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Svegliatevi! 1981
g81 22/6 pp. 21-22

Coltiviamo un crisantemo gigante

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Giappone

QUASI tutti i fiori sbocciano in primavera o in estate, ma nella zona temperata ce n’è uno che aspetta fino a non avere più rivali. È il crisantemo!

Qui in Giappone questi fiori sono coltivati in un modo tutto particolare e desideriamo parlarvene. Il risultato è quello che noi chiamiamo “crisantemo gigante” od “ogiku” in giapponese.

Da noi i crisantemi si trovano in molte case da settembre a novembre. Molti, soprattutto uomini, coltivano ogiku per passatempo. Non è dunque raro che in una casa siano in bella mostra all’ingresso anche venti vasi di deliziosi ogiku. Di solito sono coltivati in modo da produrre tre steli alti una novantina di centimetri con un grosso fiore su ciascun stelo. Qualche volta vedrete un vaso con sette steli avente ciascuno un grosso fiore a palla del diametro di dieci centimetri, di colore rosso chiaro o di un altro colore. Ce ne sono di molteplici colori e forme.

Da giovane passavo le vacanze estive a lavorare nei vivai di Ohio, e uno di essi era specializzato nella coltivazione di crisantemi. Ma erano del tipo resistente, da coltivare all’aperto, usato per bordure e per abbellimento attorno alle case. È relativamente facile coltivarli. In primavera si tolgono dalla terra le piante dell’anno scorso e si separano i nuovi getti che vengono ripiantati per ottenere nuove piante. L’ogiku, invece, richiede più attenzione e cure. Secondo un’enciclopedia inglese, sono state catalogate oltre 3.000 varietà di crisantemi, e vengono continuamente prodotte nuove forme.

Come coltivare un “ogiku”

Un conoscente, il signor Asano, coltiva ogiku tutti gli anni, così gli abbiamo chiesto di spiegare il metodo usato per coltivare i bei crisantemi giganti. Ci avevano regalato un vaso di ogiku di uno sgargiante color giallo e chiedemmo al nostro amico:

“Asano-San [signor Asano], ci farebbe piacere avere questi crisantemi giganti anche l’anno prossimo. La pianta metterà nuovi germogli e potremo avere un fiore uguale a quello di quest’anno?”

Sorridendo, il signor Asano rispose: “Non è così semplice. L’ogiku ritorna al suo stato più semplice se lo si lascia crescere naturalmente. Cioè farebbe tanti fiori, molto più piccoli dei tre grossi fiori a palla che vi sono stati regalati quest’anno”.

“Cosa dobbiamo fare per avere di nuovo i fiori giganti?” chiedemmo.

Cosa si deve fare

“Terminata la fioritura, tagliate il fusto al di sotto del ramo inferiore. Poi piantatelo all’aperto, e lasciatelo lì tutto l’inverno, coprendolo di paglia per difenderlo dal gelo. In marzo, quando vedete spuntare nuovi getti tutt’attorno al fusto morto, togliete la pianta dalla terra. Separate i nuovi getti, piantateli in un letto di fine ghiaia e lasciateli crescere alla tiepida aria primaverile. Verso la metà di maggio questi getti dovrebbero essere alti una ventina di centimetri. Ora ricavate delle talee da questi getti. Le talee dovrebbero essere lunghe circa sette centimetri. Se intendete ottenere tre steli, accertatevi che ci siano tre gemme al di sopra della sabbia umida in cui piantate le talee. (Ne dovrete regolare la crescita con tutori e spago affinché i fiori abbiano lo spazio in cui sbocciare). Una volta piantate le talee, tenetele all’ombra e annaffiatele mattina e sera. Non ve ne scordate. È essenziale nella coltivazione degli ogiku. In circa due settimane, dovrebbero esser nate le radici”.

“E allora lo piantiamo nel vaso e in autunno dovremmo avere un nuovo ogiku. Giusto, Asano-San?” chiedemmo ansiosamente.

“Oh, no! Non è così facile!” disse ridendo Asano-San. “È vero che ora bisogna effettuare il trapianto dalla sabbia alla terra in un vaso, ma questo è solo il primo di tre trapianti”.

Trapianti

“Tre trapianti?” chiedemmo sorpresi.

“Sì, la ragione è che, pur desiderando ottenere una pianta alta circa novanta centimetri, vogliamo ritardarne la crescita. I trapianti servono proprio a questo scopo. Così, quando si effettua l’ultimo trapianto in un grande vaso tutta l’energia va nel fiore”, rispose Asano-San.

“Allora ogni trapianto si fa in un vaso più grande, vero?”

“Esatto”, confermò Asano-San. “Ma c’è un po’ di lavoro da fare. Se si coltiva un solo fusto, cioè un solo ogiku, bisogna staccare le gemme laterali dal fusto man mano che spuntano. Ovviamente, se coltivate un ogiku a tre steli, sarete tre volte più impegnati a staccare queste gemme laterali. Sono le gemme che si trovano proprio sopra il punto in cui foglia e stelo si congiungono. È bene effettuare la cimatura a giorni alterni, usando un utensile appuntito, tipo forbici. Ma badate di non danneggiare la foglia. Essa serve a nutrire la pianta convertendo l’energia luminosa, per cui, se non ci sono foglie, non ci sarà fiore!

“In questo tempo dovete fare attenzione agli insetti, come gli afidi. In un negozio di fiori potete chiedere l’insetticida spray adatto. Qui in Giappone abbiamo la stagione delle piogge da metà giugno a metà luglio, per cui dobbiamo accertarci che la pianta sia asciutta quando spruzziamo l’insetticida altrimenti rischiamo di danneggiarla”.

Quando effettuare i trapianti

“Quand’è il momento opportuno per ciascun trapianto?”

“Non c’è una data stabilita, ma dato che li mettete nel primo vaso in giugno e la pianta dovrà fiorire in ottobre, ci sono approssimativamente cento giorni. Quindi il secondo trapianto si effettuerà nella seconda parte di luglio e l’ultimo trapianto nella seconda parte di agosto o nella prima parte di settembre. Aggiungo che l’ogiku ha bisogno di un terriccio fibroso. E anziché letame o fertilizzante, si raccomanda una composta vegetale”.

“Grazie, Asano-San, per la sua spiegazione. Credo che proverò”.

Vi piacerebbe provare? Ci vogliono un po’ di tempo e di lavoro, ma ne sarete tanto più soddisfatti osservando i risultati allorché ‘Dio farà crescere’.

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