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Il sacerdozio tipico indica la viaLa Torre di Guardia 1968 | 15 novembre
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Il sacerdozio tipico indica la via
“Israele è mio figlio, il mio primogenito . . . un regno di sacerdoti e una nazione santa”. — Eso. 4:22; 19:6.
1. Al tempo di Mosè, Geova come si riferì al popolo d’Israele, e in quali circostanze?
NELL’OTTAVA generazione da Abraamo (a Nadab figlio di Aaronne) il suo seme era cresciuto divenendo una moltitudine di milioni di persone, che però servivano come schiavi un severo padrone, Faraone d’Egitto. Il loro numero aveva già superato la popolazione nativa, così che il geloso timore dettò una politica di asservimento per mezzo della dura schiavitù. A questo punto critico l’angelo di Geova apparve a Mosè nel rovo ardente e lo informò: “In modo incontestabile ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito il grido che gli strappano quelli che lo costringono al lavoro; perché conosco bene le pene che soffre. E mi accingo a scendere per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per trarlo fuori di quel paese”. Egli comandò a Mosè di dire a Faraone: “Geova ha detto questo: ‘Israele è mio figlio, il mio primogenito. E io ti dico: Manda via mio figlio affinché mi serva. Ma se tu rifiuti di mandarlo via, ecco, io ucciderò tuo figlio, il tuo primogenito’”. — Eso. 1:8-10; 3:7, 8; 4:22, 23.
2. Diede Geova la prova che era l’Iddio degli Israeliti? Come?
2 Faraone fu abbastanza temerario da rifiutar di conformarsi alla richiesta di Geova di liberare il suo primogenito, il suo popolo d’Israele, e così dovette pagarne la pena. Con mano potente Geova liberò il suo popolo, e così facendo colpì il paese d’Egitto con forti colpi che senza dubbio paralizzarono quella nazione per molti decenni. Non solo il bestiame e le messi furono gravemente danneggiati da una serie di calamità, ma il primogenito di ogni casa e di ogni bestia fu ucciso dall’angelo di Geova, e infine il fior fiore dei guerrieri egiziani insieme ai loro cavalli e carri furono inghiottiti dalle acque del mar Rosso che si richiusero. Geova poté perciò dichiarare veracemente: “Fui io a trarre Israele fuori d’Egitto e a liberarvi dalla mano d’Egitto”. — 1 Sam. 10:18.
3. Quale grande opportunità Dio pose dinanzi al popolo d’Israele?
3 Nel terzo mese dopo quella grande liberazione, il popolo primogenito di Geova era accampato dinanzi al monte Sinai, e lì per mezzo del suo profeta Mosè, Geova dichiarò loro: “Voi stessi avete visto ciò che io feci agli Egiziani, per portarvi su ali d’aquile e condurvi a me. E ora se ubbidirete strettamente alla mia voce e osserverete in realtà il mio patto, per certo diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, perché l’intera terra appartiene a me. E voi stessi mi diverrete un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Eso. 19:4-6) Pensate! Una nazione di sacerdoti, e il primogenito di Geova, a sottintendere che sarebbero stati solo la prima di una famiglia di nazioni che Geova avrebbe avute! E questo particolare “figlio” si sarebbe altamente distinto come nazione sacerdotale che al tempo fissato avrebbe potuto avere il privilegio di rappresentare dinanzi a Geova tutti gli altri gruppi nazionali. Questa nazione santa doveva ereditare le benedizioni di Geova in senso speciale, così che per mezzo di essa tutti gli altri popoli traessero beneficio in armonia con la promessa di Dio al fedele Abraamo. — Gen. 22:18.
