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La morte e l’Ades daranno i mortiLa Torre di Guardia 1965 | 1° luglio
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La morte e l’Ades daranno i morti
“Circa la risurrezione dei morti, non avete letto ciò che vi fu dichiarato da Dio?” — Matt. 22:31.
1. Qual è il solo antico libro religioso che insegna la risurrezione?
LA RISURREZIONE dei morti umani durante il dominio del regno di Dio: nessun antico libro sacro di religione lo insegna tranne la Sacra Bibbia. La Bibbia è il sacro libro la cui prima parte fu scritta essenzialmente in ebraico e la seconda parte nel greco comune di millenovecento anni fa. Comunque, la prima parte fu tradotta dall’ebraico al greco ancora prima che fosse scritta nel greco comune la seconda parte della Sacra Bibbia. La traduzione greca delle Scritture Ebraiche è stata chiamata Versione Greca dei Settanta ed è simboleggiata dal segno LXX, che significa “Settanta”. Diciannove secoli fa il greco era una lingua internazionale, e a quel tempo chi conosceva il greco poteva leggere l’intera Bibbia. Nei nostri giorni la Sacra Bibbia è stata tradotta, interamente o in parte, in oltre 1.202 lingue, molto probabilmente nella vostra lingua nativa. Questo sacro Libro è, fra tutti i libri, quello con la massima tiratura e pubblicato nel maggior numero di lingue. Esso si distingue per il suo insegnamento che il morto genere umano sarà destato alla vita in un giusto ordine di cose durante il dominio del regno dell’Onnipotente Dio.
2. Perché alcuni possono schernire l’idea della risurrezione?
2 Forse voi, lettori, non vedete il bisogno che i morti umani siano risuscitati, perché la vostra religione vi ha insegnato qualcosa come l’“immortalità dell’anima”. Quindi, poiché i defunti sono morti solo in quanto al corpo umano ma sono vivi in qualche invisibile reame come anime o sono trasmigrati in un altro corpo terrestre, non vedete il bisogno della risurrezione. Per questo alcuni lettori scherniranno l’idea della risurrezione dei morti. Questo è del tutto naturale. Ma l’insegnamento biblico della risurrezione dei morti si basa su un fondamento così sicuro che la miglior cosa da fare è investigare onestamente anziché schernire. Non vogliamo essere come i filosofi greci che credevano all’immortalità dell’anima umana e ai quali l’apostolo cristiano Paolo predicò la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. — Atti 2:31, 32; Matt. 26:38; Isa. 53:12; Ezech. 18:4, 20.
3. Perché non vogliamo essere come quei filosofi greci?
3 Il racconto storico dice di questi Greci: “Alcuni dicevano: ‘Che cosa vuol dire questo chiacchierone?’ Altri: ‘Sembra che sia un proclamatore di deità straniere’. Questo avveniva perché dichiarava la buona notizia di Gesù e la risurrezione”. E dopo che l’apostolo Paolo ebbe detto alla Corte Suprema dei giudici di Atene, in Grecia, che Dio aveva destato suo Figlio Gesù Cristo dai morti perché agisse quale giudice di tutta la terra abitata, il racconto dichiara: “E avendo udito della risurrezione dei morti, alcuni se ne facevano beffe”. (Atti 17:18, 31, 32) Questi Greci credevano all’immortalità dell’anima umana e quindi credevano non vi fossero morti. Perciò non potevano accettare l’insegnamento che le anime umane sono morte e devono essere risuscitate per vivere di nuovo.
4. In che modo gli antichi Greci erano come i Babilonesi nella loro credenza circa i morti umani?
4 Gli antichi Greci credevano che i morti umani vivessero come ombre in un luogo sotterraneo e invisibile, su cui dominava come re un dio chiamato Ade. In seguito anche questo luogo sotterraneo delle anime defunte su cui egli governava fu chiamato Ades, dal suo nome. Il nome venne applicato anche alla tomba.a Questi antichi Greci erano come i Babilonesi dell’Asia che chiamarono Nergal l’iddio del reame sotterraneo delle anime defunte e che definirono questo invisibile reame dei morti “il paese senza ritorno”. Perciò gli antichi Babilonesi non credevano alla risurrezione dei morti umani.b
5. In che modo il provvedimento dei Giudei riformati indica che la credenza nell’immortalità umana contraddice l’insegnamento della risurrezione?
5 La credenza babilonese dell’immortalità dell’anima umana contraddice l’insegnamento biblico della risurrezione dei morti umani. Si può capire questo dal provvedimento preso dai Giudei riformati del ventesimo secolo. A questo proposito The Jewish Encyclopedia, trattando il soggetto “Risurrezione”, dice: “Nei tempi moderni la credenza nella risurrezione è stata grandemente indebolita dalla filosofia naturale, e i rabbini riformati e le conferenze di rabbini hanno posto la domanda . . . se le vecchie formule liturgiche che esprimono la credenza nella risurrezione non si debbano cambiare per esprimere piuttosto chiaramente la speranza dell’immortalità dell’anima. Si è fatto ciò in tutti i libri di preghiere americani riformati. Alla conferenza dei rabbini tenuta a Filadelfia è stato espressamente dichiarato che la credenza nella risurrezione del corpo non ha fondamento nel giudaismo, e che la credenza nell’immortalità dell’anima dovrebbe sostituirla nella liturgia [la raccolta delle formule per il culto pubblico]”. — Vol. 10, pagina 385, § 2 (1905).
6. In quale esplicita dichiarazione della Bibbia non credono tali Giudei riformati?
6 Perciò questi Giudei riformati non credono all’esplicita dichiarazione della Sacra Bibbia, in Ezechiele 18:4, 20 (VR): “L’anima che pecca sarà quella che morrà”.
7. Che cosa disse Paolo, un tempo Fariseo, a Felice circa la risurrezione?
7 L’apostolo cristiano Paolo, che visse ai giorni in cui Gesù Cristo era sulla terra, lo vide miracolosamente dopo la sua risurrezione dai morti. Paolo era giudeo di nascita. Era stato un Fariseo giudaico, che credeva alla risurrezione dei morti. Quando fu dinanzi al giudice romano Felice, che probabilmente credeva a Plutone, dio romano del mondo sotterraneo delle anime defunte, Paolo disse, riferendosi ai Farisei giudaici: “Credo a tutte le cose esposte nella Legge [di Mosè] e scritte nei Profeti; e ho in Dio la speranza, che questi uomini pure nutrono, che vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti. . . . quest’unica espressione che gridai mentre stavo in mezzo a loro: ‘Sono giudicato oggi dinanzi a voi circa la risurrezione dei morti!’” — Atti 24:14-21.
8. (a) Quanti testimoni vi furono della risurrezione di Cristo? (b) Che cosa significa la sua risurrezione per il morto genere umano?
