Chi condurrà le nazioni alla pace?
1, 2. Come si adempie nel nostro giorno la profezia di Isaia 2:2-4?
IL CAPITOLO 2 di Isaia è molto più che una profezia sul ritorno del popolo ebraico a Gerusalemme dopo 70 anni di cattività babilonese. In effetti la profezia si riferisce niente meno che alla conversione di popoli di tutte le nazioni alla pura adorazione del solo vero Dio Geova. Presuppone la formazione di una fratellanza internazionale che rende un sacro servizio gradito a Dio.
2 Una trasformazione di tale portata, che interessa persone di ogni parte del mondo, sarebbe non solo sensazionale ma anche visibile, come se accadesse su un monte sotto gli occhi di tutti. Questo è proprio ciò che sta accadendo oggi in tutto il mondo fra i testimoni di Geova. Milioni di persone che appartenevano a religioni della cristianità hanno appreso che Dio è uno solo e hanno smesso di adorare la Trinità. In India alcuni indù hanno abbandonato il loro pantheon di dèi e miriadi di idoli per il solo vero Dio. Può dirsi la stessa cosa di persone dell’Africa, di isole remote e del Medio Oriente. Coloro che sono saliti al santo monte di Geova, alla sua pura adorazione, hanno eliminato ogni odio razziale, tribale e politico; ‘non imparano più la guerra’ in senso letterale. — Isaia 2:2-4.
L’identità del Messia: oggetto di controversia
3. Secondo Isaia 11:10, che effetto avrebbe avuto il Messia sulle nazioni?
3 Questa fratellanza internazionale ha relazione anche con l’adempimento del proposito di Dio per tutta l’umanità: che persone di tutte le nazioni sarebbero state benedette per mezzo di un “seme” promesso, un discendente di Abraamo, e quindi avrebbero adorato Dio con verità e unità. (Genesi 3:15, Con; 22:18, JP) Profezie successive indicavano che questo “seme” doveva anche essere il ‘profeta come Mosè’ che sarebbe stato mediatore di un nuovo patto, il quale patto avrebbe fornito la base legale attraverso cui persone sincere di tutte le nazioni avrebbero potuto adorare Dio in unità. (Deuteronomio 18:15, 18, 19; Geremia 31:30-33 [31-34, NM]) Oltre a ciò, questi doveva essere il Messia, un governante della linea di discendenza di Davide, il cui trono Dio avrebbe reso stabile per sempre. (1 Cronache 17:11, 12) Secondo il profeta Isaia, il Messia sarebbe stato il personaggio attorno a cui si sarebbero raccolte persone di tutte le nazioni (ebraico: goyim). Isaia 11:10 dice: “In quel giorno la stirpe di Isciài [Iesse, NM] si ergerà a vessillo [“come segnale”, NM] dei popoli, la ricercheranno le nazioni e la sua quiete sarà onore”.
4. Cosa ha detto un rabbino circa l’effetto che ha avuto Gesù sulla razza umana?
4 L’identità del Messia è stata oggetto di discussioni per secoli. Secondo Isaia 11:10 e altri versetti, sarebbe stato un ebreo, un discendente del re Davide (figlio di Isciài [Iesse]), e persone di tutte le nazioni lo avrebbero accettato come Messia legittimo mandato da Dio. Riferendosi al maestro ebreo del I secolo Gesù, il rabbino H. G. Enelow ha scritto: “Nessun ebreo assennato può essere indifferente al fatto che un ebreo abbia dovuto avere una parte così straordinaria nell’educazione e nella guida religiosa della razza umana”.10 Quale altro ebreo è stato accettato come Messia da un così gran numero di gentili? Potrebbe un altro ebreo essere accettato da un numero maggiore di persone? Per alcuni, comunque, l’idea che Gesù sia il Messia è molto inquietante e vale la pena di esaminare le loro ragioni.
L’apostasia della cristianità
5-7. Perché molti trovano offensivo il nome stesso di Gesù e del cristianesimo?
5 Per la maggioranza dei non cristiani è stata la cristianità, i cui seguaci si suppone seguano gli insegnamenti di Cristo, a suscitare avversione verso il nome stesso di Gesù. La cristianità ha fatto soffrire molte nazioni nel nome di Gesù, ma non c’è dubbio che gli ebrei hanno sofferto più di chiunque altro.
