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  • g86 22/4 pp. 25-27
  • L’inferno è un luogo di tormento?

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  • L’inferno è un luogo di tormento?
  • Svegliatevi! 1986
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Altro
Svegliatevi! 1986
g86 22/4 pp. 25-27

L’inferno è un luogo di tormento?

ALCUNI dicono di sì; alcuni dicono di no; altri non lo sanno. Non molti secoli fa la credenza nell’inferno come luogo di infuocato tormento per le anime impenitenti dopo la morte era quasi universale nella cristianità. Oggi molti la rifiutano e preferiscono la semplice filosofia che “l’inferno è qui sulla terra”. Qual è la verità? I malvagi vanno effettivamente all’inferno? È un luogo di tormento?

Ci sono molte teorie sull’inferno. Il concetto medievale era che fosse un luogo nell’aldilà dove i peccatori impenitenti soffrivano atroci agonie in eterno. Un’opera intitolata The Eleven Pains of Hell (Le undici pene dell’inferno) dice:

“Ci sono alberi ardenti a cui sono appese le anime di quelli che in questa vita non andavano mai in chiesa, . . .

“C’è un forno riscaldato, presso cui stanno sette diavoli che gettano le anime colpevoli nella fornace. . . .

“Le anime colpevoli non hanno riposo”.

Michelangelo raffigurò questo spaventoso inferno nel suo dipinto della Cappella Sistina in Vaticano. Si dice che papa Paolo III, che lo aveva commissionato, ne fu spaventato a morte.

Sia Calvino che Lutero accettarono l’idea cattolica dell’inferno. Oggi questa dottrina è ancora accettata. “La caratteristica principale dell’inferno”, dichiara la New Catholic Encyclopedia, “è che il suo fuoco è inestinguibile . . . ed eterno . . . Qualunque cosa si intenda con i termini ‘fuoco inestinguibile’ e ‘fuoco eterno’, non si dovrebbero considerare privi di significato”. Billy Graham, famoso evangelista americano, aggiunge: “L’insegnamento di un inferno letterale si trova nei credi di tutte le principali chiese. . . . Dio considerò l’inferno abbastanza reale da mandare il suo unico Figlio nel mondo per salvare gli uomini dall’inferno”.

Una tendenza recente, però, mira a minimizzare l’insegnamento secondo cui il fuoco e il tormento dell’inferno sono letterali, spiegando che indicano la possibilità di essere persi e separati in eterno da Dio: si tratterebbe di un senso di angoscia. Comunque, una lettera del Vaticano pubblicata nel 1979 con l’approvazione di papa Giovanni Paolo II riaffermò la credenza che i peccatori impenitenti andranno in un inferno infuocato e avvertì di non diffondere dubbi in merito ad essa.

Effetti sui vivi

Il pensiero stesso di un inferno infuocato ha causato indicibili pene dell’animo. John Bunyan, autore di The Pilgrim’s Progress (Il viaggio del pellegrino), scrisse che quando era un bambino di appena nove o dieci anni, era terrorizzato “da sogni spaventosi e . . . tremava al pensiero dei terribili tormenti del fuoco dell’inferno”. Molti altri hanno sofferto allo stesso modo. Un uomo di Durban, nel Sudafrica, rammenta: “Da ragazzo avevo incubi spaventosi sull’inferno e di notte gridavo. I miei cari genitori cercavano di consolarmi ma non ci riuscivano”.

Per secoli il dogma dell’inferno di fuoco è stato inculcato, a forza di battere e ribattere, nella mente di ragazzi impressionabili ed è stato ripetuto tuonando dai pulpiti. Che effetto ha avuto questo concetto sui cuori delle persone? Le ha fatte diventare più gentili, più amorevoli e più compassionevoli verso il prossimo?

Dopo avere menzionato che i responsabili dell’infame Inquisizione ritenevano che le loro vittime eretiche “potevano essere salvate mediante il fuoco temporale dalla fiamma eterna”, lo storico Henry C. Lea scrive in A History of the Inquisition of the Middle Ages (Storia dell’Inquisizione del Medio Evo): “Se un Dio giusto e onnipotente sfogò la vendetta divina su quelle sue creature che lo avevano offeso, non spettava all’uomo mettere in dubbio la giustezza delle sue vie, ma doveva umilmente imitarne l’esempio e rallegrarsi quando gli era concessa l’opportunità di fare altrettanto”.

Lo storico spagnolo Felipe Fernández-Armesto dice inoltre: “Naturalmente è vero che i tribunali dell’Inquisizione fecero un uso spietato della tortura per estorcere prove; ma si devono anche giudicare le barbarie della tortura sulla base dei tormenti che nell’inferno attendevano l’eretico che non confessava”. — Il corsivo è nostro.

La dottrina del tormento eterno ha reso atei molti fedeli osservanti. Perfino Billy Graham ha ammesso che “di tutti gli insegnamenti del cristianesimo è il più difficile da accettare”. Ma questo insegnamento è sostenuto dalla Bibbia?

Un insegnamento del cristianesimo?

