ALTARE
Fondamentalmente, struttura o luogo rialzato su cui si offrivano sacrifici o si bruciava incenso nell’adorazione del vero Dio o di altra divinità. Il sostantivo ebraico mizbèach (altare) deriva dal verbo zavàch (scannare; sacrificare) e quindi si riferisce basilarmente al luogo in cui si scanna o si sacrifica. (Ge 8:20; De 12:21; 16:2) Similmente il sostantivo greco thysiastèrion (altare) deriva dal verbo thỳo, che pure significa “scannare; sacrificare”. (Mt 22:4; Mr 14:12) Il sostantivo greco bomòs indica l’altare di un falso dio. — At 17:23.
La prima menzione di un altare si ha dopo il Diluvio, quando “Noè edificava un altare a Geova” e vi offriva olocausti. (Ge 8:20) Le uniche offerte menzionate prima del Diluvio sono quelle di Caino e Abele e, per quanto sia probabile che usassero degli altari, ciò non è specificato. — Ge 4:3, 4.
Abraamo edificò un altare a Sichem (Ge 12:7), in una località fra Betel e Ai (Ge 12:8; 13:3), a Ebron (Ge 13:18) ed evidentemente anche sul monte Moria, dove sacrificò un montone provvedutogli da Dio al posto di Isacco. (Ge 22:9-13) Solo in quest’ultimo caso è precisato che Abraamo offrì un sacrificio sull’altare. Tuttavia il significato fondamentale del termine ebraico indica che probabilmente in ogni caso vi vennero fatti sacrifici. In seguito Isacco edificò un altare a Beer-Seba (Ge 26:23, 25), e Giacobbe ne edificò uno a Sichem e uno a Betel. (Ge 33:18, 20; 35:1, 3, 7) Questi altari fatti dai patriarchi erano senza dubbio del genere menzionato poi da Dio nel patto della Legge: rialzi di terra o piattaforme di pietre grezze (non squadrate). — Eso 20:24, 25.
Dopo la vittoria su Amalec Mosè costruì un altare, che chiamò Geova-Nissi (Geova è il mio segnale [asta]). (Eso 17:15, 16) Quando venne stipulato il patto della Legge con Israele, Mosè edificò ai piedi del monte Sinai un altare sul quale si offrirono sacrifici. Il sangue dei sacrifici venne spruzzato sull’altare, sul libro e sul popolo, promulgando e convalidando così il patto. — Eso 24:4-8; Eb 9:17-20.
Altari del tabernacolo. Quando fu eretto il tabernacolo, si costruirono due altari secondo il modello divino. L’altare dell’olocausto (chiamato anche “altare di rame” [Eso 39:39]) era di legno d’acacia e aveva la forma di una cassa vuota, pare senza coperchio e senza fondo. Misurava 2,2 m per lato ed era alto 1,3 m e i “corni” sporgevano dai quattro angoli superiori. Era interamente rivestito di rame. Una graticola o rete di rame fu posta “dentro sotto” la cornice dell’altare, “verso il centro”. Quattro anelli furono posti alle quattro estremità vicino alla graticola, e questi sembra fossero gli stessi anelli nei quali passavano le due stanghe di acacia rivestite di rame che servivano per portare l’altare. Ciò potrebbe indicare che da due lati dell’altare c’era una fessura in cui inserire una graticola piatta, e che gli anelli sporgevano dai due lati. Fra gli studiosi c’è notevole diversità d’opinione al riguardo, e molti ritengono probabile che ci fossero due serie di anelli, la seconda per inserirvi le stanghe portanti, attaccata direttamente all’esterno dell’altare. Si fecero utensili di rame: recipienti e palette per le ceneri, scodelle per raccogliere il sangue degli animali, forchettoni per prendere la carne, e portafuoco. — Eso 27:1-8; 38:1-7, 30; Nu 4:14.