6 Nel nostro tempo l’antisemitismo della cristianità è culminato nell’Olocausto nazista. Sebbene vi abbiano contribuito molti fattori, non si può dimenticare che l’odio religioso è stato uno dei principali. E se qualcuno nella cristianità lo negasse, c’è un fatto che nessuno può negare, cioè che tra coloro che hanno ucciso o che hanno condonato gli eccidi c’erano dei “cristiani”, sia cattolici che protestanti. Nel suo libro Un ebreo oggi Elie Wiesel riassume il punto di vista ebraico: “Come spiegare che un Hitler o un Himmler non siano mai stati scomunicati dalla chiesa? che Pio XII non abbia mai ritenuto necessario, per non dire doveroso, condannare Auschwitz e Treblinka? che fra le SS si trovava una forte percentuale di credenti, fedeli alle loro radici cristiane sino alla fine? che certi assassini si confessavano fra un massacro e l’altro? e che tutti provenivano da famiglie cristiane e avevano ricevuto un’educazione cristiana?”11 Perciò ci si poteva veramente aspettare che gli ebrei avessero fede in qualcuno il cui nome era stato per secoli legato a ogni sorta di umiliazione e di tribolazione da loro subita?
7 A prescindere dalla persecuzione vera e propria, che tipo di esempio morale hanno dato i paesi “cristiani” al resto del mondo? Ben poco, a parte guerre, crociate e “sante” Inquisizioni. Perfino la prima e la seconda guerra mondiale sono iniziate in paesi “cristiani”. Si può dire che la moralità “cristiana” sia stata esemplare? L’AIDS, per esempio, dilaga nei paesi dove la maggioranza della popolazione professa il cristianesimo. Gli scandali del clero della cristianità sono tristemente noti. Telepredicatori immorali, che raccolgono milioni di dollari e vivono da pascià, ed ecclesiastici omosessuali, alcuni dei quali sono stati citati in tribunale per gli abusi sessuali commessi a danno di maschi minorenni: queste sono soltanto alcune delle cose che, agli occhi dei non cristiani, contraddistinguono il cristianesimo, frutti che infangano il nome di Gesù, che i “cristiani” affermano di seguire.
8-10. (a) Perché la cristianità non può giustamente affermare di rappresentare Gesù e il vero cristianesimo? (b) Quale avvertimento davano le Scritture circa un’apostasia dai veri insegnamenti di Gesù?
8 Inoltre sia l’ebraismo che l’Islam sono giustamente disgustati dall’idolatria così comune nella cristianità. Anche molte dottrine non scritturali della cristianità, come la venerazione di Maria quale “Madre di Dio”, sono qualcosa su cui queste religioni non sono d’accordo. La dottrina della Trinità è vista con particolare disapprovazione dagli ebrei poiché è una chiara contraddizione dell’essenza stessa dell’ebraismo: il concetto monoteistico espresso dalle parole: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno”. — Deuteronomio 6:4.
9 Le persecuzioni compiute dalla cristianità, le sue guerre, la sua immoralità, la sua ipocrisia e le sue dottrine blasfeme sono imperdonabili non solo agli occhi dei non cristiani ma anche agli occhi dell’Iddio Onnipotente. Per questa ragione i testimoni di Geova, anche se sono seguaci di Gesù Cristo, non fanno parte della cristianità. La cristianità, d’altra parte, non ha niente a che fare col vero cristianesimo. Praticamente l’unica somiglianza che c’è tra la cristianità e i primi cristiani è l’uso del nome Gesù. Ma se gli insegnamenti di Gesù erano così straordinariamente buoni e pratici, come ha potuto aver luogo un’apostasia di tale portata?
10 In effetti, lo stesso Gesù come pure gli scrittori delle Scritture Greche Cristiane, chiamate non correttamente Nuovo Testamento, profetizzarono che sarebbero sorti falsi cristiani e che ci sarebbe stata un’apostasia dai veri insegnamenti di Gesù. (Atti 20:29, 30; 2 Tessalonicesi 2:1-12; 1 Timoteo 4:1-3; 2 Pietro 2:1, 2) Secondo Matteo 7:21-23, il Messia stesso avrebbe giudicato questi apostati per quello che sono e avrebbe detto loro: “Non vi ho mai conosciuti! Andatevene via da me, operatori d’illegalità”. — NM; confronta Matteo 13:24-30, 37-43.
