Ecclesiaste*
1 Le parole del congregatore,*+ figlio di Davide re a Gerusalemme.+ 2 “La più grande vanità!”*+ ha detto il congregatore, “la più grande vanità! Ogni cosa è vanità!”+ 3 Che profitto ha l’uomo* in tutto il suo duro lavoro a cui lavora+ duramente sotto il sole?*+ 4 Una generazione va+ e una generazione viene;+ ma la terra sussiste fino a tempo indefinito.+ 5 E anche il sole ha rifulso, e il sole è tramontato,+ e viene ansimando al suo luogo da dove rifulgerà.+
6 Il vento* va a sud, e gira a nord.+ Gira e rigira* di continuo,+ e il vento* torna ai suoi giri.+
7 Tutti i torrenti invernali+ vanno al mare,+ eppure il mare stesso non è pieno.+ Al luogo dove i torrenti invernali vanno, là tornano ad andare.+ 8 Tutte le cose sono faticose;+ nessuno ne può parlare. L’occhio non si sazia di vedere,+ né l’orecchio si riempie dall’udire.+ 9 Ciò che è avvenuto è ciò che avverrà;+ e ciò che è stato fatto è ciò che si farà; e così non c’è nulla di nuovo sotto il sole.*+ 10 Esiste qualcosa di cui si possa dire: “Vedi questo; è nuovo”? Ha già avuto esistenza per un tempo indefinito;+ ciò che è venuto all’esistenza è da un tempo anteriore a noi.+ 11 Non c’è ricordo della gente dei tempi passati, neanche ce ne sarà di quelli che verranno in seguito.+ Non ci sarà ricordo nemmeno di loro fra quelli che verranno più tardi ancora.+
12 Io, il congregatore,* sono divenuto re su Israele a Gerusalemme.+ 13 E ho applicato il cuore a cercare e a esplorare la sapienza+ circa ogni cosa che si è fatta sotto i cieli, calamitosa occupazione che Dio ha dato ai figli del genere umano* perché vi siano occupati.+ 14 Ho visto tutte le opere che si facevano sotto il sole,+ ed ecco, ogni cosa era vanità e un correr dietro al vento.*+
15 Ciò che è fatto curvo non si può fare diritto,+ e ciò che manca non si può proprio contare. 16 Io, sì, io, parlai col mio cuore,+ dicendo: “Ecco, io stesso sono cresciuto grandemente in sapienza più di chiunque sia stato prima di me a Gerusalemme,+ e il mio proprio cuore ha visto una gran quantità di sapienza e conoscenza”.+ 17 E davo il mio cuore a conoscere la sapienza e a conoscere la pazzia,+ e ho conosciuto la stoltezza,+ che anche questo è un correr dietro al vento.*+ 18 Poiché nell’abbondanza della sapienza c’è abbondanza di vessazione,+ così che chi accresce la conoscenza accresce il dolore.+
2 Io, sì, io, dissi nel mio cuore:+ “Ora vieni, lascia che ti provi con l’allegrezza.+ Inoltre, vedi il bene”.+ Ed ecco, anche questo era vanità. 2 Dissi al riso: “Follia!”+ e all’allegrezza:+ “Che fa questa?”
3 Esplorai col mio cuore, rallegrando la mia carne anche col vino,+ mentre conducevo il mio cuore con sapienza,+ sì, per attenermi alla stoltezza finché vedessi quale bene c’era per i figli del genere umano in ciò che facevano sotto i cieli nel numero dei giorni della loro vita.+ 4 Mi impegnai in opere più grandi.+ Mi edificai case;+ mi piantai vigne.+ 5 Mi feci giardini e parchi,*+ e vi piantai alberi fruttiferi di ogni sorta. 6 Mi feci piscine d’acqua,+ per irrigare con esse la foresta germogliante d’alberi.+ 7 Acquistai servi e serve,+ ed ebbi figli della casa.+ Ebbi anche bestiame, bovini e greggi in gran quantità, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme.+ 8 Mi accumulai anche argento e oro,+ e proprietà riservate ai re e ai distretti giurisdizionali.+ Mi feci cantori e cantatrici+ e gli squisiti diletti+ dei figli del genere umano, una signora, sì, delle signore.+ 9 E divenni più grande e crebbi più di chiunque fosse stato prima di me a Gerusalemme.+ Inoltre, la mia propria sapienza rimase mia.+
10 E qualunque cosa i miei occhi chiedessero non la tenni lontana da loro.+ Non trattenni il mio cuore da alcuna sorta di allegrezza, poiché il mio cuore era gioioso a motivo di tutto il mio duro lavoro,+ e questa fu la mia porzione da tutto il mio duro lavoro.+ 11 E io, sì, io, mi volsi a tutte le mie opere che le mie mani avevano fatto e al duro lavoro per compiere il quale avevo lavorato duramente,+ ed ecco, ogni cosa era vanità e un correr dietro al vento,+ e non c’era nulla di vantaggioso sotto il sole.+
12 E io, sì, io, mi volsi per vedere la sapienza+ e la pazzia e la stoltezza;+ poiché che può fare l’uomo terreno che viene dopo il re? La cosa che la gente ha già fatto. 13 E vidi, io stesso, che esiste più vantaggio per la sapienza che per la stoltezza,+ proprio come c’è più vantaggio per la luce che per le tenebre.+
14 Riguardo a qualunque saggio, ha gli occhi in testa;+ ma lo stupido cammina in assolute tenebre.+ E ho conosciuto, anch’io, che c’è un’eventualità che capita a tutti loro.+ 15 E io stesso dissi nel mio cuore:+ “Un’eventualità simile a quella dello stupido+ capiterà a me, sì, a me”.+ Perché, allora, ero divenuto saggio, eccessivamente,+ in quel tempo? E parlai in cuor mio: “Anche questo è vanità”. 16 Poiché non c’è più ricordo del saggio che dello stupido a tempo indefinito.+ Nei giorni che già vengono, ognuno è certamente dimenticato; e come morirà il saggio? Insieme allo stupido.+
17 E odiai la vita,+ perché l’opera che è stata fatta sotto il sole era calamitosa dal mio punto di vista,+ poiché ogni cosa era vanità e un correr dietro al vento.+ 18 E io, sì, io, odiai tutto il mio duro lavoro a cui lavoravo duramente sotto il sole,+ che avrei lasciato all’uomo che sarebbe venuto dopo di me.+ 19 E chi sa se egli si mostrerà saggio o stolto?+ Eppure avrà dominio su tutto il mio duro lavoro a cui lavorai duramente e in cui mostrai sapienza sotto il sole.+ Anche questo è vanità. 20 E io stesso mi volsi a far disperare+ il mio cuore per tutto il duro lavoro a cui avevo lavorato duramente sotto il sole. 21 Poiché esiste l’uomo il cui duro lavoro è stato [fatto] con sapienza e con conoscenza e con abilità,+ ma all’uomo che a tal cosa non ha lavorato duramente sarà data la porzione di quello.+ Anche questo è vanità e una grande calamità.+
22 Poiché che ha l’uomo* per tutto il suo duro lavoro e per lo sforzarsi del suo cuore con cui lavora duramente sotto il sole?+ 23 Per tutti i suoi giorni la sua occupazione significa pene e vessazione,+ anche durante la notte il suo cuore proprio non ha posa.+ Anche questo è semplice vanità.