Questo altare di rame per gli olocausti era situato davanti all’ingresso del tabernacolo. (Eso 40:6, 29) Anche se era relativamente basso, tanto che non era necessario un rialzo per accedervi, per maneggiare con facilità i sacrifici postivi dentro può darsi che la terra fosse rialzata tutt’intorno o che ci fosse una rampa che portava all’altare. (Cfr. Le 9:22, dov’è detto che Aaronne “scese” dal fare le offerte). Poiché l’animale veniva sacrificato “al lato dell’altare a nord” (Le 1:11), il “luogo delle ceneri grasse” lontano dall’altare si trovava a E (Le 1:16), e il bacino di rame per lavarsi a O (Eso 30:18); il lato S logicamente rimaneva libero per accedere all’altare.
Altare dell’incenso. L’altare dell’incenso (chiamato anche “l’altare d’oro” [Eso 39:38]) era pure di legno d’acacia, con i lati e la parte superiore rivestiti d’oro. Intorno alla parte superiore aveva un bordo d’oro. L’altare misurava 44,5 cm per lato, era alto 89 cm e aveva inoltre “corni” che sporgevano dai quattro angoli superiori. Furono fatti due anelli d’oro in cui inserire le stanghe d’acacia rivestite d’oro che servivano per trasportarlo, e questi anelli erano fissati sotto il bordo d’oro su lati opposti dell’altare. (Eso 30:1-5; 37:25-28) Un incenso speciale veniva bruciato su questo altare due volte al giorno, la mattina e la sera. (Eso 30:7-9, 34-38) Altrove è menzionato l’uso di un incensiere, o portafuoco per bruciare l’incenso, che era evidentemente usato anche in relazione all’altare dell’incenso. (Le 16:12, 13; Eb 9:4; Ri 8:5; cfr. 2Cr 26:16, 19). L’altare dell’incenso si trovava all’interno del tabernacolo, proprio davanti alla cortina del Santissimo, per cui è detto che si trovava “davanti all’arca della testimonianza”. — Eso 30:1, 6; 40:5, 26, 27.
Santificazione e uso. Durante le cerimonie d’insediamento entrambi gli altari vennero unti e santificati. (Eso 40:9, 10) In quell’occasione, e anche quando si facevano certe offerte per il peccato, il sangue degli animali immolati veniva messo sui corni dell’altare dell’olocausto, e il resto veniva versato alla base di esso. (Eso 29:12; Le 8:15; 9:8, 9) Verso la fine della cerimonia d’insediamento, parte dell’olio d’unzione e del sangue posto sull’altare vennero spruzzati su Aaronne, sui suoi figli e sulle loro vesti per santificarli. (Le 8:30) In tutto ci vollero sette giorni per santificare l’altare dell’olocausto. (Eso 29:37) In altri olocausti, sacrifici di comunione e offerte per la colpa, il sangue veniva asperso all’intorno sull’altare, mentre il sangue dei volatili sacrificati veniva scolato al lato dell’altare. (Le 1:5-17; 3:2-5; 5:7-9; 7:2) Le offerte di cereali venivano fatte fumare sull’altare come “odore riposante” a Geova. (Le 2:2-12) Le restanti parti dell’offerta di cereali venivano mangiate dal sommo sacerdote e dai suoi figli vicino all’altare. (Le 10:12) Ogni anno, nel giorno di espiazione, l’altare veniva purificato e santificato dal sommo sacerdote che metteva parte del sangue degli animali sacrificati sui corni dell’altare e lo spruzzava sette volte sull’altare. — Le 16:18, 19.
Quando si facevano sacrifici animali, parti dell’animale venivano fatte fumare sull’altare, e a questo scopo vi si teneva acceso un fuoco che non si lasciava spegnere mai. (Le 6:9-13) Di qui si prendeva il fuoco per bruciare l’incenso. (Nu 16:46) Solo Aaronne e i suoi discendenti che non avevano difetti fisici potevano prestare servizio presso l’altare. (Le 21:21-23) Gli altri leviti erano solo assistenti. Qualsiasi uomo non discendente di Aaronne che si avvicinasse doveva essere messo a morte. (Nu 16:40; 18:1-7) Cora e la sua assemblea furono sterminati per non aver riconosciuto quest’esigenza divina, e i portafuoco di rame che avevano preso furono ridotti in sottili lamine di metallo con cui venne rivestito l’altare, come segno che nessuno che non fosse della progenie di Aaronne poteva avvicinarsi. — Nu 16:1-11, 16-18, 36-40.