4. Con quali provvedimenti Geova dispose di fondere le tribù d’Israele in una nazione teocratica?
4 Con vivo interesse, dunque, proseguiamo la considerazione di come Dio trattò con la nazione che si era compiaciuto di designare quale suo primogenito. Da una vaga associazione di gruppi tribali dovevano ora divenire una nazione sotto il dominio teocratico, il dominio di Dio. Per favorire questo proposito, fu presa una speciale disposizione per un sistema di adorazione nazionale. Alle esigenze della pura adorazione familiare, già nota a motivo dell’istruzione di fedeli patriarchi, si dovevano ora aggiungere certi nuovi e incomparabili aspetti, cioè un santo luogo di adorazione centrale, un sacerdozio, e norme per regolare la pura adorazione nazionale di Geova loro grande Liberatore.
5. Perché c’era da aspettarsi che i particolari della costruzione della tenda nel deserto fossero importanti?
5 Il modello che Mosè seguì nella costruzione di un tempio portatile o luogo santo non si basava su qualcosa che il profeta avesse visto in Egitto. Gli fu dato da Geova, poiché il messaggero angelico di Dio consigliò a Mosè: “E vedi di farli secondo il loro modello che ti è stato mostrato sul monte”. In considerazione di ciò i particolari di questo modello dovevano sicuramente essere in relazione con profonde e significative implicazioni per il futuro, particolarmente quando comprendiamo che questa tenda non era che un provvedimento temporaneo per il periodo dei loro viaggi verso la terra promessa ad Abraamo loro antenato. — Eso. 25:40.
6. Descrivete la costruzione e gli arredi della tenda.
6 Le cortine sostenute da pali tutt’intorno al cortile della tenda separavano quel luogo santo dal circostante accampamento israelita. La tenda stessa era divisa in due parti, una delle quali aveva la forma di un cubo esatto. Questo era il compartimento più interno o Santissimo. Era separato dalla camera anteriore per mezzo di una cortina di materiale meravigliosamente ricamato. Dietro quella cortina c’era soltanto un arredo, l’arca della testimonianza, col suo coperchio d’oro massiccio dall’intricata forma di un trono protetto da cherubini dalle ali distese. Dentro l’Arca stessa c’erano le tavolette delle Dieci Parole scritte dal dito di Dio, e, in seguito, un campione di manna dal cielo in un recipiente d’oro, nonché la verga di mandorlo che attestava che Dio aveva scelto la casa di Aaronne per il sacerdozio in Israele. Nel primo compartimento c’era una tavola per il pane di presentazione, un candelabro d’oro e l’altare per l’incenso. Di fronte alla tenda c’era il grande bacino di rame per lavarsi, mentre fra questo e la porta del cortile era situato il grande altare del sacrificio. Sia che la nazione fosse accampata o in marcia, questo santo luogo di adorazione era maneggiato esclusivamente da un sacerdozio specialmente scelto e santificato. — Esodo capp. 25, 26, 27.
SACERDOZIO RAPPRESENTATIVO
7. In quali modi la tribù di Levi fu particolarmente benedetta e onorata da Geova?
7 Geova comandò al suo mediatore Mosè di formare un sacerdozio che rappresentasse l’intera nazione. Aaronne e i suoi discendenti maschi furono scelti come speciale famiglia sacerdotale attraverso la quale sarebbe stata assicurata la successione dei sommi sacerdoti. Fino a quel momento, secondo i provvedimenti patriarcali, i figli primogeniti sarebbero stati idonei ad adempiere i doveri di sacerdoti, ciascuno a favore del suo rispettivo gruppo familiare. Ora, comunque, Geova comandò che l’intera tribù di Levi sostituisse i primogeniti di tutto Israele, e doveva costituire la congregazione o tribù dei primogeniti sotto la direttiva della famiglia di Aaronne. (Num. 3:41) Il loro antenato Levi aveva commesso con Simeone presuntuosa e vendicativa violenza, per cui dovevano subire le conseguenze. Comunque, allorché Mosè chiese dei volontari che servissero da giustizieri contro gli ostinati e idolatri conservi israeliti, la tribù di Levi rispose prontamente. Ora, vedete come Geova li benedisse meravigliosamente! Come tribù ebbero ora il privilegio sotto Aaronne di prendere la direttiva nelle cose dell’adorazione, come avevano fatto i fedeli figli primogeniti o eredi secondo l’usanza patriarcale. — Gen. 49:5-7; Eso. 32:25-29; Num. 3:5-51.
