Moderna galleria subacquea dell’Argentina
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Argentina
LA GALLERIA di Hernandarias è la prima del Sudamerica nel suo genere. È un tunnel di 2.400 metri scavato sotto il possente Paraná, fiume più lungo del Mississippi e con portata maggiore. Questa galleria fu inaugurata il 13 dicembre 1969.
La galleria congiunge Santa Fe e Paraná, entrambe capitali di province argentine. Un viaggio che prima poteva richiedere ore si compie adesso con facilità e agevolmente in pochi minuti.
Un altro vantaggio di cui parlano molti è stato l’accresciuto turismo incoraggiato dalla galleria. Da ambo le parti del fiume, alberghi, locande e pensioni fanno affari come non mai. Brasile, Paraguay e Uruguay hanno tutti linee di autobus che si servono della galleria, passando di lì per andare a visitare luoghi turistici dell’Argentina. Nell’ottobre del 1970, 70.654 automobili e autobus attraversarono la galleria.
È comune udire persone che chiedono: “Hai già visto la galleria?” Questo interesse destò la mia curiosità. E andando a trovare un amico a Santa Fe, pensai di passare per il gigantesco tunnel subacqueo.
In pochi minuti arriviamo alla stazione che riscuote il pedaggio. Le auto devono pagare 450 lire. I cartelli ci dicono che la velocità massima è 60 chilometri l’ora e la minima, 40 chilometri all’ora.
Siamo presto sulla rampa di circa 270 metri che conduce alla galleria. L’ultimo terzo circa di questa rampa è una zona di adattamento visivo. Lì la luce diminuisce permettendo al nostri occhi di abituarsi.
Dentro la galleria l’aria è fresca e piacevole, in paragone col caldo di fuori. La carreggiata in cemento a due corsie è spaziosa, essendo larga quasi otto metri e il soffitto è alto quasi quattro metri e mezzo. Le pareti laterali sono rivestite di mattonelle verdi smaltate. Sono molto colpito dall’ampiezza, dalla luminosità e dalla pulizia della galleria.
Lungo il muro sinistro c’è una cabina ogni cento metri circa. In ciascuna di esse vediamo un telefono, un estintore e una canna. Dalla stessa parte c’è un passaggio pedonale protetto da una ringhiera per i guardiani.
Ben presto siamo nella zona di adattamento visivo dall’altra parte del fiume. Abbiamo impiegato circa tre minuti ad attraversare la galleria. Ma anziché soddisfare la mia curiosità, l’ha solo accresciuta. Decido di tornarci.
In seguito, durante un giro di visitatori, apprendo che il sistema di ventilazione consente il totale rinnovamento dell’aria dentro la galleria ogni tre o quattro minuti. Inoltre, due dispositivi per analizzare i gas indicano l’accumulo di ossido di carbonio lungo tutta la galleria.
Vengo pure a sapere che nella camera di manovra ci sono quattordici apparecchi televisivi che seguono l’andamento del traffico automobilistico. In caso di necessità, i conducenti riceveranno istruzioni attraverso una rete di altoparlanti situati a ogni quattro metri circa nella galleria.
Viene pure spiegato che semplicemente sollevando il telefono ci si mette in contatto con la sala di controllo. In caso d’incendio i ventiquattro estintori e le canne son pronte per l’uso, ci è detto. Come misura di sicurezza, alle cisterne che trasportano carburante è proibito servirsi della galleria. Devono continuare a servirsi del vecchio traghetto per attraversare il fiume.
Mi interessa particolarmente di sapere qualcosa della costruzione. Trentasei giganteschi tubi cilindrici, ciascuno lungo circa sessantasei metri e con un diametro esterno di dieci metri, e un tubo di adattamento formano l’intera galleria. All’esterno, tre strati di resina poliestere rinforzata con lana di vetro rendono impermeabili i tubi.
Questi tubi vennero preparati in serie di quattro, trasportati per galleggiamento al loro posto e poi abbassati in una fossa che era stata scavata in fondo al fiume. Sommozzatori scesero e unirono i tubi con strisce di ferro. Quando i trentasette tubi vennero fissati, formarono una sola unità a tenuta d’aria lunga quasi 2.400 metri. La fossa fu richiusa sopra questo tubo, e il letto del fiume riprese il suo aspetto di prima.
La galleria subacquea dell’Argentina è davvero una meraviglia dell’ingegneria.