Germania (1)
LA GERMANIA ha esercitato una profonda influenza sulla storia. Il suo popolo ha la reputazione di lavorare strenuamente e di ubbidire all’autorità. Queste qualità hanno costituito un fattore notevole nella crescita economica della nazione, così che oggi la Germania Occidentale, con la sua popolazione di oltre sessanta milioni di abitanti, è uno dei giganti industriali del mondo. Essa commercia con ogni parte della terra. E per soddisfare i bisogni della sua prospera economia, nei recenti anni è stato necessario far venire nel paese più di tre milioni di “lavoratori ospiti” da Grecia, Iugoslavia, Italia, Spagna, Portogallo, Turchia e altri paesi.
L’influenza della Germania si è sentita anche in altri modi. Durante la prima guerra mondiale, dal 1914 al 1918, gli eserciti tedeschi avanzarono verso oriente in Russia, e ad occidente attraverso il Belgio in Francia. Prima che il conflitto terminasse, erano impegnati nella guerra contro un’alleanza di ventiquattro nazioni di ogni parte del globo. La Germania fu sconfitta. Ma solo dopo breve tempo un veterano di quella guerra, Adolf Hitler, cominciò la sua ascesa al potere. Nel 1933, come capo del partito nazionalsocialista, fu fatto cancelliere della Germania. In breve tempo egli assoggettò il popolo tedesco a un regno di terrore e nel 1939 lanciò il mondo in un’altra guerra mondiale, assai più estesa e distruttiva della prima.
Che cosa facevano le chiese mentre avveniva tutto questo? Ogni domenica, in armonia con un concordato firmato nel 1933 fra il Vaticano e la Germania, il clero cattolico implorava la benedizione del Cielo sul Reich tedesco. Fece il clero protestante qualche protesta? Al contrario, nel 1933 espressero unitamente incondizionato sostegno allo stato nazista. E nel 1941, molto tempo dopo che la seconda guerra mondiale era cominciata, la Chiesa Protestante Evangelica di Magonza, in Germania, ringraziò Dio d’aver dato al popolo un Adolf Hitler.
AVVENIMENTI RELIGIOSI ANTERIORI
È interessante che fu qui in Germania che, il 31 ottobre 1517, Martin Lutero inchiodò le sue novantacinque tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg, per protestare contro le pratiche che credeva fossero in disaccordo con la Parola di Dio. Ma la protesta religiosa s’intrecciò presto con gli interessi politici, e molto prima del ventesimo secolo non solo la Chiesa Cattolica, ma anche le organizzazioni protestanti si erano chiaramente identificate come parte del mondo.
Comunque, mentre si avvicinava il tempo in cui “il regno del mondo” doveva da Dio esser dato a un re celeste, al Signore Gesù Cristo, in Germania, come in altre parti del mondo, c’era un’opera da compiere. (Riv. 11:15) Era un’opera che richiedeva persone con genuina fede nella Bibbia quale Parola di Dio. Essa richiedeva che comprendessero come per essere discepoli di Cristo non dovevano essere “parte del mondo”. (Giov. 17:16; 1 Giov. 5:19) Perché? Perché, invece di dare il loro sostegno ad alcun governo degli uomini, dovevano proclamare il messianico regno di Dio come la sola speranza per il genere umano. (Matt. 24:14; Dan. 7:13, 14) Chi avrebbe afferrato questa opportunità?
Nel decennio dopo il 1870, Charles Taze Russell aveva cominciato a radunare in America un gruppo di studenti biblici che erano vivamente interessati alla seconda venuta di Cristo. Essi videro il bisogno di condividere con altri le cose meravigliose che apprendevano dalla Parola di Dio. Mentre l’opera progrediva, e la distribuzione di letteratura biblica assumeva più estese proporzioni, fu necessario formare l’ente legale oggi noto come la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania (Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania), e il fratello Russell ne fu il primo presidente.
Avendo riconosciuto l’importanza di divulgare la buona notizia fino alle più lontane parti della terra, nel 1891 la Società Torre di Guardia prese disposizioni affinché il fratello Russell viaggiasse all’estero per determinare le possibilità di espansione dell’opera. (Atti 1:8) Durante questo viaggio il fratello Russell visitò Berlino e Lipsia. Ma in seguito riferì: “Non vediamo . . . nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia o in Austria o in Germania”. Ciò nondimeno, dopo il suo ritorno, furono prese disposizioni per pubblicare in Germania parecchi libri e volantini. Le persone che dalla Germania erano emigrate negli Stati Uniti e avevano letto la letteratura della Società la mandavano ai loro parenti e amici in Germania, incoraggiandoli a leggerla nel loro studio della Bibbia.
Fu dopo un certo numero d’anni, nel 1897, che fu pubblicato ad Allegheny, in Pennsylvania, il primo numero tedesco de La Torre di Guardia, intitolato Zions Wacht-Turm und Verkündiger der Gegenwart Christi. Charles T. Russell era il direttore editoriale; il suo assistente di redazione era Otto A. Kötitz. In quel tempo erano già stati stampati negli Stati Uniti i primi tre volumi dell’Aurora millenniale in tedesco.
Per semplificare la spedizione in Germania e in altri territori europei, un deposito di letteratura fu aperto in Nürnberger Strasse 66, a Berlino. La sorella Margarethe Giesecke aveva la sorveglianza e curava la regolare spedizione di 500 copie di ciascun numero della Zions Wacht-Turm. Al principio del 1899 il deposito della letteratura fu trasferito da Berlino a Brema sul Weser.
LENTO INIZIO
Nonostante gli accresciuti sforzi, nel 1898 la situazione era tale che la Società ritenne appropriato emanare questa dichiarazione: “Pur riconoscendo l’interesse e lo zelo dei nostri cari lettori, dobbiamo informarli che le ordinazioni di copie de La Torre di Guardia sono state lo scorso anno inferiori a quanto si attendeva, facendoci chiedere: Dovremmo smettere di stampare La Torre di Guardia completamente o forse stamparla solo una volta ogni due o tre mesi?” Per un po’ di tempo si stampò solo ogni tre mesi, sebbene col doppio di pagine.
Benché non fosse stato conseguito nessun risultato di particolare rilievo, gli sforzi compiuti non furono affatto vani. Per amore dell’efficienza nel 1902 si aprì un ufficio a Elberfeld (Wuppertal), di cui fu incaricato il fratello Henninges. Nell’ottobre del 1903 il fratello Russell mandò in Germania il fratello Kötitz ad assumere la soprintendenza, e il fratello Henninges fu mandato in Australia in un’assegnazione speciale. Dalla Germania il fratello Kötitz era emigrato in America con i suoi genitori e vi aveva intrapreso nella primavera del 1892 il servizio di Geova. Solo con una breve interruzione aveva prestato servizio come assistente di redazione de La Torre di Guardia tedesca finché il fratello Russell l’aveva mandato in Germania. Tuttavia, come erano ancora considerati dall’ufficio principale, nel 1903 i risultati erano ancora insoddisfacenti. Il rapporto annuale su questo periodo dice: “La filiale tedesca s’è aperta in condizioni abbastanza prospere, tuttavia non è ciò che avevamo sperato. L’unità del ‘corpo’ e dell’opera della ‘raccolta’ non sembra sufficientemente apprezzata dai fratelli tedeschi. . . . Si propone comunque di continuare la missione nel 1904, dando al campo una buona opportunità e attendendo dal Signore la guida per vedere se ci sono o no campi più favorevoli per l’uso di tempo e denaro consacrati”.
Questi erano anni difficili per la predicazione della buona notizia in Germania. I nemici religiosi e politici erano già comparsi nella scena. Il nazionalismo era fiorito con la fondazione nel 1871 del Reich del Kaiser tedesco ed era promosso non solo dai politicanti, ma anche dai capi religiosi. “Vogliamo un cristianesimo tedesco, non americano”, e altri detti simili, potevano udirsi nelle chiese. Le tenere piante della verità, che appena cominciavano a crescere, erano per così dire assoggettate a un improvviso gelo primaverile. Comunque, stavano felicemente per apparire le prime evidenze che gli sforzi compiuti non erano stati vani.
PRIME CONGREGAZIONI
Nel 1902 una sorella cristiana si trasferì a Tailfingen, situata a est della Selva Nera. Ella aveva appreso la verità in Svizzera e ora cercava di trasmetterla agli abitanti di Tailfingen. Il suo nome era Margarethe Demut, ma, in riconoscimento del fatto che parlava sempre di una nuova “età d’oro”, era dagli abitanti locali chiamata “Gretle d’Oro”. La sua attività le fece conoscere un uomo, che, insieme a sua sorella e a due uomini di loro conoscenza, cercava la verità. Essi avevano già cercato di trovarla nella Chiesa Metodista. Dopo aver letto il trattatino che ella aveva lasciato a casa loro, immediatamente scrissero per chiedere i volumi disponibili dell’Aurora millenniale. Essi erano noti all’intera comunità come uomini devoti, altamente rispettati per la loro buona condotta. Una delle prime congregazioni della Germania fu formata lì e divenne nota fra gli abitanti della comunità come la “Congregazione millenniale”.
Questi fratelli cristiani erano sostenuti con zelo da un’altra sorella, Rosa Möll. Siccome nella comunità ella parlava così liberamente a tutti del “Millennio”, subito le diedero il soprannome di “Rösle millenniale”. Questa sorella, ora ottantanovenne, ha servito Geova per più di sessant’anni, compresi otto anni di campo di concentramento di Hitler a Ravensbrück.
I semi di verità cominciarono a germogliare anche nella Bergische Land a nord-est di Colonia. Dalla Svizzera un rappresentante della Società Torre di Guardia si trasferì intorno al 1900 in questa regione. Si chiamava Lauper. A Wermelskirchen conobbe l’ottantenne Gottlieb Paas, inoltre Otto Brosius presbitero e membro del consiglio dei direttori della chiesa, e sua moglie Mathilde. Tutti cercavano la verità e dopo aver studiato la letteratura della Torre di Guardia, si resero conto d’averla trovata. Subito organizzarono le adunanze in un ristorante di Wermelskirchen. Molti componenti delle famiglie Paas e Brosius assistevano alle adunanze; spesso vi erano presenti da settanta a ottanta persone. Subito dopo Gottlieb Paas morì, ma sul letto di morte alzò La Torre di Guardia e disse: “Questa è la verità; afferratela”.
Intanto, nella provincia di Lubecca, in Vestfalia, una media di venticinque uomini e donne di vari luoghi si radunavano per considerare la Parola di Dio. Essi appartenevano alla Chiesa Protestante ma non erano diligenti frequentatori di chiesa, giacché spesso tornavano a casa insoddisfatti, specialmente quando il ministro predicava sull’inferno di fuoco. Uno dei loro vicini, mentre viaggiava verso Saarbrücken per assistere a una vendita all’asta, trovò sul treno un trattatino che menzionava che non c’è nessun inferno di fuoco. Pensando che questo dovesse essere per i suoi vicini, che egli chiamava “persone pie”, al ritorno lo diede loro. Immediatamente essi ordinarono tutta la letteratura disponibile, che divenne quindi il loro materiale di studio. Sebbene trascorresse considerevole tempo prima che lasciassero la Chiesa Protestante e fossero battezzati, si rallegravano alle regolari visite dei fratelli pellegrini, servitori viaggianti inviati dalla Società Torre di Guardia. Si pose così a Gehlenbeck il fondamento per una congregazione, la “congregazione madre” di parecchie altre.
La crescita avveniva anche in altre zone. Nel 1902 un proprietario terriero e agricoltore caseario chiamato Cunow conobbe la verità e pose il fondamento per le congregazioni nella zona a est di Berlino. A Dresda, il fratello Miklich, caporeparto del magazzino ferroviario, e sua moglie appresero verso questo stesso tempo la verità. La congregazione crebbe qui così rapidamente che, con più di 1.000 fratelli e sorelle, negli anni venti era in Germania di gran lunga la maggiore.
AFFRETTATA LA DIVULGAZIONE DELLA BUONA NOTIZIA
Benché fosse costoso, i fratelli decisero di cercar d’inserire esemplari di otto pagine de La Torre di Guardia di Sion dentro i giornali. Quanto grandemente fosse benedetta questa impresa è mostrato da alcune lettere ricevute. Eccone un esempio:
“Ho completamente letto l’esemplare della vostra Torre di Guardia, che è giunta oggi come inserto del Tilsiter Zeitung. Il mio interesse . . . è stato suscitato e vorrei ricevere ulteriori spiegazioni sui soggetti della morte e dell’inferno per mezzo delle vostre pubblicazioni. Vogliate inviarmi il libro menzionato nel vostro opuscolo . . . P. J., Prussia Orientale”.
Su ciò il numero de La Torre di Guardia dell’aprile 1905 diceva:
“Sono stati distribuiti più di un milione e mezzo di esemplari de La Torre di Guardia, dando in tal modo inizio all’opera. Ci rallegriamo dei risultati. Molte anime affamate han risposto e il numero di quelli che ricevono regolarmente La Torre di Guardia è aumentato a 1.000”.
Mentre il seme, la parola intorno al regno di Dio, continuava a spargersi con ogni mezzo possibile, si cominciavano a vedere sempre più risultati. Alcuni, come il fratello Lauper, cominciarono a lavorare come colportori per percorrere in breve tempo molto territorio.
ALCUNI CERCAVANO LA VERITÀ
Nel 1905 mentre lavorava vicino a Berlino per distribuire i numeri de La Torre di Guardia il fratello Lauper lasciò la sua ultima copia nella casa di un anziano signore battista chiamato Kujath. Suo figlio Gustav era tornato di recente da un congresso battista molto turbato per l’avvertimento enfatico che vi era stato dato contro un predicatore battista chiamato Kradolfer, che all’improvviso aveva cominciato a insegnare che l’anima è mortale. Preso nota di ciò, Gustav cominciò a investigare la Bibbia, invitando suo padre e i suoi amici a cercare con lui la verità sulla questione. Nell’agosto del 1905 Gustav Kujath visitò suo padre, che abitava alla distanza di un’ora di viaggio, e suo padre richiamò la sua attenzione su questa singola copia de La Torre di Guardia lasciata dal fratello Lauper. Questo era proprio ciò che entrambi avevan cercato. Era “cibo a suo tempo”. — Matt. 24:45.
Kujath si abbonò immediatamente a parecchie copie de La Torre di Guardia e cominciò a prestarne cinque collezioni ad altri. Dopo un certo tempo i suoi figli riprendevano le singole copie, ed egli le dava quindi ad altre persone interessate. Così molti vennero in contatto col messaggio. Egli cadde naturalmente in disfavore presso i battisti e alla Vigilia di Capodanno del 1905 ne fu disassociato, con le parole: “Tu segui la via del Diavolo”. Più di altri dieci suoi parenti lasciarono poi la Chiesa Battista.
Il più giovane Kujath aveva pure capito che i cristiani non devono trascurare la comune adunanza. Per questa ragione, scrisse alla filiale della Società Torre di Guardia in Elberfeld chiedendo gli indirizzi di altri con i quali potesse radunarsi e studiare. Il fratello Kötitz fu in grado di dargli solo l’indirizzo del diciannovenne Bernhard Buchholz a Berlino, col quale Kujath si mise immediatamente in contatto. In quel tempo Buchholz apparteneva a un gruppo chiamato “Congregazione del Salvatore”. Egli aveva appena bruciato i volumi dell’Aurora millenniale, essendo dell’opinione che egli, orfano e disoccupato a causa di un reato di poca importanza, non poteva proprio essere a Berlino la sola persona degna nelle cui mani dovesse cadere la verità. Ma Kujath lo incoraggiò a studiare i libri con lui e l’incoraggiò anche a divenire colportore. Poco tempo dopo Kujath lo condusse a casa sua.
Così per poter finanziare la diffusione della buona notizia in questo territorio, Kujath rinunciò al progetto di costruire una nuova casa. Vendette il terreno dove si sarebbe dovuta costruire la casa e usò i fondi resi così disponibili per convertire due stanze della casa di suo padre in una sala in cui si sarebbero potute tenere le adunanze. Nel 1908 si poté formare un piccolo gruppo di venti o trenta persone.
Verso lo stesso tempo un barone chiamato Von Tornow con estese proprietà in Russia cominciò a cercare la verità. Disgustato del licenzioso modo di vivere della nobiltà russa aveva deciso di andarsene in Africa passando per la Svizzera e di prestarvi servizio come missionario. La sera prima di partire, fece un’ultima visita in Svizzera a una piccola cappella di montagna. Mentre andava via, qualcuno gli offrì un opuscolo della Società Torre di Guardia. Ora invece di partire per l’Africa, il giorno dopo si accinse a ottenere altre pubblicazioni di questo genere. Questo avveniva verso il 1907.
Nel 1909 egli comparve nella congregazione di Berlino indossando i suoi abiti migliori e accompagnato dal suo servitore personale. Visto com’era semplice il luogo di adunanza e come le persone che vi si radunavano erano senza pretese e alla buona, ne fu deluso, poiché era dell’opinione che tali verità inestimabili pure meritassero un appropriato aspetto esteriore. Ma ciò che udì gli fece impressione. Mesi dopo, avendo superato i suoi sentimenti, tornò; ora il suo aspetto fu comunque meno cospicuo, poiché venne senza il suo servitore ed era vestito più modestamente. In seguito ammise che probabilmente non sarebbe tornato se non avesse letto nella Bibbia: “Poiché voi vedete la vostra chiamata, fratelli, che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo . . . onde nessuna carne si vanti dinanzi a Dio”. — 1 Cor. 1:26-29.
Convinto ora d’aver trovato la verità, tornò in Russia, vendé tutta la sua proprietà e si stabilì a Dresda. Volendo vivere una vita modesta, si preparò a dedicare tutta la sua ricchezza al servizio di Geova.
BEN ORGANIZZATI GIRI DI CONFERENZE
Nel 1913 il fratello Tornow fece prestabilire dalla filiale di Barmen tre giri di conferenze, che, in massima parte, egli finanziò personalmente. Il fratello Hildebrandt, panettiere di Golnow, in Pomerania, vendé la sua casa e pure contribuì a coprire le spese. Si formò un gruppo viaggiante di cinque fratelli e quattro giovani sorelle e appropriatamente si divisero in due gruppi minori.
Il fratello Hildebrandt, che agiva da “commissario” e “soprintendente editoriale”, arrivava sul posto in anticipo con tre o quattro sorelle, due delle quali sono oggi in età avanzata e ancora cercano di promuovere gli interessi del Regno. Dopo aver trovato l’alloggio per sé e per il gruppo che sarebbe arrivato alcuni giorni dopo, prendevano gli scatoloni di trattatini e altre pubblicazioni inviate all’ufficio postale e se li portavano al loro alloggio. Dopo aver timbrato sui trattatini l’indirizzo della sala e l’ora in cui si sarebbe tenuto il discorso (servendo i trattatini anche da invito), essi erano piegati in modo tale che nelle borse di cuoio portate dal fratello Tornow a tale scopo si potevano mettere almeno da 1.200 a 1.600 larghi trattatini. I fratelli e le sorelle lavoravano duramente per distribuirli, poiché cercavano di essere alla prima porta alle 8,30 della mattina e di solito lavoravano fino alle 19,00 della sera, prendendosi solo un’ora di riposo a mezzogiorno. Non c’era tempo per prendere un caffè.
Alcuni giorni dopo giungevano i fratelli Buchholz, Tornow e Nagel. Il fratello Buchholz pronunciava i discorsi. Le sale erano di solito gremite, e le persone che davano i loro indirizzi erano tante che il giorno dopo tre fratelli erano tenuti occupati a visitarle tutte.
Il secondo viaggio portò il nostro gruppo di conferenzieri attraverso Wittenberg e Halle fino ad Amburgo. Il terzo viaggio lo condusse sino al confine russo, permettendo così di dare una buona testimonianza in queste zone orientali prima che cominciasse la prima guerra mondiale.
FERMAMENTE SOSTENUTA LA VERITÀ
Nel 1908 si cominciò a far progresso nel Siegerland. Otto Hugo Lay, ora novantenne, conobbe la verità nel 1905 per mezzo di un professionista suo conoscente. Due anni dopo, insieme ai figli, si ritrasse dalla chiesa e si rifiutò di pagare le tasse ecclesiastiche, le quali poi furono ciò nondimeno confiscate. L’ufficiale incaricato del sequestro voleva applicare il suo timbro sul di dietro di uno degli armadi in modo che non si notasse, ma il fratello Lay protestò, dicendo che tutti potevano e dovevano vederlo; voleva dire a tutti quelli che l’avrebbero visto la verità sulla questione. Nel 1908 fu battezzato in una vasca da bagno a Weidenau e cominciò ad associarsi alla congregazione di Siegen.
Hermann Herkendell conobbe la verità nel 1905 per mezzo di un trattatino che aveva trovato nello scompartimento di un treno. Era un giovane insegnante ed era diretto a Jena per continuarvi gli studi all’università. Il contenuto di questo trattatino gli fece comunque un’impressione così grande che subito si dimise dalla Chiesa Luterana. Questo lo fece subito sospendere dall’impartire istruzione religiosa a scuola. Subito dopo fu radiato dal suo posto di insegnante.