8 Nei suoi scritti sulla risurrezione l’apostolo Paolo disse che oltre cinquecento testimoni oculari, compreso se stesso, avevano visto il risuscitato Gesù Cristo dopo che era stato messo a morte pubblicamente su un palo di tortura ed era stato sepolto in una tomba suggellata, sorvegliata da soldati per impedire il furto del corpo morto ch’essa conteneva. (1 Cor. 15:3-9: Matt. 27:57 fino a 28:4) Comprovando che egli e i suoi conservi credenti non erano falsi testimoni della risurrezione di Gesù Cristo, Paolo indicò che cosa significava per il morto genere umano la risurrezione di Cristo dicendo: “Cristo è stato ora destato dai morti, primizia di quelli che si sono addormentati nella morte. Poiché siccome la morte è per mezzo di un uomo [Adamo, il primo uomo], la risurrezione dai morti è pure per mezzo di un uomo”. (1 Cor. 15:20, 21) La risurrezione di Gesù Cristo aprì ad altri, cioè al morto genere umano, la via per essere risuscitati.
9, 10. (a) Perché Gesù poté affrontare coraggiosamente una morte da martire? (b) Come le parole di Gesù rendono sicuro che vi sarà la risurrezione?
9 Nel 33 dell’Èra Volgare Gesù Cristo affrontò coraggiosamente una morte da martire, perché aveva fiducia che il terzo giorno l’Onnipotente Dio, il suo celeste Padre, lo avrebbe destato dai morti. Così Dio gli avrebbe permesso di tornare nel cielo e presentare personalmente a Dio il valore del suo sacrificio umano. Sulla terra Gesù Cristo ebbe molto da dire circa la risurrezione. Una volta, parlando di condurre al giudizio finale i morti umani mediante la risurrezione, egli disse: “Poiché come il Padre ha in sé la vita, così ha concesso anche al Figlio d’avere in sé la vita. E gli ha dato autorità di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone alla risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili alla risurrezione di giudizio. In non posso fare una sola cosa di mia propria iniziativa; come odo, giudico; e il giudizio che rendo è giusto, perché cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. — Giov. 5:26-30.c
10 Possiamo dunque essere certi che vi sarà la risurrezione.
DOMANDA PERSONALE
11. Quale domanda strettamente personale sorge dunque?
11 Ora ci poniamo dunque una domanda strettamente personale. È questa: Se, in qualche tempo futuro, io e voi moriamo e siamo sepolti in una tomba o in un sepolcro, ci sarà concessa la risurrezione, il ritorno alla vita dal sonno della morte, secondo la volontà di Dio? In tal caso, come possiamo saperlo? Chi sarà risuscitato con noi? Vi saranno alcuni che non verranno risuscitati dai morti? Proprio questa domanda ha suscitato l’interesse di molti Giudei, benché essi si attengano solo alle Scritture Ebraiche, la prima parte di ciò che chiamiamo la Sacra Bibbia.
12. Che genere di descrizione della risurrezione fa la Bibbia?
12 Alcuni ecclesiastici religiosi della cristianità hanno cercato di descrivere come sarà il giorno della risurrezione per chi sarà ancora vivo sulla terra a quel tempo. Essi hanno immaginato a questo riguardo alcune cose stravaganti e addirittura orribili, come parti di cadaveri umani sparsi qua e là che passano sibilando nell’aria per unirsi alle altre membra a cui appartenevano in un solo corpo alla morte. La Bibbia non presenta una descrizione così spaventosa del tempo della risurrezione, nemmeno nella visione del profeta Ezechiele sulla valle delle ossa secche che il potere dell’Onnipotente Dio riunì insieme e rivestì nuovamente di carne viva. (Ezech. 37:1-10) In modo molto diverso, mediante simboli appropriati, l’ultimo libro della Bibbia ci fa una descrizione della risurrezione terrestre dopo che le potenze malvage in cielo e sulla terra sono state scacciate. Questa visione che infonde speranza ci permette di stabilire chi prenderà parte alla risurrezione terrestre.
13. Quale visione fu data a Giovanni, in Rivelazione 20:11-15?
13 La visione, come fu vista dall’apostolo cristiano Giovanni, è descritta in Rivelazione 20:11-15 con queste parole: “E vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. Dalla sua presenza fuggirono la terra e il cielo, e non fu trovato luogo per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. E il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi, e furon giudicati individualmente secondo le loro opere. E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”. — Vedere anche Rivelazione 21:8.
14. Perché Rivelazione 20:13 è più generale delle parole di Gesù in Giovanni 5:28, 29 riguardo alla risurrezione?
14 Non tutti quelli che muoiono sono morti sulla terra asciutta e sono stati sepolti in una tomba nel ventre della terra. (Gen. 1:9, 10) Innumerevoli persone sono morte nel mare in naufragi, tempeste o in battaglia e sono state sepolte nel mare o il loro corpo non è mai stato ritrovato per seppellirlo sulla terra asciutta. (1 Re 22:48, 49; 2 Cron. 20:36, 37; Sal. 48:7; Dan. 11:40) Perciò, descrivendo il giorno della risurrezione del genere umano, Rivelazione 20:13 dice che non solo “la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi” ma anche “il mare diede i morti ch’erano in esso”. Possiamo capire che questo versetto di Rivelazione 20:13 è una dichiarazione più generale circa la risurrezione di quella di Gesù quando disse: “Tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e . . . verranno fuori . . . alla risurrezione”. — Giov. 5:28, 29.
15. Perché non è scagliato nel “lago di fuoco” anche il “mare”?
15 Un altro punto da notare è questo: Qualunque sia in questo caso l’intendimento di Ades, i morti che sono in esso non sono nello stesso luogo dei morti che sono nel mare, poiché i morti che sono nel mare sono in un luogo acqueo. Il mare non cesserà mai, in senso letterale, di esistere sulla terra. Per questo Rivelazione 20:14 dice: “La morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco. Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco”. Se il mare letterale fosse scagliato nel “lago di fuoco” esso spegnerebbe il lago di fuoco, e il lago di fuoco cesserebbe di esistere, anziché essere il mare a cessare di esistere. Comunque, la Bibbia dice specificamente che la “seconda morte”, simboleggiata dal “lago di fuoco”, non cesserà mai di esistere. Simbolicamente, questo “lago di fuoco” brucerà in eterno.
16. L’Ades della Bibbia e forse come quello immaginato dai Greci? Perché?
16 Che cos’è dunque questo Ades che viene gettato nel simbolico “lago di fuoco”? Qual è la condizione di quelli che sono in tale Ades? Una cosa è sicura: l’Ades descritto nella Sacra Bibbia non è l’Ades immaginato dagli antichi Greci non cristiani e descritto nelle loro mitologie. Non vi era una risurrezione generale dal mitologico Ades dei Greci pagani.
17. Con quale duplice senso parlarono gli antichi Greci della risurrezione?
17 Al sottotitolo “B. La risurrezione nel mondo greco”, il Theological Dictionary of the New Testament (Dizionario teologico del Nuovo Testamento), Volume 1, pagina 369, dice: “A parte la trasmigrazione delle anime, . . . il Greco parla di risurrezione con un duplice senso. a. La risurrezione è impossibile. . . . b. La risurrezione può aver luogo come miracolo isolato. . . . È narrata la risurrezione di una fanciulla apparentemente morta a Roma da parte di Apollonio di Tiana . . ., essendo contribuiti 150.000 denari come ulteriore dotazione. . . . L’idea di una risurrezione generale alla fine dell’età è estranea ai Greci. In verità, è forse attribuita a un’iscrizione frigia: [In verità attendono tutti i miserabili la risurrezione?]. In Atti 17:18 sembra che anástasis [risurrezione] sia erratamente compreso dagli ascoltatori come nome proprio (paragonare Atti 17:31 e seguenti)”.d Naturalmente, la “fanciulla apparentemente morta” che Apollonio destò morì di nuovo.
