Capitolo ventisette
Geova benedice la pura adorazione
1. Quali temi sono messi in risalto nell’ultimo capitolo di Isaia, e a quali domande viene data risposta?
NELL’ULTIMO capitolo del libro profetico di Isaia alcuni dei temi principali giungono a un finale sensazionale e viene data risposta a diverse domande importanti. Fra i temi messi in risalto ci sono la sublime maestà di Geova, il suo odio per l’ipocrisia, la sua determinazione di punire i malvagi e il suo amore e la sua sollecitudine per i fedeli. Inoltre viene data risposta alle seguenti domande: Cosa distingue la vera adorazione dalla falsa? Come possiamo essere sicuri che Geova punirà gli ipocriti che pretendono di essere santi mentre opprimono il suo popolo? E in che modo Geova benedirà chi gli rimane fedele?
La chiave della pura adorazione
2. Quale dichiarazione solenne fa Geova riguardo alla sua grandiosità, e che cosa non significa?
2 Per cominciare la profezia dà risalto alla grandiosità di Geova: “Geova ha detto questo: ‘I cieli sono il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Dov’è, dunque, la casa che voi mi potete edificare, e dov’è, dunque, il luogo che sia luogo di riposo per me?’” (Isaia 66:1) Alcuni ritengono che il profeta stia sconsigliando agli ebrei di ricostruire il tempio di Geova quando saranno tornati in patria. Non è così; Geova stesso comanderà che il tempio sia ricostruito. (Esdra 1:1-6; Isaia 60:13; Aggeo 1:7, 8) Cosa significa, dunque, questo versetto?
3. Perché è appropriato che la terra sia definita ‘lo sgabello dei piedi’ di Geova?
3 Prima potremmo considerare perché la terra è definita ‘lo sgabello dei piedi’ di Geova. Non è un termine dispregiativo. Fra tutti i miliardi di corpi celesti dell’universo solo la terra riceve questa designazione speciale. Il nostro pianeta sarà sempre senza uguali, perché qui l’unigenito Figlio di Geova pagò il riscatto e qui Geova rivendicherà la sua sovranità mediante il Regno messianico. Come è appropriato che la terra sia definita lo sgabello dei piedi di Geova! Un re potrebbe usare uno sgabello del genere per salire sul suo eccelso trono e poi per appoggiarvi i piedi.
4. (a) Perché è impossibile che un edificio sulla terra sia il luogo di riposo per Geova Dio? (b) Cosa si intende con l’espressione “tutte queste cose”, e cosa dobbiamo concludere circa l’adorazione che Geova merita?
4 Naturalmente un re non risiede sul suo poggiapiedi e neppure Geova risiede sulla terra. Neanche gli sconfinati cieli fisici possono contenerlo! Tanto meno un semplice edificio sulla terra potrebbe accogliere Geova e servirgli letteralmente da casa. (1 Re 8:27) Il trono e il luogo di riposo di Geova si trovano nel reame spirituale, e questo è il senso dell’espressione “i cieli” usata in Isaia 66:1. Il versetto successivo chiarisce il punto: “‘Ora la mia propria mano ha fatto tutte queste cose, così che tutte queste son venute all’esistenza’, è l’espressione di Geova”. (Isaia 66:2a) Immaginate Geova nell’atto di fare un ampio gesto indicando “tutte queste cose”, ogni cosa in cielo e sulla terra. (Isaia 40:26; Rivelazione 10:6) Il grande Creatore di tutto l’universo merita di avere più che un semplice edificio dedicato a lui. Merita più che una semplice adorazione formale.