Nel 1909 il fratello Herkendell già prestava servizio in sostituzione del fratello Kötitz visitando le congregazioni, e, alla fine dell’anno, il suo nome comparve per la prima volta ne La Torre di Guardia in relazione con un proposto viaggio per rappresentare la Società come uno dei suoi viaggianti “pellegrini”. Nel 1911 egli sposò la figlia del fratello Jander, ricco proprietario di una fonderia. Come dote, la giovane sorella Herkendell chiese che suo padre desse loro denaro per uno dei più insoliti viaggi di luna di miele. Vollero trascorrerla predicando il messaggio del Regno alle persone di lingua tedesca della Russia. L’ufficio di Barmen provvide loro gli indirizzi disponibili dei Russi-Tedeschi. Il viaggio durò molti mesi e fu davvero strenuo, poiché spesso ci volevano molte ore per andare dalla stazione ferroviaria al luogo dove abitavano i fratelli e le persone interessate. Essi non avevano nessun mezzo di trasporto personale, e non si poteva fare affidamento sulle comunicazioni per lettera e per telegramma, quindi di rado andavano a prenderli alla stazione ferroviaria. Quante coppie di giovani sposi d’oggi farebbero un tale viaggio durante la loro luna di miele?
Per breve tempo durante la prima guerra mondiale il fratello Herkendell ebbe il privilegio di assumere la responsabilità dell’ufficio di Barmen. Dopo la guerra prestò quindi servizio di nuovo come viaggiante pellegrino, morendo nel 1926 durante un viaggio in qualità di pellegrino.
Quando si compilò il rapporto annuale del 1908, fu incoraggiante vedere che per la prima volta la maggioranza dei trattatini distribuiti era stata collocata personalmente dagli stessi lettori de La Torre di Guardia e in paragone solo pochi per mezzo dei giornali. Comunque, fu come risultato di quest’ultimo metodo che abbiamo menzionato che un giovane di diciotto anni, ad Amburgo, venne in contatto con la verità. Finita la scuola, egli cominciò a leggere la Bibbia quotidianamente col sincero desiderio di capirla. Passarono parecchi anni e nel 1908 venne in possesso di un trattatino intitolato “Vendita del diritto di primogenitura”. Questo interessò moltissimo il giovane. Non prestando nessuna attenzione agli scherni dei suoi compagni di lavoro, scrisse immediatamente alla Società a Barmen per avere i sei volumi di Studi sulle Scritture. Poco tempo dopo ebbe l’opportunità di conoscere il fratello Kötitz, che lo invitò a venire qualche volta a Barmen. Il giovane accettò l’invito, osservando che il tempo di tale visita a Barmen sarebbe stato anche il giorno del suo battesimo. Questo avvenne, quindi, al principio del 1909. Il sorvegliante di filiale accompagnò il giovane amico, ora nostro fratello, alla stazione ferroviaria e prima che prendesse il treno gli chiese se gli sarebbe piaciuto fare il pioniere. Il nostro giovane fratello disse che la Società avrebbe avuto notizie da lui quando sarebbe giunto a tale determinazione.
Questo giovane fratello si chiamava Heinrich Dwenger. Subito dispose le sue cose per poter cominciare a fare il pioniere il 1º ottobre 1910. Nei successivi decenni ha avuto il privilegio di prestare servizio all’incirca in tutti i reparti di quasi tutte le case Betel europee della Società Torre di Guardia. A periodi viaggiava lietamente per la Società e spesso sostituiva i sorveglianti di filiale nei tempi di prova. Molti hanno provato amore per lui e lo riconoscono come un utile collaboratore. Attualmente ha ottantasei anni e si rallegra d’aver buona salute sia spirituale che fisica dopo un ininterrotto periodo di servizio continuo di oltre sessant’anni.
IL FRATELLO RUSSELL VISITA DI NUOVO LA GERMANIA
Allorché nel 1909 l’ufficio fu trasferito a Barmen in locali più ampi, ci fu un ulteriore miglioramento organizzativo. Questo significò naturalmente accresciute spese. Senza esitazione il fratello Cunow vendé la sua proprietà e usò il denaro per arredare la casa Betel. Nel 1909 si fece molto anche in quanto all’edificazione spirituale. Nel febbraio i fratelli della Sassonia disposero che il fratello Kötitz pronunciasse un certo numero di conferenze pubbliche. Sei volte fu in grado di testimoniare a un uditorio di almeno 250 o 300 persone.
Ma l’evento culminante nel 1909 fu senza dubbio la visita da lungo tempo attesa che il fratello Russell fece alla Germania. Dopo una breve sosta ad Amburgo, egli arrivò a Berlino e fu accolto da un gruppo di fratelli. Senza indugio andarono nella sala dell’assemblea piacevolmente adornata, dove da cinquanta a sessanta fratelli erano stati pazientemente in attesa dell’arrivo del fratello Russell. Il fratello Russell parlò della restaurazione di ciò che Adamo aveva perduto, additando specialmente il privilegio che avrebbero ricevuto quelli che avevano la prospettiva di divenire membri del corpo di Cristo. Dopo aver fatto insieme uno spuntino, andarono nella Sala Hohenzollern, dove si doveva tenere la conferenza pubblica. Era piena zeppa! Una folla di 500 persone ascoltò il discorso “Dove sono i morti?” Circa cento persone dovettero stare in piedi. Altre 400 furono mandate via per mancanza di spazio, ma fuori della sala furono dati loro trattatini. In seguito, a Dresda, almeno da 900 a 1.000 persone udirono il discorso di due ore del fratello Russell. Il viaggio continuò verso Barmen, dove approssimativamente mille persone udirono il suo discorso. Il pomeriggio seguente 120 fratelli si riunirono nella Casa della Bibbia, e quella sera circa 300 vennero insieme a udire il fratello Russell che rispose a domande bibliche. Questo portò alla conclusione la visita del fratello Russell in Germania, e poco dopo le ore 23,00 di quella notte egli prese il treno per la Svizzera, dove si doveva tenere a Zurigo un’assemblea di due giorni.
Durante l’anno i fratelli della Germania furono incoraggiati a usare le loro risorse per cercar di sostenere in Germania l’opera del Regno senza aiuto esterno. Ma alla fine dell’anno le spese di stampa, affrancatura, spedizione, pagamento di inserti, conferenze pubbliche e spese di viaggio, affitto, luce, riscaldamento e altre spese erano ammontate a un totale di 41.490,60 marchi, mentre le contribuzioni ammontavano solo a 9.841,89 marchi, lasciando un deficit di 31.648,71 marchi, che fu coperto col denaro anticipato dalla sede di Brooklyn. Questo spinse il fratello Russell a dire nel suo rapporto annuale quanto segue: “Quali grandi somme di denaro la Società ha speso in Germania per far conoscere la verità. . . . Gli sforzi compiuti in Germania sono comparativamente più grandi che in qualsiasi altro paese. Dovremmo attenderci risultati corrispondenti, a meno che la maggioranza dei consacrati tedeschi non siano già immigrati negli Stati Uniti”.
Il fratello Russell fece una breve sosta di circa dieci ore a Berlino nel suo giro del mondo del 1910 e, quando vi fu arrivato, parlò a duecento persone che lo attendevano.
Verso questo tempo cominciò ad attirare considerevole attenzione Emil Zellmann, un tranviere di Berlino. Egli approfittava di ogni opportunità per leggere la Bibbia o per testimoniare ai suoi passeggeri, a volte anche fra una fermata di tram e l’altra; una volta mentre era occupato a leggere annunciò con divertimento dei suoi passeggeri non la successiva fermata di tram, ma, anzi, “Salmo 91”, che aveva appena letto. Subito più di dieci colleghi tranvieri e le loro famiglie frequentavano le adunanze. Questo gruppo piccolo ma assai attivo fece molto per divulgare la buona notizia a Berlino. Sebbene questi fratelli cominciassero a lavorare alle 5,00, il loro esemplare zelo li faceva spesso andare al deposito dei tram due ore prima per mettere i trattatini sui sedili dei tram che entravano in servizio.
L’anno 1911 fu contrassegnato dai discorsi pronunciati dal fratello Russell sul soggetto “Sionismo e profezia”, che in alcuni casi suscitarono l’adirata reazione dell’uditorio. Per esempio, a Berlino ci fu un disordine, e quasi 100 persone lasciarono la sala all’inizio del discorso, mentre approssimativamente 1.400 rimanevano e seguivano con attenzione la conferenza del fratello Russell fino alla conclusione.
Nel rapporto sui suoi viaggi il fratello Russell si riferì di nuovo alla crescita dell’opera in Germania, menzionando che, quantunque ‘il numero dei fratelli e il loro interesse fossero cresciuti, egli era deluso del numero delle persone interessate, considerando la grande popolazione e anche gli sforzi compiuti e la quantità di denaro speso’. Gli anni avevano veramente indicato che in Germania i requisiti essenziali per la crescita non erano stati in principio così favorevoli come, per esempio, in America. Una grande percentuale della popolazione tedesca era cattolica, un altro gruppo socialista, una maggioranza antagonista verso la Bibbia e una maggioranza dei più istruiti alienata da Dio.
Il viaggio del fratello Russell in Europa nell’estate del 1912 lo portò a Monaco, Reichenbach, Dresda, Berlino, Barmen e Kiel. Per il suo discorso pubblico aveva scelto l’assai promettente soggetto “Oltre la tomba”. Era annunciato per mezzo di grossi striscioni su cui erano raffigurate parecchie chiese note per il loro insegnamento delle dottrine dell’immortalità dell’anima e dell’inferno di fuoco. In primo piano una grande Bibbia era chiusa in una catena, la quale, comunque, in un punto si spezzava. Sullo sfondo si poteva vedere il fratello Russell che indicava la Bibbia. Questi striscioni crearono in molte città notevole eccitazione e alcuni funzionari di polizia ne proibirono l’esposizione. Ma nonostante ciò, da 1.500 a 2.000 persone vennero a udire il discorso a Monaco, Dresda e Kiel.
Il discorso pubblico fu ben annunciato anche a Berlino. Nei giornali annunci eccezionalmente grandi avevano parecchie volte dato risalto all’avvenimento e dappertutto i tabelloni pubblicitari mostravano i nostri manifesti. Per giunta, i fattorini di tutti i principali giornali erano stati assunti perché contribuissero ad annunciare il discorso. Questi erano ragazzi vestiti con pantaloni blu e bianchi e con cappelli tenuti da un sottogola, elegantemente inclinati da una parte. Essi portavano cartelloni, sia davanti che di dietro, e percorrevano la città su pattini a rotelle. Ovunque questi ragazzi comparissero a Berlino, tutti sapevano che stava per accadere qualche cosa di importante.
Perciò, è comprensibile che nel pomeriggio grandi folle di persone affluissero di buon’ora alla Friedrichshain, la più grande sala della città, che poteva contenere circa 5.000 persone, per udire il discorso del fratello Russell. Ore prima che la sala si aprisse tutti i dintorni erano assediati. La moltitudine senza precedenti crebbe di ora in ora, e i mezzi di trasporto non poterono più contenere le folle. Molti, che pecuniariamente potevano permetterselo, vennero in carrozza. Molti altri non vi giunsero affatto a causa dei sovraffollati mezzi di trasporto. Il quartiere fu chiuso dalla polizia e variamente si stimò che da 15.000 a 20.000 persone furono mandate via alle porte della sala completamente strapiena. Zelanti fratelli e sorelle, approfittando della situazione, distribuirono migliaia di trattatini, e anche un gran numero di Studi sulle Scritture e altre pubblicazioni, tra le molte migliaia che non potevano entrare nella sala. Il fratello Russell poté così andar via con la soddisfazione che a questa sua ultima visita era stata data a Berlino un’impressionante testimonianza.
L’anno dopo, nel 1913, ci fu il sincero desiderio di dedicare, se possibile, anche più energia, tempo e denaro per far conoscere a più persone ancora la buona notizia del Regno. Furono prese le disposizioni per pubblicare i sermoni del fratello Russell nella rivista settimanale chiamata “Der Volksbote”, facendo in tal modo pervenire il messaggio ad altre persone. Si produsse anche letteratura in Braille per il beneficio dei ciechi. La Società espresse perfino la volontà di fornire gratuitamente ai fratelli la letteratura per la distribuzione.
Il programma del fratello Russell lo teneva così occupato che nel 1913 non gli consentì di visitare la Germania, ma i fratelli si rallegrarono grandemente quando mandò il fratello Rutherford, in quel tempo legale della Società. Ai suoi discorsi ci furono buoni uditori e le sale furono dappertutto piene al massimo. Le persone dovevano ripetutamente esser mandate via. A Dresda, per esempio, la sala aveva circa 2.000 posti, mentre da 7.000 a 8.000 furono mandati via per mancanza di spazio. Al suo discorso a Berlino, a cui assisterono 3.000 persone, ci fu disordine quando i disturbatori fecero tanto rumore che il fratello Kötitz, che traduceva il discorso del fratello Rutherford, trovò difficile farsi udire. Bisogna ricordare che in quel tempo non c’era nessun sistema di amplificazione acustica, quindi per controllare la situazione in tali difficoltà occorreva una voce potente. Il fratello Kötitz, benché compisse enormi sforzi, non fu all’altezza della situazione e si ridusse completamente al silenzio quando nel frattempo subì una lesione polmonare. Immediatamente un fratello saltò sopra un tavolino e con voce forte gridò: “Che cosa penseranno gli Americani di noi Tedeschi?”, il che sembrò calmare i disturbatori. Il fratello Kötitz completò il discorso, ma i fratelli che lo conoscevano riferiscono che da questo sforzo eccessivo non si rimise mai del tutto.
Alla fine dell’anno fu specialmente soddisfacente il fatto che le spese dell’opera poterono sostenersi con le contribuzioni volontarie, perfino con una piccola rimanenza in più. Così in Germania i fratelli giunsero alla fine di un anno pieno di abbondanti benedizioni convinti di avere dinanzi un altro anno di zelante attività, un anno che molti consideravano sarebbe stato ‘l’ultimo anno della mietitura’.
1914, ANNO LUNGAMENTE ATTESO
Era giunto ora l’anno 1914, un anno d’importanza storica che molti lettori de La Torre di Guardia avevano atteso da vari decenni. La prima metà dell’anno passò proprio così quietamente come l’anno prima. È vero che esisteva in Europa un’atmosfera di tensione, ma poiché questa non sfociò nella violenza, gli oppositori del Regno cominciarono a fare commenti negativi e non pochi furono troppo frettolosi nell’annunciare con gioia maligna la sconfitta degli “Auroristi millenniali”. Ma questo non poteva scuotere la fede di quelli che per molti anni avevano partecipato all’opera di testimonianza.
Nel frattempo la ruota del tempo continuava a girare. In parecchi paesi europei si facevano “solo per caso” manovre militari. Le cose ancora apparivano tranquille, ma il passo marziale dei soldati che facevano esercitazioni era come l’attutito boato di un vulcano pronto a eruttare in qualsiasi momento. All’improvviso il mondo intero trattenne il fiato. A Seraievo risuonò uno sparo. Nelle grandi città di tutto il mondo gli strilloni dei giornali percorrevano le vie ripetendo: “Edizione straordinaria! Edizione straordinaria!” ed era cominciata la più micidiale guerra che ci fosse stata fino a quel tempo nella storia del genere umano, una guerra che gli storici definirono per la prima volta “guerra mondiale”. Per molti la guerra scoppiò come un fulmine a ciel sereno, e altrettanto improvvisamente gli schernitori tacquero. Il fratello Grabenkamp di Lubecca disse ai suoi figli: “Be’, ragazzi miei, il tempo è venuto!” e i suoi fratelli in tutto il mondo pensarono e proferirono parole simili. Avevano atteso questi avvenimenti, sì, non solo, era stato loro ordinato da Geova d’annunciarli ad altri. Essi sapevano che queste cose avrebbero semplicemente preceduto le indescrivibili benedizioni di Geova per il genere umano.
Ora potevano guardare con i propri occhi il passato e vedere come la testimonianza che avevan data si era adempiuta. Un esempio è il fratello Dathe, che si battezzò con sua moglie nel 1912 e che, anni dopo, scrisse al suo buon amico e fratello Fritz Dassler quanto segue:
“Nelle due ultime ore che io trascorsi accanto alla mia cara moglie malata il 23 giugno 1954, due ore e mezza prima che si addormentasse nella morte, ricordammo il lontano giorno del 28 giugno 1914, che era stato sempre così importante per noi. Fu una domenica. Avevamo un bel tempo estivo. Quel pomeriggio avevamo bevuto una tazza di caffè sul balcone e ci meravigliavamo del cupo colore turchino del cielo. L’aria era pura e asciutta. Non si vedeva una nuvola. Menzionai il giornale quotidiano. Pareva che non ci fosse nessuna tensione in nessuna parte della terra; dappertutto era serenamente pacifico. E, ciò nondimeno, attendevamo quell’anno segni visibili del principio del dominio di Cristo. I giornali già trionfavano pubblicando un articolo diffamatorio dopo l’altro contro i veri credenti che avevano profetizzato la fine del mondo nel 1914. Il lunedì, 29 giugno 1914, aprimmo comunque di buon’ora quella mattina il nostro giornale quotidiano e leggemmo i titoli: ‘L’Erede austriaco al trono assassinato a Seraievo!’ In una notte i cieli politici si erano oscurati. Quattro settimane dopo scoppiò la prima guerra mondiale. Agli occhi dei nostri oppositori fummo ora ad un tratto i più grandi profeti”.
La determinazione di questi fedeli servitori di fare la rivelata volontà di Geova fece capire loro che li attendeva un’opera ancora più grande pure quando era venuto e trascorso il 1914. Geova guidava il suo popolo affinché si adempisse il suo proposito. L’opera di preparazione per l’enorme testimonianza data per mezzo del “Fotodramma della creazione” è un buon esempio. I necessari apparecchi, pellicole, diapositive e istruzioni giunsero in Germania poco prima dello scoppio della guerra. Alcune parti erano arrivate anche prima e già erano state proiettate il 12 aprile 1914, a un’assemblea in Barmen e a un’assemblea in Dresda, a cui, a proposito, dal 31 maggio al 2 giugno, furono presenti parecchi fratelli provenienti dalla Russia e dall’Austria-Ungheria.
Quando fu arrivato in Germania il resto della pellicola tre settimane prima dello scoppio della guerra, la Società prese immediatamente disposizioni per proiettare il Dramma nell’auditorio civico di Elberfeld. Considerando l’interesse pubblico per il Dramma, la sala fu di gran lunga troppo piccola e dovette essere proiettato due volte. Il grande debutto si ebbe comunque a Berlino, dove fu proiettato due volte al giorno a uditori strabocchevoli. La serie (proiettata in quattro parti per quattro giorni consecutivi) dovette esser proiettata cinque volte dal 1º novembre al 23 novembre 1914.
Ma la guerra portò problemi, il primo dei quali si ebbe quando fu temporaneamente interrotto il contatto con l’America.
PROBLEMI RIGUARDO ALLA SORVEGLIANZA DELL’OPERA
Il popolo di Dio entrava ora in Germania in un periodo di grande tensione, contrassegnato da problemi riguardo alla sorveglianza dell’opera. Verso la fine del 1914, circa undici anni dopo che il fratello Russell aveva autorizzato il fratello Kötitz a venire in Germania per assumervi la sorveglianza dell’opera, egli fu improvvisamente attaccato da varie parti e accusato di scorrettezze. Questo causò imbarazzo tra i fratelli e indusse il fratello Russell a toglierlo dal suo incarico di servizio.
Il bisogno di altri fratelli pellegrini in Germania aveva fatto decidere al fratello Russell di mandare dagli Stati Uniti un fratello chiamato Conrad Binkele, ex predicatore metodista che aveva conosciuto La Torre di Guardia solo da un anno circa, perché rendesse servizio con questo incarico, sebbene il fratello Russell avesse fatto ciò solo con esitazione. Il fratello Binkele arrivò in Germania proprio mentre i problemi tra i servitori cominciavano ad assumere proporzioni serie, e nel 1915 gli fu affidata la sorveglianza dell’opera in Germania.
Comunque, il fratello e la sorella Binkele tornarono poco dopo negli Stati Uniti. Le loro parole di addio furono notevolmente riportate in neretto nell’ultima pagina de La Torre di Guardia di ottobre, con il commento che ‘le condizioni avevano esaurito le loro risorse fino all’eccesso’. Queste “condizioni” erano probabilmente le difficoltà che nel 1915 continuavano a crescere. In ottobre il fratello Russell si sentì costretto a prestare al problema speciale attenzione e a prendere le misure necessarie per risolverlo. Una lettera intitolata “Lettera personale del fratello Russell agli Studenti Biblici tedeschi” diceva quanto segue:
“Brooklyn, ottobre 1915
“Cari fratelli,
“Nelle mie preghiere vi penso spesso e il mio fervido desiderio è che il Signore vi benedica. Comprendiamo le sofferenze che direttamente o indirettamente vi colpiscono a motivo della guerra. Desideriamo inoltre esprimervi la nostra comprensione per le sofferenze che sopportate in Germania nell’interesse della verità. Non spetta a noi giudicarci gli uni gli altri o punire pronunciando un giudizio finale. Se i fratelli che hanno sbagliato si pentono, dobbiamo esser contenti di lasciare il giudizio e la punizione finali al Signore che ha detto: ‘Il Signore giudicherà il suo popolo’. Ebr. 10:30, AV.
“Ciò nondimeno nell’interesse della verità, della giustizia e della condotta corretta, e per amore dell’influenza esercitata dai rappresentanti della Società, sembra necessario nominare in Germania nuovi rappresentanti della Società. La guerra ha causato certi inconvenienti, il servizio postale e telegrafico è irregolare ed è comprensibile che per un certo tempo sorgessero a Barmen alcune incomprensioni riguardo alla direttiva. Crediamo che il nostro caro fratello Binkele fece il suo meglio e che date le circostanze si comportò in maniera corretta. Ma come sapete il fratello Binkele è tornato in America.
“Vogliamo informare i fratelli tedeschi che da ora in poi tutte le cose della Società dovranno essere regolate da un comitato di tre fratelli: Ernst Haendeler, Fritz Christmann e Reinhard Blochmann. . . .