Perché erano necessarie altre Scritture?
11, 12. (a) Cosa sono le Scritture Greche Cristiane? (b) Chi le mise per iscritto? (c) Perché era necessario che Dio ispirasse questi scritti?
11 I primi seguaci di Gesù furono tutti ebrei. Infatti migliaia di ebrei del I secolo, inclusa “una gran folla di sacerdoti”, accettarono Gesù quale ‘profeta come Mosè’, il Messia. (Atti 2:5, 37, 41; 4:4; 6:7; Deuteronomio 18:18) Questi stessi ebrei divennero il fondamento di un nuovo gruppo internazionale di adoratori di Geova Dio, stabilito legalmente sulla base di “un nuovo patto”, di cui era stato mediatore questo profeta come Mosè. — Geremia 31:30-33 (31-34, NM).
12 Con un nuovo patto sorse il bisogno di ulteriori scritti ispirati contenenti informazioni addizionali necessarie a coloro che avrebbero servito Dio sotto la disposizione di tale nuovo patto. Questi scritti, le Scritture Greche Cristiane, furono tutti messi per iscritto da ebrei. Essi contengono un resoconto sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù, forniscono particolari su molte profezie riportate nelle Scritture Ebraiche e chiariscono punti relativi al Messia e al ruolo che ha nel proposito divino. Oltre a ciò includono lettere da cui il nuovo gruppo internazionale di adoratori può trarre consigli e incoraggiamento.a
Gesù era il Messia promesso?
13-16. Cosa convinse molti ebrei del I secolo che Gesù era il Messia?
13 Ma Gesù non fu respinto dai capi religiosi del suo tempo? Sì, e a loro volta essi influenzarono le masse. Ma Geremia e altri profeti non furono anch’essi respinti dai capi religiosi del loro tempo? (Geremia 7:25, 26; 20:1-6; 2 Cronache 36:15, 16) L’opposizione dei capi religiosi, che vedevano minacciato il loro monopolio religioso, non valse a dissuadere quelli della generazione di Gesù che credettero in lui e che ebbero la possibilità di esaminare direttamente i suoi insegnamenti e le sue opere nonché le profezie che lo riguardavano. Ciò che quei sinceri ebrei avevano visto di persona li convinse che le profezie messianiche si erano adempiute in Gesù. Quali prove schiaccianti ebbero quegli ebrei del I secolo per dichiarare di credere in Gesù come Messia promesso ed essere disposti a rischiare tutto, perfino la morte? — Giovanni 9:22; 16:2.
14 Primo, era il tempo giusto. La profezia di Daniele capitolo 9, inerente al Messia, indicava che sarebbe comparso prima della distruzione del secondo tempio.b — Daniele 9:24-27.
15 Secondo, era l’uomo giusto. Era della tribù di Giuda e discendente del re Davide. (Genesi 49:10; 1 Cronache 17:11-14; confronta Matteo 1:1-16; Luca 3:23-31). Inoltre nacque a Betlemme, che fra gli ebrei del I secolo era generalmente considerato il luogo dove doveva nascere il Messia.c (Michea 5:1 [5:2, NM]; confronta Matteo 2:4-6; Luca 2:1-7; Giovanni 7:42). Queste erano tutte importanti credenziali che gli ebrei del tempo di Gesù si aspettavano che il Messia avesse come mezzo di identificazione.
16 Inoltre, l’insegnamento di quest’uomo era quello giusto. Non era di natura politica o legalistica ma spirituale ed etica.d Con grande semplicità egli andava al nocciolo delle questioni. Per di più aveva il coraggio di citare unicamente le Scritture come sua suprema autorità e non le parole di precedenti capi religiosi, com’era usanza fare. Questo stupiva le folle, poiché “insegnava loro come una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. (Matteo 7:29, NM) I racconti della vita di Gesù rivelano una personalità così straordinaria e un insegnamento così chiaro che gli storici citano questo fatto come una delle ragioni per cui si può affermare che non fu un personaggio immaginario.e
17-20. (a) Quali profezie delle Scritture Ebraiche parlavano del tempo della venuta del Messia e della sua morte sacrificale? (b) Perché era necessario che il Messia morisse?