8. Come fu mostrato che la carica di Aaronne era essenziale nel provvedimento di Dio per il popolo d’Israele?
8 Aaronne fu scelto da Geova per essere sommo sacerdote ed avere la principale responsabilità nella giusta adorazione di un popolo che doveva sforzarsi di meritare la designazione di “nazione santa”. Notate come questa responsabilità era messa in risalto da certe caratteristiche delle vesti del sommo sacerdote: “E Aaronne deve portare i nomi dei figli d’Israele sul pettorale del giudizio sopra il suo cuore, quando entra di continuo nel Santo, come memoriale dinanzi a Geova. E devi mettere l’Urim e il Tummim nel pettorale del giudizio, e devono essere sul cuore di Aaronne quando entra dinanzi a Geova; e Aaronne deve di continuo portare i giudizi dei figli d’Israele sul suo cuore, dinanzi a Geova. E [il turbante con la speciale lamina d’oro legata sulla sua parte anteriore] dev’esser sulla fronte di Aaronne, e Aaronne deve rispondere dell’errore commesso contro gli oggetti santi, che i figli d’Israele santificheranno, cioè tutti i loro doni santi; e deve stare di continuo sulla sua fronte, per ottenere dinanzi a Geova l’approvazione verso di loro”. (Eso. 28:29, 30, 38) In tutto questo possiamo vedere che è data importanza al bisogno di purificare l’adorazione del popolo per timore che Geova facesse abbattere su di loro l’infuocata esecuzione meritata dalla loro condizione peccaminosa.
INSEDIAMENTO DEL SACERDOZIO TIPICO
9. Quali passi fece Mosè in relazione all’insediamento del sacerdozio tipico?
9 Il capitolo ventinovesimo di Esodo espone le istruzioni per l’insediamento del sacerdozio aaronnico, e l’ottavo capitolo di Levitico narra quando le esigenze di Geova a questo riguardo andarono effettivamente in vigore. Tutto Israele fu chiamato ad assistere alla cerimonia all’ingresso del cortile. Prima Mosè lavò Aaronne e i suoi quattro figli e quindi vestì Aaronne con i distintivi abiti sacerdotali. Quindi prese dell’olio d’unzione e lo spruzzò sulla tenda e sui suoi arredi e utensili. Infine versò dell’olio di unzione sulla testa di Aaronne. Quindi Mosè vestì i figli di Aaronne con le loro vesti sacerdotali. Ci fu quindi il sacrificio di un giovane toro e di due montoni, e in ciascun caso Aaronne e i suoi figli posero prima le mani sulla testa degli animali presentati per essere scannati. In effetti, quella era una testimonianza da parte loro che quegli animali li sostituivano, e quindi il modo particolare in cui si disponeva di quegli animali avrebbe indicato la loro purificazione dal peccato e dalla condanna dinanzi a Dio, e come risultato sarebbero stati un santo, puro sacerdozio degno d’essere usato da Geova nel servizio sacerdotale.
10. Spiegate (a) come furono usate le varie parti del toro dell’offerta per il peccato, (b) come fu usato il primo montone, e (c) come fu impiegato il montone di insediamento.