“Cari fratelli, vi raccomando di collaborare sotto ogni aspetto e di sostenere a Barmen la nuova direttiva. Il Corpo di Cristo è uno, non permettete divisioni nel corpo, come ci ammonisce anche l’Apostolo”.
Ma nemmeno questa disposizione riuscì come era stato prestabilito, poiché il fratello Blochmann era stato costretto a lasciare Barmen e il fratello Haendeler era morto prima ancora che la lettera del fratello Russell giungesse in Germania. Poiché nei mesi successivi la tensione non cessò, nel febbraio del 1916 il fratello Russell nominò un “comitato di sorveglianza” composto di cinque fratelli, H. Herkendell, O. A. Kötitz, F. Christmann, C. Stohlmann ed E. Hoeckle.
Questa disposizione del “comitato di sorveglianza” non ebbe comunque lunga durata. Solo alcuni mesi dopo che il comitato era stato di nuovo raggruppato, il fratello Binkele, che nel frattempo era tornato in Europa e aveva preso residenza a Zurigo, in Svizzera, fu nominato affinché prestasse servizio come rappresentante legale della Società per Germania, Svizzera e Olanda, mentre il fratello Herkendell fu reso responsabile dell’opera editoriale.
Il fratello Kötitz, che nel 1914 era stato sostituito dal fratello Binkele, aveva proiettato da quella data il Fotodramma. Egli rimase il bersaglio dell’attacco dei fratelli i quali erano comunque intenti a conseguire i loro propri desideri egoistici, anziché contribuire alla pace interna dell’organizzazione. Elisabeth Lang, che per anni aveva lavorato col fratello Kötitz, una volta lo trovò tristemente seduto sulla panchina di un parco vicino alla sala dove si stava proiettando il Fotodramma. Le disse che ancora una volta aveva ricevuto una lettera di accuse volta chiaramente a privarlo degli ultimi privilegi di servizio che gli rimanevano. Raccontò come aveva avuto il privilegio di lavorare accanto al fratello Russell per circa dieci anni prima che gli fosse assegnata la responsabilità dell’opera in Germania. Comunque, ora s’era spesso minuziosamente esaminato per vedere se era stato degno di questa fiducia. Si confortava, comunque, col pensiero: “Se a causa dei miei 24 anni di attività ho aiutato anche una sola persona a mostrarsi degna di appartenere ai 144.000, avrò quindi avuto il privilegio d’aver fatto 1/144.000a parte dell’opera”.
È comprensibile che questi continui assalti minassero la sua salute, la quale era stata severamente indebolita dalla lesione polmonare subìta a Berlino. Accadde così che il 24 settembre 1916 morì all’età di 43 anni. Ne La Torre di Guardia l’annuncio della Società fece menzione della sua “fedeltà” e disse che “il suo zelo, la sua perseveranza, la sua risolutezza, la sua forte fede e la sua volontà, la sua dedicazione e il suo fedele adempimento degli obblighi sono riconosciuti e apprezzati da tutti i cari fratelli”.
Dopo breve tempo i fratelli tedeschi ricevettero notizia che il 31 ottobre, circa cinque settimane dopo che era morto il fratello Kötitz, il fratello Russell aveva pure completato il suo corso terreno. Alcuni ne furono così depressi da smettere di seguire il loro corso e da allontanarsi. Ma la maggioranza prese la notizia della morte del fratello Russell come un incoraggiamento a dedicare le proprie energie e il proprio tempo ancor più intensamente alla continuazione dell’opera che avevano iniziata.
La guerra rese necessari ripetuti cambiamenti nella sorveglianza. Dall’ottobre del 1916 al febbraio del 1917, prestò servizio in questo incarico Paul Balzereit; dal febbraio del 1917 al gennaio del 1918, il fratello Herkendell; e dal gennaio del 1918 al gennaio del 1920, il fratello M. Cunow, che fu quindi sostituito dal fratello Balzereit.
NEUTRALITÀ
Lo scoppio della prima guerra mondiale offrì al Diavolo l’opportunità di suscitare tra i fratelli incertezza sulla questione della neutralità, incertezza che si manifestò anche nella Casa Biblica di Barmen dove i fratelli Dwenger, Basan e Hess erano tutti soggetti alla leva. Mentre i fratelli Dwenger e Basan eran decisi a non fare il giuramento di fedeltà o a non prendere le armi, il fratello Hess era indeciso. Egli andò al fronte nel Belgio, compagno di quelli che non riponevano la loro speranza nel regno di Dio. Non fece mai ritorno. Una successiva chiamata di leva diede luogo alla coscrizione dei fratelli Dwenger e Basan. Il fratello Basan poté subito tornare a casa, mentre il fratello Dwenger non fu rilasciato, ma, anzi, fu costretto ad archiviare registrazioni in un ufficio militare. Egli fu disposto a far ciò, poiché in quel tempo era compatibile con la sua comprensione della questione. Il fratello Balzereit, un fratello pellegrino, fu comunque in disaccordo col fratello Dwenger quando questi gli disse che in caso di emergenza si sarebbe rifiutato di rispondere alla chiamata e di prendere le armi. Il fratello Balzereit espresse questo disaccordo, chiedendo: “Capisci quali saranno le conseguenze per l’opera, se assumi tale determinazione?”
A causa dell’incertezza che prevaleva tra loro, non tutti i fratelli seguirono verso le questioni delle nazioni un corso di stretta neutralità cristiana. Un considerevole numero di fratelli fecero il servizio militare e combatterono al fronte. Altri si rifiutarono di compiere il servizio militare come combattenti, ma furono disposti a prestare servizio nei reparti di sanità dell’esercito. Alcuni presero comunque una ferma determinazione, rifiutandosi di partecipare in qualsiasi modo, e furono condannati alla prigione. Come risultato della determinazione presa, Hans Hölterhoff fu assoggettato a crudele inganno quando fu condotto sul terreno con la finta d’esser posto dinanzi a un plotone d’esecuzione. Infine, fu condannato a due anni di prigione da una corte militare.
In vista dell’incertezza che c’era fra il popolo di Dio su tale importante questione della neutralità cristiana, possiamo senza dubbio ringraziare Geova che egli continuasse a trattarli con misericordia.
ULTERIORE ESPANSIONE NONOSTANTE LE CONDIZIONI SFAVOREVOLI
In quegli anni il Fotodramma della creazione contribuì grandemente all’espansione. Ora veniva proiettato in città più piccole come Kiel, dove a una ricchissima signora, che subito divenne nostra sorella, fece tale impressione che immediatamente donò alla congregazione, ora di circa quarantacinque o cinquanta persone, la grande somma di 2.000 marchi affinché potessero ottenere una sala migliore.
Fu il libro Il divin piano delle età a indurre Christian Könninger a prestare attenzione. Una crisi familiare lo spinse a chiedere a un ben noto studente biblico chiamato Ettel di visitarlo, e fu iniziato uno studio, a cui assisté in seguito sua moglie. Il loro successivo passo fu quello di chiedere gli indirizzi di altre persone interessate e dei lettori de La Torre di Guardia nelle città vicine. Insieme invitarono i loro vicini, amici e conoscenti al discorsi che si facevano nella casa del fratello Ettel. Il fratello Könninger e gli altri fratelli approfittavano di ogni opportunità che si presentava loro per invitare gli oratori a Eschweiler e a Mannheim, in seguito anche a Ludwigshafen, dove i loro discorsi erano annunciati sia oralmente che per mezzo di giornali, manifesti e cartelloni messi nelle vetrine dei negozi.
Nel 1917 il fratello Ventzke di Berlino cercava di divulgare la verità oltre i confini di questa città. Egli prendeva uno zaino pieno di libri e andava a piedi a Brandeburgo, circa cinquanta chilometri a ovest di Berlino, per tornare parecchi giorni più tardi solo dopo aver fatto la distribuzione di tutta la sua letteratura. Nello stesso tempo i fratelli pellegrini visitavano la città di Danzica e vi ponevano il fondamento di una congregazione nella casa del fratello Ruhnau.
NESSUN ARRESTO DELL’OPERA
I fratelli nutrivano riguardo all’anno 1918 varie aspettative. Alcuni avevano avuto la certezza che esso segnasse la fine del loro corso terreno e avevano ripetutamente espresso questa speranza ai loro amici e conoscenti. La sorella Schünke di Barmen, per esempio, aveva spiegato ai suoi compagni di lavoro che, se qualche giorno non si fosse presentata al lavoro, ciò sarebbe avvenuto perché era stata “portata a casa”. Allorché le loro attese restarono comunque inadempiute, alcuni si ritrassero con delusione come alcuni avevano fatto anche nel 1914. Altri si chiedevano ora che cosa sarebbe accaduto.
C’era ancora lavoro da fare. La maggioranza dei fratelli ne era felice, poiché il desiderio del loro cuore era di rendere sacro servizio a Geova. Questi continuarono l’opera. Essi riscontrarono che nei tempi critici ora addensati sulla Germania c’erano più orecchie che udivano che non in precedenza. Questo è confermato dall’esperienza di Fritz Winkler (di Berlino).
Nel 1919 egli era impiegato ad Halle (Saale) e ogni sabato andava in treno dai suoi genitori a Gera. Un sabato un uomo e sua figlia salirono sul treno alla fermata di una stazione, lui con uno zaino pieno e sua figlia con una borsa pure piena di qualche cosa. Il treno aveva appena cominciato a muoversi che l’uomo, un fratello di Zeitz, aperto lo zaino pieno fino all’orlo del libro Il divin piano delle età, fece ai viaggiatori un discorso usando la “Tabella delle età” che si trovava nella prima pagina del libro. Alla conclusione egli offrì a tutti loro il primo volume degli Studi sulle Scritture. Quando alcune fermate dopo scese dal treno, il suo zaino era vuoto e la borsa di sua figlia era vuota quasi per metà. Questa esperienza fece assistere Fritz Winkler a un discorso pubblico, per mezzo del quale venne alla conoscenza della verità.
VAGLIATURA
Ma non tutti erano d’accordo con la maniera in cui si proclamava la buona notizia. Specialmente fra alcuni ‘anziani’ che le congregazioni avevano eletti in modo democratico c’erano di quelli che facevano di più per ostacolare l’opera che non per promuoverla. Divenne necessario avvertire i fratelli di non discutere con loro. Era meglio lasciare che seguissero la loro propria via e impiegare nel ministero del Regno il tempo che altrimenti si sarebbe perduto in inutili dibattiti. La Torre di Guardia non lasciò nessun dubbio che ci sarebbe stata tale vagliatura, per cui i cristiani erano stati ammoniti di guardarsi da quelli che causavano divisioni e controversie e di allontanarsi da loro. Ciò rese necessari nel 1919 alcuni cambiamenti in paesi vicini, e questi influirono sui fratelli e sull’opera in Germania. Nel corso dell’anno, per esempio, il fratello Lauper cominciò a lavorare secondo il suo proprio concetto delle cose. Gli si chiese, perciò, di restituire il suo deposito di libri e riviste, che appartenevano alla Società Torre di Guardia ma di cui aveva avuto per parecchi anni la sorveglianza.
Verso la fine del 1919 i fratelli furono informati di un problema ancora più grande. Il fratello Russell aveva nominato alcuni anni prima A. Freytag perché avesse cura dell’opera franco-belga dall’ufficio della Società in Ginevra. La sua autorizzazione comprendeva la stampa di una traduzione francese de La Torre di Guardia inglese e anche degli Studi sulle Scritture. Egli abusò comunque di questa autorizzazione e cominciò a stampare sue proprie pubblicazioni, causando in tal modo considerevole confusione tra i fratelli. Freytag fu rimosso dal suo incarico e l’ufficio della Società fu sciolto, essendo un nuovo ufficio aperto a Berna sotto la direttiva del fratello E. Zaugg e sotto la soprintendenza generale del fratello Binkele.
Intanto, i sostenitori di Freytag avevano cominciato a tenere adunanze separate e a lavorare in Germania tra i fratelli, alcuni dei quali persero la loro chiara visione a causa delle critiche e delle diffamazioni di Freytag che accusava la Società di divulgare insegnamenti falsi. Nel settembre del 1920 il fratello Binkele ritenne necessario confutare le false accuse di Freytag e rispondere a molte domande inviate dalla Germania, con una lettera circolare di quattro pagine. Ciò nonostante, i semi del dubbio che erano stati seminati da Freytag cominciarono a germogliare, e parecchi di quelli che non erano saldi lo seguirono istituendo le loro proprie congregazioni. Questo gruppo esiste ancora in Germania fino al giorno attuale.
ATTESA DI ULTERIORI ASSEGNAZIONI DI SERVIZIO
A cominciare dal gennaio del 1919 La Torre di Guardia si pubblicò di nuovo in un’edizione di sedici pagine e una pagina per il titolo (che negli anni della guerra era stata omessa per ridurre le spese). L’opera dei pellegrini fu rafforzata e quattro fratelli visitavano regolarmente le congregazioni. Nello stesso tempo lavoravano con fervore alla traduzione del settimo volume degli Studi sulle Scritture, il libro Il mistero compiuto. Per giunta, fu preparato un trattatino di quattro pagine intitolato “La caduta di Babilonia”, che era un’epitome del libro.
Furono fatti elaborati preparativi. A cominciare dal 21 agosto e nei mesi successivi si fece una virtuale inondazione con la distribuzione di trattatini e del libro Il mistero compiuto. Fu un’estesa campagna, sebbene non tutti vi partecipassero, specialmente non gli ‘anziani elettivi’, i quali, preferirono piuttosto pronunciare solo discorsi. Anche alcuni fratelli e sorelle altrimenti volenterosi esitarono dopo essersi resi conto del contenuto del libro.
Il fratello Richard Blümel, di Lipsia, che si era battezzato nel 1918, non aveva prestato attenzione al fatto che, sebbene battezzato, era ancora un formale membro di una chiesa della cristianità. Egli era stato dell’opinione che “se non la frequento, non appartengo più alla chiesa”. Ma avendo letto il trattatino e avendo compreso che avrebbe dovuto invitare altri a lasciare Babilonia, si rese conto che avrebbe potuto rettamente partecipare a quest’opera solo dopo avere egli stesso lasciato la chiesa. Di buon’ora la mattina del 21 agosto, fece togliere ufficialmente il suo nome dal registro della chiesa e nel pomeriggio andò a distribuire con coscienza pura il trattatino La caduta di Babilonia.
In seguito, a un’assemblea tenuta quell’anno a Lipsia, il fratello Cunow, che in quel tempo aveva la sorveglianza dell’opera in Germania, parlò dell’espansione dell’opera — erano ora attivi circa 4.000 fratelli — e annunciò che la rivista L’Età d’Oro si sarebbe pubblicata in Germania non appena fossero giunte le istruzioni dall’ufficio principale. I presenti furono davvero entusiasti e tutti espressero la determinazione di sostenere finanziariamente l’opera.
CAMPO MATURO PER LA MIETITURA
Com’era cambiata la Germania in soli pochi mesi! Prima della prima guerra mondiale pochi erano stati in paragone quelli disposti ad ascoltare la buona notizia del Regno. Ma il kaiser, che nel 1914 aveva trionfalmente proclamato per la Germania un glorioso futuro, era ora fuggito in esilio in Olanda. L’esercito tedesco, mandato a conquistare la Francia, era tornato in patria con umiliazione. Il motto sulla fibbia delle loro cinture “Dio con noi!” era risultato falso. I soldati che tornavano avevan visto la futilità della guerra, una guerra che non era mai stata sostenuta da Dio, come il clero aveva ripetutamente tentato di persuaderli.
Molti fratelli ancora viventi confermano che fu questa guerra assai inutile e insensata a indurli a destarsi alla verità. Molti si rifiutarono di credere che Dio avesse avuto a che fare in alcun modo con questa vana distruzione di vite umane; piuttosto, ne ritennero responsabile il clero, che, nelle loro cosiddette “funzioni religiose da campo”, prometteva una ricompensa celeste a quelli che perdevano la vita in battaglia. Altri, ricevuta la comunicazione che il proprio marito, padre o figlio era caduto sul “campo dell’onore”, cominciavano a chiedersi se fossero realmente in cielo o forse in un inferno di fuoco come predicava il clero. Per questi il discorso “Dove sono i morti?” era molto opportuno. I fratelli erano in grado di distribuire libri come non avevano mai fatto prima. Si dice che due sorelle colportrici collocassero insieme, in un mese, una media di 400 volumi Studi sulle Scritture. I fedeli servitori di Geova si valevano al massimo delle loro opportunità. In un tempo comparativamente breve fiorirono in molti luoghi forti congregazioni.
A Berlino, il giovedì 27 maggio 1920, sette oratori parlarono a 8.000 o 9.000 individui affamati di verità in sette grandi sale di vari quartieri della città sul soggetto “La fine è vicina! Che avverrà poi?” L’interesse fu così grande che 1.500 persone chiesero d’esser visitate, e si collocarono 2.500 libri oltre ad altre pubblicazioni.
Ora era realmente tempo per il Fotodramma. Una delle più notevoli proiezioni fu fatta a Stoccarda nella Gustav-Siegle-Haus per mille persone. Fu mostrato tanto interesse che i fratelli cedettero i loro posti alle persone interessate. Una proiezione speciale fu fatta per loro la domenica solo con un breve intervallo a mezzogiorno, mentre il programma intero fu normalmente presentato in quattro sere.
Il Fotodramma fu accettato con grande apprezzamento in Sassonia, fortezza del pensiero socialista, dove ora le congregazioni cominciavano a sorgere come i funghi dopo una leggera pioggia. Fra queste fu una congregazione di Waldenburg con oltre cento persone che subito si radunavano regolarmente per studiare la Parola di Dio in un grande podere, il cui proprietario era stato fino a poco tempo prima membro del consiglio del direttori della chiesa.
IMPORTANTI PASSI VERSO L’ORGANIZZAZIONE TEOCRATICA
Il fratello Rutherford, che in questo tempo desiderava visitare personalmente la Germania ma non era riuscito a ottenere il permesso d’entrarvi, invitò ora ventisei fratelli della Germania a venire il 4 e il 5 novembre 1920 a Basilea, in Svizzera, per considerare i modi e i mezzi di compiere più efficacemente l’opera in Germania. La “filiale tedesca” fu sciolta e fu aperto un nuovo ufficio chiamato “Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, Ufficio dell’Europa Centrale”, la cui sede rimaneva temporaneamente a Zurigo ma doveva essere trasferita il più presto possibile a Berna. Questo ufficio, sotto la direttiva di un sorvegliante principale pienamente dedito al Signore e nominato dal presidente, avrebbe dovuto avere la sorveglianza dell’opera in Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Austria, Germania e Italia. Ciascuno dei summenzionati paesi doveva avere un sorvegliante locale, pure nominato dal presidente. Lo scopo di questa disposizione era quello di unire l’opera nell’Europa centrale affinché potesse compiersi nella maniera più vantaggiosa.
La conferenza di due giorni con i ventisei fratelli venuti dalla Germania, compresi i fratelli Hoeckle, Herkendell e Dwenger, si tenne specialmente allo scopo di trovare i modi e i mezzi per compiere con la massima efficacia l’opera in Germania e per determinare chi doveva essere il sorvegliante locale. Il comitato che aveva prestato servizio in Germania per molti anni fu sciolto. Il fratello Cunow, che fino ad allora aveva diretto per alcuni anni l’opera, chiese d’essere esentato da questo incarico e di essere mandato nell’opera di pellegrino, quindi fu necessario trovare un nuovo sorvegliante. Paul Balzereit fu scelto come sorvegliante locale per la Germania e il fratello Binkele fu nominato sorvegliante principale dell’Ufficio dell’Europa Centrale.
CAMPAGNA DEI “MILIONI”
Si annunciò che nel febbraio del 1921 sarebbe stato presentato l’opuscolo Milioni ora viventi non morranno mai in tedesco e si dispose ufficialmente d’iniziare il 15 febbraio una campagna di conferenze che sarebbe dovuta durare parecchi anni. A pronunciare i discorsi furono assegnati i migliori oratori e, dove non ce n’era nessuno disponibile, le congregazioni potevano scrivere alla Società perché disponesse di inviare tali oratori.
Si aprì così la porta per dare una potente testimonianza, come un anno prima la maggioranza dei nostri fratelli non avrebbero sognato ne fosse possibile l’uguale. Il rapporto annuale della Società riferì: “Non s’è mai avuto in precedenza tanto interesse nella Germania quanto ce n’è attualmente. Grandi folle vengono e, quantunque cresca l’opposizione, la verità si diffonde”.
Questo è quanto avveniva a Costanza. La sorella Berta Maurer, che ha servito Geova per più di cinquant’anni, ancora ricorda come il discorso pubblico “Il mondo sta per finire — Milioni ora viventi non morranno mai!” era annunciato da grandi cartelloni e quindi tenuto nella più grande sala della città, la sala in cui Jan Huss fu condannato ad essere arso al rogo. Furono fatti discorsi ulteriori, e il 15 maggio 1921 furono battezzate quindici persone, il principio della congregazione di Costanza.
A Dresda il discorso fece molta impressione. La congregazione aveva affittato tre grandi sale, ma in alcuni casi due ore prima che si facessero i discorsi, fu sospeso il servizio tranviario perché l’enorme folla aveva bloccato il traffico. Le sale sovraffollate non potevano accogliere più nessuno. Gli oratori ebbero difficoltà ad attraversare le folle per giungere alle sale. Solo dopo aver ottenuto la promessa che il discorso sarebbe stato ripetuto per il beneficio di quelli che attendevano, la folla fu disposta a cedere il passaggio.
