Confusione per i santi deposti
ANNI fa le persone religiose dicevano: ‘Le stelle possono cadere, ma i santi no’. Ma ora nemmeno i santi religiosi della cristianità sono sicuri nei loro luoghi “celesti”. Molti di loro sono caduti di recente dalla loro esaltata posizione nella Chiesa Cattolica.
Il 10 maggio 1969 il Times di New York aveva nella prima pagina l’intestazione: 200 santi cattolici hanno perduto i loro giorni di festa. L’articolo diceva: “Due dei più noti santi della Chiesa Cattolica Romana, Valentino, patrono degli innamorati, e Cristoforo, patrono dei viaggiatori, sono stati tolti oggi dall’ufficiale calendario liturgico in un radicale cambiamento che ha rimosso dal loro elenco più di 200 santi i cui giorni festivi sono celebrati da tutta la chiesa. La celebrazione dell’anniversario di 92 altri santi, incluso S. Giorgio d’Inghilterra e S. Nicola, che è stato celebrato come Santa Claus [Babbo Natale] è stata resa facoltativa”.
Il racconto dice ulteriormente: “Oltre ai 46 santi nominati e ad alcuni compagni anonimi che sono stati tutti rimossi a causa della dubbia storicità, 44 antichi martiri romani sono stati deposti insieme a 82 martiri non romani, 5 fondatori titolari di chiese e 23 papi”.
Un colpo ha scosso il mondo cattolico quando la notizia dei papi deposti è pervenuta al popolo. Il Vaticano è sembrato allarmarsi alla confusione e alle proteste esplose in seguito al decreto. Un terzo articolo di fondo del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano ha cercato di rassicurare i cattolici romani che nessun santo è stato in effetti abolito e che i santi rimossi dal calendario possono ancora essere venerati a livello locale. Il settimanale del Vaticano ha dichiarato che “la chiesa non ha tolto l’aureola a nessuno dei suoi santi”. Ma questo ha dato poca pace alle persone che erano già grandemente turbate dall’insurrezione entro la Chiesa Cattolica Romana per il controllo delle nascite, il celibato e altre contese.
Anche le autorità vaticane, che avevano predetto come il nuovo calendario ecclesiastico avrebbe causato sconforto e turbamento, non erano apparentemente preparate a tale improvvisa reazione. Un gran numero di cattolici evidentemente ha inteso le parole “deposti” e “declassati” come se i loro santi fossero stati aboliti. Confusione e scontentezza hanno regnato in Italia e nelle Americhe.
I frequentatori di chiesa, particolarmente quelli dell’America Latina, sono stati turbati. Onorare i santi è nell’America Latina un’emozione radicata nella vita e nell’adorazione del popolo. Il giorno di un santo è spesso osservato più di un compleanno. Che farà la gente quando troverà che c’è grave dubbio che sia mai esistito un santo preferito? Genaro Garcia, presidente della Federazione per il Progresso dei Messicani Americani, disse: “Non penso che i giovani si preoccupino che si faccia una cosa o l’altra. D’altra parte, gli anziani saranno realmente confusi. Dopo tutto, avevano detto loro che erano santi e ora dicono che non lo sono”.
In realtà, proprio ora, è stato suscitato il sospetto che molti dei 2.500 venerati come martiri e virtuosi in tutta la storia della chiesa possano ben essere mitici.
Ragioni di riforme
Ma perché fare il cambiamento ora nel calendario liturgico?
Gli alti funzionari della chiesa hanno insistito nei recenti anni che, essendovi fra le religioni del mondo un così grande desiderio di riunione, erano necessarie drastiche riforme. Il papa Giovanni XXIII unì la sua voce e il severo vaglio dei santi fu affrettato. L’attuale elenco dei santi fa parte della generale riforma liturgica specificamente ordinata dal Concilio Ecumenico Vaticano II (1962–1965).
La confusione cominciò anni fa quando i vescovi locali della chiesa permisero al popolo di venerare persone considerate sante, e col passar del tempo questi cosiddetti santi vennero a trovarsi nell’elenco dei “santi”. Ma molti di questi non furono mai canonizzati dalla chiesa come santi.
Papa Giovanni XV fu il primo a canonizzare qualcuno. Nel 993 E.V. proclamò “santo” il vescovo Ulrico di Augusta. Nello sforzo di porre fine alla confusione sulla santità, il papa Alessandro III, nel 1170, riservò il diritto della canonizzazione unicamente al papa. Ciò nondimeno alcuni cattolici continuarono ad avere i loro preferiti, e i vescovi permisero loro di venerare queste persone nelle loro diocesi; così continuò a regnare la confusione.
Infine, nel 1634, il papa Urbano VII pose termine alla nomina dei santi da parte dei vescovi. Ma il calendario liturgico non fu mai epurato. Nel 1961 si riferiva che ci fossero circa 700 casi che erano investigati dalla Sacra Congregazione dei Riti, commissione permanente di cardinali stabilita nel 1588, che ha la finale decisione della chiesa in quanto alla legittimità dei santi.
