Purgatorio
Definizione: Secondo la Chiesa Cattolica ‘il purgatorio è un luogo o stato speciale di pena e di espiazione delle anime dopo la morte; cioè è uno stato intermedio fra la beatitudine e la dannazione, dove le anime dei giusti — o meglio, di quelli che sono morti nella carità di Dio, ma non ancora del tutto mondi dal reato del peccato veniale o dalla pena temporale dovuta ai peccati rimessi — prima di essere ammesse alla visione beatifica espiano la loro pena, finché non abbiano pagato tutto il debito alla divina giustizia’. (Dizionario Ecclesiastico U.T.E.T., 1953-1958, Vol. III, p. 388) Insegnamento non biblico.
Su cosa si basa la dottrina del purgatorio?
Dopo aver preso in esame le dichiarazioni di scrittori cattolici su passi come 2 Maccabei 12:39-45, Matteo 12:32 e 1 Corinti 3:10-15, un’enciclopedia cattolica ammette: “In ultima analisi, la dottrina cattolica del purgatorio si basa sulla tradizione, non sulle Sacre Scritture”. — New Catholic Encyclopedia (1967), Vol. XI, p. 1034.
“Per sostenere l’esistenza di uno stadio intermedio fra il cielo e l’inferno la chiesa si basa sulla tradizione”. — U.S. Catholic, marzo 1981, p. 7.
Cosa dicono le autorità cattoliche circa la natura del purgatorio?
Le pene del purgatorio “consistono nella lontananza da Dio . . . e, secondo la dottrina comune dei teologi cattolici, nelle sofferenze causate dal fuoco. . . . Concentrando la loro contemplazione sugli attributi di Dio [le anime del purgatorio] concepiscono un indicibile desiderio di vederne l’essenza, ma l’impetuoso slancio è stroncato dal limite angusto della prigione che le rinserra . . . In questa insoddisfatta brama della felicità, le anime prigioniere enumerano con rammarico le infedeltà terrene che loro causano tanta angoscia. . . . Il peccatore pentito esperimenta nello stesso tempo gioia per il perdono ottenuto e dispiacere per l’offesa recata a Dio. Profonda soddisfazione devono provare le anime del p. nel conoscere che finalmente riparano gli oltraggi fatti a Dio”. — Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1948-1954, Vol. X, coll. 337, 338.
“Nessuno sa con certezza cosa succede in purgatorio”. — U.S. Catholic, marzo 1981, p. 9.
L’anima sopravvive alla morte del corpo?
Ezec. 18:4, Ri: “L’anima [ebraico, nèfesh; “persona”, Ga; “chi”, CEI; “anima”, VR] che avrà peccato, quella morirà”. (Anche Ezechiele 18:20, Na)
Giac. 5:20, CEI: “Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. (Il corsivo è nostro). (Si noti che si parla della morte dell’anima).
Per ulteriori particolari, vedi le voci “Anima” e “Morte”.
Dopo la morte vengono inflitte altre punizioni per il peccato?
Rom. 6:7, CEI: “Chi è morto, è ormai libero dal peccato”. (Ga: “Chi è morto è affrancato dal peccato”).
I morti possono provare gioia nella fiduciosa attesa della salvezza?
Qoelet [Eccl.] 9:5, CEI: “I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla”.
Isa. 38:18, Mar: “Infatti non lo Sheol ti celebrerà [o Jahve] nè ti loderà la morte: non sperano nella tua fedeltà i discesi nella fossa”. (Come possono quindi ‘esperimentare gioia per il perdono ottenuto’?)
Secondo la Bibbia, qual è il mezzo con cui si può ottenere la purificazione dai peccati?
1 Giov. 1:7, 9, CEI: “Se camminiamo nella luce, come egli [Dio] è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. . . . Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa”.
Apoc. [Riv.] 1:5, CEI: “Gesù Cristo . . . ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”.