24 Per l’uomo non c’è nulla di meglio che mangiare e in realtà bere e far vedere alla sua anima il bene a causa del suo duro lavoro.+ Ho visto anche questo, io stesso, che questo è dalla mano del [vero] Dio.*+ 25 Poiché chi mangia+ e chi beve* meglio di me?+
26 Poiché all’uomo che dinanzi a lui è buono+ egli ha dato sapienza e conoscenza e allegrezza,+ ma al peccatore ha dato l’occupazione di raccogliere e radunare semplicemente per dare a chi è buono dinanzi al [vero] Dio.+ Anche questo è vanità e un correr dietro al vento.+
3 Per ogni cosa c’è un tempo fissato,+ sì, un tempo* per ogni faccenda sotto i cieli: 2 un tempo per nascere+ e un tempo per morire;+ un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è stato piantato;+ 3 un tempo per uccidere+ e un tempo per sanare;+ un tempo per demolire e un tempo per edificare;+ 4 un tempo per piangere+ e un tempo per ridere;+ un tempo per fare lamento+ e un tempo per saltare;+ 5 un tempo per gettare via pietre+ e un tempo per radunare pietre;+ un tempo per abbracciare+ e un tempo per astenersi dagli abbracci;+ 6 un tempo per cercare+ e un tempo per dare come perso; un tempo per custodire e un tempo per gettare via;+ 7 un tempo per strappare+ e un tempo per cucire;+ un tempo per tacere+ e un tempo per parlare;+ 8 un tempo per amare e un tempo per odiare;+ un tempo per la guerra+ e un tempo per la pace.+ 9 Che vantaggio c’è per chi opera in ciò a cui lavora duramente?+
10 Ho visto l’occupazione che Dio ha dato ai figli del genere umano perché vi siano occupati.+ 11 Ogni cosa egli ha fatto bella a suo tempo.+ Anche il tempo indefinito ha posto nel loro cuore,+ affinché il genere umano* non trovi mai l’opera che il [vero] Dio ha fatto dall’inizio* alla fine.+ 12 Ho conosciuto che per loro non c’è nulla di meglio che rallegrarsi e fare il bene durante la vita;+ 13 e anche che ogni uomo* mangi e in realtà beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro.+ È il dono di Dio.+
14 Ho conosciuto che ogni cosa che il [vero] Dio fa sarà a tempo indefinito.+ Non c’è nulla da aggiungervi e non c’è nulla da sottrarvi;+ ma il [vero] Dio stesso l’ha fatta,+ affinché si abbia timore a motivo di lui.+
15 Ciò che è accaduto, era già stato, e ciò che deve avvenire si è già verificato;+ e il [vero] Dio+ stesso continua a cercare ciò che si persegue.+
16 E ho visto inoltre sotto il sole il luogo del diritto dove c’era malvagità e il luogo della giustizia dove c’era malvagità.+ 17 Io stesso ho detto nel mio cuore:+ “Il [vero] Dio giudicherà sia il giusto che il malvagio,+ poiché lì c’è un tempo per ogni faccenda e riguardo a ogni opera”.+
18 Io, sì, io, ho detto nel mio cuore riguardo ai figli del genere umano che il [vero] Dio li sceglierà, affinché vedano che essi stessi sono bestie.+ 19 Poiché c’è un’eventualità* circa i figli del genere umano e un’eventualità circa la bestia, e hanno la stessa eventualità.+ Come muore l’uno,* così muore l’altra;+ e tutti hanno un solo spirito,*+ così che non c’è superiorità dell’uomo sulla bestia, poiché ogni cosa è vanità. 20 Tutti vanno a un solo luogo.+ Tutti sono venuti dalla polvere,*+ e tutti tornano alla polvere.+ 21 Chi conosce lo spirito dei figli del genere umano, se sale verso l’alto; e lo spirito della bestia, se scende verso il basso alla terra?+ 22 E ho visto che non c’è nulla di meglio se non che l’uomo si rallegri delle sue opere,+ poiché questa è la sua porzione; perché chi lo condurrà a guardare ciò che avverrà dopo di lui?+
4 E io stesso tornai a vedere tutti gli atti di oppressione+ che si compiono sotto il sole, ed ecco, le lacrime di quelli che erano oppressi,+ ma non avevano confortatore;+ e dalla parte dei loro oppressori c’era il potere, così che non avevano confortatore. 2 E mi congratulai con i morti che eran già morti anziché con i vivi che erano ancora in vita.+ 3 Meglio degli uni e degli altri [è] dunque chi non è ancora venuto all’esistenza,+ il quale non ha visto la calamitosa opera che si fa sotto il sole.+
4 E io stesso ho visto tutto il duro lavoro e tutta l’abilità nell’opera,+ che significa rivalità dell’uno* verso l’altro;+ anche questo è vanità e un correr dietro al vento.