18. A differenza dei pagani, quale speranza aveva il popolo di Dio?
18 Nella sua considerazione di “Ades”, la Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume 4, edizione del 1891, fa questa ammissione nell’ultimo paragrafo di pagina 9: “Solo per il credente ebreo il soggiorno nello sceol appariva soltanto come un’esistenza temporanea e intermedia. Il pagano non aveva nessuna prospettiva oltre i suoi reami di ombre; le sue sbarre erano eterne per lui: e l’idea della risurrezione era del tutto estranea alla sua religione e alla sua filosofia. Ma fu in relazione alla prospettiva della risurrezione dei morti che nacque ogni speranza nel cuore del vero popolo di Dio. Poiché soltanto questo poteva effettuare l’annullamento del male recato dal peccato e distruggere realmente il distruttore, non fu annunciato nulla di meno in quella prima promessa che dava la certezza che il tentatore sarebbe stato schiacciato”. — Vedere Genesi 3:15; Romani 16:20.
19. Perciò, in che modo l’Ades della Bibbia differisce da quello dei Greci?
19 Così l’Ades della Bibbia è diverso da quello dei pagani Greci, in quanto la Bibbia dichiara ripetutamente che vi sarà la risurrezione di quelli che sono nell’Ades. Non è un luogo come quello di cui parlavano gli antichi Babilonesi, cioè “il paese senza ritorno”. Ma dov’è, dunque, questo Ades biblico, e qual è la condizione di quelli che vi si trovano? È forse un luogo di “esistenza intermedia” per i morti? Solo se otteniamo le risposte della Bibbia otterremo le risposte corrette, le risposte veraci su cui può basarsi incrollabilmente la nostra fede. Che cosa dice la Bibbia?
ADES
20. Quale dev’essere la condizione di quelli che si trovano nell’Ades?
20 Nei più antichi manoscritti conosciuti delle Scritture Greche Cristiane la parola Ades ricorre dieci volte.e Sono vivi quelli che si trovano nell’Ades biblico? Gli onesti lettori della Bibbia diranno che sono senza vita poiché Rivelazione 20:13 dice che quelli che “la morte e l’Ades diedero” erano “i morti ch’erano in essi”. Certamente i morti che sono nella morte non sono vivi. Allo stesso modo non potrebbero essere vivi nemmeno i morti che sono nell’Ades. Comunque, i religionisti della cristianità sono contaminati dalla mitologia pagana greca e diranno: “Non è vero. I morti che sono nell’Ades non sono realmente morti. Solo il loro corpo è morto, ma la loro anima è viva perché è immortale. Per essi la morte significa solo che sono separati da Dio. Sotto altri aspetti, le anime immortali che si trovano nell’Ades sono realmente vive”. Ma è corretto questo argomento dei religionisti della cristianità? È questo che insegna la Bibbia riguardo alla condizione di quelli che sono morti nell’Ades e che avranno la risurrezione dall’Ades? Investigate la Bibbia.
21. (a) È l’Ades nel cielo? (b) La congregazione cristiana va nell’Ades?
21 Nelle Scritture Greche Cristiane il primo uso della parola Ades ricorre in Matteo 11:23. Ivi il Signore Gesù Cristo dice: “E tu, Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? Tu scenderai nell’Ades”. (Anche in Luca 10:15) Per questa ragione l’Ades non può essere nel cielo. Il successivo uso della parola Ades ricorre in Matteo 16:18, dove Gesù dice al suo apostolo Pietro: “E io ti dico: Tu sei Pietro, e su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione, e le porte dell’Ades non la sopraffaranno”. Queste parole di Gesù significano che la congregazione dei suoi seguaci sarebbe morta e sarebbe entrata nell’Ades, oltrepassandone le porte. In tal modo sarebbe stata fra i morti che sono nell’Ades.
22. Perché le porte dell’Ades non avrebbero sopraffatto la congregazione di Gesù?
22 Comunque, perché “le porte dell’Ades” non avrebbero sopraffatto la congregazione di Gesù? Perché queste “porte” non sarebbero rimaste chiuse per sempre per i seguaci di Gesù e non avrebbero reso l’Ades un “paese senza ritorno”? A motivo di ciò che Gesù disse in seguito all’anziano apostolo Giovanni nell’ultimo libro della Sacra Bibbia, in Rivelazione 1:17, 18. In questi versetti il risuscitato Gesù Cristo nel cielo disse a Giovanni: “Non aver timore, io sono il Primo e l’Ultimo, e il vivente; e fui morto, ma, ecco, vivo per i secoli dei secoli, e ho le chiavi della morte e dell’Ades”. Poiché ha le chiavi della morte e dell’Ades, il celeste Gesù Cristo può aprire queste “porte dell’Ades” e far uscire la sua congregazione morta, riportandola così alla vita.
23. Gesù promise dunque di sopraffare l’Ades in quale tempo?
23 Avendo questo in mente, Gesù disse che queste porte dell’Ades non avrebbero sopraffatto la sua congregazione. Invece, Gesù avrebbe sopraffatto l’Ades e liberato dall’Ades la sua congregazione. Gesù lo promise direttamente, quando disse in Giovanni 6:39, 40: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di tutto ciò che egli mi ha dato ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio ed esercita fede in lui abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
24. (a) Nella Bibbia quale parola e associata all’Ades? (b) Dove andò Gesù alla morte, secondo Salmo 16:10, 11?
24 È interessante notare che nei dieci casi in cui ricorre la parola Ades nelle Scritture Greche Cristiane ricorre con essa la parola “morte”. (Riv. 1:18; 6:8; 20:13, 14) Perciò la morte, non la vita, è associata all’Ades. A questo riguardo, perciò, chiediamo: Quando Gesù Cristo stesso morì e fu sepolto nella tomba commemorativa del suo amico, Giuseppe di Arimatea, quello stesso giorno, dove andò Gesù? (Matt. 27:57-61) Una persona che possiamo contare ci dica la verità su ciò è l’intimo apostolo di Gesù, Simon Pietro. Il giorno festivo di Pentecoste a Gerusalemme, cinquantun giorni dopo la morte e la sepoltura di Gesù, lo spirito santo di Dio fu sparso su Pietro e sugli altri discepoli di Gesù. Così Pietro parlò sotto ispirazione dello spirito di Dio e citò il Salmo 16:10, 11, dicendo: “Perché non lascerai la mia anima nell’Ades, né permetterai che il tuo leale veda la corruzione. Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi riempirai di buona allegrezza con la tua faccia”. Queste parole citate da Pietro furono scritte dal re Davide, che aveva scritto come ispirato profeta di Dio.
