Il potere della TV
LA TELEVISIONE ha rivoluzionato il campo delle comunicazioni. Per mezzo di essa si possono osservare nei particolari cose che avvengono nel proprio quartiere, o in paesi distanti migliaia di chilometri. La telecamera è penetrata anche nelle profondità dello spazio extraterrestre.
In America, dal 95 al 98 per cento della popolazione ha il televisore, per cui la TV viene prima del telefono come mezzo di comunicazione. Un resoconto pubblicato mostra che l’Americano medio trascorre circa diciassette ore la settimana davanti al televisore.
L’educatore dott. S. I. Hayakawa osservò: “I messaggi della televisione, in cui le parole sono rafforzate dalla musica e dalle immagini e dall’azione, ricevuti in una stanza buia e più volte ripetuti, sono le comunicazioni più efficaci trasmesse al mondo”.
La televisione può essere utile
C’è poco da dubitare che un mezzo di comunicazione così efficace e facilmente accessibile abbia un vasto potenziale di recare beneficio al genere umano. Può far conoscere allo spettatore il modo di pensare, di vivere e le circostanze del suo prossimo che vive in luoghi lontani.
La televisione ha offerto anche alcuni sani spettacoli ricreativi. Nell’intimità della propria casa si possono vedere un dramma di Shakespeare, opere liriche, balletti e concerti. In Inghilterra è prodotta una serie di programmi televisivi che si possono ascoltare o anche solo vedere. Quando gli attori si parlano (il che accade molto di rado) usano anche il linguaggio dei segni. Ciò offre un divertente e istruttivo programma sia a chi è in grado di udire sia a chi non lo è.
Il campo dell’istruzione ha tratto grande giovamento dalla televisione. Essa offre una varietà di istruttivo materiale e permette di vedere bene l’insegnante e tutti gli esperimenti o gli esempi visivi che può fornire. Alla televisione educativa si possono imparare nozioni di matematica, varie altre scienze, fondamentali arti domestiche, lingue e molte altre cose. A molti piacciono i programmi in cui oltre a vedere esecuzioni artistiche dal vivo di musica o ballo si ode il commento di un esperto nel campo. In alcuni paesi si impiega la TV per ridurre l’analfabetismo. I paesi in via di sviluppo hanno riscontrato che è uno strumento efficace per addestrare le persone nei lavori dove non ci sono sufficienti insegnanti qualificati. E i programmi televisivi si possono registrare su videonastri da usare ripetutamente.
I giovani spettatori sanno spesso parlare in modo intelligente di soggetti di cui le generazioni che precedettero la televisione non si erano mai sognate di parlare; e nel caso dei bambini molto piccoli, la TV contribuisce ad ampliare il loro vocabolario, benché spesso abbia l’effetto opposto sui ragazzi più grandi.
Ma la televisione è solo un mezzo di comunicazione. L’utilità che ne traete personalmente dipende dal tipo di programmi che vedete. Si sono levate molte voci di protesta per la scadente qualità di molti programmi televisivi. Negli Stati Uniti la televisione è stata criticata perché “appaga il minimo comune denominatore del gusto pubblico”.
Materialismo e immoralità sessuale
Molte cose trasmesse alla televisione creano nello spettatore il desiderio di cose materiali aventi poco valore pratico. A questo riguardo L. E. Sissman, scrivendo in The Atlantic del febbraio 1974, allude ai “macabri giochi . . . in cui premi materiali son fatti intravvedere” ai partecipanti “e che fanno fremere [noi ascoltatori] del desiderio d’essere al loro posto per ottenere il premio”.
Molte pubblicità mirano a suscitare nelle persone il desiderio di cose di cui non hanno bisogno, che non possono permettersi, o che in realtà non sono diverse dai prodotti che hanno già. E pensate all’effetto della pubblicità sui bambini i quali sono indotti a desiderare di nutrirsi continuamente di dolci, biscotti e bibite.
Anche la tendenza della televisione verso la “nuova moralità” è demoralizzante. Alcuni spettatori sono rimasti stupefatti vedendo spettacoli che trattavano di omosessualità e lesbismo. Negli U.S.A., le stazioni del Public Broadcasting System hanno trasmesso nudi frontali integrali. Le commedie contengono spesso un umorismo di cattivo gusto. E che dire dei romanzi a puntate? L’opuscolo TV and the New Morality osserva: “I romanzi a puntate trasmessi di giorno trattano apertamente di adulterio e ogni tanto si vedono coppie di persone non sposate a letto insieme”.
Questi programmi presenteranno l’immoralità sessuale come una via di scampo per evitare le frustrazioni di una relazione coniugale inaridita. Lo spettatore incauto potrebbe facilmente identificarsi con i personaggi rappresentati e cercare soluzioni simili per i propri problemi. Com’è stolto esporsi a tali pericoli quando si considera l’espresso atteggiamento di Dio contro l’immoralità sessuale dichiarato, ad esempio, in I Corinti 6:9, 10: “Attenti a non illudervi: né fornicatori, . . . né adulteri, né effeminati, . . . saranno eredi del regno di Dio”! — Versione di F. Nardoni.