5 Lo stupido incrocia le mani+ e mangia la sua propria carne.+
6 È meglio una manciata di riposo che una doppia manciata di duro lavoro e correr dietro al vento.+
7 Io stesso tornai a vedere la vanità sotto il sole: 8 Esiste uno solo, ma non un secondo;+ inoltre non ha figlio né fratello,+ ma non c’è fine al suo duro lavoro. Inoltre i suoi stessi occhi non si saziano di ricchezze:+ “E per chi lavoro duramente e faccio mancare alla mia anima cose buone?”+ Anche questo è vanità, ed è un’occupazione calamitosa.+
9 Due sono meglio di uno,+ perché hanno una buona ricompensa per il loro duro lavoro.+ 10 Poiché se uno di loro cade, l’altro può rialzare il suo compagno.+ Ma che ne sarà di chi è solo* quando cade se non c’è nessun altro per rialzarlo?+
11 Per di più, se due giacciono insieme, certamente anche si riscaldano; ma come può star caldo uno solo?+ 12 E se qualcuno può sopraffare uno solo, due insieme gli possono tener testa.+ E una corda a tre capi non si può rompere rapidamente.
13 È meglio un fanciullo bisognoso ma saggio+ che un re vecchio ma stupido,+ che non è giunto a conoscere abbastanza da essere ancora avvertito.+ 14 Poiché è uscito dalla stessa casa di prigionia per divenire re,+ benché nel regno di questi fosse nato come uno di pochi mezzi.+ 15 Ho visto tutti i viventi che camminano sotto il sole, [come avviene] al fanciullo, che è secondo, il quale si leva in luogo dell’altro.+ 16 Non c’è fine a tutto il popolo, a tutti quelli davanti ai quali egli* si è trovato;+ né la gente si rallegrerà poi di lui,+ poiché anche questo è vanità e un correr dietro al vento.+
5 Guarda i tuoi piedi+ ogni volta che vai alla casa del [vero] Dio; e ci sia un accostarsi* per udire,+ anziché per dare un sacrificio come fanno gli stupidi,+ poiché essi non sono consapevoli di fare ciò che è male.*+
2 Non affrettarti riguardo alla tua bocca; e in quanto al tuo cuore,+ non abbia fretta di proferir parola dinanzi al [vero] Dio.+ Poiché il [vero] Dio è nei cieli+ ma tu sei sulla terra. Perciò le tue parole devono essere poche.+ 3 Poiché un sogno certo viene a causa dell’abbondanza dell’occupazione,+ e la voce dello stupido a causa dell’abbondanza delle parole.+ 4 Ogni volta che fai un voto a Dio, non esitare a pagarlo,+ poiché non c’è diletto negli stupidi.+ Il voto che hai fatto, pagalo.+ 5 È meglio che tu non faccia voto+ piuttosto che tu faccia voto e non paghi.+ 6 Non permettere alla tua bocca di far peccare la tua carne,*+ non dire davanti all’angelo*+ che era uno sbaglio.+ Perché deve indignarsi il [vero] Dio a causa della tua voce e distruggere l’opera delle tue mani?+ 7 Poiché a causa dell’abbondanza [dell’occupazione] ci sono sogni,+ e ci sono vanità e parole in abbondanza. Ma temi il [vero] Dio stesso.+
8 Se vedi l’oppressione di chi ha pochi mezzi e togliere con violenza il giudizio+ e la giustizia in un distretto giurisdizionale, non ti sbalordire della cosa,+ poiché uno che è più alto dell’alto+ guarda,+ e ci sono quelli che sono alti al di sopra di loro.*
9 Inoltre, il profitto della terra è fra tutti loro;+ per un campo il re stesso è stato servito.+
10 Chi semplicemente ama l’argento non si sazierà di argento, né chi ama la ricchezza [si sazierà] delle entrate.*+ Anche questo è vanità.+
11 Quando le cose buone sono molte, quelli che le mangiano certamente sono molti.+ E che vantaggio c’è per il grande proprietario d’esse, salvo guardar[le] con i suoi occhi?+
12 Dolce è il sonno+ di chi serve, mangi egli poco o molto; ma l’abbondanza che appartiene al ricco non gli permette di dormire.
13 Esiste una grave calamità che ho visto sotto il sole: ricchezze custodite per il loro grande proprietario* a sua calamità.+ 14 E quelle ricchezze sono perite+ a causa di una occupazione calamitosa, ed egli ha generato un figlio quando non c’è nulla nella sua mano.+
15 Proprio come uno è uscito dal ventre di sua madre, nudo se ne andrà di nuovo,+ proprio com’è venuto; e uno non si può portare via nulla+ per il suo duro lavoro, [nulla] che possa prendersi con la mano.
16 E anche questo è una grave calamità: esattamente come uno è venuto, così se ne andrà; e che profitto c’è per chi continua a lavorare duramente per il vento?+ 17 Inoltre, tutti i suoi giorni egli mangia nelle stesse tenebre, con una gran quantità di vessazione,+ con infermità da parte sua e [causa di] indignazione.
