative avevano un potere tale che la Corte raramente ne invalidava le decisioni. I fratelli erano certi di aver ottenuto la vittoria perché erano stati protetti dal loro Re e avevano continuato a predicare (Atti 1:8).
28, 29. Quale inaspettato cambiamento avvenne nello Zaire a metà degli anni ’80?
28 Zaire. A metà degli anni ’80 nello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) c’erano circa 35.000 Testimoni. Per via del costante incremento delle attività del Regno, la filiale stava costruendo nuove strutture. Nel dicembre del 1985, nella capitale Kinshasa venne tenuta un’assemblea internazionale: 32.000 presenti di molte parti del mondo gremirono lo stadio. Poi, però, la situazione dei servitori di Geova cominciò a cambiare.
29 A quel tempo, nello Zaire prestava servizio il fratello Marcel Filteau, missionario canadese che nel Québec aveva subìto la persecuzione sotto il governo Duplessis. Marcel riferì: “Il 12 marzo 1986 i fratelli responsabili ricevettero una lettera con cui l’associazione dei Testimoni di Geova dello Zaire veniva dichiarata illegale”. Il decreto era firmato dal presidente Mobutu Sese Seko.
30. Quale difficile decisione doveva prendere il Comitato di Filiale, e per cosa optò?
30 Il giorno dopo la radio nazionale annunciò: “Ora non sentiremo mai più parlare dei Testimoni di Geova [nello Zaire]”. Istantaneamente scoppiò la persecuzione. Le Sale del Regno vennero distrutte e i fratelli derubati, arrestati, imprigionati e picchiati. Furono messi in prigione anche i figli dei Testimoni. Il 12 ottobre 1988 il governo confiscò i beni della nostra organizzazione, e la Guardia Civile, un’unità armata, occupò la filiale. I fratelli che guidavano l’opera si appellarono al presidente Mobutu, ma non ricevettero risposta. A quel punto il Comitato di Filiale si trovò di fronte a una decisione difficile: appellarsi alla Corte Suprema o aspettare? Timothy Holmes, missionario che a quel tempo era coordinatore del Comitato di Filiale, ricorda: “Ci rivolgemmo a Geova perché ci desse sapienza e ci guidasse”. Dopo aver esaminato la cosa in preghiera, i membri del comitato ritennero che non fosse il momento di adire le vie legali. Si concentrarono piuttosto sul benessere dei fratelli e sulla ricerca di modi per continuare a predicare.
“Durante quella controversia giudiziaria abbiamo visto come Geova è in grado di cambiare le cose”
31, 32. Quale importante decisione prese la Corte Suprema dello Zaire, e quale effetto ebbe sui nostri fratelli?
31 Passarono diversi anni. La pressione esercitata sui Testimoni si attenuò e nel paese crebbe il rispetto per i diritti umani. Il Comitato di Filiale ritenne, quindi, che fosse arrivato il momento di appellarsi alla Corte Suprema di Giustizia dello Zaire allo scopo di far togliere la proscrizione. Sorprendentemente l’istanza d’appello fu accolta. L’8 gennaio 1993, quasi sette anni dopo l’ordinanza presidenziale con cui era stata messa al bando l’opera, la Corte decretò che il modo di agire del governo nei confronti dei Testimoni era stato illegittimo, e la proscrizione venne tolta. Fu qualcosa di straordinario! Mettendo a repentaglio la loro vita, i giudici avevano annullato una decisione del presidente. Il fratello Holmes afferma: “Durante quella controversia giudiziaria abbiamo visto come Geova è in grado di cambiare le cose” (Dan. 2:21). La fede dei nostri fratelli ne uscì rafforzata. Erano sicuri che il Re Gesù aveva guidato i suoi servitori perché agissero al momento giusto e nel modo giusto.
32 Una volta che l’opera fu di nuovo libera, la filiale poté far arrivare i missionari, costruire nuovi edifici e importare pubblicazioni bibliche.f Indipendentemente da dove viviamo, ci dà grande gioia vedere come Geova salvaguarda il benessere spirituale di chi lo serve (Isa. 52:10).
“Geova è il mio soccorritore”
33. Cosa abbiamo imparato da questa breve rassegna di casi giudiziari?
33 L’aver passato in rassegna alcune battaglie legali ci ha confermato che Gesù ha tenuto fede alla sua promessa: “Vi darò una bocca e una sapienza a cui tutti i vostri oppositori insieme non potranno resistere né contraddire”. (Leggi Luca 21:12-15.) A volte Geova si è servito di persone come Gamaliele per proteggere il suo popolo o ha spinto giudici e avvocati coraggiosi a difendere la giustizia. Ha fatto a pezzi le armi dei nostri avversari. (Leggi Isaia 54:17.) L’opposizione non può arrestare l’opera di Dio!
34. Perché le nostre vittorie legali sono degne di nota, e cosa dimostrano? (Vedi anche il riquadro “Importanti vittorie legali che hanno promosso la predicazione”.)
34 Perché queste vittorie sono degne di nota? I Testimoni di Geova non sono considerati importanti né sono influenti. Non votano, non esercitano pressioni su politici e non sostengono le loro campagne. Inoltre i Testimoni che finiscono in tribunale sono ritenuti di solito “uomini illetterati e comuni” (Atti 4:13). Perciò, da un punto di vista umano, i tribunali non hanno grande interesse a emettere sentenze a nostro favore, mettendosi contro i nostri potenti avversari religiosi e politici. Eppure è proprio quello che è successo più volte. Le vittorie legali che abbiamo ottenuto dimostrano che camminiamo “dinanzi a Dio, in compagnia di Cristo” (2 Cor. 2:17). Come l’apostolo Paolo, siamo quindi spinti ad affermare: “Geova è il mio soccorritore; non avrò timore” (Ebr. 13:6).
a Il caso Cantwell contro Stato del Connecticut fu il primo dei 43 casi che Hayden Covington dibatté di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti quale difensore dei nostri fratelli. Hayden morì nel 1978, mentre sua moglie Dorothy ha prestato fedelmente servizio fino alla sua morte nel 2015, all’età di 92 anni.
b L’accusa si fondava su una legge del 1606. In base a questa legge una giuria poteva emettere un verdetto di colpevolezza se riteneva che quanto detto dall’imputato, anche se vero, avesse fomentato ostilità.
c Nel 1950 c’erano nel Québec 164 ministri a tempo pieno, inclusi 63 diplomati di Galaad che avevano accettato volentieri di servire lì nonostante l’intensa opposizione che li attendeva.
d Il fratello Glen How fu un impavido avvocato che, dal 1943 al 2003, combatté con competenza centinaia di battaglie legali a favore dei Testimoni di Geova in Canada e all’estero.
e Per ulteriori particolari su questo caso, vedi l’articolo “La battaglia non è vostra, ma di Dio”, in Svegliatevi! del 22 aprile 2000, pagine 18-24.
f Anche se la Guardia Civile aveva ormai sgomberato la filiale, le nuove strutture furono costruite altrove.