10 Il giovane toro fu scannato e il suo sangue fu spruzzato sull’altare del sacrificio e versato tutt’intorno alla sua base come speciale santificazione di questa santa “tavola” su cui sarebbero state consumate dal fuoco le future offerte a Geova. Il grasso dell’intestino del toro con i reni e la parte annessa al fegato furono quindi fatti fumare sull’altare, mentre le parti rimanenti della carne con la pelle e lo sterco furono bruciati fuori del campo. Il primo montone fu quindi scannato e il suo sangue venne pure spruzzato sull’altare, dopo di che l’intero animale fu fatto fumare sull’altare. Il secondo montone fu trattato in modo diverso. Parte del suo sangue fu messo da Mosè sul lobo dell’orecchio destro, sull’alluce del piede destro e sul pollice della mano destra di Aaronne e dei suoi quattro figli. Le parti grasse e la gamba destra furono quindi posti sulle mani di quei cinque uomini e agitati da una parte all’altra dinanzi a Geova. Mosè prese quindi tali porzioni e le fece fumare sull’altare come sacrificio d’insediamento. La parte migliore del petto fu agitata da una parte all’altra dinanzi a Geova da Mosè stesso e fu quindi mangiata da Mosè come sua porzione di questa speciale offerta.
11. Quali ulteriori istruzioni circa la cerimonia d’insediamento Mosè dispose che fossero eseguite?
11 Mosè prese quindi dell’olio di unzione mischiato a sangue dall’altare dell’olocausto e lo spruzzò su Aaronne e sui suoi figli e sulle loro vesti. Quindi comandò loro di bollire le rimanenti parti del montone d’insediamento e di mangiarne come qualcosa di santo all’ingresso della tenda di adunanza. Lì dovevano rimanere in servizio, giorno e notte, per sette giorni in tutto, osservando la guardia obbligatoria di Geova. In ciascuno dei sei giorni successivi si doveva offrire un altro toro come offerta per il peccato. Ci dovevano pertanto volere sette giorni per riempire di potere le mani di questo sacerdozio tipico e per divenire accettevoli onde apparire dinanzi a Geova a favore della nazione d’Israele.
12. Descrivete la separazione dei Leviti come aiutanti del sacerdozio aaronnico.
12 Poiché c’era da aspettarsi che i membri di questa nazione numerosa si accostassero con le loro offerte personali e tribali ora che vi era un sacerdozio con pieni poteri, fu evidente il bisogno di un grande corpo di aiutanti del sacerdozio debitamente autorizzati. Mosè ricevette il comando di soddisfare questo bisogno con una cerimonia formale descritta per noi nell’ottavo capitolo del libro biblico di Numeri. In questa occasione i maschi idonei della tribù di Levi furono presentati, e il popolo, probabilmente per mezzo dei capitribù che lo rappresentavano, pose le mani sulla testa dei Leviti maschi. I Leviti furono pertanto fatti muovere da una parte all’altra dinanzi a Geova come offerta agitata da parte dei figli d’Israele. Poi furono presentati due giovani tori, e i Leviti posero le mani su di essi, dopo di che i tori furono scannati, uno come offerta per il peccato e l’altro come olocausto. Il significato di questa presentazione dei Leviti e la loro accettazione da parte di Geova è menzionata nelle parole che l’angelo di Dio disse a Mosè: “E prenderò i Leviti in luogo di tutti i primogeniti tra i figli d’Israele. E darò i Leviti come dati ad Aaronne e ai suoi figli di tra i figli d’Israele, per compiere il servizio dei figli d’Israele nella tenda di adunanza e per fare espiazione per i figli d’Israele, affinché non avvenga nessuna piaga tra i figli d’Israele perché i figli d’Israele si accostano al luogo santo”. — Num. 8:18, 19.