5. Come dimostriamo di essere ‘afflitti e contriti di spirito’?
5 Che tipo di adorazione è degna del Sovrano universale? Egli stesso ci dice: “A questi, quindi, guarderò, a chi è afflitto e contrito di spirito e trema alla mia parola”. (Isaia 66:2b) Chi vuole praticare la pura adorazione deve avere la giusta disposizione di cuore. (Rivelazione 4:11) L’adoratore di Geova deve essere “afflitto e contrito di spirito”. Significa che Geova desidera che siamo infelici? No, egli è il “felice Dio” e desidera che anche i suoi adoratori si rallegrino. (1 Timoteo 1:11; Filippesi 4:4) Tuttavia tutti pecchiamo di frequente e non dobbiamo prendere alla leggera i nostri peccati. Dovremmo esserne ‘afflitti’, cioè rattristati di mancare il bersaglio delle giuste norme di Geova. (Salmo 51:17) Dobbiamo dimostrare di essere ‘contriti di spirito’, pentendoci, lottando contro le tendenze peccaminose e pregando Geova per essere perdonati. — Luca 11:4; 1 Giovanni 1:8-10.
6. In che senso i veri adoratori dovrebbero ‘tremare alla parola di Dio’?
6 Inoltre Geova osserva chi ‘trema alla sua parola’. Significa questo che desidera che tremiamo dalla paura ogni volta che leggiamo le sue dichiarazioni? No, desidera piuttosto che consideriamo con timore reverenziale quello che dice. Ricerchiamo sinceramente i suoi consigli, lasciando che ci guidino in ogni situazione. (Salmo 119:105) Forse ‘tremiamo’ anche nel senso che proviamo timore solo all’idea di disubbidire a Dio, di contaminare la verità con tradizioni umane o di darla per scontata. Questo atteggiamento umile è essenziale per la pura adorazione, ma purtroppo è raro nel mondo odierno.
Geova odia l’adorazione ipocrita
7, 8. Come considera Geova l’adorazione formale degli ipocriti religiosi?
7 Osservando i suoi contemporanei, Isaia è ben consapevole che pochi hanno la disposizione che Geova cerca nei suoi adoratori. Perciò l’apostata Gerusalemme merita il giudizio imminente. Notate come considera Geova l’adorazione che vi viene praticata: “Chi scanna il toro è come chi abbatte un uomo. Chi sacrifica la pecora è come chi rompe il collo di un cane. Chi offre un dono, il sangue di porco! Chi presenta un ricordo di olibano è come chi dice una benedizione con parole magiche. Essi sono anche quelli che hanno scelto le loro proprie vie, e nelle loro cose disgustanti la loro medesima anima ha provato diletto”. — Isaia 66:3.
8 Queste parole ci ricordano le parole di Geova riportate nel primo capitolo di Isaia. Lì Geova diceva al suo popolo ostinato che gli atti di adorazione formali non solo non gli piacevano, ma in effetti facevano aumentare la sua giusta ira perché gli adoratori erano ipocriti. (Isaia 1:11-17) In modo simile ora Geova paragona le loro offerte a crimini efferati. Il sacrificio di un costoso toro gli sarebbe poco gradito quanto l’assassinio di un uomo. Altri sacrifici vengono paragonati a offrire un cane o un porco, animali impuri sotto la Legge mosaica e certo inadatti a essere sacrificati. (Levitico 11:7, 27) Geova lascia impunita una simile ipocrisia religiosa?
9. Come ha reagito la maggior parte degli ebrei agli avvertimenti dati da Geova tramite Isaia, e quali saranno le conseguenze inevitabili?
9 A questo punto Geova dice: “Io stesso, a mia volta, sceglierò i modi per maltrattarli; e farò venire su di loro le cose che li spaventano; per la ragione che chiamai, ma non ci fu chi rispondesse; parlai, ma non ci fu chi ascoltasse; e continuarono a fare ciò che era male ai miei occhi, e scelsero la cosa in cui non provavo diletto”. (Isaia 66:4) Senza dubbio Isaia è in grado di pronunciare queste parole con convinzione sincera. Da molti anni è il mezzo con cui Geova ‘chiama’ il Suo popolo e gli ‘parla’. Il profeta sa fin troppo bene che, nell’insieme, nessuno ha ascoltato. Poiché hanno continuato a fare il male, la punizione è inevitabile. Geova deciderà senz’altro di punire gli apostati e di far venire su di loro avvenimenti spaventosi.
