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Intrepidi alla fine del mondoLa Torre di Guardia 1950 | 15 agosto
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delle Scritture, noi riteniamo la speranza”. (Rom. 15:4) Non abbiamo alcun bisogno di temere che la nostra speranza sia vana o che restiamo delusi, poiché l’apostolo dice: “L’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e la esperienza speranza. Or la speranza non rende confusi, perché l’amor di Dio è stato sparso nei nostri cuori”. — Rom. 5:3-5.
10. Perciò, da quale studio dobbiam noi ricavare la forza, e perché?
10 La nostra forza perciò deve venire dallo studio delle Scritture, perché da esse apprendiamo chi è la sorgente della forza. Non fece l’Onnipotente la forza? Egli la creò. Più impariamo di Geova, e del modo in cui provvede la sua potenza, e più saremo capaci di ricevere questa potenza. Conoscere Geova vuol dire aver fiducia in lui. Il nostro Signor Gesù è l’esempio perfetto della completa fiducia; egli che non conobbe la paura dell’uomo, del mondo o del Diavolo. La verità dona libertà di mente, di parola e di se stessi. “Gesù allora prese a dire a que’ Giudei che aveano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. — Giov. 8:31, 32.
11. Come dev’essere ricevuta la verità, e perché?
11 La verità dev’essere ricevuta con mansuetudine. “Perciò, deposta ogni lordura e resto di malizia, ricevete con mansuetudine la Parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre”. (Giac. 1:21) Il Signore Gesù fu mansueto. Similmente, “Mosè era un uomo molto mansueto, più d’ogni altro uomo sulla faccia della terra”. (Num. 12:3) La mansuetudine e il timor del Signore sono qualità essenziali per il Cristiano, e Geova ha benignamente provveduto per il nostro studio privato e collettivo affinché possiamo far progresso in queste qualità. Con la mansuetudine verrà l’istruzione, e il discepolo fedele sarà sempre trovato in costante attesa del Signore e in cerca della Sua volontà. Perciò la coscienza si troverà in ogni tempo sicura di non aver offeso il Signore quando invocherà da lui il soccorso e la forza necessaria per compiere il suo lavoro. La mancanza di mansuetudine avrà sovente per risultato la presunzione e la tentazione di eseguire qualche cosa con le proprie forze.
12, 13. Come possiamo incoraggiarci e soccorrerci l’un l’altro nella fede?
12 La nostra associazione comune per lo studio e il servizio ci mette in grado d’incoraggiarci e soccorrerci l’un l’altro nella fede. “Allora quelli che temevano Dio parlavano, ciascuno col suo vicino, e il Signore vi attese, e sentì; e fu scritto un libro per ricordare davanti a lui quelli che temono il Signore ed hanno in cuore il suo nome. Ed essi saranno, dice il Signore degli eserciti, il mio bene particolare nel giorno della mia azione, e perdonerò loro come l’uomo perdona al suo figlio che lo serve”. (Mal. 3:16, 17, Tintori) Non possiamo parlare al vicino restando in casa o limitandoci a leggere le Scritture. Per far questo dobbiamo necessariamente radunarci insieme e ragionare sulla Parola di Dio e sulle opere che si riferiscono all’onore del suo santo nome. Questo significa parlare con i propri simili, e annunziar loro la verità. Il Signore si compiace tanto di questa attività che comandò di conservarne il ricordo: “Ma nel frattempo quelli che adoravano l’Eterno han parlato l’uno all’altro, e l’Eterno ha prestato attenzione e li ha uditi; dinanzi a lui è un memoriale dei suoi adoratori che gli ubbidiscono. ‘E io li reclamerò,’ dichiara il Signore degli eserciti, ‘come il mio prezioso possesso, nel giorno in cui agirò; io li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lavora al suo servizio”. — Mal. 3:16, 17, Moff.
13 L’apostolo Paolo, quindi, dichiara: “Facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno”. Gesù disse: “Poiché dovunque due o tre son raunati nel nome mio, quivi son io in mezzo a loro”. (Ebr. 10:24, 25; Matt. 18:20) È così che possiamo intendere il buon proposito del grande Geova, e arriviamo alla comprensione del giusto nuovo mondo e del suo Re, poiché ognuno deve accettare personalmente queste verità ed esserne convinto. Per avere fede completa e implicita certezza dobbiamo far nostre queste verità, dobbiamo, per così dire, renderle parte di noi stessi, allora potremo ubbidire al comando: “State dunque saldi avendo preso la verità a cintura dei fianchi”. La verità è davvero la nostra armatura che Dio ci dà per farci resistere alle insidie del maligno e dei suoi demoni in questi ultimi giorni. — Efes. 6:11-14.
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Come restare intrepidi sino alla fine completaLa Torre di Guardia 1950 | 15 agosto
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Come restare intrepidi sino alla fine completa
1. Che significa o che richiede il parlare insieme per conoscere la verità?
SENZA dubbio il parlare insieme per conoscere il vero comprenderà la partecipazione regolare agli studi biblici, la presenza e la partecipazione nel limite delle possibilità alle adunanze di servizio e alle adunanze della scuola di ministero, l’assicurarci di poter essere presenti alle assemblee di circoscrizione e alle altre assemblee disposte dall’organizzazione del Signore. Tutte queste provvisioni sono fatte per apprendere la verità e per fortificarci “nel Signore e nella forza della sua possanza”. Mentre ciascun servitore accresce la sua conoscenza avrà desiderio di metterla a disposizione d’altri. In tal modo si proclamano le buone notizie, parlando a quelli che sono estranei al gruppo, al popolo in generale, sì, andando di casa in casa, facendo quindi nuove visite finché si riesce ad accendere l’interesse e il desiderio dello studio. Più spesso
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