NORME PER I SACERDOTI TIPICI
13. Quali norme dovevano applicarsi al sacerdozio di Aaronne?
13 I sacerdoti e i Leviti dovevano mantenere la purezza personale e carnale, sorvegliare le offerte del popolo, compiere tutti i servizi del santuario e sorvegliare la stretta osservanza della legge di Dio fra il popolo. I sacerdoti officianti dovevano essere senza difetto o macchia d’alcuna sorta. Non dovevano aggiogarsi in matrimonio con una straniera o una ragazza israelita non idonea. Non dovevano bere nessuna bevanda inebriante mentre erano in servizio alla tenda. Avevano la responsabilità di suonare le sante trombe, provvedendo così al popolo precisa direttiva, sia in quanto all’erigere e al levare il campo, all’impegnarsi in battaglia o al celebrare qualche speciale festa a Geova. Nessun Levita doveva ricevere alcuna eredità di terra quando il popolo sarebbe arrivato in Canaan. Dovevano invece ricevere luoghi di dimora in quarantotto città strategicamente situate in tutti i paesi assegnati alle varie tribù. In questo modo il precedente decreto di Geova secondo cui dovevano essere dispersi in Israele fu adempiuto, ma nello stesso tempo Geova fece in modo che ci fossero coloro che potevano sorvegliare la pura adorazione in tutte le parti del paese assegnate alle tribù. — Num. 10:1-10; Levitico cap. 21; Num. 35:6; Gen. 49:5, 7.
14. (a) Quali sono alcune offerte che venivano portate alla tenda di adunanza? (b) Che cosa c’era d’incomparabile nei sacrifici del giorno di espiazione?
14 Per mezzo di Mosè furono impartite istruzioni riguardo alle varie offerte che si potevano portare alla tenda di adunanza, alcune come offerte di comunità e alcune come offerte di famiglia o personali; offerte per il peccato per i mali commessi, offerte per la colpa a motivo della colpa che in qualche modo poteva ricadere sull’offerente; offerte volontarie di rendimento di grazie e offerte fatte in occasione di qualche voto dinanzi a Geova. (Si veda Levitico, capitoli da 1 fino a 7). Quindi, una volta all’anno, c’erano i sacrifici del giorno di espiazione, offerti il decimo giorno del settimo mese. In questo tempo doveva aver luogo una speciale ripurificazione e risantificazione dell’intera disposizione della tenda, come per preparare la nazione a un altro anno in cui continuare ad avere tra loro la presenza e il favore di Geova. (Levitico cap. 16) Questo era un giorno di ogni anno in cui il sommo sacerdote entrava nel Santissimo con il sangue dell’offerta di espiazione. Prima di far questo doveva accertarsi che nessun sottosacerdote fosse presente nel compartimento anteriore della tenda, e che il Santissimo stesso fosse stato riempito di fumante incenso.
15. Quali statuti diede Geova al popolo, e chi avrebbe avuto molta responsabilità per la loro debita osservanza?
15 Furono pure provveduti altri statuti relativi alla pura adorazione dell’intera nazione, ed essi dovevano esser fatti osservare dal sacerdozio sotto la direttiva del suo sommo sacerdote. Il grasso e il sangue non si dovevano mangiare pena la morte. Il grasso si doveva far fumare sull’altare come un dolce odore a Geova. Il sangue, quando non era offerto sull’altare, doveva essere versato per terra. Ogni specie di impurità sessuale doveva essere evitata o immediatamente espiata col corrispondente sacrificio o punita con la morte. Calunnia, estorsione, ricorso allo spiritismo di qualsiasi specie, eran cose da investigare e i colpevoli si dovevano punire adeguatamente. Era preso uno speciale provvedimento per i casi di contaminazione involontaria per contatto con un corpo morto o qualche cosa o persona impura. Così Geova mise in risalto agli Israeliti che era essenziale mantenere puro il campo affinché egli potesse continuare a dimorare in mezzo a loro senza danneggiarli. — Lev. 3:17; Numeri cap. 19.
16. (a) Fino a che punto fu apprezzato il provvedimento divino della disposizione della tenda? (b) Quali fatti additano il fallimento del sacerdozio?
