I giovani chiedono...
Quale sarà il nostro futuro?
UN GIOVANE diciassettenne stava parlando alla televisione con il capo del suo paese. All’esperto uomo politico che gli stava davanti disse: “Ho paura del futuro, del futuro in un mondo caratterizzato da minacce nucleari. . . . Ho paura anche della sua politica”.
Molti giovani hanno una simile paura del futuro. Che dire di voi? Se condividete tale paura è comprensibile, dati i problemi che i giovani devono affrontare oggi.
Per esempio, il modo tradizionale di prepararsi a un avvenire sicuro è quello di farsi una buona istruzione. Oggi però può essere difficile anche farsi un’istruzione elementare. Un commentatore ha detto: “Per dire la verità nessuno è più soddisfatto delle scuole, né gli insegnanti, né gli studenti, e tanto meno i genitori”. Il fallimento di molte scuole si vede nel gran numero di studenti che arriva al diploma senza conoscere le cose più elementari. Esiste questo problema nella vostra scuola?
E se desiderate farvi un’istruzione superiore, che succede? In alcuni paesi sta diventando impossibile. In Germania si calcola che, da qui al 1985, 260.000 giovani all’anno si vedranno respingere la domanda di iscrizione all’università. Questo è deludente sia per i richiedenti che per altri.
Un funzionario scolastico spiega che coloro che non possono andare all’università “accetteranno lavori a cui aspirano persone di istruzione inferiore alla loro, e queste a loro volta saranno costrette ad accettare lavori di livello anche più basso. Alla fine, i rappresentanti della classe lavoratrice che cercano occupazioni dov’è richiesta poca specializzazione saranno completamente esclusi dal mercato”. Che futuro avranno questi?
Anche coloro che hanno successo temono il futuro. Un lavoro sicuro o una laurea universitaria sarebbero di ben poca utilità durante una guerra nucleare, evento questo che un crescente numero di giovani ritiene probabile. E anche se si evita la guerra, l’esteso inquinamento, le economie in crisi, l’inflazione e le altre tristi realtà del mondo d’oggi rendono improbabile un avvenire sicuro. Questi e altri problemi hanno prodotto frustrazioni tra i giovani, che in alcuni casi hanno reagito in modo estremo.
I pericoli della frustrazione
Alcuni si sono dati all’alcool e alla droga. Ma aiuta questo a risolvere i problemi? Il giovane che ha il vizio della droga o dell’alcool ha più o meno probabilità di trovare lavoro in una società dove c’è tanta disoccupazione? Ha più o meno probabilità di entrare in quelle università, cosa che tanti ambiscono?
Altri hanno permesso che le loro frustrazioni sfociassero in violenza. Ma certo capirete che neppure questa è la soluzione. Tumulti, vandalismo e altri simili disordini accrescono l’insicurezza di alcuni e costringono le autorità a impiegare preziose risorse per far rispettare la legge e mantenere l’ordine e per riparare i danni.
Altri ancora si danno per vinti e rinunciano alla lotta. Alcuni hanno perso ogni speranza, anzi, sono così tanti che nella Germania Occidentale il suicidio è al secondo posto tra le cause di morte degli adolescenti. Alcuni giovani però si sono rivolti alla religione. Avete mai pensato che forse lì c’è la soluzione?
Quale contributo può dare la religione?
L’anno scorso a giugno si tenne ad Amburgo, in Germania, il diciannovesimo Congresso della Chiesa Evangelica. Il tema era: “Non abbiate paura!” Più di metà dei presenti, che superarono i 100.000, erano adolescenti. Sembrerebbe che questa fosse un’ottima opportunità per udire la soluzione dei problemi, se la religione la conosce. Ma la conosce?
Un giornale, in un servizio sulla conferenza, diceva: “Il sentimento predominante è stata la paura; di rado l’intima disperazione di tanta gente è stata così chiaramente evidente . . . Da ogni parte, timore, disperazione, sfiducia, e questo, cosa strana, fra cristiani”. È chiaro che quelle decine di migliaia di adolescenti non udirono il messaggio di speranza che cercavano.
Perché mai? Notate questo commento del giornale Die Welt: “A questo Congresso della Chiesa è stato dibattuto il problema della . . . politica. Non devozione, ma impegno. Ciò che preoccupava era non la salvezza dell’altra vita, ma la paura di una calamità al presente”. Il preponderante interesse per la politica è stato reso manifesto da un patetico biglietto spillato da una ragazza su una parete riservata ai messaggi. Esso diceva: “Perché non ho sentito nulla su Gesù?”
Molte religioni sono così. Il loro messaggio è di natura politica anziché scritturale. Vi chiedete mai perché i capi religiosi ritengono di poter intervenire nella politica e risolvere i problemi del mondo, quando i politici ci provano da tanto tempo con poco successo?
Se capi politici, religiosi e altri capi del mondo non possono tranquillizzarci in merito al futuro, vuol forse dire che non ci sia speranza? Non necessariamente. Se quelle decine di migliaia di adolescenti che parteciparono al Congresso della Chiesa tenuto ad Amburgo fossero tornati qualche settimana dopo, avrebbero potuto conoscere un altro modo di affrontare il problema.