Per via la sig.ra Elisabeth Pfeiffer trovò a Wiesbaden un volantino che annunciava il discorso dei “Milioni”. Ella si disse: “Che insensatezza! Ciò nondimeno vi andrò, poiché vorrei vedere che genere di persone crederebbero una tal cosa”. Vi andò e si sorprese vedendo nella via una grande folla che invano cercava di entrare nell’auditorio della scuola superiore già sovraffollato dove si sarebbe dovuto tenere il discorso. In quel tempo i Francesi occupavano ancora il paese ed essi ebbero gentilmente cura del servizio d’ordine. Avendo visto che la sala era piena e che altre centinaia di persone erano in piedi nella via, parlarono al fratello Bauer, l’oratore, e dissero alla folla in attesa che egli sarebbe stato disposto a parlare anche a loro dopo aver finito il suo discorso. Da tre a quattrocento persone, compresa la sig.ra Pfeiffer, attesero con pazienza. Ciò che ella udì quella sera le fece un’impressione così profonda che in seguito assisté a tutte le adunanze e presto divenne una zelante sorella.
Un’altra volta i fratelli Wandres e Bauer avevano preso disposizioni per il discorso, ma contrariamente alle esperienze che avevano avute con le sale sovraffollate, quella sera in principio non venne nessuno. Mentre si avvicinava l’ora di cominciare, uscirono entrambi nella via per vedere se si poteva attendere qualcuno. Trovarono alcuni che erano interessati a udire il discorso ma che, per qualche ragione sconosciuta ai fratelli, esitavano a entrare nell’edificio. Quando ne fu chiesta loro la ragione, dissero che siccome era il primo di aprile erano incerti se alcuni burloni avevano voluto fare un pesce d’aprile. Tuttavia, in circa mezz’ora arrivarono da trenta a quaranta persone per ascoltare il discorso.
Il fratello Erich Eickelberg da Remscheid distribuiva l’opuscolo dei Milioni a Solingen quando ebbe l’interessante esperienza che segue: Si presentò a un uomo che incontrò, dicendo: “Le porto la buona notizia che milioni ora viventi non morranno mai, ma vivranno in pace e felicità per sempre sulla terra. Questo opuscolo lo prova e costa solo dieci pfennig”. Il signore rifiutò l’offerta, ma il ragazzino che gli stava accanto disse: “Papà, perché non lo compri? Una bara costa assai di più”.
ORGANIZZAZIONE PREPARATA PER LA NUOVA ATTIVITÀ
Gli anni del dopoguerra dal 1919 al 1922 furono per i fratelli in Germania anni di vero sviluppo e preparazione.
La Società, interessata a rafforzare l’opera sia internamente che esternamente, ora fece i necessari passi per stabilire in maniera legale l’opera riguardo al suo stato giuridico presso il governo. I risultati furono che la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati costituita nel 1884 ad Allegheny, negli U.S.A., fu riconosciuta il 7 dicembre 1921 in Germania come società estera legale.
Il messaggio proclamato nel 1922 si concentrava principalmente sul tema “Milioni ora viventi non morranno mai”. La Società riservò il 26 febbraio 1922 come giorno di conferenze dei “Milioni” in tutto il mondo. In Germania il discorso fu pronunciato quel giorno in 121 diverse città e fu udito da circa 70.000 persone. Un secondo grande giorno di testimonianza mondiale fu il 25 giugno, in cui si tennero in Germania 119 conferenze, con circa 31.000 presenti. Due altre “conferenze mondiali” simili furono pronunciate durante l’anno in Germania, e il 29 ottobre vi assisterono 75.397 persone e il 10 dicembre 66.143 persone. Così la buona notizia giungeva a migliaia di persone.
IL FRATELLO RUTHERFORD VISITA DI NUOVO L’EUROPA
Nel 1922 il fratello Rutherford intraprese un lungo viaggio attraverso l’Europa, visitando in quel tempo Amburgo, Berlino, Dresda, Stoccarda, Karlsruhe, Monaco, Barmen, Colonia e Lipsia. Ad Amburgo per un giorno di assemblea si presentarono circa 500 fratelli, un eccellente aumento dalla sua visita di soli otto anni prima! A Stoccarda era disponibile per la conferenza pubblica una sala che aveva solo 1.200 posti; alle porte si dovettero mandar via centinaia di persone. E a Monaco il fratello Rutherford parlò a 7.000 persone nel gremito “Zirkus Krone”. Prima che cominciasse il discorso si seppe che un gruppo di antisemiti e anche parecchi sacerdoti gesuiti erano fra i presenti e che eran venuti con l’intenzione di disturbare e, se possibile, interrompere l’assemblea. Il fratello Rutherford dichiarò: “In questa città (Monaco) e in altri luoghi è stato dichiarato che l’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali sia finanziata dagli Ebrei”. Aveva appena finito di dire queste parole che si udirono grida: “È vero”, e così via. Ma il fratello Rutherford parlò con convinzione ed enfasi e subito chiuse la bocca di quelli che causavano disturbo, sebbene tentassero d’impossessarsi del palco dell’oratore per impedirgli di completare il suo discorso.
Nel 1922 il più grande avvenimento fu in Germania il congresso di Lipsia del 4 e 5 giugno. La Società aveva scelto la città di Lipsia come luogo adatto per il congresso tedesco. I fratelli, che in maggioranza abitavano in Sassonia, erano molto poveri e non sarebbero stati in grado di sostenere le spese di un viaggio lungo. Quindi il luogo più appropriato sarebbe stato in realtà Lipsia.
Era stato predisposto che il lunedì mattina il fratello Rutherford tenesse una sessione con domande e risposte. Fra le domande, che erano state presentate per iscritto in anticipo, ce ne fu una di particolare interesse. Si riferiva al “Völkerschlachtdenkmal” (“Monumento della battaglia delle nazioni”) di Lipsia, dedicato con appropriate cerimonie nel 1913 per commemorare l’insurrezione avvenuta presso Lipsia cento anni prima. La domanda che si riferiva a questo monumento, in breve, diceva quanto segue: “Si riferisce Isaia 19:19 a questo monumento quando dice: ‘In quel giorno ci sarà un altare a Geova in mezzo al paese d’Egitto, e una colonna a Geova accanto alla sua linea di confine’?”
Si noti che tre anni prima, cioè al congresso di Lipsia tenuto nel 1919, parecchi fratelli erano andati a vedere una mattina questo “Monumento della battaglia delle nazioni”. Quel pomeriggio era stato pronunciato un discorso dal fratello Alfred Decker, un ‘anziano elettivo’ che in seguito divenne un accanito oppositore della verità, il quale aveva tentato di provare che questo “Monumento della battaglia delle nazioni” fosse davvero la colonna menzionata in Isaia 19:19. Il costruttore del monumento, il membro del consiglio della corona Thieme, era stato pure invitato in questa occasione festiva ed egli e i suoi architetti erano stati invitati a dare appropriate spiegazioni.
Prima di rispondere alla domanda, il fratello Rutherford era andato a vedere questa straordinaria costruzione. Più tardi, quando si rivolse all’intero gruppo riunito in assemblea, non lesinò parole, dichiarando che Isaia 19:19 non si riferiva a questo monumento. Esso era stato eretto unicamente a causa dell’ardente ambizione di un uomo sostenuto dall’influenza del grande avversario. Non ci sarebbe stata nessuna ragione per cui Geova facesse erigere sulla terra un tale monumento alla fine dell’epoca evangelica. Ogni parte del gigantesco monumento indicava che aveva avuto origine dal Diavolo e che era opera sua e dei suoi alleati e complici, i demoni, i quali avevano influito sugli uomini affinché erigessero questo “monumento di follia”. Il kaiser tedesco aveva sperato una volta di poter dire: “Fu qui che stette una volta Napoleone il quale tentò di conquistare il mondo, ma il suo piano fallì completamente, ed è qui che il kaiser tedesco, il quale similmente si accinse a conquistare il mondo e il cui piano ha avuto grande successo, ora si erge, per la quale ragione il mondo intero dovrebbe inchinarsi davanti a lui”.
“L’ARPA DI DIO”
Per preparare il terreno a una rapida distribuzione del nuovo libro L’Arpa di Dio, che ora era divenuto disponibile in tedesco, la Società preparò e stampò cinque milioni di copie di un opuscolo intitolato “Perché?” Per sfortuna lo stabilimento tipografico a cui fu affidato il compito di stampare L’Arpa di Dio era di continuo in ritardo e aveva fatto rimandare parecchie volte la data della pubblicazione. Il prezzo del libro indicato nell’opuscolo della Società non poteva essere rispettato a causa del rapido peggiorare dell’inflazione; e al principio del gennaio 1923 il prezzo di 100 marchi si era dovuto aumentare a 250, equivalente a cento grammi di margarina, nonostante che in questo tempo il costo della pubblicazione de L’Arpa avesse già raggiunto i 350 marchi. Il contenuto del libro suscitò enorme entusiasmo non solo tra i fratelli, ma anche tra gli amici della verità.
A Langenchursdorf, che apparteneva alla congregazione di Waldenburg, un giovane fratello chiamato Erich Peters, molto dotato in quanto all’eloquenza, fu così entusiasta del contenuto del libro e del suggerimento di iniziarvi studi che chiese a suo padre il permesso d’invitare i suoi amici e vicini a venire una data sera una volta la settimana nella casa paterna per poter considerare con loro L’Arpa di Dio. A questo studio serale assistevano in seguito tante persone da doverle far sedere in tutte le stanze del pianterreno. Questo giovane fratello, parlando con entusiasmo del regno di Geova e delle sue benedizioni, stava in piedi sulla soglia della porta fra le stanze in modo da essere udito e visto da tutti. Questo esempio fu presto seguìto da altre congregazioni e il cosiddetto “studio de L’Arpa” divenne subito parte del programma normale.
IL PRIMO STABILIMENTO
Dall’aprile del 1897 al dicembre del 1903 La Torre di Guardia (edizione tedesca) era stata stampata ad Allegheny (U.S.A.), e dal gennaio 1904 al 1º luglio 1923, in Germania da ditte secolari. Per decenni libri e altre pubblicazioni della Società erano stati stampati da ditte secolari, a meno che non fossero mandati direttamente dall’America. Col passar del tempo, per ridurre le spese, furono installate a Barmen due grandi macchine da stampa piane, insieme ad altri macchinari, nonostante che lo spazio fosse estremamente limitato.
Poiché, in principio non c’erano fratelli esperti per fare la composizione dei caratteri o la rilegatura dei libri, da Berna, in Svizzera, il fratello Ungerer, esperto stampatore di libri e tipografo, fu mandato a Barmen per addestrare i primi lavoratori volontari. La loro volontà di lavorare e la determinazione con cui tentarono di produrre eccellente materiale stampato malgrado gli umili mezzi di cui disponevano, furono sorprendenti.
Dato che tutte le stanze erano usate come camere da letto, e così via, le macchine da stampa furono messe nella casa a due piani, nel vano delle scale, sotto una tettoia di legno di metri 20 per 8. Il fratello Hermann Görtz ancora ricorda d’aver stampato ulteriori 100.000 copie del primo numero della rivista L’Età d’Oro (1º ottobre 1922). Dovevano mettere ciascun foglio di carta per due volte nella macchina, poiché si alimentava a mano. Siccome i fratelli potevano difficilmente soddisfare la richiesta di materiale stampato, per quasi un anno intero lavorarono spesso fino a mezzanotte.
COME ALCUNI IMPARARONO LA VERITÀ
Strane circostanze contribuirono a volte a richiamare l’attenzione di qualcuno sulla verità, come fu il caso del fratello Eickelberg, che assisté a una proiezione del Fotodramma. Parlando della “riforma”, l’oratore dichiarò che ‘i protestanti hanno smesso di protestare’, al che qualcuno nell’uditorio gridò: “Noi protestiamo ancora!” L’oratore chiese di accendere le luci, e tutti i presenti si voltarono per vedere chi era questo “coraggioso”. Chi poteva essere se non un ecclesiastico protestante, seduto fra due ecclesiastici cattolici! L’uditorio si indignò e chiese che l’ecclesiastico fosse espulso dalla sala. Il fratello Eickelberg si rese conto che la verità non si trovava nei sistemi ecclesiastici.
Eugen Stark andò a Stoccarda per vedere il Fotodramma. La sala era già gremita da 3.000 persone quando fu annunciato che il proiettore aveva qualche sorta di difetto e quella sera non si poteva riparare. Furono tutti invitati a tornare la sera seguente. Eugen Stark andò via deluso e si recò a visitare sua madre, che apparteneva alla Nuova Chiesa Apostolica. Entrambi conclusero che gli Studenti Biblici non potevano avere la verità, altrimenti una tal cosa non sarebbe accaduta. Il fratello Stark decise di non tornare la sera dopo, ma di visitare invece sua sorella. Il suo tram passò comunque proprio accanto alla sala dove si doveva tenere la conferenza, ed egli si sorprese vedendo che c’erano tante persone che cercavano di entrare nella sala quante ce n’erano state la sera precedente. Senza pensarci due volte, saltò giù dal tram, quasi cadendo sotto le sue ruote. Ma nonostante le sue ferite, si alzò ed entrò nella sala. Ne fu poi così entusiasta da ottenere le pubblicazioni per lo studio biblico che furono offerte e da lasciare il suo indirizzo così che potesse essere visitato. Ora nessuno poteva impedirgli di studiare la Bibbia.
Kurt Diessner si disgustò della religione a causa di una canzone che il suo predicatore gli insegnò a scuola durante l’anno di guerra del 1915. Essa diceva di distruggere le nazioni nemiche e asseriva che gli eserciti tedeschi dovessero ricacciarle nei laghi, nei pantani, nel Vesuvio o nell’oceano. In seguito, nel 1917, le campane della chiesa furono tolte e fuse per farci anelli di granate, e un giornale ecclesiastico pubblicò un’immagine di una grossa campana che veniva benedetta da un ecclesiastico a braccia tese. Sotto l’immagine era la seguente didascalia: “E ora andate e riducete in frantumi i corpi dei nostri nemici”. Kurt Diessner prese ora la sua decisione. All’inizio degli anni venti egli identificò e abbracciò la vera adorazione di Geova, e ancora è in grado di prestare di tanto in tanto servizio come pioniere temporaneo.
CON TUTTO IL CUORE NELL’OPERA DI ESPANSIONE
Alcuni di quelli che cinquanta o più anni fa udirono l’invito di Geova a prestare servizio e l’accettarono sono ancora fra noi e parlano con fervore dell’attività che compirono in quel tempo quando erano ancora “giovani e forti”. Poveri materialmente, erano ricchi in senso spirituale.
Minna Brandt di Kiel narra che faceva a piedi lunghe camminate per predicare il messaggio del Regno e, quando non poteva tornare lo stesso giorno, passava la notte nei campi dormendo nei fienili. Più tardi, chiedeva un passaggio verso le città più settentrionali di Schleswig-Holstein, spesso viaggiando in autocarro. In quei giorni i fratelli erano forniti di grandi altoparlanti che usavano per tenere conferenze pubbliche nei luoghi di mercato o in qualche altro luogo appropriato il pomeriggio, dopo aver predicato nel villaggio la mattina.
Ernst Wiesner (che in seguito fece l’opera di circoscrizione) e altri viaggiavano in bicicletta, per andare a predicare a una distanza da 90 a 100 chilometri da Breslavia. I fratelli di Lipsia, dove prestavano servizio Erich Frost e Richard Blümel, erano molto ingegnosi nei loro tentativi di richiamare l’attenzione del popolo sul messaggio del Regno. Per un periodo di tempo fecero uso di un piccolo gruppo musicale composto da fratelli, che suonavano marciando nelle vie. Quelli che li accompagnavano davano una breve testimonianza nelle case lungo il percorso per correre poi a riunirsi col gruppo musicale in marcia.
Nel 1923 l’attenzione fu rivolta alla predicazione continua, con l’urgente invito: “Cerchiamo mille pionieri”. Questo creò fra il popolo di Dio una notevole emozione, poiché questo significava che quasi una persona su quattro dei 3.642 “operai” che allora facevano rapporto era invitata a fare il pioniere. L’invito non rimase inascoltato.
Willy Unglaube, per esempio, si rese conto che era per lui, quindi intraprese l’opera di pioniere, come egli disse, “non solo per uno o due anni, ma finché Geova potrà impiegarmi in questo incarico”. Egli lavorò in varie regioni della Germania e in seguito fu per parecchi anni nella Betel di Magdeburgo. Nel 1932 ascoltò l’invito di fare il pioniere in campi esteri. Fu mandato prima in Francia, quindi in Algeria, Corsica, Francia meridionale, in seguito di nuovo in Algeria e poi in Spagna. Di lì andò a Singapore, quindi in Malaysia, poi a Giava e, nel 1937, in Thailandia, dove stette finché nel 1961 tornò il Germania. Quando prestò ascolto all’invito di fare il pioniere aveva venticinque anni e ora, pur essendo prossimo ai settantotto, è ancora fra i nostri pionieri più volenterosi che hanno successo.
Il 1º febbraio 1931, Konrad Franke intraprese l’opera di pioniere. Iniziò presto nella sua giovinezza a ricordarsi del suo Creatore. Ora, come membro della famiglia Betel, è felice di poter ripensare ai suoi quarantadue anni di ininterrotto servizio continuo, quattordici dei quali li trascorse in Germania come sorvegliante di filiale.
SERVIZIO DEI PELLEGRINI
Gli incoraggianti discorsi pronunciati negli anni venti dai fratelli pellegrini contribuirono per certo grandemente a edificare i fratelli. In quel tempo i mezzi di trasporto erano assai limitati e non particolarmente comodi. Poiché i fratelli pellegrini avevano molto territorio rurale da percorrere, non era raro che il loro mezzo di trasporto fosse un carro agricolo trainato da un cavallo. A volte era inevitabile camminare a piedi per lunghe distanze.
Emil Hirschburger aveva ricevuto una volta l’incarico di pronunciare un discorso nella Germania meridionale. Viaggiava in treno e si trovò seduto nello stesso scompartimento con sei uomini i cui abiti li identificavano chiaramente come ecclesiastici cattolici. Erano occupati a discutere sul discorso che il fratello Hirschburger avrebbe dovuto tenere, non sapendo, naturalmente, che il fratello Hirschburger era proprio lì in mezzo a loro. Sembra che fossero stati a una conferenza religiosa e che all’ecclesiastico abitante nella città in cui si doveva tenere il discorso del fratello Hirschburger fosse stato consigliato di sfidarlo a un pubblico dibattito. A questo ecclesiastico interessava sapere dai suoi colleghi come avrebbe potuto svolgere la sua argomentazione per non essere sconfitto nel confronto pubblico da “questo Studente Biblico”. Ma evidentemente i suoi colleghi non gli raccomandarono nulla che lo soddisfacesse. A uno a uno lasciarono il treno, ciascuno salutando gli altri. Mentre l’ultimo si preparava a scendere, l’ecclesiastico preoccupato chiese con tono confidenziale al collega che andava via cosa pensava della questione e se riteneva saggio andare all’adunanza. La risposta fu pronta e pronunciata con un marcato dialetto svevo: “Be’, se pensi di essere alla sua altezza, vacci”. Il fratello Hirschburger non lo vide al discorso.
DRAMMA DELLA CREAZIONE
Al principio degli anni venti, le pellicole del Fotodramma erano quasi consumate. Comunque, la Società fu in grado di acquistare cortometraggi del cinegiornale, e anche pellicole bibliche, da diverse società cinematografiche secolari, e, dopo averli riveduti tagliando certe parti non appropriate o aggiungendone altre, era in grado di farne la proiezione. In questo modo furono messe insieme pellicole completamente nuove da 5.000 a 6.000 metri. Oltre a ciò, le diapositive che erano state proiettate furono pure sostituite con immagini nuove prese dal libro Creazione o da altri libri pubblicati dalla Società Torre di Guardia o con diapositive ottenute sul pubblico mercato. In quel tempo non c’era la fotografia a colori, ma Wilhelm Schumann della Betel di Magdeburgo era instancabile nei suoi sforzi per dare colore alle fotografie in bianco e nero. Le belle immagini colorate facevano sempre una durevole impressione agli spettatori e, poiché molte immagini erano della meravigliosa creazione di Geova, il titolo della pellicola fu cambiato in “Dramma della creazione”. A questo sottotitolo, l’Annuario tedesco del 1932 disse:
“Del precedente dramma della creazione non è rimasto nulla eccetto il nome e l’uso delle diapositive. Il testo . . . è preso dal libro Creazione e da altre pubblicazioni, e il nome ‘Dramma della creazione’ è tratto similmente dal libro Creazione”.
Nel 1928, quando si doveva cominciare a Stettino una proiezione, Erich Frost, musicista di professione e fino a quel tempo direttore di un’orchestra mondana, fu invitato a venire a Stettino per provvedere l’accompagnamento musicale per la pellicola, che, naturalmente, era muta. Presto altri musicisti si unirono al gruppo. In seguito usarono i loro strumenti anche per imitare il canto degli uccelli e lo stormire degli alberi. Durante una proiezione a Monaco nell’estate del 1930, Heinrich Lutterbach, eccellente violinista, conobbe il complesso musicale e subito fu invitato a fare il viaggio con loro. Egli accettò con gioia, completando in tal modo l’orchestra, che era ascoltata dappertutto con molto piacere. Due anni dopo la Società diede al fratello Frost una seconda serie di pellicole e diapositive e gli diede istruzione di andare nella Prussia orientale. Dopo ciò il fratello Lutterbach prese la bacchetta da direttore della piccola orchestra.
Era stato predisposto di proiettare la pellicola a Monaco nel 1930. In precedenza il “Dramma della creazione” vi era già stato proiettato con grande successo, quindi i capi religiosi erano naturalmente assai turbati. Nella loro disperazione diedero istruzione a centinaia di individui delle loro congregazioni di Monaco di ottenere i biglietti per il dramma alle biglietterie pubblicamente annunciate, ma poi di non assistervi. Il risultato sarebbe stato una sala vuota. I fratelli lo scoprirono comunque abbastanza presto, così che poterono prestabilire le contromisure. Il risultato fu che l’intera azione si ritorse contro i perturbatori.