10. Cosa ci insegna il trattamento riservato a Giuda circa il modo in cui Geova considera la cristianità?
10 Nei nostri giorni la cristianità ha similmente praticato cose che dispiacciono a Geova. Nelle chiese l’idolatria abbonda, filosofie e tradizioni non scritturali vengono propinate dal pulpito e la ricerca del potere politico ha fatto sprofondare sempre più la cristianità nell’adulterio spirituale con le nazioni del mondo. (Marco 7:13; Rivelazione 18:4, 5, 9) Come avvenne nel caso dell’antica Gerusalemme, la giusta punizione — una ‘cosa che spaventa’ — si abbatterà inesorabilmente su di lei. Uno dei motivi per cui sarà sicuramente punita è il modo in cui ha trattato il popolo di Dio.
11. (a) Da cosa è aggravato il peccato degli apostati dei giorni di Isaia? (b) In che senso i contemporanei di Isaia escludono i fedeli ‘a motivo del nome di Dio’?
11 Isaia prosegue: “Udite la parola di Geova, voi che tremate alla sua parola: ‘I vostri fratelli che vi odiano, che vi escludono a motivo del mio nome, dissero: “Sia glorificato Geova!” Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi sono quelli che saranno svergognati’”. (Isaia 66:5) Geova Dio ha affidato ai “fratelli” di Isaia, i suoi connazionali, la responsabilità di rappresentarlo e di sottomettersi alla sua sovranità. Il loro peccato di omissione è davvero grave. Ma è aggravato dal fatto che odiano uomini fedeli e umili, come Isaia. Gli apostati odiano i fedeli e li escludono perché rappresentano Geova Dio veracemente. In questo senso l’esclusione avviene ‘a motivo del nome di Dio’. Al tempo stesso questi falsi servitori asseriscono di rappresentare Geova, usando piamente altisonanti espressioni religiose quali “Sia glorificato Geova!”a
12. Quali sono alcuni esempi di persecuzione contro i fedeli servitori di Geova istigata dagli ipocriti religiosi?
12 L’odio della falsa religione per coloro che praticano la pura adorazione non è niente di nuovo. È un ulteriore adempimento della profezia di Genesi 3:15, che predisse l’inimicizia di lunga durata fra il seme di Satana e il Seme della donna di Dio. Nel I secolo Gesù disse ai suoi seguaci unti che anch’essi avrebbero sofferto per mano dei loro connazionali: sarebbero stati cacciati dalle sinagoghe e perseguitati fino al punto di essere uccisi. (Giovanni 16:2) E nei tempi moderni? All’inizio degli “ultimi giorni” il popolo di Dio vide profilarsi una persecuzione simile. (2 Timoteo 3:1) Già nel 1914 La Torre di Guardia citava Isaia 66:5, osservando: “Quasi tutta la persecuzione che si è abbattuta sul popolo di Dio è venuta da sedicenti cristiani”. Lo stesso articolo diceva inoltre: “Non sappiamo se nei nostri giorni arriverà all’estremo: a emarginare, a eliminare l’organizzazione, magari a uccidere letteralmente”. Come si sono rivelate veraci queste parole! Non molto dopo che fu pubblicato l’articolo, durante la prima guerra mondiale, la persecuzione istigata dal clero raggiunse la massima intensità. Ma la cristianità fu svergognata, proprio come era stato predetto. In che modo?
Una restaurazione rapida e improvvisa
13. Nell’adempimento originale che cos’è “il suono di un clamore dalla città”?
13 Isaia profetizza: “C’è il suono di un clamore dalla città, un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato”. (Isaia 66:6) Nell’adempimento originale la “città” è Gerusalemme, dove si trova il tempio di Geova. “Il suono di un clamore” si riferisce al tumulto della guerra, che si ode nella città quando gli eserciti babilonesi invasori la attaccano nel 607 a.E.V. Che dire dell’adempimento moderno?