La procedura per canonizzare ufficialmente un santo è lunga e spesso costosa, per un ammontare fino a 62.000.000 di lire. Questa spesa dev’essere sostenuta dalla persona o dal gruppo che sostiene la causa. Comunque, una volta che un santo è stato canonizzato dalla chiesa, tale santità diviene irrevocabile. Quelli che sono deposti dall’elenco non sono mai stati canonizzati.
Benché la reazione iniziale di molti cattolici fosse di imbarazzo, alcuni hanno cercato di sminuire il decreto del Vaticano. Mons. Thomas J. McGovern, portavoce ufficiale del cardinale Cooke, arcivescovo di New York, disse: “Questi cambiamenti non sono realmente sorprendenti, poiché per molti, molti anni c’è stato dubbio se alcuni di questi santi fossero in effetti santi o semplicemente riveriti, leggendari eroi”.
Quale efficacia avrà il decreto?
I devoti cattolici dicono che tali epurazioni sono buone per la chiesa. Ma quale efficacia avrà realmente il decreto di deporre questi santi dal calendario?
Nel 1961 la Chiesa Cattolica Romana rivelò che S. Filomena, una delle loro sante più riverite, non era mai esistita in senso religioso. I cattolici furono sorpresi, stupiti comprendendo che per 150 anni avevano venerato una persona che non era mai esistita! Com’era stato possibile? Perfino il cardinale Cushing, arcivescovo cattolico romano di Boston, fu messo in difficoltà. Aveva appena distribuito quasi 800 piccole statuette di Filomena ai parrocchiani e stava per dedicare la chiesa di S. Filomena quando apprese che Filomena era stata deposta dall’elenco dei santi. “Fu una faccenda difficile”, disse il cardinale spiegando a questi cattolici che non c’era mai stata una Filomena. “Fu come dire agli Irlandesi che non c’era mai stato S. Patrizio”.
Ne seguì estesa costernazione, “Ho pianto per tutto il giorno”, disse una monaca, che aveva dedicato 45 anni, alla causa di S. Filomena. Aveva perfino scritto un libro su di lei (S. Filomena, potente presso Dio), e aveva raccolto 6.200.000 lire per costruire un oratorio a Filomena. Ora le era detto che la sua santa preferita poteva non essere mai esistita.
Ma quale effetto epuratore ha avuto tutto questo fra i cattolici? ‘Le medaglie di Filomena sono ancora vendute e ce ne sono richieste quasi giornalmente’, disse il commesso di un grande negozio di oggetti religiosi di fronte alla cattedrale di S. Patrizio in New York. E la stessa cosa può dirsi degli altri santi declassati. Un venditore di medaglie e statuette di S. Cristoforo disse che le persone continuavano a comprarle, ma erano adirate contro il Vaticano per il suo annuncio. Sono ancora rivolte loro preghiere. Se ne vendono ancora medaglie e statuette. L’effetto è che il decreto non è un’epurazione.
È difficile sradicare la tradizione
La tradizione intesse la leggenda, dice il proverbio, e chi spera fa il santo. Ma una volta che i santi sono formati, anche quelli creati dall’immaginazione popolare divengono ben fondati. Per esempio, S. Giorgio, santo patrono d’Inghilterra, secondo la leggenda uccise un drago. La Gran Bretagna è punteggiata di dozzine di sue statue con la spada in mano. È il simbolo della Gran Bretagna. È anche il santo patrono della Georgia in Russia, del Portogallo e di Genova. Nel 1960, fu rivelato che storicamente il nome non corrisponde a nessuna persona conosciuta. S. Giorgio fu tolto dall’elenco dei santi ufficiali, e il rispetto religioso verso di lui fu ridotto alla “commemorazione”. Siccome la sua completa rimozione avrebbe potuto causare ripercussioni internazionali, fu tralasciato a poco a poco. Nei paesi dove S. Giorgio è il santo patrono continuò ad essere considerato un santo di prima classe, ma in altri come un santo di terza classe. Ciò nonostante, il popolo obiettò vigorosamente. E. K. C. Hamilton, decano anglicano di Windsor, impugnò la degradazione di S. Giorgio come “qualche cosa di insultante”.
Nella recente riduzione dei santi S. Giorgio subì di nuovo una deposizione per statura insieme a S. Nicola, il santo che gradualmente è divenuto Santa Claus [Babbo Natale]. Il nome S. Nicola rimane nel calendario della chiesa, ma apparentemente quello di S. Giorgio è stato tolto.
Fonti vaticane hanno presto ammesso che nessun santo è stato privato della santità, compreso S. Giorgio. I cattolici che desiderano venerare quelli dubbi sono ancora liberi di farlo. Non c’è stato dunque nessun grande cambiamento, nessuna correzione per seguire l’ingiunzione della Scrittura, che dice: “Figliuoletti, guardatevi dagli idoli”. (1 Giov. 5:21) Infatti idoli e reliquie di santi rimangono ancora.
