Geova ci conforta in tutte le nostre prove
L’Iddio di ogni conforto ci conforta in tutta la nostra tribolazione (2 COR. 1:3, 4)
1, 2. In che modo Geova ci conforta durante le prove, e cosa ci garantisce la sua Parola?
UN GIOVANE fratello single, che chiameremo Eduardo, espresse alcune preoccupazioni a Stephen, un anziano di congregazione sposato e più grande di lui. Eduardo stava riflettendo da un po’ di tempo sulle parole di 1 Corinti 7:28, secondo cui “quelli che si sposano avranno tribolazione nella loro carne”, e così chiese a Stephen: “Cosa si intende per ‘tribolazione’, e come riuscirò ad affrontarla se mi dovessi sposare?” Prima di rispondere alla domanda, Stephen suggerì a Eduardo di soffermarsi su un’altra dichiarazione dell’apostolo Paolo, cioè che Geova è “l’Iddio di ogni conforto, che ci conforta in tutta la nostra tribolazione” (2 Cor. 1:3, 4).
2 Geova è senza dubbio un Padre amorevole e ci conforta quando affrontiamo difficoltà. Probabilmente ciascuno di noi ricorda qualche occasione in cui Dio lo ha sostenuto e guidato, spesso tramite la sua Parola. Possiamo essere sicuri che oggi, come nel passato, Geova desidera sempre il meglio per i suoi servitori. (Leggi Geremia 29:11, 12.)
3. A quali domande daremo risposta?
3 Ovviamente è più facile affrontare una prova se ne identifichiamo la causa. Questo vale anche nel caso in cui la “tribolazione” sia legata ai rapporti tra coniugi o ad altri aspetti della vita familiare. Quali sono alcune situazioni che potrebbero causare la ‘tribolazione nella carne’ di cui parla Paolo? Quali esempi antichi e moderni possono aiutarci a trovare il conforto di cui abbiamo bisogno? La risposta a queste domande ci permetterà di affrontare meglio le nostre prove.
‘TRIBOLAZIONE NELLA CARNE’
4, 5. Quali sono alcune situazioni che causano ‘tribolazione nella carne’?
4 Poco dopo l’inizio della storia umana, mentre celebrava il primo matrimonio, Dio disse: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si dovrà tenere stretto a sua moglie e dovranno divenire una sola carne” (Gen. 2:24). Comunque, a causa dell’imperfezione, sposarsi e formare un nuovo nucleo familiare può creare tensioni (Rom. 3:23). Nel caso di una moglie, con il matrimonio l’autorità che in genere era dei genitori viene sostituita da quella del marito, il quale è autorizzato direttamente da Dio a ricoprire il ruolo di capofamiglia (1 Cor. 11:3). Per alcune coppie sposate da poco può non essere facile adeguarsi a questi cambiamenti. Secondo la Parola di Dio, una donna sposata deve accettare di essere guidata non più dai genitori ma dal marito. Inoltre, a volte i rapporti con i parenti acquisiti possono diventare piuttosto tesi e causare “tribolazione” ai novelli sposi.
5 Spesso altre preoccupazioni sorgono alla notizia che la coppia avrà un bambino. Di solito la gioia che si prova all’idea di avere un figlio si mescola con il timore che possano sopraggiungere problemi di salute durante la gravidanza o dopo. Inoltre, ci si può preoccupare dell’impatto a livello economico, sia a breve che a lungo termine. Dopo la nascita del bambino è necessario fare diversi cambiamenti. Il neonato assorbe gran parte del tempo e delle attenzioni della nuova mamma. In questi momenti molti mariti si sentono messi da parte perché la moglie è impegnata a prendersi cura del bambino. D’altra parte, diventare padre comporta nuove responsabilità. I compiti del marito si moltiplicano perché c’è un nuovo componente della famiglia di cui occuparsi e a cui provvedere.
6-8. Perché non vedere realizzato il proprio desiderio di avere un bambino può causare sofferenza?
6 Alcune coppie affrontano un altro genere di “tribolazione”: desiderano tantissimo un figlio ma non riescono ad averlo. In questi casi la donna può soffrire molto dal punto di vista emotivo. È vero che né il matrimonio né l’avere figli garantiscono una vita senza preoccupazioni; d’altro canto, non vedere realizzato il proprio desiderio di avere un bambino è di per sé causa di ‘tribolazione nella carne’ (Prov. 13:12). Nei tempi biblici, essere sterile veniva spesso considerato un disonore. Ecco perché Rachele, moglie di Giacobbe, espresse tutto il suo dolore vedendo che sua sorella aveva figli mentre lei non ne aveva (Gen. 30:1, 2). Anche oggi nei paesi in cui è comune avere famiglie numerose, i missionari si sentono spesso chiedere perché non hanno figli. Nonostante rispondano con tatto e diano spiegazioni logiche, a volte le persone dicono comunque: “Pregheremo per voi!”