Una volta all’anno si faceva espiazione anche per l’altare d’oro dell’incenso mettendo sui suoi corni sangue dei sacrifici. Questo avveniva anche quando si facevano offerte per il peccato a favore dei sacerdoti. — Eso 30:10; Le 4:7.
Quando venivano trasportati dai figli di Cheat, sia l’altare dell’incenso che l’altare dell’olocausto venivano coperti, il primo con un panno turchino e pelli di foca, il secondo con un panno di lana color porpora rossiccia e pelli di foca. — Nu 4:11-14; vedi TABERNACOLO.
Altari del tempio. Prima dell’inaugurazione del tempio di Salomone, l’altare di rame costruito nel deserto era servito per offrire i sacrifici di Israele presso l’alto luogo di Gabaon. (1Re 3:4; 1Cr 16:39, 40; 21:29, 30; 2Cr 1:3-6) L’altare di rame costruito poi per il tempio occupava un’area 16 volte più grande di quello del tabernacolo, poiché misurava 8,9 m per lato ed era alto 4,5 m circa. (2Cr 4:1) Data l’altezza era necessaria una via d’accesso. La legge di Dio proibiva l’uso di gradini presso l’altare per non esporre la nudità. (Eso 20:26) Alcuni ritengono che le mutande di lino indossate da Aaronne e dai suoi figli servissero a ottemperare a questo comando e quindi consentissero l’uso di gradini. (Eso 28:42, 43) Comunque sembra probabile che si accedesse alla parte superiore dell’altare dell’olocausto mediante una rampa inclinata. Giuseppe Flavio (Guerra giudaica, V, 225 [v, 6]) indica che una simile via d’accesso era usata per l’altare del tempio costruito più tardi da Erode. Se la disposizione dell’altare del tempio seguiva quella del tabernacolo, la rampa si trovava probabilmente sul lato S dell’altare. “Il mare di metallo fuso”, dove i sacerdoti si lavavano, doveva essere vicino poiché si trovava anch’esso verso S. (2Cr 4:2-5, 9, 10) Sotto altri aspetti l’altare costruito per il tempio sembra seguisse il modello di quello del tabernacolo e non ne è fatta una descrizione particolareggiata.
Questo altare si trovava sul monte Moria dove Davide aveva costruito in precedenza il suo altare temporaneo. (2Sa 24:21, 25; 1Cr 21:26; 2Cr 8:12; 15:8) Secondo la tradizione questo luogo doveva essere anche quello in cui Abraamo si era accinto a sacrificare Isacco. (Ge 22:2) Il sangue degli animali sacrificati veniva versato alla base dell’altare, e probabilmente c’era qualche specie di conduttura che portava il sangue fuori dell’area del tempio. Pare che nel tempio di Erode ci fosse una conduttura del genere collegata al corno sudoccidentale dell’altare e, nella roccia dell’area del tempio, è stata trovata un’apertura collegata a un canale sotterraneo che esce nella valle del Chidron.
Nel tempio l’altare dell’incenso era di legno di cedro, e sembra che questa fosse l’unica differenza fra questo altare e quello del tabernacolo. Anch’esso era rivestito d’oro. — 1Re 6:20, 22; 7:48; 1Cr 28:18; 2Cr 4:19.
All’inaugurazione del tempio la preghiera di Salomone fu pronunciata davanti all’altare dell’olocausto, e alla fine fuoco scese dal cielo e consumò i sacrifici sull’altare. (2Cr 6:12, 13; 7:1-3) Per quanto occupasse un’area di oltre 79 m2, questo altare di rame risultò troppo piccolo per l’enorme quantità di sacrifici fatti in quell’occasione, e perciò venne santificata a questo scopo una parte del cortile. — 1Re 8:62-64.