14. (a) Cosa predisse Malachia circa la venuta di Geova al suo tempio? (b) Secondo la profezia di Ezechiele, quale fu il risultato della venuta di Geova al suo tempio? (c) Quando Geova e Gesù ispezionarono il tempio spirituale, e che effetto ebbe ciò su coloro che asserivano di rappresentare la pura adorazione?
14 Queste parole di Isaia sono in armonia con altre due dichiarazioni profetiche, una riportata in Ezechiele 43:4, 6-9 e l’altra in Malachia 3:1-5. Sia Ezechiele che Malachia predicono il tempo in cui Geova Dio viene al suo tempio. La profezia di Malachia indica che Geova viene per ispezionare la sua casa di pura adorazione e per agire come Raffinatore, rigettando coloro che lo mettono in cattiva luce. Nella visione di Ezechiele si vede Geova che entra nel tempio ed esige che sia eliminata ogni traccia di immoralità e di idolatria.b Nell’adempimento moderno di queste profezie, nel 1918 ci fu un importante sviluppo spirituale in relazione all’adorazione di Geova. A quanto pare Geova e Gesù ispezionarono tutti coloro che asserivano di rappresentare la pura adorazione. Ciò portò all’abbandono definitivo della corrotta cristianità. Per gli unti seguaci di Cristo l’ispezione significò un breve periodo di purificazione, seguito nel 1919 da una rapida restaurazione spirituale. — 1 Pietro 4:17.
15. Quale nascita è predetta, e come si adempì ciò nel 537 a.E.V.?
15 Questa restaurazione è ben descritta nei successivi versetti di Isaia: “Prima che avesse dolori di parto essa partorì. Prima che le venissero le doglie, pure diede alla luce un figlio maschio. Chi ha udito una cosa come questa? Chi ha visto cose come queste? Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un sol giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion ha avuto dolori di parto e ha anche partorito i suoi figli”. (Isaia 66:7, 8) Queste parole ebbero un primo emozionante adempimento sugli ebrei esiliati a Babilonia. Sion, o Gerusalemme, è raffigurata di nuovo come una donna che ha un bambino, ma che nascita eccezionale! È così rapida, così improvvisa, che si verifica prima che inizino le doglie. Questa è una figura appropriata. La rinascita del popolo di Dio come nazione distinta nel 537 a.E.V. è così rapida e improvvisa da sembrare miracolosa. Dal momento in cui Ciro libera gli ebrei dalla cattività a quello in cui un rimanente fedele torna in patria trascorrono solo pochi mesi! Che differenza con gli avvenimenti che portarono all’originale nascita della nazione di Israele! Nel 537 a.E.V. non occorre chiedere la libertà a un monarca ostinato, né fuggire da un esercito ostile, né soggiornare per 40 anni nel deserto.
16. Nell’adempimento moderno di Isaia 66:7, 8, cosa rappresenta Sion, e in che modo i suoi figli sono rinati?
16 Nell’adempimento moderno Sion rappresenta la celeste “donna” di Geova, la sua celeste organizzazione di esseri spirituali. Nel 1919 questa “donna” si rallegrò alla nascita dei suoi figli unti sulla terra come popolo organizzato, come “nazione”. Questa rinascita fu rapida e improvvisa.c In pochi mesi gli unti come gruppo passarono da uno stato di inattività simile alla morte a uno di fervente attività nel “paese” dato loro da Dio, il loro reame o sfera di attività spirituale. (Rivelazione 11:8-12) Nell’autunno del 1919 annunciarono persino la pubblicazione di una nuova rivista per integrare La Torre di Guardia. Questa nuova pubblicazione, chiamata L’Età d’Oro (ora Svegliatevi!), costituiva la prova che il popolo di Dio era stato ravvivato e si era riorganizzato per il servizio.