7 Prendiamo il caso di una sorella dell’Inghilterra che voleva tanto avere un figlio ma le cui speranze non si concretizzavano. Quando entrò in menopausa si rese conto che il suo desiderio non si sarebbe realizzato in questo sistema di cose. Si sentiva a pezzi. Anche se lei e suo marito decisero di adottare un bambino, la sorella disse: “Dovetti comunque passare attraverso un processo di elaborazione del dolore. Sapevo che adottare un bambino non sarebbe stato esattamente lo stesso che averne uno mio”.
8 La Bibbia dice che la donna cristiana “sarà tenuta in salvo per mezzo del parto” (1 Tim. 2:15). Questo però non significa che avere figli porti alla vita eterna. Piuttosto si riferisce al fatto che prendersi cura dei figli e occuparsi di altre faccende domestiche può impedire a una donna di diventare pettegola e di intromettersi negli affari degli altri (1 Tim. 5:13). In ogni caso, potrebbe incontrare problemi nei rapporti con il marito e con il resto della famiglia.
9. Perché possiamo dire che la morte del proprio coniuge è una prova particolare?
9 Una particolare “tribolazione” legata al matrimonio a cui di solito non si pensa è la morte di una persona cara. In effetti molti hanno dovuto affrontare la perdita del loro amato coniuge. Questa è una prova che forse non avrebbero mai immaginato di dover incontrare in questo sistema di cose. Quali cristiani, però, crediamo fermamente nella promessa di Gesù di risuscitare i morti (Giov. 5:28, 29). Questa prospettiva è di grande conforto per il coniuge ancora in vita. La speranza della risurrezione è un modo in cui il nostro amorevole Padre, attraverso la sua Parola, sostiene e conforta chi attraversa momenti difficili. Consideriamo ora in che modo alcuni servitori di Dio hanno ricevuto il conforto che proviene da lui e quali benefìci ne hanno tratto.
CONFORTO NELLE PROVE
10. In che modo Anna trovò sollievo dal suo dolore? (Vedi l’immagine iniziale.)
10 Anna, l’amata moglie di Elcana, si trovava in una situazione difficile: lei era sterile mentre l’altra moglie di Elcana, Peninna, aveva figli. (Leggi 1 Samuele 1:4-7.) Anna soffriva per il trattamento crudele che Peninna le infliggeva “di anno in anno”, e questo le causava grande dolore e angoscia. Cercò sollievo parlando del suo problema a Geova in preghiera. Il racconto dice che Anna “[pregò] a lungo dinanzi a Geova”. Si aspettava forse che la sua richiesta venisse esaudita? Molto probabilmente lo sperava. In ogni caso, dopo aver pregato, “la sua faccia non fu più preoccupata” (1 Sam. 1:12, 17, 18). Anna confidava nel fatto che Geova le avrebbe dato un figlio o avrebbe colmato in qualche altro modo il vuoto che provava.
11. In che modo la preghiera ci può confortare?
11 Fino a quando saremo imperfetti e vivremo in questo mondo governato da Satana, prove e difficoltà continueranno a presentarsi (1 Giov. 5:19). Ma è bello sapere che Geova è “l’Iddio di ogni conforto”. Rivolgersi a lui in preghiera è un modo in cui riceviamo l’aiuto necessario per affrontare i nostri problemi. Anna aprì il suo cuore a Geova. In modo analogo, quando affrontiamo situazioni difficili, non basta dire a Geova come ci sentiamo. Dobbiamo supplicarlo, cioè esprimergli i nostri sentimenti pregando intensamente (Filip. 4:6, 7).
12. Cosa procurava gioia ad Anna?
12 Anche se proviamo un profondo senso di vuoto, forse perché non abbiamo figli o perché abbiamo perso un nostro caro, possiamo ricevere conforto. La profetessa Anna, che visse ai giorni di Gesù, aveva perso il marito dopo soli sette anni di matrimonio e la Bibbia non dice che avesse figli. In quale attività era ancora impegnata all’età di 84 anni? In Luca 2:37 leggiamo: “Non si assentava mai dal tempio, rendendo notte e giorno sacro servizio con digiuni e supplicazioni”. Non c’è dubbio che per Anna adorare Geova fosse fonte di conforto e gioia.