Verso la fine del regno di Salomone, e durante il regno di Roboamo e di Abia, l’altare degli olocausti fu così trascurato che il re Asa ritenne necessario rinnovarlo. (2Cr 15:8) Il re Uzzia fu colpito dalla lebbra per aver voluto bruciare incenso sull’altare d’oro dell’incenso. (2Cr 26:16-19) Il re Acaz spostò da una parte l’altare di rame dell’olocausto e al suo posto mise un altare pagano. (2Re 16:14) Suo figlio Ezechia, comunque, fece purificare, santificare e rimettere in uso l’altare di rame e i suoi utensili. — 2Cr 29:18-24, 27; vedi TEMPIO.
Altari postesilici. L’altare per gli olocausti fu la prima cosa costruita a Gerusalemme dagli esuli tornati con Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè. (Esd 3:2-6) Col tempo si fece anche un nuovo altare dell’incenso.
Il re di Siria Antioco Epifane portò via l’altare d’oro dell’incenso e due anni dopo (168 a.E.V.) costruì un altare sopra il grande altare di Geova e vi offrì un sacrificio a Zeus. (1 Maccabei 1:20-64) Giuda Maccabeo costruì allora un nuovo altare di pietre non squadrate e ripristinò anche l’altare dell’incenso. — 1 Maccabei 4:44-49.
L’altare degli olocausti del tempio di Erode era di pietre non squadrate e, secondo Giuseppe Flavio (Guerra giudaica, V, 225 [v, 6]), misurava 50 cubiti per lato ed era alto 15 cubiti, anche se la Mishnàh (Middoth 3:1) dice che era più piccolo. Questo era dunque l’altare menzionato da Gesù ai suoi giorni. (Mt 5:23, 24; 23:18-20) Non esistono descrizioni dell’altare dell’incenso di quel tempio, ma Luca 1:11 dice che l’angelo che apparve a Zaccaria, padre di Giovanni, era in piedi a destra di questo altare.
Altare del tempio di Ezechiele. Nel tempio visto in visione da Ezechiele, l’altare degli olocausti si trovava similmente davanti al tempio (Ez 40:47), ma aveva una forma diversa dagli altari già menzionati. Questo altare consisteva di più sezioni sovrapposte rientranti. Le sue misure sono espresse in cubiti lunghi (51,8 cm). La base dell’altare aveva lo spessore di un cubito e aveva un “labbro” di una spanna (forse 26 cm) come bordo intorno alla parte superiore, che formava così una specie di grondaia o canale di scolo, forse per raccogliere il sangue versato. (Ez 43:13, 14) Appoggiata sulla base stessa, ma rientrante di un cubito rispetto al bordo esterno, c’era un’altra sezione alta due cubiti (1,04 m). La terza sezione rientrava di un cubito ed era alta quattro cubiti (2,07 m). Anche questa aveva tutto intorno un bordo di mezzo cubito (26 cm), che formava forse un secondo canale di scolo o una sporgenza protettiva. Infine il focolare dell’altare s’innalzava di altri quattro cubiti ed era anche un cubito più stretto della sezione precedente; da esso uscivano quattro “corni”. Da E alcuni gradini permettevano di giungere al focolare dell’altare. (Ez 43:14-17) Come per l’altare costruito nel deserto, fu osservato un periodo di espiazione e insediamento di sette giorni. (Ez 43:19-26) L’espiazione annuale per l’altare e per il resto del santuario si doveva fare il primo giorno di nisan. (Ez 45:18, 19) Il fiume di acque risanatrici visto da Ezechiele defluiva dal tempio verso E e passava a S dell’altare. — Ez 47:1.
L’altare dell’incenso non è menzionato specificamente nella visione. Ma la descrizione dell’“altare di legno” di Ezechiele 41:22, specialmente l’accenno a esso come alla “tavola che è dinanzi a Geova”, fa pensare all’altare dell’incenso piuttosto che alla tavola del pane di presentazione. (Cfr. Eso 30:6, 8; 40:5; Ri 8:3). Questo altare era alto tre cubiti (1,55 m) ed evidentemente misurava due cubiti (1,04 m) per lato.