25, 26. Che cosa disse Pietro alla Pentecoste riguardo a Davide e a Gesù?
25 Quindi l’apostolo Pietro, pieno di spirito di Dio, proseguì dicendo alle migliaia di Giudei che osservavano la festa di Pentecoste:
26 “Fratelli, vi si può parlare con libertà di parola del capo di famiglia Davide, che decedette e fu sepolto e la sua tomba è fino a questo giorno fra noi. Perciò, perché era profeta e sapeva che Dio gli aveva promesso con giuramento che avrebbe posto uno del frutto dei suoi lombi sul suo trono, vide in anticipo e parlò della risurrezione del Cristo, che non fu abbandonato nell’Ades e che la sua carne non vide la corruzione. Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni. Perciò, perché è stato esaltato alla destra di Dio e ha ricevuto dal Padre il promesso spirito santo, egli ha versato questo che vedete e udite. Effettivamente Davide non ascese ai cieli, ma egli stesso dice: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”’. Perciò sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. — Atti 2:27-36.
27. Com’è Gesù Cristo in grado di risuscitare la sua congregazione dall’Ades?
27 In questo discorso l’ispirato Pietro dice chiaramente riguardo al Signore Gesù Cristo che non fu “abbandonato nell’Ades”, e che in adempimento al Salmo 16:10 la sua anima non fu lasciata nell’Ades. Così quando il morto Gesù fu sepolto nella tomba commemorativa la sua anima andò nell’Ades. Il terzo giorno l’Onnipotente Dio lo risuscitò dall’Ades, e quindi Dio diede al risuscitato Gesù le “chiavi della morte e dell’Ades”, così che Gesù poté dire in Rivelazione 1:18: “Fui morto, ma, ecco, vivo per i secoli dei secoli, e ho le chiavi della morte e dell’Ades”. Poiché è in possesso di queste chiavi, è in grado di risuscitare tutti i morti che sono nell’Ades, compresa la sua congregazione.f
28. (a) In quale lingua citò Pietro il Salmo 16:10 alla Pentecoste? (b) Come apprenderemo dunque che cos’è e dov’è l’Ades della Bibbia?
28 L’apostolo Pietro, essendo ebreo o giudeo, parlò evidentemente nell’ebraico di quei giorni quando fece il suo discorso il giorno di Pentecoste. Così, quando citò il Salmo sedici, citò direttamente il testo ebraico, non la Versione dei Settanta greca del testo ebraico. Per tale ragione, Pietro non usò la parola greca Ades ma usò la parola originale del testo ebraico, cioè Sceol. Quello che ci interessa è che la parola Ades è la parola greca usata nella Versione dei Settanta per tradurre la parola ebraica Sceol.g Nelle ispirate Scritture Ebraiche la parola Sceol ricorre sessantacinque volte in sessantatré diversi versetti, compreso il Salmo 16:10, che Pietro citò. In ebraico questo versetto dice: “Poiché tu non lascerai la mia anima nello Sceol. Non permetterai che il tuo leale veda la fossa”.h Di conseguenza, se apprenderemo che cos’è e dov’è lo Sceol e qual è la condizione di quelli che si trovano nello Sceol apprenderemo contemporaneamente che cos’è e dov’è l’Ades della Bibbia e qual è la condizione di quelli che sono nell’Ades.
[Note in calce]
a Ade corrispondeva a Plutone, dio romano dell’oltretomba. Applicato a questo dio dei morti il nome Ade significava “La divinità che rende invisibili”, a motivo del suo potere di rendere invisibili gli uomini mortali dopo la loro morte. — Vedere la Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume 4, pagina 9, alla voce “Hades”; anche A Greek-English Lexicon di Liddell e Scott, ristampa del 1948, Volume 1, pagina 21, colonna 2, sotto Ἅιδης o ᾅδης.
b Vedere il libro “Babilonia la Grande e caduta!” Il Regno di Dio governa! (inglese), pagina 43, paragrafi 2, 3, oppure La Torre di Guardia del 15 novembre 1964, pagina 697, paragrafi 20, 21.
c Per una particolareggiata considerazione di queste parole di Gesù Cristo, vedere nell’edizione de La Torre di Guardia del 15 giugno 1965 gli articoli intitolati “Fuori delle tombe alla ‘risurrezione di vita’” e “Fuori delle tombe alla ‘risurrezione di giudizio’”.
d Pubblicato in Germania da Gerhard Kittel, e tradotto in inglese da Geoffrey W. Bromley, edizione del 1964. Stampato in Olanda.
e Nei più antichi manoscritti greci la parola Ades non si trova in 1 Corinti 15:55. Invece, vi si trova la parola thánatos, che significa “morte”.
f Per avere la spiegazione di Ades in Luca 16:23 vedere l’edizione de La Torre di Guardia del 15 luglio 1965, paragrafo 11 e seguenti del primo articolo principale.
g Nella Versione dei Settanta greca la parola Ades ricorre settantatré volte.
h NM; Na; Ga; ma Ro dice “ades” invece di “Sceol”.
[Immagine a pagina 391]
IL RISUSCITATO GESÙ APPARE A PAOLO
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Seconda parteLa Torre di Guardia 1965 | 1° luglio
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Seconda parte
1. Come indica Giobbe 17:13-16 che Sceol è un luogo basso ed è la tomba?
COM’È già stato notato l’Ades o Sceol non è in cielo ma è un luogo basso. (Matt. 11:23; Luca 10:15) Il paziente Giobbe dell’antichità indica che è un luogo basso. Quando stava per morire di una terribile malattia, Giobbe disse: “Posso ben sperare! lo Sceol è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio. Al sepolcro io grido: ‘Padre mio, sei tu!’ e ai vermi ‘madre mia, sorelle mie, voi siete!’ E la speranza mia dov’è? il mio benessere chi lo vedrà? Scenderanno con me allo Sceol, e ci seppelliremo insieme nella polvere!” (Giob. 17:13-16, Na) Ora, che cosa descrive qui Giobbe? L’onesto lettore risponderà: “La tomba!” Essa è nella polvere della terra. È un luogo oscuro, dov’è deposto il corpo morto come su un giaciglio; è una fossa, e vi si trova il verme che si nutre del cadavere in putrefazione. Ha sbarre, nel senso che quelli che vi sono sepolti non possono liberarsi. Infatti, la versione di Giovanni Diodati usa in questo caso le parole “sepolcro” e “fossa” invece della parola ebraica Sceol.
2. Quali resti sono associati allo Sceol, nel Salmo 141:7?
2 Avendo in mente un taglialegna che sparge qua e là pezzi di legno, il salmista Davide disse: “Come quando uno spacca e fende sulla terra, le nostre ossa sono state sparse alla bocca dello Sceol”. (Sal. 141:7) Invece di Sceol, la versione di Giovanni Diodati usa la parola “sepolcro”, e appropriatamente, poiché le ossa sono sparse alla bocca della tomba prima della sepoltura.