13. In che modo i veri amici possono confortarci quando i nostri parenti ci deludono? Fate un esempio.
13 Stando insieme ai nostri compagni di fede possiamo trovare veri amici (Prov. 18:24). Paula ricorda la tristezza che provò quando sua madre abbandonò la verità. Aveva solo cinque anni e non fu per nulla facile affrontare quella situazione. Tuttavia, in seguito ricevette grande incoraggiamento da Ann, una pioniera della sua congregazione che si interessò profondamente del suo benessere spirituale. “Anche se non eravamo parenti, la premura e l’interesse di Ann nei miei confronti significarono molto per me”, spiega Paula. “Grazie al suo aiuto continuai a servire Geova”. Paula è ancora una fedele adoratrice di Geova; inoltre è molto felice di servire nuovamente insieme a sua madre. Anche Ann è felice, perché ha avuto il privilegio di essere una madre spirituale per Paula.
14. Quali benedizioni riceve chi si interessa degli altri?
14 Interessarci degli altri può aiutarci a vincere alcuni sentimenti negativi. Per esempio, sia sorelle sposate che single hanno sperimentato la grande gioia che deriva dal collaborare con Dio parlando ad altri della buona notizia. Il loro desiderio è quello di onorare Dio facendo la sua volontà. Alcune di loro considerano il ministero perfino una specie di terapia. Quando predichiamo, tutti noi diamo prova di interessarci degli altri. E quando dimostriamo amore ai nostri compagni di fede, rafforziamo il legame che ci unisce (Filip. 2:4). Al riguardo l’apostolo Paolo ci ha lasciato un eccellente esempio: divenne per i fratelli della congregazione di Tessalonica come “una madre che alleva i propri figli” e fu per loro anche un padre spirituale. (Leggi 1 Tessalonicesi 2:7, 11, 12.)
CONFORTO NELL’AMBITO FAMILIARE
15. A chi è affidata principalmente la responsabilità di insegnare la verità ai figli?
15 Non dobbiamo sottovalutare il conforto e l’aiuto che possiamo dare alle famiglie con figli. A volte i nuovi chiedono a qualche fratello più esperto di aiutarli a insegnare la verità ai loro figli, forse addirittura di studiare la Bibbia con loro. Dal punto di vista scritturale, in primo luogo sono i genitori ad avere la responsabilità di istruire e crescere i figli (Prov. 23:22; Efes. 6:1-4). In alcune situazioni, però, l’aiuto di altri è necessario ed è molto apprezzato. Questo comunque non significa che i genitori possano sottrarsi alla loro responsabilità di insegnare ai figli. È essenziale che mantengano un buon dialogo con loro.
16. Cosa bisogna tenere a mente quando si studia con bambini o ragazzi?
16 Come abbiamo appena visto, alcuni chiedono a un componente della congregazione di studiare con i loro figli. Comunque, chi conduce lo studio non dovrebbe mai cercare di prendere il posto dei genitori. In alcuni casi è stato chiesto a un Testimone di studiare con i figli di persone che non erano interessate alla verità. Quando studia con i figli di qualcun altro, il Testimone dovrebbe tenere bene a mente che, pur provvedendo loro aiuto a livello spirituale, non ne diventa il padre o la madre. Inoltre, sarebbe saggio condurre lo studio a casa loro in presenza dei genitori o di un altro Testimone maturo oppure in un luogo pubblico adeguato. In questo modo nessuno avrà motivo di fraintendere quello che sta accadendo. Naturalmente è auspicabile che col tempo i genitori si assumano la responsabilità affidata loro da Dio di prendersi cura dei bisogni spirituali dei figli.
17. In che modo i figli possono diventare una fonte di conforto?
17 I figli che imparano ad amare il vero Dio e a seguire i suoi consigli possono diventare una fonte di conforto per la famiglia mostrando rispetto per i genitori e aiutandoli in modi pratici. Possono anche dare un prezioso contributo a livello spirituale. Parlando di suo figlio Noè, Lamec, un adoratore di Geova che discendeva da Set, disse: “Questi ci recherà conforto dal nostro lavoro e dal dolore delle nostre mani derivante dal suolo che Geova ha maledetto”. Questa profezia si avverò dopo il Diluvio quando fu tolta la maledizione sul suolo (Gen. 5:29; 8:21). Anche oggi i figli che si impegnano nella vera adorazione possono dare conforto aiutando tutti i componenti della famiglia a perseverare nelle prove e a sopravvivere a qualcosa di molto più grande del Diluvio.
18. Cosa può aiutarci a perseverare con coraggio di fronte a qualunque prova?
18 Pregare, meditare su esempi biblici e stare insieme ai servitori di Geova sta già aiutando milioni di persone a ricevere conforto durante tutte le loro prove. (Leggi Salmo 145:18, 19.) Sapere che Geova è la Fonte del conforto ci aiuterà a perseverare con coraggio di fronte a qualunque prova, sia ora che nel futuro.