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AbiuAusiliario per capire la Bibbia
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delle bevande inebrianti prima di officiare nel santuario”. Quindi può darsi che l’ubriachezza li abbia indotti a commettere quel grave peccato, ma la causa effettiva della loro morte fu la violazione dell’esigenza di Dio in materia di pura adorazione con l’offerta di “fuoco illegittimo, che egli non aveva loro prescritto”.
Abiu ebbe per breve tempo grande onore da Dio e notevole preminenza dinanzi a tutta la nazione; ma, sia per ambizione o superbia, o per leggerezza nei confronti delle istruzioni di Dio, non godette a lungo dei suoi privilegi, e morì senza figli. — Num. 3:2-4; 26:60, 61; I Cron. 24:1, 2.
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AbnerAusiliario per capire la Bibbia
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Abner
(Àbner) [padre di lampada, luminoso].
Figlio di Ner, della tribù di Beniamino. In I Samuele 14:50, 51, le parole “zio di Saul” si riferiscono evidentemente ad Abner, anche se in ebraico si possono applicare sia ad Abner che a Ner, suo padre. Giuseppe Flavio dice che Abner era cugino di Saul, e che i rispettivi padri Ner e Chis erano fratelli. (Antichità giudaiche, Libro VI, cap.6) In I Cronache 8:33 e 9:39, però, la storia ispirata sostiene senz’altro la tesi che Chis fosse figlio di Ner e quindi fratello di Abner. Abner era dunque zio di Saul. — Vedi anche specchietto alla voce SAUL.
Abner comandava l’esercito di Saul, le cui forze combattenti a volte assunsero proporzioni imponenti: ben 200.000 uomini. (I Sam. 15:4) In speciali occasioni sedeva a tavola accanto al re. (I Sam. 20:25) Benché fosse indubbiamente un uomo forte e coraggioso, Abner non si sentì di cimentarsi col gigante filisteo Golia, ma si trasse in disparte e fu testimone dell’impareggiabile dimostrazione di coraggio del giovane Davide che liquidò quel formidabile avversario. (I Sam. 17:48-58) Più tardi, quando Davide era fuggiasco nel deserto di Zif, Abner meritò il rimprovero di Davide perché non aveva fatto buona guardia a Saul, suo signore e “unto di Geova”. — I Sam. 26:14-16.
Dopo la morte di Saul nella schiacciante sconfitta inflitta dai filistei, Abner si ritirò oltre il Giordano a Maanaim di Galaad, portando con sé Is-Boset, figlio di Saul. Benché Davide fosse stato acclamato re a Ebron dalla tribù di Giuda, Abner insediò Is-Boset come re rivale a Maanaim. Era chiaro che Abner lo sosteneva e col tempo ottenne per Is-Boset l’appoggio di tutte le tribù tranne quella di Giuda. — II Sam. 2:8-10.
Alla fine gli eserciti dei due re avversari vennero a una prova di forza presso la piscina di Gabaon nel territorio di Beniamino, a circa un terzo della distanza fra Ebron e Maanaim. Dopo che i due eserciti erano venuti alle prese fra loro, Abner propose una competizione fra una dozzina di giovani guerrieri di entrambe le parti. Le due formazioni si uguagliavano a tal punto che ne risultò un reciproco massacro e questo scatenò un combattimento in grande stile fra i due eserciti. Le forze di Abner persero diciotto uomini per ogni caduto fra i soldati di Gioab e si ritirarono nel deserto. (II Sam. 2:12-17, 30, 31) Abner esortò più volte il veloce Asael, fratello di Gioab, a desistere dall’inseguirlo onde evitare uno scontro mortale. Visto il continuo rifiuto di Asael, Abner gli inferse alla fine un poderoso colpo all’indietro e lo uccise con l’impugnatura della lancia, trapassandogli l’addome. (II Sam. 2:18-23) Su richiesta di Abner, al tramonto Gioab pose fine all’inseguimento, e i due eserciti si rimisero in marcia verso le rispettive capitali. Si può capire di che tempra fossero quegli uomini dal fatto che l’esercito di Abner percorse 80 km o più, scendendo nel bacino del Giordano, guadando il fiume e risalendo poi la valle del Giordano fino alle colline di Galaad, dove raggiunsero Maanaim. Dopo aver sepolto Asael a Betleem (forse l’indomani), gli uomini di Gioab percorsero in una notte 24 km fra i monti per raggiungere Ebron. — II Sam. 2:29-32.