17 Varie profezie delle Scritture Ebraiche, da molto tempo accettate come profezie messianiche, si adempirono con le sofferenze e la morte di Gesù. Queste profezie mettono la morte del Messia in relazione con il perdono dei peccati. Nelle Scritture Greche Cristiane si fa riferimento a questa espiazione resa possibile dalla morte del Messia come al ‘sacrificio di riscatto’. (Matteo 20:28; Romani 3:24) Quali erano alcune di queste profezie?
18 Si notino le parole della profezia di Daniele 9:24, 25: “Settanta settimane furono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città, dopo di che cesserà l’empietà, avrà fine il peccato, sarà espiata la colpa, si produrrà una giustizia eterna . . . fino al giorno in cui sorgerà l’Unto [“Messia”, ebraico: mashìach] principe”. Non si può fare a meno di notare che nel testo viene stabilito un legame fra il “Messia” (l’Unto) e la ‘cessazione dell’empietà e la fine del peccato’. Il versetto 26 (Con) prosegue spiegando che “dopo le sessantadue settimane un unto [“Messia”, ebraico: mashìach] sarà soppresso”, vale a dire sarà ucciso. (Vedi riquadro, pagina 26).
19 Un altro brano che ha relazione con la ‘soppressione’ o uccisione del Messia come sacrificio di espiazione si trova in Isaia 52:13–53:12. (Vedi riquadro, pagina 28). I rabbini del I secolo applicavano questo brano al Messia, come fecero Rambam (Maimonide) e altri nel Medioevo. Il brano rende perfettamente chiaro che il perdono è legato al Messia e alla sua morte.
20 Per le suddette ragioni, l’insegnamento secondo cui la morte del Messia avrebbe reso possibile agli occhi di Dio il perdono completo del peccato fu subito compreso da molti ebrei del I secolo. Essi sapevano che le Scritture parlavano dell’imperfezione innata dell’uomo. (Ecclesiaste 7:20) Che ci volesse un sacrificio per espiare il peccato era una lezione che si comprendeva giornalmente; era sottintesa nella forma e nella natura stessa del patto della Legge. Gli avvenimenti descritti nei racconti della vita di Gesù lo presentano come un uomo perfetto la cui morte poteva espiare il peccato dell’umanità.f (Matteo 20:28; Luca 1:26-38) Mettendo in risalto il fatto che i vari sacrifici offerti sotto la Legge prefiguravano questo unico sacrificio finale e completo, le Scritture Greche Cristiane davano un significato più pieno all’intera disposizione della Legge, come pure ad altre parti delle Scritture.g — Ebrei 10:1-10.
Un profeta affidabile, come Mosè
21, 22. (a) In che modo gli avvenimenti storici riguardanti la distruzione di Gerusalemme provano che Gesù fu un vero profeta? (b) In che modo questo è provato anche da avvenimenti storici relativi al nostro tempo?
21 Oltre a spiegare che la morte di Gesù servì quale sacrificio di riscatto, le Scritture Greche Cristiane mettono in risalto anche il suo ruolo di ‘profeta come Mosè’. (Deuteronomio 18:18; vedi pagina 14, paragrafi 17-19). Come tale profetizzò la distruzione di Gerusalemme e ordinò ai suoi discepoli di fuggire dalla città quando l’avessero vista circondata da eserciti. (Matteo 23:37–24:2; Luca 21:20, 21) Ma come si può fuggire da una città assediata da un esercito? Lo storico ebreo Yoseph ben Mattatityahu (Giuseppe Flavio), egli stesso testimone oculare di questi avvenimenti, mise per iscritto la risposta: “Cestio [il comandante romano, nel 66 E.V.] . . . all’improvviso richiamò i soldati e, rinunciando nel modo più assurdo ai suoi piani senza aver subito alcuna sconfitta, sloggiò dalla città”.13 Quella era l’opportunità di cui avevano bisogno i cristiani per fuggire dalla città. Quattro anni dopo, nel 70 E.V., i soldati romani, questa volta al comando del generale Tito, tornarono e assediarono di nuovo la città. Riguardo alla città Gesù aveva profetizzato che il nemico avrebbe costruito ‘una fortificazione con pali appuntiti e avrebbe circondato la città e l’avrebbe afflitta da ogni parte’. (Luca 19:43, NM) Giuseppe Flavio conferma che Tito costruì tale fortificazione di pali appuntiti, lunga quasi otto chilometri, spogliando degli alberi la campagna per un raggio di circa sedici chilometri. Le profezie di Gesù davano istruzioni precise per evitare d’essere distrutti per mano dei romani, e che siano vere è comprovato dal fatto che tutti coloro che vi diedero ascolto si salvarono. — Luca 21:20-24.