3. Come indica Isaia 28:15-18 che lo Sceol è la tomba?
3 Parlando dei nemici di Dio, il profeta Isaia mette la morte (non la vita) in relazione con lo Sceol, dicendo: “Perché avete detto: ‘Abbiamo concluso un patto con la Morte; e con lo Sceol abbiamo effettuato una visione; la repentina inondazione che straripa, nel caso che passi, non verrà su noi . . .’ perciò il Signore Geova ha detto questo: ‘. . . il vostro patto con la Morte per certo sarà dissolto, e quella vostra visione con lo Sceol non reggerà. La repentina inondazione che straripa, quando passa, voi pure dovete divenire per essa un luogo da calpestare’”. (Isa. 28:15-18) Questo stesso linguaggio indica che lo Sceol è la comune tomba del morto genere umano, poiché la tomba è il luogo della morte.
4. Come indica anche Isaia 57:9 che lo Sceol è un luogo basso?
4 Anche Isaia 57:9 indica che lo Sceol è un luogo basso, basso come la tomba. Dopo aver detto che il regno giudaico di Giuda aveva cercato di indurre altre nazioni, nazioni Gentili, a fare alleanze politiche con lui, questa profezia dice: “Discendevi verso Melec con olio, e rendevi abbondanti i tuoi unguenti. E continuasti a mandar lontano i tuoi inviati, così che abbassasti le cose allo Sceol”. Nei suoi rapporti politici con le nazioni Gentili l’infedele regno di Giuda era sceso così in basso agli occhi di Dio che si attirò la condanna della morte nella tomba, cessando in tal modo d’essere una nazione indipendente con un re.
5. (a) In che modo lo stato di bassezza è associato allo Sceol in Salmo 86:12, 13? (b) In che modo il Salmo 88:2-6, NM; 88:3-7 associa la sepoltura, la fossa e la perdita della forza allo Sceol?
5 Associando lo stato di bassezza e la morte allo Sceol, Salmo 86:12, 13 (Na) dice: “Io Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore, e darò gloria al Tuo Nome nei secoli: poiché grande è stata la Tua bontà verso di me, e hai tratto l’anima mia dal profondo dello Sceol”. Associando il luogo di sepoltura, la folla e la perdita della forza allo Sceol, Salmo 88:2-6, NM; 88:3-7 (Na) dice: “Giunga a Te la mia preghiera, inclina il Tuo orecchio alla mia voce, poiché sazia di mali è l’anima mia e vicina allo Sceol è la mia vita. Sono contato con quei che scendono nella fossa, sono ridotto come un uomo stremato di forze, abbandonato tra i morti, come i trafitti, che giaccion nel sepolcro, che Tu più non ricordi e che dalla Tua mano sono stati respinti. Tu mi hai gettato in una fossa profonda, nelle tenebre, negli abissi”.
6. Come Salmo 116:3, 7-10 prova ulteriormente che lo Sceol è la tomba?
6 Accrescendo le prove bibliche che lo Sceol o Ades è la comune tomba del morto genere umano, da cui v’è risurrezione, Salmo 116:3, 7-10 (Na) dice: “I lacci di morte mi avevano avvolto, gli spasimi dello Sceol mi avevan sorpreso, ero in preda all’angoscia e all’affanno. Ritorna, anima mia, alla tua calma poiché il Signore ti colma di beni. Tu liberasti l’anima mia da morte, i miei occhi dalle lacrime, il piede mio dalla caduta. Io camminerò alla presenza del Signore nella terra dei vivi. Ho creduto anche quando ho detto: ‘Io soffro ben molto!’” Si notino in queste parole la continua associazione dello Sceol con la morte, non con la vita immortale. Una volta, mentre soffriva come cristiano l’apostolo Paolo citò queste parole del Salmo 116:10 e le collegò alla risurrezione di Gesù dai morti, in 2 Corinti 4:13, 14.
7. Come 2 Samuele 22:6 e Salmo 18:4, 5 fanno pensare che Davide era attratto nella tomba?
7 Usando un linguaggio simile a quello summenzionato il salmista Davide si sentì attratto nella tomba della morte, quando disse: “Le funi dello Sceol mi avevano avvinto, lacci di morte mi avevan sorpreso”. (2 Sam. 22:6, Na) Riferendosi alla stessa esperienza il salmista Davide disse, nel Salmo 18:4, 5: “Le funi della morte mi circondarono; fiumane di uomini buoni a nulla pure mi atterrivano. Le medesime funi dello Sceol mi accerchiarono; mi si presentarono i lacci della morte”. La morte violenta sembrava inevitabile a Davide; la comune tomba del morto genere umano sembrava una certezza per lui. Ma egli invocò l’Onnipotente Dio e gli furono risparmiati la morte e lo Sceol o Ades. Fu come se fosse stato risuscitato dai morti mediante la potenza di Geova Dio. — Sal. 18:8-19.
8. A che cosa paragonò il profeta Giona la sua esperienza nel ventre del pesce per tre giorni?
8 Al profeta Giona sembrò che il ventre di un grande mostro marino fosse la sua tomba, quando questo terribile pesce lo inghiottì durante una tempesta sul mare e non lo vomitò sulla terra asciutta che il terzo giorno. Così il racconto che il profeta fa della sua esperienza dice: “Giona pregò quindi Geova suo Dio dalle parti interiori del pesce e disse: ‘Dalla mia angustia chiamai Geova, ed egli mi rispondeva. Dal ventre dello Sceol invocai soccorso. Tu udisti la mia voce. Scesi in fondo ai monti [dentro il pesce]. In quanto alla terra, le sue sbarre [come quelle di una tomba] erano su me a tempo indefinito. Ma dalla fossa traevi la mia vita, o Geova mio Dio’”. (Giona 2:1, 2, 6) Per tre giorni Giona fu come morto nella tomba o Sceol o Ades. Il Signore Gesù Cristo lo indicò riferendosi alla sua propria morte e sepoltura e dicendo: “Poiché come Giona fu nel ventre del grosso pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo sarà nel cuore della terra tre giorni e tre notti”. — Matt. 12:40.
9. Di che cosa fu una figura profetica la liberazione di Giona dal ventre del pesce, e mediante chi è possibile sfuggire allo Sceol?
9 Il terzo giorno l’Onnipotente Dio, il cui nome è Geova, trasse fuori miracolosamente il profeta Giona dal ventre dell’enorme pesce. Questo stesso Dio, Geova, trasse il suo fedele profeta Gesù Cristo dal “cuore della terra” il terzo giorno. Quindi la liberazione di Giona fu una figura profetica della risurrezione del Figlio di Dio dai morti. Dopo la sua risurrezione furono date a Gesù Cristo le “chiavi della morte e dell’Ades”, affinché fosse l’Agente di Dio per destare tutti gli altri che sono nell’Ades o Sceol e nella condizione di morte. Nessun uomo può, coi propri mezzi e le proprie disposizioni, sfuggire alla morte e allo Sceol o Ades, la tomba che è comune al morto genere umano nella polvere della terra.
10. (a) Come Salmo 89:48, 49 e Giobbe 7:8, 9 indicano l’incapacità dell’uomo nello Sceol? (b) Come i superstiti di Armaghedon eviteranno di andare nello Sceol?