Due storici, la sig.ra Magdalen Goffin e suo padre, il filosofo e scrittore cattolico romano E. I. Watkin, entrambi diplomati di Oxford, hanno denunciato come “pia frode” una collezione di reliquie di santi permanentemente esposte nella chiesa cattolica romana di Sant’Agostino in Tunbridge Wells, nella contea di Kent, in Inghilterra. Comunque, il vescovo cattolico romano di Southwark, Cyril Cowderoy, si rifiutò di considerare le loro affermazioni. La sig.ra Goffin disse: “La loro presenza [delle reliquie] in una chiesa suscita il dubbio sull’integrità dei sacerdoti che vi sono e dell’intera chiesa che li nomina”. Quando ne fu data ultimamente notizia, le reliquie non erano ancora state tolte dalla chiesa, e apparentemente non lo saranno se i funzionari della chiesa faranno prevalere la loro decisione.
E che dire di molti automobilisti che hanno messo le statuette di S. Cristoforo sui loro cruscotti, credendo che queste li proteggessero in qualche modo da gravi incidenti? Theodore Lhotka, direttore dei programmi speciali del Consiglio della Sicurezza Nazionale a Chicago, cattolico romano che porta la medaglia di S. Cristoforo, disse di dubitare che il recente annuncio vaticano causasse alcun maggiore cambiamento. Ne dice il perché: “Alcune ragazze nell’ufficio sono afflitte della decisione di Roma, ma io no. . . . Continuerò a portare la mia medaglia per la stessa ragione per cui l’ho sempre portata: è una tradizione di portafortuna, come la zampa di coniglio”. Per ammissione, dunque, tradizione e superstizione, anziché il desiderio di adorare accuratamente Dio, sono la ragione per cui vengono portate queste medaglie religiose.
I commercianti valutano l’azione
Nemmeno i commercianti religiosi sono troppo preoccupati per la declassificazione dei santi. Molti d’essi confidano che la vendita delle medaglie e delle statuette e che altro commercio religioso non subiranno nessun effetto sfavorevole. “S. Cristoforo terrà il suo posto, indipendentemente da ciò che il Vaticano dice”, disse Donald Antaya, presidente di una ditta di gioielli che offre una delle più fornite serie di medaglie di santi patroni e protettori negli Stati Uniti. La ragione della sua fiducia? “La medaglia di S. Cristoforo non è tanto religiosa essendo una specie di ciondolo portafortuna”, disse. “Infatti, noi facciamo la medaglia di S. Cristoforo che ha da una parte la Stella di Davide”. Pertanto alcuni commercianti credono che sia la superstizione che fa continuare a comprarla.
Altri commercianti, comunque, ammettono che c’è stata una diminuzione del 20 per cento negli affari delle medaglie rispetto agli ultimi cinque anni. Il declino cominciò disse un commerciante, quando la chiesa cambiò la liturgia, e i libri della messa andarono fuori uso. Un altro commerciante ancora fu cauto nella sua valutazione: “Spero che non abbia nessuna influenza, ma non si sa mai”.
Punto di vista biblico
Che cosa rivela su questa questione la Parola di Dio, la Sacra Bibbia? Uno studio d’essa mostra che la canonizzazione di persone come santi non ha nessun precedente scritturale. Non c’è nemmeno nessuna base scritturale per pregare santi onde intercedano per qualcuno. Questa è una tradizione strettamente umana, della specie di cui Gesù Cristo disse: ‘Gli uomini hanno reso la parola di Dio senza valore a causa della loro tradizione’. (Matt. 15:6) In nessun luogo della Bibbia leggiamo che si debbano pregare certi santi o che essi possano agire da intercessori per l’uomo.
La Bibbia mostra chiaramente che Gesù Cristo è il redentore del genere umano, quindi ne è il mediatore. Perciò, le nostre preghiere dovrebbero essere rivolte a Dio per mezzo o nel nome di Gesù. (1 Tim. 2:5, 6) Poiché le cose stanno così, non c’è assolutamente nessuna ragione biblica per cui gli uomini debbano canonizzare santi o pregarli.
Considerate la declassificazione dei santi come un avvertimento di fuggire da ciò che la Bibbia chiama Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. La Bibbia dichiara che presto questo impero religioso subirà la distruzione da Dio e che allora i commercianti viaggiatori della terra piangeranno e gemeranno su di lei “perché nessuno compra più il loro pieno carico”. Non ci sarà allora tutta la richiesta di tali oggetti portafortuna, statuette e medaglie religiose. — Riv. 18:9-17.
Gli uomini di cuore onesto vorranno prestare ascolto all’ispirato consiglio: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. (Riv. 18:4, 5) Quelli che prestano ascolto e fanno la volontà di Dio saranno benedetti.