Le risposte alle altre domande
La risposta alla domanda su come siamo venuti all’esistenza determina le risposte alle altre domande: Perché siamo qui? Dove siamo diretti? La vita ha un senso?
PER la sua stessa natura l’evoluzione procede senza un criterio, senza scopi né mete. Se siamo il prodotto dell’evoluzione, siamo qui senza motivo, non siamo diretti da nessuna parte e la nostra vita non ha nessun senso.
Fortunatamente per noi, l’evoluzione non corrisponde a verità. Non ha mai avuto inizio, tanto meno è giunta fino a noi. Le prove scientifiche sono unanimi: Una cellula vivente in cui avvengono migliaia di funzioni ben determinate non poteva avere origine con cambiamenti accidentali, senza una guida. Quando la ragione prevale sui desideri degli evoluzionisti, questo è ovvio. Francis Crick ha detto: “Un uomo onesto, munito di tutte le conoscenze attuali, può solo affermare che per ora, in un certo senso, l’origine della vita appare quasi un miracolo”. (L’origine della vita, cit., p. 85) E il prof. H. S. Lipson, membro della Royal Society, ha detto con riluttanza: “Dobbiamo andare oltre e ammettere che la sola spiegazione accettabile è la creazione”.
Gli evoluzionisti, però, manifestano di rado una simile onestà. Di solito sono dogmatici, come quando dicono: ‘L’evoluzione è un fatto. Non ha più bisogno d’essere dimostrata. Nessuno scienziato che si rispetti la mette in dubbio. Tutte le persone istruite ci credono. Solo gli ignoranti la respingono’. In una trasmissione televisiva (NOVA), Stephen Jay Gould disse che la scienza “manifesta sovente i pregiudizi, soprattutto inconsci, di coloro che fanno il lavoro”. Due minuti dopo dimostrò d’essere anch’egli prevenuto affermando che Darwin aveva fatto più di qualsiasi altro uomo per “comprovare il fatto dell’evoluzione”.
Darwin credeva che la vita fosse stata ‘originariamente impressa dal Creatore in poche forme, [o] in una forma sola’. (L’origine delle specie, Boringhieri, 1959, trad. dall’inglese di L. Fratini, p. 524) La sua idea di un’evoluzione avvenuta mediante cambiamenti graduali ereditati sta crollando. La testimonianza dei fossili su cui egli faceva assegnamento per dimostrarla lo ha tradito. Lo stesso Gould ha abbandonato tutte queste posizioni di Darwin perché infondate. Per salvare la teoria, Gould sostiene ora che il passaggio da una forma di vita all’altra sia avvenuto non con cambiamenti lenti, ma con grandi e rapidi salti, idea che però è senza fondamento. È una manovra arbitraria per eliminare la necessità dei fossili intermedi che nella documentazione fossile mancano. Non solo la scienza non dimostra l’evoluzione, ma la smentisce.
È pertanto come ultima risorsa che gli evoluzionisti riempiono i loro scritti di propaganda intimidatoria. Con queste tattiche trascinano milioni di convertiti sottoposti a lavaggio del cervello. Non avendo fatti su cui basarsi, fanno pesare la loro autorità come fecero i disperati farisei in relazione a Gesù:
“Le guardie del tempio, che erano state mandate per arrestarlo, ritornarono dai capi sacerdoti e dai Farisei: ‘Perché non lo avete portato qui?’ chiesero quelli. Le guardie si strinsero nelle spalle: ‘Dice cose talmente straordinarie! Non avevamo mai sentito nessuno parlare come lui . . .’ ‘Così, anche voi vi siete lasciati abbindolare eh?!’ commentarono i Farisei con ironia. ‘Ce n’è, forse, soltanto uno, fra noi Giudei o Farisei, che abbia creduto che quello sia il Messia?’” Quando uno di loro protestò, lo derisero dicendo: “Sei forse anche tu un miserabile Galileo?” (Giovanni 7:45-52, The Living Bible, ed. italiana) In modo analogo oggi gli evoluzionisti definiscono incompetente qualsiasi scienziato rifiuti l’evoluzione e lo scherniscono sarcasticamente se osa accettare la creazione!
La creazione è molto più in armonia con la scienza che non l’evoluzione. Spiega il progetto intenzionale che vediamo nel cielo e sulla terra, nelle piante e negli animali, nel nostro stesso corpo e nel nostro meraviglioso cervello. Le informazioni contenute nel DNA rendono senz’altro testimonianza all’opera di una eccezionale intelligenza. Einstein non ebbe mai simpatia per il Dio delle religioni della cristianità, ma era profondamente colpito dall’“armonia della legge naturale, che rivela un’intelligenza così superiore che, in paragone ad essa, il modo sistematico di pensare e di agire degli esseri umani è un riflesso del tutto insignificante”.
La creazione permette anche di rispondere alle domande fondamentali.
Perché siamo qui?
Geova disse il perché quando creò la prima coppia di creature umane. “Facciamo l’uomo a nostra immagine”, disse Dio al Logos (che in seguito venne sulla terra nella persona di Gesù), “secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra”. Dio fece anche un giardino in Eden e “prendeva l’uomo e lo poneva nel giardino di Eden perché lo coltivasse e ne avesse cura”. Diede inoltre alla prima coppia in Eden il comando di ‘essere fecondi e moltiplicarsi e riempire la terra’. — Genesi 1:26, 28; 2:8, 15.