TRASFERIMENTO DELLA SOCIETÀ
I fratelli incaricati cominciarono subito a capire che i macchinari dello stabilimento disponibili a Barmen non erano sufficienti. Diretti evidentemente dallo spirito di Geova, la loro attenzione fu rivolta a Magdeburgo dove la proprietà divenne disponibile per l’acquisto immediato. Pur essendo forzata a decidere in fretta, la Società vi acquistò la proprietà sulla via Leipziger. Il trasferimento ufficiale da Barmen a Magdeburgo avvenne il 19 giugno 1923. All’improvviso le truppe francesi occuparono le zone del Reno e della Ruhr, comprese Barmen ed Elberfeld. Ciò significò, naturalmente, che l’ufficio postale, la stazione ferroviaria e la banca tedesca furono pure presi, il che avrebbe reso assai difficile badare da Barmen agli interessi delle congregazioni. Il rapporto annuale del 1923 riguardo a questo avvenimento dichiarò: “La sede di Brooklyn ricevette una mattina la comunicazione che la filiale tedesca si era trasferita a Magdeburgo senza difficoltà. Subito la mattina dopo i giornali riferivano che i Francesi avevano occupato Barmen. Ringraziamo il nostro prezioso Signore per la sua protezione e benedizione”.
Fu ora possibile stampare La Torre di Guardia nel nostro proprio stabilimento. Il primo numero che si stampò fu quello del 15 luglio 1923. Circa tre o quattro settimane dopo fu installata una grande macchina piano-cilindrica, dotata di un dispositivo mettifoglio per l’alimentazione automatica della carta, e si cominciò a lavorare al primo volume degli Studi sulle Scritture. Subito dopo si stampò con la stessa macchina il libro L’Arpa di Dio.
Ma occorrevano altre macchine. Per questa ragione il fratello Balzereit chiese al fratello Rutherford il permesso di acquistare una macchina rotativa. Il fratello Rutherford vide la necessità e acconsentì, ma a una condizione. Egli aveva notato che nel corso degli anni il fratello Balzereit si era fatto crescere una barba molto simile a quella che aveva avuta il fratello Russell. Il suo esempio era stato subito seguito, poiché c’erano altri che pure volevano assomigliare al fratello Russell. Questo avrebbe potuto dar luogo a una tendenza verso il culto della personalità, e il fratello Rutherford voleva impedirlo. Così durante la sua visita successiva, essendo udito da tutta la famiglia della Casa Biblica, disse al fratello Balzereit che egli avrebbe potuto acquistare la macchina rotativa ma solo a condizione che si radesse la barba. Il fratello Balzereit acconsentì tristemente e in seguito andò dal barbiere. Nei pochi giorni che seguirono ci furono poi diversi casi di errata identificazione e si crearono alcune situazioni curiose a causa dell’“estraneo” che a volte non era riconosciuto dai compagni di lavoro.
Un anno dopo fu possibile installare la prima parte della macchina da stampa nel seminterrato, e la seconda parte fu consegnata dopo breve tempo. Ora si poteva parlare di una stamperia ben fornita e di una legatoria in grado di produrre libri di 400 pagine al ritmo di 6.000 copie al giorno.
Nel 1923 e nel 1924 ci fu un grande aumento nella distribuzione di letteratura. Per soddisfare la domanda, nel 1925 la Società comprò la proprietà adiacente al suo primo edificio. Furono aumentate e migliorate le macchine sia dello stabilimento che della legatoria. Sul terreno appena acquistato si costruì un solido edificio in cemento per installarvi la legatoria e le macchine da stampa piano-cilindriche, con spazio per due macchine rotative, al pianterreno, col reparto della composizione tipografica e anche gli altri reparti preparatori al primo piano e gli uffici al secondo piano. Ciò nonostante, era necessario molto lavoro straordinario, poiché la distribuzione di letteratura continuava ad aumentare. Nel 1928 si ottenne una seconda macchina rotativa, ma il bisogno era così grande che i fratelli tenevano in funzione le macchine in due turni di dodici ore ciascuno, anche la domenica. Questo significò che le macchine funzionavano giorno e notte senza interruzione per parecchi anni. Nella legatoria avveniva naturalmente la stessa cosa, poiché i fratelli dovevano finirvi il lavoro dopo che la letteratura era stata stampata. In questo modo furono in grado di produrre 10.000 libri al giorno.
Inoltre fu ora possibile erigere sul nuovo terreno acquistato una dignitosa sala per assemblee. Fu piacevolmente decorata e aveva posti per circa 800 persone. I fratelli la chiamarono la “Sala dell’Arpa”, senza dubbio per apprezzamento verso il libro L’Arpa di Dio.
Quelli della famiglia della Casa Biblica che la domenica potevano assentarsi viaggiavano in un grande autocarro, che poteva provvisoriamente contenere cinquantaquattro persone a sedere, o in autobus, treno, auto o bicicletta, e andavano a predicare nel territorio di Magdeburgo e dintorni. Essi lavoravano entro un raggio di parecchie centinaia di chilometri e furono in grado di gettare le fondamenta di molte congregazioni.
Con l’andar del tempo il numero dei lavoratori aumentò nella Casa Biblica a oltre 200.
CONGRESSO DEL 1924 A MAGDEBURGO
Il più grande avvenimento del 1924 fu il congresso di Magdeburgo, a cui assisté il fratello Rutherford. Da ogni parte della Germania vennero approssimativamente 4.000 fratelli e sorelle, alcuni in bicicletta. La maggioranza non poté portare null’altro che un inadeguato portavivande per la colazione, poiché l’intera nazione era nell’indigenza. Molti non avevano denaro per pagare il viaggio e migliaia dovettero restare a casa. Quelli che fecero il viaggio in bicicletta dovettero tener conto di un percorso di diversi giorni. Essi pure avevano solo magri mezzi per procurarsi vitto e alloggio. Molti si portarono il cibo consistente primariamente di pane secco. Quando durante i discorsi gli stimoli della fame divenivano acuti, i fratelli tiravano fuori un pezzo di pane secco e gli davano un morso. Il fratello Rutherford ne fu così commosso che immediatamente prese disposizioni affinché il giorno dopo a ciascuno dei quasi 4.000 presenti si provvedessero un paio di salsicce calde, due panini e una bottiglia di acqua minerale senza alcuna spesa. Possiamo facilmente immaginare la gioia dei presenti quando, a entrambe le estremità dell’auditorio dove si teneva l’assemblea, comparvero all’improvviso grosse marmitte piene di salsicce. I fratelli fecero la fila per farsi servire. Ristorati dal pasto consumato insieme, tornarono ai loro posti nell’auditorio sentendosi come gli ospiti di un banchetto.
Nel suo discorso di benvenuto all’assemblea il fratello Rutherford chiese a tutti quelli che avevano già fatto la dedicazione e l’avevano simboleggiata col battesimo in acqua di alzare la mano. Visto il gran numero, aggiunse: “Cinque anni fa non ce n’erano tanti in tutta l’Europa”.
Più tardi, durante il discorso pubblico, si ebbe nella sala principale uno sfortunato incidente. A causa della sconsideratezza di qualcuno cadde al suolo una piccola lampada di emergenza, al che una persona ancor più sconsiderata gridò “fuoco”, causando così del panico. Siccome questo accadeva tutto in fondo alla sala, sul palco nessuno sapeva esattamente che cosa stesse accadendo, e da principio i fratelli supposero che dei disturbatori cercassero di interrompere l’adunanza. Poiché il disturbo non cessava, il fratello Rutherford fece cenno all’orchestra di cominciare a suonare. Essi risposero col cantico “Adoro il potere dell’amore” e allora le migliaia di persone che erano nella sala cominciarono a cantare. Le ondate d’isterismo subito si calmarono e il fratello Rutherford poté continuare il suo discorso senza ulteriore interruzione.
“CONDANNATI GLI ECCLESIASTICI”
Questo fu il titolo di una risoluzione preparata nel 1924 per la distribuzione mondiale. In Germania i fratelli vi parteciparono, specialmente nella primavera del 1925. Era una risoluzione estremamente importante che smascherava il clero senza risparmio, suscitando una reazione simile a quella che si ha quando con una bacchetta si smuove un vespaio. Specie in Baviera il clero cominciò ad attaccare e a ostacolare i nostri fratelli nella loro opera. Il primo presidente tedesco della Repubblica di Weimar era appena morto ed erano state indette nuove elezioni. I politicanti dicevano: ‘Nessun cattolico osi divenire presidente’, a ciò la cattolica Baviera rispondeva allora considerando con la massima sfiducia ogni pubblicazione non amichevole verso Roma. Non solo in Baviera, ma anche in altre regioni della Germania, il clero controbatteva con ogni mezzo disponibile.
La vita del fratello Balzereit fu minacciata. Una lettera anonima che gli fu inviata in parte diceva:
“Diavolo vestito da pecora!
“Le accuse che fai contro il clero saranno la tua caduta! Prima che tu te ne renda conto il mondo avrà visto l’ultimo di voi e la tua morte spaventerà i tuoi seguaci nella restrizione . . . È stato emesso il giudizio contro di te!
“Pretendiamo entro tre settimane quanto segue: Che sia ritirata dal pubblico la vostra pubblicazione ‘Condannati gli ecclesiastici’. Se questo non sarà fatto . . . sarai un candidato alla morte.
“Questa non è una minaccia vuota . . .”
Ma questa non era nemmeno una ragione per fare compromesso. Al contrario, la piccola ma coraggiosa schiera dell’unto rimanente prese le contromisure. Fu distribuito un trattatino intitolato “Vero o falso?” che informava il pubblico di queste minacce. Si faceva la domanda se le accuse contenute nell’opuscolo “Condannati gli ecclesiastici” erano ‘vere o false’. Erano quindi presentate le dichiarazioni fatte da ecclesiastici e brani tratti da riviste religiose.
Disperato, un ecclesiastico della Pomerania denunciò al tribunale la Società Torre di Guardia e i suoi dirigenti. Si fece quindi il processo a Magdeburgo. Ma il pubblico ministero fece lo sbaglio di leggere al processo l’intera risoluzione, confutando così la sua stessa asserzione che la risoluzione fosse diretta contro il concistoro di Stettino. Nell’aula del tribunale tutti si resero conto che la risoluzione denunciava non solo il concistoro di Stettino, ma il clero di tutto il mondo. Il tribunale, prendendone nota, prosciolse il fratello Balzereit, ma si sentì obbligato a consigliare di non pubblicare in futuro attacchi così mordaci.
INFLAZIONE
Nell’agosto del 1921 era già stato consigliato ai proclamatori di distribuire con parsimonia il trattatino Mensile degli studenti biblici in vista dell’alto costo della stampa. Le copie non dovevano essere distribuite indiscriminatamente, ma si dovevano dare solo a quelli che mostravano vero interesse.
Al principio del 1922 la Società fu costretta ad annunciare che il prezzo per l’abbonamento annuo a La Torre di Guardia, in quel tempo ancora stampata solo mensilmente, sarebbe stato fissato a 16 marchi. Un mese dopo fu necessario aumentarlo a 20 marchi, e nel luglio dello stesso anno a 30 marchi. L’inflazione ebbe nei mesi successivi una tale incidenza, comunque, che in ottobre la Società fu costretta ad annunciare che nel futuro gli abbonamenti si sarebbero potuti accettare solo in base a un periodo trimestrale. Nel frattempo per un trimestre il prezzo era salito a 70 marchi. Per il primo trimestre del 1923 i fratelli dovettero pagare 200 marchi, e per il secondo trimestre 750 marchi. Il 15 giugno un abbonamento annuo costava 3.000 marchi, e un mese dopo 40.000 marchi. Il 1º agosto la Società fu costretta a porre completamente fine al servizio degli abbonamenti, ed erano disponibili solo singole copie per un pagamento immediato. Ma il 1º settembre una singola copia già costava 40.000 marchi. Un mese dopo una singola copia costava 1.660.000 marchi, e il 25 ottobre l’inflazione aveva raggiunto un tale apice che una singola copia costava due miliardi e mezzo di marchi. Il denaro non aveva nessunissimo valore.
Questa breve considerazione del critici anni dell’inflazione può mostrare in quali difficili condizioni dovesse compiersi in quel tempo l’opera del Signore. Infatti, nell’ultimo trimestre del 1923 la distribuzione delle pubblicazioni della Società giunse quasi a un completo arresto. Si poteva continuare solo con l’aiuto di Geova.
‘ANZIANI ELETTIVI’
La disposizione democratica di eleggere gli anziani era qualche cosa che avrebbe potuto esser sufficiente a rallentare negli anni venti l’avanzata dell’opera. C’erano varie opinioni sul modo di dover tenere tali elezioni. Alcuni richiedevano che i candidati fossero in grado di rispondere in maniera corretta almeno all’85 per cento delle domande del V.D.M. (V.D.M. significa Verbi Dei Minister, o Ministro della Parola di Dio). Questo accadde, per esempio, a Dresda. Ma i fratelli di Halle ebbero un’esperienza che ci mostra a quale genere di difficoltà conducessero tali esigenze arbitrarie. Nella congregazione c’erano fratelli la cui attitudine verso l’opera non era buona, ma che, d’altra parte, volevano fare i capi della congregazione. Quando infine fu detto loro che non avevano nemmeno risposto alle domande del V.D.M., per cui non erano eleggibili a incarichi direttivi nella congregazione, rimediarono immediatamente a questa apparente omissione. In seguito non avendo ancora ottenuto l’incarico a cui aspiravano, scoppiò una ribellione che diede luogo alla divisione della congregazione, così che degli originali 400 proclamatori ne rimasero solo da 200 a 250 circa.
In alcune congregazioni al tempo delle elezioni c’erano spesso gravi controversie. Nel 1927 ce ne furono per esempio a Barmen, quando si doveva fare la votazione su certi candidati per alzata di mano. Un testimone oculare riferisce che dopo non molto tempo tutti urlavano, ognuno nello stesso tempo, e i fratelli furono costretti a cambiare votazione facendo uso di una scheda segreta, metodo che, a proposito, era seguìto da molte congregazioni. A Kiel fu perfino necessario fare le elezioni degli anziani sotto la protezione della polizia.
Queste cose avvenivano perché alcuni candidati non erano cristiani maturi. Infatti, alcuni fra loro direttamente o indirettamente si opponevano all’opera del Regno.
Per esempio, quando la Società incoraggiò il regolare studio di congregazione de La Torre di Guardia, furono specialmente parecchi ‘anziani elettivi’ a opporsi a questo suggerimento e a causare divisioni in numerose congregazioni. Il direttore di Remscheid dichiarò che nel futuro per condurre lo studio Torre di Guardia sarebbero stati impiegati solo quelli che la domenica mattina andavano nel servizio di campo, al che uno degli ‘anziani elettivi’ prese una sedia e, dopo aver minacciato con essa il direttore, uscì dalla congregazione, conducendo con sé quaranta persone. Qualche cosa di simile accadde a Kiel, dove, nonostante gli sforzi della Casa Biblica, se ne andarono via 50 dei 200 fratelli e sorelle della congregazione.
Riguardando il passato, possiamo per certo dire che la seconda metà degli anni venti fu qui in Germania un tempo di vagliatura. Alcuni che fino a quel tempo erano stati con noi divennero aperti nemici del Regno. La loro deviazione non fu per certo una perdita per l’organizzazione di Dio, perché gli anni trenta risultarono per quelli che rimanevano fedeli un vero tempo di prova!
PROBLEMI LEGALI
Dal 1924 al 1926 l’Erario dello Stato aveva considerato la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di natura strettamente filantropica e non aveva richiesto il pagamento delle tasse sulle ricevute della letteratura distribuita, ma questa esenzione fu ritrattata nel 1928. Ne risultò una causa che diede luogo a molta pubblicità, poiché la Società aveva fatto in modo che il pubblico fosse avvertito per mezzo de La Torre di Guardia e de L’Età d’Oro intorno a questo attacco istigato dai capi dei due grandi sistemi ecclesiastici. Che questo attacco fosse venuto dalle chiese fu in seguito apertamente ammesso da esse con la spiegazione che era ‘per impedire agli Studenti Biblici la loro distribuzione di informazioni bibliche’. I fratelli esortarono tutte le persone dalla disposizione giusta a firmare una petizione contro questa azione iniqua. È comprensibile che alla corte fece profonda impressione quando fu presentata una petizione con non meno di 1.200.000 firme. In seguito le decisioni delle corti furono a nostro favore.
Un altro mezzo mediante cui i capi religiosi cercarono di arrestare l’enorme progresso dell’opera fu quello di porre i proclamatori in contrasto con le leggi del paese. Sin dal 1922 si ebbero le prime cause per “illegale vendita ambulante e rifiuto di pagare le tasse sulla vendita ambulante”. Nel 1923 ci furono altre cause, e di nuovo l’accusa fu di “violazione dei regolamenti sulla vendita ambulante”. Furono emesse severe sentenze. Nel 1927 furono arrestati e processati 1.169 fratelli per “violazione delle leggi sulla vendita ambulante” e per “vendita ambulante senza licenza”. Nel 1928 si fecero 1.660 cause, e nel 1929 se ne fecero 1.694. Ma il clero continuava a cercare una legge da poter usare come arma per mettere a tacere gli Studenti Biblici. Infine, pensarono di aver trovato ciò che cercavano. Il Saarbrücker Landes Zeitung del 16 dicembre 1929 si riferì a questo:
“Per sfortuna la polizia è stata impotente a fare alcuna cosa circa l’opera degli Studenti Biblici. Gli arresti compiuti finora . . . son finiti tutti col proscioglimento . . . Ora, comunque, in una causa simile la Corte di Giustizia di Berlino ha sostenuto una sentenza, in cui si espone il principio che l’offerta di letteratura religiosa di casa in casa e nelle vie è soggetta agli ordinamenti di polizia relativi all’osservanza del riposo sabatico della domenica e dei giorni festivi in quei casi nei quali vi è implicato lo sforzo fisico, ponendolo così sotto la giurisdizione del lavoro, e dove il pubblico ne prenda nota.
“Per fortuna parecchie corti nel territorio della Saar sono state in grado di condannare in casi simili gli imputati, da che si è saputo di questa norma. Ciò offre ora l’opportunità di porre fine all’opera degli Studenti Biblici”.
AZIONE IN BAVIERA
Tentativi di far questo si compirono in tutta la Germania, ma la Baviera ebbe un posto predominante, essendovi compiuti più arresti che in qualsiasi altro luogo. Per un certo tempo le leggi locali riuscirono perfino a mettere brevemente al bando l’opera. Nel 1929 la Società decise di fare nella regione a sud di Regensburg un concertato “attacco di un giorno”, mandandovi a predicare circa 1.200 proclamatori in una sola domenica. Furono prese le disposizioni con la compagnia ferroviaria per due treni speciali, uno in partenza da Berlino che prendesse i fratelli di Lipsia, e un secondo da Dresda che prendesse i fratelli di Chemnitz e di altre città della Sassonia. Ciascun passeggero avrebbe pagato un biglietto di circa 25 marchi, che, in quel tempo, era una bella somma. Ma i fratelli erano più che disposti a fare questo sacrificio. Non volevano che assicurarsi di poter prendere parte a questa azione, poiché il nemico non dormiva.
Mentre si prendevano le disposizioni per questa campagna, i fratelli erano convinti che il clero avrebbe fatto uso della propria influenza per prevenirla se ne avesse udito parlare in anticipo. Per questa ragione i fratelli fecero tutto il possibile al fine di mantenerla segreta. Ciò nonostante, non furono in grado d’impedire al clero di scoprirla, in un modo o l’altro, circa una settimana prima. Ad un tratto le ferrovie non vollero farci avere i due treni speciali. Immediatamente tutte le congregazioni interessate ebbero istruzione di affittare autobus. Il clero venne a sapere anche questo, e dispose che il successivo fine-settimana tutte le strade che uscivano dalla Sassonia fossero strettamente sorvegliate dalla polizia. Questi agenti di polizia avrebbero trovato qualche ragione per fermare tutte le auto piene di Studenti Biblici, facendoli ritardare tanto che sarebbero dovuti tornare a casa senza compiere la loro missione.
La compagnia ferroviaria aveva saputo intanto che avevamo disposto di servirci degli autobus e, ritenendo che avrebbe perduto un buon affare, acconsentì all’ultimo minuto di permettere dopo tutto la partenza dei due treni speciali. I fratelli annullarono subito gli autobus. Quest’ultimo cambiamento di piani, solo due giorni prima del tempo della partenza, non fu scoperto dal clero. Così, mentre erano in gran numero a vigilare in tutte le strade, i due treni speciali si riunirono a Reichenbach (Vogtland) ed entrarono nelle vicinanze di Ratisbona come un solo treno speciale verso le 2,00 del mattino. Di lì in poi, il treno si fermò a ogni stazione ferroviaria per far scendere alcuni fratelli, alcuni dei quali avevano portato con sé le proprie biciclette per andare a lavorare anche in campagna.
Quel giorno fu data un’enorme testimonianza, poiché tutti erano stati provvisti non solo di sufficiente letteratura da collocare a una contribuzione, ma anche di una quantità da dare gratis. I fratelli avevano deciso di cercar di lasciare qualche cosa in ogni casa. Un certo numero di fratelli furono arrestati e non furono in grado di tornare a casa col treno speciale, ma quelli che ebbero il privilegio di prendere parte a questa campagna non erano poi mai stanchi di parlarne. Per certo non ci sbagliamo dicendo che i nostri avversari pure si ricordarono a lungo di questo fine-settimana.