22 Gesù profetizzò pure la futura distruzione da parte di Dio di tutta la malvagità e di coloro che la causano. In Luca 21:24 (NM) egli menzionò “i tempi fissati delle nazioni”, indicando che Dio avrebbe tollerato ancora il dominio dell’uomo solo per un tempo limitato.h Gesù predisse pure che gli ultimi giorni del dominio dell’uomo sarebbero stati contrassegnati da guerre, carestie, terremoti, pestilenze, criminalità e violenza, e che prima della fine del dominio dell’uomo sarebbe stata svolta un’opera di istruzione mondiale per informare le persone di tutte le nazioni che il governo di Dio avrebbe regnato dai cieli. (Vedi Matteo 24:3-14; Luca 21:10, 11). I testimoni di Geova credono che questo grande segno composito sia visibile dal 1914, quando finirono “i tempi fissati delle nazioni”. Già molto prima di quel tempo essi avevano annunciato che il 1914 sarebbe stata una data segnata nella storia dell’uomo. Quando nell’agosto di quell’anno ebbe inizio la prima guerra mondiale, ciò che essi si aspettavano fu confermato. In realtà nessun Testimone aveva ricevuto visioni divine; fu il loro diligente studio delle Sacre Scritture che li fece pervenire a questa conclusione.
Le nazioni vengono educate nelle vie della pace
23. Come poteva Gesù divenire il Re nominato del Regno di Dio?
23 Tuttavia il ruolo del Messia quale provveditore del sacrificio di riscatto e quale profeta come Mosè avrebbe avuto solo un valore limitato se non fosse stato adempiuto l’aspetto finale del suo ruolo nel compimento del proposito di Dio: quello di diventare il Re nominato del Regno di Dio. (Isaia 9:5, 6 [9:6, 7, NM]) Ma Gesù come avrebbe potuto assolvere questo incarico se fosse morto? In armonia con le profezie riguardanti il Messia, Dio risuscitò Gesù il terzo giorno dopo la sua morte. (Salmo 16:8-11; Isaia 53:10, 12; confronta Matteo 28:1-7; Luca 24:44-46; Atti 2:24-32; 1 Corinti 15:3-8). Dio lo riportò in vita non come uomo, dato che aveva offerto in sacrificio la sua vita umana perfetta, ma come potente creatura spirituale, in attesa alla destra di Dio di ricevere ulteriori istruzioni. — Salmo 110:1; Atti 2:33-35; Ebrei 10:12, 13.
24-26. In che modo i testimoni di Geova stanno partecipando all’adempimento della profezia di Isaia?
24 Il re Davide scrisse che al tempo in cui il Messia avrebbe cominciato a governare, ‘il popolo di Dio sarebbe accorso volontario’. (Salmo 110:3) Sebbene da quell’anno segnato, il 1914, le condizioni del mondo siano andate di male in peggio, si è adempiuto anche l’aspetto positivo della profezia; il popolo di Dio ha offerto volenterosamente il proprio tempo per predicare ‘la buona notizia del regno in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni’. (Matteo 24:14, NM) Per esempio, ogni anno i Testimoni dedicano centinaia di milioni di ore a parlare alla gente del Regno di Dio e a tenere gratuitamente studi biblici a domicilio con coloro che desiderano esaminare i fatti.
25 Tutto questo tempo è impiegato gratuitamente. Coloro che compiono l’opera sono persone di ogni ceto sociale ed età e svolgono praticamente qualsiasi professione si possa immaginare. Sono descritti in Isaia 2:3 con le parole: “Andranno molti popoli e diranno: ‘Venite che saliremo sul monte del Signore [ebraico, יהוה Geova]’”. Non si tratta di una semplice campagna per “conquistare anime”. È un programma di istruzione mondiale con due obiettivi: (1) Informare le persone in ogni nazione che il Regno di Dio è al potere e dire loro esattamente cosa farà presto, e (2) istruire, gratuitamente, tutti coloro che vogliono esaminare i fatti e servire l’Iddio vivente secondo i suoi desideri. Il successo dell’opera e l’adempimento della profezia sono garantiti. Perché? Perché tutto questo ha il sostegno di Geova Dio stesso. — Zaccaria 4:6.