Un altro modo di affrontare il problema
A quell’epoca si tenne ad Amburgo un altro congresso, un congresso dei testimoni di Geova. Anche in quell’occasione un giornalista menzionò “il sorprendente numero” di giovani presenti. Ma questi giovani non sentirono parlare di politica. Il giornalista invece disse: “I ‘Testimoni’. . . non partecipano attivamente alla politica. Per loro c’è solo il governo di Dio”. Perché?
I testimoni di Geova sono persone realistiche e hanno imparato la lezione che tutta la storia secolare insegna, cioè che l’uomo non è in grado di portare pace e sicurezza sulla terra. Per tale motivo la Bibbia avverte: “Non confidate nei nobili [i capi umani], . . . a cui non appartiene nessuna salvezza”. La Bibbia però prosegue dicendo: “Felice è colui . . . la cui speranza è in Geova suo Dio”. — Salmo 146:3, 5.
Perché dovremmo sperare in Geova? Perché egli si propone di risolvere alla sua maniera i problemi dell’umanità. Gesù ci insegnò a pregare: “Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà . . . sulla terra”. (Matteo 6:9, 10) Questo regno è un governo celeste, stabilito da Dio, che dominerà la terra con giustizia ed eliminerà la malvagità. Gesù lo proclamò come unico modo per avere un avvenire sicuro. Considerato l’evidente fallimento degli sforzi dell’uomo, riuscite a immaginare una qualche alternativa?
Fate la vostra parte
Ma forse pensate che sia da ingenui crederlo. Forse pensate che i testimoni di Geova scelgano la via più facile, quella di mettersi a sedere e aspettare che Dio risolva tutti i loro problemi. Ma non è così. Non credono che non si debba far nulla.
Ritengono che quelli che desiderano sinceramente vedere un mondo migliore devono diventare persone degne di tale mondo. Quindi cercano di coltivare onestà, lealtà, altruismo e sincerità. Anziché tentare di cambiare il sistema, i testimoni di Geova si impegnano con tutte le loro forze per cambiare se stessi. Inoltre, fanno conoscere ad altri la loro speranza di vedere un mondo migliore sotto il regno di Dio.
Questo modo di vedere le cose può produrre un effetto tangibile sui giovani. Per esempio Giovanni, appena adolescente, si mise con dei cattivi compagni. Egli dice: “Imparai subito a rubare biciclette e moto e a forzare serrature. . . . Non ancora sedicenne, mi drogavo regolarmente . . . dopo mi sentivo così male che pensavo spesso al suicidio”.
Oggi, a ventisei anni, Giovanni non è più una minaccia per la comunità o per se stesso. Cos’ha prodotto il cambiamento? Egli risponde: “Ciò che ha stimolato il mio cuore è stato il messaggio della Bibbia che in futuro la terra sarà purificata da ogni contaminazione e malvagità e sarà trasformata in un paradiso”.
Ogni anno migliaia di giovani fanno cambiamenti simili nella propria vita perché vengono a conoscenza di questa speranza. Il loro cambiamento è stato un grande contributo per la comunità mondiale.
Certo, questa convinzione non elimina del tutto i problemi attuali. Ma rende più facile affrontarli. Una buona conoscenza dei propositi di Dio elimina il timore del futuro. E chi è onesto, affabile e ottimista sfrutta al massimo le opportunità che ha di farsi un’istruzione. Dopo di che gli è molto più facile trovare lavoro di quanto non lo sia per chi si è inasprito o si è dato alla droga o all’alcool a causa della frustrazione.
Per quanto tempo ancora?
Se le cose continuassero come ora, quasi sicuramente l’umanità finirebbe per autodistruggersi. Quanto tempo passerà dunque prima che il regno di Dio intervenga? Non molto, è chiaro.
L’apostolo Paolo scrisse a un giovane amico, parlandogli della fine di questo sistema di cose. Leggete voi stessi le sue parole: “Ma sappi questo, che negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi d’orgoglio, amanti dei piaceri anziché amanti di Dio, aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza”. — II Timoteo 3:1-5.
Riconoscete l’adempimento di queste parole? I giovani temono comprensibilmente il futuro proprio perché oggi la gente è così. Avete notato però quello che dice Paolo, cioè che queste cose sarebbero esistite negli ultimi giorni, nei tempi che avrebbero immediatamente preceduto l’intervento di Dio negli affari umani? Questo è uno dei molti passi indicanti che Dio interverrà presto. Perché non parlate del soggetto con i testimoni di Geova e non esaminate alcune altre scritture su questo argomento?
Il timore espresso nel corso di quell’intervista alla televisione dall’adolescente menzionato all’inizio era una cosa reale e comprensibile. Ma non è detto che i giovani debbano temere il futuro. Possono apprendere dalla Bibbia ciò che Dio si propone di fare. Quindi, se lo desiderano, possono lavorare in vista di un avvenire sicuro, soddisfacente e pieno di promesse.
Possono avere la stessa convinzione dello scrittore biblico che disse: “Ancora un pochino, e il malvagio non sarà più . . . Ma i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. — Salmo 37:10, 11.
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La laurea sarebbe di ben poca utilità durante una guerra nucleare
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Per chi ha il vizio dell’alcool o della droga sarà più facile trovare lavoro?
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Si può fare qualcosa per migliorare la propria vita
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I Testimoni fanno conoscere ad altri la speranza di vedere un mondo migliore sotto il regno di Dio