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Generare, PartorirePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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uno sia battezzato in acqua e generato dallo spirito di Dio, divenendo così figlio di Dio con la prospettiva di entrare a far parte del Regno dei cieli. (Gv 3:3-8; 2Co 5:17; 1Pt 1:3, 23) Rivelazione descrive con linguaggio simbolico la nascita di “un figlio, un maschio”, avvenuta in cielo dopo un periodo di doloroso travaglio. — Ri 12:1-5.
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GenerazionePerspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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GENERAZIONE
Per generazione di solito si intende tutte le persone nate più o meno nello stesso periodo di tempo. (Eso 1:6; Mt 11:16) Quindi è sinonimo di “contemporanei”. In Genesi 6:9 viene detto di Noè: “Si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei [lett. “generazioni”]”. Quando si riferisce ai rapporti familiari, una generazione può indicare un gruppo di discendenti, per esempio figli e figlie o nipoti. — Gb 42:16.
Il termine può servire come misura del tempo in riferimento a epoche passate o future. Le generazioni del genere umano discendenti dal peccatore Adamo sono sempre state transitorie, al contrario della terra, che rimane per sempre. (Ec 1:4; Sl 104:5) Tuttavia le espressioni “innumerevoli generazioni” e “mille generazioni” si riferiscono a qualcosa che rimane a tempo indefinito. (1Cr 16:15; Isa 51:8) Il comando dato agli ebrei di celebrare la Pasqua “per tutte le vostre generazioni” ne prescriveva la continua osservanza per un tempo allora indefinito. (Eso 12:14) Dio dichiarò a Mosè che Geova era il suo nome quale memoriale “a tempo indefinito”, “di generazione in generazione”, cioè per sempre. (Eso 3:15) L’apostolo Paolo ci dice che si deve rendere gloria a Dio “in tutte le generazioni, per i secoli dei secoli”. — Ef 3:21.
Una generazione può significare una classe di persone caratterizzate da certe qualità o condizioni. La Bibbia parla della “generazione del giusto” (Sl 14:5; 24:6; 112:2) e di una “generazione perversa e storta”, una “generazione di perversità”. (De 32:5, 20; Pr 30:11-14) Quando era sulla terra Gesù Cristo parlò in modo simile di coloro che facevano parte della nazione ebraica di allora, e l’apostolo Paolo usò un’espressione del genere riferendosi al mondo dei suoi giorni in generale, mondo che era estraniato da Dio. — Mt 12:39; 16:4; 17:17; Mr 8:38; Flp 2:14, 15.
Un termine ebraico reso “generazione” è dohr, corrispondente all’aramaico dar. (Da 4:3, 34) Dohr deriva da un verbo che significa “accatastare in cerchio” o “andare in giro” (Ez 24:5; Sl 84:10) e quindi ha il significato fondamentale di “cerchio”. Il termine affine dur significa “palla”. (Isa 22:18) L’equivalente greco è geneà, derivato da un verbo che significa “nascere”.
Un altro termine ebraico, tohledhòhth, a volte è reso “generazioni” o “genealogia” (Nu 3:1; Ru 4:18), e anche “discendenti” o “famiglie” (1Cr 5:7; 7:2, 4, 9) e “storia” o “origini”. — Ge 2:4; 5:1; 6:9; cfr. Di, Ga, NM, PIB, VR e altre traduzioni.
Durata. Quando il termine “generazione” si riferisce alle persone viventi in un dato periodo di tempo, non si può stabilirne l’esatta durata, ma solo un limite ragionevole. Questo limite sarebbe determinato dalla durata della vita degli uomini dell’epoca o di quella popolazione. La durata della vita delle dieci generazioni da Adamo a Noè era in media di 850 anni ciascuna. (Ge 5:5-31; 9:29) Ma dopo Noè la durata della vita dell’uomo diminuì bruscamente. Abraamo, per esempio, visse solo 175 anni. (Ge 25:7) Oggi, più o meno come al tempo di Mosè, le persone che vivono in condizioni favorevoli possono raggiungere i 70 o gli 80 anni. Mosè scrisse: “In se stessi i giorni dei nostri anni sono settant’anni; e se a causa di speciale potenza sono ottant’anni, tuttavia la loro insistenza è sull’affanno e sulle cose nocive; poiché deve presto passare, e voliamo via”. (Sl 90:10) Qualcuno può vivere più a lungo, ma Mosè espose la regola generale. Mosè stesso, che visse 120 anni, fu un’eccezione, come lo furono suo fratello Aaronne (123 anni), Giosuè (110 anni) e alcuni altri insolitamente forti e vitali. — De 34:7; Nu 33:39; Gsè 24:29.
“Questa generazione” nelle profezie di Gesù. Quando la profezia biblica parla di “questa generazione”, è necessario esaminare il contesto per determinare di che generazione si tratta. Nel denunciare i capi religiosi ebrei, Gesù Cristo concluse dicendo: “Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione”. La storia ci dice che circa 37 anni dopo (nel 70 E.V.) la generazione contemporanea vide di persona la distruzione di Gerusalemme, come era stato predetto. — Mt 23:36.
Più tardi, quello stesso giorno, Gesù ripeté praticamente le stesse parole: “Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. (Mt 24:34) In questo caso Gesù rispondeva a una domanda riguardante sia la desolazione di Gerusalemme e del tempio, sia il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose. Per logica, quindi, ciò che disse a proposito di “questa generazione” deve avere avuto un’applicazione fino al 70 E.V. Tuttavia Gesù stava anche usando il termine “generazione” in riferimento a esseri umani la cui vita sarebbe stata in qualche modo coinvolta nei predetti avvenimenti che si sarebbero verificati durante la sua presenza. — Mt 24.
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