16 Pertanto Geova provvide in modo molto particolareggiato un luogo centrale di adorazione, un sacerdozio che rappresentava l’intera nazione, e debiti regolamenti e sacrifici. Ma fino a che punto sarebbe stato apprezzato dal popolo questo amorevole provvedimento? Quanto li avrebbe avvicinati al puro e santo Dio? Certo questo sacerdozio aaronnico continuò per molti secoli. Per le sue mani passarono le offerte di una generazione di Israeliti dopo l’altra. Al tempo dovuto i suoi membri officiarono nel grande tempio costruito da Salomone nella città di Gerusalemme. Ma il popolo fu continuamente incline all’idolatria e a impure pratiche pagane. Persino questo sacerdozio rappresentativo fu infedele! Infatti, non molto tempo dopo l’iniziale insediamento i figli di Aaronne, Nadab e Abiu, subirono la morte col fuoco per mano di Geova per aver osato compiere riti non autorizzati nel suo santo luogo di adorazione. I figli di Eli diedero in seguito un altro deludente esempio di uomini avidi che si servirono della sacra carica di sacerdote per i loro profani ed egoistici fini. Il profeta Michea, in un tempo posteriore, poté giustamente accusare che i “sacerdoti [d’Israele] istruiscono solo per un prezzo”, e non per amore verso Geova e verso i loro conservi nell’adorazione. — Lev. 10:1, 2; 1 Sam. 2:12-17; Mich. 3:11.
17. Ci furono alcuni buoni esempi di fedeltà nel sacerdozio?
17 Ci furono alcuni fedeli membri di questo sacerdozio la cui condotta è in vivido contrasto con quella degli infedeli. Fineas, nipote di Aaronne, dimostrò lodevole zelo per la pura adorazione quando uccise prontamente il figlio di un capotribù israelita e una principessa pagana mentre si abbandonavano ai proibiti rapporti sessuali. Geova, come ricompensa, gli diede un “patto di pace”, “il patto d’un sacerdozio a tempo indefinito”. Ieoiada, che coraggiosamente protesse e istruì il giovane principe Ioas di Giuda, sottraendolo alla campagna omicida della sua nonna pagana, Atalia, è un altro eccellente esempio. — Num. 25:1-13; 2 Cron. 22:11; 23:1-3.
18. Perché la nazione tipica non fu qualificata per divenire la “speciale proprietà” di Geova?
18 Mentre riflettiamo sulla successiva storia d’Israele dobbiamo comprendere che in complesso il sacerdozio aaronnico mancò di elevare la mente e il cuore del popolo e di avvicinarlo maggiormente a Dio. Non sventò i ben meritati, devastatori colpi che si abbatterono sul tempio e sulla città, sul sacerdozio e sul popolo, prima nel 607 a.E.V. e quindi nuovamente nel 70 E.V. Poiché la nazione non ubbidì strettamente alla voce di Geova loro Salvatore e non osservò il suo patto, non fu qualificata per divenire la sua “speciale proprietà” di fra tutti i popoli della terra. La decisione giudiziaria di Geova è perciò espressa dal suo profeta: “Perché la conoscenza [della mia volontà] è ciò che hai rigettata, anch’io ti rigetterò dal farmi da sacerdote”. — Osea 4:6.
19, 20. (a) Quali benefici derivano dalla nostra conoscenza di questi rapporti con Israele? (b) In che modo Israele condivise lo svantaggio di tutte le nazioni? (c) Quali debolezze si dovevano superare?
19 L’intera disposizione che includeva il luogo santo, il sacerdozio e le norme additò comunque il bisogno di qualche più grande provvedimento per liberare gli uomini dal peso del peccato e condurli in una più stretta comunione con l’immacolato Padre in cielo. E poiché il popolo dell’Israele naturale, come nazione, non fu qualificato come primogenito e nazione sacerdotale di Geova, possiamo avere fiducia che al tempo fissato egli avrebbe rivelato come sarebbe stata formata tale “nazione santa”, alla sua propria lode e per la benedizione di tutte le famiglie della terra. Si dovrebbe anche notare che quei provvedimenti per l’adorazione nazionale avevano molto a che fare con la purificazione esteriore e offrivano una minima purificazione interiore con cui il popolo potesse avere una buona coscienza verso Dio. Tutti i popoli, perciò, Israeliti compresi, erano ancora oppressi dallo svantaggio di una cattiva coscienza, la consapevolezza d’essere impuri e nudi agli occhi di Dio, e non avendo nessuno degno e in grado di presentare un’adeguata offerta a loro favore. Poiché il sacerdozio aaronnico, con tutti i suoi servizi, aveva solo “un’ombra delle buone cose avvenire, ma non la sostanza stessa delle cose, [esso non può] mai con gli stessi sacrifici che si offrono di continuo di anno in anno rendere perfetti quelli che si accostano”. — Ebr. 10:1.