18 Ecco, la cosa migliore che io stesso ho visto, che è bella, è che uno mangi e beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro+ a cui lavora duramente sotto il sole per il numero dei giorni della sua vita che il [vero] Dio gli ha dato, poiché questa è la sua porzione. 19 Inoltre, a ogni uomo cui il [vero] Dio ha dato ricchezze e possedimenti materiali,+ ha anche dato facoltà di mangiarne+ e di portare via la sua porzione e di rallegrarsi del suo duro lavoro.+ Questo è il dono di Dio.+ 20 Poiché non si ricorderà spesso dei giorni della sua vita, perché il [vero] Dio [lo] tiene occupato* con l’allegrezza del suo cuore.+
6 Esiste una calamità che ho visto sotto il sole, ed è frequente fra il genere umano: 2 un uomo* a cui il [vero] Dio dà ricchezze e possedimenti materiali e gloria+ e al quale, per la sua anima, non manca nulla di tutto ciò per cui mostra ardente desiderio,+ eppure il [vero] Dio non lo mette in grado di mangiarne,+ benché un semplice straniero+ possa mangiarne. Questo è vanità ed è una cattiva infermità. 3 Se un uomo generasse cento volte,+ e vivesse molti anni, così che i giorni dei suoi anni divenissero numerosi,+ eppure la sua propria anima non è sazia di cose buone+ e neanche la tomba è divenuta sua,+ devo dire che uno nato prematuramente sta meglio di lui.+ 4 Poiché invano questi è venuto e se ne va nelle tenebre, e il suo proprio nome sarà coperto di tenebre.+ 5 Non ha visto nemmeno lo stesso sole, né lo ha conosciuto.+ Questi ha riposo piuttosto che l’altro.+ 6 Anche supponendo che abbia vissuto mille anni per due volte e tuttavia non abbia visto ciò che è bene,+ non è in un solo luogo che vanno tutti?+
7 Tutto il duro lavoro del genere umano* è per la loro bocca,+ eppure la loro propria anima non si riempie. 8 Poiché quale vantaggio ha il saggio sullo stupido?+ Che ha l’afflitto nel conoscere come camminare di fronte ai viventi? 9 È meglio il vedere degli occhi che l’andare in giro dell’anima.*+ Anche questo è vanità e un correr dietro al vento.+
10 Qualunque cosa sia venuta all’esistenza, il suo nome è già stato pronunciato, e si sa ciò che è l’uomo;*+ ed egli non può perorare la sua causa con uno che è più potente di lui.+
11 Siccome esistono tante cose che causano molta vanità,+ quale vantaggio ha l’uomo? 12 Poiché chi sa quale bene ha l’uomo nella vita+ per il numero dei giorni della sua vita vana, quando li trascorre come un’ombra?+ Poiché chi può dichiarare all’uomo ciò che avverrà dopo di lui sotto il sole?+
7 Un nome* è meglio che il buon olio,+ e il giorno della morte che il giorno della nascita.+ 2 È meglio andare alla casa del lutto che andare alla casa del banchetto,+ perché quella è la fine di tutto il genere umano; e chi è in vita [lo] dovrebbe prendere a cuore. 3 È meglio la vessazione che il riso,+ poiché mediante l’aspetto triste della faccia il cuore diviene migliore.+ 4 Il cuore dei saggi è nella casa del lutto,+ ma il cuore degli stupidi è nella casa dell’allegrezza.+
5 È meglio udire il rimprovero di qualche saggio+ che essere l’uomo* che ode il canto degli stupidi.+ 6 Poiché come il suono delle spine sotto la pentola, così è il riso dello stupido;+ e anche questo è vanità. 7 Poiché la semplice oppressione può far agire follemente+ il saggio, e un dono+ può distruggere il cuore.+
8 È meglio la fine di poi di una faccenda che il suo principio.+ È meglio chi è paziente* che chi è di spirito superbo.+ 9 Non ti affrettare nel tuo spirito a offenderti,+ poiché l’offendersi è ciò che riposa nel seno degli stupidi.+
10 Non dire: “Perché è avvenuto che i giorni precedenti sono stati migliori di questi?”+ poiché non si deve a sapienza+ che tu abbia chiesto di ciò.