FALLIMENTO DELLA BANCA
Nel mezzo della crescente disoccupazione e dell’instabilità economica, la banca, nella quale eran depositati in massima parte i fondi per finanziare l’opera in Germania e nell’Europa centrale, fece fallimento. La sola filiale tedesca subì una perdita di 375.000 marchi. La Società fu costretta a comunicare alle congregazioni che il congresso indetto per l’estate del 1930 a Berlino doveva essere annullato. Nella sua lettera, si faceva menzione inoltre di una possibile “interruzione della produzione”. Ma questo annuncio fu come un campanello d’allarme. Sebbene i fratelli fossero pecuniariamente molto poveri, poiché molti di essi erano disoccupati, tuttavia per assicurare una ininterrotta fornitura di pubblicazioni furono immediatamente disposti a offrire il denaro che avevano già risparmiato per il congresso di Berlino, e anche qualsiasi altra cosa che potessero risparmiare dalle loro limitate risorse pecuniarie. Infatti, molti sacrificarono il loro anello nuziale e altri gioielli.
Come risultato, le disposizioni prese per espandere l’opera prima che sorgesse il problema della banca non vennero ostacolate, no, nemmeno rimandate. Nella primavera del 1930 fu acquistata un’altra proprietà che confinava con la nostra proprietà precedente. I vecchi edifici che sorgevano nella proprietà acquistata da poco tempo furono demoliti e, fin dove fu possibile, il materiale fu usato dai fratelli per costruire un nuovo grande edificio Betel di settantadue stanze, ciascuna delle quali provvedeva alloggio a due persone, e un’ampia sala da pranzo.
ALTRE CAUSE
Nel 1930 furono iniziate altre 434 cause. Questo significò che, insieme alle cause già pendenti, c’erano ora da dibattere nelle corti 1.522 cause.
Ma i nostri nemici religiosi incontrarono difficoltà nel 1930 allorché tentarono di farci considerare violatori della legge, perché una circolare inviata dal Ministero dell’Interno a tutti i funzionari di polizia, in data 19 aprile, conteneva la seguente dichiarazione: “Attualmente l’associazione persegue solo obiettivi religiosi e non è attiva politicamente . . . nel futuro si dovrà evitar d’intentare procedure penali, specialmente riguardo alle violazioni delle leggi sulla vendita ambulante nel Reich”.
CONGRESSI A PARIGI E A BERLINO
Ancora una volta il fratello Rutherford dispose di fare un viaggio in Europa nel 1931. Si dovevano tenere un congresso dal 23 al 26 maggio a Parigi e uno dal 30 maggio al 1º giugno a Berlino. A causa della povera situazione economica della Germania, il fratello Rutherford suggerì di prendere disposizioni per invitare i fratelli della Germania meridionale e della Renania a Parigi, dato che per loro sarebbe stato meno costoso andare lì che fare il viaggio fino a Berlino. Furono organizzati treni speciali che sarebbero partiti da Colonia, Basilea e Strasburgo. I fratelli l’apprezzarono moltissimo e risultò che, delle 3.000 persone circa che si radunarono a Parigi, 1.450 erano venute dalla Germania.
Il congresso di Berlino si tenne nel Palazzo dello Sport. Non si attendeva un grande uditorio, prima di tutto, perché c’era la crisi economica e, in secondo luogo, perché quasi 1.500 erano andati a Parigi. Così, quale gioia fu vedere quasi 10.000 persone presenti, un numero del tutto inaspettato!
Il fratello Rutherford, che approfittava di ogni opportunità per eliminare tra i fratelli ogni usanza religiosa mondana, a un congresso precedente aveva già provocato con i suoi abiti una piccola rivoluzione. Egli aveva notato che in Europa, e questa comprendeva la Germania, i fratelli alle assemblee preferivano specialmente vestirsi di nero. Gli uomini non solo indossavano il vestito nero, e ai funerali mettevano il cilindro, ma portavano anche cravatte nere proprio come ce n’era l’usanza nelle false organizzazioni religiose. Questa osservazione indusse il fratello Rutherford ad acquistare un vestito di colore estremamente chiaro e una cravatta rosso scuro da mettere con esso. Dopo esser venuto in Germania vestito in questo modo, molti cominciarono a disfarsi dei loro vestiti neri.
Ora all’assemblea di Berlino egli richiamò l’attenzione sulle molte fotografie sue e del fratello Russell che si vendevano in forma di cartoline o di immagini, alcune delle quali erano perfino in cornice. Dopo avere scoperto queste immagini sui numerosi tavolini nei corridoi intorno alla sala, le menzionò nel suo discorso successivo, esortando i presenti a non acquistarne alcuna e chiedendo chiaramente ai servitori incaricati di togliere le immagini dalle cornici e di distruggerle, il che poi fu fatto. Egli voleva evitare qualsiasi cosa che potesse condurre al culto della personalità.
In relazione col congresso di Berlino il fratello Rutherford visitò naturalmente la filiale di Magdeburgo. Come le visite precedenti, questa fu come un ristoro, una brezza liberatrice. Poco prima della visita del fratello Rutherford, le immagini sue e del fratello Russell erano state appese in tutte le stanze. Ora queste furono tutte tolte, appena il fratello Rutherford l’ebbe scoperte.
Nel corso degli anni il fratello Rutherford non aveva nemmeno mancato di vedere parecchie altre cose. Non solo lui, ma gran numero di quelli della Betel avevano riconosciuto il pericolo in cui si trovava il fratello Balzereit. È un fatto innegabile che egli era un buon organizzatore e che sotto la sua direttiva l’opera aveva fatto in Germania buon progresso. Il suo grande errore era comunque quello d’attribuire l’enorme crescita più alla sua capacità personale che allo spirito di Geova. Durante un pasto alla tavola della Betel, Balzereit chiese che la famiglia Betel non lo chiamasse più “fratello” alla presenza di persone mondane. In tali casi si sarebbero dovuti rivolgere a lui come al “Sig. Direttore”, e sulla porta del suo ufficio fece perfino mettere la scritta “direttore”.
In questo tempo l’integrità di Balzereit verso Geova era minacciata da un’altra direzione. Evidentemente aveva sempre avuto timore della persecuzione. Quale dirigente responsabile dell’ufficio tedesco era stato processato riguardo alla distribuzione della risoluzione “Condannati gli ecclesiastici”. È vero che era stato prosciolto, ma quando il giudice gli chiese di evitare in futuro tali vigorose affermazioni nella nostra letteratura, determinò evidentemente di seguirne il consiglio, poiché quando ne La Torre di Guardia o in altre pubblicazioni di Brooklyn c’erano espressioni e dichiarazioni che gli sembravano troppo vigorose, egli “le annacquava”.
Cominciarono a sorgere anche desideri materialistici. A Balzereit era piaciuto scrivere poesie e farle pubblicare nella rivista L’Età d’Oro con lo pseudonimo di Paul Gerhard, e ora aveva scritto un libro e l’aveva fatto pubblicare a Lipsia. Questo libro fu quindi aggiunto all’elenco della letteratura che doveva essere distribuita dalle congregazioni, le quali, non conoscendo le vere circostanze, lo ordinavano e procuravano così al fratello Balzereit un considerevole profitto finanziario. Una volta fece anche costruire nella Betel un campo da tennis, non tanto per il beneficio dell’intera famiglia quanto per il suo proprio uso.
Nel tentativo di finire il nuovo edificio in tempo per la cerimonia della dedicazione durante la visita del fratello Rutherford, il fratello Balzereit aveva aumentato il numero dei lavoratori della Betel da 165 alla fine del dicembre 1930 a 230, ma su ciò non era stato sincero. Per timore che il fratello Rutherford non approvasse il numero dei lavoratori, Balzereit aveva disposto che cinquanta fratelli fossero mandati fuori in un “giro di predicazione” per tenerli lontano dalla vista. Al loro ritorno, fu chiesto loro se preferivano andarsene a casa o intraprendere il servizio di pioniere. Parecchi fratelli, compreso che vi era implicata l’opera di Geova e non una questione di personalità umane, afferrarono questa opportunità per iniziare il servizio di pioniere, mentre altri se ne andarono via amareggiati.
AUMENTA LA PERSECUZIONE
Nel 1931, furono ancora i funzionari della Baviera a prendere la direttiva nella lotta contro il popolo di Dio. Applicando in maniera errata l’ordinanza d’emergenza del 28 marzo 1931, che si riferiva alle agitazioni politiche, all’improvviso videro l’opportunità di mettere al bando la letteratura degli Studenti Biblici. A Monaco, il 14 novembre 1931, i nostri libri furono confiscati. Quattro giorni dopo i funzionari della polizia di Monaco emisero una dichiarazione, applicabile a tutta la Baviera, che metteva al bando tutta la letteratura edita dagli Studenti Biblici.
Naturalmente i fratelli fecero subito appello. Nel febbraio del 1932 il governo della Baviera settentrionale sostenne questo bando. Immediatamente si fece appello al Ministero dell’Interno bavarese, che il 12 marzo 1932 respinse l’appello come “senza fondamento”.
Conforme a tale decisione della corte, il 14 settembre 1932 il capo della polizia di Magdeburgo venne in nostra difesa, dicendo: “Qui riscontriamo che l’associazione degli Studenti Biblici Internazionali è unicamente implicata in questioni bibliche e religiose. Fino a questo tempo non è stata attiva in senso politico. Non c’è stata nessuna tendenza indicante inimicizia contro lo stato”.
Ma le difficoltà continuarono a crescere di mese in mese, anche negli altri stati tedeschi. Paul Köcher era venuto con sei pionieri speciali a Simmern per proiettarvi in due sere il Fotodramma accorciato. Egli fu costretto comunque a interrompere la proiezione, poiché quando fu mostrato Davide con la sua arpa e fu citato uno dei suoi salmi tutta la sala fu presa dall’isterismo. Presto si scoprì che quasi tutti i presenti appartenevano alle SA, truppe d’assalto di Hitler.
Esperienze simili si ebbero nella Saar. Nel dicembre del 1931 si fece appello al governo perché agli agenti di polizia fosse dato l’ordine di non ostacolare ivi l’opera. Questo ordine fu emanato, ma fece tanto infuriare il clero che ogni settimana dal pulpito si pronunciavano avvertimenti contro gli Studenti Biblici. Le ostilità aumentarono di continuo, e alla fine del 1932 erano pendenti non meno di 2.335 cause. Nonostante ciò, il 1932 risultò il miglior anno in quanto alla pubblicazione di letteratura.
Il 30 gennaio 1933, Hitler assunse la carica di cancelliere del Reich. Il 4 febbraio emanò un decreto che permetteva alla polizia di confiscare la letteratura ‘pericolosa per l’ordine pubblico e la sicurezza’. Questo decreto limitava anche le libertà di riunione e di stampa.
PERIODO DI TESTIMONIANZA “RENDIMENTO DI GRAZIE DEL RIMANENTE”
La Commemorazione cadeva quell’anno il 9 aprile e rispetto a essa si dispose che dall’8 al 16 aprile ci fosse il “Periodo di testimonianza ‘Rendimento di grazie del rimanente’”. Si doveva dare una testimonianza mondiale con l’uso dell’opuscolo Crisi.
In Germania i fratelli non poterono finire comunque in pace questo periodo di testimonianza di otto giorni. La campagna con l’opuscolo Crisi portò il 13 aprile a un bando nella Baviera. A questo fecero seguito i bandi del 18 aprile nella Sassonia, del 26 aprile in Turingia e del 15 maggio in Baden. Seguirono altri stati tedeschi. Il fratello Franke, che in quel tempo faceva il pioniere a Magonza, riferisce che la congregazione di oltre 60 proclamatori aveva lì 10.000 opuscoli da distribuire. I fratelli compresero che dovevano agire presto per distribuirli. Essi avevano organizzato il loro tempo in modo tale che già nei primi tre giorni della campagna diedero 6.000 opuscoli. Ma il quarto giorno parecchi fratelli furono arrestati e le loro case furono perquisite. La polizia poté trovare solo alcune copie dell’opuscolo, comunque, dato che i fratelli si eran resi conto di questa azione e avevano nascosto gli altri 4.000 opuscoli in luogo sicuro.
Tutti i fratelli arrestati furono rilasciati lo stesso giorno. Disposero subito di fare una campagna mediante cui i 4.000 opuscoli sarebbero stati distribuiti fra tutti i fratelli della congregazione che vi avrebbero potuto partecipare. Quella sera andarono in bicicletta a Bad Kreuznach, città a circa quaranta chilometri di distanza, dove distribuirono il resto degli opuscoli fra la popolazione, dandone alcuni gratuitamente. Il giorno dopo si ebbe la prova che questa azione era stata corretta, poiché nel frattempo la Gestapo aveva perquisito le case di tutti quelli che erano noti come Studenti Biblici. Ma tutti i 10.000 opuscoli erano stati distribuiti.
A Magdeburgo, i funzionari governativi avevano comunicato all’ufficio che l’illustrazione della pagina del titolo (un guerriero che impugnava una spada grondante sangue) era inaccettabile e avevan chiesto di toglierla. Il fratello Balzereit, che ripetutamente si era mostrato disposto a fare compromesso, diede immediate istruzioni perché le copertine a colori degli opuscoli fossero tolte.
Fu una settimana di testimonianza piena di emozioni. Quotidianamente il nemico rivelava in maniera sempre più chiara la determinazione di colpire con forza implacabile. Così fu tanto più incoraggiante quando, dopo aver compilato il rapporto, si trovò che alla celebrazione della Commemorazione avevano assistito 24.843 persone, in paragone con le 14.453 dell’anno precedente. Il numero dei proclamatori attivi durante il periodo di testimonianza fu similmente causa d’allegrezza: 19.268, in contrasto con i 12.484 della campagna dell’opuscolo Regno di un anno prima. Negli otto giorni della campagna erano stati distribuiti 2.259.983 opuscoli Crisi.
LA GESTAPO PERQUISISCE LA CASA BETEL
I Nazisti speravano di trovare qualche specie di materiale che ci mettesse in relazione col comunismo quando il 24 aprile occuparono gli uffici e lo stabilimento della Società. In tal caso avrebbero potuto applicare una nuova legge e confiscare l’intera proprietà e darla allo stato, qualche cosa che si era già fatto con gli edifici appartenenti ai comunisti. Dopo aver perquisito l’edificio, una sera la polizia chiamò i funzionari governativi e disse loro che non aveva trovato nulla di incriminante. Fu dato il comando: “Dovete trovare qualche cosa!” Ma il loro tentativo fallì e la proprietà dovette essere restituita il 29 aprile ai fratelli. L’ufficio di Brooklyn aveva protestato quello stesso giorno per mezzo del governo americano contro l’illegale sequestro della proprietà (appartenente a una società americana).
CONGRESSO A BERLINO IL 25 GIUGNO 1933
Nell’estate del 1933 l’opera dei testimoni di Geova era stata messa al bando nella maggioranza degli stati tedeschi. Le case dei fratelli erano perquisite regolarmente e molti fratelli erano stati arrestati. La fornitura di cibo spirituale era stata in parte intralciata, sebbene solo per un tempo; tuttavia molti fratelli chiedevano per quanto tempo si sarebbe potuta continuare l’opera. In questa situazione le congregazioni furono invitate con breve preavviso a un congresso che si sarebbe tenuto il 25 giugno a Berlino. Siccome si prevedeva che molti non potessero assistere a causa dei vari bandi, le congregazioni furono incoraggiate a mandare almeno uno o diversi delegati. Ma, accadde che vi andarono 7.000 fratelli. Molti di essi impiegarono tre giorni, alcuni viaggiando in bicicletta per l’intera distanza, mentre altri andarono in autocarro, non avendo voluto le società di autobus affittare gli autobus a un’organizzazione proscritta.
Il fratello Rutherford, che insieme al fratello Knorr era venuto in Germania solo alcuni giorni prima per vedere cosa potesse farsi allo scopo di garantire la sicurezza della proprietà della Società, aveva preparato col fratello Balzereit una dichiarazione da presentare per l’adozione ai delegati del congresso. Era una protesta contro il governo di Hitler perché s’immischiava nell’opera di predicazione che noi compivamo. Tutti gli alti funzionari governativi, dal presidente del Reich in giù, dovevano ricevere una copia della dichiarazione possibilmente per posta raccomandata. Parecchi giorni prima dell’inizio del congresso il fratello Rutherford tornò in America.
Molti presenti furono delusi alla “dichiarazione”, poiché in molti punti non era così vigorosa come i fratelli avevano sperato. Il fratello Mütze di Dresda, che fino a quel tempo aveva lavorato strettamente col fratello Balzereit, l’accusò in seguito di aver svigorito il testo originale. Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della Società per evitare difficoltà con il potere governativo.
Un gran numero di fratelli si rifiutò di adottarla proprio per questa ragione. Infatti, un ex fratello pellegrino di nome Kipper si rifiutò di proporne l’adozione e dovette sostituirlo un altro fratello. Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all’unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata.
I congressisti tornarono a casa stanchi e molti erano delusi. Essi si portarono comunque a casa 2.100.000 copie della “dichiarazione”, e fecero un rapido lavoro di distribuzione mandandola a numerose persone in incarichi di responsabilità. La copia che fu mandata a Hitler fu accompagnata da una lettera che, in parte diceva:
“La presidenza di Brooklyn della Società Torre di Guardia è ed è sempre stata estremamente amichevole verso la Germania. Nel 1918 il presidente della Società e sette membri del Consiglio dei Direttori furono condannati in America a 80 anni di prigione per la ragione che il presidente si era rifiutato di far usare in America due riviste, da lui dirette, nella propaganda bellica contro la Germania”.
Nonostante che la dichiarazione fosse stata svigorita e che molti fratelli non potessero adottarla con tutto il cuore, tuttavia il governo si infuriò e diede inizio a un’ondata di persecuzione contro quelli che l’avevano distribuita.
OCCUPATA DI NUOVO LA SEDE DI MAGDEBURGO
La distribuzione in tutta la Germania della dichiarazione adottata a Berlino, solo un giorno dopo che l’opera era stata messa al bando in Prussia, fu per la polizia di Hitler il segnale di entrare in azione. Il 27 giugno tutti i funzionari di polizia ebbero ordine di ‘perquisire immediatamente tutti i gruppi locali e i posti di lavoro e di confiscare qualsiasi materiale ostile verso lo stato’. Un giorno dopo, il 28 giugno, l’edificio di Magdeburgo fu occupato da trenta uomini delle SA, che chiusero lo stabilimento e issarono la svastica sopra l’edificio. Secondo il decreto ufficiale dei funzionari di polizia, era perfino proibito studiare la Bibbia e pregare nella proprietà della Società. Il 29 giugno questa azione fu comunicata per radio all’intera nazione tedesca.
Nonostante gli energici tentativi del fratello Harbeck, sorvegliante di filiale in Svizzera, per impedirlo, libri, Bibbie e pellicole per un peso totale di 65.189 chilogrammi furono presi il 21, il 23 e il 24 agosto dallo stabilimento della Società, caricati su venticinque autocarri e quindi bruciati pubblicamente alla periferia di Magdeburgo. La spesa per stampare il materiale ammontava a circa 92.719,50 marchi. Per di più, c’erano numerose pubblicazioni in varie congregazioni che furono confiscate e quindi bruciate o altrimenti distrutte, come, per esempio, a Colonia, dove furono distrutte pubblicazioni per un valore di almeno 30.000 marchi. Il numero del 1º giugno 1934 de L’Età d’Oro riferì che il probabile valore totale della proprietà (mobili, letteratura, ecc.) distrutta andava dai due ai tre milioni di marchi.
La perdita sarebbe stata anche più grande se non fossero state prese le misure per trasferire la maggior parte della letteratura da Magdeburgo, in alcuni casi via mare, e non fosse stata depositata in altri luoghi appropriati. In questo modo fu possibile mantenere grandi quantità di letteratura nascoste agli occhi e alle mani della polizia segreta per molti anni. Molta di questa letteratura fu usata negli anni successivi nell’attività di predicazione clandestina.
Come risultato dell’intervento del governo americano, l’edificio della Società a Magdeburgo fu restituito alla Società in ottobre. Il documento di rilascio, in data 7 ottobre 1933, diceva che ‘la proprietà della Società era rilasciata e restituita nella sua interezza per il suo libero impiego, pur essendo ancora proibito compiervi qualsiasi attività, stampare letteratura o tenere adunanze’.
“AMICIZIA DEL MONDO”
Il clero della cristianità non si vergognò di mostrare apertamente il proprio appoggio a Hitler e ai suoi sforzi di perseguitare i testimoni di Geova. Come riferì l’Oschatzer Gemeinnützige, del 21 aprile 1933, il ministro luterano Otto, in un discorso radiodiffuso il 20 aprile in onore del compleanno di Hitler, disse:
“La Chiesa Luterana Tedesca dello Stato di Sassonia è consapevolmente d’accordo con la nuova situazione e nella più stretta cooperazione con i capi politici del nostro popolo tenterà ancora una volta di rendere disponibile all’intera nazione la forza dell’antico vangelo di Gesù Cristo. I primi risultati di questa cooperazione possono già notarsi nel bando che oggi è stato imposto in Sassonia all’Associazione Internazionale degli Zelanti Studenti Biblici e alle sue suddivisioni. Sì, quale svolta per mezzo della guida di Dio! Finora Dio è stato con noi”.
INIZIO DELL’ATTIVITÀ CLANDESTINA
Quantunque nel primo anno che i nazisti erano ascesi al potere l’attività di testimonianza clandestina si compisse in maniera praticamente non organizzata e le adunanze in piccoli gruppi non si tenessero dappertutto, ciò nondimeno la Gestapo trovò nuove ragioni per arrestare i fratelli.
