Introduzione a 1 Tessalonicesi
Scrittore: Paolo
Luogo in cui fu scritto: Corinto
Completato: ca. 50 E.V.
Aspetti salienti
Primo Tessalonicesi è evidentemente la prima lettera dell’apostolo Paolo che entrò nel canone biblico e, con la probabile eccezione del Vangelo di Matteo, il primo libro delle Scritture Greche Cristiane che venne messo per iscritto.
Paolo fondò una congregazione a Tessalonica verso il 50, quando, durante il suo secondo viaggio missionario, arrivò nella città (At 17:1-4). Quella nuova congregazione dovette affrontare la persecuzione praticamente sin dall’inizio (1Ts 1:6; 2:14; 3:3-5). A causa di una turba violenta i fratelli mandarono Paolo e Sila a Berea con il favore delle tenebre, a quanto pare per salvaguardare la congregazione e l’incolumità dei due missionari (At 17:5-10). Dopo questo episodio Paolo provò due volte a tornare a Tessalonica, ma spiegò: “Satana [...] ce lo ha impedito” (1Ts 2:18). Allora mandò Timoteo a confortare e rafforzare i fratelli. Quando Timoteo tornò portando buone notizie, Paolo si sentì spinto a scrivere ai tessalonicesi per lodarli, incoraggiarli e dare loro alcuni consigli (At 18:1, 5; 1Ts 3:1-3, 6; 4:1, 2).
Sembra che i tessalonicesi, alle prese con la persecuzione, fossero particolarmente interessati al ritorno di Cristo, alla sua presenza e al giorno di Geova. Nelle due lettere che scrive loro, Paolo affronta spesso questi argomenti. Parla della presenza di Cristo ben sei volte (1Ts 2:19; 3:13; 4:15; 5:23; 2Ts 2:1, 8), mentre in tutte le altre lettere ispirate lo fa una volta sola (1Co 15:23). Ed è soltanto nelle lettere ai Tessalonicesi che menziona “il giorno di Geova” (1Ts 5:2; 2Ts 2:2).
Nella lettera viene data notevole enfasi alla preghiera. Paolo, come pure i suoi collaboratori, menzionava sempre i tessalonicesi quando pregava (1Ts 1:2; 2:13). Inoltre li esortò con queste parole: “Pregate di continuo. Rendete grazie per ogni cosa” (1Ts 5:17, 18), e: “Fratelli, continuate a pregare per noi” (1Ts 5:25).
Paolo loda la fede, l’amore e la speranza dei tessalonicesi. Li esorta a continuare a coltivare queste qualità (1Ts 1:3, 8; 3:10, 12; 5:8).
La lettera è menzionata per nome in molti dei primi cataloghi delle Scritture ispirate, incluso il Frammento Muratoriano. È citata più o meno esplicitamente da vari autori dei primi secoli, incluso Ireneo (II secolo), che la menziona per nome. Il codice papiraceo noto come P46, che si ritiene risalga al 200 circa, ne contiene alcune porzioni. Qualche frammento si trova anche in un papiro del III secolo (P30).