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“Egli, benché morto, parla ancora”La Torre di Guardia 2013 | 1° gennaio
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In questo caso si sbagliava di grosso. Per di più crescendo Caino con queste idee, lei e Adamo non avrebbero fatto altro che alimentare nel figlio l’orgoglio legato all’imperfezione umana. Successivamente Eva partorì un secondo figlio, ma alla sua nascita non ebbero per lui parole simili a quelle usate per il fratello. Lo chiamarono Abele, che potrebbe significare “esalazione” o “vanità” (Genesi 4:2). La scelta di questo nome si deve forse al fatto che non riponessero in Abele grandi speranze, come avevano fatto invece con Caino? Non possiamo dirlo con certezza.
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“Egli, benché morto, parla ancora”La Torre di Guardia 2013 | 1° gennaio
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Man mano che i ragazzi crescevano, Adamo avrà insegnato loro a lavorare per provvedere alla famiglia. Caino diventò agricoltore, Abele pastore.
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“Egli, benché morto, parla ancora”La Torre di Guardia 2013 | 1° gennaio
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Senz’altro Abele si sarà preso il tempo per meditare su questioni di natura spirituale. Provate a immaginarvelo mentre portava al pascolo le sue pecore. Un pastore percorreva a piedi lunghe distanze per condurre quelle docili creature tra colline, fiumi e valli, sempre in cerca dei pascoli più verdi, delle acque più cristalline, dei ripari più sicuri. Di tutte le creature di Dio, le pecore sembravano essere le più indifese, come se fossero state concepite con il bisogno di essere guidate e protette dall’uomo. È possibile che anche Abele avvertisse il bisogno di guida, protezione e cura da parte di Qualcuno di gran lunga più saggio e più forte di qualunque essere umano. Senza dubbio avrà espresso in preghiera molti di questi pensieri, cosa che avrà continuato a rafforzare la sua fede.
La creazione fornì ad Abele validi elementi per avere fede in un Creatore amorevole
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