17. In che modo Geova assicura che niente può impedirgli di adempiere il suo proposito relativo all’Israele spirituale?
17 Nessuna forza nell’universo avrebbe potuto impedire questa rinascita spirituale. Il successivo versetto dice proprio questo: “‘In quanto a me, farò rompere e non farò partorire?’ dice Geova. ‘O faccio partorire e realmente faccio chiudere?’ ha detto il tuo Dio”. (Isaia 66:9) Come il processo della nascita una volta iniziato è inevitabile, così la rinascita dell’Israele spirituale, una volta iniziata, fu inarrestabile. È vero, c’è stata opposizione, e probabilmente ce ne sarà ancora in futuro. Ma solo Geova può fermare ciò a cui dà inizio, e non lo fa mai! Come tratta, però, il suo popolo ravvivato?
La tenera cura di Geova
18, 19. (a) Che illustrazione toccante fa Geova, e come si applica al suo popolo esiliato? (b) In che modo nei nostri giorni l’unto rimanente ha tratto beneficio dall’amorevole nutrimento e cura?
18 I successivi quattro versetti descrivono in modo toccante la tenera cura di Geova. Prima Isaia dice: “Rallegratevi con Gerusalemme e gioite con lei, voi tutti che l’amate. Esultate grandemente con lei, voi tutti che fate cordoglio su di lei; per la ragione che succhierete e certamente vi sazierete al petto della sua piena consolazione; per la ragione che popperete e proverete squisito diletto al seno della sua gloria”. (Isaia 66:10, 11) Geova qui fa l’esempio di una donna che allatta il suo bambino. Quando sente i morsi della fame, il lattante piange insistentemente, ma quando viene avvicinato al seno materno per essere allattato, il suo pianto si trasforma in gioia e soddisfazione. In modo simile, quando verrà il momento della liberazione e della restaurazione, il rimanente degli ebrei fedeli che era a Babilonia passerà rapidamente dal cordoglio a uno stato di felicità e soddisfazione. Sarà pieno di gioia. La gloria di Gerusalemme si rinnoverà via via che sarà ricostruita e ripopolata. A sua volta, la gloria della città si estenderà ai suoi abitanti fedeli, che saranno di nuovo nutriti spiritualmente mediante un sacerdozio attivo. — Ezechiele 44:15, 23.
19 Dopo la restaurazione nel 1919 anche l’Israele spirituale fu benedetto e ricevette abbondante nutrimento. Da allora in poi il flusso di cibo spirituale provveduto tramite “lo schiavo fedele e discreto” è stato costante. (Matteo 24:45-47) Questo è stato senz’altro un tempo di consolazione e gioia per l’unto rimanente. Ci sono state, però, ulteriori benedizioni.
20. In che modo Gerusalemme è stata benedetta come da “un torrente che straripa” sia anticamente che nei tempi moderni?
20 La profezia prosegue: “Geova ha detto questo: ‘Ecco, rivolgo verso di lei la pace proprio come un fiume e la gloria delle nazioni proprio come un torrente che straripa, e certamente succhierete. Sarete portati sul fianco e vezzeggiati sulle ginocchia’”. (Isaia 66:12) Qui l’esempio dell’allattamento è accompagnato dall’illustrazione di un abbondante flusso di benedizioni: “un fiume” e “un torrente che straripa”. Gerusalemme avrà la benedizione di godere non solo abbondante pace da Geova ma anche “la gloria delle nazioni”, che raggiunge e benedice il popolo di Dio. Questo significa che persone delle nazioni si uniranno al popolo di Geova. (Aggeo 2:7) Nell’adempimento antico, un certo numero di persone di varie nazioni si unirono effettivamente a Israele, divenendo proseliti. Ma un adempimento molto maggiore è avvenuto nei nostri tempi quando “una grande folla . . . di ogni nazione e tribù e popolo e lingua”, proprio un torrente che straripa, si è unita al rimanente degli israeliti spirituali. — Rivelazione 7:9; Zaccaria 8:23.
