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“Andate e fate discepoli”“Vieni, sii mio discepolo”
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5:23). Dal 1914 regna quale Re messianico in cielo (Rivelazione 11:15). Ha autorità anche sulla morte, dato che ha il potere di risuscitare i morti (Giovanni 5:26-28). Dichiarando prima la sua grande autorità, Gesù indica che le parole successive non sono un consiglio ma un comando. Facciamo bene a ubbidire, dato che Gesù non ha assunto tale autorità di sua iniziativa, ma gli è stata conferita da Dio (1 Corinti 15:27).
16. Cosa implica l’invito che ci fa Gesù dicendo “andate”, e come assolviamo questo incarico?
16 Quando Gesù affidò ai suoi discepoli l’incarico, iniziò con una sola parola: “Andate” (versetto 19). Pertanto ci ordina di prendere l’iniziativa e di portare ad altri il messaggio del Regno. Ci sono svariati metodi per assolvere questo incarico. La predicazione di casa in casa è il modo più efficace per stabilire un contatto diretto con le persone (Atti 20:20). Cerchiamo anche le occasioni per dare testimonianza informale; nella vita di tutti i giorni siamo pronti a iniziare una conversazione sulla buona notizia ogni volta che le circostanze lo permettono. I nostri metodi possono variare in base ai bisogni e alle circostanze locali. Una cosa però non cambia: ‘andiamo’ e cerchiamo chi è meritevole (Matteo 10:11).
17. In che modo ‘facciamo discepoli’?
17 Poi Gesù spiega l’obiettivo dell’incarico, cioè ‘fare discepoli di persone di tutte le nazioni’ (versetto 19). Come ‘facciamo discepoli’? Fondamentalmente il discepolo è colui che apprende, impara. Tuttavia per ‘fare discepoli’ non basta impartire conoscenza ad altri. Quando studiamo la Bibbia con qualcuno, il nostro obiettivo è aiutarlo a diventare un discepolo di Cristo. Ogni volta che è possibile diamo risalto all’esempio di Gesù affinché le persone imparino a considerarlo il loro Maestro e a seguirne
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