11 La sapienza insieme a un’eredità è buona ed è vantaggiosa* per quelli che vedono il sole.+ 12 Poiché la sapienza è per una protezione*+ [come] il denaro è per una protezione;+ ma il vantaggio della conoscenza è che la sapienza stessa conserva in vita quelli che la possiedono.+
13 Vedi l’opera+ del [vero] Dio, poiché chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?+ 14 In un buon giorno mostra d’essere nella bontà,+ e nel giorno calamitoso vedi che il [vero] Dio ha fatto anche questo esattamente come quello,+ nell’intento che il genere umano* non scopra nulla dopo di loro.+
15 Ogni cosa ho visto durante i miei giorni vani.+ Esiste il giusto che perisce nella sua giustizia,+ ed esiste il malvagio che continua a lungo nella sua malizia.+
16 Non divenire troppo giusto+ e non ti mostrare eccessivamente saggio.+ Perché dovresti causarti desolazione?+ 17 Non essere troppo malvagio,+ e non divenire stolto.+ Perché dovresti morire quando non è il tuo tempo?+ 18 È meglio che tu afferri l’uno, ma anche dall’altro non ritirare la tua mano;+ poiché chi teme Dio uscirà con essi tutti.+
19 La sapienza stessa è per il saggio più forte di dieci uomini al potere che si sono trovati in una città.+ 20 Poiché non c’è uomo giusto sulla terra che continui a fare il bene e non pecchi.+
21 Inoltre, non porre il tuo cuore a tutte le parole che il popolo può pronunciare,+ affinché tu non oda il tuo servitore invocare su di te il male.+ 22 Poiché il tuo proprio cuore sa bene che molte volte anche tu, tu stesso, hai invocato il male su altri.+
23 Tutto questo ho messo alla prova con la sapienza. Dissi: “Certamente diverrò saggio”. Ma essa era lontana da me.+ 24 Ciò che è venuto all’esistenza è lontano e straordinariamente profondo. Chi lo può trovare?+ 25 Io stesso mi volsi, si volse anche il mio cuore,+ per conoscere e per esplorare e per cercare la sapienza+ e la ragione delle cose,+ e per conoscere la malvagità della stupidità e la stoltezza della pazzia;+ 26 e trovavo: Più amara della morte+ [trovavo] la donna che è essa stessa reti da caccia e il cui cuore è reti a strascico [e] le cui mani sono ceppi.+ Uno è buono dinanzi al [vero] Dio se le sfugge, ma pecca se è catturato da lei.+
27 “Vedi, ho trovato questo”, disse il congregatore,*+ “una cosa [presa] dopo l’altra, per trovare il sunto,+ 28 che la mia anima ha cercato di continuo, ma non ho trovato. Fra mille ho trovato un uomo,+ ma una donna fra tutte queste non l’ho trovata.+ 29 Vedi, solo questo ho trovato, che il [vero] Dio fece il genere umano* retto,+ ma essi stessi han cercato molti piani”.+
8 Chi è come il saggio?+ E chi conosce l’interpretazione di una cosa?+ La sapienza stessa dell’uomo gli fa splendere la faccia, e anche la durezza della sua faccia si cambia [in meglio].+
2 Io [dico]: “Osserva il medesimo ordine del re,+ e questo per riguardo verso il giuramento di Dio.+ 3 Non affrettarti, affinché tu possa uscire d’innanzi a lui.+ Non restare in una cosa cattiva.+ Poiché egli farà tutto ciò che si diletta [a fare],+ 4 perché la parola del re è il potere di dominare;+ e chi gli può dire: ‘Che fai?’”
5 Chi osserva il comandamento non conoscerà nessuna cosa calamitosa,+ e il cuore saggio conoscerà sia il tempo che il giudizio.+ 6 Poiché esiste un tempo e un giudizio pure per ogni cosa,+ perché la calamità del genere umano è abbondante su di loro.+ 7 Poiché non c’è alcuno che sappia ciò che sarà,+ perché chi gli può dichiarare proprio come sarà?
8 Non c’è uomo che abbia potere sullo spirito* per trattenere lo spirito;+ né c’è alcun potere di dominare nel giorno della morte;+ né c’è congedo nella guerra.+ E la malvagità non provvederà scampo a quelli che vi prendono piacere.*+
9 Tutto questo ho visto, e il mio cuore si applicava* a ogni opera che è stata fatta sotto il sole, [durante] il tempo che l’uomo ha dominato l’uomo a suo danno.+ 10 Ma, benché sia così, ho visto i malvagi essere sepolti,+ come entrarono e come se ne andavano dal luogo santo+ stesso ed erano dimenticati nella città dove avevano agito in tal modo.+ Anche questo è vanità.
11 Poiché la sentenza contro un’opera cattiva non è stata eseguita rapidamente,+ per questo il cuore dei figli degli uomini è in loro pienamente risoluto a fare il male.+ 12 Benché il peccatore faccia il male+ cento volte e continui a lungo [a fare] come gli piace, tuttavia anch’io mi rendo conto che andrà a finir bene a quelli che temono il [vero] Dio,+ perché ne hanno avuto timore.+ 13 Ma non andrà affatto a finir bene al malvagio,+ né egli prolungherà i suoi giorni che sono come un’ombra,+ perché non ha timore di Dio.+
14 Esiste una vanità che si compie sulla terra, che esistono giusti ai quali accade come per l’opera dei malvagi,+ ed esistono malvagi ai quali avviene come per l’opera dei giusti.+ Io dissi che anche questo è vanità.