26 Non è ragionevole vedere nell’opera dei testimoni di Geova l’adempimento di questa profezia di Isaia 2:3? Conoscete qualcun altro che compie quest’opera? O pensate sia solo una coincidenza che milioni di persone trovino il tempo di dichiarare un messaggio che fu profetizzato circa duemila anni fa, un messaggio che doveva essere annunciato in un tempo di sconvolgimenti senza precedenti? Sì, sono i testimoni di Geova che in questi ultimi giorni sono divenuti una ‘luce delle nazioni’. (Isaia 42:6; 49:6) Sono l’unica fratellanza internazionale che serve Geova Dio unitamente e pacificamente sotto la guida del Messia, “la stirpe di Isciài [Iesse, NM]”, che proclamano quale ‘segnale’ (NM) per le nazioni. — Isaia 11:10.
[Note in calce]
a Alcuni affermano che questi scritti si contraddicano o che contraddicano le Scritture Ebraiche. Tuttavia esaminando queste presunte contraddizioni si vede che non è così. E a questo proposito vale lo stesso principio che valeva per le presunte contraddizioni delle Scritture Ebraiche. (Vedi le pagine 6 e 8, paragrafi 9-12). Dato che tutti i primi cristiani, inclusi quelli che scrissero i libri che formano le Scritture Greche Cristiane, erano ebrei, essi non promossero l’antisemitismo più di quanto non lo avessero promosso prima di loro i profeti ebrei che denunciarono i capi religiosi del loro tempo.
b L’idea diffusa fra gli ebrei del I secolo era che questa profezia si sarebbe adempiuta nel loro tempo. (Luca 3:15) Nella sua opera De Termino Vitae (Della fine della vita), un rabbino del XVII secolo, Manasse ben Israel, scrisse: “Il significato che alcuni attribuiscono a quelle 70 settimane è che dopo la loro fine sarebbe venuto il Messia che li avrebbe costituiti governanti del mondo intero. In realtà tutti coloro che in quel tempo impugnarono le armi contro i romani erano di tale opinione”.
c Il Targum, o antica parafrasi aramaica dell’ebraico, di Michea 5:1 dichiara: “Da te [Betlemme] Messia uscirà dinanzi a me”.
d Lo storico ebreo Joseph Klausner ha scritto: “Un uomo come Gesù, per cui l’ideale etico era tutto, era qualcosa di sconosciuto per l’ebraismo dell’epoca. . . . Perciò il suo insegnamento etico va evidentemente al di là di quello di Pirke Aboth e di altra letteratura talmudica e midrascica. Non si perde in un mare di prescrizioni legali e di informazioni secolari”.12
e Per il racconto completo della vita e del ministero di Gesù, vedi il libro Il più grande uomo che sia mai esistito, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
f L’apostolo Paolo fece riferimento a Gesù come al ‘secondo Adamo’ la cui morte ha fatto espiazione per il peccato ereditato da Adamo. (1 Corinti 15:45-47; Romani 5:12, 15-19) Per avere ulteriori informazioni sul perché era essenziale una disposizione del genere, vedi pagina 14, paragrafi 15 e 16, e nota in calce.
g In questa luce tutta la vicenda di Abraamo assume un nuovo significato. Dio non chiedeva ad Abraamo di uccidere suo figlio semplicemente per mettere alla prova la sua fede ma anche per rappresentare un dramma simbolico affinché gli uomini comprendessero che Dio stesso avrebbe provveduto un sacrificio, qualcuno che gli era caro, per il bene eterno dell’umanità. Colui che sarebbe stato provveduto sarebbe stato il Seme stesso di Abraamo, per mezzo del quale Dio aveva promesso che sarebbero state “benedette tutte le nazioni della terra”. (Genesi 22:10-12, 16-18; confronta Giovanni 3:16). La somiglianza e il concetto sono troppo chiari e troppo specifici perché si tratti di una coincidenza o di un’ingegnosa invenzione degli uomini.
h Quando menzionò “i tempi fissati delle nazioni” Gesù si riferiva evidentemente alla profezia di Daniele 4:10-34 (4:10-37, NM). Per una spiegazione approfondita di questa profezia, vedi Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2, pagine 1081-5, e Venga il tuo Regno, capitolo 14 e appendice, editi in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
[Riquadro a pagina 26]
CHI ERA L’‘UNTO’? QUANDO SAREBBE VENUTO?