Altri altari. Dato che la popolazione postdiluviana non si attenne alla pura adorazione praticata da Noè, si costruirono molti altari per la falsa adorazione, e gli scavi compiuti in Canaan, in Mesopotamia e altrove indicano che questo era avvenuto fin dai tempi più remoti. Balaam fece erigere sette altari in tre luoghi diversi nel vano tentativo di invocare una maledizione su Israele. — Nu 22:40, 41; 23:4, 14, 29, 30.
Gli israeliti ricevettero l’ordine di abbattere tutti gli altari pagani e distruggere le colonne o pali sacri eretti di solito accanto a quelli. (Eso 34:13; De 7:5, 6; 12:1-3) Non dovevano mai imitarli né sacrificare i figli nel fuoco come i cananei. (De 12:30, 31; 16:21) Invece di molteplici altari, Israele doveva avere un solo altare per l’adorazione dell’unico vero Dio, e questo nel luogo che Geova avrebbe scelto. (De 12:2-6, 13, 14, 27; si noti la differenza con Babilonia, dove c’erano 180 altari per la sola dea Ishtar). Dopo aver attraversato il Giordano, gli israeliti ricevettero per la prima volta il comando di costruire un altare di pietre non squadrate (De 27:4-8), e questo fu costruito da Giosuè sul monte Ebal. (Gsè 8:30-32) Dopo la divisione della terra conquistata, le tribù di Ruben e Gad e la mezza tribù di Manasse costruirono un vistoso altare presso il Giordano, che provocò una temporanea crisi con le altre tribù finché non fu appurato che l’altare non era un segno di apostasia, ma serviva solo a testimoniare la fedeltà a Geova, il vero Dio. — Gsè 22:10-34.
Altri altari furono costruiti, ma pare per occasioni particolari e non per un uso continuato. Di solito erano costruiti in relazione ad apparizioni angeliche o dietro istruzioni di un angelo, come l’altare presso Bochim, quello di Gedeone e quello di Manoa. (Gdc 2:1-5; 6:24-32; 13:15-23) La menzione dell’altare eretto a Betel dal popolo che voleva impedire la scomparsa della tribù di Beniamino non indica se aveva l’approvazione divina o se si trattava solo di ‘fare ciò che era retto ai loro propri occhi’. (Gdc 21:4, 25) Quale rappresentante di Dio, Samuele offrì un sacrificio a Mizpa e costruì anche un altare a Rama. (1Sa 7:5, 9, 10, 17) Questo poté dipendere dal fatto che la presenza di Geova non era più evidente presso il tabernacolo di Silo, dopo che era stata portata via l’Arca. — 1Sa 4:4, 11; 6:19-21; 7:1, 2; cfr. Sl 78:59-64.
Altari temporanei. A volte si erigevano altari temporanei. Per esempio Saul offrì un sacrificio a Ghilgal e costruì un altare ad Aialon. (1Sa 13:7-12; 14:33-35) Nel primo caso fu condannato per non aver aspettato Samuele, ma non è menzionato se la scelta dei luoghi in cui fare i sacrifici fosse approvata.
Davide incaricò Gionatan di spiegare la sua assenza dalla tavola di Saul il giorno della luna nuova dicendo che Davide stava assistendo a un annuale sacrificio familiare a Betleem; ma, poiché questo era un sotterfugio, non si può sapere con precisione se tale sacrificio venisse realmente compiuto. (1Sa 20:6, 28, 29) In seguito, quando era re, Davide costruì un altare sull’aia di Arauna (Ornan) e questo per comando divino. (2Sa 24:18-25; 1Cr 21:18-26; 22:1) Anche se 1 Re 9:25 menziona che Salomone ‘offriva sacrifici sull’altare’, è evidente che li faceva offrire dai sacerdoti autorizzati. — Cfr. 2Cr 8:12-15.