Abner sostenne il regime di Is-Boset ormai in declino ma rafforzò anche la propria posizione, forse mirando al regno, poiché dopo tutto era fratello del padre di Saul. Quando fu ripreso da Is-Boset per aver avuto rapporti con una concubina di Saul (atto consentito solo all’erede del re defunto), Abner adirato annunciò che sarebbe passato dalla parte di Davide. (II Sam. 3:6-11) Fece delle proposte a Davide, sottolineando la propria posizione di effettivo comandante di tutto Israele tranne Giuda. Soddisfatta la richiesta di Davide che gli fosse restituita la moglie Mical, Abner si rivolse privatamente ai capi delle undici tribù per persuaderli a sostenere Davide, il re nominato da Geova. (II Sam. 3:12-19) Dopo di che fu cordialmente accolto da Davide nella capitale, Ebron, e quel giorno stesso partì per andare a persuadere tutte le tribù di fare un patto con Davide. Ma quando Gioab tornò da una scorreria, dopo aver denunciato Abner come spia, lo richiamò indietro e con inganno lo condusse in un luogo appartato e lo uccise. — II Sam. 3:20-27.
Con la morte di Abner crollò ogni speranza di aiuto per Is-Boset che fu in breve assassinato da traditori. Così il regno della casa di Saul giunse alla completa fine. — II Sam. 4:1-3, 5-12.
Molti anni dopo, quasi in punto di morte, Davide si ricordò della morte di Abner (e anche di quella di Amasa) e incaricò Salomone di cancellare dalla casa di Davide la macchia del sangue versato da Gioab. (I Re 2:1, 5, 6) Poco dopo, l’uccisore di Abner, Gioab, fu messo a morte per ordine di Salomone. — I Re 2:31-34.
Viene menzionato un solo figlio di Abner, Iaasiel, che era un capo della tribù di Beniamino durante il regno di Davide. (I Cron. 27:21) In I Cronache 26:28 si menzionano anche le contribuzioni per il tabernacolo fatte da Abner dalle spoglie conquistate come capo dell’esercito.
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AbraamoAusiliario per capire la Bibbia
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Abraamo
(Abraàmo) [padre di una moltitudine].
Nome dato da Geova ad Abramo (che significa padre di esaltazione) all’età di 99 anni, quando Dio riaffermò la Sua promessa che la progenie di Abraamo sarebbe stata numerosa. — Gen. 17:5.
ORIGINE E STORIA DELLA FAMIGLIA
Abraamo nacque verso il 2018 a.E.V., 352 anni dopo il Diluvio, dalla discendenza di Sem, nella decima generazione a partire da Noè. Benché elencato per primo in Genesi 11:26 fra i tre figli di Tera, Abraamo non era il primogenito. Le Scritture spiegano che Tera aveva settant’anni quando nacque il suo primo figlio, e che Abraamo nacque sessant’anni dopo, quando suo padre Tera aveva 130 anni. (Gen. 11:32; 12:4) Evidentemente Abraamo è menzionato per primo a motivo della sua grande fedeltà e preminenza nelle Scritture, consuetudine seguita nel caso di diversi altri uomini notevoli come Sem e Isacco. — Gen. 5:32; 11:10; I Cron. 1:28.