Daniele 9:24: “Settanta settimane furono fissate per il tuo popolo”.
◆Qual è lo scopo del periodo di tempo menzionato?
“Avrà fine il peccato, sarà espiata la colpa, si produrrà una giustizia eterna, sarà suggellata visione e profezia”. Queste parole bastano per capire che questa dev’essere una delle profezie più importanti delle Scritture.
Daniele 9:26 (Con): “Dopo le sessantadue settimane un unto sarà soppresso [“Messia”, ebraico: mashìach], e non sarà per lui”. Si noti che la soppressione o morte del Messia avrebbe avuto luogo prima della distruzione del secondo tempio nel 70 E.V., come dice ulteriormente il versetto: “Il popolo di un principe che verrà distruggerà la città e il santuario”.
◆Come intendono questa profezia i commentatori ebrei?
Non esiste una particolare interpretazione di questa profezia che sia accettata dai commentatori ebrei. Alcuni tentano di mettere parti di essa in relazione con il ritorno dall’esilio in Babilonia (537 a.E.V.), altri con il periodo della ribellione dei maccabei contro le forze di ellenizzazione (168-165 a.E.V.), e altri con la distruzione del secondo tempio ad opera dei romani nel 70 E.V., mentre altri ancora mettono in relazione parti della profezia con una venuta del Messia che deve ancora avere luogo.
In generale si potrebbe dire che le interpretazioni ebraiche odierne vengono meno su due punti fondamentali:
1. Tendono a sminuire l’importanza di questa profezia, ignorando completamente il suo scopo dichiarato di porre fine al peccato e alla colpa e di stabilire giustizia eterna.
2. Nessuna di queste spiegazioni coincide accuratamente con un qualsiasi ragionevole calcolo del tempo, che fu in effetti lo scopo per cui questa profezia venne data a Daniele in una forma che poteva servire per determinare il tempo dell’adempimento. — Confronta Daniele 9:2.
◆Esiste una spiegazione di questa profezia che sia in armonia sia con il suo scopo dichiarato che con i fatti storici?
Si noti quanto segue:
Settanta settimane: I commentatori ebrei sono quasi unanimemente d’accordo che si tratta di settimane di anni, in altre parole, di 490 anni. Questo è in armonia con il calcolo profetico scritturale di “un anno per ogni giorno”. — Numeri 14:34; Levitico 25:8; Ezechiele 4:6.
◆Dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme (Daniele 9:25, NM): Neemia narra che nel 20º anno del re Artaserse ricevette l’incarico di restaurare e riedificare Gerusalemme. Questo avvenne nel 455 a.E.V. — Neemia 2:1-8; vedi Perspicacia nello studio delle Scritture, Volume 2, pagine 572-4, 963-4, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
Sette settimane: Le sette settimane (di anni, o 49 anni) hanno relazione con il periodo in cui viene portata a termine la restaurazione della città, Gerusalemme.
Sessantadue settimane: Le sessantadue settimane (di anni, o 434 anni) hanno relazione con il periodo che segue il completamento della città fino alla venuta del Messia.i
Sommando questi due periodi di tempo si hanno 69 settimane di anni, o 483 anni. Contando a partire dal 455 a.E.V. si vede che la 69ª settimana finisce nel 29 E.V.
29 E.V.: Un ebreo di nome Gesù (ebraico: Yeshùa), nato a Betleem e cresciuto a Nazaret, della linea di Davide, comincia a predicare in lungo e in largo nel paese d’Israele. — Luca 3:1-3, 21, 22.
◆“E dopo le sessantadue settimane Messia sarà stroncato” (Daniele 9:26, NM): Nel 33 E.V. Gesù viene ucciso, dopo avere predicato per tre anni e mezzo. Questo corrisponde a ciò che dice Daniele 9:27.
