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Fez, dove passato e presente s’incontranoSvegliatevi! 1970 | 22 settembre
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che vende tappeti, pedane e coperte. Alcuni di questi bazar sono palazzi trasformati con begli intarsi sulle pareti e sui soffitti. Sono esposti tappeti di ogni colore e grandezza, fatti a mano da artigiani marocchini. Il padrone del bazar srotola instancabilmente un tappeto dopo l’altro nel tentativo di invogliarci a comprare, esaltando contemporaneamente i pregi di ciascun articolo. Alcuni bazar provvedono al compratore tè di menta da bere mentre osserva l’esposizione.
Che cosa ci ha particolarmente colpiti durante la nostra visita a Fez? Il contrasto fra la vita nella città vecchia, dove le persone vanno avanti pressappoco come secoli fa, e la vita a breve distanza nella ‘città nuova’, dove il modo di vivere è simile a quello di altre parti del mondo occidentale.
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La versatile palma da sagùSvegliatevi! 1970 | 22 settembre
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La versatile palma da sagù
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Papuasia
ERA caldo e umido e regnava la solita confusa atmosfera nel mercato locale. La gente arrivava presto dai villaggi lungo la costa e nell’interno. I venditori erano seduti sull’erba accanto alle loro mercanzie, masticando betel e cogliendo l’occasione per parlare degli avvenimenti locali.
Notai che molti vendevano grossi pezzi di una sostanza di colore bruno che i compratori cercavano avidamente. Volgendomi verso Laea, il mio compagno del luogo, chiesi che cos’era.
“Ebbene, quello è il nostro alimento principale”, rispose. “Nella nostra lingua lo chiamiamo ‘poi’, ma in italiano si chiama di solito ‘sagù’”.
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Intrappolati nella valle del torrenteSvegliatevi! 1970 | 22 settembre
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Intrappolati nella valle del torrente
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Israele
ERA l’annuale festa di Pasqua in Israele. Giacché eravamo liberi per alcuni giorni dal lavoro secolare, decidemmo di fare un viaggio verso sud, passando per Beer-Seba, attraversando la parte settentrionale del deserto del Negheb e arrivando fino al mar Morto e Masada. Il nostro gruppo di due macchine si attendeva un viaggio interessante.
La forte pioggia che cadde la mattina di Pasqua raffreddò la nostra eccitazione, ma pensammo che il tempo sarebbe cambiato in fretta, giacché di solito in aprile la stagione delle piogge è finita. Evidentemente questa era l’ultima “pioggia primaverile”. (Deut. 11:14) Mentre ci dirigevamo a sud il tempo migliorò.
Attorno a Gat, chiamata ora Kiryat-Gat, la campagna era verde e piacevole. Quei Filistei conoscevano il posto dove stabilirsi! Superando le nere tende di peli di capra di appartenenti alle tribù beduine lungo la strada verso Beer-Seba, pensammo al giorno di Abraamo, quasi 4.000 anni fa, quando anch’egli “dimorò in tende” in questa regione. (Ebr. 11:9) Quando giungemmo a Beer-Seba il sole splendeva già luminosamente.
Ci avviammo ora a sud e cominciammo a salire continuamente. Com’è pittoresco qui il deserto! Ci sono strati rocciosi di tanti colori: viola, verde, giallo, scarlatto, azzurro, per menzionare i pochi che scorgemmo.
Ci fermammo quando una delle automobili ebbe due gomme a terra. C’era un’unica soluzione; l’altra macchina avrebbe dovuto recarsi alla più vicina città per far riparare le gomme. Come fummo sorpresi vedendo il luminoso sole trasformarsi bruscamente in un violento temporale! Proprio allora arrivammo a un uadi o valle asciutta, attraverso cui passava la strada. Sarà stata larga ottocento metri. Notammo che si stava già formando un ruscello. Il cielo si fece anche più scuro e l’acquazzone assunse proporzioni allarmanti, tanto che il tergicristallo dell’automobile non serviva a nulla.
Pareva che l’intera valle tremasse, piena d’acqua tumultuosa da ogni parte. In ogni luogo si formavano all’improvviso corsi d’acqua e le acque erano sempre più veloci. Cercammo decisamente di guadagnare l’altra parte della valle per arrivare su terreno più elevato. Ci riuscimmo quasi, ma trovammo l’acqua fonda davanti a noi. Un Arabo beduino ci fece segno di tornare per la via dalla quale eravamo venuti. Riuscimmo a girare l’automobile e ritornare sui nostri passi.
Ma mentre tornavamo indietro, a metà della valle, l’acqua fonda ci tagliò la strada. Non c’era possibilità di raggiungere l’altra parte. Il fondo stradale scomparve completamente sotto le crescenti acque. Ci allontanammo con l’auto dalla strada fermandoci su un grande banco di sabbia, su cui si trovavano vari utensili e macchine per lavori stradali. Tutti gli operai erano a casa con le loro famiglie, poiché era la festa di Pasqua. Pochi metri più in là la capanna di un operaio fu rovesciata dalla forte corrente. Nella valle regnava il caos. Grandi serbatoi di combustibile galleggiavano e ballavano nelle acque tumultuose, urtandosi gli uni gli altri e rovesciando il loro contenuto. Altri attrezzi furono trascinati a valle.
Un guardiano beduino aveva la tenda piantata su un vicino banco di sabbia. Fummo sorpresi che la sua tenda potesse resistere nonostante tali forti piogge! La sua presenza poco lontano ci rassicurava.
Passata un’ora, le piogge diminuirono alquanto e la visibilità migliorò. Potemmo vedere che l’intera valle era piena di tonnellate d’acqua caduta dal cielo. Notammo pure che gli unici due punti ancora sopra la superficie delle acque erano il banco di sabbia su cui avevamo parcheggiato e il luogo dove il beduino aveva la sua tenda.
Quando il livello dell’acqua scese abbastanza, questo amichevole guardiano ci raggiunse a guado e ci assicurò che avremmo dovuto aspettare alcune ore prima di fare un tentativo di muoverci. Non aveva importanza, eravamo così grati d’essere vivi!
Circa tre ore dopo riapparve la strada. Uno strato di pietrisco e sassi ne copriva la superficie, su cui dovevamo guidare l’automobile. Fu una lotta, ma arrivammo dall’altra parte e infine ci incontrammo con il gruppo dell’altra automobile.
Avevamo imparato per esperienza personale a che cosa si riferisce la Bibbia con l’espressione “valle del torrente” e “un torrente che non si poteva guadare”. — Deut. 2:24; Ezec. 47:5.
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