Con l’erezione del tempio a Gerusalemme, sembra che l’altare fosse ormai definitivamente nel “luogo che Geova vostro Dio avrà scelto . . . e là devi venire”. (De 12:5) A parte l’altare usato da Elia sul Carmelo nella prova del fuoco con i sacerdoti di Baal (1Re 18:26-35), solo l’apostasia provocava ormai l’erezione di altri altari. Salomone stesso fu il primo a rendersi colpevole di tale apostasia per l’influenza delle sue mogli straniere. (1Re 11:3-8) Geroboamo, re del regno settentrionale di nuova formazione, cercò di distogliere i suoi sudditi dal recarsi al tempio di Gerusalemme erigendo altari a Betel e a Dan. (1Re 12:28-33) Allora un profeta predisse che durante il regno di Giosia re di Giuda i sacerdoti che officiavano presso l’altare a Betel sarebbero stati trucidati e le ossa dei morti sarebbero state bruciate sull’altare. Come segno questo si spaccò e la profezia fu poi completamente adempiuta. — 1Re 13:1-5; 2Re 23:15-20; cfr. Am 3:14.
Durante il regno di Acab in Israele si moltiplicarono gli altari pagani. (1Re 16:31-33) Al tempo di Acaz re di Giuda c’erano altari “in ogni angolo di Gerusalemme”, e anche molti “alti luoghi”. (2Cr 28:24, 25) Manasse giunse al punto di costruire altari dentro la casa di Geova e altari per adorare “l’esercito dei cieli” nel cortile del tempio. — 2Re 21:3-5.
Benché re fedeli periodicamente distruggessero questi altari idolatrici (2Re 11:18; 23:12, 20; 2Cr 14:3; 30:14; 31:1; 34:4-7), prima della caduta di Gerusalemme Geremia poté ancora dire: “I tuoi dèi son divenuti tanto numerosi quante sono le tue città, o Giuda; e tanti quante sono le vie di Gerusalemme sono gli altari che avete posto per la cosa vergognosa, altari per fare fumo di sacrificio a Baal”. — Ger 11:13.
Durante l’esilio e all’epoca degli apostoli. Secondo i papiri di Elefantina, durante l’esilio gli ebrei che erano fuggiti a Elefantina nell’Alto Egitto eressero un tempio e un altare; alcuni secoli dopo fecero la stessa cosa presso Leontopoli. (Antichità giudaiche, XIII, 62-68 [iii, 1]; Guerra giudaica, VII, 420-432 [x, 2, 3]). In quest’ultimo caso il tempio e l’altare furono costruiti dal sacerdote Onia nel tentativo di adempiere Isaia 19:19, 20.
Nel I secolo E.V. l’apostolo Paolo parlando agli ateniesi accennò a un altare dedicato “A un Dio sconosciuto”. (At 17:23) Ci sono ampie informazioni storiche a sostegno di ciò. Apollonio di Tiana, che visitò Atene poco dopo Paolo, pare abbia detto: “È prova molto più grande di saggezza e sobrietà parlar bene di tutti gli dèi, specialmente ad Atene, dove si erigono altari persino in onore di dèi sconosciuti”. (Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana, VI, III) Pausania, scrittore del II secolo E.V., riferì di aver osservato sulla strada fra il porto di Falero e la città di Atene “altari di dèi di nome Sconosciuto, e di eroi”. E parlò anche di un “altare di Dèi Sconosciuti” a Olimpia. (Periegesi della Grecia, Attica, I, 4; Elide I, XIV, 8) Un altare simile fu scoperto nel 1909 a Pergamo nel recinto del tempio di Demetra.