10 Il salmista Etan l’Ezraita se ne rese conto dolorosamente quando disse a Geova Dio: “Ricordati quanto io sia di breve durata, e quanto vani hai creato i figli dell’uomo. Qual è quel vivente che non vedrà la morte? che scampi l’anima sua dalla mano dello Sceol?” (Sal. 89:47, 48, NM; 89:48, 49, Na) Per questa ragione i dedicati cristiani di oggi che sopravvivranno alla futura battaglia di Armaghedon ed entreranno nel giusto nuovo ordine sulla terra con l’opportunità di non morire mai sopravvivranno solo mediante la miracolosa potenza divina di proteggere e preservare. Similmente, quelli che muoiono e sono sepolti nello Sceol o Ades non possono uscire da questo luogo di morte e deterioramento mediante la propria potenza. Il profeta Giobbe, mortalmente malato, parlò di questa incapacità dell’uomo quando disse con tristezza: “Non mi scorgerà più l’occhio che mi vede: i tuoi occhi saranno sempre su me ed io più non sarò. Una nube svanisce e se ne va, così chi scende allo Sceol più non risale”. — Giob. 7:8, 9, Na.
11. (a) Quale incapacità dei ricchi addita Salmo 49:7-10? (b) Per quale miracolo si può confidare in Dio, secondo il versetto 16 di Salmo 49?
11 Neanche con tutta la sua ricchezza l’uomo più ricco che vi sia oggi sulla terra può comprare per sé l’esenzione dalla morte e dalla tomba o pagare la risurrezione dallo Sceol o Ades, né per sé né per il suo più stretto parente. Il Salmo 49:7-10 (VR) gli dice questo fatto, con le seguenti parole: “Nessuno però può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d’esso. . . . Non può farsi ch’ei continui a vivere in perpetuo e non vegga la fossa. Perché la vedrà. I savi muoiono; periscono del pari il pazzo e lo stolto e lasciano ad altri i loro beni”. A differenza del ricco materialista, l’ispirato salmista confida nell’Onnipotente Dio Geova e dice: “Ma Dio riscatterà l’anima mia dalla mano dello Sceol, poiché mi accoglierà con sé”. — Sal. 49:15, NM; 49:16, Na.
12. (a) In Salmo 30:3, 4 per che cosa Davide lodò Dio? (b) A quale potere di Geova Dio si riferì Anna in 1 Samuele 2:6?
12 Quando il salmista Davide guarì da una malattia che sembrava dovesse significare per lui morte certa e sepoltura, lodò con gratitudine il suo Dio e disse: “Signore, Dio mio, a Te ho levato il mio grido e Tu mi hai risanato. Signore, hai tratto dallo Sceol l’anima mia, mi hai ridato alla vita fra coloro che scendon nella fossa”. (Sal. 30:2, 3, NM; 30:3, 4, Na) Non solo l’Iddio di Davide può impedire che qualcuno scenda prematuramente nella morte e nella tomba, ma può anche trarre i morti dallo Sceol o Ades mediante la risurrezione, come fece nel caso del suo proprio Figlio Gesù Cristo. La madre del profeta Samuele disse la stessa cosa quando affermò: “Geova uccide e conserva in vita, fa scendere allo Sceol, e trae fuori”. (1 Sam. 2:6) Maria, madre di Gesù, rivolse lodi a Geova con un pensiero simile nella mente. — Luca 1:46-55.
MORTI O VIVI E CONSAPEVOLI?
13. Confermando il vero significato, come diversi traduttori della Bibbia rendono Sceol e Ades in italiano?
13 Perciò le prove bibliche sono così numerose, chiare e semplici che non vi dovrebbero essere dubbi al riguardo: lo Sceol o Ades biblico è la comune tomba del morto genere umano. Per questo parecchi traduttori della Bibbia rendono in italiano queste due parole “la tomba” (non: una tomba). La Versione Autorizzata inglese o Versione della Bibbia del Re Giacomo rende la parola ebraica Sceol con “la tomba” trentun volte e con “la fossa” tre volte, e la parola greca Ades con “tomba” una volta (in 1 Corinti 15:55). Ma per secoli il clero religioso della cristianità ha insegnato che l’Ades è un luogo di infuocato tormento. Così ora ci chiediamo: Qual è la condizione dei morti che sono nello Sceol o Ades? Sono essi vivi e consapevoli come immortali, o sono realmente morti e inesistenti? Che cosa dice la Parola di Dio, la Sacra Bibbia, non il clero della cristianità, in risposta a questa domanda?
14, 15. Secondo Ecclesiaste 9:4-6, 10, in quale condizione sono quelli che si trovano nello Sceol?
14 In risposta troviamo in Ecclesiaste 9:4-6, 10 (Na) le parole del re Salomone, che ricevette speciale sapienza da Geova Dio: “Per chi è congiunto ancora a tutti i viventi c’è speranza, perché ‘meglio un cane vivo che un leone morto’. I vivi [anche se come cani] sanno che morranno, ma i morti [anche se come leoni] non sanno più nulla; non c’è più mercede per loro; anche il loro ricordo è obliato. Il loro amore, il loro odio, l’invidia, tutto è finito, non hanno più parte col mondo per quel che succede quaggiù. Tutto quello che ti occorre di fare, fallo mentre sei in vita, perché non ci sarà più né attività, né pensiero, né conoscenza, né sapienza giù nello Sceol, dove stai per andare”.
15 Conformemente a ciò, i morti che sono nello Sceol devono essere veramente morti, non avendo neppure un’“esistenza intermedia”. Certamente devono essere morti e fuori dell’esistenza se “non sanno più nulla”, e se il loro amore, il loro odio e la loro gelosia, che sono forti emozioni, sono ‘finiti’ con loro, e se non hanno sapienza né conoscenza e non fanno nessun lavoro o non pensano nulla. Non è strano che quelli che sono nello Sceol siano chiamati “morti” e che la morte, non la vita, sia sempre associata allo Sceol.
16. (a) Secondo Salmo 6:4, 5, in merito a chi non v’è parola né pensiero nello Sceol? (b) Secondo Isaia 38:17-19, perché il re Ezechia non voleva morire a trentanove anni?
16 Nello Sceol i morti non pensano neppure a Dio né parlano di lui. Per questa ragione il salmista Davide, timorato di Dio, pregò: “Torna, o Geova, libera la mia anima; salvami per amore della tua amorevole benignità. Poiché nella morte non c’è menzione di te; nello Sceol chi ti loderà?” (Sal. 6:4, 5) Lo stesso pensiero fu espresso dal re Ezechia, quando gli fu risparmiata la vita a trentanove anni. Egli disse a Dio, suo Salvatore: “Tu stesso ti sei attaccato alla mia anima e l’hai trattenuta dalla fossa della disintegrazione. Perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei peccati. Poiché non è lo Sceol che ti può celebrare; la morte stessa non ti può lodare. Quelli che scendono nella fossa non possono guardare con speranza alla tua verità. Il vivente, il vivente, egli è colui che ti può celebrare, proprio come io lo posso in questo giorno”. (Isa. 38:17-19) Quindici anni dopo, quando il re Ezechia morì e andò nello Sceol, non poté lodare Geova Dio e non aveva nessuna consapevolezza per poter sperare nel suo Dio. Comunque, morì con la speranza della risurrezione dallo Sceol.