20 Come e in base a che cosa potevano dunque le persone sperare di avvicinarsi mai all’Iddio del cielo, la Fonte della vita, ed essere con lui in una relazione non oscurata da una cattiva coscienza? Come poteva la fatale debolezza dell’imperfezione umana osservata nel mediatore Mosè, nel sommo sacerdote Aaronne e nei suoi sottosacerdoti, e nell’intero popolo, essere mai superata? Geova stesso provvide la rallegrante risposta, che considereremo nel prossimo numero de La Torre di Guardia.
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“Felice è la nazione il cui Dio è Geova”La Torre di Guardia 1968 | 15 novembre
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“Felice è la nazione il cui Dio è Geova”
Narrato da Robert A. Winkler
QUANDO giunse il critico anno del 1914 e scoppiò la prima guerra mondiale, andavo a scuola in Germania e furono fatti sforzi per spronare gli studenti a intraprendere il servizio militare. Per i volontari, era preparato uno speciale esame, e tutti erano promossi con onore. Fui uno di quegli studenti per i quali gli studi in classe finirono all’improvviso.
Ero solo un ragazzo di sedici anni quando arrivai al fronte in Francia, di là da Reims, come “volontario per un anno”. Lì al fronte, era prevista l’istruzione religiosa. Notai che il cappellano predicava esattamente il contrario di ciò che avevo imparato. Questa istruzione mi ammaestrava e mi incoraggiava a uccidere più nemici che fosse possibile e che una morte eroica doveva essere considerata qualche cosa di molto onorevole. Tutto ciò mi fece pensare. Questo oltre alla mia associazione con quelli dell’esercito mi portò infine al punto che persi la fede.
Quando rimasi gravemente ferito e tornai dal fronte molto decorato, fui congedato dall’esercito. Quindi conobbi qualcuno che studiava filosofia, e il risultato di questa associazione fu che divenni ateo, come lui.
DIVENNI UNO DEL POPOLO DI GEOVA
Rimasi ateo fino al 1924, quando venni a contatto con un Bibelforscher, cioè un testimone di Geova. Ciò che egli mi disse della Bibbia mi era del tutto nuovo. Fui spronato a cercare nuovi argomenti per confutare le sue vedute. Accettai tutta la letteratura che mi presentò e studiai fino a notte inoltrata. Il libro Il Divin Piano delle Età mi interessò particolarmente poiché volevo sapere qual era quel “piano”.
Poiché passavo ogni sera a studiare questa letteratura e a parlarne, tutti i miei familiari si volsero contro di me. Infine, mio padre bruciò tutti i miei libri. Tutta la nuova letteratura che potei ottenere da allora in poi dovetti tenerla ben nascosta.
Ben presto compresi che non potevo trovare argomenti per confutare quelli del Bibelforscher e fui costretto a rendermi conto che era proprio la verità di Dio. Provai un’indescrivibile gioia apprendendo quali erano i propositi di Geova, acquistando intendimento del regno di Dio e delle benedizioni che avrebbe recato al genere umano. Queste promesse, queste speranze di benedizioni semplicemente mi commossero. Compresi ciò che aveva detto il salmista in Salmo 33:12 e potei unirmi a lui nel dire: “Felice è la nazione il cui Dio è Geova”.
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