Abraamo era nativo della città caldea di Ur, fiorente metropoli del paese di Sinar, presso l’attuale confluenza del Tigri e dell’Eufrate, circa 240 km SE di Babele o Babilonia, un tempo città regale di Nimrod, assai nota per l’incompiuta torre di Babele. Quasi 170 anni dopo, all’epoca di Abraamo, la città di Ur era ancora imbevuta di idolatria babilonica e del culto del suo protettore, il dio-luna Sin. (Gios. 24:2, 14, 15) Tuttavia Abraamo dimostrò di essere un uomo che aveva fede in Geova Dio, come i suoi antenati Sem e Noè; e, di conseguenza, si guadagnò la reputazione di “padre di tutti quelli che hanno fede”. (Rom. 4:11) Siccome la vera fede si basa sull’accurata conoscenza, Abraamo poté aver ricevuto intendimento stando personalmente insieme a Sem (le loro vite si sovrapposero per 150 anni). Abraamo conosceva e usava il nome di Geova. Citiamo le sue parole: “Geova, l’Iddio Altissimo, che ha fatto il cielo e la terra”, “Geova, l’Iddio dei cieli e l’Iddio della terra”. — Gen. 14:22; 24:3.
Mentre Abraamo abitava ancora a Ur, “prima che prendesse residenza in Haran”, Geova gli comandò di trasferirsi in un paese straniero, lasciandosi dietro amici e parenti. (Atti 7:2-4; Gen. 15:7; Nee. 9:7) Là nel paese che gli avrebbe indicato, Dio disse che avrebbe fatto di lui una grande nazione. In quel tempo Abraamo era sposato con la sua sorellastra Sara, ma non avevano figli ed erano anziani entrambi. Ci voleva dunque grande fede per ubbidire, ma egli ubbidì.
Tera, che aveva circa 200 anni ed era ancora il capo patriarcale della famiglia, acconsentì ad accompagnare Abraamo e Sara in questo lungo viaggio, e perciò l’iniziativa del viaggio verso Canaan è attribuita a lui. (Gen. 11:31) Forse l’orfano Lot, nipote di Abraamo, era stato adottato dagli zii senza figli, e perciò li accompagnava. La carovana percorse 965 km in direzione NO, finché raggiunsero Haran, importante centro sulle strade carovaniere E-0, in riva al fiume Belik, oltre 100 km a monte della sua confluenza con l’Eufrate. Abraamo rimase qui fino alla morte del padre Tera.
SOGGIORNO IN CANAAN
Ormai settantacinquenne, Abraamo si accinse a trasferirsi con la famiglia da Haran al paese di Canaan, dove era destinato a vivere in tende come residente temporaneo e nomade i restanti cento anni della sua vita. Fu allora che entrò in vigore il patto fra Geova e Abraamo, ed ebbero inizio i 430 anni di residenza temporanea fino a che fu stipulato il patto della legge con Israele. — Eso. 12:40-42; Gal. 3:17.
Evidentemente Abraamo, con le sue greggi e mandrie, passò da Damasco e infine raggiunse Sichem (ora Nablus), situata 48 km a N di Gerusalemme, presso i grossi alberi di more. Qui Geova apparve di nuovo ad Abraamo, confermando e ampliando la promessa del patto: “Darò questo paese al tuo seme”. (Gen. 12:7) Abraamo vi costruì un altare a Geova; ma questo non fu il solo, poiché ne costruì altri lungo il cammino mentre attraversava il paese diretto nella parte meridionale della Palestina; e invocava il nome di Geova. (Gen. 12:8, 9) In seguito una grave carestia costrinse Abraamo ad andare temporaneamente in Egitto e, per proteggere la propria vita, egli dichiarò che Sara era sua sorella. Proprio come Abraamo aveva temuto, Faraone si portò a casa la bella Sara perché diventasse sua moglie, ma prima che avesse rapporti con lei, Geova indusse Faraone a restituirgliela. Abraamo tornò quindi in Canaan accampandosi fra Betel e Ai, e di nuovo invocava “il nome di Geova”. — Gen. 12:10-13:4.
Poiché le loro greggi e mandrie crescevano di numero, fu necessario che Abraamo e Lot si separassero. Lot scelse il bacino inferiore del Giordano, regione ben irrigata “come il giardino di Geova”, e quindi stabilì il suo accampamento presso Sodoma. (Gen. 13:5-13) Abraamo, da parte sua, essendogli stato detto di percorrere il paese in lungo e in largo, prese dimora tra i grossi alberi di Mamre e Ebron, circa 32 km a SO di Gerusalemme. — Gen. 13:14-18.