15 E io stesso lodai l’allegrezza,+ perché il genere umano* non ha nulla di meglio sotto il sole che mangiare e bere e rallegrarsi, e che questo li accompagni nel loro duro lavoro nei giorni della loro vita,+ che il [vero] Dio ha dato loro sotto il sole.+ 16 Secondo ciò applicai il mio cuore+ a conoscere la sapienza e a vedere l’occupazione che si compie sulla terra,+ perché c’è uno che non vede sonno con i suoi occhi, né di giorno né di notte.+
17 E vidi tutta l’opera del [vero] Dio,+ come il genere umano non può trovare l’opera che è stata fatta sotto il sole;+ per quanto il genere umano continui a lavorare duramente per cercare, tuttavia non trova.+ E anche se dicesse di essere abbastanza saggio da conoscere,+ non potrebbe trovare.+
9 Poiché presi a cuore tutto questo, anche per scrutare tutto questo,+ che i giusti e i saggi e le loro opere sono nella mano del [vero] Dio.+ Il genere umano non si rende conto né dell’amore né dell’odio che furono tutti prima di loro.+ 2 Sono tutti uguali in ciò che tutti hanno.+ C’è una sola eventualità+ per il giusto+ e il malvagio,+ il buono e il puro e l’impuro, e chi sacrifica e chi non sacrifica. Il buono è come il peccatore;+ chi giura è come chi ha avuto timore del giuramento.+ 3 Questo è ciò che è calamitoso in tutto ciò che si è fatto sotto il sole, che, siccome c’è una sola eventualità per tutti,+ il cuore dei figli degli uomini è anche pieno di male;+ e c’è la pazzia+ nel loro cuore durante il tempo della loro vita, e dopo ciò, ai morti!+
4 Poiché riguardo a chiunque è unito* a tutti i viventi esiste fiducia, perché un cane vivo+ è meglio che un leone morto.+ 5 Poiché i viventi sono consci che moriranno;*+ ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla,*+ né hanno più alcun salario, perché il ricordo d’essi è stato dimenticato.+ 6 Inoltre, il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti,+ ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole.+
7 Va, mangia il tuo cibo* con allegrezza e bevi il tuo vino con buon cuore,+ perché già il [vero] Dio si è compiaciuto delle tue opere.+ 8 In ogni occasione le tue vesti siano bianche,+ e non manchi l’olio sulla tua testa.+ 9 Vedi la vita con la moglie che ami+ tutti i giorni della tua vita vana che Egli ti ha dato sotto il sole, tutti i giorni della tua vanità, poiché questa è la tua porzione nella vita+ e nel tuo duro lavoro con cui lavori duramente sotto il sole. 10 Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza,+ poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza+ né sapienza+ nello Sceol,*+ il luogo al quale vai.+
11 Tornai a vedere* sotto il sole che non è dei veloci la corsa,+ né dei potenti la battaglia,+ i saggi neanche hanno cibo,*+ quelli che hanno intendimento neanche hanno ricchezze,+ neppure quelli che hanno conoscenza hanno favore;+ perché il tempo e l’avvenimento imprevisto* capitano a tutti loro.+ 12 Poiché neanche l’uomo+ conosce il suo tempo.+ Proprio come i pesci che sono presi in una cattiva rete,+ e come gli uccelli che sono presi in una trappola,+ così sono accalappiati gli stessi figli degli uomini in un tempo calamitoso,+ quando cade su di loro all’improvviso.+
13 Anche questo vidi riguardo alla sapienza sotto il sole, ed essa* era grande per me: 14 C’era una piccola città, e in essa gli uomini* erano pochi; e venne verso di essa un gran re, e l’accerchiò ed edificò contro di essa grandi fortificazioni.+ 15 E vi si trovò un uomo,* bisognoso [ma]* saggio, e questi provvide scampo alla città mediante la sua sapienza.+ Ma nessun uomo si ricordò di quell’uomo bisognoso.+ 16 E io stesso dissi: “La sapienza è meglio della potenza;+ eppure la sapienza del bisognoso è disprezzata, e le sue parole non sono ascoltate”.+
17 Le parole dei saggi nella quiete sono da udire+ più del grido di chi governa fra gente stupida.+
18 La sapienza è meglio degli arnesi da combattimento, e un solo peccatore può distruggere molto di buono.+
10 Le mosche morte* son quelle che fanno puzzare, gorgogliare, l’olio del profumiere.+ [Così] fa un po’ di stoltezza a chi è prezioso per sapienza e gloria.+
2 Il cuore del saggio è alla sua destra,+ ma il cuore dello stupido alla sua sinistra.+ 3 E anche in qualunque via lo stolto cammini,+ il suo proprio cuore [gli] manca* ed egli certamente dice a tutti che è stolto.+
4 Se lo spirito del governante si inalberasse contro di te, non lasciare il tuo proprio luogo,+ poiché la calma stessa allevia grandi peccati.+
5 Esiste qualcosa di calamitoso che ho visto sotto il sole, come quando esce uno sbaglio+ a causa di chi è al potere:+ 6 La stoltezza* è stata messa in molte alte posizioni,+ ma i ricchi stessi continuano a dimorare semplicemente in una bassa condizione.
7 Ho visto servitori a cavallo ma principi camminare sulla terra proprio come servitori.+
8 Chi scava una fossa vi cadrà lui stesso dentro;+ e chi apre un varco in un muro di pietra, un serpente lo morderà.+
9 Chi cava pietre si farà male con esse. Chi spacca ceppi dovrà starci attento.+
10 Se un arnese di ferro si è smussato e qualcuno non ne ha affilato il taglio,+ egli eserciterà quindi le sue proprie energie vitali. Usare la sapienza per avere successo significa dunque vantaggio.+
11 Se il serpente morde quando non si produce incantesimo,+ non c’è vantaggio per chi è esperto nell’uso della lingua.
12 Le parole della bocca del saggio significano favore,+ ma le labbra dello stupido lo inghiottono.+ 13 L’inizio delle parole della sua bocca è stoltezza,+ e la fine della sua bocca è poi pazzia calamitosa. 14 E lo stolto pronuncia molte parole.+
L’uomo* non sa ciò che avverrà; e ciò che avverrà dopo di lui, chi glielo può dichiarare?+
15 Il duro lavoro degli stupidi li rende stanchi,+ perché nessuno ha saputo come andare in città.+
16 Che ne sarà di te, o paese, quando il tuo re è un ragazzo+ e i tuoi propri principi continuano a mangiare pure al mattino? 17 Felice sei tu, o paese, quando il tuo re è figlio di nobili e i tuoi propri principi mangiano al tempo debito per [ricevere] potenza, non per il semplice bere.+
18 Per la grande pigrizia le travi sprofondano, e per il penzolare delle mani gocciola nella casa.+
19 Il pane* è per le risa dei lavoratori, e il vino stesso rende la vita allegra;+ ma il denaro* è ciò che risponde a ogni cosa.+
20 Anche nella tua stanza da letto non invocare il male sul re stesso,+ e nelle stanze interne dove giaci non invocare il male su nessun ricco;+ poiché una creatura volatile dei cieli porterà il suono e qualcosa che ha ali dichiarerà la questione.+
11 Manda il tuo pane*+ sulla superficie delle acque,+ poiché nel corso di molti giorni lo ritroverai.+ 2 Dà una porzione a sette, o anche a otto,+ poiché non sai quale calamità accadrà sulla terra.+
3 Se le nubi sono piene [d’acqua], versano un completo rovescio di pioggia sulla terra;+ e se un albero cade a sud o a nord, nel luogo dove l’albero+ cade lì resterà.