17. Come Salmo 139:7, 8 e Proverbi 15:11 indicano che l’insegnamento del clero secondo cui i morti sono ancora vivi ma solo separati da Dio non è corretto?
17 In considerazione di ciò è stolto che il clero della cristianità sostenga che quelli che sono nello Sceol o Ades siano ancora vivi come immortali e siano morti solo nel senso che sono separati da Dio. Il salmista Davide non è d’accordo con tali ecclesiastici, poiché egli dice a Geova Dio: “Dove posso andare lungi dal Tuo spirito? dove fuggire dalla Tua presenza? Se salgo in cielo, lassù Tu sei, se reclino il capo nello Sceol, eccoti là”. (Sal. 139:7, 8, Na) Confermando tale fatto, il figlio del re Davide, Salomone, disse in Proverbi 15:11: “Lo Sceol e il luogo della distruzione sono di fronte a Geova. Quanto più i cuori dei figli del genere umano!” Come Geova sa che cos’è nel cuore degli uomini, così sa chi è nello Sceol.
18. Che cosa mostra Amos 9:1, 2 circa la portata dello spirito di Dio?
18 Illustrando che il suo spirito o la sua forza attiva può giungere in tutti i luoghi, perfino nello Sceol, Geova Dio dice, nella profezia di Amos 9:1, 2: “Nessuno di loro che fugga riuscirà nella sua fuga, e nessuno di loro che scampi, sfuggirà. Se scavano nello Sceol, di lì li prenderà la mia propria mano; e se salgono ai cieli, di lì li tirerò giù”. Qui i cieli, a motivo dell’altezza, sono messi in contrasto con lo Sceol, a motivo della profondità. Come potrebbero gli uomini scavare nello Sceol? Solo perché lo Sceol è nella terra dove gli uomini abitano e scavano tombe.
19. Che cosa mostra Giobbe 26:5-7 riguardo alla conoscenza di Dio circa lo Sceol?
19 Quelli che si trovano nello Sceol o Ades non sono al di là della conoscenza e della potenza di Geova. Ciò è messo in risalto da Giobbe, colpito da una malattia mortale, quando parlò del Creatore della terra con queste parole: “Quelli impotenti nella morte continuano a tremare sotto le acque e quelli che vi risiedono. Lo Sceol è nudo di fronte a lui, e il luogo della distruzione non ha copertura [da lui]. Egli distende il nord sullo spazio vuoto, sospende la terra sul nulla”. (Giob. 26:5-7) Così lo Sceol non ha copertura con cui nascondere i suoi morti agli occhi di Dio, ma è nudo davanti a lui. Egli sa chi vi è.
20, 21. A motivo di quali fatti relativi a quelli che sono nello Sceol in Giobbe 14:12-15 Giobbe pregò perché Dio ve lo nascondesse?
20 Nel sedicesimo secolo prima dell’Èra Volgare il paziente Giobbe sapeva che i morti che sono nello Sceol sono veramente morti; non sentono dolore, come non provano piacere, e non sono affatto consapevoli di nulla. Con buona ragione, dunque, Giobbe pregò che la sua dolorosa e detestabile malattia avesse termine presto nella morte e che egli potesse giacere nello Sceol, lontano dallo sguardo degli uomini. Quindi pregò Geova Dio:
21 “L’uomo, che riposa, più non s’alzerà [mediante il suo proprio potere]: finché durano i cieli non si leverà, né più sarà destato dal suo sonno. Oh, se Tu mi nascondessi nello Sceol, Tu m’occultassi finché sarà passata la tua ira. . . . fissarmi un termine e ricordarti di me! L’uomo, se muore, può tornare in vita? Tutti i giorni della mia milizia aspetterei finché m’arrivasse il cambio! Mi chiameresti ed io risponderei, l’opera delle tue mani brameresti”. — Giob. 14:12-15, Na.
22. Come mostrò Giobbe, con le sue parole di Giobbe 14:12-15, di non credere che lo Sceol fosse un “paese senza ritorno”?
22 A giudicare da queste parole, lo Sceol (Ades, LXX) non era un “paese senza ritorno” per Giobbe. Non era un luogo in cui i morti erano dimenticati, abbandonati, da Dio. Piuttosto, l’Iddio di Giobbe si ricordava di quelli che sono nello Sceol, e al tempo stabilito avrebbe chiamato quelli che sono nella comune tomba del genere umano, destandoli dal loro stato di morte, come se li destasse da un sonno naturale. Per tale ragione Giobbe, afflitto da una dolorosa malattia, era pronto a farsi togliere subito la vita da Dio, per porre fine alle sue terribili sofferenze nella carne, e a giacere nella morte nello Sceol. Giobbe pensava che Dio fosse adirato con lui. Così se Dio lasciava che Giobbe fosse sepolto nello Sceol lontano dagli sguardi, Giobbe poteva rimanere occulto affinché l’ira di Dio fosse passata e finché giungesse il tempo in cui Dio sarebbe stato favorevole a quelli che sono nello Sceol e li avrebbe risuscitati dalla morte alla vita in condizioni favorevoli.
23. Quale voce udrà Giobbe nel tempo della risurrezione, e quale favorevole menzione di Giobbe fanno Ezechiele e Giacomo?
23 Secondo le parole di Gesù in Giovanni 5:28, 29, il morto Giobbe udrà la voce del Figlio di Dio e risponderà alla chiamata di Gesù e uscirà dalla tomba commemorativa nella risurrezione. Circa novecento anni dopo che Giobbe era andato nello Sceol Geova Dio menzionò Giobbe favorevolmente, nella profezia di Ezechiele 14:14, 20. Anche il discepolo cristiano Giacomo disse che Giobbe era un esempio di perseveranza che i cristiani devono imitare. — Giac. 5:11.
24. Che cosa ha indicato l’esame fatto finora circa lo Sceol o Ades e lo stato di quelli che vi si trovano?
24 Fino ad ora noi lettori de La Torre di Guardia abbiamo esaminato solo una parte del soggetto dello Sceol o Ades. Ma siamo convinti del fatto che la Sacra Bibbia dà una speranza incoraggiante a quelli che vi sono. Tutti i morti umani che vi si trovano sono veramente morti, non vivi e consapevoli o parzialmente consapevoli, ma fuori dell’esistenza, poiché lo Sceol o Ades biblicamente significa la comune tomba del morto genere umano. Non è un solo sepolcro, una sola tomba commemorativa, ma è la comune tomba di innumerevoli morti umani i cui resti giacciono nella polvere della terra. Essa diventa continuamente più grande perché gli uomini continuano a morire e ad essere sepolti. Sembra che non sia mai soddisfatta del numero dei suoi incalcolabili morti.