Quando quattro re alleati, capeggiati da Chedorlaomer, re della Mesopotamia, riuscirono a soffocare una rivolta di cinque re cananei, Sodoma e Gomorra furono saccheggiate e Lot fu preso prigioniero insieme a tutto ciò che gli apparteneva. Abraamo, saputolo, radunò prontamente 318 suoi servitori addestrati. Insieme ai suoi confederati Aner, Escol e Mamre, li inseguì verso N con una marcia forzata per più di 240 km fin oltre Damasco e, con l’aiuto di Geova, sconfisse un esercito ben superiore al suo. Lot fu liberato e la refurtiva ricuperata. (Gen. 14:1-16, 23, 24) Mentre Abraamo tornava da questa grande vittoria, un “sacerdote dell’Iddio Altissimo”, Melchisedec, che era anche re di Salem, gli venne incontro e lo benedisse, e Abraamo a sua volta “gli diede un decimo di ogni cosa”. — Gen. 14:17-20.
IL SEME PROMESSO
Dato che Sara continuava a essere sterile, sembrava che l’eredità di Abraamo sarebbe passata a Eliezer, il fedele domestico di Damasco. Tuttavia Geova rassicurò di nuovo Abraamo che la sua progenie sarebbe diventata innumerevole, come le stelle del cielo, e Abraamo “ripose fede in Geova; ed egli glielo attribuiva a giustizia”, anche se ciò accadde anni prima che fosse circonciso. (Gen. 15:1-6; Rom. 4:11) Geova concluse allora con Abraamo un patto solenne mediante sacrifici animali, e, allo stesso tempo, rivelò che la progenie di Abraamo sarebbe stata afflitta per un periodo di 400 anni, essendo anche portata in schiavitù. — Gen. 15:7-21; vedi PATTO.
Il tempo passava. Erano in Canaan già da dieci anni, ma Sara era sempre sterile. Essa propose allora di farsi sostituire dalla schiava egiziana Agar, per poter avere un figlio da lei. Abraamo acconsentì. E così nel 1932 a.E.V. nacque Ismaele, quando Abraamo aveva 86 anni. (Gen. 16:3, 15, 16) Passò dell’altro tempo. Nel 1919 a.E.V., quando Abraamo aveva 99 anni, come segno o suggello che attestasse la speciale relazione di patto esistente fra lui e Abraamo, Geova comandò che tutti i maschi della famiglia fossero circoncisi. Allo stesso tempo Geova cambiò il suo nome da Abramo in Abraamo, “perché di sicuro ti farò padre d’una folla di nazioni”. (Gen. 17:5, 9-27) Poco dopo, tre angeli materializzati, che Abraamo accolse con ospitalità in nome di Geova, promisero che Sara stessa avrebbe concepito e dato alla luce un figlio entro il prossimo anno. — Gen. 18:1-15.
E che anno denso di avvenimenti fu quello! Furono distrutte Sodoma e Gomorra. Il nipote di Abraamo e le due figlie scamparono appena. Una carestia spinse Abraamo e sua moglie, forse già incinta, a Gherar, dove il re di quella città filistea prese Sara per il suo arem. Geova intervenne; Sara fu liberata; e al tempo fissato, nel 1918 a.E.V., nacque Isacco, l’erede da lungo tempo promesso, quando Abraamo aveva cent’anni e Sara novanta! (Gen. 18:16-21:7) Cinque anni più tardi, quando Ismaele fratellastro diciannovenne di Isacco si fece beffe di lui, Abraamo fu costretto ad allontanare Ismaele e sua madre Agar. Allora, nel 1913 a.E.V., ebbero inizio i 400 anni di afflizione della progenie di Abraamo. — Gen. 21:8-21; 15:13.
La suprema prova della fede di Abraamo giunse vent’anni più tardi quando Isacco, secondo la tradizione ebraica, era ormai un uomo di 25 anni circa. Ubbidendo alle istruzioni di Geova, Abraamo prese Isacco e da Beer-Seba nel Negheb si diresse a N fino al monte Moria, proprio a N di Salem. Lì edificò un altare e si preparò a immolare Isacco, il seme promesso, in olocausto. E Abraamo praticamente sacrificò Isacco, perché “riconobbe che Dio
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