‘Certo che è nella Bibbia’, dicono molti. Sì, la Bibbia parla di alcuni che sono gettati nel fuoco. Nella Bibbia però i simbolismi sono frequenti. Si tratta dunque di fuoco letterale o simbolico? E se è simbolico, cosa rappresenta?

Ad esempio, Apocalisse (Rivelazione) capitolo 20, versetto 15 (CEI), dice: “Chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco”. Ma il versetto 14 dice: “Poi la morte e gli Inferi furono gettati nello stagno di fuoco”. Strano! Dev’essere tormentato anche l’inferno? E come può la morte, una condizione, essere gettata in un fuoco letterale? Il resto del versetto 14 dice: “Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco”. Apocalisse (Rivelazione) 21, versetto 8, ribadisce questo punto. Cos’è questa “seconda morte”? La Bibbia di Gerusalemme, una versione cattolica, ha questa nota in calce circa la “seconda morte”: ‘La morte eterna . . . Il fuoco . . . è simbolico’. Verissimo, poiché significa la distruzione completa, l’annientamento.

Interessante, l’“inferno” dev’essere distrutto! Si noti però che la parola greca usata qui è Hades (traslitterata Ades in italiano) che, secondo la Exhaustive Concordance of the Bible di Strong, significa “tomba”. I morti sono consci o soffrono nell’inferno o Ades? La Bibbia risponde: “I morti non sanno nulla; . . . perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare”. — Qoelet (Ecclesiaste) 9:5, 10, versione cattolica della CEI.

I morti rimangono nell’Ades? No. Lo stesso Gesù fu nell’Ades, o inferno, ma fu “destato il terzo giorno”, come insegnano sia i credi delle chiese che la Bibbia. (I Corinti 15:4; Atti 2:29-32; Salmo 16:10) Inoltre per mezzo di lui “vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Perciò l’Ades sarà infine svuotato e cesserà di esistere, essendo “gettato nello stagno di fuoco”.

Alcuni però potrebbero chiedere: ‘Perché Apocalisse (Rivelazione)20, versetto 10 (CEI), dice che il Diavolo sarà tormentato nello stagno di fuoco?’ Se, come abbiamo visto, lo stagno di fuoco è simbolico, logicamente, dunque, è simbolico anche il tormento.

Nei tempi biblici i carcerieri spesso torturavano crudelmente i prigionieri, per cui erano chiamati “tormentatori”. In una delle sue illustrazioni Gesù parlò di uno schiavo crudele che fu ‘consegnato ai carcerieri’ (greco basanistès, che significa effettivamente “tormentatori” e che è reso così in varie traduzioni). (Matteo 18:34) Perciò quando Apocalisse (Rivelazione) dice che il Diavolo e altri sono “tormentati . . . per i secoli dei secoli” nello stagno di fuoco, vuol dire che saranno “incarcerati” per tutta l’eternità nella seconda morte, la distruzione completa. Il Diavolo, la morte ereditata da Adamo e i malvagi impenitenti, di tutti è detto che sono distrutti in eterno, “incarcerati” nello stagno di fuoco. — Confronta Ebrei 2:14; I Corinti 15:26; Salmo 37:38.

Se comprendiamo i simbolismi biblici siamo aiutati a capire cosa volle dire Gesù quando parlò di peccatori che erano gettati “nel fuoco dell’inferno, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”. (Marco 9:46, 47, Tintori) La parola greca qui usata, tradotta “inferno di fuoco”, è gèenna, o Geenna. Appena fuori Gerusalemme c’era una valle con questo nome che veniva usata come luogo di scarico dei rifiuti. Il fuoco vi era acceso giorno e notte per distruggere i rifiuti della città. A volte vi erano gettati anche i corpi dei criminali considerati indegni di una sepoltura decente o di risurrezione. Nella valle c’erano anche vermi come agenti distruttivi, ma non erano certo immortali! Gesù stava semplicemente illustrando in termini vividi, in un modo ben compreso dai giudei, che i malvagi impenitenti sarebbero stati distrutti in eterno. La Geenna, perciò, ha lo stesso significato dello “stagno di fuoco”: rappresenta la seconda morte, la distruzione eterna.

Il dogma del tormento eterno si basa sulla teoria dell’immortalità dell’anima. La Bibbia però dice chiaramente: “L’anima che pecca, essa stessa morrà”. (Ezechiele 18:4, 20; vedi anche Atti 3:23). I propugnatori dell’inferno di fuoco hanno fatto apparire il vero Dio, Geova, come un demonio, un mostro crudele, invece di quello che è: un Dio d’amore, “misericordioso e clemente . . . e abbondante in amorevole benignità”. — Esodo 34:6.

Dio ha amorevolmente preso dei provvedimenti per salvare gli uomini non dal tormento, ma dalla distruzione. Gesù disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giovanni 3:16.

[Testo in evidenza a pagina 26]

Gli inquisitori credevano che le loro terribili torture salvassero i peccatori da una sorte peggiore

[Immagine a pagina 25]

Fino a poco tempo fa, quasi tutti nella cristianità credevano in un luogo come questo

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