Certo, non tutti i programmi televisivi sono così indesiderabili. E quando appare sullo schermo qualcosa di sgradevole, siete liberi di passare a un altro canale o di spegnere il televisore. Il tipo di spettacoli televisivi che vedete dipende essenzialmente da voi. Se sapete scegliere, la televisione può esservi utile.
Effetto della TV sui rapporti umani
Abbiamo visto che la televisione può far giungere in casa propria avvenimenti e persone di luoghi remoti. Può anche far sedere insieme le famiglie per guardare il programma preferito. La TV esercita dunque un effetto unificatore sulle persone? Contribuisce a rendere la vita familiare più unita? Può farlo, ma spesso la TV ha l’effetto contrario. Perché?
Nei giorni passati quando si voleva sapere qualcosa di avvenimenti o questioni di interesse locale o mondiale, ci si dovevano procurare quelle informazioni comunicando direttamente con altri. Gli amici si radunavano presso il pozzo del villaggio o all’emporio per scambiarsi notizie e opinioni. Ma con la televisione, si possono ottenere le stesse informazioni senza parlare coi vicini. Se non si sta attenti, la televisione può soffocare l’incentivo a comunicare con altri. Parlando dei telespettatori uno scrittore disse che erano “anonimi uditori isolati, separati di recente l’uno dall’altro”.
Può accadere la stessa cosa nella cerchia familiare? Ebbene, i familiari traggono di solito profitto stando insieme mentre guardano la televisione? Il semplice fatto che sono seduti l’uno vicino all’altro fa nascere un’intima relazione? Un articolo intitolato “Vita familiare in America” osserva:
“I familiari non si intrattengono quando la famiglia guarda la televisione; il più delle volte, infatti, chi guarda un programma alla TV ignora tutti gli altri familiari presenti. Il divertimento della TV è una strada a senso unico, che non richiede nessuno sforzo da parte della famiglia”.
Ma non dev’essere così quando la famiglia guarda la televisione. Si può fare in modo che la televisione non crei divisione tra i familiari. All’ora dei pasti, per esempio, non è saggio che le famiglie lascino che la TV le privi dell’opportunità di conversare. Norman S. Morris, scrittore e produttore della televisione, dice:
“Sia che gli adulti preferiscano mangiare separatamente dal figlio o no, non si dovrebbe accendere il televisore. L’ora dei pasti dev’essere un’occasione piacevole; dà ai familiari la perfetta opportunità di comunicare fra loro. L’intima relazione che si stabilisce all’ora dei pasti è importantissima per la salute mentale del nucleo familiare”.
Per mantenere aperte le linee di comunicazione è pure utile scegliere i programmi da guardare. Se le famiglie includono programmi di interesse culturale, la televisione può aiutare ad accrescere il dialogo. I programmi che mostrano come preparare un pasto gustoso o fare riparazioni possono dar luogo ad animate conversazioni e sane attività familiari. Norman Morris scrive: A volte “il massimo potere della televisione si manifesta dopo avere spento l’apparecchio”.
Il problema della violenza in TV
Alcuni ritengono che l’effetto più nocivo di molti programmi televisivi sia il risalto dato alla violenza. Alcuni programmi presentano atti di violenza a distanza di pochi minuti; e può continuare così ora dopo ora per tutto il giorno. In un periodo di dieci anni un normale spettatore può veder togliere 10.000 vite. È inevitabile che ciò abbia effetti sfavorevoli.
L’anno scorso, per esempio, la TV degli Stati Uniti trasmise un film in cui si vedevano degli adolescenti dar fuoco a persone derelitte per “eccitarsi”. Poco dopo un gruppo di giovani costrinse una donna di Boston a cospargersi di benzina e poi le appiccarono il fuoco, causandone la morte. Lo stesso mese tre ragazzi di Miami furono accusati di omicidio di primo grado per lo stesso delitto commesso contro una persona derelitta di quella città.
Nella scena iniziale di un film trasmesso in precedenza lo stesso anno dalla televisione si vedevano pugnalare a morte due giovani donne. “Due settimane dopo”, dice un articolo apparso in TV Guide del 2 febbraio 1974, “un ragazzo diciassettenne di Atlanta ammise di avere ucciso una giovane donna in una premeditata ripetizione della scena”. Un caso simile si verificò nella primavera del 1974 quando un ragazzo inglese di sedici anni uccise un uomo a calci imitando quanto aveva visto fare in un film alla televisione. L’autrice del summenzionato articolo, Jean Davison, spiega:
“Confessando l’omicidio, questi due assassini mostrarono poco turbamento. La maggioranza degli scienziati che studiano il comportamento crede che guardando la violenza non solo le persone normali e quelle anormali diventano più aggressive, ma secondo le ricerche esse tendono anche a divenire insensibili alla violenza commessa da altri”.