Subito dopo che erano stati arrestati i primi fratelli e ne erano state perquisite le case, quelli che erano obiettivi nel loro modo di pensare cominciarono a capire che queste misure erano semplicemente il principio di una campagna di persecuzione più violenta. Si resero conto che sarebbe stato del tutto insensato cercar di risolvere queste questioni alla tavola delle conferenze. L’unico corso appropriato era quello di lottare per la verità.
Ma un gran numero esitò, ritenendo meglio aspettare, poiché Geova avrebbe di sicuro fatto qualche cosa per impedire questa persecuzione del suo popolo. Mentre questo gruppo perdeva il suo tempo nell’esitazione, cercando ansiosamente di non rendere le cose peggiori con alcuna azione da parte loro, gli altri proclamatori eran decisi a continuare l’opera. Coraggiosi fratelli cominciarono subito a tenere le adunanze in piccoli gruppi nelle loro case, pur sapendo che questo avrebbe potuto condurre ad arresti e a dura persecuzione.
In alcuni luoghi i fratelli cominciarono a ciclostilare le copie di articoli de La Torre di Guardia, alcune copie della quale erano sempre inviate dai paesi vicini eludendo la sorveglianza. Karl Kreis di Chemnitz fu uno dei primi a disporre di far questo. Dopo avere scritto le matrici egli le portava al fratello Boschan a Schwarzenberg, dove se ne facevano copie ciclostilate. Fra quelli specialmente attivi in quel tempo furono Hildegard Hiegel e Ilse Unterdörfer. Appena fu emanato il bando, decisero di non lasciare che alcuna cosa impedisse loro di adempiere il mandato loro affidato da Dio. La sorella Unterdörfer si comprò una motocicletta e faceva la spola fra Chemnitz e Olbernhau, portando ai fratelli le copie ciclostilate de La Torre di Guardia. Quelli che abitavano più vicino ella andava a visitarli in bicicletta per non attirare indebita attenzione.
Il fratello Johann Kölbl dispose che a Monaco si facessero 500 copie ciclostilate de La Torre di Guardia e queste erano poi distribuite tra i fratelli sia lì che in lontani territori della Selva Bavarese.
Ad Amburgo c’era il fratello Niedersberg che immediatamente prese l’iniziativa. Egli era stato per parecchi anni un fratello pellegrino prima di smettere per una sclerosi multipla. Nonostante questo ostacolo aveva fatto quello che poteva. In questo tempo di prova i fratelli lo visitavano con gioia, poiché questo dava sempre luogo a un rafforzamento della loro fede. Il suo amore verso i fratelli subito lo spinse a fare i passi per assicurarsi che ricevessero ancora regolarmente il cibo spirituale. Egli cominciò a ciclostilare La Torre di Guardia nella sua casa. Insegnò a Helmut Brembach a scrivere le matrici e gli mostrò come adoperare il ciclostile. Quindi, visto che il lavoro poteva farsi senza di lui, disse agli altri che prestabiliva di fare un viaggio per visitare le congregazioni sulla costa occidentale dello Schleswig-Holstein al fine d’incoraggiarle e di disporre di far pervenire loro La Torre di Guardia. Ancora una volta considerò attentamente con i fratelli come si potevano mandare le riviste e con loro escogitò un codice secondo cui avrebbero saputo da quello che egli scriveva quante copie mandare a ciascuna congregazione.
Il 6 gennaio 1934 il fratello Niedersberg, nonostante la sua salute cagionevole, partì da casa. Egli poteva camminare solo col massimo sforzo e con l’aiuto di un bastone, ma partì confidando in Geova. Dopo aver visitato parecchie congregazioni, cominciarono ad arrivare ad Amburgo i primi messaggi in codice e si iniziò la spedizione delle copie ciclostilate de La Torre di Guardia. Egli giunse nei pressi di Meldorf proprio quando morì un ben noto fratello della comunità. Poiché al funerale sarebbero stati presenti molti fratelli delle congregazioni vicine, il fratello Niedersberg fu invitato a pronunciare il discorso funebre. Egli si valse di questa opportunità per pronunciare un vigoroso discorso, col proposito di rafforzare i fratelli presenti che da molti mesi non avevano potuto assistere a nessuna adunanza. Come si attendeva, molti assisterono per tornare poi ai loro territori assegnati grandemente incoraggiati da ciò che avevano udito.
Altri, naturalmente, furono pure presenti, perfino agenti della Gestapo. Dopo il discorso del fratello Niedersberg ne chiesero il nome e l’indirizzo, ma non lo arrestarono, evidentemente non osando far ciò a causa della circostanza. Egli poté quindi continuare il suo viaggio, che gli diveniva progressivamente più difficile. Arrivato al posto dov’era il fratello Thode a Hennstedt, fu afflitto ad un tratto da un forte mal di capo e poco dopo morì per un colpo apoplettico. Le sue ultime energie furono così impiegate per prestabilire che ai fratelli fosse provveduto edificante cibo spirituale. Due settimane dopo la Gestapo si presentò alla sua casa di Amburgo-Altona per arrestarlo.
Oltre alle copie ciclostilate de La Torre di Guardia prodotte in Germania, alcune erano mandate in Germania dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Cecoslovacchia, sì, perfino dalla Polonia, e compariva in varie forme, spesso di grandezza variabile. In principio molti articoli de La Torre di Guardia erano mandati da Zurigo, Svizzera, col titolo “I Gionadab”. Dopo che la Gestapo aveva scoperto questo metodo, a tutti gli uffici postali furono date in Germania le istruzioni di confiscare tutte le buste che portavano questo titolo e di agire appropriatamente contro quelli ai quali le riviste erano indirizzate. Nella maggioranza dei casi questo portò al loro arresto.
In seguito il titolo e la maniera di avvolgere La Torre di Guardia furono cambiati praticamente a ogni numero. Nella maggioranza dei casi si usava il titolo dell’articolo de La Torre di Guardia, e questo appariva in genere una sola volta, come, per esempio, “Le tre feste”, “Abdia”, “Il combattente”, “Il tempo”, “I cantori del tempio”, e così via. Ma anche alcune di queste copie cadevano nelle mani della Gestapo, nel qual caso una circolare era inviata a ogni comando di polizia della Germania per informarlo che questa particolare rivista era proscritta. Ma nel maggior numero dei casi queste informazioni giungevano troppo tardi, perché allora era già comparso un altro articolo de La Torre di Guardia di formato del tutto diverso e con un titolo completamente differente. La Gestapo dovette subito ammettere con amara ira che i testimoni di Geova li precedevano nella strategia bellica.
La stessa cosa si faceva con L’Età d’Oro. Per un certo tempo non fu elencata fra le riviste proscritte. In seguito, essendo stata proscritta ufficialmente, era mandata in privato ai fratelli tedeschi, generalmente da fratelli di paesi stranieri, in special modo dalla Svizzera. Quelli che mandavano le riviste facevano sempre in modo che l’indirizzo fosse scritto a mano e ogni volta da una persona diversa.
Più la Gestapo falliva nel suoi tentativi di stroncare queste fonti di fornitura più diveniva brutale con i fratelli. In genere li arrestavano dopo avere perquisito le loro case, benché spesso senza alcuna ragione. Generalmente al comando di polizia i fratelli erano crudelmente maltrattati nel tentativo di strappare loro qualche specie di ammissione di colpa.
“LIBERE” ELEZIONI
Un’altra arma per intimidire la popolazione, e in special modo diretta contro i testimoni di Geova per costringerli a fare compromesso, erano le cosiddette “libere” elezioni. Quelli che si rifiutavano di farsi costringere a votare erano denunciati come “Ebrei”, “traditori della Patria” e “scellerati”.
Max Schubert di Oschatz (Sassonia) il giorno delle elezioni fu visitato cinque volte dai coadiutori elettorali che volevano portarlo alle urne. Sua moglie fu visitata da donne che avevano le stesse intenzioni. Ogni volta il fratello Schubert disse comunque ai visitatori che era testimone di Geova e che aveva votato per Geova, il che era sufficiente e rendeva inutile un’ulteriore votazione per qualcun altro.
Il giorno dopo ebbe difficoltà. Era controllore delle ferrovie e veniva di continuo a contatto con le persone. Quel giorno lo salutavano in particolar modo con “Heil Hitler”. Egli ricambiava il saluto con “Buon giorno” o qualche cosa di simile. Sentiva comunque che c’era qualche cosa “nell’aria”, e ne parlò a pranzo con sua moglie, dicendole d’esser pronta a ogni eventualità. Finito quel pomeriggio il servizio, fu prelevato verso le diciassette da un poliziotto e portato a casa del locale direttore del partito nazionalsocialista. Davanti alla porta era un carro trainato da due cavalli. Il fratello Schubert fu costretto a stare in piedi in mezzo al carro con parecchi uomini delle SA seduti intorno a lui, ciascuno con una torcia accesa in mano. Di fronte stava uno con una tromba e di dietro uno con un tamburo, e a turno suonavano l’allarme così che tutti guardavano fuori per vedere la processione. Sul carro due uomini delle SA tenevano una grande scritta che diceva: “Sono uno scellerato e un traditore della Patria, perché non ho votato”. Subito qualcuno dietro la processione aveva formato un gruppo che cantava di continuo le parole della scritta. Alla fine della frase chiedevano: “Dove andrà?” al che i ragazzi della folla all’unisono dicevano: “In un campo di concentramento!” Il fratello Schubert fu portato per le vie della città di circa 15.000 abitanti per due ore e mezza. La stazione radio del Lussemburgo lo riferì il giorno dopo.
Alcuni fratelli erano impiegati nel servizio civile. Siccome non facevano “il saluto tedesco” o non partecipavano alle elezioni e alle dimostrazioni politiche, dall’estate del 1934 il governo aveva preso disposizioni per approvare una legge che mettesse al bando nazionalmente gli Studenti Biblici così che si sarebbero potuti espellere dal servizio civile. Questo richiedeva una legge nazionale che mettesse al bando la loro attività, anziché semplici leggi di stato locali. Una tale legge fu approvata il 1º aprile 1935. Ma alcuni singoli uffici avevano già agito di loro propria autorità.
Ludwig Stickel era contabile nella città di Pforzheim. Il 29 marzo 1934, ricevette dal sindaco una lettera che diceva: “Intenterò un processo penale contro di lei allo scopo di destituirla dall’incarico. È accusata d’essersi rifiutata di votare alle elezioni del Reichstag del 12 novembre 1933. . . .” Con una lunga lettera il fratello Stickel spiegò la sua situazione, ma poiché il giudizio era stato già emesso, gli fu comunicato che era stato destituito il 20 agosto.
La loro mira era quella di privare i testimoni di Geova dei mezzi per procurarsi da vivere, licenziandoli dai loro impieghi, cacciandoli dai loro posti di lavoro, chiudendo le loro botteghe e proibendo loro di esercitare la propria professione.
Gertrud Franke di Magonza lo scoprì dopo che il marito era stato arrestato nel 1936 per la quinta volta e che la polizia segreta le aveva assicurato di non avere nessuna intenzione di rilasciarlo nuovamente. Dopo essere stata rimessa in libertà — era stata tenuta in prigione per circa cinque mesi — la sorella Franke andò all’ufficio di collocamento per trovare lavoro. Scoprì, comunque, che siccome era stata in prigione nessuno voleva assumerla. Infine un cementificio fu costretto ad accettarla. Due settimane dopo ebbe la sua successiva sorpresa, quando scoprì che senza il suo consenso era stata iscritta al “Fronte del lavoro” tedesco e che le tasse d’iscrizione erano state trattenute dal suo salario. Avendo riconosciuto le mire politiche di questa organizzazione, ella andò immediatamente all’ufficio e si lamentò che dal suo salario fosse stato trattenuto denaro per un’organizzazione che non riconosceva in nessun modo, richiedendo di risolvere la questione. Questo la fece licenziare immediatamente. Presentatasi di nuovo all’ufficio di collocamento, le fu detto che l’ufficio di collocamento non le avrebbe trovato lavoro e non le avrebbe dato nessuna sorta di sussidio di disoccupazione. Se si rifiutava di iscriversi al “Fronte del lavoro”, era suo compito vedere come procurarsi il sostentamento.
I GIOVANI AFFRONTANO PROVE
In numerosi casi i figli dei testimoni di Geova furono privati dell’opportunità di ottenere istruzione. Lasciamo che Helmut Knöller ci racconti la sua esperienza con le proprie parole:
“Proprio al tempo in cui in Germania l’attività del testimoni di Geova era messa al bando, i miei genitori si battezzarono in simbolo della loro dedicazione a Geova! Per me il tempo della decisione venne quando avevo tredici anni e fu annunciato il bando. A scuola c’erano spesso decisioni da prendere in quanto al saluto alla bandiera, che io risolvevo a favore della fedeltà e della dedicazione a Geova. In queste circostanze, era impensabile continuare per acquistare un’istruzione superiore e così cominciai a frequentare a Stoccarda una scuola commerciale; questo richiedeva che si frequentasse due volte la settimana la scuola commerciale dove si faceva quotidianamente la cerimonia dell’alzabandiera. Essendo io più alto di qualsiasi mio compagno di scuola, quando mi rifiutavo di salutare la bandiera attiravo naturalmente indebita attenzione.
“Allorché l’insegnante entrava nell’aula, gli studenti si dovevano alzare in piedi, salutare con le parole ‘Heil Hitler’ e levare la mano destra. Io non lo facevo. L’insegnante rivolgeva naturalmente l’attenzione solo a me e spesso c’erano scene come: ‘Knöller, vieni qui! Perché non saluti, dicendo “Heil Hitler”?’ ‘È contro la mia coscienza, signore’. ‘Che cosa? Porco! Va via da me, tu puzzi, più lontano. Vergogna! Traditore!’ ecc. Fui quindi trasferito a un’altra classe. Mio padre parlò al preside e ricevette la caratteristica spiegazione che segue: ‘Può il suo Dio, in cui confida, darle sia pure un pezzo di pane? Adolf Hitler lo può, e ne ha dato prova’. Ciò significava che bisognava onorarlo e salutarlo con le parole ‘Heil Hitler’”.
Dopo aver finito il suo tirocinio, scoppiò la seconda guerra mondiale e il fratello Knöller fu chiamato al servizio militare. Su ciò egli narra quanto segue:
“Fui arruolato il 17 marzo 1940 per il servizio militare. Da molto tempo mi ero reso conto di ciò che sarebbe accaduto. Immaginavo che appena mi fossi presentato alla commissione di leva ma avessi quindi opposto un rifiuto al giuramento, sarei stato condotto dinanzi a una corte marziale e fucilato. Infatti, lo preferivo al campo di concentramento! Ma non andò a finire così. Non fui processato dinanzi a una corte militare, ma fui messo in prigione con una razione di pane e acqua. Cinque giorni dopo venne la Gestapo e mi portò a un’udienza che durò parecchie ore nella quale fu fatta ogni sorta di minacce. Quella notte fui riportato nella prigione. Ero molto felice; non c’era più nessuna traccia di timore, ma solo gioia e attesa di ciò che serbava il futuro e di come Geova mi avrebbe ancora aiutato. Tre settimane dopo preminenti agenti della Gestapo mi lessero un ordine che diceva che a causa della mia attitudine di inimicizia verso lo stato e del pericolo che io potessi essere attivo per conto dei proscritti Studenti Biblici Internazionali, dovevo rimanere sotto custodia protettiva. Ciò significava ‘campo di concentramento’. Avvenne così esattamente l’opposto di ciò che avevo sperato. Insieme ad altri prigionieri, fui gettato il 1º giugno nel campo di concentramento di Dachau”.
Il fratello Knöller conobbe la vita non solo di Dachau ma anche di Sachsenhausen. In seguito fu trasferito, insieme a parecchi altri prigionieri, nell’isola del canale inglese di Alderney. Un drammatico viaggio lo portò a Steyr, in Austria, dove egli e quelli che erano con lui furono infine rilasciati il 5 maggio 1945. La turbolenza di quegli anni può comprendersi dal fatto che il fratello Knöller, che era stato oggetto di tanta persecuzione, non aveva ancora avuto l’opportunità di simboleggiare per mezzo del battesimo in acqua la sua dedicazione a Geova, sebbene i suoi anni di fedeltà nelle più difficili circostanze provassero che aveva fatto tale dedicazione. Nel piccolo gruppo di superstiti coi quali tornò a casa c’erano nove altri fratelli, che avevan tutti sopportato fedelmente da quattro a otto anni di campi di concentramento e che ora colsero con gratitudine l’opportunità di battezzarsi a Passau.
FIGLI STRAPPATI VIA AI PROPRI GENITORI
Il fratello e la sorella Strenge provarono esattamente quale piccola opportunità avessero i testimoni di Geova di far garantire in quei turbolenti anni i loro diritti legali. Il fratello Strenge fu arrestato e condannato a tre anni di prigione, al che la sorella Strenge, lasciata ora sola con i suoi figli, si trovò in una situazione nella quale aveva bisogno di ogni briciola di energia che potesse raccogliere. Ella narra:
“A scuola mio figlio doveva imparare un canto patriottico e una poesia patriottica a memoria. Non potendolo mettere in armonia con le sue convinzioni religiose, si rifiutò. Il suo insegnante lo fece condurre da due ragazzini come un prigioniero dal direttore, un certo sig. Hanneberg, il quale gli disse che si sarebbe dovuto percuotere il suo dito fino a farlo divenire così sanguinante e gonfio e nero e blu da ‘non poterselo più ficcare nel [retto]’. Egli continuò a minacciarlo e a dire che non avrebbe più visto suo padre. Infine chiese a questo fanciullo di dieci anni se si sarebbe rifiutato di fare il servizio militare. Günter si riferì alla Bibbia e disse: ‘Chi prende la spada perirà di spada’, al che il direttore diede istruzione all’insegnante di Günter di ‘punirlo come al solito’. In seguito il direttore lo mandò a casa, dicendo che avrebbe dato istruzioni alla polizia affinché cinque minuti dopo lo prelevasse da casa per metterlo in un riformatorio. Mio figlio era appena tornato a casa quando la polizia giunse davanti alla nostra abitazione con una grossa auto. Parecchi agenti chiesero tempestosamente di entrare, ma io mi rifiutai di aprire la porta. Dopo un po’ la polizia andò dalla mia vicina, e le chiese prove contro di me per incriminarmi. Non potendo ella fornire nessuna prova del genere per incriminarmi, le fecero pressione per tanto tempo che infine ammise di averci uditi cantare un cantico e dire la preghiera ogni mattina. Quindi la polizia andò via.
“La mattina dopo verso le 10,30 la polizia tornò. Poiché non volevo aprire la porta, gli agenti della Gestapo gridarono: ‘Dannata Studentessa Biblica! Apri!’ Andarono poi da un fabbro che abitava nei pressi e gli fecero forzare l’ingresso.
“Puntandomi una pistola al petto, un agente della Gestapo gridò: ‘Dacci i figli’. Ma io me li tenevo stretti ed essi si attaccavano a me in cerca di protezione. Per timore che ci separassero con la forza, strillammo chiedendo aiuto con quanto fiato avevamo nei polmoni.
“La finestra era aperta e un folto gruppo di persone radunatosi di fronte alla casa udì i miei alti strilli di disperazione: ‘Generai i miei figli con le più penose doglie di parto e non ve li darò mai. Dovrete prima percuotermi a morte’. Quindi, sopraffatta dall’emozione, svenni. Rinvenuta, fui interrogata dalla Gestapo per tre ore. Cercarono di farmi incriminare mio marito. L’interrogatorio fu interrotto parecchie volte dai miei svenimenti. Intanto, la folla che era andata aumentando di fronte alla casa indicava sempre più col suo rumore di non essere d’accordo con quanto avveniva. Infine la Gestapo si ritirò di nuovo, senza compiere ciò che si era proposta di fare. Ora disposero di portar via i miei figli segretamente. Alcuni giorni dopo, evidentemente per attuare questo piano, fui convocata a Elbing dinanzi a una corte speciale. Lo stesso giorno i miei figli si sarebbero dovuti presentare a un custode costituito su di loro. Sospettai il peggio e con entrambi i figli andai il giorno prima a visitare il custode. Egli disse che mia figlia quindicenne doveva esser messa in un campo di lavoro e che Günter di dieci anni doveva essere affidato a una famiglia che l’avrebbe educato secondo le idee del nazionalsocialismo. Nel caso di un rifiuto si sarebbero dovuti mettere entrambi in un riformatorio. Nella mia eccitazione chiesi: ‘Mi dica, viviamo già in Russia, o siamo ancora in Germania?’ al che egli rispose: ‘Sig.ra Strenge, non terrò conto di ciò che ha appena detto. Anch’io vengo da una famiglia religiosa; mio padre è un ministro!’ Quando chiesi che a mia figlia fosse almeno permesso di fare in qualche luogo un tirocinio, questo procuratore ribatté: ‘Non voglio avere fastidio per causa vostra. Preferirei avere a che fare con altri venti ragazzi anziché con un Studente Biblico’.