Come progenie di Adamo ed Eva, siamo qui per popolare la terra, per averne cura e coltivarla nonché per esercitare un amorevole dominio sulle piante e sugli animali. Siamo preparati da Dio a far questo essendo fatti a sua somiglianza non nell’aspetto fisico, ma essendo dotati di certi suoi attributi come amore, sapienza, potenza, giustizia e del desiderio di svolgere un lavoro interessante e di sentirci realizzati. È il fatto d’essere a somiglianza di Dio sotto questo aspetto che ci rende diversi da tutti gli animali e ci porta a riflettere su quelle domande fondamentali che nessun’altra creatura terrestre si pone.
Gli atei, però, sostengono che non siamo noi ad essere stati creati a immagine di Dio, ma che siamo stati noi a creare Dio a nostra immagine. Non è così. Gli dèi creati dagli uomini sono a immagine e somiglianza del sole, della luna, delle stelle, degli alberi, del tuono, del fulmine, dei monti, degli animali, dei governanti, del denaro, del sesso, del ventre e di qualsiasi altra cosa l’uomo si compiaccia di deificare. (Romani 1:25; Filippesi 3:19) L’immagine dell’uomo non rispecchia in modo equilibrato gli attributi di Dio. Nel nostro stato decaduto siamo invece esortati a tornare a riflettere la sua immagine. (Colossesi 3:9, 10) L’evoluzione non spiega l’enorme abisso esistente fra l’uomo e gli animali, né produrrebbe o preserverebbe, considerandolo di qualche utilità, il nostro impulso a farci domande di fondamentale importanza. Questo si spiega col fatto che siamo a immagine e somiglianza di Dio.
Dove siamo diretti?
Nessun animale si pone questa domanda. Gli animali non hanno nozione del tempo, passato o futuro, ma l’uomo sì. Dio ha creato questo ulteriore abisso fra l’uomo e gli animali, come si legge in Ecclesiaste 3:11: “Anche l’idea dell’eternità ha posto nel cuore dell’uomo”. (La Bibbia Concordata) Perciò l’uomo è consapevole dei millenni passati e sa che in futuro il tempo continuerà a scorrere. È qualcosa che lo preoccupa. Cosa gli accadrà alla morte? Ha un’anima immortale che continuerà a vivere? Andrà alla beatitudine celeste o ai tormenti dell’inferno o all’oblio della tomba? O forse trasmigrerà in un altro corpo?
Certo non desidera affrontare il pensiero dell’estinzione. Lo sconvolge il pensiero che il tempo continuerà a scorrere all’infinito senza di lui, e che la terra e le persone continueranno ad andare avanti senza di lui mentre egli andrà all’eterno oblio. Per evitare questo pensiero che non riesce ad accettare, si aggrappa all’idea di un’anima immortale, una dottrina che la Bibbia non insegna affatto. — Ezechiele 18:4.
La Bibbia però dice che alla morte l’uomo torna alla polvere. “In quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. ‘Non è conscio di nulla’. (Salmo 146:4; Ecclesiaste 9:5) Ci sarà però una risurrezione di miliardi di persone: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori”. Quelli che allora ameranno Dio e il prossimo udranno le parole del re Gesù Cristo: “Ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”. — Giovanni 5:28, 29; Matteo 25:34.
Sin dall’inizio è stato proposito di Geova che la famiglia umana vivesse per sempre su una terra paradisiaca. Ora si avvicina il tempo in cui l’umanità ubbidiente erediterà quel Regno descritto in Rivelazione 21:3, 4: “Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore”.
Ecco dov’è diretta l’umanità ubbidiente. Ma coloro che sono incorreggibilmente malvagi andranno al sonno eterno. “Ancora un poco”, scrive il salmista, “e il malvagio non sarà più; e certamente presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà. Ma i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. — Salmo 37:10, 11; Romani 6:23.
La vita ha un senso?
Ci sono miliardi di galassie nell’universo e miliardi di stelle in ciascuna galassia. In paragone alla vastità dello spazio il nostro sistema solare è soltanto un granello di polvere e la terra è microscopica. I cinque miliardi di persone della terra si riducono a meno che nulla. Non è solo la nostra piccolezza nello spazio, comunque, a farci sentire insignificanti. Anche la fugacità della nostra esistenza in paragone all’eternità ci fa pensare che la vita sia priva di senso. Ciò nondimeno la nostra mente vuole che abbia un senso. Siamo stati creati per provare questi sentimenti.
Anche se nella vastità dell’universo sembriamo meno che microscopici, anche se nello scorrere infinito del tempo non siamo che un fuggevole istante, la nostra posizione sulla terra non ha uguali e la nostra vita è coinvolta nella più importante contesa dell’universo. Non solo siamo stati messi qui da Geova Dio, il Creatore dell’universo, ma ci è stato affidato un compito da svolgere: Riempire la terra, averne cura, esercitare amorevole dominio sopra le piante e gli animali. E cosa ancora più importante, possiamo partecipare all’opera di dichiarare il Regno di Geova retto da Cristo che purificherà la terra dalla malvagità, rivendicherà il nome e la Parola di Dio ed eliminerà dalla terra il dominio demonico.
Una vita vissuta in questo modo ha un senso. Coloro che vivono in questo modo dureranno in eterno. Quelli che fanno parte del popolo di Dio sono come la pupilla del suo occhio. (Deuteronomio 32:10) Sono tranquilli, perché hanno trovato le risposte alle domande di fondamentale importanza che si ponevano.