La televisione e i fanciulli
I giovani, benché traggano profitto da alcuni programmi, sono le speciali vittime degli spettacoli televisivi scadenti. Una ragione di questo è la quantità di tempo che passano davanti al televisore. Alcuni ragazzi dai sei ai sedici anni dedicheranno 12.000 ore o più alla televisione (circa tre ore al giorno). Questo equivale al tempo che molti giovani passano a scuola. Alcuni trascorreranno quasi il doppio di tale tempo davanti alla televisione.
Un altro problema è che i bambini molto piccoli credono a quello che vedono alla TV; non distinguono fra realtà e fantasia. I ragazzi inoltre hanno difficoltà a mettere in relazione gli avvenimenti con l’ambiente. Che effetto ha su di loro il vedere ad esempio una “brava persona” che fa qualche cosa di cattivo? Un regolamento adottato in Gran Bretagna per ridurre la violenza in televisione specificava: “I buoni che fanno cose cattive per raggiungere uno scopo buono trasmettono un cattivo messaggio ai bambini”.
Il bambino che guarda la televisione per parecchie ore al giorno vede una notevole quantità di violenza. Poiché i fanciulli sono imitatori per natura, anche quelli “normali” possono ricevere un forte incentivo a ripetere quello che vedono. Il dott. Robert M. Liebert, psicologo di fanciulli, spiegò: “Anche fanciulli perfettamente normali imiteranno il comportamento antisociale che vedono alla televisione, non per malizia ma per curiosità”.
Certuni obiettano dicendo che solo una piccola percentuale dei fanciulli reagirà in questo modo alla violenza che vede in TV. Dovrebbe fare differenza? Nel 1972, il dott. Jesse L. Steinfeld, allora capo della sanità negli U.S.A., dichiarò:
“Di somma importanza è il fatto che è stato mostrato esserci una relazione causativa tra il guardare la violenza in TV e il successivo comportamento. E penso che la cosa importante non sia sostenere se il numero è il 10 per cento o il 20 per cento o il 30 per cento. Abbiamo una grande popolazione e se il 10 per cento dei 20 milioni di fanciulli diventano aggressivi e compiono atti antisociali, è già troppo”.
È vero che la violenza fa parte dell’esperienza umana da tutti i millenni di esistenza dell’uomo; ai fanciulli non lo si può nascondere. Ma i genitori desti si rendono conto che non serve a nulla di buono permettere ai ragazzi di imbeversi per ore ogni giorno di crudeltà: Quelli che credono nella Bibbia possono spiegare ai figli che lo spirito aggressivo e la violenza sono strettamente collegati alle egoistiche brame sensuali se non vengono controllate. (Giac. 4:1-3) Possono pure spiegare che l’uomo non risolverà mai i suoi problemi con mezzi violenti, poiché “l’ira dell’uomo non opera la giustizia di Dio”. (Giac. 1:20) Dio stesso agirà per togliere dalla terra la violenza e quelli che la causano. — Dan. 2:44; 2 Tess. 1:6-8.
Alcune altre trappole
È chiaro che la televisione, anche se ha notevoli possibilità di fare del bene, può rappresentare una minaccia se non si esercita un freno. Una delle maggiori trappole è che essendo sufficiente girare un interruttore molti sono indotti a sciupare davanti all’apparecchio televisivo una gran quantità di tempo. Mentre un po’ di svago o di divertimento è utile, il troppo ha spesso un effetto nocivo.
In un articolo speciale in cui si analizzava il potere della televisione, la rivista Life del 10 settembre 1971 dichiarò: “Uno spettatore su quattro ‘si sente colpevole’ per il tempo che trascorre a guardarla”. Questo sentimento di colpevolezza è senz’altro accresciuto dal fatto che molti dedicano alla televisione il tempo che si dovrebbe impiegare per le faccende domestiche, i compiti di casa, o altre necessarie attività.
Alcuni, privati della TV, hanno manifestato i “sintomi psicologici dell’astinenza”. Lo psicologo Henner Ertel dichiarò: “In coloro che la guardano regolarmente, molti modelli di comportamento diventano così strettamente legati alla TV che togliendo loro il televisore ne risentono negativamente. È il problema dell’assuefazione”. Non vorrete certo fare questa esperienza con la TV.
La televisione, come mezzo di informazione, istruzione e divertimento, può essere utile a voi e alla vostra famiglia. Però, state attenti a non farvi dominare da essa. Scegliete gli spettacoli che guardate; accertatevi che contribuisca e non ostacoli un’intima relazione familiare. E regolate attentamente la quantità di ore trascorse davanti alla TV. In tal modo la TV potrà esercitare un potere benefico nella vostra vita.