Significato degli altari. In Ebrei capitoli 8 e 9 l’apostolo Paolo indica chiaramente che tutto ciò che aveva relazione con il servizio del tabernacolo e del tempio era tipico. (Eb 8:5; 9:23) Il significato dei due altari è reso evidente da informazioni contenute nelle Scritture Greche Cristiane. L’altare degli olocausti rappresentava la “volontà” di Dio, cioè la sua disponibilità ad accettare il perfetto sacrificio umano del suo unigenito Figlio. (Eb 10:5-10) Il fatto che esso si trovasse davanti all’entrata del santuario sottolinea la necessità di avere fede in quel sacrificio di riscatto, requisito fondamentale per essere accetti a Dio. (Gv 3:16-18) L’insistenza su un unico altare per i sacrifici è in armonia con la dichiarazione di Cristo: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, e anche con i molti passi in cui si fa menzione dell’unità che dev’essere evidente nella fede cristiana. — Gv 14:6; Mt 7:13, 14; 1Co 1:10-13; Ef 4:3-6; vedi anche la profezia di Isaia, in Isa 56:7; 60:7, secondo la quale persone di tutte le nazioni si sarebbero accostate all’altare di Dio.
Va notato che, per quanto alcuni individui si rifugiassero presso l’altare, afferrandone i corni nella speranza di avere protezione, la legge di Dio prescriveva che l’omicida volontario venisse preso “anche da presso il mio altare perché muoia”. (Eso 21:14; cfr. 1Re 1:50-53; 2:28-34). Il salmista cantò: “Laverò le mie mani nella stessa innocenza, e certamente marcerò intorno al tuo altare, o Geova”. — Sl 26:6.
Benché sedicenti cristiani abbiano citato Ebrei 13:10 per giustificare l’erezione di altari letterali, il contesto indica che l’“altare” di cui parla Paolo non è letterale ma simbolico. (Eb 13:10-16) A proposito dei primi cristiani un’enciclopedia dice: “Quando veniva rimproverato agli antichi apologeti di non avere templi, né altari, né santuari, essi rispondevano semplicemente: ‘Noi non abbiamo né santuari né altari’”. (M’Clintock e Strong, Cyclopædia, 1882, vol. I, p. 183) Commentando Ebrei 13:10, M. R. Vincent dice: “È un errore cercare di trovare nell’economia cristiana qualche specifico oggetto corrispondente all’altare: la croce, la mensa eucaristica o Cristo stesso. Piuttosto, la figura dell’altare riunisce e in genere rappresenta i concetti che hanno relazione con l’accostarsi a Dio — sacrificio, espiazione, perdono e approvazione, salvezza — proprio come l’altare ebraico era il punto in cui convergevano tutti questi concetti”. (Word Studies in the New Testament, 1957, vol. IV, p. 567) La moltiplicazione degli altari fu decisamente condannata dai profeti ebrei. (Isa 17:7, 8) Osea disse che Efraim aveva “moltiplicato gli altari per peccare” (Os 8:11; 10:1, 2, 8; 12:11); Geremia affermò che il peccato di Giuda era inciso “sui corni dei loro altari” (Ger 17:1, 2) ed Ezechiele predisse che i falsi adoratori sarebbero stati uccisi “tutt’intorno ai loro altari” (Ez 6:4-6, 13).
Espressioni del giudizio di Dio furono pure messe profeticamente in relazione con il vero altare. (Isa 6:5-12; Ez 9:2; Am 9:1) Da “sotto l’altare” le anime di quelli uccisi per avere dato testimonianza a favore di Dio simbolicamente gridano: “Fino a quando, Sovrano Signore santo e verace, ti tratterrai dal giudicare e dal vendicare il nostro sangue su quelli che dimorano sulla terra?” — Ri 6:9, 10; cfr. 8:5; 11:1; 16:7.
In Rivelazione 8:3, 4 l’altare d’oro dell’incenso è posto espressamente in relazione alle preghiere dei giusti. Gli ebrei avevano la consuetudine di pregare “nell’ora in cui si offriva l’incenso”. (Lu 1:9, 10; cfr. Sl 141:2). L’unico altare su cui si offriva incenso corrisponde inoltre all’unica via d’accesso indicata nelle Scritture Greche Cristiane. — Gv 10:9; 14:6; 16:23; Ef 2:18-22; vedi OFFERTE.