SOLO UNO SCEOL O ADES
25. Come Proverbi 30:15, 16 e il Cantico di Salomone 8:6 commentano il fatto che lo Sceol o Ades non è sazio?
25 Il saggio re dell’antichità notò questo fatto e scrisse: “Vi sono tre cose che non si saziano, quattro che non dicono: ‘Basta!’ Lo Sceol e il seno sterile, la terra che non è sazia d’acqua, e il fuoco che non dice: ‘Basta!’” (Prov. 30:15, 16) Per indicare quanto è esigente lo Sceol nelle sue richieste al condannato, morituro genere umano, lo stesso saggio lo paragona all’amore che esige esclusiva devozione, dicendo: “Forte come la morte è amore, ferma come Sceol è la passione: le sue fiamme, fiamme di fuoco, i suoi lampi, lampi di Jah!” (Cant. 8:6, Na) La morte esige la vita del condannato genere umano, e lo Sceol i corpi.
26. (a) A che cosa paragonò Abacuc 2:5 il sentito desiderio del re dell’antica Babilonia? (b) Come descrive Isaia 5:14, 15 lo Sceol, e perché in questo modo?
26 Il sentito desiderio dell’antico re di Babilonia di conquistare altre nazioni e altri popoli è paragonato al desiderio dello Sceol di altre vittime della morte. Quando Babilonia stava per divenire la potenza mondiale dominante e minacciava così Gerusalemme, Abacuc, profeta di Geova, scrisse riguardo alla regnante dinastia di Babilonia: “In realtà, perché il vino è sleale, l’uomo robusto è millantatore; e non raggiungerà la sua meta, colui che ha reso la sua anima spaziosa proprio come lo Sceol, e che è come la morte e non si può saziare. E continua a raccogliere a sé tutte le nazioni e a radunare a sé tutti i popoli”. (Abac. 2:5) Simbolicamente parlando, lo Sceol ha una grande bocca, onde prendere molti per volta. Questa è l’idea espressa dal profeta Isaia quando dice: “Perciò [poiché tanti muoiono per mancanza di conoscenza di Geova Dio] lo Sceol ha reso la sua anima spaziosa e ha spalancato la sua bocca oltre i limiti; e ciò che è splendido in [Gerusalemme], anche la sua folla e il suo clamore e l’esultante, per certo vi scenderanno [nello Sceol]”. — Isa. 5:14, 15.
27. (a) Rispetto al numero, com’è l’Ades in paragone con i singoli luoghi di sepoltura? (b) Benché molte di queste tombe scompaiano, che dire dello Sceol?
27 Molto appropriatamente, poiché lo Sceol o Ades è la comune tomba dei morti umani che sono nella polvere della terra, la Bibbia parla solo di uno Sceol o Ades, mentre parla di molte tombe. Gli antichi Israeliti richiamarono l’attenzione sulle molte tombe quando si lamentarono col profeta Mosè: “Mancavano forse delle sepolture in Egitto, che tu ci hai portati a morire nel deserto?” (Eso. 14:11, Na) Circa nove secoli dopo il profeta Ezechiele disse al popolo di Dio esiliato a Babilonia e le cui speranze sembravano svanite: “Così dice il Signore Iddio: Ecco, Io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco sulla terra d’Israele. Riconoscerete che Io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio”. (Ezech. 37:12, 13, Na) Sì, sono stati scavati innumerevoli luoghi di sepoltura o tombe. Di molte di esse è scomparsa ogni traccia. Ma rimane un solo Sceol o Ades, e diventa sempre più grande poiché l’umanità continua a morire.
28. Quali domande sorgono in merito all’operato dello Sceol o dell’Ades, e dove troviamo la risposta fidata?
28 Comunque, l’avido Sceol o Ades continuerà eternamente a divorare la carne umana? Continuerà sempre a tenere le sue vittime umane? Continuerà eternamente a trionfare sulla razza dei discendenti di Adamo? Continuerà eternamente a rendere testimonianza alla morte che il genere umano ha ereditato dal peccatore Adamo, il nostro primo padre umano? Le uniche risposte fidate che possiamo ottenere a queste domande sarebbero quelle del Creatore dell’uomo, Geova Dio. Egli dà la risposta nella profezia di Osea 13:14 (Na): “Li strapperò di mano allo Sceol, li riscatterò dalla Morte? Dov’è, o Morte, la tua pestilenza? Dove sono, o Sceol, i tuoi flagelli? La pietà è nascosta ai miei occhi”.
29. (a) Sotto quale forma rendono Osea 13:14 alcuni traduttori della Bibbia, come An American Translation? (b) Comunque, a quale domanda non danno risposta queste traduzioni della Bibbia?
29 Alcuni traduttori della Bibbia rendono Osea 13:14 sotto forma di quattro domande; per esempio An American Translation (Una traduzione americana) dice: “Li riscatterò dal potere dello Sceol? Li redimerò dalla morte? Dove sono le tue piaghe, o Morte? Qual è la tua distruzione, o Sceol?” Dopo aver letto i precedenti versetti, le logiche risposte alle prime due domande sarebbero No! Dio non redimerebbe o non riscatterebbe i disubbidienti Israeliti dalla mano o dal potere dello Sceol; non li ristabilirebbe dalla morte. Non mostrerebbe compassione, nessun pentimento da parte sua, ma lascerebbe morire questi disubbidienti e li lascerebbe afferrare dall’avida mano dello Sceol. Quindi Dio chiederebbe dove sono le piaghe della morte e dov’è la distruttività dello Sceol. Vengano lo Sceol e la morte e colpiscano di piaghe e distruggano i disubbidienti. Tuttavia, questa traduzione americana di Osea 13:14 lascia sempre senza risposta la domanda: Che ne farà Dio dopo che la morte li ha colpiti di piaghe e dopo che lo Sceol li ha distrutti? Li farà rimanere Dio per sempre in potere della morte e dello Sceol? O li risusciterà Dio al tempo dovuto?
30, 31. (a) A favore di che cosa risponde Paolo in 1 Corinti 15:54-57? (b) Come avverrà la vittoria mediante Gesù Cristo, e quale disposizione mentale ci dà questo per il nostro ulteriore studio?
30 L’ispirato apostolo cristiano Paolo risponde a favore della risurrezione dei morti. Al culmine del suo meraviglioso capitolo sulla risurrezione Paolo scrive: “Allora sarà adempiuta la parola che è scritta [in Isaia 25:8]: ‘La morte è inghiottita per sempre’. ‘Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?’ Il pungiglione che produce la morte è il peccato [ereditato da Adamo], ma la potenza del peccato è la Legge [data mediante Mosè, con la sua condanna di tutti gli uomini colpevoli di peccato]. Ma grazie a Dio, poiché egli ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo!” (1 Cor. 15:54-57) Sì, l’Onnipotente Dio può inghiottire per sempre la morte e annullare la sua vittoria! Ha mostrato il suo potere di farlo destando suo Figlio Gesù Cristo dalla morte e dallo Sceol diciannove secoli fa. Infatti, questa risurrezione di Gesù Cristo è la sicura garanzia che Dio risusciterà l’umanità in generale mediante Gesù Cristo quale Re regnante nel promesso regno di Dio.
31 Perciò, dunque, con una disposizione mentale piena di speranza continueremo a trattare questo meraviglioso soggetto in altre parti della considerazione della domanda: Chi sarà risuscitato dai morti?
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