4 Chi guarda il vento* non seminerà; e chi guarda le nubi non mieterà.+
5 Proprio come non sai quale sia la via dello spirito nelle* ossa nel ventre di colei che è incinta,+ in maniera simile non conosci l’opera del [vero] Dio, che fa ogni cosa.+
6 La mattina semina il tuo seme e fino alla sera non far riposare la tua mano;+ poiché non sai dove questo avrà successo,+ o qui o là, o se tutt’e due saranno ugualmente buoni.
7 La luce è anche dolce, ed è bene per gli occhi vedere il sole;+ 8 poiché anche se un uomo vive molti anni, in essi tutti si rallegri.+ E si ricordi dei giorni delle tenebre,+ benché possano essere molti; ogni [giorno] che è venuto è vanità.+
9 Rallegrati,+ giovane, nella tua gioventù, e il tuo cuore ti faccia del bene nei giorni della tua giovinezza, e cammina nelle vie del tuo cuore e nelle cose viste dai tuoi occhi.+ Ma sappi che a motivo di tutte queste [cose] il [vero] Dio ti porterà in giudizio.+ 10 Scaccia dunque la vessazione dal tuo cuore, e allontana la calamità dalla tua carne;+ poiché la gioventù e il rigoglio della vita sono vanità.+
12 Ricorda, ora, il tuo grande Creatore*+ nei giorni della tua giovinezza,*+ prima che vengano i giorni calamitosi,+ o che siano arrivati gli anni in cui dirai: “Non provo alcun diletto in essi”;+ 2 prima che il sole e la luce e la luna e le stelle si oscurino,+ e le nubi siano tornate, dopo il rovescio di pioggia; 3 nel giorno in cui i guardiani della casa+ tremano, e gli uomini di vitale energia si sono curvati,+ e le donne che macinano*+ hanno cessato di lavorare perché son divenute poche, e le signore che vedono* alle finestre+ hanno trovato che è scuro; 4 e le porte sulla strada si sono chiuse,+ quando il suono del mulino si abbassa,+ e uno si leva al suono di un uccello e tutte le figlie del canto hanno un suono basso.+ 5 Inoltre, hanno avuto timore semplicemente di ciò che è alto, e ci sono terrori nella via. E il mandorlo mette i fiori,+ e la cavalletta si trascina, e la bacca di cappero scoppia, perché l’uomo* cammina verso la sua casa+ di lunga durata e i lamentatori hanno marciato in giro nella strada;+ 6 prima che sia tolto il cordone d’argento e la coppa d’oro si infranga,+ e la giara si rompa alla fonte, e la ruota per la cisterna si sia infranta. 7 Quindi la polvere torna alla terra+ proprio come era e lo spirito+ stesso torna al [vero] Dio+ che l’ha dato.+
8 “La più grande vanità!”* disse il congregatore,*+ “ogni cosa è vanità”.+
9 E oltre al fatto che il congregatore era divenuto saggio,+ pure insegnò continuamente al popolo la conoscenza,+ e ponderò e fece una completa ricerca,+ per mettere in ordine molti proverbi.+ 10 Il congregatore cercò di trovare le parole dilettevoli+ e la scrittura di corrette parole di verità.+
11 Le parole dei saggi sono come pungoli per buoi,+ e proprio come chiodi conficcati*+ sono quelli che prendono piacere nelle raccolte* [di sentenze]; esse sono state date da un solo pastore.+ 12 Riguardo a qualsiasi cosa all’infuori di queste, figlio mio, ricevi l’avvertimento: Al fare molti libri non c’è fine, e la molta dedizione [ad essi] è faticosa per la carne.+
13 La conclusione dell’argomento, avendo udito ogni cosa, è: Temi il [vero] Dio+ e osserva i suoi comandamenti.+ Poiché questo è l’intero [obbligo] dell’uomo.* 14 Poiché il [vero] Dio stesso porterà in giudizio ogni sorta di opera in relazione a ogni cosa nascosta, in quanto a se è buona o cattiva.+
“Ecclesiaste”: ebr. Qohèleth. In ebr. questo libro prende nome dal participio attivo del verbo qahàl, “congregare; radunare in assemblea”. Benché il termine Qohèleth sia femm., il re Salomone lo applicò a se stesso in 1:1. Gr. Ekklesiastès; lat. Liber Ecclesiastes.
O, “convocatore; radunatore”, M; LXXVg, “Ecclesiaste”, cioè membro di un’ecclesia (congregazione; assemblea).
“La più grande vanità!” Lett. “Vanità delle vanità”, M(ebr. havèl havalìm)LXXSyVg.
Lett. “per l’uomo terreno”. Ebr. laʼadhàm.
“Sotto il sole”: ebr. tachàth hashshàmesh. Questa espressione ricorre 29 volte in Ecclesiaste.
“Il vento”: lett. “Esso”, forse riferito al sole nei suoi movimenti verso sud e verso nord fra il solstizio d’estate e quello d’inverno.
“Gira e rigira”: in ebr. il soggetto è “il vento”, che però nella traduzione è stato messo all’inizio del v.
“Il vento”: ebr. harùach; gr. pnèuma. Cfr. nt. a Ge 1:2, “forza attiva”.
Vedi nt. al v. 3, “sole”.
Vedi nt. al v. 1.