21. Con un’illustrazione interessante, che tipo di conforto è predetto?
21 Isaia 66:12 parla anche di espressioni di amore materno: vezzeggiare un bambino sulle ginocchia e portarlo sul fianco. Nel versetto successivo viene espresso un pensiero simile, visto da un’angolazione diversa ma interessante. “Come un uomo che la sua propria madre continua a confortare, così io stesso continuerò a confortare voi; e nel caso di Gerusalemme sarete confortati”. (Isaia 66:13) Il bambino adesso è “un uomo”, un adulto, ma sua madre desidera ancora confortarlo in un tempo di afflizione.
22. In che modo Geova mostra la tenerezza e la forza del suo amore?
22 In questo modo interessante Geova illustra la forza e la tenerezza dell’amore che prova per il suo popolo. Anche il più forte amore materno non è che un pallido riflesso del profondo amore di Geova per il suo popolo fedele. (Isaia 49:15) Come è importante che tutti i cristiani rispecchino questa qualità del loro Padre celeste! L’apostolo Paolo lo fece, e pertanto lasciò un ottimo esempio agli anziani della congregazione cristiana. (1 Tessalonicesi 2:7) Gesù disse che l’amore fraterno doveva essere il principale segno che avrebbe distinto i suoi seguaci. — Giovanni 13:34, 35.
23. Descrivete la felice condizione del ristabilito popolo di Geova.
23 Geova esprime il suo amore con le opere. Quindi prosegue: “Certamente vedrete, e il vostro cuore dovrà esultare, e le vostre medesime ossa germoglieranno proprio come tenera erba. E la mano di Geova certamente si farà conoscere ai suoi servitori, ma egli in effetti denuncerà i suoi nemici”. (Isaia 66:14) Un ebraista avanza l’ipotesi che l’espressione “certamente vedrete” indichi che ovunque gli esuli ristabiliti nel loro paese guardino, “i loro occhi saranno pieni di gioia”. Certamente esulteranno, indicibilmente emozionati di essere stati riportati nella patria diletta. Si sentiranno ringiovanire, come se le loro ossa ritornassero forti, rinvigorite come l’erba in primavera. Tutti sapranno che questa felice condizione non è dovuta ad alcuno sforzo umano, ma alla “mano di Geova”.
24. (a) Quale conclusione traete considerando gli eventi che riguardano l’odierno popolo di Geova? (b) Quale dovrebbe essere la nostra determinazione?
24 Riconoscete la mano di Geova oggi all’opera in mezzo al suo popolo? Nessun essere umano avrebbe potuto determinare il ripristino della pura adorazione. Nessun essere umano avrebbe potuto far sì che milioni di persone preziose di tutte le nazioni si unissero al fedele rimanente nel paese spirituale. Solo Geova Dio può fare cose del genere. Queste espressioni dell’amore di Geova sono per noi motivo di profonda gioia. Non diamo mai per scontato il suo amore. Continuiamo dunque a ‘tremare alla sua parola’, determinati a vivere secondo i princìpi biblici e a provare diletto nel servire Geova.
[Note in calce]
a Oggi nella cristianità molti rifiutano di usare il nome proprio di Dio, Geova, togliendolo persino da numerose traduzioni della Bibbia. Alcuni deridono il popolo di Dio perché lo usa, eppure molti di costoro usano piamente l’espressione “Alleluia”, che significa “Lodate Iah”.
b L’espressione “i cadaveri dei loro re”, usata in Ezechiele 43:7, 9, si riferisce agli idoli. I governanti e gli abitanti ribelli di Gerusalemme avevano contaminato il tempio di Dio con gli idoli, facendone in effetti i propri re.
c La nascita qui profetizzata non è la stessa descritta in Rivelazione 12:1, 2, 5. In questo capitolo di Rivelazione il ‘figlio maschio’ rappresenta il Regno messianico, che divenne operante nel 1914. Tuttavia la “donna” di entrambe le profezie è la stessa.
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“La mia propria mano ha fatto tutte queste cose”
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Geova rivolgerà verso Sion “la gloria delle nazioni”