“Arrivò il sabato, giorno in cui dovevo andare alla corte di Elbing per difendere la mia fede in Geova e nelle sue promesse. Per rafforzarmi e affinché potessi ancora una volta versare il mio cuore, prima di andarvi feci una visita a mio marito che era in prigione. Dopo che egli venne condotto, gli caddi singhiozzando fra le braccia. Tutta l’angoscia e i terribili avvenimenti dei pochi giorni trascorsi ancora una volta mi sovrastarono: mio marito condannato a tre anni di prigione, i figli strappatimi via e separati l’uno dall’altro. Il mio spirito era affranto ed ero giunta al limite della sopportazione. Ma le parole di mio marito furono come le parole degli angeli, ed egli mi confortò raffigurando le esperienze di Giobbe e le sue sofferenze e tuttavia la sua incrollabile fedeltà in Dio, così che, anche dopo aver perduto ogni cosa, egli non accusò Dio di aver agito male. Narrò come egli pure era stato riccamente benedetto da Geova dopo la dura prova recata dalle numerose udienze e dal processo. Questo mi diede rinnovata forza. Ora andai all’udienza a testa alta per udire orgogliosamente con quale zelo i miei figli avevan recato testimonianza a Geova e al suo Regno e alla loro fede di fronte ai loro insegnanti e ad altri alti funzionari. La ‘corte tedesca’ sentenziò: Non avendo lo allevato i miei figli nel senso del nazionalsocialismo, e siccome avevo cantato con loro cantici alla lode di Geova, dovevo essere condannata a otto mesi di prigione”.
ESCLUSI DAI COMPAGNI DI CLASSE
Il fratello dodicenne Willi Seitz di Karlsruhe ebbe una diversa specie di esperienza. Egli stesso racconta:
“Posso difficilmente descrivere ciò che ho dovuto sopportare finora. Gli studenti miei compagni di scuola mi hanno percosso; quando facciamo gite, mi lasciano da una parte, se mi è affatto permesso di seguirli, e non posso parlare ai miei amici di scuola, quelli che ho ancora. In altre parole, ‘sono odiato e schernito come un cane rognoso’. Il mio unico conforto è stato che il regno di Dio verrà presto. . . .”
Il 22 gennaio 1937, Willi fu espulso dalla scuola “a causa del rifiuto di fare il saluto tedesco, di cantare canti patriottici e di prendere parte alle celebrazioni scolastiche”.
CONDANNATI PER AVER PREGATO E CANTATO
Max Ruef di Pocking pure scoprì come si facevano sistematici tentativi per forzare i testimoni di Geova a infrangere la loro integrità. Fu del tutto privato del suo mezzo di sostentamento. Si richiese il rimborso di un’ipoteca che aveva accesa per apportare cambiamenti all’edificio. Non potendo estinguere immediatamente l’ipoteca, tutta la sua proprietà fu messa all’asta nel maggio del 1934.
“La persecuzione non cessò qui”, racconta il fratello Ruef. “Al contrario, per istigazione dei dirigenti politici fui falsamente accusato e trascinato in tribunale. Poiché non c’era nulla di cui potessero accusarmi, mi condannarono a sei mesi di prigione mediante una corte speciale di Monaco perché nella mia casa mi ero dedicato a preghiere e canti proibiti. Cominciai a scontare la mia condanna il 31 dicembre 1936. Mia moglie, che attendeva il suo terzo figlio, non riceveva, oltre l’affitto per un ammontare di 12 marchi del Reich, nessuna specie di sostentamento per sé e per i due figli di nove e dieci anni. Venne il tempo che doveva partorire. Entrambi richiedemmo che la mia condanna fosse interrotta per alcune settimane così che potessi badare a certe cose necessarie. Circa una settimana prima che il bambino nascesse, la nostra richiesta fu respinta come ‘inappropriata’.
“Il 27 marzo ebbi la comunicazione che mia moglie era morta e che io dovevo essere rilasciato per tre giorni per sbrigare le faccende necessarie. Andai subito nella clinica dove era stata portata mia moglie dopo aver partorito il bambino, benché fosse morta prima di giungervi. Il medico e un’infermiera, che erano ancora inconsapevoli del fatto che io ero testimone di Geova, mi sollecitarono con vigore a ‘fare le denunce contro il medico e l’ostetrica, poiché sua moglie era sana e non aveva alcun male’, ma solo risposi stancamente: ‘Quindi avrei molto da fare’. A casa, col bambino morto che giaceva nella stanza da letto, trovai gli altri due figli di nove e dieci anni, in uno stato di mente che si può facilmente immaginare. Avrei dovuto ora lasciarli soli senza nessuno che ne avesse cura, forse per non vederli mai più?”
I suoceri del fratello Ruef chiesero che il cadavere di sua moglie fosse mandato a Pocking, dove, al cimitero, non fu permesso di parlare a nessuno che non fosse della sua famiglia intima. Avvenne così che lo stesso fratello Ruef fece il discorso funebre per sua moglie, e Geova gliene diede la forza.
Il fratello Ruef non riusciva ora a sopportare il pensiero di dover lasciare soli i suoi due figli senza nessuno che ne avesse cura. Poiché gli restavano ancora alcune ore di libertà dalla prigione, portò uno dei due figli dai suoi suoceri, nonostante che non fossero testimoni di Geova, e l’altro lo portò da fratelli che abitavano vicino al confine svizzero. Infine, fece una drammatica fuga attraverso il confine entrando in Svizzera, dove ricevette asilo con suo figlio.
PRIMA PUNIZIONE, POI “AMICIZIA”, PER INFRANGERE L’INTEGRITÀ
Ci furono casi nei quali i figli che erano stati separati dai loro genitori divennero per qualche tempo deboli nella fede e furono effettivamente in pericolo d’esser trascinati in campi nazisti, proprio come i capi del movimento avevano prestabilito. Prendete, per esempio, Horst Henschel di Meissen, che, nel 1943, fu battezzato a dodici anni con suo padre. Egli scrive:
“La mia fanciullezza fu piena di alti e bassi. Mi ritirai dalla Gioventù di Hitler, almeno fin dove ciò era possibile, ed ero felice e forte. Quando mi rifiutavo di fare il saluto a Hitler, che a scuola era richiesto ogni giorno, venivo percosso, ma mi rallegravo, rafforzato dai miei genitori, sapendo d’esser rimasto fedele. Ma a volte a causa della punizione fisica o per timore della situazione dicevo ‘Heil Hitler’. Ricordo come poi andavo a casa, con gli occhi pieni di lagrime, e come pregavamo insieme Geova e come di nuovo mi facevo coraggio per resistere la volta successiva agli attacchi del nemico. Quindi accadeva nuovamente la stessa cosa.
“Un giorno la Gestapo venne a perquisire la nostra casa. ‘È lei testimone di Geova?’ chiese a mia madre uno degli uomini delle SS dalle spalle larghe. Come se fosse oggi, posso vederla appoggiata allo stipite della porta e dire con fermezza ‘Sì’, pur sapendo che ciò significava essere presto o tardi arrestata. Lo fu, due settimane dopo.
“Ella stava badando alla mia sorellina, che il giorno dopo avrebbe compiuto un anno, quando la polizia giunse con un mandato per arrestarla. . . . Poiché allora mio padre era in casa noi rimanemmo sotto la sua giurisdizione. . . . Due settimane dopo fu arrestato anche mio padre. Lo rivedo abbassarsi di fronte alla stufa della cucina per guardare nel fuoco. Prima di andare a scuola l’avevo abbracciato il più strettamente che avevo potuto, ma egli non si era voltato a guardarmi. Spesso ho pensato alla dura lotta che dovette combattere e fino a questo giorno sono grato a Geova Dio d’avergli provveduto la forza necessaria per darmi tale buon esempio. Tornai a casa e mi trovai solo. Era stato ordinato a mio padre di fare il servizio militare ed egli era andato al consiglio di leva della città per spiegare il suo rifiuto. Fu immediatamente arrestato. I miei nonni e i nostri altri parenti — che eran tutti contrari ai testimoni di Geova e alcuni del quali eran membri del partito nazista — avevano fatto i passi per ottenere la custodia mia e della mia sorellina di un anno affinché non ci mettessero in una casa per minorenni o forse in un riformatorio. Una mia seconda sorella, già ventunenne, fu arrestata solo due settimane dopo mio padre, e tre settimane dopo morì in prigione di difterite e scarlattina.
“La mia sorellina e io eravamo ora con i miei nonni. Ricordo che mi inginocchiavo davanti al letto della mia sorellina per pregare. Non mi era permesso di leggere la Bibbia, ma dopo averne ottenuto in segreto una da una signora vicina, la leggevo.
“Mio nonno, che non era nella verità, andò una volta a visitare mio padre in prigione. Tornò a casa altamente indignato e terribilmente adirato. ‘Questo criminale, questo buono a nulla! Come può abbandonare i suoi propri figli?’ Mano e piede incatenati, mio padre fu condotto davanti a mio nonno, il quale, insieme ad altri, cercò di argomentare con lui onde facesse il servizio militare per amore dei figli. Ma egli continuò a mantenersi fedele e respinse con fermezza il suggerimento, al che un agente osservò a mio nonno: ‘Anche se quest’uomo avesse dieci figli, non agirebbe in modo diverso’. Benché terribile agli orecchi di mio nonno, fu per me la prova che mio padre rimaneva fedele e che Geova l’aiutava.
“Qualche tempo dopo ricevetti da lui una lettera. Fu la sua ultima. Non sapendo dove mia madre era in prigione, la scrisse a me. Andai nella mia stanza da letto in soffitta e lessi le prime parole: ‘Quando ricevi questa lettera, rallègrati, perché ho perseverato. Fra due ore la mia sentenza sarà eseguita. . . .’ Fui triste e piansi, benché allora non afferrassi la profondità della questione come la comprendo oggi.
“Dinanzi a tutti questi avvenimenti decisivi rimasi relativamente forte. Senza dubbio Geova mi diede la forza necessaria per risolvere i miei problemi. Ma Satana ha molti modi per attirare le persone nella sua trappola e presto ne avrei fatto esperienza. Uno dei miei parenti si rivolse ai miei insegnanti chiedendo loro d’esser pazienti con me. All’improvviso tutti divennero verso di me molto, molto amichevoli. Gli insegnanti non mi punivano nemmeno quando non salutavo con ‘Heil Hitler’, e i miei parenti divennero verso di me specialmente amichevoli e gentili. Quindi accadde.
“Di mia propria iniziativa tornai nella Gioventù di Hitler, benché nessuno mi ci costringesse e benché fosse solo alcuni mesi prima della fine della seconda guerra mondiale. Ciò che Satana non era riuscito a ottenere con la severità, poté ottenerlo con l’adulazione e l’astuzia. Oggi posso dire che la severa persecuzione dal di fuori può mettere alla prova la nostra lealtà, ma che gli insidiosi attacchi di Satana da altre parti sono non meno pericolosi degli attacchi brutali. Oggi comprendo quali difficili prove di fede dovette sopportare mia madre mentre era in prigione. Io avevo ricevuto l’ultima lettera di mio padre a conferma della sua fedeltà e dedicazione fino alla morte e questo mi aveva rafforzato immensamente. A lei, d’altra parte, furono mandati i suoi indumenti e abiti, su cui erano ancora chiaramente visibili le macchie di sangue, tacite testimonianze dei tormenti della sua morte. Mia madre mi disse in seguito che tutte queste cose furono per lei molto difficili da sopportare, ma che la sua prova più difficile furono in questo tempo le mie lettere le quali indicavano che avevo smesso di servire Geova.
“Presto la guerra finì. Mia madre venne a casa e mi aiutò a tornare nella via della dedicazione. Ella continuò a educarmi nell’amore di Geova e nella dedicazione a lui. Riguardando il passato, vedo che allora ebbi molti dei medesimi problemi che hanno oggi molti nostri fratelli giovani. Ma mia madre non smise mai di lottare per aiutarmi a restare nel sentiero della dedicazione. Per immeritata benignità di Geova ho avuto il privilegio di fare il servizio continuo per ventidue anni, e sei anni e quattro mesi di questo tempo li ho trascorsi in prigione nella Germania Orientale, in prigione come lo furono i miei genitori.
“Spesso mi sono chiesto che cosa ho fatto per meritare in passato d’essere così riccamente benedetto da Geova. Oggi credo che siano state le preghiere di mio padre e di mia madre. Essi non avrebbero potuto darmi con la loro propria condotta un miglior esempio di contegno cristiano”.
Ci sono 860 casi conosciuti nei quali i figli furono tolti ai loro genitori, per quanto il numero esatto possa essere un bel po’ maggiore. In vista di tale trattamento disumano non è strano che nel corso del tempo le autorità giungessero fino al punto di rendere impossibile generare figli con la semplice affermazione che uno dei genitori avesse una “malattia ereditaria”. Poteva quindi essere sterilizzato conforme alle disposizioni della legge.
METODI ALLE UDIENZE
Una delle crudeli tattiche seguite era quella di far sentire al coniuge e ad altri componenti della famiglia i tormenti che il loro caro congiunto doveva subire durante l’interrogatorio. Emil Wilde ne descrive la crudeltà, essendo stato costretto a sentire dalla sua cella come sua moglie era letteralmente torturata a morte.
“Il 15 settembre 1937”, egli comincia, “la mattina di buon’ora verso le 5,00, due agenti della Gestapo vennero a perquisire la nostra casa, dopo aver interrogato i miei figli. In seguito mia moglie e io fummo portati al comando di polizia e immediatamente rinchiusi in celle di prigione. La nostra prima udienza si tenne circa dieci giorni dopo. Mi dissero che mia moglie pure avrebbe avuto quello stesso giorno la prima udienza, e questo avvenne.
“Da mezzogiorno in poi, verso le 13,00, udii le alte grida di una donna. Ella era percossa e mentre le grida si facevano sempre più alte e io potevo udirle più chiaramente, riconobbi che venivano da mia moglie. Suonai il campanello e chiesi perché la donna, mia moglie, era percossa; mi fu detto che non era mia moglie, ma un’altra, che meritava le percosse a causa di cattiva condotta. Quel tardo pomeriggio gli strilli ripresero e crebbero tanto di intensità che ancora una volta suonai per lamentarmi del trattamento che veniva fatto a mia moglie. La Gestapo continuò a negare che fosse mia moglie. Verso l’una di quella notte non potei più sopportarlo e suonai ancora una volta, e questa volta il funzionario di polizia, di cui non conosco il nome, disse: ‘Se suoni ancora una sola volta, faremo a te la stessa cosa che abbiamo fatto a tua moglie!’ Ci fu poi silenzio in tutta l’intera prigione, poiché nel frattempo avevano portato mia moglie alla clinica per malattie nervose. La mattina di buon’ora il 3 ottobre, il capoguardia della Gestapo, Classin, venne nella mia cella e mi disse che mia moglie era morta nella clinica per malattie nervose. Gli dissi in faccia che la colpa della morte di mia moglie ce l’avevano loro, e il giorno del suo funerale feci contro la Gestapo denuncia di assassinio. Come risultato la Gestapo denunciò me per diffamazione.
“Questo significò che oltre al primo avrei dovuto avere un altro processo. Quando si tenne, due sorelle si alzarono durante l’udienza della corte speciale e testimoniarono: ‘Udimmo la sig.ra Wilde gridare: “Diavoli, mi percuotete a morte”’. Il giudice rispose: ‘Ma non lo videro, solo lo udirono. Vi condanno a un mese di prigione’. Parecchie sorelle, che videro mia moglie dopo la sua morte, confermarono che era terribilmente sfigurata con larghe striscie intorno alla gola e sul viso. Mi rifiutarono il permesso di assistere al funerale”.
In altri casi furon fatti tentativi per ipnotizzare i fratelli. Ad alcuni di loro fu dato cibo che era stato drogato, così che per un tempo perdevano il controllo di ciò che dicevano. Nel tentativo di costringere altri a confessare, per l’intera notte legavano loro mani e piedi dietro il dorso. Poiché alcuni non furono in grado di sopportare tali terribili forme di tortura, la Gestapo poté ottenere informazioni sul modo in cui era organizzata e compiuta l’opera dei testimoni di Geova.
UFFICIALI E DIPENDENTI AMICHEVOLI
Nonostante che i funzionari usassero il ‘nuovo potente e alto linguaggio’, che caratterizzava in special modo tutti i capi del nuovo stato, fondato così com’era sul cosiddetto, ‘principio del Führer’, faceva tuttavia piacere che qua e là alcuni funzionari di polizia, quando trattavano i testimoni di Geova sia dentro la prigione che fuori, mostrassero d’essere ancora in grado di aver compassione verso i loro simili.
Carl Göhring, a causa del suo rifiuto di fare il “saluto tedesco” e di aderire all’“Organizzazione del fronte dei lavoratori”, era stato licenziato dal suo posto presso la società ferroviaria privata delle Opere di Leuna a Merseburg. L’ufficio di collocamento si era rifiutato di trovargli un posto e l’assistenza sociale si era rifiutata di dargli qualsiasi specie di aiuto. Ma Geova, che conosce le necessità del suo popolo, fece in modo che il fratello Göhring trovasse subito lavoro nella cartiera di Weissenfels. Il suo direttore, un certo sig. Kornelius, assunse tutti i fratelli dei dintorni che erano stati licenziati dal loro lavoro e non richiese da loro nulla che contrastasse con la loro coscienza.
Come avvenne in seguito, ci furono anche altri datori di lavoro simili a questo, benché non molti. Diversi fratelli furono così salvati dagli artigli della Gestapo.
Ci furono anche singoli giudici che nel loro intimo non erano affatto d’accordo con i metodi violenti seguiti dal governo di Hitler. Specialmente in principio, parecchi giudici presentavano ai fratelli un innocuo foglio da firmare, che semplicemente dichiarava che si sarebbero astenuti dall’impegnarsi in qualsiasi attività politica. Poiché i fratelli potevano firmarlo senza alcuna riserva, non fece perdere a molti la libertà.
Le perquisizioni nelle case spesso indicavano che non tutti i funzionari odiavano i testimoni di Geova come poteva apparire esteriormente. Il fratello e la sorella Poddig ebbero questa esperienza quando fu perquisita la loro casa. Avevano appena ricevuto la posta, che comprendeva copie de La Torre di Guardia e altre pubblicazioni, dalla sorella carnale della sorella Poddig, che abitava in Olanda. Prima che avessero comunque l’opportunità di leggere alcuna cosa, cominciò improvvisamente a suonare il campanello della porta.
“Presto”, gridò la sorella Poddig, “metti tutto nella dispensa e chiudi la porta”. Siccome questo avrebbe potuto comunque attrarre l’attenzione, decise all’ultimo minuto di lasciare la porta aperta. Nel frattempo l’agente della Gestapo, accompagnato da un uomo delle SA, era entrato nella casa. “Così”, egli cominciò, “diamo inizio proprio da qui”. Con ciò intendeva la dispensa con la sua porta aperta. Il ragazzino del fratello Poddig improvvisamente disse: “Potete guardare a lungo nella dispensa prima di trovarvi alcuna cosa”, al che l’agente rise e rispose: “Be’, allora andiamo nell’altra stanza”. L’intera perquisizione non ebbe successo. Infatti, il fratello Poddig e la sua famiglia ebbero l’impressione che essi, o almeno l’agente della Gestapo, non volessero trovare niente. Fu evidente che l’uomo delle SA non ritenne che la perquisizione fosse stata compiuta interamente e voleva continuare la perquisizione. Ma l’agente della Gestapo lo rimproverò e gli proibì di cercare ancora. Mentre stavano per andar via egli tornò all’improvviso da solo e sussurrò alla sorella Poddig: “Sig.ra Poddig, ascolti ciò che le dico. Le porteranno via i figli perché non sono nella Gioventù di Hitler. Mandi i suoi figli, anche se è solo per amore dell’apparenza”. “Quindi entrambi andarono via e noi potemmo leggere in pace la posta che ci era giunta dall’Olanda”, scrive il fratello Poddig. “Ringraziammo Geova delle molte cose nuove e de La Torre di Guardia che ancora una volta era stata acclusa”.
SUPERATI IN ASTUZIA
Ci sono, naturalmente, numerosi casi, nei quali gli agenti della Gestapo furono apparentemente colpiti da cecità quando facevano le loro perquisizioni e nelle quali furono sovente superati in astuzia mediante le rapide azioni lampo dei fratelli, che indicano con chiarezza la protezione di Geova e l’aiuto angelico.
La sorella Kornelius di Marktredwitz narra un’esperienza: “Un giorno un altro poliziotto comparve per fare una perquisizione. Avevamo nella casa parecchie pubblicazioni, incluse parecchie Torri di Guardia ciclostilate. Sul momento, non vidi altra possibilità che metterle tutte dentro una caffettiera vuota, che si trovava per caso sulla tavola. Dopo che avevano guardato in ogni luogo, era solo questione di tempo prima che questo nascondiglio fosse scoperto. Proprio in quel momento la mia sorella carnale entrò inaspettatamente nell’appartamento. Senza preliminare le dissi: ‘Ecco, portati il tuo caffè’. Ella guardò dapprima un po’ sorpresa, capì comunque quello che volevo dire, e subito andò via portando con sé la caffettiera. Le pubblicazioni erano fuori pericolo e gli agenti non notarono che erano stati superati in astuzia”.
Divertente è la storia che il fratello e la sorella Kornelius narrano del loro figlio Siegfried di cinque anni, che in quel tempo non aveva nessuna difficoltà col “saluto tedesco” e cose del genere perché non era ancora in età scolare. Ma siccome i suoi genitori lo educavano nella verità, sapeva che le pubblicazioni dei suoi genitori, che essi sempre nascondevano dopo averle lette, erano molto importanti e non bisognava farle trovare alla Gestapo. Un giorno, avendo visto due agenti venire dal cortile nel luogo dei suoi genitori, comprese immediatamente che avrebbero cercato le pubblicazioni nascoste e subito seppe cosa fare per impedir loro di trovarle. Pur non essendo ancora in età da andare a scuola, egli prese la borsa con la quale il fratello maggiore andava a scuola, la vuotò di ogni cosa e la riempì di tutte le pubblicazioni. Si mise la borsa sulle spalle e uscì con essa nella via. Lì aspettò finché gli agenti non se ne furono andati via, dopo aver fatto un’infruttuosa perquisizione. Tornò poi a casa e nascose di nuovo le pubblicazioni dove le aveva trovate.