“Genere umano”: o, “gli uomini”. Ebr. haʼadhàm.
Vedi il v. 6, seconda nt. a “vento”.
Vedi il v. 6, seconda nt. a “vento”.
“E parchi”: ebr. ufardesìm, pl. di pardès; LXXSy, “parchi; paradisi”.
Lett. “cosa c’è che mostra d’essere per l’uomo?” Ebr. meh-howèh laʼadhàm? Il participio howèh viene dal verbo radicale hawàh, che ha relazione col nome divino, Yehowàh.
‘Il [vero] Dio’: ebr. haʼElohìm, con ha, “il”, per dare enfasi; TSy, “Geova”. Vedi App. 1F.
“Beve”, LXXBagsterSy; M, “si affretta”.
O, “stagione; tempo opportuno”.
Lett. “l’uomo terreno”. Ebr. haʼadhàm.
Lett. “da capo”.
O, “ogni uomo terreno”. Ebr. kol-haʼadhàm.
O, “un avvenimento”. Ebr. miqrèh.
Lett. “Come muore questo”. Ebr. kemòhth zeh.
O, “e . . . respiro”. Ebr. werùach; gr. pnèuma.
“Dalla polvere”: ebr. min-heʽafàr. Vedi nt. a Ge 2:7, “polvere”.
“Uno”: ebr. ʼish.
O, “Ma guai a chi è solo!”
O, “esso”, riferito al “popolo”.
“Ci sia un accostarsi”: in ebr. questo è un verbo all’infinito assoluto, indefinito in quanto al tempo e impersonale.
MTLXXSyVg fanno terminare qui il capitolo 4, con questo come v. 17.
“Non permettere alla parola della tua bocca di determinare il giudizio della Geenna sulla tua carne”, T.
“Angelo”, MTVg; LXXSy, “Dio”.
O, “e c’è il Supremo al di sopra di loro”.
Lett. “e chi ripone il suo amore nella ricchezza senza entrate (rendite)?”
“Per il loro grande proprietario”: ebr. livʽalàv.
Forse, “[gli] risponde”, secondo un’altra derivazione del verbo ebr.
“Uomo”: ebr. ʼish.
“Genere umano”: lett. “l’uomo terreno”. Ebr. haʼadhàm.
O, “del desiderio dell’anima”.
O, “uomo terreno”. Ebr. ʼadhàm.
“Un nome”: ebr. shem; LXXVg, “Un buon nome”. Vedi nt. a Pr 22:1.
Vedi nt. a 6:2.
Lett. “lungo di spirito”.
O, “La sapienza [in paragone] con un possedimento è migliore ed è più profittevole”.
Lett. “per un’ombra”. Ebr. betsèl.
Vedi nt. a 6:7.
“Disse il congregatore”: il verbo e il soggetto sono entrambi femm. Vedi ntt. al titolo e a 1:1.
“Il genere umano”: ebr. haʼadhàm.
“Sullo spirito (respiro)”: ebr. barùach; gr. pnèumati.
Lett. “ai proprietari d’essa”. Ebr. beʽalàv.
“Si applicava”: in ebr. questo verbo è all’infinito assoluto, indefinito in quanto al tempo e impersonale.
Lett. “per l’uomo terreno”. Ebr. laʼadhàm.
“È unito”, MmargineLXXSy e molti mss. ebr.
Lett. “Poiché i viventi sanno che moriranno”. Ebr. ki hachaiyìm yohdheʽìm sheyyamùthu.
Lett. “e i morti, essi non sanno nulla”. Ebr. wehammethìm ʼehnàm yohdheʽìm meʼùmah.
Lett. “il tuo pane”. Ebr. lachmèkha.
“Nello Sceol”: ebr. bishʼòhl; T, “la casa della tomba”; gr. hàidei; lat. inferos. Vedi App. 4B.
“A vedere”: in ebr. questo verbo è all’infinito assoluto, indefinito in quanto al tempo e impersonale.
Lett. “pane”. Ebr. lèchem.
O, “imprevedibile”.
“Essa”, evidentemente riferito alla “sapienza”. Anche l’aggettivo “grande” è femm.
Lett. “e uomini”. Ebr. waʼanashìm; pl. di ʼish.
“Uomo”: ebr. ʼish.
“Ma”, TVg e molti mss. ebr.
Lett. “mosche di morte”.
O, “il suo proprio buon motivo [gli] manca”. Ebr. libbòh chasèr.
“La stoltezza”, M; LXXSyVg, “Lo stolto”.
Lett. “L’uomo terreno”. Ebr. haʼadhàm.
O, “cibo”. Ebr. lèchem.
Lett. “ma l’argento”. Ebr. wehakkèsef.
Sottile, di forma rotonda o ovale, e in grado di galleggiare per un certo tempo.
“Vento”: ebr. rùach. Vedi nt. a Ge 1:2, “forza attiva”.
“Nelle”, T e molti mss. ebr.
“Il tuo grande Creatore”: ebr. Bohreʼèikha. Questo participio del verbo ebr. “creare” è pl. per indicare grandezza o eccellenza.
O, “adolescenza”.
“Le donne che macinano”: in ebr. è un participio femm. pl. perché si riferisce ai denti, femm., e perché a macinare erano le donne.
“Le signore che vedono”, femm., riferito agli occhi, femm.
Lett. “l’uomo terreno”. Ebr. haʼadhàm.
Lett. “Vanità delle vanità!” M(ebr. havèl havalìm)LXXSyVg.
Vedi nt. a 1:1.
Lett. “piantati”, come se fossero incorporati in una casa.
“Raccolte”: ebr. ʼasuppòhth (da ʼasàf, “raccogliere”).
‘L’uomo’: o, “il genere umano”. Ebr. haʼadhàm.