Gli ultimi giorni: Un aspetto che non ha uguali
“L’intuizione centrale di Oppenheimer [il quale ebbe una parte nella costruzione della bomba atomica] — che nel 1945 è cambiato il corso della storia — coglieva nel segno. Non si combatterà mai più una guerra di grandi proporzioni con i metodi della seconda guerra mondiale”. — Armi e speranza, di Freeman Dyson, p. 36.a
L’IMPIEGO della bomba atomica nel 1945 cambiò il mondo. Segnò un’altra svolta decisiva nella storia della guerra. Così la pensava uno degli inventori della bomba, Robert Oppenheimer. Quando la bomba venne fatta esplodere sperimentalmente nel Nuovo Messico, Oppenheimer citò il testo indù Bhagavad-gita, dicendo: “Io sono la morte, il distruttore dei mondi”. Oppenheimer disse anche: “I popoli della terra devono unirsi o moriranno”. — Armi e speranza, cit., p. 33.
Nel 1949 un comitato consultivo di scienziati della Commissione per l’Energia Atomica negli Stati Uniti, di cui faceva parte Oppenheimer, mise in guardia contro la produzione della bomba all’idrogeno, un’arma molto più letale. La loro relazione diceva: “Si tratta di una superarma, da situare in una categoria affatto diversa da quella cui appartiene la bomba atomica”. (Op. cit., p. 47) Questo perché il potere distruttivo della bomba all’idrogeno poteva essere moltiplicato con l’aggiunta di deuterio, un combustibile molto economico. Nel giro di quattro anni, la bomba atomica era diventata un semplice giocattolo.
Enrico Fermi e Isidor Rabi, membri anch’essi del comitato consultivo, diedero un avvertimento ancora più energico. “Il fatto che non esistano limiti alla distruttività di quest’arma rende la sua stessa esistenza, e le conoscenze necessarie alla sua costruzione, un pericolo per l’umanità intera. Da qualunque punto di vista la si consideri non può che essere un male”. (Op. cit., p. 48. Il corsivo è nostro). Sapevano che l’uomo era ora in grado di annientarsi. Il loro consiglio di non costruire la bomba all’idrogeno non venne ascoltato.
‘Profezie sulla “fine del mondo” che hanno una base scientifica’
L’incredibile capacità distruttiva di cui l’uomo ora dispone è illustrata da un fatto citato dal dott. Lown, uno dei presidenti dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War: “Un solo sottomarino moderno ha circa otto volte la potenza di fuoco complessiva della seconda guerra mondiale: sufficiente per distruggere ogni grande città dell’emisfero settentrionale”. Si noti che questo è il potenziale distruttivo di un solo sottomarino! Le grandi potenze hanno decine di sottomarini e di navi di superficie dotate di armi nucleari. Si aggiungano a queste le armi terrestri e aeree e si otterrà un totale di oltre 50.000 testate nucleari!
Quando mai nella storia l’uomo ha avuto nelle sue mani un potere così terrificante, così mostruoso? Il dott. Lown ammette che ogni periodo della storia ha avuto profeti che non sono stati ascoltati. Cosa c’è ora di diverso? Egli spiega: “Ci troviamo per la prima volta in un’era in cui le profezie sulla ‘fine del mondo’ si basano su obiettive analisi scientifiche”. Se mai dovesse esserci un olocausto nucleare, dice, “è pura tracotanza sostenere che ci sarebbero superstiti di tale catastrofe causata dall’uomo”.
Accresciuta “angoscia delle nazioni”
Nel 1945 l’uomo fece uscire dalla lampada magica della sua conoscenza scientifica il genio malvagio della guerra nucleare e ora non sa come rimettercelo dentro. Può distruggere le sue armi nucleari, ma come annullerà la conoscenza con cui può sempre ricostruirle? Perciò i fatti di Hiroshima e Nagasaki, insieme alla costruzione di superarmi nucleari, hanno contribuito ad alimentare “paurose visioni” e “grandi segni” dal cielo, nonché “angoscia delle nazioni” che dal 1945 ‘non sanno come uscirne’. — Luca 21:11, 25.
Il fatto di poter comunicare all’istante ha ulteriormente accresciuto l’angoscia delle nazioni. Solo nel XX secolo i moderni sistemi di comunicazione (radio, TV, computer, satelliti) hanno permesso a tutta l’umanità di venire istantaneamente a conoscenza di guerre e disastri, diffondendo così la paura e l’angoscia delle nazioni in un modo che non era mai stato possibile prima. Non solo il pubblico di tutto il mondo ne è a conoscenza, ma attraverso la TV può assistere a guerre e spargimenti di sangue in diretta!
Le cicatrici lasciate dalla guerra
Nel 1988 ci sono milioni di famiglie in tutto il mondo che hanno sperimentato personalmente qualche aspetto della prova che siamo negli ultimi giorni. In che senso? Hanno perso uno o più dei loro cari nelle due guerre mondiali o in uno degli altri conflitti maggiori (Corea, Vietnam, Iran-Iraq, Libano, ecc.) che hanno decimato l’umanità. Forse la vostra famiglia è tra quelle che hanno perso il padre, un nonno, uno zio o un fratello. E nelle guerre e nell’olocausto europeo sono morte anche madri, nonne, sorelle e zie a milioni.
Per di più, durante la nostra generazione, gli eserciti hanno imperversato in lungo e in largo attraverso l’Europa e l’Estremo Oriente, assoggettando le popolazioni civili a violenze e saccheggi. E i superstiti, specie le donne, portano ancor oggi le cicatrici dei maltrattamenti subiti. L’uomo era mai sceso a un così basso livello di degradazione e di stupidità?
Non c’è dubbio che dal 1914 i cavalli dell’Apocalisse, quello color fuoco della guerra e della carneficina e quello pallido della Morte, hanno fatto sentire la loro presenza in lungo e in largo sulla terra in un modo che non ha uguali. — Rivelazione 6:4.
Ma che dire del “cavallo nero” della carestia? (Rivelazione 6:5) Ha colpito la nostra generazione?
[Nota in calce]
a Boringhieri, 1984, trad. di Andrea Cane.
[Testo in evidenza a pagina 8]
Per come stanno ora le cose, può esserci solo un’altra guerra mondiale: una guerra nucleare. Se scoppiasse non ci sarebbero più né popoli né regni. Basta questo elemento a rendere i nostri tempi un periodo senza uguali, dimostrando quanto sia appropriato l’appellativo di “ultimi giorni”. — 2 Timoteo 3:1
[Testo in evidenza a pagina 8]
“Un solo sottomarino moderno ha circa otto volte la potenza di fuoco complessiva della seconda guerra mondiale: sufficiente per distruggere ogni grande città dell’emisfero settentrionale”