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GuardiaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Nelle prigioni romane c’era la consuetudine di incatenare un prigioniero a un soldato di guardia, o, per maggior sicurezza, a due guardie, come nel caso di Pietro. (At 12:4, 6) Durante la prima detenzione dell’apostolo Paolo a Roma, per rispetto gli fu concesso di risiedere nella casa che aveva preso in affitto, con un solo soldato di guardia. (At 28:16, 30)
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Guardia pretorianaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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Durante la prima detenzione a Roma, “fu permesso a Paolo di restare per conto suo col soldato che gli faceva la guardia”. (At 28:16) Così i legami della sua prigionia in relazione a Cristo divennero di pubblico dominio fra i soldati della guardia pretoriana, tanto più se la sua guardia veniva cambiata ogni giorno. Di conseguenza secondo molti traduttori il termine praitòrion di Filippesi 1:13 indica la guardia pretoriana e non qualche edificio o collegio giudicante. — NM; VR; vedi anche PIB, nt.
In Atti 28:16 il textus receptus include la frase “il centurione consegnò i prigioni al capo della guardia”. (Co, nt.) Secondo alcuni questo ufficiale sarebbe stato Sesto Afranio Burro, prefetto della guardia pretoriana sotto Nerone fino al 62 E.V. Infatti questa frase è stata resa: “il centurione consegnò i prigionieri al prefetto del Pretorio” (VR, nt.), con l’indicazione però che si trova solo in alcuni manoscritti. Altre traduzioni moderne omettono completamente la frase dato che non compare in antichi manoscritti quali il Sinaitico, l’Alessandrino e il Vaticano 1209. — CEI, Con, NM, PIB.
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