◆“Farà cessare sacrificio e offerta” (Daniele 9:27, Con): Gesù parlò della sua morte come di un sacrificio. (Matteo 20:28) Fu, agli occhi di Dio, il coronamento dei sacrifici offerti sotto il patto della Legge. (Ebrei 8:1-13) La morte sacrificale di Gesù provvide la base per tutto ciò che era menzionato in Daniele 9:24.
Avrebbe reso possibile il perdono dei peccati.
Confermò le promesse e le profezie di Dio.
Provvide una base legale, secondo le norme di Dio, per stabilire in futuro giustizia eterna.
Tutto questo avvenne, come indicava la profezia, prima della distruzione del secondo tempio.
Qualsiasi altra spiegazione che indicasse un adempimento precedente non sarebbe forse contraria al suo scopo dichiarato?
Se si additasse un adempimento futuro di questa profezia, si andrebbe molto al di fuori del periodo stabilito di 70 settimane di anni ed essa non avrebbe luogo prima della distruzione del secondo tempio di Gerusalemme.
[Nota in calce]
i La puntazione che si trova nel testo ebraico attuale (il testo ebraico originale non aveva puntazione vocalica), che fa comprendere in modo diverso questa divisione del tempo, non è originale ma è un’aggiunta di scribi medievali a cui evidentemente non piaceva che questo brano venisse interpretato come se si adempisse in Gesù.
[Riquadro a pagina 28]
“IL MIO SERVO”: CHI È?
“Ecco il Mio servo . . . Disprezzato e abbandonato dagli uomini . . . non lo avevamo stimato e preso in considerazione. Invero egli ha sopportato le nostre malattie ed ha sofferto i nostri dolori . . . Ed egli è stato colpito per le nostre colpe, abbattuto per i nostri peccati. . . . Tutti eravamo come pecore . . . e il Signore ha colpito su di lui i peccati di tutti noi. . . . egli che senza violenza ha agito e non vi era inganno nella sua bocca. . . . il Mio servo giusto giustificherà molti, sopportando le loro colpe. . . . egli ha offerto alla morte la sua persona [“versò la sua anima”, NM] e si è fatto annoverare fra i trasgressori, ed egli ha sopportato il peccato dei molti e per i peccatori ha interceduto”. — Isaia 52:13–53:12.
Il quadro che Isaia presenta qui è quello di una persona assolutamente innocente e pura che con le sue sofferenze e la sua morte provvide l’espiazione per la propria nazione, da cui non venne riconosciuta.
Oggi, comunque, la maggioranza dei commentatori ebrei accetta come un fatto dimostrato che il riferimento riguarda la nazione d’Israele nel complesso o un gruppo di persone giuste all’interno della nazione.
La domanda che sorge è questa: La nazione d’Israele, o anche parte d’essa, corrispose mai a questa descrizione, oppure essa si applica a una persona?
Per oltre 800 anni dopo che Isaia aveva scritto queste parole profetiche (ca. 732 a.E.V.) non si ha notizia di alcun ebreo o rabbino che abbia insegnato che questo “servo” dovesse considerarsi in senso collettivo. Per tutto questo periodo il parere unanime fu che la profezia si riferiva a una persona e venne generalmente considerata una profezia messianica.
Si noti inoltre il commento nel prologo del libro The Fifty-Third Chapter of Isaiah According to the Jewish Interpreters: “L’esegesi ebraica prevalsa sino alla fine del periodo amoraico [fino al VI secolo E.V.] fa pensare che allora si prendeva spesso, forse anche quasi sempre, per scontato che il personaggio menzionato era il Messia, interpretazione che naturalmente dà anche, alquanto più tardi, il Targum”. — Edito da H. M. Orlinsky, 1969, pagina 17.
Quale poteva essere il motivo per reinterpretare questa scrittura e rifiutare l’intendimento più naturale, che si riferisse cioè a una persona, il Messia? Non era semplicemente un tentativo per evitare qualsiasi legame tra questa profezia e Gesù, l’ebreo del I secolo che corrispose in ogni dettaglio alla sua descrizione?
[Illustrazione a pagina 25]
I testimoni di Geova, qui presso il Mar di Galilea, in Israele, sono attivi anche nelle altre parti del mondo e invitano persone di tutte le nazioni a conoscere meglio i propositi di Dio e ciò che egli richiede